sensori on-line per la formazione iniziale di
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SENSORI ON-LINE PER LA FORMAZIONE INIZIALE DI INSEGNANTI IN FISICA A UDINE, MODENA E BOLZANO Corni F.(1), Michelini M. (2), Santi L. (3), Stefanel A. (2) Unità di Ricerca in Didattica della Fisica Università degli Studi di Udine (1) sede di Modena; (2) sede di Udine, (3) sede di Trieste [email protected], [email protected], [email protected], [email protected] Le nuove tecnologie consentono l’utilizzo di strategie e metodologie didattiche, che sono: efficaci nell’aggredire quei nodi concettuali ostacolo all’apprendimento; risonanti con i modi propri con cui la fisica indaga il mondo; motivanti per i ragazzi. Tali strategie prevedono l’utilizzo di sensori collegati in linea con l’elaboratore per la graficazione in tempo reale delle grandezze che descrivono l’evoluzione del sistema in osservazione. Impiegano schede di lavoro che favoriscono lo sviluppo di competenze metodologiche nel formulare ipotesi, per metterle a confronto con i dati sperimentali. Presso tre sedi SSIS sono state realizzate sperimentazioni di moduli formativi per insegnanti di tipo esperienziale su stati e processi termici e cinematica, che integrano attività sperimentali in laboratorio e di riflessione disciplinare e didattica in presenza e in rete. I risultati hanno evidenziato che gli specializzandi superano le difficoltà nel passaggio dalla dimensione qualitativa a quella quantitativa per la costruzione di relazioni a partire da esperimenti reali. Il coinvolgimento in un personale processo di apprendimento attiva il riconoscimento dell’efficacia di strategie basate sull’uso delle TIC e in particolare dei sistemi di rappresentazione grafica in tempo reale. Appare irrinunciabile nella formazione insegnanti una successione di attività che li impegnino in questo compito. 1. Introduzione Le nuove tecnologie hanno permesso di portare in classe gli aspetti metodologici più importanti della ricerca in fisica: da un lato hanno reso significativa l’attività di modellizzazione ([1], [2], [3], [4]), dall’altro hanno permesso l’introduzione delle misure con sensori collegati in linea con l’elaboratore ([5], [6],[7], [8]). Queste ultime ampliano le potenzialità e l’efficacia del laboratorio nella didattica della fisica, consentendo per esempio misure anche di tipo avanzato, con modalità relativamente semplici, e il cosiddetto Real Time Laboratori (RTL), reso possibile dalla graficazione in tempo reale delle grandezze rilevate ([9], [10]). Le strategie adottate sono orientate a superare le difficoltà tipiche nell’apprendimento della fisica ([11], [12], [13]) in relazione a: aspetti nodali dei diversi ambiti ([14], [15], [16]) mancato raccordo tra sapere scientifico e apprendimenti quotidiani o sensoriali ([11], [17]) aspetti metodologici [18]. ([19], [20]) Coinvolgono metodologie proprie dell’indagine scientifica e favoriscono lo sviluppo del pensiero formale ([3], [5], [7], [9], [21]). Accanto ai documentati risultati di approcci didattici basati sul RTL ([22], [23], [24], [25]), è stato messo in evidenza dalla ricerca, anche condotta nell’ambito di progetti coordinati tra diverse università italiane1, che la diffusione dell’innovazione didattica e in particolare quella legata all’uso delle nuove tecnologie non può prescindere dalla formazione insegnanti e che tale formazione richiede nuove modalità e strategie ([24], [26], [27], [28]). È necessario prevedere consistenti parti di tipo esperienziale in cui i docenti sono coinvolti personalmente a sperimentare esperimenti e proposte didattiche che poi andranno a proporre in classe ([19], [26], [27], [28], [29]). Nel presente lavoro si discute del ruolo sensori on – line per l’apprendimento, in particolare documentando le sperimentazioni effettuate dall’Unità di Ricerca in Didattica della Fisica dell’Università di Udine, nelle sedi SSIS di Udine, Bolzano e Modena su stati e processi termici e sulla cinematica del moto con l’uso di sensori on-line. 2. Contributo dei sensori on-line alla didattica scientifica I sensori collegati in linea con l’elaboratore, offrono nuove opportunità per l’apprendimento scientifico, rispetto a quelle realizzabili nel laboratorio didattico con soli strumenti tradizionali ([8], [30], [31]). Se ne discutono i principali. Grazie ad una buona qualità delle misure, caratterizzata da sensibilità, affidabilità e riproducibilità superiore a quella degli strumenti manuali ordinariamente disponibili in un laboratorio didattico, sono effettuabili in modo relativamente semplice esperimenti avanzati per l’approfondimento di aspetti di base o difficilmente affrontati con strumentazioni tradizionali [5]. Ne sono esemplificazioni misure di: accelerazione di gravità con metodi diversi, dipendenza del periodo di oscillazione di un pendolo dall’ampiezza di oscillazione; coefficiente d’attrito radente statico e dinamico; forze d’attrito agenti su un carrello in moto su un piano orizzontale o inclinato, a partire dalla valutazione della sua accelerazione da grafici s=s(t) e v=v(t); distribuzioni spaziali di intendità luminosa in fenomeni di ottica fisica; fenomeni non-lineari ([3], [20], [24], [32], [33]). Viene reso possibile inoltre lo studio di fenomeni, che svolgono su scale di tempo troppo diverse da quelle in cui si opera in modo ottimale manualmente: fenomeni troppo veloci (transitori nei circuiti elettrici ([32], [33]) o nei processi di interazione termica ([34], [35], [36]), moti rapidamente variabili correlati a fenomeni d’urto ([16], [38])); fenomeni troppo lenti (l’evoluzione giornaliera dei parametri fisici in una stazione meteorologica [39]). Consentono di effettuare con semplicità misure avanzate per approcci fenomenologici ad ambiti altrimenti affrontabili solo dopo una non banale preparazione teorica. É tipico il caso dello studio dei fenomeni di propagazione della luce e della sua interazione con la materia con sensori ottici per la costruizione di modelli di ottica fisica ([40], [41]). 1 O& O, Oscillatori e Oscillazioni – 1993-1995, a cui hanno partecipato le sedi di MI, NA, MO, PA, PV, TO, UD; FISISS (Formazione degli insegnanti in Servizio nella Scuola Secondaria Superiore), PRIN 1999 - Esperimento ESP B; IMOFI (Introduzione della MOdellizzazione Fisica nell’Insegnamenti), prog. CNR-TIDIFI 2000-01, a cui hanno aderito le sedi di FE, MI, MO, NA, PA, PV, TO, UD; FFC, Fisica per la Formazione Culturale, progetto MURST 2002-2003 Grazie allo sviluppo di apparati portatili, utilizzabili anche non direttamente in linea con il computer, è possibile effettuare misure relative a fenomeni che avvengono in luoghi inaccessibili o in generale in modo non controllato come nel laboratorio [19]. Diventano possibili misure in ambienti naturali o in generale fuori dal laboratorio (ad esempio in palestra). Si possono analizzare con grande dettaglio fenomeni così come avvengono nella vita quotidiana ([7], [9],[16]). Grazie alla possibilità di graficazione in tempo reale, offerta oramai da tutti i sistemi in commercio, è possibile realizzare semplici, ma motivanti attività per la riduzione immaginativa dei fenomeni, favorendo l’acquisizione di competenze nella lettura di grafici per l’acquisizione di informazioni significative da essi, la loro gestione e soprattutto la costruzione di interpretazioni ([16], [37]) scarsamente raggiunte con insegnamenti di tipo tradizionale, anche laddove esistano suffienti competenze matematiche ([42]). Assumono, in questo senso un ruolo importante, anche misure semplici, che coinvolgono processi non artefatti e non controllati, in cui lo sperimentatore è parte integrante del fenomeno analizzato e che riguardano aspetti concettuali importanti. Ne sono esempi: la misura della temperatura della mano di una persona, in cui si rende esplicito il significato di equilibrio termico, la natura di processo di interazione della misura di temperatura e il ruolo, svolto in esso, del principio zero della termodinamica [37]; la rilevazione della posizione di un soggetto che cammina davanti ad un sensore di moto, tipo sonar ranger, per far riconoscere le correlazioni tra fenomeno e rappresentazione delle grandezze che lo descrivono (ad esempio: pendenza-velocità, punti critici-inizio/fine delle fasi di moto, cambio di velocità) ([16]). Misure di questo tipo permettono una prima confidenza con i sistemi, ma anche di effettuare esplorazioni via via più dettagliate e quantitative su potenzialità, limiti e modalità di risposta dei sensori con il dettaglio necessario. Si acquisisce consapevolessa della risposta e del ruolo nel processo di misura che hanno gli apparti on-line, anche quando li si propone come scatole nere. I sensori on-line possono essere allora vissuti come estensione dei propri sensi nella esplorazione delle proprietà dei sistemi e dei fenomeni. In questo modo sono stati utilizzati anche con bambini della scuola di base, facendo emergere la loro capacità di formalizzazione e di utilizzare in modo naturale i grafici ([25], [43]). Carenze nel prevedere l’evoluzione nel tempo di grandezze derivate (ad esempio velocità e accelerazione), spesso legate al mancato superamento di nodi concettuali e riscontrate anche in soggetti in possesso di soddisfacenti conoscenze di analisi matematica ([46], [49]), possono essere efficacemente superate con misure on-line ([11], [12]). La facilità con cui viene acquisito un alto numero di dati su scale di tempi anche piuttosto differenziate (in genere da 500 hz a qualche frazione di hz, con diverse possibilità di uscire da tale campo), facilita la flessibilità di utilizzo e la raccolta di un numero di dati statisticamente significativo, laddove ciò si renda necessario, scaricando l’utente da attività ripetitive e noiose. Si favorisce invece la concentrazione sugli aspetti progettuali e di controllo della misura e sul problema fisico specificamente affrontato ([5], [36]). Attività di calibrazione dei sistemi, solitamente piuttosto ripetitive e ben poco efficaci con strumentazione tradizionale, possono diventare interessanti, in quanto eseguibili in tempi relativamente rapidi, con possibilità di problematizzare l’approfondimento dei concetti e non solo delle procedure ([16], [36]. Diventano facilmente eseguibili esplorazioni di situazioni diverse (variazione di parametri o di sistemi analizzati) per metterle a confronto e per trovare leggi generali. Ad esempio si può misurare l’accelerazione di un carrello in discesa su un piano inclinato al variare della sua massa o della sua inclinazione [16], o effettuare contemporaneamente misure di transione di fase di sostanze diverse o di quantità diverse di una stessa sostanza [45]. I dati acquisiti on-line possono essere facilmente utilizzati con software diversi per: la loro elaborazione, il confronto con simulazioni basate su teorie, la modellizzazione per la costruzione graduale di interpretazioni con livelli diversi di formalizzazione a partire dalle ipotesi degli allievi [3]. Per il raggiungimento di queste finalità vengono studiati sistemi multimediali che integrano la misurazione con sensori on-line, con quella effettuata a partire da filmati e con opzioni per la simulazione e modellizzazione dei fenomeni analizzati [50]. Una ulteriore potenzialità dell’uso di sensori on-line, non ancora realizzata in modo significativo, è costituita dallo sviluppo di sistemi di controllo remoto. 3. Impostazione della didattica Numerose proposte didattiche sono state sviluppate grazie all’ampia gamma di possibilità offerta dai sensori on-line. Prevedono familiarità con gli strumenti di misura, comprensione del loro ruolo e del processo di misura, elementi considerati importanti anche nel caso di misure on-line per realizzare quel coinvolgimento personale del discente con l’oggetto di studio, necessario per l’apprendimento [3]. Si differenziano in almeno tre tipologie principali, cui obiettivi si caratterizzano proprio per la modalità con cui si realizza tale coinvolgimento e il grado di familiarizzazione con gli strumenti: a) studio prevalentemente sul piano tecnico della catena di acquisizione sensoreinterfaccia-eleboratore; b) focalizzazione sull’estensione delle potenzialità del laboratorio didattico, per innalzare il livello degli esperimenti; c) focalizzazione su esperienze, che favoriscono l’apprendimento ([3], [5], [7]. [33]). In particolar modo in quest’ultima tipologia, non viene prevista la conoscenza del sw di gestione delle misure e dell’hw, interfacciamento. La maggiore o minore familiarità col sistema è sempre funzionale alla costruzione di elementi concettuali inseriti in percorsi formativi. Tali percorsi, proprio grazie alla versatilità dei sistemi di misura on-line, possono essere personalizzati seguendo e favorendo lo sviluppo di stili differenziati di apprendimento. Sono allora attuabili strategie differenziate risonanti con i modi propri di ragionare dei discenti ([15], [16]. [19]). Consentono inoltre l’attivazione di modalità formative per gli insegnanti personalizzate in grado di dare risposta a esigenze formative differenziate e stili personali di insegnamento ([28], [51]). In precedenti ricerche è emerso che i docenti hanno rappresentazioni concettuali rigide, basate su impostazioni disciplinari spesso acquisite in modo acritico, in cui il ruolo dei principi fisici è quelli di assiomi matematici, senza un nesso effettivo con il reale. Non c’è chiarezza, in generale, sul significato fisico delle leggi e il loro legame con i dati sperimentali. Non c’è chiarezza sul modo in cui i dati possono essere guardati in termini di relazioni empiriche o di modelli interpretativi propri della fisica. La matematica viene usata senza riconoscerne il significato fisico o viceversa senza sapere come analizzare un processo fisico in termini formali. Esistono in altre parole tre ambiti che nei docenti sono di fatto separati: il sapere matematico; il sapere scientifico; il sapere sensoriale e dell’esperienza quotidiana. Questo comporta, che spesso si manifestino errori che la valutazione accademica, proprio perchè indaga separatamente i diversi saperi, non riesce a mettere in evidenza. Ci si è posti pertanto l’obiettivo di individuare qual è il contributo dell’utilizzo dei sensori on line nella formazione insegnanti in merito ai seguenti tre punti, che sintetizzano i problemi delineati: - Rappresentazioni concettuali e flessibilità - Significato fisico delle leggi e legame con i dati sperimentali. - Uso della matematica 4. Il contesto Qui in particolare si fa riferimento a due moduli finalizzati alla formazione insegnanti su proposte didattiche basate sull’uso di sensori collegati in linea con il PC su Stati e Processi Termici (SPT), progettato dall’URDF dell’Università di Udine [52], sulla cinematica del moto (RTEI), progettato dall’Unità di Ricerca dell’Università di Napoli [53]. La strategia formativa adottata in entramdi i casi, consiste nel mettere in situazione i formandi attraverso attività sperimentali e di riflessione disciplinare e didattica. Si affrontano esperimenti incentrati su singoli nodi concettuali, che costituiscono tipiche difficoltà di apprendimento per gli studenti, utilizzando schede di lavoro di poche pagine (1-2), strutturate con domande che attivano il ciclo PEC (previsione, esperimento, confronto): si fa prevedere il grafico di una grandezza descrittiva (cinematica) per uno specifico fenomeno; si osserva il grafico sperimentale nel mentre avviene il fenomeno; lo si confronta con quello previsto ([16], [20]). Test sui proncipali obiettivi completano gli strumenti usati. SPT prevede l'esplorazione prima sensoriale, poi con sensori di temperatura collegati in linea con l'elaboratore, di semplici situazioni in cui si raggiunge l'equilibrio termico, si produce il riscaldamento di sistemi, si realizzano transizioni di fase. La sequenza delle attività proposta trova esplicitazione in 21 schede, raggruppate in 17 unità monoconcettuali [52]. Le attività esplorative sono state condotte con l’utilizzo del Termografo, un sistema hardware e software con quattro canali di ingresso, che permette di convertire l'elaboratore in uno strumento per la misura e registrazione della temperatura in più punti di misura. Usa come sensori diodi in polarizzazione inversa [36]. RTEI MOTO si focalizza sui moti rettilinei in una dimensione. Segue un approccio dal “reale all’ideale”, partendo dalla conoscenza percettiva del moto realizzato da una persona per ricercare regolarità, che consentano di riconoscere regole generali. Si articola in quattro sezioni (denominate CAMM, OSC, COMP, INV), ciascuna delle quali è strutturata in tre attività di lavoro sperimentale, di riflessione disciplinare e didattica, e gestita da un’apposita scheda [53]. Per le misure misure sono stati usati sensori tipo sonar ranger commerciali, che consiste in un emettitore e ricevitore di impulsi ultrasonori alla frequenza di circa 50 kHz. I moduli formativi SPT e RTEI sono stati oggetto di sperimentazioni incrociate nelle sedi SSIS di Napoli, Palermo, Udine, Modena, Bolzano. In tabella 3 e 4 sono riprotate quelle attuate dall’URDF nell’anno accademico 2002/03, indicando in grassettro quelle di cui qui si riferisce. Tabella 3 Sperimetazioni effettuate dall’URDF dell’Università di Udine di SPT Sede UD UD UD UD MO Struttura didattica SSIS CDL – Sc. Form. Prim. Form. in servizio “Fisicando” Form. in servizio “Tripagna” SSIS Corso A059 Lab. Did. Fisica 2° anno Lab. Did. Fisica Ins. scuola elem. e infanzia Ins. scuola elem. e infanzia A049-A038 N° 8 110 40 6 8 Schede utilizzate U.O. Quadro 14 1-2-3-4-5-6-7.1-7.2-8 Quadro 13 1-2-3-4 Quadro, 1-2-3-4-5-6- 16 7.1-7.2-8-9-10 Quadro 18 1-2-3-4-5-6-7.1-7.2-8-9 Quadro 1-2-3-4-5 20 Periodo marzo 03 maggio 03 dicembre 02 gen 03 dicembre 02 gennaio 03 Febbraio 03 Aprile 03 Maggio 03 Tabella 4 Sperimetazioni effettuate dall’URDF dell’Università di Udine di RTEI Sede Strut. did. Corso N° Schede utilizzate U.O. Periodo UD SSIS A059 - Lab.Did.Fis. 9 CAMM-OSC-COMP 10 gen-febb aprile 03 UD SSIS 10 CAMM-OSC-COMP 11 dic 02-gen 03 UD UD 2 110 38 CAMM, OSC e COMP 11 CAMM, INV 1-2, OCS 1- 12 2 CAMM, OSC e COMP 12 dic 02-gen 03 febb – apr 03 BZ CDL Mat. CDL Sc.F.Prim. SSIS MO SSIS A038-A049 Lab.Mecc. e PED 4° anno - Lab.Did.Fis. 2° anno - Did.Fis e Lab Did.Sci. A059–A049 Lab.Did.Fis. A038-A049 Lab.Did.Fis. 8 CAMM-OSC-COMP- INV 10 maggio 03 5. 03 gen – mar 03 Dati L’analisi dei test evidenzia risposte corrette nel 95% dei casi, da cui emerge una conoscenza di tipo teorico, formale adeguata. Si evidenziano solo difficoltà nella previsione dell’evoluzione della temperatura in situazioni quotidiane. Nel seguito si riportano i dati relativi alla rappresentazione di grafici per le attività condotte. 5.1. L’uso delle scale grafiche Nell’istogramma di Figura 1, sono riportate le percentuali di quanti riportano: entrambe le scale sugli assi (in grigio); almeno la sola scala delle ordinate (in nero), nei diversi quesiti previsti nelle diverse schede, ordinate secondo la sequenza temporale con cui sono state utilizzate. A) Nella prima attività in cui agli specializzandi è stato richiesto di rappresentare un grafico di previsione (grafico orario di una persona che si allontana davanti al sensore di moto), solo il 6 % del campione riporta entrambe le scale sugli assi, o quantomeno qualche riferimento numerico che comunque le identifichi. B) La percentuale di chi indica le scale sugli assi dei grafici cresce progressivamente fino ad attestarsi sui valori di 89-90% dal settimo al 14 grafico rappresentato. Si riduce notevolmente, negli ultimi grafici relativi alle attività di cinematica, nel primo grafico sui fenomeni termici e in quelli relativi alle previsioni di fenomeni non del tutto conosciuti (esperienza di Look, oggetto posto in ambienti diversi), in cui è stata riportata la sola scala delle temperature. C) Vi è una sistematica tendenza a indicare la scala delle ordinate (posizione, velocità, temperatura), tralasciando più spesso di precisare o definire la scala temporale. Figura 1. Percentuali con cui sono state indicate entrambe le scale sugli assi (in grigio) o almeno la sola scala delle ordinate (in nero), per ciascuna delle schede utilizzate. 5.2. Rappresentazione cinematiche dell’evoluzione temporale delle grandezze In relazione alle modalità con cui vengono rappresentate i grafici dell’evoluzione prevista e osservata delle grandezze cinematiche si sono riscontrate quattro tipologie di grafici, indicate con un nome evocativo: GM) curve di tipo matematico (fig.2): sono Figura 2. Esempio di grafico GM - La costituite da spezzate in cui le parti relative linea continua rappresenta la previsione ad evoluzioni temporali della grandezza dell’evoluzione della temperatura nel rappresentata sono segmenti rettilinei. riscaldamento di una massa d’acqua. Sono più spesso manifestate in circa nel 50% dei casi delle prime previsioni effettuate, prevalnetmente in laureati in matematica, ingegneria. GC) curve che accentuano la continuità (fig. 3): si tratta di linee a tangente definita in ogni Figura 3. Esempio di grafico GC – Il punto, in cui si grafico rappresenta la temperatura T rilevata da un sensore spostatato accentuano gli elementi successivamente in due termostati. di continuità, senza Figura 4. Esempio di Si enfatizzata la continuità nelle fasi differenziare le fasi che grafico GP, in cui in cui comincia a crescere T. vengono enfatizzati i caratterizzano rispetto a cambiamenti nelle condizioni esterne, da quelli di transitori quelli di equilibrio. evoluzione all’equilibrio. Sono tipiche dei laureati in ambito biologico e naturalistico e sono state rilevate, a seconda dei casi, con una frequenza del 10% - 30%. GP) Curve che privilegiano i processi (fig. 4): sono curve sostanzialmente compatibili con quelle che si osservano sperimentalmente, in cui però si rappresentano o enfatizzano solo alcune parti dei grafici previsto o osservato, in genere privilengando i processi rispetto agli stati. Sono in genere i grafici maggioritari (fino all’80%) nelle previsione di fenomeni semplici. GS) Curve di tipo sperimentale – si tratta di curve, in buon accordo con quelle che si osservano sperimentalmente in relazione a: andamento globale, punti critici, valori significativi delle grandezze rappresentate. Alle precedenti tipologie, che caratterizzano i primi grafici rappresentati, se ne devono aggiungere le due seguenti (fig. 5): GR) curve con Figura 5. Grafici di tipo: GR (a sinistra), in cui viene accentuata la presenza del rumore, e GF (a destra), in cui prevale una riproduzione accentuazione del fedele del grafcio osservato. rumore – sono curve che rappresentano andamenti, classificabili in altre tipologie, in cui si accentuata il rumore; GF) curve fedeli – sono riproduzioni fedeli e non formalizzate, in genere di grafici osservati, in cui si ha grande cura nella rappresentazione dei particolari. Queste tipologie non devono considerarsi mutuamente esclusive. É frequente trovare curve contemporaneamente di tipo GM per un aspeto, e GC per un altro. É stata fatta comunque una ripartizione dei grafici includendo ciascuno in un’unica categoria, quella che ne rappresenta il maggior numero di aspetti peculiari. In figura 6 viene rappresentato l’istogramma delle percentuali con cui si sono Figura 6. Percentuali con cui, si sono manifestate le tipologia di grafici: consistenti con quelli sperimentali (GS) o con solo parti di essi (GP), della tipologia denominata matematico (GM) evidenziati grafici delle tipologie GP, GS e GM. Emerge una sorta di complementarietà tra i grafici del primo tipo e quelli deli altri due tipi. I grafici GS, che riproducono l’intero grafico sperimentale, prevalgono infatti nelle attività centrali sul moto e in quelle finali sui fenomeni termici. I grafici di tipo matematico si riscontrano in modo significativo, solo per le attività di previsione sull’evoluzione temporale della velocità di un sistema, in quelle dove si rappresentano nello stesso grafico processi termici che avvengono in successione, nei casi in cui vengono rappresentati singoli punti sperimentali (in genere raccordati con linee spezzate). Prevale l’attenzione soltanto su alcune parti dei fenomeni osservati: nelle prime e nelle ultime attività sul moto, si tendono ad evidenziare le fasi in cui cambia la posizione del sistema osservato, a scapito delle situazioni statiche; nelle prime previsioni sui fenomeni termici, è stata dimostrata maggiore attenzione agli stati iniziale e finale, piuttosto che sui processi coivolti. 6. Risultati Sui contenuti si evidenzia una conoscenza adeguata per quello che riguarda gli aspetti cinematici del moto, con le sole carenze nella rappresentazione grafica dell’evoluzione temporale della temperatura di fenomeni quotidiani. Quest’ultimo aspetto si correla a carenze di tipo metodologico in particolare correlate alla gestione di grafici e alla formalizzazione in generale, come meglio emerge quando si considerano gli elementi presentati nei paragrafi 5.1 e 5.2. Quando gli specializzandi sono posti di fronte ad un compito nuovo o all’analisi di un fenomeno complesso (perchè ad esempio esito di due processi diversi), prevale la tendenza a non riportare le scale sui grafici e a rappresentare quindi solo figurativamente e qualitativamente l’evoluzione della grandezza considerata, piuttosto che fornirne una sua rappresentazione formale quantitativa. A seconda della familiarità con il contesto esplorato prevale l’attenzione a rappresentare la sola fase transiente (ad esempio nel moto), trascurando la fasi statiche, o al contrario, soprattutto nel caso dei fenomeni termici si rappresentano correttamente le fasi di equilibrio, con andamenti non realistici delle fasi in cui la temperatura evolve. Si riscontra inoltre il ricorso a principi generali mutuati dai rispettivi ambiti di formazione universitaria, senza la necessaria critica in merito alla loro applicabilità o modalità di applicazione al caso specifico, piuttosto che ad una analisi delle condizioni, che si realizzano negli specifici processi analizzati. Per esempio i laureati dell’area delle scienze biologiche tendono spontaneamente a costruire grafici in cui vengono enfatizzati gli aspetti di continuità, senza però distinguere tra situazioni in cui si hanno condizioni esterne profondamente diverse. Nei laureati in matematica o ingegneria si riscontra invece lo spontaneo ricorso a prevedere andamenti con linee spezzate o in generale all’uso di enti matematici ideali. Rumore, insieme a rappresentazioni fedeli dei grafici sperimentali, è presente laddove l’esito sperimentale si discosta drammaticamente da quello previsto, come soprattutto è accaduto in relazione ai grafici v=v(t) delle sezione sulla composiizone dei moti. Il ciclo PEC migliora questi aspetti, anche se non fa superare in tutti la crisi cognitiva che si manifesta nell’incapacità di selezionare gli aspetti da rappresentare. Così il grafico osservato in tempo reale sullo schermo, viene rappresentato da una larga maggioranza (85%) con andamento coerente con quello registrato sperimentalmente, in cui prevale l’attenzione sugli aspetti previsti, nei casi più semplici, in cui gli aspetti confermati sperimentalmente superano quelli difformi, o l’accentuazione delle differenze laddove vi sia notevole differenza tra previsione ed esperimento. I due atteggiamenti sono spesso comparsi negli stessi soggetti evidenziando che nel primo caso la semplicità dell’attività e il risultato ottenuto, qualitativamente in accordo con le pevisioni, non ha fatto emergere gli elementi di crisi, che poi sono invece esplosi nel momento in cui sono state analizzate situazioni più complesse e sono state fatte richieste più complesse come quelle di disegnare grafici di grandezze correlate (grafico v=v(t) a partire da un diagramma orario). 7. Conclusioni I risultati indicano che anche laddove vi sia una formazione adeguata di tipo disciplinare e formale, emergono esigenze formative in merito al passaggio dalla dimensione qualitativa a quella quantitatvia per la costruzione di modelli a partire da esperimenti reali, Le principali riguardano l’analisi dati e l’utilizzo di grafici sperimentali, per il riconoscimento di comportanemnti e proprietà, la loro gestione per costruire modelli. Il coinvolgimento, in un personale processo di apprendimento, attiva il riconoscimento dell’efficacia degli strumenti utilizzati, in particolare del contributo delle nuove tecnologie e del laboratorio RTL. La capacità di analizzare un grafico, per ricavare informazioni puntuali, andamenti globali, riconoscere la sistematica presenza di elementi di secondo ordine è gradualmente guadagnata con l’esperienza. Gli insegnanti novizi, presentano difficoltà di apprendimento spesso simili a quelle dei loro studenti, a volte specificamente derivanti dal tipo di formazione, unicamente astratta e prevalentemente di taglio qualitativo, a seconda dell’ambito disciplinare. Soprattutto di fronte a situazioni vissute come problematiche, concetti e principi vengo utilizzati senza una riflessione sul significato fisico delle grandezze. La costruzione di interpretazioni risulta allora attività astratta, che nulla o poco ha a che fare con quella sperimentale. L’uso delle misure con sensori aiuta a legare le conoscenze matematiche a quelle fisiche facendo riconoscere in che senso gli aspetti formali traducono quelli fisici. La scarsa dimestichezza a leggere e discutere grafici sperimentali porta a focalizzare l’attenzione sull’andamento qualitativo della grandezza rappresentata, in una dimensione pittorica, in cui la scala grafica assi non risulta importante, si privilegia la rappresentazione di andamenti, o aspetti specifici o al contrario la rappresentazione fedele dei grafici osservati, senza saper selezionare gli aspetti importanti da riprodurre. Prevale inoltre l’attenzione ad aspetti secondari, spesso correlandoli alla matematica, più che hai fatti fisici. Le misure con sensori on-line giocano un ruolo importante nell’acquisire competenza ad analizzare grafici reali, riconoscendo le fluttuazioni dovute al rumore e quelle dovute a cause accidentali o sistematiche, capendo qual è il processo con cui si costruiscono relazioni fra le variabili rappresentate, per descrivere con una legge empirica il fenomeno osservato o per interpretarlo sulla base di fit basati su modelli teorici. L’utilizzo di strategie di tipo PEC in attività di laboratorio didattico con sensori on-line favorisce il superamento di alcuni degli atteggiamenti indicati. Apre tuttavia il problema dell’eccessiva attenzione ad aspetti particolari, che possono far perdere di vista la strategia didattica e i nodo principali e da affrontare, soprattutto nelle situazioni nuove o impreviste. Il riconoscimento della strategia richiede uno step successivo di maturazione, che prevede riflessione personale e il coinvolgimento in attività di progettazione didattica. 8. 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