East_56_Ue_hits_and_myths_Ita
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014-016 Taccuino da Bruxelles_Layout 1 20/10/14 16:02 Pagina 15 taccuino da bruxelles | Ue hits and myths a cura di Pagellapolitica.it A partire da questo numero, East ospiterà una rubrica intitolata “Miti su Bruxelles” a cura di pagellapolitica.it, il principale sito italiano di fact-checking. Insieme al suo spin-off europeo, factcheckeu.org, Pagella Politica si propone di verificare la veridicità delle affermazioni dei politici italiani ed europei, sfatando miti e false interpretazioni. e quale migliore occasione dell’insediamento dei nuovi vertici europei per fare chiarezza su alcuni luoghi comuni relativi alle istituzioni di Bruxelles? eccone alcuni. L’80% delle leggi nazionali viene da Bruxelles. 7 tramite la riduzione del debito e le politiche di austerity, e benché la strategia Europa 2020 includa indicatori sociali quali il rischio di povertà e il tasso di occupazione, l’obiettivo ultimo resta la crescita economica. L’indice elaborato dalla fondazione, in gran parte grazie all’impegno del dottor Wolfgang Merkel del Centro di Ricerca sociale di Berlino (WZB), attinge a dati qualitativi e quantitativi. Basato su 140 indicatori fornisce un confronto sistematico della cosiddetta governance sostenibile in 41 paesi dell’OCSE e Stati membri dell’Ue. L’indice ha registrato un notevole aumento dello squilibrio tra Nord e Sud all’interno dei singoli paesi, a spese soprattutto dei bambini e dei giovani, afflitti da crescente rischio di povertà e disoccupazione. Lo studio rivela i “costi sociali nascosti provocati dalle riforme” nei paesi in crisi e in Grecia in particolare. Citando l’Irlanda, il rapporto precisa che la giustizia sociale è sì favorita, ma non determinata dal benessere economico. Il Pil irlandese supera quello della Svezia, ma quest’ultima è in cima alla classifica per la FALSO Il mito ha origine dall’ex presidente della Commissione europea, Jacques Delors (foto) che, in un discorso al Parlamento nel 1988, profetizzò che, alla fine degli anni Novanta, l’80% delle legislazioni nazionali in materia di economia, tassazione e politiche sociali, sarebbe stata di origine comunitaria. Di bocca in bocca, una semplice previsione è stata trasformata in mito bipartisan da politici quali Jean-Marie Le Pen, Nigel Farage, Viviane Reding e Martin Schulz. In realtà, l’influenza europea sulle leggi nazionali è molto minore: uno studio comparato condotto dalla professoressa Annette Töller ha rivelato che la percentuale oscilla tra l’1-3% e il 40% circa. Il vaticinio di Delors non si è dunque ancora avverato e il dato riportato da molti politici rimane incorretto. Gran parte del bilancio europeo è speso per le traduzioni. 7 FALSO Trattandosi di un sistema che riconosce 24 lingue ufficiali, è plausibile pensare che la traduzione dei documenti e il servizio di interpretariato delle sedute rappresenti un costo considerevole. Tuttavia, non si tratta di una percentuale così elevata. Secondo alcune stime della Commissione, il costo di tutti i servizi linguistici di tutte le istituzioni Ue ammonta a meno dell’1% del bilancio annuale dell’Unione (circa 2 euro a persona all’anno). Considerando il solo Parlamento europeo, secondo un nostro calcolo basato sul bilancio dell’istituzione, i servizi di interpretariato e gli stipendi dei traduttori assorbono circa il 7%. novembre dicembre 2014 | 15 014-016 Taccuino da Bruxelles_Layout 1 20/10/14 16:02 Pagina 16 REUTERS/RUSSELL CHEYNE /CONTRASTO europa | taccuino da bruxelles 0 Il vice premier britannico Nick Clegg. giustizia sociale, mentre l’Irlanda è molto più in basso – perfino paesi ben più poveri, quali Slovenia ed Estonia, hanno un ranking migliore. Lo studio afferma che sebbene Europa 2020 rappresenti un miglioramento, una strategia unitaria per la giustizia sociale all’interno della Ue è tuttora assente. Gli autori sperano che il nuovo indice sensibilizzi l’opinione pubblica che a sua volta faccia pressione sui politici affinché edifichino società in cui gli individui possano migliorare le proprie condizioni di vita. “Se gli squilibri sociali dovessero perdurare o aumentare ulteriormente, comprometterebbero il futuro del progetto d’integrazione europea”, ha affermato il dottor Jörg Dräger, membro del comitato esecutivo di Bertelsmann. L’Unione europea ha alle sue dipendenze meno burocrati di quanti ne ha la contea inglese del Derbyshire. 4 verO In risposta a chi sostiene che i funzionari europei siano troppi, il vice Premier britannico Nick Clegg ha fatto notare che una qualunque contea inglese come il Derbyshire ha più dipendenti delle istituzioni dell’Unione. Il Derbyshire impiegava nel 2013 36.519 persone, più della Commissione europea (tra i 33.000 e i 34.000 dipendenti). Certo, se consideriamo anche lo staff del Parlamento e quello del Consiglio (le istituzioni cuore dell’Ue), il numero di dipendenti sale a 42.500: un numero superiore alla contea britannica ma se si considera l’ampiezza delle responsabilità europee rispetto a quelle di un ente locale, il dato si rivela impreciso ma il messaggio sostanzialmente corretto. La secessione da un paese membro implica l’uscita dall’Unione. 4 verO Così ha detto il Premier britannico Cameron, pochi giorni prima del referendum scozzese. Gli indipendentisti hanno sostenuto durante la campagna che sarebbe stato sufficiente negoziare una modifica dei trattati per permettere alla Scozia di continuare a far parte dell’Ue. Per la Commissione Tenere d’occhio i lobbisti n Un nuovo fronte si sta aprendo a Bruxelles sulla questione della trasparenza e l’influenza esercitata da interessi particolari sulle decisioni prese a livello comunitario. È una questione apparsa da tempo, ma di cui finora si è occupata solo una manciata di enti non governativi, ignorata dalla Ce. Il mediatore europeo Emily O’Reilly ha appena divulgato un carteggio che rivela – e sembra confermare – quanto alcune decisioni politiche della Commissione siano influenzate da importanti operatori economici. I documenti includono email e comunicazioni riguardanti nuove normative sulla pubblicazione online dei risultati delle sperimentazioni cliniche da parte delle case farmaceutiche, da introdursi nel 2016. Queste fonti lasciano intendere che le informazioni rese disponibili di fatto diminuiranno anziché aumentare. europea, invece, la Scozia avrebbe dovuto seguire la normale procedura di adesione, richiedendo il voto unanime nel Consiglio da parte dei governi degli Stati membri. Pericolo scampato in questo caso, ma la questione rimane d’attualità per tutte le regioni separatiste nell’Ue. La Catalogna è avvisata. Ann Cahill è corrispondente europea per l’ irish examiner. Residente a Bruxelles, segue da vicino gli affari dell’Ue da oltre dieci anni.