Daria Siciliani de Cumis. Alla scoperta dei cavalli

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Daria Siciliani de Cumis. Alla scoperta dei cavalli
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P RE S E NT A Z I ONE
DARIA SICILIANI DE GUMIS, L'AUTRICE, E' NATA COME TUTTE
LE
BAlVIBINE DEL MONDO DA UN PJ\PA 0 E DA UNA MAMMA. CIO' E'
AVVENUTO A CATANZARO,NEL 1974, IN UNA CLINICA NE' BELLA NE'
BR UT'rA, CHE HA VISTO NASCERE ANCHE UN FRATELLINO, MA T'l'E'O o
L'ALTRA SORELLINA, LI.DIA, E' NATA INVECE NELLA CLINICA
DI
FRONTE. MA TUTTO QUESTO NON E' MOLTO IMPORTANTE.
DARIA HA FREQUENTATO L'ASILO A CATANZARO, LE SCUOLE ELE
MENTAHI A COSENZA E A ROMA, DOVE CONTINUA A STUDIARE S A FRE
QUE NirA RE LA P RIMA MEDIA.,
HA FATTO POI ALTRE IMPORTANTI ESPERIENZE PARALLELE ALLA
SCUOLA: PER TRE ANNI HA SEGUIT'O DEI CORSI DI DANZA; PER ',A1
_,..---FHEi~UENTAT'O
TRI
TRE ANNI HA
NA,
CONSEGUENDO
PER
IL FUTURO DI PRATICARE IL TENNlS, DI CONTINUARE A NUOTA
RE
IL IV
UN P0° .DI PALESTRA ED UNA PISCI
BREVE~J:i'I'O
DI NUOTATRICE. SI PROPONE
E DI SEGUIHE UN CORSO .DI RECI'rAZIONE. VORREBBE ANCHE SA-
PER PARLARE LE LINGUE STRANIERE.
I N QUESTO PRIMO LIBRO, ALLA SCOPERTA DEI CAVALLI, DARIA
HA UNO SCOPO PRECISO. SULLA BASE DI UNA ESPERIENZA REALMENT E VISSUTA (ALMENW NELLA SUA .F'ANTASIA), LA NARRATRICE GIRA
INTORNO AD UN°IDEA: CIOE 0 ATTORNO ALL 0 IDEA DI CAVALLO ••
o
DARIA
INFATTI RACCONTA UNA STORIA, SUCCESSA IN CA=
LABRIA, LA TERHA llOV.E E 0 NATA, DOVi i'- CRESCIUTA I PRIMI
RIA
ANNI E DOVE RITORNA TUTTE LE ESTATI. LA STESSA STOSI COMBINA CON ALTRI FATTI, CON ALTRE IMMAGINI, CON
ALTRI PENSIERI E FANTASIE DI VARIO TIPO. E IL RISULTATO
E
1
CHE DARIA SCOPRE NON SOLO UN
MA ANCHE IL
CAVALLO DI NOlVIB POPNI,
CAVALLO IN GENERALE ,E IDA PUNTI DI VISTA D,!
VERSI. PER ESEMPIO, C'E' LA STORIA, o.MEGLIO,L'AVVENTURA ESTIVA CON PAOLA, LIDIA, ANDREA, SUSANNA E ALTRI PER
SONAGGI GRANIDI E PICCOLI, ESSERI UMANI E
ANIMALI~
POI, CONTINUANDO, CI SONO LE RICERCHE ATTORNO
L O,
••
AL CA VAL
CHE ORA E 1 IL PROTAGONISTA DELLA STORIA, POPNI, ORA
TANTI ALTRI CA VALLI
DELLA REALTA 0 E IDELL' IMMAGINAZIONE.
CHE ANIMALE E' IL CAVALLO? COME ERA POPNI? CHE CARATTER!
STICHE AVEVA ED HA?
ANCORA, LA RAPFRESENTAZIONE ID:I QUESTO CAVALLINO AMICO
FA
VENIRE IN MENTE A DARIA CHE, AL MONDO, CI SONO STATI E
CI
SONO DEI CAVALLI IMMAGINARI, CHE CIOE 0 NON ESISTONO IN
N A ::1.1 URA , MA CHE ESI STONO NELLA l!,ANTASIA :,
IN.F'INE, IL LIBRO CHE QUI VIENE PRESENTATO E' RICCO DI
D I SEGNI E DI FOTOGRAFIE': FOTOGRAFIE E DISEGNI CHE DARIA,
O HA PRODOTTO DIRETTAMENTE
DI
O
HA
RITAGLIATO DA PA!B'INH
GIORNALI. PER CHI VOLESSE AVERE UN'IDEA IMJ.Vl.JWIATA DEL
L I B RO, OPPURE VOLESSE SAPERNE DI PIU 0
UN
,
DARIA HA PREPARATO
CARTELLONE CON IL RIASSUNTO DI TUTTO •••
TUTTO GONSIDERATO, IL
RISULTA~ro
DEL LIBRO E
w...
lVIEGLIO NON PARLARNE ADESSO. MEGLIO LEGGERE IL LIBRO
LE
NE
MA E'
NEL-s-
SUE PARTI, NELLA SPERANZA CHE NON FINISCA CON L'ANNOIARE
u
I L LETTORE NE 1 CHI NON AVU' PER NIENTE LA PAZIENZA DI
LEGGERLO.
3
LOVE
AVVIENE
LA
STORIA: LA
CALABRIA
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LA
CALABRIA
La 6alabria è la punta meridionale dell'Italia. Qui
l a
natura
t
per prima t pone molti problemi: è una terra
aspra, povera di risorile e ricca di fiumare ed alluvioni.
Le sue rocce, poco compatte, sono soggette ad ero-
si oni e franano facilmente o
La stessa natura,arida e avara,l'ha però dotata di
chilometri e chilometri di coste splendide, che si affac
ciane su un mare ancora limpido, non inquinato e da cui
molti turisti sono attratti.
La Calabria è comunque, come he detto, una terra molto
p o v era, senza industrie, con campagne sterminate ma abban
donate o poco produttive; una terra dove molte cose dovreb
bero cambiare ••• Nen. solo mediante le industris,ma anche
coltivando meglio la terra, sviluppando seriamente il tur i smo, creando pure tanti luoghi dove potere andare a cav a l lo, fare delle gare, ritrovare così la natura che si er a
abbandonata •••
QUANDO
COMINCIA
L'AVVENTURA: GIUGNO
GIUGNO
Fu nel giugno del 1982 che una Atrana
creatura entrò a far parto della mia vit
8 •
Quando lo trovammo, era ancora un
dro
ch-'3
due
erand.i ouchioni nero-grie;i. Apre n~ lo
f~t;seitava
tanta
pul~
t~ne.rezz.a;
aveva
vedemmo, ci rendemmo c:onto che Rra un pule dro di razza. Aveva perdtÀ.to la stJa .mam=
ma,
ed era r:i.mast.o solo :::11 mondoo
IG 1 Paola, Lidia ed
And~e~
aeciJemmo di
portarlo con noi eà allevarlo. Ma i giorni
passa v::1no e noi non Aape vamo corre frH·e per
cb i edere il perrr1esso ai nostri eenitori di
~
a!lev::lre Popni(così avevamo incominciato~
c h i a m<:ì re il 1JU.ledrino) •
Il 18 giugno finalmente fArlHmmo con i
nof.tri genitori e scor;.:rimmo che non erf1no
a f fa t t0 disponi bili ad accontenta rei. Noi
bambini tentBmmo in tutti i modi di far
ro
lo~
eambiare idea; facewrno persino lo scio'
.09
della fame, ma inutilmente •
1'«1)
Alla fina, io e i miei amici pensammo di
fare a modo nostro: avremmo tenuto il piccolo
puledro in unH
st~1lla
abbandonata.
eiorni passav9no in fretta e noi
I
s~mprB
mo ogni giorno
st~nchi
più
9
rava-
di dover
nccudire di nascosto a Popni.
Una mattinarandammo in gitn con i nostri
r'e-nitori
B
'-'
1a
Galabria
-
Vl3dere des;li
::1ntichi castelli dAl
.....
Fu una gita molto divertente ..
o
Torru3ti a cgsa, il primo pensiero di noi bam
fu di andare a vedere eome sta v,:; il no-
bi n i
s t r o Popni. Non p o te v amo ere d e re a i
r::os tri
occhi: il piccolo pule(:lro non era nella st&l
la~
Lo cercF..mmo
disrH~ratamente,
Ormai erano trascorsi due
v
•
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e o,
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j,\nnrea
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corrun:tco
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vecch:istto, in campce.na,
p u. l e d r o e r a
fi
~iorni
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dalla
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.Rver apJlreso d a
~-:bs
t n t o p re s o d a un r
aP.P!il:..:;sionHto di c;;valli di
m21 invano.
il nostro
1 ,.~c o
s i en or e 1
r~:!f'.za.
+·
~ t~e- "v-~~ ~~:r _,;~~
"elt-~ ''A ~~
~~~
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--
Io e lB mia banda andgmmo a cerc;.Jre P"iu
sti7,ia
c ur
fì
j;g
-
nuAsto si.~.more,
..
detto in cittànil
mmo bastoni, canne, carbone.
Eravamo :=i curi che, qe
~:-i
8Vess~ .. ~a
t to
resistenza, noi Bvremmo risposto con la vi_Q
le:rtza;
er[iVall'O
di~posti
8
tutto pur di tot;
P~.
gli e re dt:.1lle rr.ani di t_luel ladro il rostro
r;olo e dolce popni.
eontrario di quello eh~ ci asrettava-
Al
rn o »
fummo e c col ti
t~~
mF.J
porre
...nerò
-
l't
8
b~nA
ed ed u.ca t H me n-
solo: il ricco signore, 8Gnza
rH~it~tenz8,
r~i
...
00
restituì T?o_r,ni e Pi
ci set;.timmo un pò in colpa pAr i pregiu
S,UéA
. .
f ron t.
ne1vcon
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' e, fAr
C U !?Hl T'Ci
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~on
1to l t(J
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8Pd~il'I1t:rì0p.r! t;,i.ro ~ rnC~Ontare r!he
~ie;norA,
dBtto il rarone dPgU
F.JV"-lr],
rr• o l t o buon o a p e r n i e r1 t e a v aro o
ln seguito, quel sienore ci cercò e ci
ril'lgreziò per quello ehe avevamo fatto e
.i
d i v entl.'!mmo suoi Bmici. Stabilin,:m:mo di affl
d B rgli Popni tutt.e le volte che aveAse vo1 u t o ; egli , d e pst r t e s u.a , c i
a v re b h e fa t t o
conoscere tutti eli altri co,mlli di sua flX:fl
p r i età e ci avrebbe raccontato tante storie
ò i
cui e reno stati protagonisti.
Di li a qualche tempo, il nostro puledro
avrebbe fatto trovare al centr·o di una
ci
altra storja,
E~torie
seria,
~1uesta
voltaf
prese il vie fia un pic-nic Del roschet-
che
te
Una
vicino alla npiaggia.
Eravamo molto contanti tutti e quattro di
o 8 ::1 e rvere il puledrino che
mEHlCi;;1V~~
l' erbP.
H. i c ordo che tutto incominciò da un rumore
zl i
albe r i : i o , P!'1 o 18 , L i ò i a e d l\ n dr e a
t r
8
'~a
p irrtmo su.bi to ch"!
-!uol rumore non
òira niente di buor1o;
11
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E! ·t
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r a c ur J. o s 1. t'
, a c .l
di
ehe
eo~1..1
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rii!3,
. se
1.n
volev~
d
nonost!::lnte ciò, la
à
9 ...
si tr&a'tt.asse.
Tirammo 81 tocco rer stabjlire chi doves-
se ande re avanti e, sfortuna temente, fui PI2.,9
..
pr
j
co
o io a dover euidare hl BCIUUdre. Sono 12.2
abituata a dominare la paure: le eambe mi
tre rr::avan~e le mie orecchie e reno tese :;d av-
v e r t ire il minimo rumore. Ed ecco che,
giAto al tronco di un <:lbero,
vr.d~rrrrr;o
app~
un ve2
chi etto: poteva avere settP.nta o settantacin
que
anni, era rr:alandato, indossava etna rrmelitt
ta
verde, sporca e lac8ra; c'lnche i pantalo-
ni
ernno :-:lrorchi e r8ttoprati. Il Buo viso
aiu.to. Al nostro app'lrire stava per droearr:;i,
NO"l
er'-1 solo, vicino gvtna il su.o
f(~dele
co-
In un priYno rr:o•ne.nto avre.mmo voluto fuge.H'
re
B
d
da 1uell'incubo, poi la Jlietè ci spinse
aiutare =1uel vecd:ietto toflsico-àipenden-
te. Lo portammo nel luogo del pic-nic per
~-
•J
e1
• ~:l en o c (:) .1 d o e eli regale.mmo dee,li
b
puliti d~l f!'lio pap~.
e~ bi ti
Allors il vecchietto ci raccontb la sua
triste storia. Ci disse: " Voi. ancora sie-
bambini e non conosce te alcuni problem
te
della vita ••
o
ed é proprio per
~~uesto
che
voelio parlare di me. Mia moglie mori
vi
due anni dopo aver dato alle luce due geme].
li
fl13~
e fu proprio in qu.ell'anno che dovetti
tire
per l'Oriente in cerc:;1 <h lavoro ed
fid~~re
nei,
a dci parenti i
bambini.
~~u;1ndo
aJ
tor-
er3no diventati uomini, PVevano orrn::d
fami3,liao•• Con loro lA vita divenne presto
insor·port=lbjle: avevo voe,lia di uccidermi,
nor..
un
potevo
~opportare
di e!'"l!=3Are
veechietto btwno a nulla,
.Jon~:.iderato
r'IOJ)O
8i3sere
sU1
t o una vita in Oriente re:t:' mantenere anche
l or o. Un gior-no decisi di ~cappare di c;:jsa
c o r, i l mi. o u.n i c o a mi c o , i l rrd o fede l e c Y n e
8
ò j
~epettare
ir1
St,l~
eompagnL'l ln fine •••
E fu da quel momento che incominciai
;l
ciro-
garrni."
Que~to
racconto ci lescib molto commossi
e
eli promettemwo di aiutùrlo in tutti i moè
di .
I nostri eenitori ancora erano all'oscuro
di ttltto; 1uando tormirono !:'!casa, non
riuscirono a ~piegarsi la scomparsa dei ves t i t i , il frigo vuoto e la camera da letto
mi e
e: p i
t o
e di
Lidh~
eea~.ioni,
ma
ohi usa
~
chb:1V·l3;
ei chienero
il nostro seere-
m~ntenemmo
Dovetti nh) edere però ai miei amici col
o
l ab orazione per ospi t~Jre il veechietto, fin
eh é
non si foBse ri.mAsso in
sta bi lirnmo che lo
&lV remrr·O
otti·~r~~~
formH e
o c ,P i t a t o a t11:rno
ne l le nostre case, all'inEL""f·Ut<:l Aerrpre deL l i
adulti
o
Ma, ·i_U.Ando il nostro nuovo amico si fu tj.
stabilito, ci I'Jpparve
il.
p:roblAm~
~nccra
più
compli.c~to
del suo futuro. Non ci andava 6i
abbandom:;rlo H nucvo a ce Rtesso e qu.esto
se n so di
se
llreoccup~lzione
troppo forte ci induS
a cercare di metterei in contatto con i
eu o i
f it:li o
Li
rintracciammo sull'elenco telefoni.co. Al
telefono, non ei sembr::nono delle pP.rf:lone
w~
cattive, invece ci sembrò che fossero da
t o
i :n atteRa di quel momento e vollero subi-
to
sapere del p8dre. Vennero a cas8
molta ensia rerché lo :'1vev~mo eerB..-'t;o giOt...
e on
no
t e
nof~tra,
e notte. Io, i miei amici e, a '-luesto r:'Ln
anche i nostri eeni tori ci ritrovammo
7
tutti commcHH~i fino ::-11>! l8crime. Il vr.cchie\;-
t o
ritornò tra i stwi con un !?enso di stDpo-
re
oltre che di gioia.
iro molto curiose di sapere come mai i
mi e i
r i a
co
geni tori 1 senza ecmoscere twrtttt ~ la sto
-
dall' 1nizio ed <lVendo i.::,nor6to fino o P..2
pr i
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11:1 p re se n z 8 d e l l ' o s p i t e , n o n mi
-
ave n
sero sgridato. Non potei f8re a meno di chie
(1 e r l o l or o e mi
no
eent i i
ri A p o n d e re c h e a v f1 v 8-
s em.rre s8ruto tutto ed 8rano fj_pri di noi
barnbini.
La domenica
c. i. o rn;::it[-1:
~'C:fucnte
~rtendevr1
fu
tmR
bellissima
il sole, il cielo se m
bravg un mantello
a~~zurro,
i prati delle
morbide CO!H!rte verdi con disegnati dei fio
re l lini bi.:.jnchi" •• Approfi ttamrno
~ii
q,ttella
w era v ie;liosa giorna tbl per pulire i sentieri
ò
R
l
basche tto. In effe t ti pulir li fu un'i m-
press,
roo
noi erav~;1mo felici, JH'irché f'3ce~
IRQ
del bene e non del male.
Finito il nostro faticoHo lavoro, mi ven-
ne
in monte di
and~re
a galoppare con Popni.
Bra une qftuszione da sogno, mi sembryva
di
vivere in una favola ••• Era meravieliose
osservare la natura: i prati fioriti di margherite, papaveri, 1)rimu.le, violette. Ogni
t ant
0
potevo
fH~orgere
persinO qualche
f18SA€-
rotto in cerca di cibo; vicino ad una casa
c o l onica c'e rane tanti conigli rosa, grigi.
Guardandomi interno, dall'alto del mio
.. d
pu.Le·ro,
· o1cevo:
'·
n"'
,. ' m:u'
· t erlOA<?.'
·
l
~,ome
rn~
f-;
rw t
il.
r F~"
•
pa
u.na pt3reona ed era inf::1tti molto eccitato.
Popni portava per le prirN:J volta in
gror~
Vede:ndolo stanco mi fermai e ne approfittai
p
A
r
raccogliere dei fiori da portare a -::rlie
mtidre. iJfia
B
m~dre
li :=:ma molto, soprattutto
riceverli dalle persone egre •
ma
PassRi tutta la giornHts 8d ammirare
natura e, 'luando ri torn~ì
li!
l~
c11sa, Popni ed io
crollammo per la stanchezza.
convi~si
Mi
an~he
che
il mio pulRdro fos-
se
particolarmente soddisfatto di 1uel tem-
p•
trAscortH''> a ?.onzo, a c::ontatto con ld natu
r a
Ne i
o
ei orni
che see;uirono ci conce demmo
lunghe paE:lset.eiate.
Durante una Ji
v amrno
si
:J
~uAlle
dover lottare
(HJn
paEHeegi~te
ci tro-
duA raga:i:'·2.acci,
che_
cl i vertivano a far del male Hgli animali.
No n
che
potevo sopportar di vedere quei raeazzi
8
fer il loro f!'lCschino :Hvcrtim~mtoi pr.i
''avano
dell~
vitfl delle povere creeture.
Volli ;;ffrontarli; soprattutto vedendo che
n o n :mi davano rr.inirrH:3iNH'lte retta, perché ero
un F.i
bambina e ron. un me echi o. I:.ecisi d~far-
el
cambiare cor1 i fatti le loro sciocche
i
1t
opinioni a Proposito di maschi e femmine.
Spinsi Popni difronte a loro e li costri_!2
si
a d interrompere ln loro assurda caccia al
le
formiche; poi chiesi se sarebbe loro pia-
ciuto che qualcuno, magari più grande e 11iÙ
forte, gli facesse del male. Naturalmente la
ris.posta fu negativa • .Allora feci loro nota...
re
che anchA gli anim&li sono degli esseri
v i v e n ti, con una certa se n si bili 'là ed utili-
tà
e che anche loro hanno perciò diritto al-
l@
v i ta ed al rispetto .da parte degli uomini •
Tutto sommato, si mostrarono mortificati
e
quando chiesi loro cosa pensassero delle
d o n ne, qu.asi spaventati mi
ne
"le d0_!1
sono molto in gamba".
Il resoconto di
t.o
rispcE~ero:
~uest'episodio
fRee mol-
ridere i miei f.er!itc)ri.
Il 29 ei•t.:;rto di -=iUell'anno è rim:lstonal-
1a
mia mente come se vi fosse
.A.l 'l!l8ttino, presto,
me
al
~olito,
i
~iai
arHìE~nào
nonni, mi
~t:3to
l3
timbrato
trovgre,
~ccorsi,
io
~
P~r:J'
p\QrOa
~~
A
~QÀ.
?~
~~~.
9 er
c~
pri'!la, che nell'orto dietro ls
e r'3 _più nessun
·.n~
divor'::lti. Non
ort~Jge;io.
non
caBI!ì
Qualcuno li ave-
essere stato chA un
potev~
e n i male e le orme r,.~l terreno e.rBno di un c~
vallo ... o "Oh! no-gridai- adesso sospetterl:lll
no
mi o
i l
mio cavallon; ma io ero 8icura che il
Po.rmi non f asse un Lsd ro d i orteee;i.
Avevo previRto bene
~
c~rc~1
inutilm~nte
di
e onvincA re eli ç,dul ti che Forni non
be
~t~to
del
capace neanche di rubPre un fiore
mio gierdinoo
Coal andAi nella st8lla
si
f'8r~)
abhandon~ta,
pre~
F i c colo e lo portai nal f'ienore che una
voltH lo a.- V"VFl.
r.,,"'l/.. 1·t>C 3 il quale ne fu molto
a
c ont;ento.
v eva stabilito che 3Vrebbe portijto
cì i
dei
suoi ort%3e;gi.
Mio nonno é un tipo molto autoritsrio e
QO
neesuno prova mHi a contraàòirlo.
Coe\ non mi rimeRe cha piAngere, mo giur8i
a
n'
di
stf3 ssa di trovare i l vero colf a v o le e
f:l
fH'OV~:"ire l'innocenz~
di Piccolo.
Penso che a volte la fortuna aiuti i bambini disperati .•• All'alba il cavallo-lacìre
ornò sul luoeo del mi sf8 tto e fu d8 me sot
....
preso •.Josì tutto si concluse ne l migliorfl
r i t.
dei
modi o
Quella fu comun1ua
m e t ti
vertHP~"nte
l~ prim~
volt~
che te-
di ril'l'_,Hnere <:enza il mio pu-
1 e d r i n o e 1) e r rd ò n o n d i mf'H"l t i c h r:J r ò -rna i
quel
.:;i orno.
Da q~el »amt•~• ~i weatii i•cer più la~
ta el mio cavalle, trascorsi con lui molte
più ore. Presi l'abitud•ae serale di recarmi
nella stalla prima di coricarmi. Pofni m®strava di gradire m®lto quelle mie visite;
io gli parlavo di tanta cose ••• soprattutte
mi piaceva recitargli delle filastrocche, per
ché i puledrini sono un po' come i
bambini~
2!
RODARI,
I
CAVALLI
ED
IO
Cosi tradussi per lui le filastrocche
di Gianni Rodari: quelle che
pi~
apprez-
zavo io e che ritenevo potessero piacergli di
pi~ •••
Cominciai pertanto con questa prima
filastrocca, che
fiaba .•
sembrava proprio una
o
C'era una volta
C'era una volta un cavallo
che andava nel Canadà
e
questa è la metà.
Portava una fetta di prosciutto
e questo è tutto.
Una sera, poi, volli parlargli della
città dove abitavo d'inverno, cioè
di
Roma •.•
A Roma
A Roma c'è il Colosseo.
Davanti al Colosseo
c 'è un cavallo
che fa: C' ••• I ••• A•• oO •••
Ma Popni voleva sentire la storia
di
a.ltri cavallini. Così gli raccontai:
Il cavalline
C'era una
pi~
vQ.l ta un cavallino
piccolo di un gatto.
Stava in mano a un bambino.
Era proprio
Era un
so~disfatto.
cav~llo
di gomma
e aveva un solo pensiero:
mi fanno titare il carro
se divento un cavallo vero ••
o
Il bambino invece pensava:
- Io piccolo non ci resto.
Se voglio un vero cavallo
devo crescere àl più preste.
Cosi Pepni ed io giocavamo sul fatto
che
quel cavallo e quel bambino volevano
~iascuno
una cosa diversa dall'altro • .E
Popni cosi si addormentava. E mentre derm i v a io continuavo:
Buon anno ai cavalli
Ho conosciuto un tale
di Sellia Marina o di Civitavecchia,
che volava fare ai cavalli
gli auguri di Capodanno.
Andando per la strada
da Napoli a Roma,
appena incontrava un cavallo
gli
faceva:
" Buon annGl"
L' Equino:r non sapendo
l'usanza degli auguri,
i n v e c e di rispondere
scalciava contro i muri.
La
gente si stupiva
e b o r b o t t a v a a l qua n t o :
-"Ma dia il buon anno a noi!
che
gli diremo altrettanto!"
N o, quel brave signore
di
Sellìa Marina o di Civitavecchia
si
o s t i n a v a : -"N i e n t e a f fa t t o !
i o
b u o n a nn o l o d o a i c a v a 11 i " -
Voglio andare con pazienza
da
Roma a Fitenze
per fare gli au.guri
o
a
chi non li fa nessunoo
La mattina, per svegliarls, inv e c e mi improvvisavo giornalaia e
fil a
li
troccave così:
Il giornale dei cavalli
I
cavalli hanno un giornale
c o :ra tutte le novità e
sull'ultima pagina
la "piccola pubblicità"
o
"Cercasi stalla comoda
con poltrone fuori moda:
non si accettane bambini
perché tirano la coja".
"Craco vecchio barone
a scopo compagnia.
Precisare referenze
e conte in erboristeria.
Mentre passeggiavamo, ne recitavo
un 1 a l tra, con tanto di nomi e cognemi:
Come si chiamane i cavalli
Bardotto focose,
tartaro, ungherese 1
maremmano;
iardo ombrose,
arabo, irlandese,
remane;
alto, basse, piccolo, mezzano,
andaluso resti•:
sono questi i nomi che so io •• o
(ma di cavalli ce ne è tanti, tanti, tanti
che nen tutti sann•, e che,sa sapessero,
non ci credarebbere ••• ).
C'ERA UNA VOLT.A IL CAVALLO CHE NON C'E'
r?~ ~
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bom-b\"1\rl
CO'mQ
no.\. : ~O»>rmO' .À/1>~\cm,e ~~ ))~\
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r~ i:lebbW CObiL : c),~
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DA QUASI QUAliRO MILLENNI AL SERVIZIO DELL'UOMO
Con il primo cavallo della storia
S(:operta in India la più antica figura di questo protagonista della civiltà
Di n/orno dul Pakistun,
il professar Giorgio Stadell'Università di
Trieste riferisce dell'interessante scoperta arclleologica avvenuta nel
, corso della missione da
lui dire/la.
cui
l
S1 ha motivo di ntcncre che
il .:avallo sarà il primo fra gli
animali dr~_!nesticl destinato ad
cstmguersi. Non c'è bisogno di
nfenrsi ad ep,lchc luntane per
dimostrare
la
progressiva
scomparsa del genere Equus. Il
knotncnu è alla portata delr,~~".:rvaLi<)llC comune e rig.u;Hda snprallull<l gli ultimi
,:tcccn1li. La pn.:senLa ~cmpre
più o..:c:asionalc e sporadica del
cJvallu. ndle !>tr.~de c nelle
..:ampagnc. trova riscontro non
S<lltant<l nei paesi ddi'O.:cid,:ntc imlustn<tliaato. ma andJc in quelli ..:os1ddcll1 c:mergcnu.
t·.ppurc l'introdm.lone del
<:<ivJilo come animale da 11ru c
poi da selLI, fra 1 qu;Jitro c 1
1remil.1 ann1 or sono. ha prod<lllo alcune fra le trasformati,lni ptù prllfonde ndla slllria
, umana. l primi carri trainati da
i cavalii hanno s1gmf1cato mc:ui
· di lo..:omonone die..:i volte p1ll
vd<l<:l de1 precedenti mca.i
condntti da buoi. Quando poi
, il cavallo è stal<l utihuato an-l che Cllllll' anllH<lk da 'ella. 1.:
ripc1 cu~:.lllni in camp11 c..:nnom&co c nuli&arc SOihl state
'convnlgenlt. Bas11 pcn>are all"avv~nl<l della vlla 11llllladc
ncll'lmlllLio~J arca delle stcppc. fr:1 il Danubio c d l\.·lar
Cì1allo. ..:sa possihtl<! solcl
quand11 1 primi uomin1 a cavaiid han1111 dmwstr<tlO di conifllll.tr.: d movim.:ntn d1 imponenll masse di hcsllamc. l
,;r<uJdi 11npcn dell'Asia .:cntrak. dai 1emp1 d1 Atitl<t a 4111:1li
Ji Gcn~1s Khan c T . un.:rlano.
Ceramica con figura di cavallo
del 1500 a. C., dal Pakistan
erano sopra11u11o fondati sulla
straordmaria dficienLa della
cavalleria.
l'remkndo 111 esame l'ar<!a
1ndiana. e interpretando le più
antiche fon11 vedi..:he, si può
L1cilrncntc constatare ~he il cavallo ha <tvuto una funzione d1
primo p1ano nell'affermarsi
ddlc prime tribù degli Arii
nella valle dcll'lndo. Va lullaVIa r11:ordata I'IIH:ertaLa. da
parte <kgli studiosi, nd collocare nel tempo s1milt vicende.
1-: c1ò pcn:hc lc tcst1nwnianze
.~rchc<~lugichc :.u1 primi
lnd,>-Anl -'ollll slalo.! fi1lllra cvancsccntl. tal1 da non cunsentire
sicure c<lrrt:lal.IOnl fra le vicende trasmessi:! dalle font1 c le
culture mcsse in luce dagli
M.: aVI.
l n ljUCSlll qu<1dro possono
cssne valutati i nsuliati di reccntt ricerche nel Pak1stan settentrionale, promosse dall'
lsMEO llsllluto Italiano pcr il
l\.1cdi1> c per l'btremll Oriente) in cnllaborazione cnn l'LInivcrsità d1 Tric~te. In uno de1 SIti .:~plorat1. nella valle dello
Swal, sono venut1 alla luce già
in anni scorsi i resti di un abitato che risale a un periodo Ira
il 1700 c il 1400 a. C.. il quale
ha prodotto fra l'altro ceramiche rosse dipinte con figure di
animali e di piante. Queste
rappresentazioni si ri_chiamanQ
in p<utc alla tradiLione figurativa delle genti della Civiltà
dcll'lndo (2400-11:\()0 a. C), ma
in parte comprendono clementi nuovi t! singnlari. Significativa è inoltre l'associazione di
questa ccramiua con una produLionc di vasi neri mollo lucidi. del tullo privi di decoraz.io.ni, chiaramente ispirati a fogge
e tecniche: di tradiLione 1ranica.
L.o scavo di quest'anno, concluso appena qualche s<!llimana fa. ha prodotto altri frammenti di vasi rossi dipinti, fra i
quali si pongono soprallullo in
eviJenLa due soggetti con figurt! di ~avalli. Il significato della
scopertà è confermato dal rinvenimento, fra i resti di fauna
raccolti negli stessi livelli dell'abitato. di frammenti ossei
<~ppartenenti sicuramente ad
equidt.
Questi rcpcrti figurati costilllis..:onn, al lll<)tnent0, le più
ant1chc rappresentazinni di cavalli docum~ntale nell'arca del
subcontmentc indiano. In preccd.:nl.a, su sigilli. va:,i c terracolle, l'anim<tlc d•Hncstico comunemente rappresentato era
il bue gibboso. l'abù. La sua
ricorr.:nLa fr~quente, nel periodo della Civiltà dcll'lndo, c l'esclusione di altri soggetti domestici. ha suggerito l'ipotesi
di un suo particolare >ignificall> in rclaLione·al culto.
Un analng1l valore. nella
stessa arca del subc<lnlincntc,
ha avulll p1ll tardi il cavalh
Negli ann1 del Rigv.:da i riferimenti a qucsl<l an1malt: sono
infalli molteplici. si<~ 10 relaLio-
ne alle imprese d1 guerra che
avevano come protagonisti
eroi milici su carri da baliaglia,
s1a rigu;1rdo alle cerimonie di
sacrific1o rituale di questo animale, sulla cui procedura e
ambientaLione gli stessi inni riportano molti deuagli.
Assume quindi speciale sigllificato la rappresentazione
di cavalli su repen' datati già
intorno al 1500 a. C. La presenLa, accanto all'animale, di
simboli astrali, ghirlande e festoni, come appa~e nelle figuraLioni scoperte -nello Swat,
suggerisce altre possibilità di
cnncordanLa con le fonti vedieh.:. Infine l'associazione di
ljUCsle. testimonianu cnn la ceramica nera, di derivaLiqne
iranica. configura le possibili
origini di questo oriaonte o.
cnmunque d l una su;1 impor-!
tante componente, in accordo'
con le indicaLionl geografiche
trasmesse dai Veda sull'area
che <tvrebbe dato origine àlk:
prim~ migrazioni degli Arii
verso l'India.
Tornando al C<!v<.~llo e al suo
luturn, un 'opiniune diffusa
pn:vede -- comc s1 è accennato
agli inizi --- l'estunione della
specie o il suo rclegamenlo
ndl'area degli ippodromi. La
procedura del nuovo qcnf1cio
--- ben più lll~ls::.ic.:lu t.\1 l)UCIIO
muak upcrat11 ,1 scadenze periodiche dagli Arii. dagl1 Sciti e
da altn popoli dell'Asia - sarebbe pros:,una ad assumere
dimenoioni da olocauslll. Ma è
pmpri,l vero eh.: petrolio e
benl.lna hanno condannato il
cav~tll,> a un destino IITCVèfSIbik'.' In prnposi1,1 d,Jbbiamn ,
ncurdare anche chi. alla luce
di r.:ccnt1 cvldcrlll:. prospetta
un'Inversione Ji tendenza c un
ritorno ,1lla locomoz1one animal<:.
Gioq;io Stacul
'\ Po~ ~·a.CJLVOM~ n-n~a ~
~'o~o.uCL
~
··:(àa.
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AtO'W
c:h4t JJ.lf2A•
,cL·
p;ClC.~
h'f-0~a
cl,q_ ~o~ h\-u1d~~"' ~a..t:.
~~AOfl.&. . .AI't\cJ"'\~· f2t h\ ~~~~ ~·
c:...o~· ...
.•
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::.(:
Da un disegno diNam Tedeschi
•
•
rrtO..\..
.
.ltX.O.rc\a
p'~
,oQ~a ...
La lunga strada del cavallo
da quattro dita allo zoccolo
l.'an!L;ilato del cavallo,
l'<<llyracuthcriurm> dell'Eocene
(ricostnaione) mes!>«>
.a confronto con il cavallo attuale
},\·
_, ·' \\l
-\·,_---·~·~\
li l \ '\ l'
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- <: \ ·\.
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----·--- ---- -- - - - -
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3S
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~' c:JUn.;s'
~.slSla:
~:
~f'J
~- ""~
b~
voeo-n1-~
h~cirn~~
Un cavallo con le dita di una razza ancora vlventu nel Texas. Ll'l più
antiche noti..:le di cav~tlll polldattlll vungono dalla Roma di Ct,.;are
Il quale ne potiaudeva uno con queste caratterit;tlche
•
,C-\.,
~.r
...
Sopra: Della Porta, Sergio
Gltlba-aquila (1602); a destra:
flubena: la belleua dell'uomo
modéllata au quella del cavallo;
aotto: Simonneau il Giovane,
Fitliognomonia del capro (da
Le B~n prima del 1727)
/
AL giardino zoologico della realtà al
giardino
zoologico
delle mitologie: al giardino la
cui fauna non è di leoni, ma
di sfingi e gnfi e centauri. La
popolazione di questo giardino dovrebb'essere più numerosa di quella del primo, dato
che i mostri nascono per
combinazione d'elementi d'esseri reali e che le possibilità
dell'arte ~umbinatoria sono
quasi mfinite». Esordire con
unii cnawHw da Jorge Luis
Burge:> per purlare di _Jurgi~
Uèl!Lflnmit.ls non è ne·un•vezzo - -···
da t!rut.llta, né tantomeno una
soluziutw tècnica dall'effetto
sicurQ. In realtà questi ultinii · · ·- -· -" · '
'
•
•
due grand. i vecchi (il veg~en- · D ft~~\
te argentmo ha superato 1 no\ ~
vanta, e Il visionario Jiluano
n .... •"
per alcuni dovrebbe avere ol~ :/
~~
tant'anni per altri novantano~
ve per altri ancora centotrè!)
Lu , •
sono accomunati dal fascino e
\dalla fascmazione che gli universi fantastici esercitano su
di loro, e soprattutto per la
malia, antica quanto il loro
pensiero, con cui ripropongono la «magia artificiale degli
effdti meravigliosi».
C\..
b\01'1'1'0 ~~~'
Atn ~u..t'f"t\71 h't~.:s ~C(~\\7. C\-\,·?
QX.Q. ~o~ l ~\
~~ ~;.. •••
·~~~
~ làc.a:\\b~, ~ ~e 1 ~~.,
~~
/.JM
~a co~ . lmca.. i., ~
~;.~~OiiYn.::S --') AJ.0.2J,e \)O et-Q oQ.. ~ ..
~u\\-o'tJt
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.J~\.Q) , Lid\OJ , A-ndt:A..OJ, ~
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J~NO''n_,
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~~cR.Q. : ~e;._ sz..t'~~~\ · ~' i.~W-bcJ1-CYno
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Àrn~Cehl;)o)'d'
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'InU:P::Ubr<l:;4iiecenté pubblicazione-raccolti i frutti di anni.di ricerca di un gruppo
ctt:~stutifosi <-:
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.> . ...
Cadono> gli ttltill)i veli sul mistero deglLetrusCJi
.
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·'
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Il libr? .<~<;Jli eg.rl.!schi "·Una nuova \JniiJ,agill~»;liPbJ)lj~~~tèd3J~
· ·1a «Gmntr Martello», nasce: dalla c0llabnrwone d1 un gruppo .
·&studiosfclÌè ciperari<> hì campo~ mtetriazionrue•e CAe h~linci .
dedicato' pài:te della loro opèrà agli.aspetti speéifidfràttati~llei
loro saggisottoliheando, tra l'altro:.....;. cpin:t: Sçiiye.:M~ùicrE:ri"
· stofani nell'introduzione -,..- che l'etrusèo1Qgia è'diidi>Uìi.a~ol: ·
tivatain vari paesi e che gli scrittidegli:Studidsi~cM:IJ. ·-- · ··~col"
laborato (it~aiii; 'fi:aiiéesl;·tedeschii'am'eti'Canir""''
'ahQ'·
nèholiiirie la· dilnènsi:onè :ihtèrlu~zioii!ile.• di ... - . .
.'" .::.
· Gl~ ~u:t~fi'.{'<>h"~HPèflll!gq, '{q~ll.à b~r~er!'l ~~m
ta dalliriguagg1o s.cu;:_ntiflco,:s"ono n usciti!! n;J.
zione dì ùn-vhl;to'piìbblico•'i'·frutti di' àriifi:lti'·
tando rjsutt!iti nuovfè ò,dgiriaJl<fad:riati' c~pUf
. cQm.è già:ne,l)942 ,scriY"eva.Ma:ssiiiip·P~c)t@.·
scologia>~ ::_che ilcos)tldettò'<<iilistero>~M~li.·
'stero 9.~1 geììnògJi~e~_~i ·uqa ci'\Tiltà:; -~la ;qu '.
fond.ìUJìenìfstessi delfa stòri11 di Roma: <·:' , .
· ta:ti:attaZiohe'dellà.lliàtetia,·a:caiàtter.e~sigg ' ·
èhi .tematici piuttosto' che .secpn,9o b~todiiA­
«stoda:»; infònna il lettore s'ili d,iversi·a8petti
_ . . . 7.
sca dandop.e, insieme ,all'apparato· illusttati\io,:u:g;·q'll,à:~g)\#~ .
· vace.dei <<caratteri originali» o le «div:erslt;l)~ ~eU~!CiJJ;tìiià"~~u>
sca·nei-confronti· delle conteJPpòi'anè'é cU;lt\lnriti'~- ' , ):è;
Una tr~ttazione che riflette l'iniposta#pri.é 'della··p~·
~aj:.
cheolpgo model11Ò 'èhe si è·sp9stàtà·4_(l1Je neci:gpilli:~g__ )ì:bi~
tanti. Negli ultiri)i quindici anni, infatti; Iariè.etc.a.'lia·wdi#i~
duato c_ Pm_.e. i:am.
)P_ o_ ~i. la_v_oro .fecpn(iò. i_"l, :_t.~m_·.·._.a_. Ae_ll_ ll_~:~c.•\_fa. :t:·,
dello sviluppo della ciViltà.wb!ffia m. Etru11a~;E; quesPl·l~:;~gtpq-,;.,
va immagine» degli etrus<;]Ji;che pròn;J.ette il sot1§ . . ..• el-v,()~ . ;
.lume_;_tiÌl'irtltli:agfne çhe; basa:ndo~fsulle ·ritidye.'eYi
·· · · ·
logiche e anche rulle irlforniaiioni chele 'fonti lei
sconò per Roma e· pe~·u·J,aiit), modiìicà'quèUa''
matita c!J.e vèdè'i:J.èl nfondo·anuçò duesoli;pi:ç)tagi,ln{s
eia e Roma. Gli eStruschi, infa:tti, rivelando ·u-n diìi ·... ~o.m.o"' •
dello di civiltà urbana, escono definitivamente da. quell'àùta'
di ~stero e,~istaticità i~ cui sono sta.tirelegati per deceniii.
e divengono mterlocuton fondamentali nella stona del.Iilondo classico.
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I cavalli magici
IN UN pat:se di grande carestia, un uomo si trovava in.
punro di morte, m;1 prima di morire accennò ai suoi figli
«Di~tro la stalla c'è un piccolo rifugio in cui ci sono quattro cav;:llli m.~.».
«È morto!» gridarono i suoi figli con molto dispiacere
e pensarono ~h e il padre stava per' dire qualcosa d'importante sui cava11i.
«Cosa sarà?•• si chiesero i ragazzi. Essi pensarono a
lungo al misterioso particolare dei cavalli. Un giorno,
pl!rò, i rag;.~zzi pensarono che quegli animali non avessero nessun particol~He e per questo vollero venderli
pt:r ricav~re un po' di denaro.
Dopo qualcht: anno i ragazzi scoprirono che il particolare misterioso dei cavalli era la magia, lo scoprirono
dalla m... che disse il padrt: un secondo prima della sua
morte. Per questo motivo i giovani decist:ro di cercare i
cavalli magici, e difatti li cercarono per molto tempo.
Li trovarono in un bosco che stava bruciando.
l figlio dd vecchio salvarono gli animali e li riportarono a casa.
Ogni volta che salivano in groppa, si accorsero che
pot.;vano volare nel regno del cielo e in altri magnifici
mondi.
Samantha \larenzl - Giuseppe leppariello
Francesca di renzo e Vanessa Attill
della scuola elementare
«:\l. Bosco• - Roma
R.LY - . , '
...
k rm~e21 , Q.cu
t,·~ P~ G..
JJroA
l'.:le.t01
~ ~Q,c:cO'hr~
do'tlmi ce .
,J;. GiOJWn\ Ro.d~'.
.di
~~ve, J&. ~'tie
Urna. b«G.J fl~i
I:Rm 'r,'
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Aei.Cil.
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C.c»~
\J()C2.\-ca..
~Q
~ W'ni~""J · · ·
tNtZIATIVA DI UN GRUPPO DI RAGAZZE A ROSARNO
l L CARNEVALE
GALOPPA
SUL CAVALLO
!WURRO
h: ragazze di Rosarno
hmno costruito il loro
,bogno: il cavallo azzurro,
~1mbolo di libertà
(l,di liberazione
ol" GIANFRANCO SAPIA
li sogno(: come l'amore, la
dia bellezza non si misura
•>Hia durata ma con J'inten·>~ Là con la quale viene vis'ulo.
Le ragazze di Rosarno
li<u1no costruito il loro sogno,
d cavallo azzurro intorno al
'l uale hanno_ danzato per il
lncve giro di una sfilata, in
Ili! pomeriggio di domenica,
suno un ctdo nuvoloni nel
giorno di carnevale.
'
Il cavallo azzurro simbolo
di li ben~~~ di liberazione, ha
v_arcato l coulìni della lantasta, _superato gli argini del
pet~swr_'l; ha galoppato lungo
l cru_Jah del tempo in una sorta di corsa nel passato e nel·
Juturo, portando con sé i
sogni, le illusioni, le speranze, d sornso, il l~tsci 110 dei sedici anni di tante ragazze di
provlllCJa che hanno varcato
d muro dci tabù distruggendo l totem di chi vuole ancora
vedere una Calabria retrograda, abbarbicata a vecchi
concelli t' ad antiche concc~ion ~, nascos La ancora dietro
l velt neri delle madri e delle.
vedove inconsolabili.
Hl#,..-.Ti u.
•
"tA~O"n~:r
4
~.
~. ~~--
~~' '&
~
~~L:OPéra
i:lèla Lu. ne';_tlattri:'daPrév~r_t.
..
--
-:uaa-...uuiU: --- ~n-bna------. Il-.--~-tam~iun'
ltl Ombré ciftesi••···
·s··-.
ue-~
A~CiTrkall'onzzo
. ~ nteè una.
linea.·òstile:di:alveari·e fabL
oricòi:i:fSeriza n 5ollievo di lui ai•
bero: Uitelètn:oéardiOv.unma'di
una _metropoli-Iagèr dove gli ahi-_
tanJf.né btJ<ini cattiVi~ ~o
perdu~o iLpiacere di viaggiare
con la fanti~a. non ne hariric) il
né
tèmpo;Sùllo·sfo~odiqQesta-cit-
ne~conn~delteatrfuc..~ful:ma­
dischermo,dWoghlé:J.eìpi-ptqo- .
nista n:so..da uri profilò fiidroppQ maii:ll.conico e adulto eon delle
sPeci!i-dUÒtrtrlconi robOttiizati,
hamiovia libefaJgiochi~diluce,
· . le co.m~oni colorate, le Coreografie 4ellè Silhouettes Ji.ta-
gli8te.
-
··--
._
tà e- di q\Jè$io' )ncindò di ~ulti
_ Visiv~te c'è qualèhe mosempré-inda{farati-e plwp.bei si noto~. si ~~e la diffiCQ.ltà di un
affàccia il bambino S()gn8tore di- apprc:~to ;ancora in fase di
Jacque5 Prévert, un patent~- di~: 'ro'daaio,imovimentinonhann:o
Little Nemo è dèl Picéolo pPD.cl-' -la flUidità e lainagia·illUsionistica
}le; colpito dà mal di luna. La: sWi ·· riìggì~ta.. Ba esempio, dagli spet-licantropia non -è periCòlosa~ lo taco_!i delgruppo Gij)covita piospinge sòl~tc;» a!i IsolarSi sé ni.ere -nella riscopeita !ielle Om.steSso; ad inventàrsi due genitori- bre (;iìièSi.fuori 4elcomuile che somiglliuio
- Ma certe~solùzioili si ri-velano
_al ~Iè,:: alla lUna. e)o iòiZiano ad _-degli esperi!Qenti'felict;~Pecial­
avvegt'Ur_e:- in~ttiche,, '5co~ - _DJénteJlt<i1JpoH0,cc:iliJemusìche
perte é:li anin1a:U f!IJltastici,lavori composte :dà ~lli~Contc. ù'nil
di r~taùi'o ed(pPJi~;i con scale oolonna 'SQI)oJ'a ~e fìLvolare~il
chearJ:ivano fino' al cielò, paS&eg•• · 'riécoiìto'con la 5office eleganza
giàte lUiigdie néb\lli)S,e, speftacoli di Wi falu~~ò volante da
codiga)8ìnsuoQri.òreaL'Operade- ste~oi\è . a1l'llltra': Aq\ii}oni,
laLune...
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Prendendo spunto da questa araldica r8mpantedelle bandiere
cosmifavola di PréVert il regista a ·V'eiito Si èqmbiruiJJ.o .a
Gabriele Mar-cht!$ini è aniJtla- inend pif.t colti ~me le sculture
·tori.delTcatro Laooratorio Mari- mobili di Calder.lè forme del mu~ una fòtinazione ··mi·. 5eo ll!ltui-aledi Mii-ò o i-quadrati.
laQeSe ~i~;~·sçuola,del Pie.;-. magièi e l'ai-sçiiàle.iJlfantiledelle
ool(l~~..;q.J)Jlì;lieJgioJjl() fa:.~ . . ~oneuc;. cti. K:lee~ -Con alcuni
teatro Là PiHìoliae'civè:li'Jheti.utò -·· momenti di grazia: quella danza ·
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CAVALLARI
La vignetta di Forattini, apparsa sulla prima pagina della
Stampa di Ieri, che si riferisce alla sentenza del processo
per diffamazione intentato dal presidente del Consiglio
Bettino Craxi contro il direttore del Corriere, Cavallari.
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CavaOa partorisce zebra
LU ISV lLLE -- Una giumenta ha dato alla luce una zebra,
in qutllo che è stato il primo, riusciw, impianto di embrione
di un ~:yuino sdvatico in un cavallo in cattività della storia
ZOcllogica. Lo hanno annunciato ieri funzionari dello zoo di
Luisvillé (Kcntucky) dov~: è stato condotto l'esperimento.
L,' embrione della zebra, fertilizzato normalmente, fu impiantato
ndl'ut~:m della giumenta circa un anno fa da due veterani,
ndq uadro di un esperimento volto a contribuire ;dia pre:-.trvazione di alcune spe•~ie di zebre in pericolo di estinzione
in Afriça.
·
La 1.chra neonata pesa 29,5 chilogrammi gode di buona salute
e si è erctla sulle proprie zampe quindici minuti dopo la
nascita, hanno deLlO i veterinari, precisando che la «madre
1\a uwstrato subito con un comportamento normale, coçcolando
il pi<.:colo c prendendosi c.ura di lui».
~sperimenti del genere sono già stati condotti su altre specie
apunalt. Qudh suglt cquim, sono tutti falliti fin qui a causa
d~lla dtfficoltà di determinare il ciclo e di estrarre gli embrioni.
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Un veloce cavallo di rottami
Aachen (Germania Federale). E' un cavallo con biga e auriga o un gigantesco bisetto alato? Si chiama
<<Pegasus>> ed è l'ulfuna scultura di ..\lbert Sous, specialista in composizioni con rottami metallici (Upi)
~ ...
Sindacato:
oltre la protesta un'idea'·
nuova per lo sviluppo
articoli di
_
Elvio Dal Bosco, Piero Fassino,
Antonio Montessoro, Vincenzo Visco
-----· --
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FINISCE
L'AVVENTURA
LUGLIO
In luglie nella nostra banda s'inssri una
altra bambina, però, questa volta, si trattava
di
una bambina un pò particolare, una handi-
cappata. Il suo nomele:rraa Susanna. Aveva quattordici anni, ma frequentava la
~uinta
elem~n
t a re; era una bambina molto carina, che ispirava tenerezza e simpatia, ma nello stesso tem
p o
rnol t o sfortunata, perchè la mamma le era
morta e raramente vedeva il suo papà. Viveva
infatti con i nonni e soprattutto era sfortuna
ta
perchè era "diversa" dalle altre bambine.
La sua mente non cresceva con il suo corpo: S~
sanna, malgrado l'età, conservava abitudini, mo
di
di
fare, pensieri molto infantili o Amava
passare il tempo con il suo cane Pippo ed aveva
un'altra passione che la legò a me in quella
particolare estate/ la passione dei cavalli.
I ,cavalli !ace_van® pa~te di -~·i sua giG+rnata, perchè dedicava all'equitazione diverse
ore, così come alla pittura, al nuoto, alle
S3
sedute col suo psicologo. Più volte mi è capitate di riflettere, in quel rapporto, sui van
faggi, tra virgolette, dell'essere una
limndic~
pata ricca.
Quando seppe che io possedevo un cavallo, vol
le
conoscerlo e fu contenta di poter condivi-
dare questo divertimento con me.
Un giorno andai a trovarla nella sua villa
i n campagna, per propor le di andare a fare una cavalcata fino al parco della Natura( un
gr~
dissimo prato dove le persone si prendono cura
della natura. Arrivati chiedemmo ai guardiani
se avremmo potuto fare una passeggiata per il
parco a cavallo. Ge lo consentirono, a patto che
non calpestassimo i fiori e l'erba e seguissimo le stradine.
Passeggiando ci sembrava di essere in un luo
go incantato, pieno di alberi maestosi, querci
e cipressi. Mi chiedevo che piacere provano quel
le persone che calpestano, senza darsi pensiero, i fiori ed uccidQno senza pietà gli anima-
J
lietti indifesi. Quella passeggiata fu una ma
gnifica esperienza; ne seguirono molte altre,
che
servirono ad affiatare molto me e Susanna.
Una mattina, insieme io, Susanna e Popni
a n dammo fino al fiume e lì accadde una cosa stra
na
ma bella: incontrammo una cavalla. Più. che
incentrarla, all'inizio, la sentimmo nitrire in
modo strano; incuriositi andammo a vedere e la
scorgemmo su una specie d'isolotto, bisognosa
d'aiuto: doveva avere una gamba rotta. Si gua!.
dava intorno e non aveva alternativa: doveva
buttarsi in acqua. Sentii che dovevo fare qualcE
sa.
de
Andai a casa a prendere una corda ed un gran
salvagente, poi ritornai al fiume ed incomin
ciai l'operazione salvataggio: m'infilai il co
stume e mi tuffai con la cerda. Arrivata vicino
alla
cavalla, la legai per il collo, le misi il
salvagente e provai a trascinarla.
Era un'operazione di salvataggio piuttosto
complicata per una bambina; per fortu.na interv enne uno sconosciu.to molto gentile. Portammo a
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c a sa anche la cavalla; la facemmo curare la
gamba e la facemmo mangiare con Popni, il
quale fu così contento d'aver trovato una com
pagna da lasciarci perplessi. Aveva sofferto
la solitudine sino ed allora?
Il giorno dopo io i Susanna decidemmo di
c h i amarla Chip sa.
Passò del tempo •.. Un giorno eravamo in
SPiaggia quando vedemmo arrivare Chipsa e Popni che si tuffarono nel mare ed incominciare
no a nuotare con naturalezza. I bagnanti sul
la spiaggia si chiedevano di chi fossero quei
due ca valli; certo, a ve vano stretto tra loro
una grande amicizia. Popni faceva di tutto
e s se re simpatico a Chip sa.
pe~
Un'altra mattina, sempre sulla spiaggia,
successe un'altra cosa ancora più strana: sco
primmo che Ghipsa amava lo sci nautico.
Si trattò, in verità, di una bravata. L'idea
d i v erti va molto Susanna ed io mi la sciai
convincere, senza riflettere sull'incapacità
della mia amica di prevedere delle brutte con
segusnze. Così Chipsa, messa su una specie di
zattera legata al motoscafo di Susanna, si tro
vò
a
sperimentare qualcosa di veramente inso-
1 i t o per lei. Eppure si mantenne tranquilla;
chissà se il ricordit di quella prima esperien·
za
nell'acqua conclusasi bene grazie a me non
l ' a i u tò.
Intanto il tempo passava, l'estate si avvia
va
alla fine e venne il giorno in cui dovetti
d ire addio al mio piccolo e dolce l?opni
Io non mi rassegnai tanto facilmente e gli
ultimi due giorni prima della partenza furono
per me terribili: non sapevo tra l'altro quale
sorte scegliere per P"'pnie
Chipsa.
Alla fine decisi di andare a parlare di lo
r o
al
di
razza· Io ed i miei amici non ci eravamo
Pi ù
re
ricco signore appassionato di cavalli
f a t t i v i v i c o n lui e d a v e v o un p ò d i p a~
di una sua risposta negativa; ero però con
vinta di dover tentare.
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E andò tutto bene: il mio amico adulto
ammirò molto anche Chipsa e si disse felicis
si m o di tenere con sè due bellissimi cavalli.
Avrei voluto dare una festa in suo onore,
in
i
segno di gratitudine, ma non potevo perchè
miei genitori non lo avrebbero permesso.
La mattina seguente mi svegliai molto pre-
s t o
p e r c h è v o l e v o a n d a re a fa re un ' ultima c.§.
v a l ca ta con Popni. Mentre andavamo a l trotto
i
0
piangevo ed avevo l'impressione che Popni
fossa
triste.
Molto velocemente giunse il pomeriggio,
cioè l'ora in cui dovevo andare a consegnare
Popni e Chipsae lasciarli al loro destino. Un
lungo autunno ed un lunghL-òsimo inverno mi avrebbero separato dai-.t~t; forse mi avrebbero
dimenticata .••
Alla stazione, mentre stavo per salire sul
tre n
di
& ,
ebbi un'ultima, splendida sorpresa:_ vJ
arrivare il ricco signore con Popni e Chip-
sa che avevano in bocca un mazzo di fiori eia
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scunG'l, con un bigliettino dove c'era scritto:
"Al l a padroncina più buona e cara e bella di
q u e s t • mondo" •
Avrei voluto portare con me i miei cavalli,
ma
non potevg perchè nel treno non si possono
por t are anche i cavalli e soprattutto nella mia
v i t a in c.:tttà non c'era posto per loro.
Durante
t~tto
il viaggio fantasticai sulla
p r o s s ima estate ..•
~~~d ~-T~
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C.a.>
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TANTI
LIBRI
PER
TANTI
CAVALLI
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•
•
Cave
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ria, vol. 2': Sciabole, tricorni e parrucche (1750-1798), ...
4', pp. 32, ili., L 1.500, Capitol-Dischi CE B.
.
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1500, Capito!- Dischi CEB.
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pp. 32, ili., L 1500, Capito!- Dischi CEB.
-Carica!! Tre secoli di storia dell'Arma della Cavalleria, vol. 5': Alla vittoria e all'onor son guida (18601866), 4'•. pp. 32, ili., L 1.500, Capitoi-Dischi CEB.
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IHZIONARIETTO
.l
V i o l e tta
-------
= Dim. di viola. La viola è una pianta erabacea
con fiori variamente colorati. Popni, le viole
si guardava bene dal mangiarle, perché gli pi~
ceva adorarle.
Primula
=Pianta er~bacea ~elle primulacee. Spontanea,
cresce nelle regioni temperate con foglie semplici e fiore giall0. Di giugno ·.ta·pri-mlills,erano appassite da un pezzo: però gli altri fio
ri estivi ne ricordavano la bellezza.
=
M..§ r _gheri ta
Q~~!.cia
=
Pianta erbacea delle composi te. Comune nelle
regioni temperate, con fiorescenzE a capolino e fiori periferici bianchi e mediani gialli. Con Popni ci divertivamo a sfogliarne i
petali uno per volta: si, no, si, no ....
Albero delle fagacee, alto sino a quaranta metri, con tronco rivestito di abbondante corteccia legnosuberosa. Foglie coriacee, oblunghe.
Frutti usati specialmente per l'alimentazione
dei suini. Fornisce un ottimo legname duro e resi
stenta all'acqua, impiegato per costruire nell'~
dilizia. E' buono per fabbricare botti. Popni
avrebbe voluto essere capace di arrampicarcisi
su, ma era più forte di lui/ non ci riusciva pro
prio.
Scoiattolo= Mammifero roditore ap1Jartemente alla famiglia
degli Sciuridi. Animale di grande agilità e mobilità. Con uno scoiattolo, Popni fece un giorno
una gara, ma arrivò dopo alla méta, e lo scoiattolo gli fece maramee!
Pastore
-----tedesco
=
Il cane da pastore tedesco, detto Lupo d'Alsazia,
è quello che somiglia di più al progenitore selvaggio: il lupo di Cappuccetto rosso. Ha l'orecchio sempre diritto, appuntito ed eretto, il muso
lungo ed affilate. Se ne contano varietà a pelo
duro, a pelo raso e a pelo lungo. Quelli a pelo
rosso sono più conosciuti col nome di "cane lupo".
Quella estate ne conoscemmo uno che sapeva andare
a cavallo, e Popni gli fece fare un giretto.
D I Z I ONAR I E T T O
I
N D I C E
P RE SElNTAZIONE •...... -~" . . . . . . . . . . . . . . ·. · · • • · · · • • • pag.
1 • D O VE AVVIENE LA STORIA: LA CALABRIA ••••••••••••
Il
2 • ,QUANDO COMINCIA L'AVVENTURA: GIUGNO •••••••••••••
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IO ••••••••••••••••••••
ID
4. C v ERA UNA VOLTA IL CAVALLO CHE NON C 'Eu ••••••••
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5.
QUI FINISCE L'AVVENTURA ••••••••••••••••••••••••
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6 •
TANTI LIBRI PER TANIJ:'I CA VALLI ••••••••••••••••••
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D I Z IONARIETTO .. ...............•......•..•..••.••
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RODARI,
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