premessa - Esempi di Architettura

Transcript

premessa - Esempi di Architettura
ESEMPI DI ARCHITETTURA
Spazi di riflessione
28
Si ringrazia la Fondazione Italia Giappone
1866-2016 | 150° Anniversario delle Relazioni bilaterali tra Italia e Giappone
Olimpia Niglio
Avvicinamento alla storia
dell’architettura giapponese
Dal periodo Nara al periodo Meiji
Aracne editrice
www.aracneeditrice.it
[email protected]
Copyright © MMXVI
Gioacchino Onorati editore S.r.l. – unipersonale
www.gioacchinoonoratieditore.it
[email protected]
via Sotto le mura, 54
00020 Canterano (RM)
(06) 93781065
isbn 978–88–548–8946–0
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,
di riproduzione e di adattamento anche parziale,
con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.
Non sono assolutamente consentite le fotocopie
senza il permesso scritto dell’Editore.
I edizione: settembre 2016
INDICE
9
PREMESSA
LA STORIA
15
VERSO UNA STORIA DELL’ARCHITETTURA GIAPPONESE
Prime esperienze architettoniche
Il modello ideale delle città di nuova fondazione
Da Heian al periodo Muromachi
Il periodo Azuchi-Momoyama
Dal Periodo Edo verso la Restaurazione Meiji
51
IL GIAPPONE INCONTRA L’OCCIDENTE
Primi contatti interculturali tra Europa e Giappone
L’imperatore Meiji e l’Occidente
Cultura, arte ed architettura in Giappone nel periodo Meiji
79
ARTISTI ITALIANI IN GIAPPONE ALLA FINE DEL XIX SECOLO
Premesse storiche
Vincenzo Ragusa, artista siciliano tra Tokyo e Yokohama
87
GIAN VINCENZO CAPPELLETTI (1843-1891)
UN ARCHITETTO TRA MILANO, TOKYO E SAN FRANCISCO
Denise Ulivieri
Milano 1855-1876. Gian Vincenzo Cappelletti e gli anni all’Accademia di Brera
Tokyo 1876-1885. Gian Vincenzo Cappelletti tra didattica e attività professionale
San Francisco 1885-1891. La fine del viaggio
107
IL CONTRIBUTO DELLA CULTURA ARCHITETTONICA INGLESE IN GIAPPONE
Josiah Conder architetto (1852 - 1920)
Arthur Lindsay Sadler (1882-1970)
119
RIFLESSIONI SUL VALORE DEL PATRIMONIO CULTURALE
JOHN RUSKIN E SOETSU YANAGI
John Ruskin e la teoria mingei
John Ruskin e William Morris in Giappone
L’EREDITÁ CULTURALE
129
CULTURA E CONSERVAZIONE DEL PATRIMONIO IN GIAPPONE
Istituzionalizzazione della conservazione del patrimonio culturale
Prime teorizzazioni in materia di conservazione: Zennosuke Tsuji
Restauro della Porta Imperiale (Kara-mon) del castello di Nijō-jō a Kyoto
147
IL RESTAURO DEI TEMPLI IN GIAPPONE. TRA TANGIBILITÀ ED INTANGIBILITÀ
Riferimenti storici ed analisi terminologiche
Breve glossario. Terminologia tecnica nel settore del patrimonio in Giappone
Differenti approcci metodologici e culturali
La cultura del restauro presso i templi ed i santuari
Il Tempio Byodo-in a Uji
Il Tempio di Daitoku-ji a Kyoto
161
BIBLIOGRAFIA
PREMESSA
Il succedersi di influenze culturali differenti, che hanno condizionato il Giappone
(日本) soprattutto a partire dalla metà del XIX secolo, non ha mutato significativamente
i caratteri culturali di questa nazione. Nell’avvicinarci alla cultura del Sole Levante la
maggiore difficoltà per noi occidentali sta soprattutto nel comprendere le ragioni di
una moltitudine di comportamenti e di metodi difficili da percepire, perché numerosi e
di non semplice interpretazione. Infatti «per gli architetti occidentali - scrive Kakuzo
Okakura – educati secondo il metodo tradizionale delle costruzioni in pietra e mattoni,
la tecnica giapponese, che utilizza il legno e il bambù, non è degna di essere considerata architettura. Solo di recente uno studioso occidentale ha riconosciuto e onorato la
mirabile perfezione dei grandi templi giapponesi. Se questa incomprensione investe la
nostra architettura classica, non potremo certo aspettarci che uno straniero apprezzi la
sottile bellezza della stanza del tè, i cui principi costruttivi e decorativi sono completamente diversi da quelli occidentali»1.
Le motivazioni di queste difficoltà sono da ricercare principalmente nell’attitudine
alla razionalizzazione che caratterizza il pensiero occidentale e che non sempre favorisce un dialogo incondizionato con culture differenti ed anche molto distanti non solo
geograficamente.
Con particolare riguardo alla cultura architettonica oggi il Giappone rappresenta,
nell’immaginario collettivo, un luogo di estrema innovazione e sperimentazione. Analizzando nel dettaglio la realtà ciò che emerge è l’immagine di una forte diversificazione culturale: da un lato lo stile tradizionale, sublime, intuitivo, evocativo, popolare e
poco preoccupato delle distinzioni di classe; dall’altro lo stile contemporaneo impositivo, esclusivo, tecnologico, ma non immagine di tutto il suo popolo.
Cercando di interpretare le filosofie poste alla base del progetto dell’architettura
giapponese, oggi sempre più pervasa da tentativi di conciliazione culturale tra Oriente
ed Occidente, si può tentare di comprendere, sia pure con non poche difficoltà, alcuni
dei principali aspetti che, sin da un passato molto lontano, sono stati alla base dello sviluppo concettuale del costruire.
Con riferimento allo studio dell’architettura e della sua evoluzione storica questo
volume ha inteso affrontare una tematica piuttosto complessa, ossia di tentare di scrivere una piccola storia dell’architettura per avvicinare studiosi occidentali a metodi e
1 KAKUZO OKAKURA (2007), Lo Zen e la Cerimonia del Tè, Milano, p. 43; CRAM R.N. (1905), Impression of Japanese Architecture and the Allied Arts, The Baker & Taylor Co., New York.
9
10
PREMESSA
criteri operativi le cui ragioni vanno ricercate proprio in quelle filosofie di vita che sono
alla base della cultura orientale.
Al fine di intraprendere al meglio questo percorso sono stati fondamentali quattro
riferimenti bibliografici: Impression of Japanese Architecture and the Allied Arts di Ralfh
Adams Cram edito nel 1905; l’opera The Art and Architecture of Japan a cura di Robert
Treat Paine e Alexander Soper pubblicata a Londra in una prima edizione nel 1955; gli
studi dell’inglese Arthur Lindsay Sadler che lavorò in Giappone dal 1909 al 1922 e che
nel 1963 diede alle stampe uno straordinario libro dal titolo A Short History of Japanese
Architecture ed ancora il più recente volume di Arata Isozaki, Japan-ness in Architecture,
edito a Cambridge Massachessetts nel 2006, nella sua versione in lingua inglese.
Inoltre miei precedenti saggi pubblicati in riviste internazionali e le tre monografie
Giappone. Tutela e conservazione di antiche tradizioni (con Koji Kuwakino) edito in Pisa nel
2010, Twelve houses restored in Japan and Italy (con Taisuke Kuroda) pubblicato a Roma
nel 2011 ed ancora El valor del patrimonio cultural entre extremo Oriente y extremo Occidente, stampato in Roma nel 2015, hanno costituito una solida base per lo sviluppo degli
studi sulla cultura del Sol Levante giunti fino alla redazione di questo libro.
Tutti questi contributi, per differenti approcci interpretativi e di orientamento culturale sono stati fondamentali per la redazione delle pagine che seguiranno.
Certamente il volume Avvicinamento alla storia dell’architettura giapponese rappresenta
il risultato base di un lungo lavoro di ricerca iniziato nel 2009 durante i primi viaggi in
Giappone per motivi di studio a cui sono seguite poi lunghe permanenze di lavoro accademico e di ricerca come docente straniero presso la Kyoto University, Graduate
School of Human and Environmental Studies ed ancora tanti altri impegni intrapresi
come membro Icomos (International Council on Monuments and Sites) per istituzioni
governative. A questi vanno aggiunte importanti iniziative culturali realizzate presso
l’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo tra il 2011 ed il 2014 anche in collaborazione con
l’ufficio Scienza e Tecnologia dell’Ambasciata d’Italia a Tokyo.
Il lavoro di ricerca ha richiesto un attento studio di quei principi filosofici di vita che
sono alla base della cultura orientale e dai quali non è possibile distaccarci se intendiamo intraprendere un percorso di avvicinamento alla conoscenza della storia
dell’architettura dell’Estremo Oriente. Certamente questi studi sono stati anche fortemente coadiuvati da altre importanti esperienze che, già dal 2006, ho realizzato in America Latina, un territorio apparentemente distante ma invece molto più prossimo alla cultura orientale di quanto si possa immaginare, così come dimostrano i numerosi
scambi culturali nonché le numerose comunità asiatiche che da tempi immemorabili si
sono stabilite in molte regione andine e dell’area Mesoamericana. Pertanto questo ricco
bagaglio culturale, tra estremo Oriente ed estremo Occidente rispetto al quale mi sono
formata, in particolare nell’ultimo decennio (2006-2016), è stato fondamentale per un
approccio sistematico nella redazione di questo lavoro di ricerca.
Il volume si compone di due parti: La Storia e L’Eredità Culturale. Nella sezione dedicata alla storia un primo capitolo analizza le fasi salienti del percorso evolutivo
dell’architettura giapponese dal periodo Nara (710-794) a tutta la Restaurazione Meiji
(1868-1912). Sono descritti i metodi costruttivi, gli stili architettonici ed illustrati alcuni
PREMESSA
11
casi esemplificativi che fanno riferimento anche a specifiche terminologie. Un secondo
capitolo dal titolo “Il Giappone incontra l’Occidente” è finalizzato all’analisi dei primi
contatti documentati tra Oriente ed Occidente a partire dalla metà del XVI secolo con le
missioni religiose ed gli scambi commerciali con la comunità portoghese e spagnola.
Questo capitolo intende anche analizzare le ragioni che hanno poi caratterizzato l’arte e
l’architettura giapponese a seguito dell’influenza occidentale ben manifesta soprattutto
a partire dalla Restaurazione Meiji. Proprio a quest’ultimo periodo sono specificamente
dedicati i capitoli successivi che illustrano il contributo di artisti, architetti ed intellettuali europei giunti in Giappone a partire dalla metà del XIX secolo. Particolare attenzione è dedicata a due artisti italiani, Vincenzo Ragusa e Gian Vincenzo Cappelletti,
quest’ultimo con un interessante contributo redatto da Denise Ulivieri dell’Università
di Pisa, nonché al ruolo svolto da studiosi inglesi quali Josiah Conder (1852 - 1920) e
Arthur Lindsay Sadler (1882-1970) che hanno ricoperto un compito determinante per lo
sviluppo delle attività accademiche universitarie in Giappone nonché contribuito fortemente alla diffusione della cultura orientale in Occidente. Conclude la prima parte
dedicata alla storia un saggio su brevi riflessioni relative al concetto di valore del patrimonio culturale che mettono in relazione le teorie dell’inglese John Ruskin con quelle del filosofo giapponese Soetsu Yanagi e la teoria mingei.
La seconda parte del volume, L’Eredità Culturale, è suddivisa in due capitoli la cui
finalità è di avvicinare il cultore ai principi propri della conservazione dell’architettura
in Giappone. Quindi una volta acquisite le conoscenze di base della storia il lettore è
invitato a riflettere su quelle che sono tematiche molto controverse, tra Oriente ed Occidente, in merito ai criteri che sottintendono il restauro dell’architettura. Anche in
questo caso per entrare nel merito della tematica è stato fondamentale elaborare
un’analisi terminologica e quindi intendere il significato di vocaboli autoctoni come
shuri (riparazione), shufuku (restauro) e hozon (conservazione) e la loro specifica applicazione. Tuttavia dalla lettura della storia e dall’analisi di cantieri di restauro dei templi buddhisti, dettagliatamente esaminati da Zennosuke Tsuji (1877-1955), professore
presso la Tokyo Imperial University, è emerso che la pratica conservativa
dell’architettura in Giappone è molto antica ed investe allo stesso tempo sia l’ambito
tangibile che quello intangibile come ben dichiarato anche nella legge di tutela del patrimonio culturale del 1950 e tuttora in vigore. Fondamentale, al riguardo, è stata la
frequentazione di tre cantieri di opere monumentali (la Porta Imperiale -Kara-mon- del
castello di Nijō-jō a Kyoto, la grande sala di lettura del tempio di Daitoku-ji a Kyoto ed
il restauro del Tempio Byodo-in a Uji) che hanno consentito di verificare in loco procedimenti e criteri operativi imprescindibili per il restauro dell’architettura storica giapponese.
Il percorso storico termina con la Restaurazione Meiji, quindi con i primi anni del
XX secolo, in quanto l’attività di ricerca volutamente si è concentrata su quei periodi
più complessi della storia dell’architettura giapponese e meno noti in Occidente, ma
fondamentali al fine di analizzare con maggiore consapevolezza l’evoluzione che
l’architettura ha avuto soprattutto a partire dal XX secolo ed il cui bagaglio culturale è
alla base dei progetti che caratterizzano l’immagine contemporanea del Sol Levante.
12
PREMESSA
Tutto questo lavoro di ricerca non sarebbe stato possibile senza la stretta e costante
collaborazione di tante persone.
Immensa gratitudine è rivolta al professore Atsushi Okada della Kyoto University,
alla professoressa Noriko Inoue della Otemon Gakuin University di Osaka ed al professore Taisuke Kuroda della Kanto Gakuin University di Yokohama per i costanti e
preziosi dialoghi nonché per i confronti culturali sul tema del patrimonio culturale in
Giappone, iniziati a partire dal 2009 e continuati sempre con grande attenzione, collaborazione ed entusiasmo.
In particolare si ringrazia Kozo Hirakate, Direttore Ufficio Cultura della Municipalità di Kyoto, l’architetto Tamaki Goto, Municipalità di Kyoto, responsabile del restauro
della Porta Imperiale di Nijō-jō Castle, Sugimoto Hiroshi per la visita al cantiere di restauro del Tempio Byodo-in a Uji.
Un ringraziamento molto speciale ai monaci della comunità di Daitoku-ji Temple a
Kyoto e a tutti gli allievi della scuola di dottorato coordinata da Atsushi Okada della
Kyoto University, Graduate School of Human and Environmental Studies, con particolare riguardo a Mina Yamane, Jin Ogawa e Kaori Taguchi.
Un sentito ringraziamento all’Ambasciatore Umberto Vattani e al Dott. Umberto
Donati della Fondazione Italia Giappone per il patrocinio culturale ed istituzionale.
Lucca, luglio 2016
Olimpia Niglio
Finito di stampare nel mese di settembre del 2016
dalla tipografia «la Cromografica S.r.l.»
per conto della «Gioacchino Onorati editore S.r.l. – unipersonale»
di Canterano (RM)