Leggi il pdf - Collegio Nazionale Periti Agrari

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Leggi il pdf - Collegio Nazionale Periti Agrari
il perito
agrario
Poste Italiane S.p.A. Sped. A. P. 45% (Art. 2 Comma 20/B Legge 669/96 - DCO - Roma) ISSN 1120 - 2995
Rivista del Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati
■ Riunione
dei Presidenti
■ La Fondazione
dei Periti Agrari
■ Cassa di previdenza
■ Codice deontologico
del Perito Agrario
■ Il mercato fondiario
■ Cattura degli animali
vaganti
Anno LIV - N. 1 Gennaio/Febbraio ‘07
N.1
il perito agrario
sommario
Anno LIV - N° 1
Gennaio-Febbraio 2007
DIRETTORE
RESPONSABILE:
Andrea Bottaro
DIRETTORE
DI REDAZIONE:
Piero Pecciarini
DIRETTORE
EDITORIALE:
Andrea Silenzi
HANNO COLLABORATO:
Andrea Bottaro, Stefano Battistini, Luciano
Bozzato, Cristiano Fontanarosa, Giuseppe
Melchiorre Giordano, Piero Pecciarini,
Efrem Tassinato, Luigi Zanna
EDITRICE: IACICO S.r.l.
Via Angelo Poliziano, 80 - 00184 Roma
Tel. 064873183 - Fax 064873144
PUBBLICITÀ: Opsai srl
Via Monte Rosa, 19 - 20149 Milano
Tel. 024694949 - Fax 0248018114
DIREZIONE: Collegio Nazionale dei Periti Agrari
Via Principe Amedeo, 23 - 00185 Roma
Tel. 06 48906713 - Fax 064882150
e-mail: [email protected]
CONSIGLIO NAZIONALE:
Andrea Bottaro (presidente)
Paolo Vigato (vice presidente)
Domenico Di Biase (segretario)
Giuseppe Giordano (tesoriere)
Lorenzo Benanti (consigliere)
Paolo Bertazzo (consigliere)
Mario Calcagnile (consigliere)
Filippo Ninci (consigliere)
Sergio Panunzio (consigliere)
Roberto Pierini (consigliere)
Lorenzo Salvan (consigliere)
Periodico bimestrale in abbonamento
Abbonamento annuo: € 5,00
Una copia: € 2,00
PROGETTO
GRAFICO:
Editoriale
I professionisti protagonisti del loro futuro
di Andrea Bottaro
CATEGORIA
Le dinamiche dei rinnovamenti e riforme in atto si evidenziano
con concretezza nella relazione del presidente Bottaro
di Piero Pecciarini
FORMAZIONE
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OPERATIVITÀ
La Fondazione dei Periti Agrari
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IDEA DI SUCCESSO
Wigwam Clubs: le applicazioni e le esperienze
di Efrem Tassinato
Collegio Nazionale, Cassa di Previdenza dei Periti Agrari:
due facce della stessa medaglia
di Raffaele Luigi Zanna
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PREVIDENZA
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APPUNTI DI LAVORO
Seminario illustrativo sul Piano Assicurativo Nazionale
di Cristiano Fontanarosa
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CODICE DEONTOLOGICO DEL PERITO AGRARIO
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PREZZI E MERCATI
Il mercato fondiario
fonte INEA
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ENERGIA
Energia della conoscenza
di Luciano Bozzato
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ZOOTECNIA
Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P. 45%
(Art. 2 comma 20/B Legge 669/96 - DCO Roma)
La cattura degli animali vaganti: uso della teleanestesia
di Stefano Battistini
Finito di stampare: Marzo 2007
News dal CNPA
Fiere: la 36ª edizione di Agriumbria
Gli articoli esprimono soltanto il pensiero degli
autori e non impegnano il CNPA né la redazione
del periodico
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Scuola, formazione, identità, professione
di Giuseppe Melchiorre Giordano
Marco De Angelis
STAMPA: New Interstampa Srl
Via della Magliana, 295 - 00146 Roma
Autorizzazione del Tribunale di Roma n.69/86
del 14/02/1986
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RUBRICHE
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di Andrea Bottaro
Editoriale
I professionisti protagonisti del loro futuro
a grande manifestazione dei professionisti italiani del 12 ottobre 2006 a Roma, solo occasionata dal “decreto Bersani”, ha costituito in realtà la disapprovazione e la protesta indignata contro un processo di
“riforma” delle professioni annunciato dal Governo fin dal luglio 2006 e piovutoci poi sulla testa, senza alcuna concertazione.
L
Le problematiche sul tappeto erano molte e complesse e proprio per questo eravamo fiduciosi che saremmo
stati chiamati ad un confronto ampio. Senonché il giorno 1° dicembre 2006, dopo una frettolosa illustrazione ai responsabili degli Ordini, dei Collegi, dei Sindacati e delle Associazioni dei professionisti, il Governo, ha presentato
un disegno di legge delega i cui contenuti sono molto lontani dalle nostre aspettative.
Rappresentiamo 28 professioni intellettuali createsi in un secolo, siamo portatori del sapere e a noi è affidata la
cura di interessi generali, anche di rilievo costituzionale ( ce lo dicono le nostre leggi), siamo organismi pubblici
ausiliari dello Stato; crediamo fermamente di vivere in uno Stato democratico: perché mai non dovremmo ritenerci legittimati ad essere interpellati ed ascoltati? E quale “interesse” muove i pubblici poteri ad agire senza l’apporto di chi può dire (e può dire con cognizione di causa più di tutti anche per la natura di enti pubblici dei Ordini e
Collegi) quale sia la via per fare la riforma delle professioni?
Ci troviamo di fronte ad un disegno di legge che, con nove articoli, delega al Governo il potere di una riforma
radicale che scardina istituti consolidati e li rivede dalle fondamenta.
Si prevedono assetti innovativi mediante nuovi protagonisti – le Associazioni - accanto agli Ordini e Collegi
con la conseguente problematica della sovrapponibilità o meno di attività professionali, si sottopongono a revisione le “attività riservate” con la possibilità di soppressione o accorpamento di Ordini, si introducono forme di
esercizio professionale da parte di società di capitali e di soci non professionisti, e via dicendo…
Il tutto si fa, purtroppo, con assoluta leggerezza, senza che si abbia la consapevolezza della distinzione tra “attività intellettuale “ e “attività imprenditoriale” ed in nome di una malintesa liberalizzazione per favorire la concorrenza. Frasi, queste, che sentiamo ripetere come aria fritta, senza che si abbia di esse una cognizione precisa nello specifico ambito delle professioni intellettuali.
Dal rifiuto del Governo ad una seria e partecipata concertazione con i professionisti, non poteva che nascere –
purtroppo – un solido confronto sia dialettico che di programma.
Il CUP si è visto costretto ad un’iniziativa legislativa volta a presentare una proposta di legge di iniziativa popolare allo scopo di portare in Parlamento la voce dei professionisti italiani, pronti ed aperti ad una riforma che,
nel rispetto delle peculiarità di ciascuna delle professioni e della distinzione tra attività intellettuale e attività d’impresa, sia conforme ai principi comunitari e realizzi la tutela degli interessi dei cittadini.
L’azione del CUP di raccolta delle firme occorrenti alla presentazione della proposta di legge deve trovare il
plauso e il sostegno dei Periti agrari italiani i quali faranno sentire la loro adesione alle iniziative che, in sede provinciale, saranno messe in atto per la raccolta delle firme.
Si tratta di una battaglia importante che investe ciò in cui, come professionisti, più crediamo e che, come ogni
idea, ci impegna anche nella nostra dignità di uomini. Del resto diceva Ezra Pound che “Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono niente o non vale niente lui”.
Perito Agrario 1/2007
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CATEGORIA
Riunione Annuale dei Presidenti a Roma 27 Gennaio 2007
Le dinamiche dei rinnovamenti
e riforme in atto si evidenziano
con concretezza nella relazione
del presidente Bottaro
di Piero Pecciarini
ella annuale riunione
dei Presidenti
dei Collegi Provinciali che si è
tenuta, come di
consueto a Roma, il Presidente
Nazionale Andrea Bottaro, con la
sua nutrita relazione, dopo i saluti e
le rituali premesse ha esordito ricordando il rinnovo del Consiglio Nazionale avvenuto nell’anno 2006 e
come questo anno sia stato denso di
attività che hanno impegnato notevolmente Presidenza e Consiglieri
approdando ad alcuni concreti risultati.
I nostri sforzi sono stati rivolti, ha
detto Bottaro, soprattutto al D.L.
233/2006 e alla riforma delle professioni calati dall’alto come fulmini a
ciel sereno coinvolgendoci nella
manovrina recante "Disposizioni
urgenti per il rilancio economico e
sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di
entrate e di contrasto all’evasione
fiscale" pubblicato sulla G.U. del
04/07/2006 n. 223 convertito in
L.153 il 4 Agosto 2006.
Il Decreto Bersani che ha portato alla abolizione dell’obbligo delle tarif-
N
4
fe minime si ripercuoterà sulla qualità della prestazione professionale e
con la sua rigida attuazione ha portato alla modifica del codice deontologico delle professioni che verrà a
condizionare non solo comportamenti professionali, ma anche l’organizzazione degli studi incrementandone la burocrazia. La relazione del
Presidente su questo punto ha rilevato come per operare su un mercato, ormai sovranazionale, sia necessaria maggiore competitività e qualità
che si concretizzino in una sintesi
culturale ed operativa di più competenze che consentendo il superamento dell’autoreferenzialità e con il periodico aggiornamento riscontrino la
valenza delle prestazioni e la qualità
del servizio offerto ai cittadini.
Professionalità, qualità e competitività è un trittico su cui puntare.
Sempre in materia di riforma della
professioni con il Disegno di Legge
approvato dal Consiglio dei Ministri
l’01/12/2006 il Governo è delegato a
procedere secondo un indirizzo di
liberalizzazione e sono state emanate le nuove norme in materia di riordino all’accesso alle professioni
intellettuali ed è prevista la riorganizzazione degli ordini e collegi professionali.
Rispetto ai principi e criteri generali di disciplina delle professioni intellettuali Bottaro ha indicato quali
sono a suo avviso le regole condivisibili o meno.
Passando alla Politica Generale di
Categoria, la relazione del PresiPerito Agrario 1/2007
CATEGORIA
dente, sottolineando il continuo proficuo lavoro bidirezionale con i Collegi Provinciali si è soffermata sui diversi punti che interessano specificatamente l’attività professionale del
Perito Agrario nonché quanto attiene l’applicabilità di normative alle
attività dei Collegi Provinciali. È stata richiamata l’importanza delle riunioni informative su tematiche di
gestione amministrativa e su competenze e responsabilità peculiari delle
cariche istituzionali.
È stata richiamata anche l’attività di
difesa svolta dal Consiglio Nazionale; nella finanziaria 2006 perché fossero eliminati gli obblighi derivanti
ai Collegi professionali quali Enti
Pubblici non economici, perché non
rientranti tra quelli che partecipano
alla formazione del bilancio dello
Stato: nella finanziaria 2007 non sono da annoverarsi tra gli organismi
inutili o troppo costosi per lo Stato
gli Ordini e Collegi professionali in
quanto tali Enti sono economicamente autosufficienti e non beneficiano di alcuna forma di finanziamento pubblico.
Il Presidente Bottaro si è particolarmente soffermato su come si sta evidenziando la necessità di poter disporre di una struttura operativa di
supporto alle attività complementari
a quelle istituzionali. Il Consiglio
Nazionale, con la condivisione della
Perito Agrario 1/2007
Consulta, ha deliberato la costituzione della “Fondazione Periti Agrari”
- osservatorio dei Periti Agrari su
Formazione, Agricoltura, Ambiente,
Territorio, Industria, Cultura di Impresa, Università, Management, assumendone la veste di fondatore. Riteniamo questo tema un passaggio
saliente della relazione, non tanto e
non solo perché evidenzia come nella dinamica socio-economica e politica dei tempi che corrono le funzioni ed i compiti istituzionali non rispondono sufficientemente alle esigenze e alle richieste della categoria
in rapporto alle evoluzioni in atto.
Ecco quindi la necessità della Fondazione con lo scopo di promuovere, coordinare e sviluppare ricerche,
pubblicazioni, attività di formazione,
studi e convegni in campo tecnico,
giuridico, economico e sociale d’interesse della professione di Perito
Agrario nonché per accrescere e valorizzare l’interesse pubblico verso
la categoria.
Altro tema importante sul quale il
Presidente si è soffermato è stato
quello sui rapporti con i Consigli
Nazionali dei Geometri e dei Periti
Industriali e Periti Industriali Laureati e come questi rapporti siano
importanti ed attuali considerato
che il progetto di Legge Mastella
prevede l’accorpamento tra professioni affini. I tre Consigli Nazionali
dei Geometri, Periti Agrari e Periti
Industriali che stanno promuovendo
la costituzione dell’Albo dei tecnici
laureati per l’ingegneria sono stati
pubblicamente indicati in sede parlamentare, come esempio in materia
di riforma delle professioni.
Nella relazione Bottaro non ha trascurato di richiamare i rapporti con i
coordinamenti Regionali lamentandone la carenza di iniziative. Solo
poche Regioni hanno prodotto qualche risultato apprezzabile. Si è ricordato come il coordinamento sia uno
strumento operativo che pur non sovrapponendosi alle attività istituzionali dei Collegi può essere un mezzo di lavoro e la testimonianza della
presenza della categoria sul territorio regionale.
Non è stata ignorata la Conferenza
Stato-Regioni che ha approvato il
"piano strategico nazionale 20072013" che le Regioni dovranno attuare per individuare i percorsi per
l’utilizzo dei servizi di consulenza in
agricoltura e per la predisposizione
COLLEGI CHE SONO STATI RAPPRESENTATI
L’Aquila, Alessandria, Ancona, Arezzo, Asti, Bari, Benevento, Bologna,
Bolzano, Brescia, Brindisi, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso, Caserta,
Catania, Catanzaro, Como, Ferrara, Firenze, Foggia, Forlì – Cesena, Frosinone, Grosseto, Latina, Lecce, Macerata, Matera, Messina, Milano, Modena, Napoli, Novara, Nuoro, Padova, Palermo, Parma, Pavia, Perugia,
Pesaro, Piacenza, Pisa, Potenza, Ragusa, Ravenna, Reggio Calabria, Rieti,
Rovigo, Salerno, Sassari, Siena, Siracusa, Sondrio,Taranto,Teramo,Torino,
Trapani, Treviso, Udine, Venezia, Vercelli, Verona, Vicenza, Viterbo.
Hanno inviato i saluti perché improvvisamente impossibilitati a partecipare i Presidenti dei Collegi di Cosenza, Mantova, Roma
5
CATEGORIA
delle domande di ammissione come
indicato dal Reg. CE n. 1698/05. È
questo un comparto ove l’assistenza
tecnica andrà ad assumere sia nelle
consulenza che nella progettualità
grande importanza professionale.
Per rispondere ai mutamenti che la
società ed il mercato richiedono è
stata sottolineata la valenza della
formazione continua in rapporto alle esigenze di miglioramento della
prestazioni, con il riconoscimento
dei crediti formativi e con il rilascio
degli attestati di eccellenza che andranno a garantire processi di accreditamento e le modalità di attestazione dei requisiti professionali. La
relazione del Presidente ha richiamato in materia di immagine, visibilità e percezione di categoria quanto
sia stato importante il 14° Congresso
Nazionale che ha arricchita la visibilità delle attività e degli interessi
professionali dei Periti Agrari trattando in modo approfondito e competente tematiche nell’ambito della
cooperazione internazionale, tale da
destare l’attenzione di ONG che
presa conoscenza delle potenzialità
e disponibilità della categoria intrattengono interessanti relazioni con il
Consiglio Nazionale.
Si sta programmando il IV° Congresso Internazionale sul tema “L’agricoltura del Mediterraneo: ruolo e
contributo del Perito Agrario”. Un
altro esempio di come i Periti Agrari protagonisti sensibili nella comprensione dei fenomeni socio-economici, si propongono ancora come
soggetti attivi per fornire il loro
qualificato contributo alla società.
Anche la Rivista “Il Perito Agrario”
evidenzia l’attenzione che la catego-
Giacalone
6
Scognamiglio
I Periti Carmelo Abate,
Raffaello Ferraiolo e Fabio Gardini, ricevono la
medaglia ricordo del
CNPA per l’impegno profuso a favore della Categoria durante il loro
mandato consiliare
ria presta alle tematiche più varie
che spaziano dalla politica agraria a
quelle tecniche e di comparto dando il senso della polivalenza e varietà della professione.
Anche nel campo della telematica si
è appreso come siano notevolmente
aumentate le consultazioni consentendo alla categoria di essere conosciuta anche in altri continenti. L’uditorio ha appreso che partirà a breve il programma “Comunicazione”,
un contatto diretto con i Periti Agrari per informarli con continuità su situazioni ed argomenti che interessano la professione, l’ambiente, il territorio, la tecnica e l’agricoltura. Non
sono mancate nella relazione notizie
aggiornate su argomenti ricorrenti
quali esami di stato e tirocinio, rapporti con il Governo e Istituzioni,
previdenza ed ENPAIA e sull’osservatorio sulla imprenditoria giovanile.
Nei rapporti con altre professioni,
nell’ambito CUP, nonostante la di-
versa visione sul alcune prospettive
di rappresentanza, visto il difficile
momento che richiede unità, si è riscontrata coesione maggioritaria su
programmi comuni spengendo e rimandando contrapposizioni. Nei rapporti con gli organi di rappresentanza
dei Dottori Agronomi e Forestali,
Bottaro ha denunciato scarsa volontà
collaborativa che fa ancora sfumare
la iniziativa per una fusione verticale
delle professioni nell’area verde.
In materia di settori specifici di interesse professionale, quali quella
dei danni da calamità naturali, dell’ambiente e sicurezza, agenzia del
territorio il Presidente ha puntualmente informato come ci si è impegnati sulle attività svolte, su quali
sono le novità evidenziatesi nei
comparti e come queste siano considerate positivamente dagli addetti
ai lavori.
Per quanto riguarda l’Università, la
scuola e formazione si è presa cono-
De Luca
Genchi
Schiavon
Gay
Perito Agrario 1/2007
CATEGORIA
stato sollevato il problema della incompatibilità con l’iscrizione all’ Albo professionale cui
incorrerebbe un Perito Agrario che esercita la
attività dipendente del Ministero della Pubblica
Istruzione con la qualifica di Dirigente Scolastico. Il
Presidente nella risposta, ha assicurato che il problema è già in corso di approfondimento e che, appena in possesso , fornirà i chiarimenti del caso.
Il Presidente Bottaro si è soffermato sul ricorso cui
è stato oggetto sia il CNPA che lui personalmente.
E’ stata data, conformemente alla riservatezza che il
caso ancora richiede, l’informazione sullo stato dell’arte e data assicurazione sulla legittimità delle pro-
È
scenza che l’Università Telematica
Guglielmo Marconi con D.M.
30/01/06 recante “accreditamento di
nuovi corsi di laurea e laurea specialistica della Università stessa”, l’Ateneo è stato autorizzato ad istituire
ed attivare i seguenti corsi di laurea
alla facoltà di scienze e tecnologie
applicate: a- scienze e tecnologie
agrarie (classe 20); b - scienze sociali per la cooperazione, lo sviluppo e
la pace (classe 35). Anche con le
Università di Teramo, facoltà di
Agraria e con l’Università di Foggia,
facoltà di Agraria sono stati avviati
rapporti di collaborazione per la stesura di protocolli che prevedano il
riconoscimento di C.F.U. per Periti
Agrari.
Sono intervenuti i Presidenti dei
Collegi di Trapani (Per.Agr. Giacalone), Napoli (Per.Agr. Scognamiglio),
Teramo (Per.Agr. De Luca), Padova
(Per.Agr.
Schiavon),
Matera
(Per.Agr. Genchi), Torino (Per.Agr.
Gay), Benevento (Per.Agr. Fontanarosa), Foggia (Per.Agr. Dell’Aquila),
Bologna (Per.Agr. Gabrielli), Perugia (Per.Agr. Moncelli), Modena
Fontanarosa
Perito Agrario 1/2007
Dell’Aquila
cedure attuate in materia elettorale.
E’ stato anche comunicato che gli insegnanti, se in
possesso della autorizzazione del Dirigente Scolastico per esercitare la libera professione, ex art.4
l.434/68, devono essere iscritti nell’albo degli esercenti e sono liberi professionisti a tutti gli effetti in
quanto recita la norma richiamata che “il perito
agrario non può esercitare la professione se non è
iscritto nell’albo professionale” e quindi chiunque
possa esercitare la professione, anche se implicato in
rapporto di lavoro pubblico, ha diritto di essere
iscritto nell’albo, come prima condizione per l’esercizio della professione.
(Per.Agr. Losi), Cagliari (Per.Agr.
Fanunza), che hanno portato un concreto contributo ai lavori fornendo
spunti dai quali il Consiglio Nazionale trarrà indirizzi per il futuro.
Nella conclusione Bottaro comunica che ci vedremo impegnati a prestare grande attenzione su quanto
sta accadendo sullo scenario delle
"libere professioni" che sono oggetto di particolare attenzioni da parte
del Governo e rappresentano oggi il
terzo tavolo di lavoro governativo.
Solo dopo avere chiaramente capito
le intenzioni dei Ministri Fiorani e
Mussi relativamente all’istruzione
tecnica agraria saremo in grado di
mettere mano al nuovo ordinamento
professionale e formulare le proposte concrete al momento della rivisitazione del D.P.R. 328/2001. È stato
un anno difficile. Abbiamo continuamente tessuto ma qualcuno ha
disfatto il nostro lavoro impedendoci di raccogliere i frutti. Tante iniziative concretizzatesi ci hanno confortato ma avremmo sperato di più ha
concluso il Presidente.
Si coglie in questa relazione annuale
Gabrielli
Moncelli
come l’intrecciarsi delle dinamiche
proprie del momento, la globalizzazione dei mercati con le difficoltà di
raccordare tematiche sociali e professionali interne al nostro Paese
rendono difficile operare ed orientarsi. Si avverte l’amarezza di chi è
alla guida di una Categoria e si trova
coinvolto in un contesto di rinnovamento senza esserne partecipe attivo, per quanto potrebbe competergli come esponente di Categoria, ma
solo trascinato negli eventi in maniera oggettiva. Ciò può generare
scontento ma non sfiducia. Anzi.
Ciò non scoraggia e continueremo
ad operare per essere anche in futuro protagonisti. Quando gli eventi si
saranno assestati e potranno essere
chiaramente individuati i tracciati da
percorrere, potremo nelle nuove vesti, con innovati metodi operare concretamente ed essere ancora partecipi a contribuire da protagonisti come categoria professionale per lo
sviluppo dei settori di competenza e
nella società a fornire il nostro apporto culturale anche per il progredire civile e sociale.
Losi
Fanunza
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FORMAZIONE
Scuola, formazione, identità, professione
di Giuseppe Melchiorre Giordano
a vita è un
apprendimento continuo, è un dato
di fatto, l’uomo
può con il passare degli anni
modificare mentalità, comportamenti, esperienze, punti di vista,
sensibilità, ma sempre attraverso un
processo continuo di formazione.
La richiesta e la necessità di formazione è un fenomeno biologico, naturale, che accompagna l’uomo in
tutte le fasi di crescita.
Questa domanda trova da sempre
risposta nell’istituzione scolastica
che come una madre accompagna lo
studente nella costruzione e nella
realizzazione di un suo progetto di
vita, dall’edificazione culturale, all’orientamento ed alla formazione
professionale.
Solo con un’adeguata istruzione
l’uomo può costruire coscientemente
e in maniera significativa il suo progetto di vita che sia quindi d’interessi, di sbocchi occupazionali, di gratificazioni e affermazioni personali.
La nostra istituzione scolastica formativa è l’I.T.A.S. che ha svolto e
svolge egregiamente questo ruolo
qualificando e certificando la categoria dei liberi professionisti Periti
Agrari e Periti Agrari Laureati.
Il modello di questa scuola è peculiare perché oltre che nell’ordinaria
trasposizione didattica gli allievi
vengono coinvolti in una miriade di
attività pratiche, laboratoriali e di tirocinio.
Le lezioni e le esercitazioni pratiche, che si svolgono nei laboratori e
in azienda, sono tenute da docenti
con il titolo di Perito Agrario, spesso
L
8
liberi professionisti che esercitano,
nel rispetto della legge, anche la
professione, colleghi a pieno titolo,
che con passione ed orgoglio contribuiscono alla formazione dei Periti
Agrari.
È questa un’esperienza da considerare significativa, non per il singolo,
ma per l’intera Categoria, perché i
liberi professionisti insegnanti trasferiscono le proprie esperienze
reali e pratiche sui giovani alunni
rafforzando la loro preparazione
nelle diverse materie professionalizzanti come agronomia, chimica
agraria, patologia vegetale, industrie
agrarie, economia agraria, estimo
rurale, meccanica, zootecnica, topografia e costruzioni.
Gli insegnanti delle materie tecnico
professionali degli I.T.A.S. sono come dei veri e propri genitori che
educano e formano i giovani Periti
Agrari; non sono antagonisti dei liberi professionisti, sono colleghi che
travasano la propria esperienza con
umanità e competenza professionale contribuendo a creare e costruire
l’identità collettiva della Categoria
e il sentimento di attaccamento ad
essa.
Chi si affanna nella ricerca di verità
risapute non comprende quanto
esposto e sbaglia se trascura il proprio percorso formativo e disconosce il ruolo degli insegnanti liberi
professionisti come fondamentale
nella filiera Scuola, Formazione,
Identità, Professione: sarebbe come
rinnegare sé stessi e quindi l’intera
Categoria.
Perito Agrario 1/2007
OPERATIVITÀ
La Fondazione dei Periti Agrari
Strumento di supporto e di sviluppo
egli anni
scorsi
molti periti agrari e studenti hanno partecipato
agli
eventi culturali
ed ai corsi di formazione organizzati dal Consiglio Nazionale dei
Periti Agrari e dei Periti Agrari
Laureati e, visto il positivo riscontro
alle iniziative è stato ricercato uno
strumento specifico, volto ad ampliare tali occasioni .
Nel contempo è stato ritenuto necessario mettere insieme tutti gli
strumenti atti a diffondere, con efficacia e continuità, la conoscenza
delle attività dei Periti Agrari, la ricchezza della storia di questa Categoria di professionisti e la insostituibilità della sua attività per l’ambiente, l’agricoltura ed il territorio.
Il Consiglio Nazionale, constatata la
necessità di poter disporre di una
struttura operativa di supporto alle
attività complementari a quelle istituzionali, dopo un percorso che ha
consentito di pervenire anche alla
condivisione della Consulta del
CNPA, ha deliberato la costituzione
della “Fondazione Periti Agrari”
Osservatorio dei Periti Agrari su
Formazione, Agricoltura, Ambiente, Territorio, Industria, Cultura
d’Impresa, Università, Management” assumendone la veste di
Fondatore.
La Fondazione ha lo scopo di promuovere, coordinare e sviluppare
ricerche, pubblicazioni, attività di
formazione, studi e convegni in
campo tecnico, giuridico, economico e sociale d’interesse della professione di Perito Agrario e per la for-
N
Perito Agrario 1/2007
mazione ed informazione permanente dei Periti Agrari e dei Tecnici
agricoli in genere, nonché per accrescere e valorizzare l’interesse pubblico alle problematiche della sicurezza alimentare e dell’ambiente. In
particolare, la Fondazione si propone di:
1) sostenere e sviluppare iniziative
volte alla promozione e alla diffusione di una moderna cultura
tecnica, nei suoi aspetti di conoscenze e apprendimenti scientifici e di applicazioni;
2) indirizzare, promuovere e curare le attività di formazione e di
aggiornamento dei Periti Agrari
e dei Periti Agrari Laureati e, in
generale, del comparto della
professione tecnico –agraria ingegneristica, direttamente o
tramite il Collegio Professionale
o altre forme associative anche
istituendo scuole di preparazione e perfezionamento della professione, anche avvalendosi di
consulenti esterni;
3) promuovere e realizzare studi e
ricerche nel campo scientifico,
tecnico-giuridico,economico e
sociale, anche finalizzate alla
professione di Perito Agrario;
4) sostenere e sviluppare iniziative
volte all’accrescimento della
cultura professionale e, in via
mediata, dell’immagine della
professione;
5) collaborare con il mondo universitario, produttivo e con le
altre istituzioni culturali e scientifiche al fine di creare e sviluppare continue sinergie utili alle
attività della Fondazione, anche
con l’organizzazione e la gestione di attività di training, tirocini, stages.
Per il conseguimento del proprio
scopo, la Fondazione potrà:
6) effettuare ricerche e studi, sia su
temi di generale interesse per la
professione, sia su singoli problemi o questioni prospettate
dei Collegi Provinciali dei Periti
Agrari, da singoli professionisti,
da qualificati operatori economici, da studiosi e da Enti pubblici e privati;
7) realizzare studi e ricerche storiche, curare la conservazione di
documenti, libri e raccolte;
8) pubblicare, in tutto o in parte, i
risultati delle attività di ricerca
o di singoli studi;
9) pubblicare e distribuire riviste e
periodici di interesse specialistico, svolgere corsi, anche di insegnamento superiore, seminari e
altre attività per la formazione
anche di terzi non esercitanti la
professione di perito agrario e
delle norme in materia l’aggiornamento professionale nelle materie tecniche, tecnico-giuridiche,
economiche, gestionali e sociali;
10) organizzare convegni, dibattiti,
conferenze, giornate studio, nazionali ed internazionali;
11) organizzare missioni di studio e
di ricerca in altri Paesi nonché
partecipare ad iniziative dello
stesso tipo con altre istituzioni
italiane ed estere centrali e locali, nel rispetto e con i limiti di cui
alla legge 5 agosto 1981 n. 416 e
s.m.i., con università statali e
private, italiane od estere, con
altre istituzioni culturali, con enti e, in genere, con organismi
pubblici o privati, italiani od
esteri; promuovere e finanziare
la costituzione, conservazione
ed ampliamento di banche dati
9
OPERATIVITÀ
Moncelli
Gariboldi
Finiguerra
relative a materie tecnico-scientifiche, e giuridico-economiche,
di interesse per i Periti Agrari;
12) consultazioni sia localmente che
a mezzo reti nazionali ed internazionali con sistemi di accesso
elettronici, incluso Internet e reti ad esso assimilate;
13) promuovere, istituire e mettere a
concorso borse di studio e di ricerca e premi anche giornalistici
10
Ninci
Vigato
per l’Italia e per l’estero anche a
favore di studiosi desiderosi di
perfezionare la conoscenza delle materie sopra indicate, ovvero
di effettuare ricerche originali;
14) sviluppare rapporti di collaborazione con amministrazioni, organizzare scuole di perfezionamento e assumere incarichi per
lo svolgimento di ricerche di interesse collettivo nei settori sopra indicati;
15) istituire ed organizzare centri
studi, gruppi di lavoro, commissioni di studio, sia in sede centrale e sia in altre sedi sul territorio
nazionale ed internazionale.
16) esercitare ogni altra attività, anche di prestazione di servizi che,
direttamente od indirettamente,
l’organo amministrativo riterrà
utile per il raggiungimento dei
fini istituzionali su indicati.
19) acquisire partecipazioni in società ed altri organismi italiani od
esteri, partecipare ad associazioni, consorzio altre organizzazioni;
20) per lo svolgimento delle attività
statutarie potrà essere nominato
un Comitato Scientifico composto da un massimo di undici
membri che per la loro esperienza e per le alte qualità intellettuali, costituiranno un costante
punto di riferimento per le proposte e per l’attuazione delle attività culturali e scientifiche della
Fondazione.
Per lo svolgimento delle attività suddette e quindi in via strumentale alla
realizzazione del proprio scopo, la
Fondazione, raccogliendo anche le
proposte dell’Ente Fondatore, potrà:
17) chiedere ed utilizzare contributi,
finanziamenti o altre erogazioni
di ogni tipo e natura sia privati
che pubblici;
18) concludere accordi e convenzioni, sottoscrivere contratti per
prestazioni di servizio, conferire
incarichi, acquisire e cedere diritti relativi a opere dell’ingegno,
beni e diritti di qualsiasi natura;
A reggere il primo Consiglio di Amministrazione, cui è delegata la attività di indirizzo e gestione, sono stati chiamati i Periti Agrari Mauro Finiguerra, Gloria Gariboldi, Massimo
Moncelli, Filippo Ninci e Paolo Vigato che nella prima riunione del
CdA hanno affidato la Presidenza
della Fondazione al Per. Agr. Massimo Moncelli e Vice Presidente – Segretario il Per.Agr. Gloria Gariboldi.
Buon lavoro da parte del Consiglio
Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati e della redazione
nella certezza che i Colleghi sapranno dare, con attività parallele a quelle istituzionali, le giuste risposte alle
attese e richieste della Categoria diventando un punto di riferimento
per la collettività perseguendo l’obiettivo della diffusione della informazione e della cultura agraria.
Perito Agrario 1/2007
IDEA DI SUCCESSO
Wigwam Clubs:
le applicazioni e le esperienze
Circoli di Campagna®, Enti Locali e Zucchero, Distretti Rurali
di Efrem Tassinato
elle due
preced e n t i
puntate ho parlato di come sia
nata
questa
esperienza associativa e poi come si possa leggere ed interpretare dal punto di vista metodologico. Ora veniamo alle
applicazioni pratiche e qui, per brevità, citerò solo alcune delle esperienze che sul campo si vanno attuando usando la modalità di lavoro
Wigwam.
Devo comunque brevemente ricordare che un Wigwam, altro non è se
non un’aggregazione di persone (fisiche e/o giuridiche) che, per il tempo necessario alla realizzazione di
un progetto, che si ponga l’obiettivo
di migliore uno o più aspetti della
qualità della vita decidono di lavorare insieme.
Lo faranno con una
procedura, quella del
Metodo dei club di
progetto Wigwam
appunto, collaudata
in oltre trent’anni di
attività ed a sua volta
in continua evoluzione e perfezionamento. Tecnica, permeata
da una forte cultura
di lavoro in rete, che
l’Associazione nazionale che ne porta il
nome è disponibile a
N
Perito Agrario 1/2007
trasferire a quanti volessero utilizzarla per un loro progetto.
Oggi, l’impiego di questa tecnica è
rivolto ad affrontare le sfide più disparate ma rimane altissima l’applicazione nell’ambito rurale, agroalimentare, delle attività di turismo
enogastronomico e che in qualche
misura abbiano nella campagna il
loro comune denominatore. In questi tempi soprattutto, in cui la multifunzionalità sembra essere la costante delle politiche agricole e la
diversificazione e la qualificazione
una condizione sine qua non per la
sopravvivenza del settore. Del resto,
basta dare un’occhiata ai PSR che le
regioni hanno già varato o vi si accingono a fare ed un’altra all’archivio storico delle news contenute nel
sito ufficiale italiano del Circuito
Wigwam www.wigwam.it per vedere
quante soluzioni già praticate sia
possibile mutuare per sostanziare di
progetti sperimentati la nuova visione dello sviluppo rurale.
I CIRCOLI DI CAMPAGNA®
Ora però ecco alcuni esempi pratici a
cominciare dalla più classica e collaudata modalità di lavoro, quella dei
Circoli di Campagna®, una denominazione protetta da una registrazione
per evitare che ne sia fatto un uso
improprio e per l’opportunità di
marketing insita ad una formula che
senz’altro rappresenta anche un’offerta peculiare e certamente di nicchia e già con un proprio posizionamento di mercato. Il
Circolo di Campagna®, lo si potrebbe
definire una sorta di
agriturismo, ma anche
di attività di turismo
rurale dove è la motivazione culturale ed
una certa coerenza filologica a generare e
guidare l’attività economica. Solitamente
invece si assiste all’inverso: l’azienda agrituristica crea attività cul-
11
IDEA DI SUCCESSO
turali e/o ricreative, quale mera attrazione di clientela, ed è così che con
molto poco buon gusto e sicuramente
pacchiane sovrastrutturazioni e grottesche scenografie improntate al falso-rustico, l’azienda agricola viene
trasformata in una piccola disneyland
dove c’è di tutto e di più, tranne che
l’agricoltura vera.
A promuoverli può essere un gruppo
di amici che adottano una casa in
campagna e lì iniziano a fare attività
culturali, di valorizzazione e di promozione del territorio rurale anche
con l’offerta di servizi di alloggio e
ristorazione, come può essere l’azienda agricola e/o agrituristica, che
promuove il proprio club per costruire insieme agli utenti le attività
ed i servizi, fidelizzandoli al sostegno
del progetto.
Chi scrive è promotore ed attuale
presidente di un aggregazione di
questo tipo che è attiva dal 1976. Si
chiama Wigwam Circolo di Campagna “Arzerello”, ha sviluppato un filone di progettualità a tema enogastronomico e di escursionismo rurale che si avvale tra le altre della
partnership del proprio Comune,
quello di Piove di Sacco (Pd). Offre
servizi di ristorazione esclusivamente ai propri soci e a quelli del Circuito Wigwam, non ha produzione perciò si approvigiona dalle aziende
agricole e di artigianato alimentare
che hanno promosso a loro volta al-
12
tre aggregazioni progettuali mentre
per l’alloggio funziona egregiamente una piccola rete locale di offerta
di Wigwam B&B dislocati presso famiglie di associati della zona.
Così è anche per il Wigwam Circolo
di Campagna “Il Presidio” con sede
in un edificio residuo di un convento
medioevale al servizio di un piccolo
fondo agricolo, ultimo scampolo
non urbanizzato della Zona Industriale di Padova. Qui il progetto riguarda proprio la salvaguardia di
questo sito, perciò la sua specifica
denominazione.
A Mirano (Ve) opera il Wigwam
Circolo di Campagna con B&B
“Casa Miriam” che sviluppa attività
didattiche e culturali sulla cucina
del territorio e, all’occorrenza, offre
anche la possibilità di pernottamento.
Il Wigwam Circolo di Campagna
“Podere Clara” è invece insediato in
una piccola azienda che a Legnaro
(Pd) pratica l’agricoltura biodinamica, è fattoria didattica e, tra gli altri, ha realizzato un riuscitissimo
progetto di orti attrezzati per coltivatori hobbisti. Promotore e presidente di questa aggregazione è Severino Bozzolan, anche titolare e
conduttore dell’azienda agricola.
Tra i molti altri esempi di imprenditori agricoli, vitivinicoltori nelle fattispecie, che hanno intrapreso questa strada, Franco Clementin con il
suo Wigwam Circolo di Campagna
“Fattoria Clementin” di Terzo di
Aquileia (Ud) e il perito agrario
Pierluigi Pozzan col suo Wigwam
Circolo di Campagna “Gastadia” a
Sarcedo (Vi).
L’AGRICOLTURA È VITA
E IL PAESE
DELLO ZUCCHERO
È la denominazione di aggregazioni
progettuali che si pongono quale
obbiettivo di assolvere a funzioni di
supporto la prima dello sviluppo rurale sostenibile, la seconda del comparto agro-industriale in una logica
di filiera.
Il Wigwam Club “Agricoltura è vita” nasce alcuni anni fa a Cuneo per
iniziativa della locale sezione provinciale della Confederazione Italiana Agricoltori, in collaborazione
e con il sostegno della Regione Piemonte ha sviluppato diversi progetti sulla valorizzazione della castanicoltura e della elicicoltura.
Il presidente, Giovanni Mellano è
stato per molti anni un tecnico dei
CATA (Centri di assistenza Tecnica
Agricola).
Il Wigwam Club “Pontelongo Paese
dello Zucchero” nasce invece nel
padovano nel territorio dell’unico
impianto nel Veneto superstite ai tagli del comparto saccarifero.
Perito Agrario 1/2007
IDEA DI SUCCESSO
A promuoverlo sono il locale Comune, Italia Zuccheri la società
proprietaria dello stabilimento ed
alcuni artigiani pasticceri ed esercenti della ristorazione della zona.
Il progetto è complesso ma animato
da una filosofia tutto sommato abbastanza semplice: concepire lo
zuccherificio non solo ed esclusivamente quale impianto di trasformazione industriale di qualità (lo zucchero che produce è tra i migliori in
assoluto e di filiera nazionale certificata al 100%) ma anche un promotore di cultura (la sua fondazione è opera dei belgi nel 1905 ed alcune parti, come le palazzine dell’amministrazione in stile fiammingo, possiedono tratti da archeologia
industriale) e turismo facendolo
meta di visite guidate, centro di
promozione del recupero della dolceria tradizionale, della Saccisica e
veneta innanzitutto. È stato creato
il marchio “I dolcetti di Pontelongo” dove, nell’etichetta di “pevarini”,“zaeti” ed altri squisiti biscottini
è dichiarato lo zucchero prodotto
da questo impianto facendo si, che
anche una commodity quale è in
definitiva questa specie di materia
prima altrimenti poco o niente distinguibile, assuma una propria caratterizzazione perciò un migliore
appeal presso i consumatori.
La sede del club è presso il locale
municipio, il comune è stato dichiarato “Paese dello Zucchero”, si è
già alla seconda edizione della “Festa della Dolcezza”, il presidente è
Piergiorgio Siviero un giovane e
promettente chef che lavora nel locale albergo-ristorante di famiglia.
Artisti locali concorrono a personalizzare le card associative di questo
Wigwam Club aumentandone il
pregio per la felicità dei collezionisti. A monte persino i bieticoltori si
stanno associando al club, perché
nelle fattorie, vi sono stanze che
non si adoperano più e tramite questo canale le si può collocare per il
Bed & Breakfast.
Perito Agrario 1/2007
Siamo nella provincia di Ascoli Piceno, anzi a Montalto Marche presso la sala Convegni della Cantina
Sociale. Sabato 10 febbraio 2007 il
presidente della Provincia Massimo Rossi e l’Assessore della Regione Marche all’Agricoltura Paolo
Petrini, insieme agli assessori provinciali all’Agricoltura e Turismo
Avelio Marini e al Genio Civile e
Protezione Civile Luigino Baiocco
hanno presentato ad una affollatissima platea di amministratori locali, associazioni di categoria, operatori e cittadini il “Progetto Valdaso”.
Si tratta di un progetto, impostato
Il progetto che si avvale del supporto tecnico della società Terra Srl e
dello Studio di Architettura Torresi
per gli aspetti della riqualificazione
del fiume e per la pianificazione territoriale opererà come una tipica
aggregazione Wigwam composta da
tutti gli attori coinvolti, sia privati
che istituzionali, sia del fronte dell’offerta che della domanda.
In realtà, il Distretto Rurale, inteso
come “club di progetto” a valenza
territoriale agirà come promoter e
coordinatore della rete locale di tutte le iniziative concertate che saranno attivate nella zona.
Ecco già un paio di esempi: Luigina
Marilungo assessore all’Agricoltura
e al Turismo del Comune di Montefiore dell’Aso sta predisponendo un
con la metodologia Wigwam, che
metterà in moto il Distretto Rurale
della Val d’Aso: ventitré comuni,
da dove proviene buona parte della
produzione ortofrutticola marchigiana. Un territorio, notevole dal
punto di vista paesaggistico che
collega il Parco Nazionale dei
Monti Sibillini e il neonato Parco
Marino del Piceno, da valorizzare
quindi anche sotto il profilo turistico con un offerta sostenibile e soprattutto connessa alla valorizzazione delle peculiarità locali.
suggestivo itinerario composto anche da momenti didattici ed appuntamenti gastronomici legati al tema
delle erbe spontanee del Piceno.
Amato Mercuri, sindaco di Moresco
ha annunciato il reindirizzo dell’area produttiva prevista nel proprio
territorio comunale verso attività
artigianali e di piccola e media industria della trasformazione e conservazione dell’ortofrutta. Attività assolutamente carenti rispetto alla
disponibilità in loco di materia prima abbondante e di ottima qualità.
IL DISTRETTO RURALE
DELLA VALDASO
13
PREVIDENZA
Collegio Nazionale
Cassa di previdenza dei Periti Agrari
Due facce della stessa medaglia
di Raffaele Luigi Zanna
Palazzo CNPA
Palazzo della Previdenza
l Dlgs 10 febbraio 1996, n °
103 recante ”
Attuazione della
delega conferita
dall’Art. 2, comma 25, della
Legge 8 Agosto
1995, n ° 335”; in
riferimento a tale delega ha regolamentato la tutela previdenziale obbligatoria dei soggetti che svolgono
attività autonoma di libera professione senza vincolo di subordinazione, il cui esercizio è condizionato all’iscrizione in appositi albi o elenchi
estendendola a quelli che esercitano attività libero-professionale, ancorché contemporaneamente svolgono attività di lavoro dipendente.
Da quanto sopra è nata l’obbligato-
I
14
rietà di costituire la Cassa di Previdenza della categoria dei Periti
Agrari.
Il Dlgs n° 103 del 10/02/1996 ha affidato l’incarico di costituzione della
Cassa di Previdenza dei Periti Agrari al Consiglio Nazionale ente esponenziale della categoria tutta.
Il Consiglio Nazionale, valutate le
opportunità offerte dall’Art. 3 del
Dlgs 10 febbraio 1996 n ° 103 e tenuto conto degli orientamenti
espressi al riguardo dalla base della
categoria professionale, decideva,
d’intesa con gli organi della Fondazione ENPAIA, di avviare le procedure per la costituzione di una Gestione Separata per i professionisti
della categoria in seno alla stessa
Fondazione.
Il non breve iter istitutivo di detta
gestione giungeva a conclusione con
il decreto interministeriale del
25/03/1998 con il quale veniva approvato il regolamento della nuova forma di previdenza obbligatoria e si
autorizzava quindi la stessa ad operare con decorrenza dal 01/01/1996.
Il quadro legislativo in cui si colloca
l’attività di tale forma di previdenza
è definito dal già citato Dlgs. n °
103/1996 e dalle disposizioni della
Legge n ° 335/1995 relative al cosiddetto “Sistema Contributivo”, applicato al modello gestionale deliberato
dal Dlgs. n. 509/1994, secondo le specifiche modalità attuative previste
dal regolamento della gestione.
La gestione economico-finanziaria
deve assicurare l’equilibrio di bilancio mediante l’adozione di provvedimenti coerenti alle indicazioni riPerito Agrario 1/2007
PREVIDENZA
sultanti dal bilancio tecnico.
La gestione è alimentata:
- dai contributi soggettivi a carico
degli iscritti;
- dal contributo integrativo a carico
dell’utenza ma con obbligo di versamento in capo all’iscritto;
- dal reddito prodotto dall’investimento delle disponibilità finanziarie.
La gestione provvede alle seguenti
prestazioni:
- pensione di vecchiaia;
- pensione di invalidità;
- pensione ai superstiti, indiretta o di
reversibilità;
- indennità di maternità.
Informazioni in merito alla gestione
della Cassa di Previdenza vengono
date tramite:
1. “Il Perito Agrario” rivista del Collegio Nazionale che viene trasmessa a tutti i periti agrari iscritti
all’albo in tutta Italia;
2. il mensile di previdenza agricola
dell’ENPAIA che viene inviato a
tutti gli iscritti alla cassa di previdenza;
3. in occasione di convegni organizzati d’intesa col Consiglio Nazionale dai Consigli Provinciali;
4. in occasione dei congressi organizzati dal Consiglio Nazionale anche
con il contributo finanziario della
Cassa di Previdenza partendo dalla considerazione che in occasione
dei congressi, oltre a raggiungere
il perito agrario già iscritto alla
cassa, viene anche coinvolto il perito agrario non iscritto alla cassa
per incuria o perché non informato della obbligatorietà di iscrizione
alla stessa.
La partecipazione, se pur in minima
misura, della Cassa di Previdenza alla spesa di organizzazione di congressi riguardanti la Categoria dei
Periti Agrari le attività e gli incontri
con esponenti di altre casse di previdenza di altre categorie professionali, l’adesione all’ADEPP, vanno a
rafforzare l’azione svolta sul territorio nazionale dal Collegio Nazionale
Perito Agrario 1/2007
e dal C.U.P. (comitato unitario delle
professioni intellettuali) del quale la
nostra Categoria è attiva aderente e
fautrice di attività a tutela dei liberi
professionisti di tutte le categorie di
professionisti creando non solo momenti di confronto interno degli ordini, ma un tavolo propositivo rivolto alle autorità politiche, locali, nazionali comunitarie, anche in considerazione della marcata volontà politica, degli attuali governanti, di attaccare da più parti le categorie ordinistiche regolamentate.
Gli interventi alle varie iniziative
promosse sul territorio, di rappresentanti dei periti industriali, architetti, ingegneri, geometri e delle rispettive casse di previdenza, hanno
dato modo a tutti i partecipanti di
comprendere la necessità di avere a
livello nazionale l’albo unico dei tecnici laureati per l’ingegneria e quella
per l’unificazione delle rispettive
casse di previdenza e assistenza.
Il periodico bimestrale “Il Perito
Agrario”, organo ufficiale del CNPA
inviato a tutti gli iscritti all’albo, rappresenta una grande fonte di informazioni tecniche, culturali, di organizzazione della categoria sul territorio nazionale, sulla scuola ed un
importante veicolo di informazione
per la cassa di previdenza, anche in
considerazione della più volte manifestata disponibilità del CNPA.
Le iniziative del Consiglio Nazionale rivolte alla crescita professionale
del perito agrario, per le diverse attività nella gestione delle imprese
agricole, sull’ambiente e territorio,
tributario ed estimativo, delle costruzioni, catastale, enologico, fitoiatrico, della sicurezza nel settore alimentare e nei luoghi di lavoro, nel
rispetto di quanto previsto dalla legge sull’ordinamento professionale,
dal codice deontologico e dal regolamento per la formazione continua
offrono una panoramica, la più ampia possibile.
Tenuto conto che gli iscritti alla Cassa di Previdenza dei Periti Agrari so-
no circa 3.400, un buon numero ma
sicuramente in fase di crescita se si
pensa ai circa 18.500 Periti Agrari,
potenziali professionisti, iscritti negli albi di tutti i Collegi Provinciali
d’Italia, ne consegue che la Categoria va ulteriormente sensibilizzata
con un impegno strategico condiviso tra il Consiglio Nazionale e la Gestione Separata della Previdenza dei
Periti Agrari presso l’ENPAIA, che
potrà operativamente essere rivolto
ad organizzare incontri sulla previdenza, diretti o tramite il Consiglio
Nazionale ed i Collegi Provinciali, o
Coordinamenti Regionali, per non
perdere di vista il concetto di “appartenenza” che tutti gli iscritti a
qualsiasi livello, debbono dimostrare, sia nei confronti della Cassa di
Previdenza che del Collegio Nazionale.
Da non trascurare sono gli aspetti
deontologici, nel rispetto delle regole per una corretta e misurata convivenza, volta all’ottenimento dei “più
alti” risultati possibili a favore della
categoria che rappresentiamo.
L’attività svolta ed i risultati ottenuti dall’aprile 2005 dal comitato di gestione della Cassa di Previdenza fanno ben sperare per un positivo risultato economico della sezione speciale Periti Agrari all’interno dell’Enpaia, ed il bilancio che andremo a
chiudere ne sarà la conferma più
evidente.
Pertanto ritengo che l’obbiettivo da
perseguire sia quello di continuare
seguendo questa impostazione migliorandola, se possibile, con il contributo di tutti quanti, auspico per il
futuro che i rappresentanti nel consiglio di Amministrazione della Cassa di previdenza, vengano esclusivamente scelti tra liberi professionisti
in piena attività e non già titolari di
pensioni, magari di altri enti previdenziali, in modo da poter ancor meglio contribuire alla risoluzione delle
problematiche attinenti al più ampio
mondo professionale che rappresentiamo.
15
APPUNTI DI LAVORO
Napoli 07.02.07 Sala convegni Regione Campania
Seminario illustrativo
sul Piano Assicurativo Nazionale
di Cristiano Fontanarosa
i è tenuto
a Napoli
un seminario divulgativo
sul Piano Assicurativo Nazionale
2007, anche mediante l’illustrazione del regolamento CEE 1857/06 e degli orientamenti comunitari 2007/2013; vi hanno partecipato per la Regione i funzionari Allocca, Della Valle, Mainolfi, Maiellaro ed oltre trenta funzionari degli STAPA-CEPICA, i rappresentanti dei consorzi di difesa, il
segretario regionale dei consorzi di
difesa Per. Agr. Cristiano Fontanarosa.
Ha preso la parola la dott.ssa Della
Valle che ha illustrato il piano di comunicazione della Regione da attuare mediante volantini, locandine,
spot televisivi e riunioni comprensoriali presso gli ex uffici agricoli di
zona nonché una manifestazione finale a Napoli nell’autunno 2007; la
stessa ritiene utile altresì la collaborazione delle organizzazioni professionali agricole per il buon esito dell’azione divulgativa.
II dr. Allocca, partendo dalla premessa di variazioni climatiche imprevedibili e che in Campania ci si
assicura troppo poco, ha comunicato
che è volontà della Regione di fare
una giusta ed efficace promozione
per estendere numero degli imprenditori agricoli che ricorrono allo
strumento della polizza grandine,
S
16
delle polizze pluririschio e delle
multirischio sulle rese.
Mainolfi ha illustrato il D.Lgs
102/04 e le diverse possibilità di assicurazione agevolata nel quadro
normativo del regolamento CEE n°
1857/06 e degli orientamenti comunitari 2007/2013.
Successivamente
Maiellaro ha illustrato
il piano assicurativo
nazionale con degli
esempi sui diversi tipi
di polizza, sugli eventi
e le colture assicurabili,
modalità contrattuali,
rilevazione danni, assistenza perizia, pagamento premi, liquidazione risarcimenti che
avviene entro l’anno.
Ha concluso gli interventi il Per.Agr.
Cristiano Fontanarosa che ha chiesto
alla Regione Campania che, agli incontri zonali, debbano essere invitati
i rappresentanti dei codifesa che, nelle assicurazioni agevolate, annoverano un’esperienza di cinque lustri.
Inoltre ha illustrato il codice delle
assicurazioni 2004 ed il regolamento
ISVAP dell’ottobre 2006 chiarendo
che la sottoscrizione delle polizze
grandine dall’anno 2007 in poi può
essere fatta presso operatori abilitati ed iscritti nell’ albo agenti e/o degli intermediari assicurativi (procedere in maniera diversa può condurre a sanzioni pesanti per gli operatori non in regola con la normativa di cui sopra).
L’associazione regionale dei codifesa
dà la propria disponibilità a partecipare agli incontri zonali in itinere.
I funzionari provinciali degli STAPA-CEPICA hanno formulate dei
quesiti che hanno trovato puntuale
risposta da parte dei relatori.
Perito Agrario 1/2007
DEONTOLOGIA
Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati
presso il Ministero della Giustizia
CODICE DEONTOLOGICO DEL PERITO AGRARIO
ADOTTATO NELLA SEDUTA DI CONSIGLIO DEL 26 GENNAIO 2007
TESTO DELLE NORME DI DEONTOLOGIA
PER L’ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI PERITO AGRARIO
L’ETICA PROFESSIONALE è l’emanazione di un codice morale che deve essere seguito con personale convinzione. Essa, come le regole deontologiche, è il
completamento delle norme e delle leggi che si applicano a tutti i Periti Agrari
nell’esercizio delle loro attività e nei rapporti tra di loro e con i terzi.
Perito Agrario 1/2007
DEONTOLOGIA
Principi generali
Art. 1
1. Il Perito Agrario deve essere sempre libero e professionalmente indipendente; deve sempre essere
costantemente rivolto alle conoscenze scientifiche ed agire con coscienza.
2. Le disposizioni contenute nel presente Codice Deontologico, avente natura di regolamento interno al Collegio professionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati, si compone di norme
particolari che integrano le normative ordinamentali, hanno carattere precettivo e vincolante e vanno rispettate da ogni iscritto all’Albo professionale o nell’Elenco speciale, sia esso cittadino italiano
o cittadino di uno degli Stati membri della Comunità Europea che abbiano ottenuto l’iscrizione all’Albo o nell’Elenco speciale e dai praticanti nell’esercizio dell’attività professionale e nei confronti di terzi. Tutti gli iscritti sono tenuti alla loro conoscenza. L’ignoranza delle medesime non libera dalla responsabilità disciplinare degli inadempienti.
3. L’iscrizione all’Albo professionale richiede una condotta morale e civile irreprensibile.
4. La professione del Perito Agrario , esercitata conformemente alle Leggi che la tutelano, rappresenta
un’attività intellettuale, di pubblica utilità e di rilevante interesse Nazionale.
Art. 2
1. La potestà disciplinare e regolamentare spetta agli organi professionali ai quali è demandato il
compito di irrogare sanzioni per la violazione dei precetti deontologici ai sensi della legge 28
marzo 1968 n.434 e s.m.i. - Titolo V – artt. 37-53.
2. All’organo professionale Nazionale spetta altresì di indicare le regole di condotta per una migliore tutela della professione.
3. Il procedimento disciplinare si apre nei confronti del Perito Agrario per tutti i fatti che, anche non
riguardanti la attività professionale, abbiano riflesso sulla sua reputazione professionale o danneggino l’immagine della Categoria.
4. Le sanzioni dovranno essere adeguate e proporzionate alla violazione commessa e devono tener
conto dei comportamenti e delle specifiche circostanze, che hanno contribuito a determinare l’infrazione.
5. Quando nello stesso procedimento siano posti a carico del Perito Agrario più addebiti la sanzione deve essere unica.
Art. 3
1. Le attività previste dall’Ordinamento Professionale di cui alla legge 434/68 e 54/91 devono essere
svolte dal Perito Agrario con dignità, probità e decoro, unite ad una adeguata preparazione tecnico
culturale.
2. Al fine di garantire un elevato livello qualitativo della attività professionale è dovere del Perito Agrario di curare costantemente la propria preparazione professionale ed aggiornamento professionale anche avvalendosi delle possibilità offerte dalla legge 28 marzo 1968 n. 434, così come modificata dalla legge 21 febbraio 1991 n.54 art. 12, lettera -o-.
Art. 4
Il Perito Agrario, nel caso eserciti l'attività professionale, anche in forma non esclusiva, deve attenersi
alle norme previste dal regolamento per la formazione continua obbligatoria emanate dal Collegio
Nazionale e provvedere annualmente al proprio aggiornamento.
Perito Agrario 1/2007
DEONTOLOGIA
Art. 5
1. E’ dovere del Perito Agrario di conservare il segreto professionale sull’attività prestata e di mantenere la riservatezza sugli incarichi trattati.
2. Il rispetto del segreto professionale e la riservatezza devono essere mantenute anche da parte dei
collaboratori e dipendenti del Perito Agrario che hanno partecipato allo svolgimento dell’attività
professionale.
Art. 6
1. Il Perito Agrario ha l’obbligo di provvedere agli adempimenti fiscali e previdenziali prescritti dalle vigenti Leggi dandone comunicazione al Collegio di appartenenza.
Art. 7
1. E’ dovere del Perito Agrario evitare situazioni d’incompatibilità professionale.
2. Il Perito Agrario, nel dubbio, deve chiedere il parere al proprio Collegio Professionale.
Rapporti con il collegio provinciale
Art. 8
1. L’iscrizione all’Albo professionale comporta doveri di rispetto nei confronti del Consiglio del Collegio.
2. Ogni Perito Agrario ha pertanto doveri di collaborazione con il Collegio al quale appartiene e dovrà fornire allo stesso chiarimenti, delucidazioni e documenti che gli venissero richiesti, compatibilmente con il rispetto del segreto professionale.
3. L’iscritto all’Albo Professionale, ha altresì l’obbligo di segnalare al Consiglio del Collegio coloro che
si rendessero colpevoli di trasgressioni alle presenti norme previo richiamo in via privata ed amichevole.
4. Nel caso in cui, persista la trasgressione il Consiglio del Collegio interviene per stabilire il provvedimento disciplinare.
Art. 9
1. Il Perito Agrario ha il dovere di partecipare alle assemblee in modo da non pregiudicare la funzionalità del Collegio Professionale.
Art. 10
1. L’iscritto deve osservare con disciplina i provvedimenti emanati dal Collegio.
Art. 11
1. I Periti Agrari chiamati a far parte delle commissioni, segnalati o no dal Consiglio del Collegio, devono attenersi alle norme emanate dal Consiglio, tenendo sempre presente, in ogni circostanza,
l’interesse generale della categoria.
Perito Agrario 1/2007
DEONTOLOGIA
Art. 12
1. l Perito Agrario che, pur essendo iscritto all’Albo, successivamente alla propria iscrizione instauri rapporti di dipendenza con Enti o Privati, il cui regolamento vieti l’esercizio della Professione, è
tenuto a darne immediata comunicazione al Consiglio del Collegio, anche se in via eccezionale è
autorizzato a svolgere atti di libera professione.
Rapporti con i Colleghi
Art. 13
1. Ogni Perito Agrario deve mantenere sempre, nei confronti degli altri colleghi rapporti di cordialità, lealtà e collaborazione.
Art. 14
1. E’ scorretto il comportamento diretto alla sottrazione del cliente di un collega.
Art. 15
1. Il Perito Agrario non deve cercare di sostituirsi ai Colleghi che abbiano ricevuto incarichi professionali.
2. Qualora esso sia chiamato ad assumere un incarico già affidato ad altro collega, deve informare
quest’ultimo ed accertarsi che l’incarico precedente sia regolarmente revocato e soddisfatte tutte
le pendenze in atto.
3. Comunque il Perito Agrario , deve accertarsi in ogni circostanza da apprezzamenti nei confronti di
un altro professionista.
Art. 16
1. Il Perito Agrario che si attribuisce opera professionale di lavoro compiuto da altri, compie grave
mancanza professionale disciplinarmente sanzionabile.
Art. 17
1. Non è concesso promuovere vertenze giudiziarie contro un collega per motivi professionali se
non dopo aver informato il Presidente del Collegio Provinciale per un tentativo di conciliazione.
2. Dissensi professionali, non risolvibili bonariamente, vanno portati per la conciliazione al Consiglio
del Collegio Provinciale che si pronuncia prima dei termini previsti per eventuali azioni giudiziarie.
Art. 18
1. Il Perito Agrario deve qualificarsi in modo tale che sia evitato ogni possibile equivoco, precisando sulla carta intestata, nella targa dello studio, nell’elenco telefonico, nelle guide specializzate, nei
timbri, il titolo che gli compete di “Perito Agrario ” (abbreviazione Per.Agr.).
2. La pubblicità, anche per via telematica, effettuata nel rispetto delle leggi vigenti, deve essere contenuta entro i limiti della serietà professionale e, preventivamente autorizzata dal Collegio Provinciale territorialmente competente, non deve contenere titolo o specializzazioni professionali diversi da quelli accademici o scolastici informazioni che possano trarre in inganno il cliente.
Perito Agrario 1/2007
DEONTOLOGIA
3. Le targhe, le inserzioni sugli elenchi telefonici, pagine web e sulla carta intestata possono contenere le seguenti indicazioni:
- Dati anagrafici e dati relativi al domicilio professionale e recapiti del professionista ed orario di apertura dello studio al pubblico;
- Titoli di studio che danno diritto all’iscrizione all’albo professionale, titoli di specializzazione, senza abbreviazioni;
- Onorificenze concesse o riconosciute dallo stato.
Rapporti con i praticanti
Art.19
1. Nei rapporti con i Praticanti il Perito Agrario è tenuto all’insegnamento delle proprie conoscenze
ed esperienze in materia professionale ed a realizzare ogni attività finalizzata a favorire l’apprendimento da parte dello stesso, nell’ambito della pratica professionale, in conformità alle disposizioni legislative ed a quelle regolamentari. In particolare, il Perito Agrario deve favorire l’acquisizione da parte del praticante dei fondamenti teorici e pratici della Professione, nonché dei principi di deontologia professionale.
Rapporti con il committente
Art. 20
1. Il rapporto di fiducia è alla base dell’attività professionale e pertanto deve essere improntato alla
massima correttezza e lealtà. Il Perito Agrario dovrà tutelare nel migliore dei modi l’interesse del
committente con il rispetto della rettitudine e del decoro professionale.
Art. 21
1. L’incarico deve essere espletato secondo scienza e coscienza e dovrà essere rifiutato quando il Perito Agrario ritiene di non avere specifica competenza in materia, in questo caso il Perito Agrario
propone la consulenza di altro professionista.
2. La prestazione è personale e diretta, eventuali sostituzioni devono essere comunicate al cliente.
3. Qualora l’iscritto all’Albo, per qualsiasi motivo, non sia in grado di portare a termine l’incarico
professionale ha il dovere di informare il cliente e chiedere di essere sostituito da altro professionista al quale fornirà con diligenza tutte le informazioni sul lavoro già da lui espletato.
Art. 22
1. Costituisce grave violazione della correttezza professionale l’accettare o sollecitare premi o compensi da terzi interessati qualunque sia la causa.
Art. 23
1. Posto che la accettazione dell’incarico professionale deriva dalla competenza a svolgere quell’incarico, il ritardo ingiustificato o mancato adempimento delle prestazioni di attività professionale
richieste, per negligenza o trascuratezza, costituisce violazione del dovere professionale.
Perito Agrario 1/2007
DEONTOLOGIA
Art. 24
1. Il Perito Agrario ha l’obbligo di restituire al committente la documentazione, da quest’ultimo fornita, inerente l’incarico ricevuto, quando la parte ne faccia richiesta. In caso di rinuncia, pur rimanendo proprietario degli elaborati, è tenuto a fornire al committente, oltre la copia degli stessi, I dati, le notizie di quanto svolto sino a quel momento.
Art. 25
1. Il professionista deve astenersi dal prestare la propria attività professionale quando può esistere
conflitto d’interessi con il proprio cliente.
Art. 26
1. Il Perito Agrario è tenuto a dare al proprio assistito tutte le informazioni relative all’incarico in corso, quando ne faccia richiesta il committente.
Art. 27
1. Il professionista deve, nei limiti del possibile, pretendere affinché il mandato professionale sia
conferito per iscritto o, in subordine, dare conferma scritta dell’accettazione dell’incarico e deve
concordare con il Committente l'importo delle prestazioni da eseguire e proporre il preventivo
scritto per l'approvazione allo stesso Committente.
2. E’ fatto obbligo al professionista di rendere conto delle somme ricevute dal cliente o da terzi, per
lo svolgimento dell’incarico, mettendo a disposizione gli importi a favore del committente.
3. Il Perito Agrario ha diritto di trattenere dalle somme che gli siano pervenute dalla parte assistita
o da terzi, per le spese sostenute e trattenerle o compensarle con le proprie competenze, quando
vi sia il consenso della parte assistita e non vi sia contestazione sulle competenze richieste.
Art. 28
1. Il Perito Agrario che recede dall’incarico, non ancora ultimato, potrà farlo a condizione di prendere
tutti quei provvedimenti atti a non danneggiare il committente.
Art. 29
1. Poiché l’incarico professionale è un vero e proprio contratto di prestazione d’opera intellettuale il
Perito Agrario nell’assumere l’incarico deve stabilire il termine della prestazione.
Art. 30
1. Nel redigere la notula il Perito Agrario deve indicare con chiarezza le prestazioni eseguite, i compensi, le spese ed attenersi a quanto previsto dall'incarico ricevuto e dal relativo preventivo sottoscritto per accettazione dal Committente come indicato al precedente art.26 comma 1.
Art. 31
Il Collegio Nazionale, ai soli fini di indirizzo per i Colleghi e per l'Eventuale Utilizzo da parte dell'Autorità Giudiziaria, indica delle tariffe di riferimento che non hanno valore vincolante nel rapporto
tra Committente e Perito Agrario.
Perito Agrario 1/2007
DEONTOLOGIA
Art. 32
Il Perito Agrario nel caso svolga, anche in via non esclusiva, l'attività professionale, ha l'obbligo di
sottoscrivere adeguata polizza assicurativa di Responsabilità Civile che tuteli il Committente da
eventuali errori Commessi dal Professionista e dai suoi collaboratori nell'esercizio del mandato ricevuto.
Art. 33
1. Il Perito Agrario è tenuto nel modo più rigoroso al segreto professionale così come previsto dall’ordinamento della professione.
2. Può derogare all’obbligo di mantenere il segreto professionale con il consenso del committente e
quando è imposto dalla legge.
Rapporti con Enti, Autorità e terzi
Art. 34
1. Nei rapporti con i mezzi di informazione il Perito Agrario nel rilasciare dichiarazioni e interviste deve orientarsi al massimo equilibrio e non trarre benefici personali se in concorrenza con i colleghi.
Norme relative a concorsi e commissioni in genere
Art. 35
1. Il Perito Agrario non deve avvalersi della sua posizione di amministratore pubblico e del relativo
suo prestigio per i propri vantaggi professionali a scapito del lavoro dei colleghi, usurpandone il
lavoro, dovendo in ogni caso uniformarsi a quanto disposto negli articoli precedenti.
Art. 36
1. Il Perito Agrario designato o no dal Consiglio del Collegio od eletto a cariche istituzionali od a far
parte di qualsiasi tipo di commissione deve accettare la designazione o nomina e, anche se a titolo
personale, deve comportarsi in maniera corretta secondo quanto risulta dalle norme deontologiche.
2. In ogni caso è tenuto ad osservare tutte le disposizioni che il Consiglio del proprio Collegio dovesse
impartire nell’interesse e a difesa della categoria.
3. Il Perito Agrario deve comunque comunicare immediatamente al Consiglio del Collegio cui è
iscritto l’eventuale nomina in commissioni.
Perito Agrario 1/2007
DEONTOLOGIA
Disposizioni finali
Art. 37
1. Le norme deontologiche raccolte nei precedenti articoli costituiscono l’integrazione delle norme legislative o regolamentari che disciplinano l’attività di Perito Agrario quale libero professionista.
2. Esse devono essere osservate scrupolosamente dagli iscritti all’Albo, sotto pena di provvedimenti
disciplinari che potranno essere presi a seconda della gravità delle infrazioni, abusi, mancanze in
genere e atti comunque ritenuti dal Consiglio del Collegio, alla cui circoscrizione il collega appartiene, lesivi dell’etica professionale.
3. Ogni abuso o trasgressione nell’esercizio della professione o fatto sconveniente alla dignità professionale è perseguibile disciplinarmente ai sensi dell’art. 37 e seguenti della legge 28 marzo
1968 n. 434 così come modificata dalla legge 21 febbraio 1991 n. 54 e dal D.P.R. 731 del 16 maggio
1972.
4. A tale scopo il Consiglio del Collegio provvede ai sensi dell’ordinamento della professione di Perito Agrario e delle norme di attuazione dell’Ordinamento stesso.
Art. 38
1. Il Consiglio del Collegio vigila sull’osservanza da parte degli iscritti, delle presenti norme ed il Perito Agrario è tenuto, per quanto di sua competenza, a diffondere i principi etici sopra enunciati.
2. Ovunque l’infrazione venga commessa l’organo giudicante sarà sempre il Collegio presso il quale il Perito Agrario che ha commesso l’infrazione è iscritto.
3. Il collega od il Collegio di altre province, che vengano a conoscenza delle infrazioni commesse dal
collega Perito Agrario , dovranno rimettere al Collegio di competenza, tutti gli elementi, documentazioni, ecc. che potranno raccogliere.
Art. 39
1. Le presenti norme comuni a tutti i Periti Agrari sono deliberate dal Consiglio del Collegio Nazionale
e costituiscono regolamento interno e vincolano tutti i Periti Agrari.
Art. 40
1. Il presente regolamento sarà depositato presso il Ministero della Giustizia, il Consiglio Nazionale
dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati, i Collegi Provinciali e costituisce parte integrante del Regolamento della Professione di Perito Agrario ed entra in vigore alla data di adozione da parte del
Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati.
Perito Agrario 1/2007
PREZZI E MERCATI
Il mercato fondiario
Fonte Inea
LA SITUAZIONE
GENERALE
el 2005 il mercato fondiario
ha registrato una brusca
frenata. Le quotazioni medie a livello nazionale hanno evidenziato una sostanziale stabilità
rispetto all’ anno precedente
(+0,1%), in netto contrasto con gli
aumenti segnalati negli anni passati. Le indagini svolte dalle sedi regionali dell’INEA presso testimoni
privilegiati e operatori del settore,
pur nella consueta e composita articolazione che si registra nei mercati locali, hanno messo in luce un
rallentamento generalizzato della
crescita dei valori fondiari e delle
attività di scambio.
Le difficoltà maggiori sembrano
concentrarsi nella circoscrizione
Nord-Est che, dopo gli aumenti
N
Perito Agrario 1/2007
Aziende e SAU per titolo di possesso dei terreni in Italia
Aziende
Solo in proprietà
Solo in affitto
Proprietà e affitto
Totale
Solo in proprietà
Solo in affitto
Proprietà e affitto
– sup. in proprietà
– sup. in affitto
Totale
Solo in proprietà
Solo in affitto
Proprietà e affitto
Totale
1990
2000
2.313.662
329.966
93.814
93.062
250.192
227.220
2.657.668
2.150.248
Superficie (ha)
10.352.652
8.214.505
887.113
1.001.601
3.706.628
3.765,071
1.920.735
1.793.630
1.786.093
1.972,441
14.946.593
13.062.256
Superficie media aziendale (ha)
4.5
4.5
9.5
11.6
14.8
16.6
5.6
6.1
2003
1.605.192
97.480
259.663
1.962.535
7.375.859
1.256,523
4.463.428
2.008.342
2.475.087
13.115.811
4,6
12,9
17,3
6,7
Fonte: ISTAT, Censimento dell'agricoltura, 1990 e 2000. Struttura e produzione delle aziende
agricole, 2003. Universo CE.
25
PREZZI E MERCATI
consistenti riscontrati negli ultimi
anni, ha evidenziato un arretramento dei valori in quasi tutte le
zone altimetriche (tab. 7.1). Modesti sono stati gli aumenti registrati
nel Nord-Ovest e, come di consueto, nelle regioni meridionali.
Un discreto aumento si nota soltanto nell’Italia centrale, soprattutto nelle zone della collina litoranea. Esaminando la situazione con
dettaglio regionale emerge che ben
cinque regioni, tra cui il Veneto,
l’Emilia Romagna e l’Abruzzo,
hanno presentato diminuzioni delle
quotazioni e altre sette regioni, situate soprattutto nel Mezzogiorno
ma non solo, mantengono praticamente inalterato il prezzo della terra. L’aumento più significativo ha
riguardato le Marche (+4,5%), ma
sembra legato soprattutto a fattori
congiunturali specifici.
Il valore della terra è rimasto su livelli medi particolarmente elevati
nelle regioni settentrionali: le zone
di pianura hanno presentato valori
compresi tra i 30.000 e i 44.000 euro
per ettaro, ma ancora più alta è la
quotazione riscontrata nella collina
interna veneta (49.000 euro) nettamente influenzata dalla presenza di
terreni vitati di alto pregio.
Molto più contenuti sono i valori
nelle zone montane, escludendo il
caso del Trentino-Alto Adige dove
la frutticoltura e la viticoltura hanno portato il prezzo medio della
terra a livelli più che doppi rispetto
alle regioni confinanti.
Nell’Italia centrale le quotazioni
mediamente non si discostano molto da valori compresi tra i 10.000 e i
25.000 euro per ettaro.
Tendenzialmente più bassi sono i
prezzi che si riscontrano per i terreni del Mezzogiorno, tra cui spiccano i valori medi vicini alla soglia
dei 50.000 euro dei terreni pianeggianti della Campania, molto probabilmente a causa della forte
pressione urbanistica di queste
aree.
26
LE CARATTERISTICHE
REGIONALI
Italia nord-occidentale - Nel 2005
le regioni dell’Italia Nord-occidentale hanno registrato la prima battuta d’arresto dopo un periodo di
forte crescita. I valori nella circoscrizione sono cresciuti dell’1,1%
con un anomalo e forte rallentamento in Lombardia dove l’aumento si è attestato allo 0,3%, in netta
contrapposizione con i risultati degli anni 2003 (+6,1%) e 2004
(+5%). II 2005 complessivamente
non ha portato significative variazioni rispetto al numero degli scam-
bi e i valori fondiari si sono mantenuti stabili, essendosi registrate solo
alcune variazioni a livello locale. Le
previsioni per il 2006 in questa circoscrizione sono di prudenza negli
investimenti, che potrebbe comportare una contrazione dei valori determinata anche dalla superiorità
dell’offerta presente in molte aree.
Il Piemonte conferma un mercato
poco attivo, con prezzi che rimangono prevalentemente invariati rispetto al 2004. Alcune condizioni particolari si sono registrate nella pianura alessandrina, territorio nel quale
la riforma della PAC ha portato sta-
ticità nel mercato durante la seconda parte dell’anno, e nel cuneese,
dove sono avvenuti numerosi scambi promossi sia dalla disponibilità di
quote latte, sia dall’applicazione
della direttiva nitrati. Forti investimenti, prevalentemente provenienti
da operatori extragricoli, hanno interessato i fondi rustici individuati
per operazioni finanziarie di diversificazione degli investimenti. Una
situazione di grave difficoltà si registra nel settore della viticoltura,
principalmente a causa delle difficoltà del mercato dei vini: tutte le tipologie di vigneto Doc sono in diminuzione, arrivando anche a -15%
nella zona del Barbera d’Asti.
Anche in Valle d’Aosta in numero
di scambi si e mantenuto ai livelli
del 2004, promosso per lo più da accorpamenti e imprenditoria giovanile; rimangono vitali le forme di
coltivazione con contratti di comodato e di affitto dei fondi agricoli.
Relativamente alla Lombardia, nelle province di Brescia, Mantova si
riscontra una lieve contrazione,
mentre i valori presentano qualche
aumento a Bergamo, Como, Lecco,
Milano, Lodi. Nelle restanti province si nota una sostanziale stabilità. I
fondi che hanno subito i maggiori
apprezzamenti sono quelli di fondo-valle (Sondrio, Varese) potenzialmente condizionati da destinazione d’uso non agricolo. Per il 2006
si attende stabilità e il possibile aumento del valore dei fondi in zone
con ordinamenti di pregio: collina
con zone vinicole, pianura con filiere zootecniche e colture ortoflorovivaistiche.
In Liguria gli scambi sono stati molto limitati, i valori si sono mantenuti alti per la forte competizione del
terreno agricolo con altri usi extragricoli, fenomeno che si registra in
particolar modo nella provincia di
Imperia. I terreni situati in condizioni favorevoli per l’orticoltura e
la floricoltura continuano a mantenere una crescita positiva, in quanto
Perito Agrario 1/2007
PREZZI E MERCATI
le coltivazioni ad alto reddito aiutano a contrastare la crisi industriale che ha attraversato la regione.
Italia nord-orientale - Nell’area
Nord-orientale gli scambi si sono
mantenuti stabili rispetto al 2004,
oppure hanno subito, in qualche
caso, un ulteriore rallentamento rispetto all’ annata precedente: mediamente la variazione percentuale dei valori fondiari ha registrato
una contrazione (-1,3%). Il Veneto
e Emilia-Romagna hanno trainato
negativamente l’andamento (rispettivamente con -1,8% a -1,9%),
mentre Trentino-Alto Adige e
Friuli-Venezia Giulia hanno registrato segnali positivi (rispettivamente +0,8% e +1,1%). Nel 2006
sono previste condizioni di generale stabilità, con una possibile tendenza al ribasso.
Analizzando nel dettaglio alcune
situazioni delle regioni orientali, si
rileva che in Trentino gli scambi sono diminuiti, ma si è mantenuto
equilibrio tra domanda e offerta. I
vigneti hanno subito un rallentamento, mentre la melicoltura è cresciuta facendo aumentare i valori
dei fondi anche del 15% nell’asta
dell’Adige. Di contro, la provincia
di Bolzano ha visto un arretramento dei meleti e un anno di stabilità
per seminativi e vigneti.
In Veneto si è osservato un rallentamento degli scambi nonostante il
sostegno della domanda da parte di
operatori extragricoli. I prezzi medi
nelle province sono rimasti prevalentemente stabili. Il settore che ha
registrato decrementi maggiori anche in questa regione, è il vitivinicolo, che ha subito un calo del prezzo del terreno (con punte del -15/20% nel veronese). Tale situazione
e stata determinata sia dalla diminuzione delle produzioni (volume
prodotto -20%) e sia dai diminuiti
prezzi del vino, in particolare per le
categorie Doc e IGT. L’offerta di
Perito Agrario 1/2007
fondi è stata sostenuta dalla vendita di piccole aziende non più in grado di mantenere un reddito adeguato. Tale situazione potrebbe determinare un mutamento delle dimensioni aziendali per la necessità
di operare secondo economia di
scala.
Anche in Friuli si è registrata la
medesima difficoltà nel settore vitivinicolo nei seminativi, con una
stasi degli scambi e con un’offerta
superiore alla domanda. In alcune
aree la domanda e stata sostenuta
da operatori extragricoli.
Infine, in Emilia-Romagna i dati
del 2005 evidenziano come il mer-
cato fondiario rifletta la crisi del
settore agricolo. I valori fondiari
registrano aumenti in provincia di
Parma (+12%) e di Reggio Emilia
(+3%) e diminuzioni nelle restanti
province Piacenza (-2%), Modena
(-2%), Bologna (-6%), Ferrara (4%), Forlì (-4%) e Ravenna (10%). La domanda degli operatori
si concentra principalmente su terreni a seminativo, vigneti e orticole.
I valori sono cresciuti nella parte
orientate, mentre i vigneti sotto diminuiti del 5-6%. Come in Veneto
la difficile gestione delle piccole
proprietà e il problema del ricam-
bio generazionale sono le prime
motivazioni per l’offerta di fondi
nel mercato.
Italia centrale - L’Italia centrale riporta il miglior risultato nazionale
nel mercato fondiario, con una crescita media della circoscrizione pari a +1,6%. In particolar modo, pur
con qualche precisazione da fare,
spicca la crescita delle Marche
(+4,5%). Il dato marchigiano, molto positivo rispetto all’andamento
generale, sostenuto dall’interesse
per i fondi dotati di fabbricati da ristrutturare e da destinare all’attività agrituristica in espansione in tutta la regione.
Analizzando la situazione su scala
regionale, il mercato Toscano è risultato scarsamente movimentato
con quotazioni medie invariate o in
flessione rispetto al 2004. Il dato
medio dei valori fondiari registra
una lieve diminuzione (-0,3%). La
crisi del settore agricolo ha raffreddato gli scambi e il settore vitivinicolo, trainante negli scorsi anni, ha
subito forti ribassi anche nelle aree
di maggior pregio, con risultati particolarmente negativi nel Grossetano (-10/15%). Cresce nel tempo la
richiesta di aree da destinare ad attività faunistico-venatorie e di fondi con la presenza di edifici per fini
non agricoli, a scopo edificatorio,
industriale e commerciale. Si mantiene sostenuta la domanda da parte di operatori extragricoli con finalità speculativa. Nel corso del
2006 si prevede ancora una situazione stazionaria.
Nell’Umbria si conferma una situazione di stasi, in parte determinata
dai prezzi mantenuti elevati da investitori extragricoli alla ricerca di
fondi edificabili o da valorizzare
con attività agrituristiche. L’offerta
prevalentemente deriva dalla cessata attività di aziende non più in grado di sostenere una gestione economica redditizia. Gli ulivi nelle zone
27
PREZZI E MERCATI
collinari che circondano Terni e i vigneti nella zona Doc di Orvieto,
contrariamente alle regioni confinanti, hanno aumentato di valore rispetto agli anni precedenti registrando crescite intorno al 5-10%.
Nelle Marche, pur con i risultati positivi per la crescita del valore, si è
registrata una riduzione degli scambi con un’offerta prevalente di
aziende che hanno cessato l’attività
e una domanda generata dalla ricerca d’investimenti più sicuri. Le
colture che offrono maggiore redditività (frutteti, oliveti, vigneti) sono
avvantaggiate da questa tendenza.
Le quotazioni più elevate sono generate dalla presenza di operatori
extragricoli, disposti a pagare anche
il 10-15% in più del valore reale del
fondo. Va sottolineata, peraltro, la
sensibile presenza di giovani imprenditori.
Nel Lazio, si è verificata una sostanziale stasi delle contrattazioni, con
prezzi tuttavia in crescita (+1,8%).
L’offerta, anche in questa caso, nasce dalla cessazione di attività, mentre la domanda da investitori alla ricerca di diversificazione negli investimenti o immobilizzazione di capitali. In alcuni comuni le aspettative di realizzazioni extragricole tendono verso gli investimenti di tipo
speculativo. Due tipologie di terreni
in evidenza nel corso dell’anno sono
stati i terreni investiti a nocciole in
provincia di Viterbo, favoriti dal positivo andamento del mercato di
questo frutto, e i terreni olivetati in
provincia di Latina che hanno subito una significativa contrazione del
valore (-9%) a causa della forte riduzione del prezzo dell’olio. I fondi
continuano a mantenere valori eccessivamente alti rispetto alla reale
produttività ed è prevedibile una
prossima tendenza al ribasso.
Italia meridionale – La circoscrizione meridionale ha riportato risultati modesti con una crescita dello
28
0,6%, non dissimile da quanto riscontrato negli anni precedenti. Nel
corso del 2006 il mercato fondiario
delle regioni dell’Italia meridionale dovrebbe mantenere le tendenze
attuali, anche se sostanziali variazioni dei valori dei fondi potranno
derivare dalla presenza dei diritti
PAC.
In Abruzzo l’esiguità degli scambi
ha caratterizzato l’anno, fatta eccezione per la provincia di Pescara,
nella quale gli scambi sono aumentati, mentre i valori medi sono diminuiti (-1,6%). I fondi con presenza
di edifici o abitazioni hanno attra-
versato un periodo di maggior vivacità interessando anche investitori
stranieri. Le superfici boschive hanno mantenuto prezzi stabili, in alcuni casi fondi sono stati trasformati
in colture arboree, mentre le tipologie tradizionali a causa della crisi
economica hanno subito una contrazione anche di qualche punto
percentuale.
In Molise le quotazioni non si sono
modificate rispetto al 2004, dato
che sono considerate già superiori
alle effettive capacità dei fondi di
generare reddito. La domanda si è
contratta per le minori disponibilità
all’investimento da parte degli im-
prenditori agricoli che hanno ceduto il passo a investitori extra-agricoli orientati verso destinazioni non
agricole (infrastrutture e costruzioni). Nella provincia di Isernia si sono realizzate le variazioni positive
più consistenti.
In Campania si è registrata una generale stabilità delle quotazioni con
una leggera flessione dei fondi non
interessati da diritti PAC.
La crescita dei valori si è attestata
sul 3%, confermando l’andamento
intrapreso durante lo scorso anno.
Andamenti significativamente positivi sono avvenuti in provincia di
Caserta, con l’aumento del 4-5%
per il seminativo irriguo trainato
dal settore bufalino.
La domanda in generale è prevalsa
per i terreni seminativi, mentre l’offerta ha visto maggiormente coinvolte le zone marginali o terreni già
in regime di affitto.
In prossimità dei centri abitati, di
arterie commerciali o di zone turistiche il valore è influenzato dall’opportunità di un utilizzo extragricolo del fondo. Per quanto riguarda gli operatori, si registra la
presenza e l’interesse di imprenditori giovani favoriti dai finanziamenti disponibili con il primo insediamento.
In Puglia il 2005 ha confermato
l’andamento del 2004, presentando
segni di vitalità nelle aree con buona disponibilità di capitali e agricoltura intensiva. Nella provincia di
Taranto continua un modesto deprezzamento dei terreni ad agrumi
e vino da tavola e, in generale, nell’intera regione le tipologie più richieste sono vigneti e seminativi irrigui. Le colline litoranee di Ostuni,
prevalentemente coltivate ad oliveto, sono soggette ad una rivalutazione connessa alla crescente domanda per usi extragricoli del suolo
con iniziative di turismo rurale. I titoli PAC dei terreni influiranno sulle quotazioni in maniera più evidente durante il 2006.
Perito Agrario 1/2007
PREZZI E MERCATI
In Basilicata non viene registrata
alcuna variazione significativa, con
scambi pressoché nelle zone ad
agricoltura estensiva e minimi nelle
aree ad agricoltura intensiva. Tale
situazione è determinata principalmente dalla crisi attraversata dal
settore agricolo. II valore dei fondi
si è differenziato per la presenza o
assenza di titoli PAC. La domanda
è caratterizzata anche da investitori stranieri, per lo più alla ricerca di
fondi dotati di una casa colonica e
di qualche ettaro di terreno per ricavarne poderi destinati a diventare strutture turistiche. La Basilicata
è la regione italiana che fa registrare la peggior contrazione del valore
medio dei terreni, con una diminuzione del 2%.
In Calabria il mercato fondiario risulta particolarmente statico e i valori dei fondi, benché elevati, non
hanno subito variazioni rispetto all’
anno scorso. I giovani imprenditori,
grazie alle misure previste dai fondi
strutturali, stimolano concretamente la domanda di terreni a seminativo o si fanno promotori di ampliamenti dell’ azienda agraria. Un
problema presente nelle zone costiere e periurbane delle province
di Reggio Calabria, Vibo Valenzia
e Cosenza è legato alla pressione
esercitata dalla criminalità organizzata che controlla i prezzi escludendo dal mercato l’entrata di altri
soggetti.
Italia insulare – In questa circoscrizione il mercato ha vissuto una fase
di staticità, con compravendite
molto modeste o limitate a piccoli
appezzamenti di terreno. Uno stimolo forte alla domanda proviene
per entrambe le regioni dalla richiesta di fondi rustici con caseggiati per finalità extragricole e redditi da utilizzazione turistica.
Analizzando la situazione regionale, in Sicilia si sono registrate difficoltà nel settore agrumicolo e vitivinicolo, mentre risultano favorePerito Agrario 1/2007
voli e con buone quotazioni i terreni irrigui e gli oliveti. A differenza
dei risultati ottenuti con i fondi
strutturali da altre regioni, l’interesse da parte dei giovani imprenditori agricoli risulta molto contenuto. Le compravendite di terreni
di piccola dimensione e di quelli
adatti all’irrigazione mantengono
buone quotazioni a seguito della richiesta proveniente dalle redditizie
attività orticole o vivaistiche.
Anche in Sardegna si registrano
condizioni simili: staticità di mercato, delle quotazioni (+0,4%) e compravendite limitate. Le variazioni
di quotazioni più significative si sono verificate nel campidano per i
terreni orticoli (+5%) e nel sassarese per i pascoli e le colture arboree (3,5-4,5%). La domanda ha origine prevalentemente da giovani
imprenditori con l’obiettivo di ampliare l’azienda e accrescere il proprio reddito grazie a economie di
scala, mentre l’offerta proviene da
agricoltori anziani che non hanno
possibilità di veder proseguita l’attività in famiglia. Una particolare
attenzione è dedicata ai terreni in
zona costiera, ricercati per il possibile abbinamento agricolo con l’attività ricreativa.
IL MERCATO DEGLI AFFITTI
La struttura delle aziende agricole
italiane ha subito profonde trasformazioni nell’ultimo decennio con
riflessi evidenti anche nella distribuzione del titolo di possesso dei
terreni. A fronte di una generale
contrazione del numero di aziende
(-26% tra il 1990 e il 2003) e anche
di superficie agricola (-12%), ha
fatto riscontro una consistente diminuzione delle aziende in proprietà e una contestuale crescita
delle aziende con terreni in affitto.
Le aziende costituite da terreni solo in proprietà sono diminuite dal
1990 al 2003 di oltre 700.000 unità
(-31%) e in misura corrispondente
anche la SAU con il risultato di
mantenere quasi inalterata la superficie media aziendale. Diversamente, il numero di aziende con
terreni in affitto o parte in proprietà e parte in affitto è leggermente
aumentato, mentre è cresciuta la
SAU in affitto in misura considerevole (circa +40% in entrambe le tipologie), portando ad un aumento
progressivo della superficie media
aziendale. La crescita più significativa si registra per le aziende solo
in affitto, passate dai 9 ettari del
1990 ai 12,9 ettari del 2003 (tab.
7.2). La tipologia di aziende con affitto ha saputo avvantaggiarsi della mobilità fondiaria; purtroppo i
riflessi sull’evoluzione della dimensione media delle aziende agricole
sono stati modesti a causa del peso
ancora trascurabile delle tipologie
con affitto.
La crescita delle dimensioni aziendali è stata principalmente determinata dalla necessità di realizzare
economie di scala per ammortizzare i costi e ricavare un reddito sufficiente dalla conduzione. Al contrario, le numerose piccole aziende
con terreni in proprietà stanno abbandonando la conduzione diretta
perché non più economicamente
conveniente e i proprietari sembra-
29
PREZZI E MERCATI
no propensi a cedere i terreni in affitto o a ricercare forme di gestione
in partecipazione con i servizi contoterzi. La domanda di terreni in affitto da parte delle aziende e stata
promossa anche dalla nuova PAC al
fine di assicurare la copertura completa di diritti. Va ricordata inoltre,
l’influenza della legislazione ambientale per il rispetto dei limiti del
carico di bestiame per ettaro: in alcune aree l’interesse delle aziende
zootecniche ha determinato valori
dei canoni d’affitto superiori all’effettiva redditività del terreno. In attesa della pubblicazione dei dati più
aggiornati da parte dell’ISTAT, si
può ipotizzare che, anche nel prossimo anno, la richiesta di superficie
in affitto da parte delle aziende già
arrivata al 28% della SAU totale
2003, rispetto al 18% del 1990 –
continui ad aumentare.
L’entrata in vigore della nuova normativa del pagamento unico aziendale ha determinato — su livello
nazionale una diffusa regolarizzazione dei contratti, obbligatoria per
l’accesso ai contributi dell’Unione
europea. In molte regioni il numero di contratti registrati è in crescita
e, anche se i canoni registrati differiscono da quelli reali, è emersa una
situazione non registrata precedentemente. L’attesa degli effetti della
PAC nel 2006 ha favorito un atteggiamento di prudenza diffusa e talvolta di flessione del valore dei canoni più elevati. In molte regioni si
ritiene che si andrà verso un mercato degli affitti diviso nelle due componenti: terreni con diritti all’aiuto
e terreni senza diritto. Le conseguenze, attualmente non facilmente prevedibili, potrebbero comportare un maggior dinamismo negli
scambi e una crescita dell’offerta
con canoni più bassi. In generale,
l’atteggiamento di prudenza fa prevedere canoni stabili o in leggera
flessione. A ridimensionare una potenziale tendenza al rialzo dei canoni per terreni dotati di titoli all’aiu-
30
to ha contribuito anche la creazione della riserva nazionale che rende disponibili gratuitamente i diritti all’aiuto a nuovi imprenditori intenzionati a condurre direttamente
il proprio fondo o un fondo in affitto.
Gli accordi in deroga rappresentano la forma di contratto più diffusa
a livello nazionale e in costante crescita nel tempo. Gli accordi verbali
sono in diminuzione e sono spesso
legati a periodi brevi o a superfici
limitate. In alcuni casi, a livello locale, si mantengono alcune forme di
accordo particolare, ad esempio: ad
meliorandum in provincia di Tren-
to, affitto delle sole piante negli uliveti in provincia di Rieti, Soccida in
provincia di Cosenza, compartecipazione del 50% del prodotto nelle
aree interne della Campania, di tipo mezzadrile in Basilicata, suddivisione del raccolto 80-20% per la
coltivazione del finocchio in provincia di Crotone, al solo
sfalcio/manutenzione in Veneto, al
pascolamento delle ristoppie in Sicilia, alla corresponsione del canone in natura, ecc. La legislazione vigente ha promosso, inoltre, i contratti di cessione all’interno della
famiglia, in particolare il comodato,
così da facilitare l’accesso ai contributi riservati ai giovani imprenditori agricoli. A questo riguardo rileva
che oltre 200.000 ettari, pari a circa
il 5%, della superficie considerata
in affitto viene ceduta ad uso gratuito.
La durata del contratto di affitto si
mantiene limitata nel tempo. In
molti casi deve ancora essere superata una resistenza determinata
dalle legislazione passata che rendeva difficile il rientro in possesso
del bene, una volta concesso in affitto. In altri casi, se c’ attesa la vendita o la trasformazione del fondo,
oppure non vi è più interesse a condurre l’attività agricola, l’affitto è limitato all’annata agraria o limitatamente alla stagione. Secondo l’opinione di molti operatori del settore,
il mercato degli affitti si mantiene
vitale per l’elevato valore del terreno che impedisce l’acquisizione di
nuovi fondi.
Le caratteristiche regionali – Nelle
regioni settentrionali la domanda di
fondi in affitto prevale nettamente
rispetto all’offerta, sostenuta principalmente dalla necessità di aumentare la superficie aziendale per
usufruire dei diritti PAC. Anche le
aziende zootecniche intensive contribuiscono a mantenere elevata la
domanda al fine di contenere il carico di bestiame nei limiti concessi
dalla legislazione ambientale. In alcune aree la necessità della distribuzione dei reflui zootecnici ha fatto registrare valori anomali dei canoni di locazione. In Lombardia,
nelle zone caratterizzate dalla presenza di colture specializzate (orticoltura e vivaismo) i canoni si mantengono elevati ma non si notano
ulteriori aumenti e la domanda è
particolarmente sostenuta soltanto
per i terreni più fertili. I contratti
con i contoterzisti sono stati invece
caratterizzati da una maggior prudenza. In Trentino si registra una
Perito Agrario 1/2007
PREZZI E MERCATI
leggera flessione dei canoni dei
frutteti (-10% circa) e una parallela
crescita della propensione all’acquisto della proprietà per contenere
i risultati negativi delle annate meno favorevoli. in Alto Adige la domanda si mantiene, invece, più contenuta. In Veneto le province di Vicenza, Treviso, Padova e Rovigo
hanno registrato un netto aumento
del numero di contratti. In provincia di Verona spicca una forte domanda per terreni a kiwi e vigneti e
di offerta per i pescheti. In generale,
i canoni si sono mantenuti sui livelli del 2004, a fronte di un atteggiamento più prudente da parte degli
operatori.
In Friuli-Venezia Giulia la domanda
di terra si mantiene elevata e risalta
la richiesta di affitto delle malghe
sostenuta dalle misure agroalimentari del PSR. In Liguria la domanda
si mantiene elevata in tutta la regione ed è sostenuta da giovani imprenditori, con l’unica eccezione
della provincia di Imperia dove
prevale l’offerta. L’Emilia-Romagna registra un equilibrio tra domanda e offerta nelle province di
Piacenza, Reggio Emilia, Modena e
Bologna e in generale una riduzione
dei canoni di affitto delle vane tipologie di terreni.
Nelle regioni centrali si registrano
situazioni diverse. In Toscana vige
un sostanziale equilibrio tra domanda e offerta, mentre in Umbria,
nelle Marche e nel Lazio una prevalenza della domanda. In tutte le
regioni i canoni si mantengono stabili o in leggera diminuzione per la
flessione della redditività nel settore agricolo. In particolare per la Toscana i fondi più richiesti sono i seminativi in provincia di Grosseto e i
terreni per il vivaismo in provincia
di Pistoia. Sono state più contenute
del passato le quotazioni per i terreni viticoli nelle aree di maggior
pregio della regione. Nelle Marche
in provincia di Pesaro-Urbino va
sottolineata la drastica riduzione
Perito Agrario 1/2007
degli incentivi per i foraggi disidratati che ha portato ad una contrazione dei canoni di affitto. Nel Lazio si registra un forte aumento della regolarizzazione di contratti verbali. In provincia di Roma continuano a mantenersi elevati gli affitti dei pascoli e prati, in particolare
a medicaio, per la vicinanza con le
aziende di trasformazione della capitale, arrivando a generare una
certa distorsione nelle contrattazioni.
Nelle regioni meridionali ed insulari prevale la domanda di terreni con
l’unica eccezione della Basilicata,
che ha maggiormente sofferto del-
la sfavorevole congiuntura del settore ortofrutticolo e cerealicolo, generando un’offerta di fondi superiore alla domanda. In Abruzzo si
sono registrati valori simili al 2004
e le locazioni non sono cresciute
nelle proporzioni attese, principalmente a causa del raggiungimento
di dimensioni aziendali medie adeguate a sostenere la bassa redditività delle colture cerealicole. Anche
in Molise non sono state registrate
significative variazioni e non è previsto un aumento dei canoni. In
Campania si rileva una forte domanda per le zone migliori con il
mantenimento di canoni elevati e
una prevalenza dell’offerta in zone
marginali. In provincia di Napoli
l’attesa di trasformazione con altre
destinazioni d’uso dei fondi vicini
ad aree densamente popolate frena
gli affitti. Per le superfici soggette al
pagamento unico aziendale è in
crescita la trasformazione di contratti di affitto in conduzione diretta da parte del proprietario, con
l’aiuto dei servizi contoterzi. In Puglia il mercato degli affitti continua
a mantenersi poco significativo ed è
riconducibile per la maggior parte
ad affittanze stagionali. In Calabria
il mercato degli affitti formale risulta sempre più bloccato, mentre l’affitto informale di durata stagionale
– talvolta definito con pagamenti in
natura (formaggio o prodotto raccolto) – è molto diffuso, soprattutto per pascoli di montagna e uliveti
di collina. In Sicilia l’insolvenza del
canone da parte degli affittuari costituisce un freno al mercato dell’affitto, che si limita in molti casi a
cessioni all’interno della famiglia
per il godimento dei benefici legislativi. I canoni di maggior rilievo riguardano i piccoli appezzamenti
nelle aree Sud-orientali dell’isola,
dove sono coltivate soprattutto orticole. L’interesse per queste colture
ha portato ad una lieve crescita dei
canoni. In Sardegna non si sono
manifestate tendenze differenti rispetto al 2004, con contratti in deroga di 1-2 anni per i seminativi e 35 anni per i pascoli, senza variazioni
nei canoni.
Per una descrizione dettagliata della
metodologia di stima e della procedure di rilevazione si veda di A. Povellato (a cura di), Il mercato fandiario in Italia, NBA, Roma 1997. Un
maggior dettaglio della banca dati
sui valori fondiari e disponibile nelle
pagine web (http://www.inea.ittprogetti/mercato f.cfm).
31
ENERGIA
Confederazione Dirigenti Quadri e impiegati dell’Agricoltura
Energia della conoscenza
di Luciano Bozzato
n ampio e
articolato
dibattito
si è sviluppato
nel corso del tradizionale incontro della Confederdia all’Eima
di Bologna che
ha segnato un’importante tappa di un
percorso avviato al suo interno sul tema “ENERGIA RINNOVABILE”
- Opportunità e sviluppo in Agricoltura.
L’iniziativa della Confederazione
Italiana Dirigenti Quadri ed Impiegati dell’Agricoltura, coordinata dalla
giornalista Rai Marina Pivetta, ha voluto ancora una volta informare i nostri associati e tutti gli operatori del
settore agricolo su un argomento di
pregnante attualità ed ha fornito
un’ulteriore opportunità di condivisione delle scelte e dei programmi attraverso una corretta informazione
ed una riflessione su una materia
strategica per le conseguenze che il
fattore energetico determina nei rapporti di produzione, nei rapporti con il
mercato e sulle condizioni reddituali
professionali del settore, anche all’indomani della Riforma della Pac. Difatti, è necessario operare di intesa al
fine di non far rimanere il mondo
agricolo e non solo, dentro una nuova
dipendenza e marginalità, che inevitabilmente ricomprenderà il lavoro
dipendente dell’agricoltura. È necessaria, dunque, una politica imprenditoriale che persegua la competitività e
la creazione del valore aggiunto non
attraverso una riduzione del costo del
lavoro ma, al contrario, con l’impiego
U
32
di sempre maggiori competenze e
professionalità, necessarie per una
produzione di qualità e specificità,
elementi determinanti per una nostra
affermazione nel mercato.
La produzione di energia verde è, come emerso anche nella relazione del
Prof. Giovanni Riva, dell’Università
Politecnica delle Marche, una opportunità per il mantenimento e lo sviluppo del settore agricolo e per il
conseguimento di risultati virtuosi di
carattere generale, con evidenti van-
taggi ambientali ed energetici, nonché di natura sociale e strategica e di
sicuro stimolo per la diffusione della
cultura del risparmio energetico.
La rilevante platea di dirigenti e tecnici agricoli rappresenta la volontà da
parte di tali soggetti di voler giocare
un importante ruolo a cui bisogna dare una risposta attraverso la realizzazione di un sistema formativo indispensabile per sostenere la scelta
strategica di una economia basata
sulla conoscenza.
COMUNICATO STAMPA
Dir-Agri/Confederdia, firmataria del Contratto Dirigenti dell’Agrifin dal 1949, e l’A.n.d.i./C.i.d.a., ha sottoscritto il 13 febbraio
Lc.a.,acoltura,
con la Confagricoltura, l’accordo per il rinnovo biennale retributivo.
L’art. 8 – Retribuzione prevede l’aumento dello stipendio base mensile secondo i seguenti scaglioni:
a) con decorrenza 1° gennaio 2007 di € 120,00 mensili;
b) con decorrenza 1° gennaio 2008 di € 80,00 mensili.
Pertanto il nuovo stipendio base mensile spettante ai dirigenti dal 1° gennaio 2007, è di € 3.235,00 e dal 1° gennaio 2008 sarà di € 3.315,00.
Luciano Bozzato, Presidente Confederdia, sottolinea il pieno rispetto delle decorrenze contrattuali ed il risultato raggiunto che riconosce la professionalità dei dirigenti agricoli come risorsa da valorizzare per una agricoltura che sempre più vuole essere impresa e stare sul mercato.
Perito Agrario 1/2007
ZOOTECNIA
Micro emergenze veterinarie
La cattura degli animali vaganti:
uso della teleanestesia
di Stefano Battistini
i è svolto a Gallicano ( LU ) il
15 dicembre 2006 il Corso su
“La cattura degli animali vaganti e relativi DPI”. L’attività formativa fa parte di un più ampio progetto sulla gestione delle macro e
micro-emergenze non epidemiche
in ambito veterinario che vede coinvolte le 12 ASL della Toscana in un
percorso formativo iniziato nel
2002, finanziato dalla regione Toscana con la ASL 2 di Lucca capofila,
che ha portato tutte le ASL toscane
a dotarsi di un Piano d’intervento
collegato in rete. Nell’ambito di tale
progetto sono state individuate alcune situazioni classificabili come
microemergenze e tra queste appunto la cattura degli animali sfuggiti dal controllo dei detentori.
Hanno partecipato a questa esperienza formativa: i referenti del
gruppo micro e macro emergenze
non epidemiche di tutte le ASL Toscane; alcuni rappresentanti del Master in “Coordinamento della attività di protezione Civile università di
Firenze”, del corpo nazionale dei
VVFF, della Polizia Provinciale, e di
alcune associazioni di Volontariato
presenti sul territorio.
Animatori dell’evento sono stati i
Dott.ri Klaus G. Friedrich e Paolo
Cavicchio della SivasZoo
Società Italiana Medici Veterinari
degli Animali Selvatici e da Zoo
Sezione nazionale della European
Association of Zoo and Wildlife Veterinarians.
Gli argomenti trattati sono stati la
S
Perito Agrario 1/2007
Preparazione della siringa
Gestione delle catture di Bovini domestici vaganti, equini e cani.
Il bovino domestico vagante e/o inselvatichito è un bovino che per particolari condizioni ha perso la normale mansuetudine e non si può avvicinare e catturare con abituali tecniche. Sono animali che possono
scappare dalle stalle, spesso divincolandosi durante le operazioni di carico o scarico dai camion di trasporto, oppure sono animali che si sono
abituati alla vita brada e hanno timore dell’uomo. In alcune zone, generalmente zone marginali rientranti nel perimetro dei Parchi nazionali o Regionali, vivono branchi
di bovini vaganti senza proprietario,
che si riproducono autonomamente. In Italia sono animali che appartengono solitamente a razze da car-
ne italiane (maremmana, chianina,
marchigiana, incroci) o straniere
(charolaise, limousine, aubrac, incroci) provenienti dai pascoli (i cosiddetti broutards). La mole varia
da 200 kg sino ad oltre 700 kg.
Appare evidente come un bovino in
queste particolari condizioni rappresenti sempre un potenziale grave pericolo per le persone, gli autoveicoli ed i treni. La pericolosità
non consiste soltanto nella sua aggressività ma anche nella sua mole,
che raggiunge spesso varie centinaia
di chilogrammi. Nel caso il bovino
vaghi disordinatamente verso centri
abitati o abitazioni può diventare
aggressivo a causa della paura ed attaccare le persone. Se si aggira nei
pressi di strade frequentate da automobili, può attraversare improvvi-
33
ZOOTECNIA
samente la carreggiata ed essere travolto dalle auto che sopraggiungono, con gravi conseguenze per gli autisti e i passeggeri. Se il bovino è vicino ad una ferrovia rappresenta un
pericolo per i treni: in questo caso è
assolutamente indispensabile avvisare le stazioni ferroviarie prima e
dopo il punto delle operazioni per
bloccare il transito dei convogli.
In ogni caso per la gestione di una
emergenza bovino vagante inselvatichito è fondamentale avvisare immediatamente le Forze di Pubblica
Sicurezza, normalmente Carabinieri
o Polizia Municipale, che avranno la
responsabilità di garantire la sicurezza dell’evento. In collaborazione
con questi soggetti si dovrà procedere ad una attenta valutazione del rischio e del pericolo che il bovino
può rappresentare. Si dovrà quindi
prendere in considerazione la vicinanza di strade, ferrovie, case, centri
abitati, nonché procedere ad una valutazione dell’indole dell’animale.
Fatte le dovute valutazioni si potranno proporre soluzioni adeguate per
la situazione in accordo con le Forze di Pubblica Sicurezza.Alcune volte può essere la stessa amministrazione comunale a richiedere la cattura di gruppi di bovini vaganti per
il controllo del pascolo abusivo.
Quando la situazione lo consente è
possibile proporre la cattura del bovino tramite la teleanestesia, cioè
usando siringhe contenenti farmaci
narcotici sparate da appositi fucili
lanciasiringhe. In ogni caso la cattura
di un bovino vagante inselvatichito
mediante teleanestesia è un’operazione da considerare come molto
pericolosa: non si deve sottovalutare l’indole apparentemente mansueta dell’animale, che può attaccare
improvvisamente gli operatori che si
avvicinano; non si deve sottovalutare
la mole dell’animale e la sua devastante forza d’urto.
La risposta ai farmaci anestetici è assai diversa rispetto quella che si ottiene in un animale tranquillo stabu-
34
lato. Quindi tutta l’operazione di
cattura tramite teleanestesia dovrà
avere come condizione essenziale la
sicurezza degli addetti all’operazione
di cattura. La pericolosità dovuta alla mole dei soggetti impone agli operatori di prestare grande attenzione
in tutte le fasi della cattura ed è molto importante che in tutta l’operazione si evitino rumori, urla ed atteggiamenti che possano spaventare
ed innervosire l’animale.
La scelta dei protocolli anestetici
per mezzo della teleanestesia in
campo di animali vaganti deve prevedere la specie e l’individuo interessato, il suo stato fisiologico e le
sue condizioni psicologiche; ma anche le condizioni ambientali, come
la presenza di autostrade o altre situazioni che possono rappresentare
un pericolo durante l’intervento richiedono una scelta farmacologia,
che permette una fase di induzione
anestetica più breve possibile per recuperare l’animale in piena sicurezza. Nella scelta dei farmaci anestetici
sono da considerare i seguenti punti:
• Ampio margine di sicurezza per la
difficoltà di stimare il peso a distanza;
• Concentrazione alta (max. in un
dardo di 3 ml di liquido);
• Azione rapida (breve induzione) –
assorbimento per via i.m. rapida;
• Non irritante;
• Buon risultato; rilassamento muscolare, depressione cardio-circolatoria minima, depressione respiratoria minima, effetto analgesico,
massima riduzione di paura e
stress;
• Disponibilità di ANTAGONISTI
specifici;
• Solubile, fluido e stabile (conservazione);
• Tempi di sospensione minimi – uso
in deroga!;
• Sicurezza per l’operatore;
• Facilità di reperimento e costo limitato.
Usare maschere per proteggere gli
occhi e le mucose da eventuali schiz-
zi, usare guanti, per non entrare in
contatto con gocce che possono uscire dalle siringhe.
Informare tutti i partecipanti all’operazione di cattura della pericolosità dei farmaci.
Informare le persone del tipo di farmaco impiegato.
Prestare assoluta attenzione alla
preparazione delle siringhe e considerarle poi come “bombe” pronte
ad esplodere
È bene tenere in tasca i foglietti illustrativi dei farmaci usati, in maniera
da fornire la giusta informazione in
caso di ricovero urgente e preparare delle schede di pronto intervento
per i medici avvisare ed istruire gli
ospedali per possibili ricoveri in
emergenza
La conoscenza delle caratteristiche
dei farmaci anestetici è condizione
fondamentale per ogni forma di approccio degli animali selvatici o vaganti l’impiego dei farmaci anestetici deve essere effettuato esclusivamente sotto controllo medico veterinario.
Il porto e l’impiego di strumenti per
telenarcosi: quali norme?
Per effettuare teleanestesie si impiegano strumenti il cui porto può essere libero o soggetto a vincoli autorizzativi.
Si possono portare (ed impiegare)
liberamente tutti i mezzi che la Legge non considera armi. La cerbottana è un attrezzo che può essere utilizzato per la telenarcosi e il cui porto ed utilizzo è libero (è poco più
che un tubo in alluminio da idraulici), è evidente però che va impiegata
in situazioni che ne rendano “logico” l’impiego. Le circostanze di tempo e di luogo devono cioè giustificarne il fatto di avere al seguito un
oggetto potenzialmente offensivo
per la persona, ma che viene utilizzato per scopi leciti.
I fucili (o pistole) possono essere a
gas caldo oppure a gas freddo.
Nel primo gruppo sono compresi le
Perito Agrario 1/2007
ZOOTECNIA
Animale addormentato
armi da fuoco propriamente dette,
per cui necessitano della licenza di
porto e della denuncia di detenzione.
Nella seconda categoria sono inclusi gli strumenti a gas compresso (in
genere aria o CO2), considerati armi solo se il proiettile è in grado di
erogare un’energia cinetica superiore ai 7,5 joule all’uscita dalla canna. Un’apposita Commissione istituita presso il Ministero dell’Interno valuta se lo strumento risulta di
potenza tale da non destare preoccupazione per l’eventuale offesa a
persone, in caso contrario il fucile
viene è incluso nel Catalogo Nazionale delle armi comuni da sparo e il
porto è soggetto a titolo autorizzativi (Legge 18 aprile 1975 n° 110,
“Norme integrative della disciplina
vigente per il controllo delle armi,
delle munizioni e degli esplosivi”).
Gran parte dei fucili per telenarcosi,
soprattutto quelli più efficienti come il G.U.T 50 della Telinject e il
JM special della Daninject, sono inclusi nel Catalogo.
Per l’acquisto di un fucile (o pistola) occorre, secondo quanto previsto dall’art 35 del R.D.18/06/1931
Perito Agrario 1/2007
(Testo Unico delle Leggi di Pubblica
Sicurezza), o un nulla osta all’acquisto o una licenza di porto d’arma. Il
primo è rilasciato dal Questore del
luogo di residenza dietro presentazione di istanza di rilascio, in carta
semplice, di durata mensile e valida
per tutto il territorio nazionale.
Le licenze di “porto d’arma” sono di
tre tipologie, difesa personale per
arma corta o lunga, caccia, tiro a volo: il titolare è autorizzato all’acquisto di ogni genere di arma comune
(ivi compresi quindi i fucili per telenarcosi), nei limiti quantitativi previsti per legge. Non esistendo un titolo autorizzativo specifico al porto
di un fucile per telenarcosi per l’impiego (o l’acquisto) di tali strumenti
sarà necessario essere titolari di una
delle tre tipologie di licenza. Dopo
l’acquisto è obbligo effettuare denuncia di possesso all’ufficio locale
di Pubblica Sicurezza (o ai Carabinieri). Nella denuncia dovranno essere riportate anche tutte le altre armi eventualmente già detenute e
denunciate.
Per quanto sopra detto è chiaro pertanto che per il porto di un fucile (o
pistola) per telenarcosi è quindi obbligatorio il possesso di una licenza
(un “porto d’armi”), se lo strumento
è iscritto nel Catalogo delle armi,
ma l’utilizzo è subordinato alla abilitazione professionale di medico
veterinario.
Conferenza
35
NEWS
• Congresso Unitario dei Geometri,
Periti Agrari e Periti Agrari Laureati, Periti Industriali e Periti Industriali Laureati: come è noto è
iniziata l’opera di massima collaborazione tra i Tre Consigli Nazionali principalmente volta ad ottenere la costituzione dell’Ordine
dei tecnici laureati per l’Ingegneria che doveva avere la massima
visibilità con la celebrazione del
primo Congresso unitario con la
partecipazione attiva delle rispettive casse di previdenza. Nella
consueta riunione mensile di programmazione delle comuni attività
in considerazione che da giovedì
15 febbraio ‘07, a seguire tutti i
giovedì fino al termine, le preposte Commissioni parlamentari inizieranno la consultazione di ordini
e collegi in merito alla riforma delle professioni, avendo i Tre Consigli Nazionali concordato l’inserimento nella proposta di legge
“Mastella” di un emendamento
che espliciti la costituzione dell’Albo dei Tecnici Laureati per
l’Ingegneria, riuniti in sede congiunta con le rispettive Casse di
Previdenza, si è ritenuto opportuno rinviare a data da destinarsi la
celebrazione del Congresso unitario previsto per il 4/5 maggio 2007.
• Formazione continua: si ricorda
che i quarantacinque crediti formativi del primo triennio decorrono dall’anno 2005, con un minimo
di 10 crediti formativi annui, per
andare a regime nell’anno 2008
36
con un conseguimento di minimo
20 crediti formativi annui. Per
l’anno 2006 il numero minimo di
crediti da acquisire è stabilito in
ragione di 15.
• Protocollo: recenti richieste da
parte degli iscritti hanno evidenziato che questi, per ottenere risposte a quesiti, usano rivolgersi
direttamente al CNPA infrangendo un codice comportamentale
che, seppur non scritto, è riconosciuto debbano essere rivolti ai
Collegi provinciali tanto per non
pregiudicare la persistenza nei
rapporti di mutuo riconoscimento.
Ad evitare ulteriori infrazioni al
“protocollo” è opportuno che gli
iscritti agli Albi ed Elenchi speciali osservino le procedure che vedono il Consiglio provinciale quale loro primo referente.
• Efficacia dei provvedimenti: si ricorda che ogni determinazione assunta dagli Organi collegiali dispiega la sua efficacia dalla data
della delibera. Così le cancellazioni e iscrizioni all’Albo professionale ed all’Elenco speciale non
possono essere retroattive o postdatate in quanto si concretizzano
al momento della deliberazione
assunta dal Consiglio.
• Obblighi del professionista: Ci è stata posta la domanda se: “l’iscrizione
all’albo professionale comporta l’iscrizione alla Cassa Previdenza”.
Al fine di dare compiuta risposta
giova ricordare che il D.Lgs. 10
febbraio 1996, n. 103, recante “ Attuazione della delega conferita
dall’art. 2, comma 25, della legge 8
agosto 1995, n. 335, in materia di
tutela previdenziale obbligatoria
dei soggetti che svolgono attività
autonoma di libera professione” è
illuminante e da se chiarisce il tema di discussione.
All’art. 1, Estensione della tutela
pensionistica ai liberi professionisti – infatti il comma 1 individua i
destinatari del provvedimento:
1. Il presente decreto legislativo, in
attuazione della delega conferita
ai sensi dell’art. 2, comma 25, della
legge 8 agosto 1995, n. 335, assicura, a decorrere dal 1° gennaio
1996, la tutela previdenziale obbligatoria ai soggetti che svolgono
attività autonoma di libera professione senza vincolo di subordinazione, il cui esercizio è condizionato all’iscrizione in appositi
albi o elenchi.
Mentre il comma 2 estende le norme anche a coloro che si trovano
nella duplice condizione di libero
professionista e dipendente (privato o – dopo la finanziaria 1998 –
anche pubblico)
2. Le norme di cui al presente decreto si applicano anche ai soggetti,
appartenenti alle categorie professionali di cui al comma 1, che esercitano attività libero-professionale, ancorché contemporaneamente svolgano attività di lavoro
dipendente.
L’articolo 8 del d.lgs 103/96
All’art. 8. Obblighi di comunicazione: contribuzione a carico degli
iscritti. Individua le responsabilità
di comunicazione dell’iscrizione
agli albi professionali e l’obbligatorietà di iscrizione alle forme previdenziali dei professionisti esercenti.
1. Gli enti cui è affidata la tenuta
degli albi e degli elenchi degli esercenti l’attività libero-professionale
di cui all’art. 1 sono tenuti a trasmettere alle corrispondenti forme
gestorie di cui all’art. 3 l’elenco dei
Perito Agrario 1/2007
NEWS
nominativi degli iscritti, corredato
dei dati anagrafici ed identificativi
della condizione professionale.
2. Gli iscritti agli albi o elenchi di
cui al comma 1, che si trovano nella condizione di cui all’art. 1, sono
tenuti a presentare domanda di
iscrizione alla gestione o ente previdenziale secondo le modalità rispettivamente previste per esse e
ad effettuare i relativi adempimenti contributivi, ivi compreso il contributo integrativo a carico dell’utenza, nelle misure e alle scadenze
stabilite.
3. Il contributo integrativo a carico
di coloro che si avvalgono delle attività professionali degli iscritti è
fissato nella misura del 2 per cento
del fatturato lordo ed è riscosso direttamente dall’iscritto medesimo
all’atto del pagamento previa evidenziazione del relativo importo
sulla fattura.
Da quanto sopra è pacifico ed acquisito che coloro che esercitano la
libera professione, anche saltuariamente, hanno l’obbligo di iscrizione alle casse di previdenza.
Ciò premesso ora l’esamina può
proseguire su strade collaterali che
possono far luce su altre situazioni
e, a monte occorre stabilire cosa
sia il lavoro autonomo: il Codice
civile definisce il lavoro autonomo,
fornendo le modalità e le condizioni di svolgimento di tale attività
che vengono tipizzate nello schema del “contratto d’opera”. Stabilisce infatti l’articolo 2222 del C.C.
che l’oggetto del lavoro autonomo
si realizza: “Quando una persona
si obbliga a compiere verso un
corrispettivo un’opera o un servizio, con lavoro prevalentemente
proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente, si applicano le norme di
questo capo, salvo che il rapporto
abbia una disciplina particolare
nel libro IV”.
Occorre a questo punto enucleare
le differenze che esistono tra imPerito Agrario 1/2007
presa individuale, lavoro autonomo
e prestazione libero professionale:
- Il lavoratore autonomo è colui
che si obbliga a compiere verso
un corrispettivo, un’opera o un
servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di
subordinazione nei confronti del
committente.
- Il libero professionista si differenzia dal lavoratore autonomo
perché è obbligato alla iscrizione
all’albo professionale e, oltre al
rapporto fiduciario che si istaura
con il committente, sulla particolarità della prestazione dall’alto
contenuto tecnico - scientifico.
Ora bisogna evidenziare quelle
che sono le differenze, soprattutto
di carattere strutturale, che differenziano le due attività lavorative
sopra evidenziate dalla attività
imprenditoriale individuale.
La differenza fondamentale tra lavoratore autonomo ovvero libero
professionista e l’imprenditore individuale risiede nella individuazione di una forma di etero-organizzazione che non deve mancare
per l’esistenza di una impresa.
Difatti sia il senso comune sia il
concetto di prevalenza espresso
nell’articolo 2083 del codice civile
sia la necessaria presenza di una
organizzazione richiesta agli articoli 2082 e 2083 del codice civile e
completamente assente nel dettato dell’articolo 2222 del codice civile devono indurre a ritenere che
un minimo di organizzazione di
lavoro altrui o di capitale è sempre necessaria per aversi un’impresa, anche molto piccola.
Il criterio distintivo per individuare
la piccola impresa individuale dal
lavoratore autonomo è la prevalenza o meno di una organizzazione di lavoro di altri o di capitale sul
proprio lavoro individuale.
È tipico l’esempio del Perito Agrario che svolge l’attività autonoma
di vivaista. Il proprio lavoro individuale è minoritario rispetto alla
prevalenza del lavoro di altri (operai) e del capitale di anticipazione
(realizzazione del giardino o vendita al minuto).
Se si esercita una professione con
obbligo di iscrizione ad Albo, il
Codice Civile prevede un’apposita
disciplina che, in parte, si discosta
da quanto previsto per la generalità dei restanti lavoratori autonomi.
In questo caso l’unico modo per
esercitare la libera professione è
l’apertura della Partita I.V.A..
Se si esercita un’attività esistono
quattro possibilità di lavoro autonomo:
1) Esercizio di una attività con la
partita I.V.A.
2) Il contratto di collaborazione
occasionale
3) Il contratto di collaborazione coordinata e continuativa / a progetto.
4) Il diritto d’autore
Dopo aver ricordato alcuni passaggi fondamentali sull’esercizio
della professione si prenderanno a
riferimento le prime due.
Tra le attività professionali con obbligo d’iscrizione ad Albo figurano
anche i Periti Agrari ed i Periti
Agrari Laureati che hanno istituito
la Gestione separata di previdenza
obbligatoria istituiti presso l’Enpaia approvate con decreto interministeriali del 25.03.1998
I professionisti intellettuali, previo
superamento del relativo esame di
abilitazione, devono essere iscritti
in appositi albi o elenchi posti sotto la vigilanza dello Stato.
Nel contratto di prestazione d’opera intellettuale vi è un particolare legame fiduciario tra il cliente e il professionista: difatti, al di là
dell’utilizzo da parte del professionista di collaboratori o praticanti,
il solo responsabile, a tutti gli effetti, nei confronti del cliente è il prestatore d’opera intellettuale.
Altre peculiarità di questa tipologia contrattuale che evidenziano il
suddetto legame fiduciario possono rinvenirsi nel fatto che:
37
NEWS
- il contratto non può essere ceduto a terzi (cfr. articolo 2232 codice civile, comma 1, il quale prevede l’obbligo di esecuzione personale dell’opera);
- è sempre rilevante l’eventuale errore sulla persona. Infatti l’eventuale errore del committente sulla
capacità e competenza del professionista, o sulla sua mancanza dei
requisiti di legge per l’esercizio
della professione, ha rilievo nell’affidamento dell’incarico e può
costituire, in caso di errore, causa
di risoluzione del contratto;
- il cliente può rifiutare l’adempimento della prestazione da parte
di un altro professionista, essendo il rapporto fondato sull’intuitus personae
La PARTITA I.V.A.: quale forma
più conosciuta della gestione di lavoro autonomo riveste le seguenti
caratteristiche:
1. l’autonomia intesa come assenza
di qualsiasi vincolo di subordinazione nei confronti del committente nello svolgimento dell’attività;
2. la natura non imprenditoriale
intesa come prevalenza del lavoro rispetto al capitale e come mancanza di un’organizzazione in forma d’impresa delle
risorse economiche ed umane
disponibili;
3. l’abitualità e la professionalità
intesi come atti e comportamenti coordinati tra loro, con regolarità, stabilità e sistematicità, finalizzati verso uno scopo prefissato, senza la necessità che il lavoro autonomo sia l’occupazione principale del soggetto in
quanto è sufficiente che sia esercitato con abitualità.
Colui che apre la partita IVA previa dichiarazione di inizio dell’attività entro 30 giorni dall’inizio effettivo della stessa, è obbligato:
4. alla tenuta dei Registri Contabili (non più con l’obbligo di vidimazione);
38
5. all’emissione, all’atto dell’incasso, di fattura per ogni prestazione effettuata;
6. ad effettuare i versamenti I.V.A.
(20%);
7. al versamento, da parte del committente che dovrà rilasciare
certificazione da usare in occasione della compilazione del
mod. Unico, della ritenuta d’acconto I.R.PE.F. del 20%;
8. al versamento del contributo
soggettivo previdenziale ENPAIA del 10%, calcolato sul
reddito imponibile annuale e
del contributo integrativo del
2% calcolato sul reddito imponibile lordo;
9. al versamento, in sede di dichiarazione dei redditi, delle imposte e contributi previsti dalle vigenti norme.
La prestazione d’opera si definisce come occasionale quando è caratterizzata dal requisito dell’unicità, anche se le modalità di adempimento sono prolungate nel tempo: infatti non può essere inquadrata in questa fattispecie giuridica
una prestazione reiterabile più
volte ovvero una prestazione che,
per impegno temporale ovvero
per entità del corrispettivo, è tale
da non farla ritenere ripetibile tra
uno stesso committente ed un medesimo lavoratore.
In sintesi il principio base è che
qualunque tipo di compenso di lavoro percepito in relazione ad una
attività esercitata in modo non
abituale ricade tra i compensi occasionali.
Nei casi di prestazione occasionale
d’opera l’organizzazione del lavoro
deve essere prestata esclusivamente dal lavoratore che, sulla base del
rapporto contrattuale, nonché delle concrete modalità di svolgimento della propria attività, non può
essere sottoposto al rispetto delle
direttive produttivo - organizzative determinate dal committente.
La prestazione occasionale ha una
gestione molto leggera: è infatti
sufficiente emettere una nota di
pagamento del compenso prestabilito, che è assoggettato alla ritenuta d’acconto del 20%. In sede di
dichiarazione dei redditi il prestatore pagherà (o avrà a credito) l’aliquota dovuta in relazione al totale dei propri guadagni.
Non è previsto nessun contributo
previdenziale (a patto che non si
superi complessivamente l’importo di € 5.000,00 annui. Se tale importo viene superato il percepente
è soggetto al trattamento previdenziali previsto dall’INPS).
In sede di dichiarazione dei redditi si compila il modello Unico,
quadro definito “redditi diversi”.
10. Nella nota di pagamento per
prestazioni occasionali devono
essere riportati: Compensi lordi per la collaborazione;
11. Ritenuta d’acconto I.R.P.E.F.
(20%):
12. Netto da pagare
La diversità tra i due trattamenti
fiscali risulta evidente e sostanziale in quanto trattasi di prestazione
occasionale ai sensi dell’art.81,
lett.L del T.U.I.R. 917/16 e non
soggetto ad I.V.A. ai sensi dell’art.
5 Decreto del Presidente della Repubblica 26/10/1972 n. 633 e successive modifiche ed integrazioni.
Perito Agrario 1/2007
NEWS
• AGENZIA DEL TERRITORIO:
- Circolare 1/2007 del 15/01/2007 Catasto Terreni - Procedura Pregeo 9 – Ulteriori direttive
In relazione alle innovazioni contenute nella nuova versione della
procedura, si rende opportuno fornire specifiche direttive, al fine di
una corretta ed uniforme utilizzazione, per la predisposizione e approvazione degli atti di aggiornamento della cartografia catastale e
dei corrispondenti archivi censuari.
- Circolare 2/2007 del 15/01/2007 Catasto Terreni - Attivazione del
servizio di trasmissione telematica
del modello unico informatico catastale relativo agli atti di aggiornamento del Catasto Terreni
(PREGEO) – Avvio del servizio in
forma sperimentale.
Indicazioni necessarie a facilitare
la gestione degli atti di aggiornamento della cartografia catastale e
dei corrispondenti archivi censuari.
- PREGEO 9.00 SP 3 del 15/01/2007 Catasto Terreni
È reso disponibile nel sito dell’Agenzia del Territorio l’aggiornamento del software:
http://www.agenziaterritorio.it/software/pregeo/pregeo_v9/index.htm
Di seguito le novità relative al SP 3
della procedura Pregeo 9:
- implementazione delle funzionalità per la trasmissione telematica degli atti Pregeo.
- contiene le evoluzioni/correzioni
relative al SP2:
- la relazione tecnica dematerializzata non taglia il primo carattere
di ogni riga
- nel caso di frazionamento nel
modello dematerializzato sono
contenuti correttamente i puntini
per la firma dei soggetti lo schema del rilievo dematerializzato
contiene i collegamenti tratteggiati rossi tra le stazioni.
- i controlli delle superfici indicate
nel modello censuario non vengono eseguiti se è stato associato
un estratto autoallestito.
Perito Agrario 1/2007
VITA DEI COLLEGI
A seguito delle dimissioni del Consigliere tesoriere Michele De Mori
alla data del giorno 16.12.2006 la
composizione del Consiglio Direttivo del Collegio di Pavia risulta essere la seguente:
COLLEGIO DI PAVIA
Consiglio del Collegio
Presidente: Zini Massimo
V.Presidente: Diani Tito
Segretario: Zavatarelli Paola
Tesoriere: Gariboldi Gloria
Consigliere: Nobile Felice Giovanni
Consigliere: Zanetti Vittorio
Consigliere: Marioli Bruno
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente: Mazza Luigi
Membro Eff.: Borutti Giancarlo
Membro Eff.: Zanellini Luigino
Membro Sup.: Rebolini Romina
COLLEGIO DI BERGAMO
data elezioni: 18/12/2006
Consiglio del Collegio
Presidente: Possenti Francesco
V.Presidente: Vitali GiovamBattista
Segretario: Bovisio Luigi
Tesoriere: Rottigni Valentino
Consigliere: Breviario Antonio
Consigliere: Grisa Amerigo
Consigliere: De Filippo Carlo Andrea
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente: Arrigoni G. Battista
Membro Eff.: Facchinetti Maurizio
Membro Eff.: Perniceni Loredana
Membro Sup.: Vitali Lucio
COLLEGIO DI : PISTOIA
data elezioni: : 20/01/2007
Consiglio del Collegio
Presidente: Guidi Leonardo
V.Presidente: Giuntini Maurizio
Segretario: Zannelli Federica
Tesoriere: Marcheschi Marco
Consigliere: Bellandi Marco
Consigliere: Pier Luigi Galligani
Consigliere: Taddei Andrea
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente: Andreani Alessandro
Membro Eff.: Marchini Alfio
Membro Eff.: Landi Stefano
Membro Sup.: Catola Alessandro
COLLEGIO DI CATANIA
data elezioni: : 20/01/2007
Consiglio del Collegio
Presidente: Intrisano Francesco
V.Presidente: Caristia Giuseppe
Segretario: La Guardia Gabriella
Tesoriere: Asero Vincenzo
Consigliere: Paternò Di Raddusa
Pierfrancesco
Consigliere: Lo Tauro Francesco
Consigliere: Costanzo Francesco
Collegio dei Revisori dei Conti
Presidente: Magrì Angelo
Membro Eff.: Licciardino Sebastiano
Membro Eff.: Maraviglia Francesca
Membro Sup.: Ardizzone Alessandro
A seguito delle dimissioni del Consigliere tesoriere Gennaro Angileri,
alla data del giorno 9.02.2007 la
composizione del Consiglio Direttivo del Collegio di Trapani risulta essere la seguente:
COLLEGIO DI TRAPANI
Consiglio del Collegio
Presidente: Giovanni Giacalone
V.Presidente: Vito Orto
Segretario: Giuseppe Maniscalco
Tesoriere: Giacoma Alagna
Consigliere: Pietro Attilio Montalto
Consigliere: Giuseppe Angileri
Consigliere: Pasquale Angileri
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FIERE
AGRIUMBRIA 2007
L’innovazione della gestione aziendale
e delle filiere agroalimentari
a prossima edizione di Agriumbria, che si svolgerà dal 30 marzo
al primo aprile prossimo, non si limiterà al solo ruolo espositivo ma vuole proseguire nella sua azione iniziata
già negli anni passati, di essere un momento propositivo non occasionale che
ha come obiettivo l’istituzionalizzazione delle proposte che vengono dal
mondo agricolo e dalle istituzioni pubbliche e private.
Un impegno che Umbriafiere, fa notare il presidente Lazzaro Bogliari, sta
portando avanti non solo con Agriumbria ma anche in occasione delle altre
manifestazioni che si susseguono durante l’anno nel quartiere fieristico di
Bastia Umbra.
La linea istituzionale del nostro ente
fieristico, sottolinea Fogliari, è quella
di svolgere un’azione catalizzatrice per
attivare tutte quelle iniziative finalizzate ad individuare le strategie da adottare per la valorizzazione delle risorse
del territorio mediante un suo equilibrato sviluppo economico e sociale.
Su questa linea è orientato il nuovo
Piano di Sviluppo Rurale (200720013) dell’Umbria; documento di politica agraria che avrà come momento
di valutazione la prossima edizione di
Agriumbria, che con il suo messaggio
”SMS agricoltura-Agriumbria – stili
di vita”, intende rafforzare il proprio
ruolo di punto di riferimento per gli
operatori economici impegnati a ridefinire l’organizzazione tecnico-economica delle proprie aziende. Un messaggio che vuole essere anche un invito, auspica Fogliari, rivolto alle istituzioni pubbliche e private e alle organizzazioni di categoria per verificare
L
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quali effettive potenzialià sussistono
per dare risposte concrete alle aspettative degli operatori economici.
Durante la presentazione di Agriumbria 2007 nel Sacro Convento di Assisi,
è emersa la validità politico-istituzionale del messaggio lanciato dalla fiera
stessa e destinato ad essere il filo conduttore dei vari momenti convegnistici
che,nella loro diversificazione settoriale, avranno il compito di verificare e di
individuare quali saranno i modelli
agroindustriali in grado di competere
sui mercati internazionali e quali moduli produttivi è necessario realizzare
e consolidare per consentire alle aziende agricole di essere parte integrante di
un tessuto economico territoriale. Interrogativi le cui risposte sono attese in
una serie di incontri in fase di definizione.
Le aree espositive di Agriumbria rappresenteranno ancora una volta la vetrina caleidoscopica dell’innovazione
tecnologica raggiunta nei settori dell’alimentazione, dell’agroindustria, e dell’ambiente.
I saloni A&A prodotti agroalimentari
locali e nazionali; Bancotec macchine
e attrezzature, lavorazione, conservazione e esposizione prodotti agroalimentari; Oleatec macchine e attrezzature per l’olivicoltura e impianti per la
lavorazione delle olive; Enotec macchine e attrezzature per il vigneto;Apitec macchine e attrezzature per l’alveare e la lavorazione del miele, completeranno le mostre settoriali.
La zootecnia rimane sempre al centro
della manifestazione umbra che,anche
quest’anno,prevede mostre e rassegne
promosse da Umbriafiere in collabora-
zione con le associazioni nazionali e
provinciali degli allevatori con il marchio “Italialleva”,che organizzano una
rassegna tecnico divulgativa delle razze
e delle specie allevate in Italia.
Nell’area del quartiere fieristico riservata alle mostre zootecniche, saranno
esposti, unitamente agli stand istituzionali di ciascuna razza e specie di
bovini da latte e da carne (Razze Frisona, Chinina, Romagnola, Marchigiana, Piemontese, Limousine, Pezzata
rossa italiana), ovini e caprini (tra le
razze ovine attese la Spravissana, la
Merinizzata, l’Appenninica, la Sarda,
la Comisana, la Massese e la Bergamasca; tra quelle caprine la Maltese,
la Girgentana, la Saanen e la Camosciata delle Alpi); suini (razza Cinte
Senese); equini (Cavallo agricolo italiano TPR e asini sardi).
Inoltre, unitamente all’esposizione
dei soggetti e alla presentazione di
tutte le razze e specie, si svolgeranno
la 4ª Mostra regionale della razza
Chianina e la 10ª Mostra interregionale della Frisona italiana.
Come per le passate edizioni di
Agriumbria, verrà riservata un’ampia
area espositiva alla mostra-mercato
degli avicunicoli divenuta una manifestazione di settore fra le più importanti d’Italia.
Nel settore della meccanizzazione
agricola, la presenza delle maggiori industrie nazionali ed estere, costruttrici
di macchine e attrezzature agricole,
conferma la validità della manifestazione umbra come momento espositivo fieristico che consente di avere un
quadro generale dell’innovazione tecnologica.
Perito Agrario 1/2007
INDIRIZZI DEI COLLEGI PROVINCIALI
67100 L’AQUILA
Via Sila Persichelli, 25 tel.0862/312168
Pres. Ciampa Elli
88100 CATANZARO
Casella postale 201 tel. 0961/726839
Pres. Domenico Russo
75100 MATERA
P.zza Matteotti, 7 tel. 0835/334901
Pres. Emanuele Genchi
02100 RIETI
Viale Emilio Maraini, 85 tel. 0746/203083
Pres. Enzo Ippoliti
92019 SCIACCA (Ag)
Via A. De Gasperi, 127/D tel. 0925/905090
Pres. Gaspare D’Angelo
66020 SCERNI (CHIETI)
Via Colle Comune, 1 c/o Itas tel.
0873/914513
Pres. Nicola D’Ortona
98100 MESSINA
Via Placida 26 tel. 0941/785382
Pres. Salvatore Tripoli
47900 RIMINI
Via Secchiano, 1 tel. 0541/775357
Pres. Giovanni Nucci
20136 MILANO
Via Ripamonti, 35 tel. 02/58305333
Pres. Alessandro Gnocchi
00183 ROMA
Via Cerveteri, 18 int. 6 tel. 06/70454739
Pres. Vincenzo Santoro
41100 MODENA
Corso V. Emanuele II, 113 tel. 059/223812
Pres. Claudio Losi
45100 ROVIGO
Via Pietro Micca, 7b tel. 0425/412010
Pres. Rezzadore Gianfranco
80147 NAPOLI
Via Argine, 1085 tel. 081/5770190
Pres. Biagio Scognamiglio
84121 SALERNO
Trav. Regina Costanza, 5 tel. 089/251488
Pres. Marzullo Nicola
28070 NOVARA VIGNALE
Corso Risorgimento, 405 tel. 0321/56178
Pres. Gaboardi Fabrizio
07100 SASSARI
Via Mazzini, 6 tel. 079/236750
Pres. Francesco Manconi
08100 NUORO
Via Lamarmora, 2 tel. 0784/232547
Pres. Peppino Piquereddu
17031 SAVONA ALBENGA
Via del Nuovo Ospedale, 8 - Reg. Bagnoli
tel. 0182/554268
Pres. Talarico Antonio
15100 ALESSANDRIA
Corso Crimea, 89 tel. 0131/52793
c/o Studio tecnico
Pres. Massimiliano Ricci
60015 FALCONARA MARITTIMA (AN)
Via del Consorzio, 21
tel. 071/9188973 - fax 071/9162177
Pres. Carlo Zoppi
52100 AREZZO
Piazza Guido Monaco, 5 tel. 0575/21307
Pres. Giuliarini Giuliano
22100 COMO
P.le Camerlata, 9 tel./fax 031/526019
Pres. Dario Giuseppe Bianchi
12038 SAVIGLIANO (CN)
Via V. Alfieri, 10 tel. 0172/713087
Pres. Giuseppe Serra
87100 COSENZA
Via E. Capizzano, 56 tel. 0984/392175
Pres. Rocco Carricato
63100 ASCOLI PICENO
Via delle Zeppelle, 192 - tel. 0736/41829
Pres. Pietro Ciabattoni
26100 CREMONA
Via Palestro, 60 tel. 0372/22021
Pres. Costante Galli
14100 ASTI
Via Carducci, 50/A tel. 0141/353857
Pres. Angelo Dezzani
94019 LEONFORTE (EN)
C.so Umberto, 109 tel. 0935/956078
Pres. Francesco Ferragosto
83100 AVELLINO
Via L. Iannacchini, 38 tel. 0825/26377
Pres. Celestino Nardone
44100 FERRARA
Contrada della Rosa, 18 tel. 0532/204637
Pres. Milva Sacchetti
70125 BARI
Via Annibale di Francia,13 - tel. 080/5428141
Pres. Antonio Memeo
50122 FIRENZE
Via Pietrapiana, 32 tel. 055/2340202
Pres. Pierfrancesco Cavicchioni
32100 BELLUNO
Viale Fantuzzi, 17 c/o coldiretti
tel. 0437/949640
Pres. Manlio Nicolao
71100 FOGGIA
Via Piave, 41 tel. 0881/723401
Pres. Antonio Dell’Aquila
82100 BENEVENTO
Via XXV Luglio, 14 tel. 0824/29298
Pres. Cristiano Fontanarosa
24122 BERGAMO
Via Zelasco, 1 tel. 035/238727
Pres. Francesco Possenti
40126 BOLOGNA
Viale Filopanti 4/c tel. 051/252978
Pres. Gastone Gabrielli
39040 ORA (Bolzano)
Via del Monte, 18 tel. 0471/811260
Pres. Christof Pichler
25100 BRESCIA
Via Marsala, 17 tel. 030/296424
Pres. Sergio Caprioli
72017 OSTUNI (BR)
Via N. Sansone, 16 c.p. 321
tel. 0831/305566
Pres. Rocco Cucci
47100 FORLI - CESENA
Corso Repubblica, 93 tel. 0543/33137
Pres. Paolo Lombardini
03041 ALVITO (FR)
Via S. Nicola, 1 - tel. 0776/344231
c/o Istituto Tecnico Agrario Statale
Pres. Domenico Cistrone
58100 GROSSETO
Via Ferrucci, 12
Tel. 349/6100714 - tel./ fax 0564/23107
Pres. Giuseppina Pino
35123 PADOVA
Via T. Livio, 5 tel. 049/661808
Pres. Mariano Schiavon
90014 CASTELDACCIA (PA)
Via Pindemonte, 17 tel. 091/942562
Pres. Bartolomeo Amato
43011 BUSSETO (PR)
Via Ponchielli, 2 tel./fax 0524/97012
Pres. Giorgio Faroldi
27058 VOGHERA (Pavia)
Piazza S. Bovo, 37 tel./fax 0383/369776
Pres. Massimo Zini
06121 PERUGIA
Borgo XX Giugno, 74 tel. 075/35675
Pres. Massimo Moncelli
61100 PESARO
Piazzale Matteotti 28 tel 0721/30154
Pres. Polverari Marcello
65134 PESCARA
Via del Circuito, 71 tel. 085/294117
Pres. Lupone Pasqualino
18100 IMPERIA
Corso Garibaldi, 13 tel. 0183/651525
Pres. Elio Diversi
29100 PIACENZA
Via S. Giovanni, 20 tel. 0523/338910
Pres Sergio Lombardelli
04010 BORGO PIAVE (LT)
Via S.S. Acquabianca, 148 tel. 0773/416017
Pres. Tito Roberto Serafini
56126 PISA
Via B. Croce, 107 tel. 050/48821
Pres. Giulia Parri
73100 LECCE
Via Capitano Ritucci, 41 tel. 0832/346996
Pres. Massimo De Nitto
51017 PESCIA (Pistoia)
Via Fiorentina, 21
Casella Postale, 73 tel. 0572/478321
Pres. Leonardo Guidi
09124 CAGLIARI
Via Mestre, 8 tel. 070/300304
Pres. Marco Fanunza
57012 CASTIGLIONCELLO (LI)
Via Mogadiscio, 20-B tel. 0586/752403
Pres. Paolo Giomi
93100 CALTANISSETTA
Via Mons. Guttadauria, 2
tel. 0934/585810
Cas. Postale 25
Pres. Michele Riggi
55100 LUCCA
Via Vittorio Veneto, 66 tel. 0583/957027
Pres. Barbi Massimiliano
85024 LAVELLO (PZ)
Via Cardinale De Luca, 56 tel. 0972/81389
Pres. Mauro Finiguerra
53100 SIENA
Strada Massetana Romana, 54
tel./fax 0577/271834
Pres. Raffaello Biagiotti
96100 SIRACUSA
Vicolo a Viale Tica, 19 tel. 0931/441037
Pres. Altamore Francesco
23100 SONDRIO
Via A. Moro, 26A tel. 0342/511229
Pres. Rosario Alessi
74100 TARANTO
Via Pisanelli, 44 (casella postale 185)
tel./fax 099/4527447
Pres. Saverio Zappimbulso
64100 TERAMO
Via C. Battisti, 5 - Tel. 0861 242639
Pres. Giovanni De Luca
10137 TORINO
Via Massena, 13/bis tel.011/547505
Pres. Pietro Paolo Gay
91025 MARSALA (Trapani)
Via Vaccari, 16 tel. 0923/713008
Pres. Giovanni Giacalone
38100 TRENTO
Via Prati, 8 tel. 0461/235254
Pres. Scartezzini Franco
31015 CONEGLIANO (TV)
Via Veneto, 40 tel. 0438/410302
Pres. Pietro Mascarin
33100 UDINE
Via Gorghi, 27 tel. 0432/512527
Pres. Enore Venir
30175 VENEZIA-MARGHERA
Via Rizzardi, 35 Tel. 041/923429
Pres. Gastaldi Cibola Nicola
97100 RAGUSA
ViaArchimede, 183 tel. 0932/624649
Pres. Corrado Balloni
13100 VERCELLI
Corso Magenta, 1 tel. 0161/256256
Pres. Bruno Bellotto
48100 RAVENNA
Via Antica Zecca, 6 tel. 0544/38086
Pres. Sergio Bentivogli
37122 VERONA
Via Berni, 9 tel. 045/590559
Pres. Virginio Gariggio
86100 CAMPOBASSO
Via D’Amato, 15 tel. 0874/66248
Pres. Giuseppe Zingarelli
62100 MACERATA
C.da Lornano, 7/A
tel. 0733/235335
Pres. Gianni Calamante
81016 PIEDIMONTE MATESE (CE)
Piazza Roma, 79 tel. 0823/913594
Pres. Domenico Di Baia
46100 MANTOVA
V.le Risorgimento 27/B, tel. 0376/329701
Pres. Ottorino Bernardelli
89015 PALMI (Reggio Calabria)
Via Dante, 1 tel. 0966/23552
Pres. Beniamino Denisi
36100 VICENZA
Contrà S. Marco, 9 tel. 0444/547443
Pres. Eugenio Bortoli
95129 CATANIA
Via Grotte Bianche, 117 tel. 095/436393
Pres. Francesco Intrisano
54100 MASSA
Via Fermi, 19 tel. 0585/45848
Pres. Mirella Tongiani
42100 REGGIO EMILIA
Via Melato, 23 tel. 0522/554231
Pres. Corrado Fantuzzi
01100 VITERBO
Via Paradiso, 3 tel. 0761/226934
Pres. Mario Morano
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