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il perito agrario Poste Italiane S.p.A. Sped. A. P. 45% (Art. 2 Comma 20/B Legge 669/96 - DCO - Roma) ISSN 1120 - 2995 Rivista del Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati ■ Riunione dei Presidenti ■ La Fondazione dei Periti Agrari ■ Cassa di previdenza ■ Codice deontologico del Perito Agrario ■ Il mercato fondiario ■ Cattura degli animali vaganti Anno LIV - N. 1 Gennaio/Febbraio ‘07 N.1 il perito agrario sommario Anno LIV - N° 1 Gennaio-Febbraio 2007 DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Bottaro DIRETTORE DI REDAZIONE: Piero Pecciarini DIRETTORE EDITORIALE: Andrea Silenzi HANNO COLLABORATO: Andrea Bottaro, Stefano Battistini, Luciano Bozzato, Cristiano Fontanarosa, Giuseppe Melchiorre Giordano, Piero Pecciarini, Efrem Tassinato, Luigi Zanna EDITRICE: IACICO S.r.l. Via Angelo Poliziano, 80 - 00184 Roma Tel. 064873183 - Fax 064873144 PUBBLICITÀ: Opsai srl Via Monte Rosa, 19 - 20149 Milano Tel. 024694949 - Fax 0248018114 DIREZIONE: Collegio Nazionale dei Periti Agrari Via Principe Amedeo, 23 - 00185 Roma Tel. 06 48906713 - Fax 064882150 e-mail: [email protected] CONSIGLIO NAZIONALE: Andrea Bottaro (presidente) Paolo Vigato (vice presidente) Domenico Di Biase (segretario) Giuseppe Giordano (tesoriere) Lorenzo Benanti (consigliere) Paolo Bertazzo (consigliere) Mario Calcagnile (consigliere) Filippo Ninci (consigliere) Sergio Panunzio (consigliere) Roberto Pierini (consigliere) Lorenzo Salvan (consigliere) Periodico bimestrale in abbonamento Abbonamento annuo: € 5,00 Una copia: € 2,00 PROGETTO GRAFICO: Editoriale I professionisti protagonisti del loro futuro di Andrea Bottaro CATEGORIA Le dinamiche dei rinnovamenti e riforme in atto si evidenziano con concretezza nella relazione del presidente Bottaro di Piero Pecciarini FORMAZIONE 8 OPERATIVITÀ La Fondazione dei Periti Agrari 9 IDEA DI SUCCESSO Wigwam Clubs: le applicazioni e le esperienze di Efrem Tassinato Collegio Nazionale, Cassa di Previdenza dei Periti Agrari: due facce della stessa medaglia di Raffaele Luigi Zanna 11 PREVIDENZA 14 APPUNTI DI LAVORO Seminario illustrativo sul Piano Assicurativo Nazionale di Cristiano Fontanarosa 16 CODICE DEONTOLOGICO DEL PERITO AGRARIO 17 PREZZI E MERCATI Il mercato fondiario fonte INEA 25 ENERGIA Energia della conoscenza di Luciano Bozzato 32 ZOOTECNIA Poste Italiane S.p.A. Spedizione in A.P. 45% (Art. 2 comma 20/B Legge 669/96 - DCO Roma) La cattura degli animali vaganti: uso della teleanestesia di Stefano Battistini Finito di stampare: Marzo 2007 News dal CNPA Fiere: la 36ª edizione di Agriumbria Gli articoli esprimono soltanto il pensiero degli autori e non impegnano il CNPA né la redazione del periodico 4 Scuola, formazione, identità, professione di Giuseppe Melchiorre Giordano Marco De Angelis STAMPA: New Interstampa Srl Via della Magliana, 295 - 00146 Roma Autorizzazione del Tribunale di Roma n.69/86 del 14/02/1986 2 33 RUBRICHE 36 40 di Andrea Bottaro Editoriale I professionisti protagonisti del loro futuro a grande manifestazione dei professionisti italiani del 12 ottobre 2006 a Roma, solo occasionata dal “decreto Bersani”, ha costituito in realtà la disapprovazione e la protesta indignata contro un processo di “riforma” delle professioni annunciato dal Governo fin dal luglio 2006 e piovutoci poi sulla testa, senza alcuna concertazione. L Le problematiche sul tappeto erano molte e complesse e proprio per questo eravamo fiduciosi che saremmo stati chiamati ad un confronto ampio. Senonché il giorno 1° dicembre 2006, dopo una frettolosa illustrazione ai responsabili degli Ordini, dei Collegi, dei Sindacati e delle Associazioni dei professionisti, il Governo, ha presentato un disegno di legge delega i cui contenuti sono molto lontani dalle nostre aspettative. Rappresentiamo 28 professioni intellettuali createsi in un secolo, siamo portatori del sapere e a noi è affidata la cura di interessi generali, anche di rilievo costituzionale ( ce lo dicono le nostre leggi), siamo organismi pubblici ausiliari dello Stato; crediamo fermamente di vivere in uno Stato democratico: perché mai non dovremmo ritenerci legittimati ad essere interpellati ed ascoltati? E quale “interesse” muove i pubblici poteri ad agire senza l’apporto di chi può dire (e può dire con cognizione di causa più di tutti anche per la natura di enti pubblici dei Ordini e Collegi) quale sia la via per fare la riforma delle professioni? Ci troviamo di fronte ad un disegno di legge che, con nove articoli, delega al Governo il potere di una riforma radicale che scardina istituti consolidati e li rivede dalle fondamenta. Si prevedono assetti innovativi mediante nuovi protagonisti – le Associazioni - accanto agli Ordini e Collegi con la conseguente problematica della sovrapponibilità o meno di attività professionali, si sottopongono a revisione le “attività riservate” con la possibilità di soppressione o accorpamento di Ordini, si introducono forme di esercizio professionale da parte di società di capitali e di soci non professionisti, e via dicendo… Il tutto si fa, purtroppo, con assoluta leggerezza, senza che si abbia la consapevolezza della distinzione tra “attività intellettuale “ e “attività imprenditoriale” ed in nome di una malintesa liberalizzazione per favorire la concorrenza. Frasi, queste, che sentiamo ripetere come aria fritta, senza che si abbia di esse una cognizione precisa nello specifico ambito delle professioni intellettuali. Dal rifiuto del Governo ad una seria e partecipata concertazione con i professionisti, non poteva che nascere – purtroppo – un solido confronto sia dialettico che di programma. Il CUP si è visto costretto ad un’iniziativa legislativa volta a presentare una proposta di legge di iniziativa popolare allo scopo di portare in Parlamento la voce dei professionisti italiani, pronti ed aperti ad una riforma che, nel rispetto delle peculiarità di ciascuna delle professioni e della distinzione tra attività intellettuale e attività d’impresa, sia conforme ai principi comunitari e realizzi la tutela degli interessi dei cittadini. L’azione del CUP di raccolta delle firme occorrenti alla presentazione della proposta di legge deve trovare il plauso e il sostegno dei Periti agrari italiani i quali faranno sentire la loro adesione alle iniziative che, in sede provinciale, saranno messe in atto per la raccolta delle firme. Si tratta di una battaglia importante che investe ciò in cui, come professionisti, più crediamo e che, come ogni idea, ci impegna anche nella nostra dignità di uomini. Del resto diceva Ezra Pound che “Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono niente o non vale niente lui”. Perito Agrario 1/2007 3 CATEGORIA Riunione Annuale dei Presidenti a Roma 27 Gennaio 2007 Le dinamiche dei rinnovamenti e riforme in atto si evidenziano con concretezza nella relazione del presidente Bottaro di Piero Pecciarini ella annuale riunione dei Presidenti dei Collegi Provinciali che si è tenuta, come di consueto a Roma, il Presidente Nazionale Andrea Bottaro, con la sua nutrita relazione, dopo i saluti e le rituali premesse ha esordito ricordando il rinnovo del Consiglio Nazionale avvenuto nell’anno 2006 e come questo anno sia stato denso di attività che hanno impegnato notevolmente Presidenza e Consiglieri approdando ad alcuni concreti risultati. I nostri sforzi sono stati rivolti, ha detto Bottaro, soprattutto al D.L. 233/2006 e alla riforma delle professioni calati dall’alto come fulmini a ciel sereno coinvolgendoci nella manovrina recante "Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all’evasione fiscale" pubblicato sulla G.U. del 04/07/2006 n. 223 convertito in L.153 il 4 Agosto 2006. Il Decreto Bersani che ha portato alla abolizione dell’obbligo delle tarif- N 4 fe minime si ripercuoterà sulla qualità della prestazione professionale e con la sua rigida attuazione ha portato alla modifica del codice deontologico delle professioni che verrà a condizionare non solo comportamenti professionali, ma anche l’organizzazione degli studi incrementandone la burocrazia. La relazione del Presidente su questo punto ha rilevato come per operare su un mercato, ormai sovranazionale, sia necessaria maggiore competitività e qualità che si concretizzino in una sintesi culturale ed operativa di più competenze che consentendo il superamento dell’autoreferenzialità e con il periodico aggiornamento riscontrino la valenza delle prestazioni e la qualità del servizio offerto ai cittadini. Professionalità, qualità e competitività è un trittico su cui puntare. Sempre in materia di riforma della professioni con il Disegno di Legge approvato dal Consiglio dei Ministri l’01/12/2006 il Governo è delegato a procedere secondo un indirizzo di liberalizzazione e sono state emanate le nuove norme in materia di riordino all’accesso alle professioni intellettuali ed è prevista la riorganizzazione degli ordini e collegi professionali. Rispetto ai principi e criteri generali di disciplina delle professioni intellettuali Bottaro ha indicato quali sono a suo avviso le regole condivisibili o meno. Passando alla Politica Generale di Categoria, la relazione del PresiPerito Agrario 1/2007 CATEGORIA dente, sottolineando il continuo proficuo lavoro bidirezionale con i Collegi Provinciali si è soffermata sui diversi punti che interessano specificatamente l’attività professionale del Perito Agrario nonché quanto attiene l’applicabilità di normative alle attività dei Collegi Provinciali. È stata richiamata l’importanza delle riunioni informative su tematiche di gestione amministrativa e su competenze e responsabilità peculiari delle cariche istituzionali. È stata richiamata anche l’attività di difesa svolta dal Consiglio Nazionale; nella finanziaria 2006 perché fossero eliminati gli obblighi derivanti ai Collegi professionali quali Enti Pubblici non economici, perché non rientranti tra quelli che partecipano alla formazione del bilancio dello Stato: nella finanziaria 2007 non sono da annoverarsi tra gli organismi inutili o troppo costosi per lo Stato gli Ordini e Collegi professionali in quanto tali Enti sono economicamente autosufficienti e non beneficiano di alcuna forma di finanziamento pubblico. Il Presidente Bottaro si è particolarmente soffermato su come si sta evidenziando la necessità di poter disporre di una struttura operativa di supporto alle attività complementari a quelle istituzionali. Il Consiglio Nazionale, con la condivisione della Perito Agrario 1/2007 Consulta, ha deliberato la costituzione della “Fondazione Periti Agrari” - osservatorio dei Periti Agrari su Formazione, Agricoltura, Ambiente, Territorio, Industria, Cultura di Impresa, Università, Management, assumendone la veste di fondatore. Riteniamo questo tema un passaggio saliente della relazione, non tanto e non solo perché evidenzia come nella dinamica socio-economica e politica dei tempi che corrono le funzioni ed i compiti istituzionali non rispondono sufficientemente alle esigenze e alle richieste della categoria in rapporto alle evoluzioni in atto. Ecco quindi la necessità della Fondazione con lo scopo di promuovere, coordinare e sviluppare ricerche, pubblicazioni, attività di formazione, studi e convegni in campo tecnico, giuridico, economico e sociale d’interesse della professione di Perito Agrario nonché per accrescere e valorizzare l’interesse pubblico verso la categoria. Altro tema importante sul quale il Presidente si è soffermato è stato quello sui rapporti con i Consigli Nazionali dei Geometri e dei Periti Industriali e Periti Industriali Laureati e come questi rapporti siano importanti ed attuali considerato che il progetto di Legge Mastella prevede l’accorpamento tra professioni affini. I tre Consigli Nazionali dei Geometri, Periti Agrari e Periti Industriali che stanno promuovendo la costituzione dell’Albo dei tecnici laureati per l’ingegneria sono stati pubblicamente indicati in sede parlamentare, come esempio in materia di riforma delle professioni. Nella relazione Bottaro non ha trascurato di richiamare i rapporti con i coordinamenti Regionali lamentandone la carenza di iniziative. Solo poche Regioni hanno prodotto qualche risultato apprezzabile. Si è ricordato come il coordinamento sia uno strumento operativo che pur non sovrapponendosi alle attività istituzionali dei Collegi può essere un mezzo di lavoro e la testimonianza della presenza della categoria sul territorio regionale. Non è stata ignorata la Conferenza Stato-Regioni che ha approvato il "piano strategico nazionale 20072013" che le Regioni dovranno attuare per individuare i percorsi per l’utilizzo dei servizi di consulenza in agricoltura e per la predisposizione COLLEGI CHE SONO STATI RAPPRESENTATI L’Aquila, Alessandria, Ancona, Arezzo, Asti, Bari, Benevento, Bologna, Bolzano, Brescia, Brindisi, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso, Caserta, Catania, Catanzaro, Como, Ferrara, Firenze, Foggia, Forlì – Cesena, Frosinone, Grosseto, Latina, Lecce, Macerata, Matera, Messina, Milano, Modena, Napoli, Novara, Nuoro, Padova, Palermo, Parma, Pavia, Perugia, Pesaro, Piacenza, Pisa, Potenza, Ragusa, Ravenna, Reggio Calabria, Rieti, Rovigo, Salerno, Sassari, Siena, Siracusa, Sondrio,Taranto,Teramo,Torino, Trapani, Treviso, Udine, Venezia, Vercelli, Verona, Vicenza, Viterbo. Hanno inviato i saluti perché improvvisamente impossibilitati a partecipare i Presidenti dei Collegi di Cosenza, Mantova, Roma 5 CATEGORIA delle domande di ammissione come indicato dal Reg. CE n. 1698/05. È questo un comparto ove l’assistenza tecnica andrà ad assumere sia nelle consulenza che nella progettualità grande importanza professionale. Per rispondere ai mutamenti che la società ed il mercato richiedono è stata sottolineata la valenza della formazione continua in rapporto alle esigenze di miglioramento della prestazioni, con il riconoscimento dei crediti formativi e con il rilascio degli attestati di eccellenza che andranno a garantire processi di accreditamento e le modalità di attestazione dei requisiti professionali. La relazione del Presidente ha richiamato in materia di immagine, visibilità e percezione di categoria quanto sia stato importante il 14° Congresso Nazionale che ha arricchita la visibilità delle attività e degli interessi professionali dei Periti Agrari trattando in modo approfondito e competente tematiche nell’ambito della cooperazione internazionale, tale da destare l’attenzione di ONG che presa conoscenza delle potenzialità e disponibilità della categoria intrattengono interessanti relazioni con il Consiglio Nazionale. Si sta programmando il IV° Congresso Internazionale sul tema “L’agricoltura del Mediterraneo: ruolo e contributo del Perito Agrario”. Un altro esempio di come i Periti Agrari protagonisti sensibili nella comprensione dei fenomeni socio-economici, si propongono ancora come soggetti attivi per fornire il loro qualificato contributo alla società. Anche la Rivista “Il Perito Agrario” evidenzia l’attenzione che la catego- Giacalone 6 Scognamiglio I Periti Carmelo Abate, Raffaello Ferraiolo e Fabio Gardini, ricevono la medaglia ricordo del CNPA per l’impegno profuso a favore della Categoria durante il loro mandato consiliare ria presta alle tematiche più varie che spaziano dalla politica agraria a quelle tecniche e di comparto dando il senso della polivalenza e varietà della professione. Anche nel campo della telematica si è appreso come siano notevolmente aumentate le consultazioni consentendo alla categoria di essere conosciuta anche in altri continenti. L’uditorio ha appreso che partirà a breve il programma “Comunicazione”, un contatto diretto con i Periti Agrari per informarli con continuità su situazioni ed argomenti che interessano la professione, l’ambiente, il territorio, la tecnica e l’agricoltura. Non sono mancate nella relazione notizie aggiornate su argomenti ricorrenti quali esami di stato e tirocinio, rapporti con il Governo e Istituzioni, previdenza ed ENPAIA e sull’osservatorio sulla imprenditoria giovanile. Nei rapporti con altre professioni, nell’ambito CUP, nonostante la di- versa visione sul alcune prospettive di rappresentanza, visto il difficile momento che richiede unità, si è riscontrata coesione maggioritaria su programmi comuni spengendo e rimandando contrapposizioni. Nei rapporti con gli organi di rappresentanza dei Dottori Agronomi e Forestali, Bottaro ha denunciato scarsa volontà collaborativa che fa ancora sfumare la iniziativa per una fusione verticale delle professioni nell’area verde. In materia di settori specifici di interesse professionale, quali quella dei danni da calamità naturali, dell’ambiente e sicurezza, agenzia del territorio il Presidente ha puntualmente informato come ci si è impegnati sulle attività svolte, su quali sono le novità evidenziatesi nei comparti e come queste siano considerate positivamente dagli addetti ai lavori. Per quanto riguarda l’Università, la scuola e formazione si è presa cono- De Luca Genchi Schiavon Gay Perito Agrario 1/2007 CATEGORIA stato sollevato il problema della incompatibilità con l’iscrizione all’ Albo professionale cui incorrerebbe un Perito Agrario che esercita la attività dipendente del Ministero della Pubblica Istruzione con la qualifica di Dirigente Scolastico. Il Presidente nella risposta, ha assicurato che il problema è già in corso di approfondimento e che, appena in possesso , fornirà i chiarimenti del caso. Il Presidente Bottaro si è soffermato sul ricorso cui è stato oggetto sia il CNPA che lui personalmente. E’ stata data, conformemente alla riservatezza che il caso ancora richiede, l’informazione sullo stato dell’arte e data assicurazione sulla legittimità delle pro- È scenza che l’Università Telematica Guglielmo Marconi con D.M. 30/01/06 recante “accreditamento di nuovi corsi di laurea e laurea specialistica della Università stessa”, l’Ateneo è stato autorizzato ad istituire ed attivare i seguenti corsi di laurea alla facoltà di scienze e tecnologie applicate: a- scienze e tecnologie agrarie (classe 20); b - scienze sociali per la cooperazione, lo sviluppo e la pace (classe 35). Anche con le Università di Teramo, facoltà di Agraria e con l’Università di Foggia, facoltà di Agraria sono stati avviati rapporti di collaborazione per la stesura di protocolli che prevedano il riconoscimento di C.F.U. per Periti Agrari. Sono intervenuti i Presidenti dei Collegi di Trapani (Per.Agr. Giacalone), Napoli (Per.Agr. Scognamiglio), Teramo (Per.Agr. De Luca), Padova (Per.Agr. Schiavon), Matera (Per.Agr. Genchi), Torino (Per.Agr. Gay), Benevento (Per.Agr. Fontanarosa), Foggia (Per.Agr. Dell’Aquila), Bologna (Per.Agr. Gabrielli), Perugia (Per.Agr. Moncelli), Modena Fontanarosa Perito Agrario 1/2007 Dell’Aquila cedure attuate in materia elettorale. E’ stato anche comunicato che gli insegnanti, se in possesso della autorizzazione del Dirigente Scolastico per esercitare la libera professione, ex art.4 l.434/68, devono essere iscritti nell’albo degli esercenti e sono liberi professionisti a tutti gli effetti in quanto recita la norma richiamata che “il perito agrario non può esercitare la professione se non è iscritto nell’albo professionale” e quindi chiunque possa esercitare la professione, anche se implicato in rapporto di lavoro pubblico, ha diritto di essere iscritto nell’albo, come prima condizione per l’esercizio della professione. (Per.Agr. Losi), Cagliari (Per.Agr. Fanunza), che hanno portato un concreto contributo ai lavori fornendo spunti dai quali il Consiglio Nazionale trarrà indirizzi per il futuro. Nella conclusione Bottaro comunica che ci vedremo impegnati a prestare grande attenzione su quanto sta accadendo sullo scenario delle "libere professioni" che sono oggetto di particolare attenzioni da parte del Governo e rappresentano oggi il terzo tavolo di lavoro governativo. Solo dopo avere chiaramente capito le intenzioni dei Ministri Fiorani e Mussi relativamente all’istruzione tecnica agraria saremo in grado di mettere mano al nuovo ordinamento professionale e formulare le proposte concrete al momento della rivisitazione del D.P.R. 328/2001. È stato un anno difficile. Abbiamo continuamente tessuto ma qualcuno ha disfatto il nostro lavoro impedendoci di raccogliere i frutti. Tante iniziative concretizzatesi ci hanno confortato ma avremmo sperato di più ha concluso il Presidente. Si coglie in questa relazione annuale Gabrielli Moncelli come l’intrecciarsi delle dinamiche proprie del momento, la globalizzazione dei mercati con le difficoltà di raccordare tematiche sociali e professionali interne al nostro Paese rendono difficile operare ed orientarsi. Si avverte l’amarezza di chi è alla guida di una Categoria e si trova coinvolto in un contesto di rinnovamento senza esserne partecipe attivo, per quanto potrebbe competergli come esponente di Categoria, ma solo trascinato negli eventi in maniera oggettiva. Ciò può generare scontento ma non sfiducia. Anzi. Ciò non scoraggia e continueremo ad operare per essere anche in futuro protagonisti. Quando gli eventi si saranno assestati e potranno essere chiaramente individuati i tracciati da percorrere, potremo nelle nuove vesti, con innovati metodi operare concretamente ed essere ancora partecipi a contribuire da protagonisti come categoria professionale per lo sviluppo dei settori di competenza e nella società a fornire il nostro apporto culturale anche per il progredire civile e sociale. Losi Fanunza 7 FORMAZIONE Scuola, formazione, identità, professione di Giuseppe Melchiorre Giordano a vita è un apprendimento continuo, è un dato di fatto, l’uomo può con il passare degli anni modificare mentalità, comportamenti, esperienze, punti di vista, sensibilità, ma sempre attraverso un processo continuo di formazione. La richiesta e la necessità di formazione è un fenomeno biologico, naturale, che accompagna l’uomo in tutte le fasi di crescita. Questa domanda trova da sempre risposta nell’istituzione scolastica che come una madre accompagna lo studente nella costruzione e nella realizzazione di un suo progetto di vita, dall’edificazione culturale, all’orientamento ed alla formazione professionale. Solo con un’adeguata istruzione l’uomo può costruire coscientemente e in maniera significativa il suo progetto di vita che sia quindi d’interessi, di sbocchi occupazionali, di gratificazioni e affermazioni personali. La nostra istituzione scolastica formativa è l’I.T.A.S. che ha svolto e svolge egregiamente questo ruolo qualificando e certificando la categoria dei liberi professionisti Periti Agrari e Periti Agrari Laureati. Il modello di questa scuola è peculiare perché oltre che nell’ordinaria trasposizione didattica gli allievi vengono coinvolti in una miriade di attività pratiche, laboratoriali e di tirocinio. Le lezioni e le esercitazioni pratiche, che si svolgono nei laboratori e in azienda, sono tenute da docenti con il titolo di Perito Agrario, spesso L 8 liberi professionisti che esercitano, nel rispetto della legge, anche la professione, colleghi a pieno titolo, che con passione ed orgoglio contribuiscono alla formazione dei Periti Agrari. È questa un’esperienza da considerare significativa, non per il singolo, ma per l’intera Categoria, perché i liberi professionisti insegnanti trasferiscono le proprie esperienze reali e pratiche sui giovani alunni rafforzando la loro preparazione nelle diverse materie professionalizzanti come agronomia, chimica agraria, patologia vegetale, industrie agrarie, economia agraria, estimo rurale, meccanica, zootecnica, topografia e costruzioni. Gli insegnanti delle materie tecnico professionali degli I.T.A.S. sono come dei veri e propri genitori che educano e formano i giovani Periti Agrari; non sono antagonisti dei liberi professionisti, sono colleghi che travasano la propria esperienza con umanità e competenza professionale contribuendo a creare e costruire l’identità collettiva della Categoria e il sentimento di attaccamento ad essa. Chi si affanna nella ricerca di verità risapute non comprende quanto esposto e sbaglia se trascura il proprio percorso formativo e disconosce il ruolo degli insegnanti liberi professionisti come fondamentale nella filiera Scuola, Formazione, Identità, Professione: sarebbe come rinnegare sé stessi e quindi l’intera Categoria. Perito Agrario 1/2007 OPERATIVITÀ La Fondazione dei Periti Agrari Strumento di supporto e di sviluppo egli anni scorsi molti periti agrari e studenti hanno partecipato agli eventi culturali ed ai corsi di formazione organizzati dal Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati e, visto il positivo riscontro alle iniziative è stato ricercato uno strumento specifico, volto ad ampliare tali occasioni . Nel contempo è stato ritenuto necessario mettere insieme tutti gli strumenti atti a diffondere, con efficacia e continuità, la conoscenza delle attività dei Periti Agrari, la ricchezza della storia di questa Categoria di professionisti e la insostituibilità della sua attività per l’ambiente, l’agricoltura ed il territorio. Il Consiglio Nazionale, constatata la necessità di poter disporre di una struttura operativa di supporto alle attività complementari a quelle istituzionali, dopo un percorso che ha consentito di pervenire anche alla condivisione della Consulta del CNPA, ha deliberato la costituzione della “Fondazione Periti Agrari” Osservatorio dei Periti Agrari su Formazione, Agricoltura, Ambiente, Territorio, Industria, Cultura d’Impresa, Università, Management” assumendone la veste di Fondatore. La Fondazione ha lo scopo di promuovere, coordinare e sviluppare ricerche, pubblicazioni, attività di formazione, studi e convegni in campo tecnico, giuridico, economico e sociale d’interesse della professione di Perito Agrario e per la for- N Perito Agrario 1/2007 mazione ed informazione permanente dei Periti Agrari e dei Tecnici agricoli in genere, nonché per accrescere e valorizzare l’interesse pubblico alle problematiche della sicurezza alimentare e dell’ambiente. In particolare, la Fondazione si propone di: 1) sostenere e sviluppare iniziative volte alla promozione e alla diffusione di una moderna cultura tecnica, nei suoi aspetti di conoscenze e apprendimenti scientifici e di applicazioni; 2) indirizzare, promuovere e curare le attività di formazione e di aggiornamento dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati e, in generale, del comparto della professione tecnico –agraria ingegneristica, direttamente o tramite il Collegio Professionale o altre forme associative anche istituendo scuole di preparazione e perfezionamento della professione, anche avvalendosi di consulenti esterni; 3) promuovere e realizzare studi e ricerche nel campo scientifico, tecnico-giuridico,economico e sociale, anche finalizzate alla professione di Perito Agrario; 4) sostenere e sviluppare iniziative volte all’accrescimento della cultura professionale e, in via mediata, dell’immagine della professione; 5) collaborare con il mondo universitario, produttivo e con le altre istituzioni culturali e scientifiche al fine di creare e sviluppare continue sinergie utili alle attività della Fondazione, anche con l’organizzazione e la gestione di attività di training, tirocini, stages. Per il conseguimento del proprio scopo, la Fondazione potrà: 6) effettuare ricerche e studi, sia su temi di generale interesse per la professione, sia su singoli problemi o questioni prospettate dei Collegi Provinciali dei Periti Agrari, da singoli professionisti, da qualificati operatori economici, da studiosi e da Enti pubblici e privati; 7) realizzare studi e ricerche storiche, curare la conservazione di documenti, libri e raccolte; 8) pubblicare, in tutto o in parte, i risultati delle attività di ricerca o di singoli studi; 9) pubblicare e distribuire riviste e periodici di interesse specialistico, svolgere corsi, anche di insegnamento superiore, seminari e altre attività per la formazione anche di terzi non esercitanti la professione di perito agrario e delle norme in materia l’aggiornamento professionale nelle materie tecniche, tecnico-giuridiche, economiche, gestionali e sociali; 10) organizzare convegni, dibattiti, conferenze, giornate studio, nazionali ed internazionali; 11) organizzare missioni di studio e di ricerca in altri Paesi nonché partecipare ad iniziative dello stesso tipo con altre istituzioni italiane ed estere centrali e locali, nel rispetto e con i limiti di cui alla legge 5 agosto 1981 n. 416 e s.m.i., con università statali e private, italiane od estere, con altre istituzioni culturali, con enti e, in genere, con organismi pubblici o privati, italiani od esteri; promuovere e finanziare la costituzione, conservazione ed ampliamento di banche dati 9 OPERATIVITÀ Moncelli Gariboldi Finiguerra relative a materie tecnico-scientifiche, e giuridico-economiche, di interesse per i Periti Agrari; 12) consultazioni sia localmente che a mezzo reti nazionali ed internazionali con sistemi di accesso elettronici, incluso Internet e reti ad esso assimilate; 13) promuovere, istituire e mettere a concorso borse di studio e di ricerca e premi anche giornalistici 10 Ninci Vigato per l’Italia e per l’estero anche a favore di studiosi desiderosi di perfezionare la conoscenza delle materie sopra indicate, ovvero di effettuare ricerche originali; 14) sviluppare rapporti di collaborazione con amministrazioni, organizzare scuole di perfezionamento e assumere incarichi per lo svolgimento di ricerche di interesse collettivo nei settori sopra indicati; 15) istituire ed organizzare centri studi, gruppi di lavoro, commissioni di studio, sia in sede centrale e sia in altre sedi sul territorio nazionale ed internazionale. 16) esercitare ogni altra attività, anche di prestazione di servizi che, direttamente od indirettamente, l’organo amministrativo riterrà utile per il raggiungimento dei fini istituzionali su indicati. 19) acquisire partecipazioni in società ed altri organismi italiani od esteri, partecipare ad associazioni, consorzio altre organizzazioni; 20) per lo svolgimento delle attività statutarie potrà essere nominato un Comitato Scientifico composto da un massimo di undici membri che per la loro esperienza e per le alte qualità intellettuali, costituiranno un costante punto di riferimento per le proposte e per l’attuazione delle attività culturali e scientifiche della Fondazione. Per lo svolgimento delle attività suddette e quindi in via strumentale alla realizzazione del proprio scopo, la Fondazione, raccogliendo anche le proposte dell’Ente Fondatore, potrà: 17) chiedere ed utilizzare contributi, finanziamenti o altre erogazioni di ogni tipo e natura sia privati che pubblici; 18) concludere accordi e convenzioni, sottoscrivere contratti per prestazioni di servizio, conferire incarichi, acquisire e cedere diritti relativi a opere dell’ingegno, beni e diritti di qualsiasi natura; A reggere il primo Consiglio di Amministrazione, cui è delegata la attività di indirizzo e gestione, sono stati chiamati i Periti Agrari Mauro Finiguerra, Gloria Gariboldi, Massimo Moncelli, Filippo Ninci e Paolo Vigato che nella prima riunione del CdA hanno affidato la Presidenza della Fondazione al Per. Agr. Massimo Moncelli e Vice Presidente – Segretario il Per.Agr. Gloria Gariboldi. Buon lavoro da parte del Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati e della redazione nella certezza che i Colleghi sapranno dare, con attività parallele a quelle istituzionali, le giuste risposte alle attese e richieste della Categoria diventando un punto di riferimento per la collettività perseguendo l’obiettivo della diffusione della informazione e della cultura agraria. Perito Agrario 1/2007 IDEA DI SUCCESSO Wigwam Clubs: le applicazioni e le esperienze Circoli di Campagna®, Enti Locali e Zucchero, Distretti Rurali di Efrem Tassinato elle due preced e n t i puntate ho parlato di come sia nata questa esperienza associativa e poi come si possa leggere ed interpretare dal punto di vista metodologico. Ora veniamo alle applicazioni pratiche e qui, per brevità, citerò solo alcune delle esperienze che sul campo si vanno attuando usando la modalità di lavoro Wigwam. Devo comunque brevemente ricordare che un Wigwam, altro non è se non un’aggregazione di persone (fisiche e/o giuridiche) che, per il tempo necessario alla realizzazione di un progetto, che si ponga l’obiettivo di migliore uno o più aspetti della qualità della vita decidono di lavorare insieme. Lo faranno con una procedura, quella del Metodo dei club di progetto Wigwam appunto, collaudata in oltre trent’anni di attività ed a sua volta in continua evoluzione e perfezionamento. Tecnica, permeata da una forte cultura di lavoro in rete, che l’Associazione nazionale che ne porta il nome è disponibile a N Perito Agrario 1/2007 trasferire a quanti volessero utilizzarla per un loro progetto. Oggi, l’impiego di questa tecnica è rivolto ad affrontare le sfide più disparate ma rimane altissima l’applicazione nell’ambito rurale, agroalimentare, delle attività di turismo enogastronomico e che in qualche misura abbiano nella campagna il loro comune denominatore. In questi tempi soprattutto, in cui la multifunzionalità sembra essere la costante delle politiche agricole e la diversificazione e la qualificazione una condizione sine qua non per la sopravvivenza del settore. Del resto, basta dare un’occhiata ai PSR che le regioni hanno già varato o vi si accingono a fare ed un’altra all’archivio storico delle news contenute nel sito ufficiale italiano del Circuito Wigwam www.wigwam.it per vedere quante soluzioni già praticate sia possibile mutuare per sostanziare di progetti sperimentati la nuova visione dello sviluppo rurale. I CIRCOLI DI CAMPAGNA® Ora però ecco alcuni esempi pratici a cominciare dalla più classica e collaudata modalità di lavoro, quella dei Circoli di Campagna®, una denominazione protetta da una registrazione per evitare che ne sia fatto un uso improprio e per l’opportunità di marketing insita ad una formula che senz’altro rappresenta anche un’offerta peculiare e certamente di nicchia e già con un proprio posizionamento di mercato. Il Circolo di Campagna®, lo si potrebbe definire una sorta di agriturismo, ma anche di attività di turismo rurale dove è la motivazione culturale ed una certa coerenza filologica a generare e guidare l’attività economica. Solitamente invece si assiste all’inverso: l’azienda agrituristica crea attività cul- 11 IDEA DI SUCCESSO turali e/o ricreative, quale mera attrazione di clientela, ed è così che con molto poco buon gusto e sicuramente pacchiane sovrastrutturazioni e grottesche scenografie improntate al falso-rustico, l’azienda agricola viene trasformata in una piccola disneyland dove c’è di tutto e di più, tranne che l’agricoltura vera. A promuoverli può essere un gruppo di amici che adottano una casa in campagna e lì iniziano a fare attività culturali, di valorizzazione e di promozione del territorio rurale anche con l’offerta di servizi di alloggio e ristorazione, come può essere l’azienda agricola e/o agrituristica, che promuove il proprio club per costruire insieme agli utenti le attività ed i servizi, fidelizzandoli al sostegno del progetto. Chi scrive è promotore ed attuale presidente di un aggregazione di questo tipo che è attiva dal 1976. Si chiama Wigwam Circolo di Campagna “Arzerello”, ha sviluppato un filone di progettualità a tema enogastronomico e di escursionismo rurale che si avvale tra le altre della partnership del proprio Comune, quello di Piove di Sacco (Pd). Offre servizi di ristorazione esclusivamente ai propri soci e a quelli del Circuito Wigwam, non ha produzione perciò si approvigiona dalle aziende agricole e di artigianato alimentare che hanno promosso a loro volta al- 12 tre aggregazioni progettuali mentre per l’alloggio funziona egregiamente una piccola rete locale di offerta di Wigwam B&B dislocati presso famiglie di associati della zona. Così è anche per il Wigwam Circolo di Campagna “Il Presidio” con sede in un edificio residuo di un convento medioevale al servizio di un piccolo fondo agricolo, ultimo scampolo non urbanizzato della Zona Industriale di Padova. Qui il progetto riguarda proprio la salvaguardia di questo sito, perciò la sua specifica denominazione. A Mirano (Ve) opera il Wigwam Circolo di Campagna con B&B “Casa Miriam” che sviluppa attività didattiche e culturali sulla cucina del territorio e, all’occorrenza, offre anche la possibilità di pernottamento. Il Wigwam Circolo di Campagna “Podere Clara” è invece insediato in una piccola azienda che a Legnaro (Pd) pratica l’agricoltura biodinamica, è fattoria didattica e, tra gli altri, ha realizzato un riuscitissimo progetto di orti attrezzati per coltivatori hobbisti. Promotore e presidente di questa aggregazione è Severino Bozzolan, anche titolare e conduttore dell’azienda agricola. Tra i molti altri esempi di imprenditori agricoli, vitivinicoltori nelle fattispecie, che hanno intrapreso questa strada, Franco Clementin con il suo Wigwam Circolo di Campagna “Fattoria Clementin” di Terzo di Aquileia (Ud) e il perito agrario Pierluigi Pozzan col suo Wigwam Circolo di Campagna “Gastadia” a Sarcedo (Vi). L’AGRICOLTURA È VITA E IL PAESE DELLO ZUCCHERO È la denominazione di aggregazioni progettuali che si pongono quale obbiettivo di assolvere a funzioni di supporto la prima dello sviluppo rurale sostenibile, la seconda del comparto agro-industriale in una logica di filiera. Il Wigwam Club “Agricoltura è vita” nasce alcuni anni fa a Cuneo per iniziativa della locale sezione provinciale della Confederazione Italiana Agricoltori, in collaborazione e con il sostegno della Regione Piemonte ha sviluppato diversi progetti sulla valorizzazione della castanicoltura e della elicicoltura. Il presidente, Giovanni Mellano è stato per molti anni un tecnico dei CATA (Centri di assistenza Tecnica Agricola). Il Wigwam Club “Pontelongo Paese dello Zucchero” nasce invece nel padovano nel territorio dell’unico impianto nel Veneto superstite ai tagli del comparto saccarifero. Perito Agrario 1/2007 IDEA DI SUCCESSO A promuoverlo sono il locale Comune, Italia Zuccheri la società proprietaria dello stabilimento ed alcuni artigiani pasticceri ed esercenti della ristorazione della zona. Il progetto è complesso ma animato da una filosofia tutto sommato abbastanza semplice: concepire lo zuccherificio non solo ed esclusivamente quale impianto di trasformazione industriale di qualità (lo zucchero che produce è tra i migliori in assoluto e di filiera nazionale certificata al 100%) ma anche un promotore di cultura (la sua fondazione è opera dei belgi nel 1905 ed alcune parti, come le palazzine dell’amministrazione in stile fiammingo, possiedono tratti da archeologia industriale) e turismo facendolo meta di visite guidate, centro di promozione del recupero della dolceria tradizionale, della Saccisica e veneta innanzitutto. È stato creato il marchio “I dolcetti di Pontelongo” dove, nell’etichetta di “pevarini”,“zaeti” ed altri squisiti biscottini è dichiarato lo zucchero prodotto da questo impianto facendo si, che anche una commodity quale è in definitiva questa specie di materia prima altrimenti poco o niente distinguibile, assuma una propria caratterizzazione perciò un migliore appeal presso i consumatori. La sede del club è presso il locale municipio, il comune è stato dichiarato “Paese dello Zucchero”, si è già alla seconda edizione della “Festa della Dolcezza”, il presidente è Piergiorgio Siviero un giovane e promettente chef che lavora nel locale albergo-ristorante di famiglia. Artisti locali concorrono a personalizzare le card associative di questo Wigwam Club aumentandone il pregio per la felicità dei collezionisti. A monte persino i bieticoltori si stanno associando al club, perché nelle fattorie, vi sono stanze che non si adoperano più e tramite questo canale le si può collocare per il Bed & Breakfast. Perito Agrario 1/2007 Siamo nella provincia di Ascoli Piceno, anzi a Montalto Marche presso la sala Convegni della Cantina Sociale. Sabato 10 febbraio 2007 il presidente della Provincia Massimo Rossi e l’Assessore della Regione Marche all’Agricoltura Paolo Petrini, insieme agli assessori provinciali all’Agricoltura e Turismo Avelio Marini e al Genio Civile e Protezione Civile Luigino Baiocco hanno presentato ad una affollatissima platea di amministratori locali, associazioni di categoria, operatori e cittadini il “Progetto Valdaso”. Si tratta di un progetto, impostato Il progetto che si avvale del supporto tecnico della società Terra Srl e dello Studio di Architettura Torresi per gli aspetti della riqualificazione del fiume e per la pianificazione territoriale opererà come una tipica aggregazione Wigwam composta da tutti gli attori coinvolti, sia privati che istituzionali, sia del fronte dell’offerta che della domanda. In realtà, il Distretto Rurale, inteso come “club di progetto” a valenza territoriale agirà come promoter e coordinatore della rete locale di tutte le iniziative concertate che saranno attivate nella zona. Ecco già un paio di esempi: Luigina Marilungo assessore all’Agricoltura e al Turismo del Comune di Montefiore dell’Aso sta predisponendo un con la metodologia Wigwam, che metterà in moto il Distretto Rurale della Val d’Aso: ventitré comuni, da dove proviene buona parte della produzione ortofrutticola marchigiana. Un territorio, notevole dal punto di vista paesaggistico che collega il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e il neonato Parco Marino del Piceno, da valorizzare quindi anche sotto il profilo turistico con un offerta sostenibile e soprattutto connessa alla valorizzazione delle peculiarità locali. suggestivo itinerario composto anche da momenti didattici ed appuntamenti gastronomici legati al tema delle erbe spontanee del Piceno. Amato Mercuri, sindaco di Moresco ha annunciato il reindirizzo dell’area produttiva prevista nel proprio territorio comunale verso attività artigianali e di piccola e media industria della trasformazione e conservazione dell’ortofrutta. Attività assolutamente carenti rispetto alla disponibilità in loco di materia prima abbondante e di ottima qualità. IL DISTRETTO RURALE DELLA VALDASO 13 PREVIDENZA Collegio Nazionale Cassa di previdenza dei Periti Agrari Due facce della stessa medaglia di Raffaele Luigi Zanna Palazzo CNPA Palazzo della Previdenza l Dlgs 10 febbraio 1996, n ° 103 recante ” Attuazione della delega conferita dall’Art. 2, comma 25, della Legge 8 Agosto 1995, n ° 335”; in riferimento a tale delega ha regolamentato la tutela previdenziale obbligatoria dei soggetti che svolgono attività autonoma di libera professione senza vincolo di subordinazione, il cui esercizio è condizionato all’iscrizione in appositi albi o elenchi estendendola a quelli che esercitano attività libero-professionale, ancorché contemporaneamente svolgono attività di lavoro dipendente. Da quanto sopra è nata l’obbligato- I 14 rietà di costituire la Cassa di Previdenza della categoria dei Periti Agrari. Il Dlgs n° 103 del 10/02/1996 ha affidato l’incarico di costituzione della Cassa di Previdenza dei Periti Agrari al Consiglio Nazionale ente esponenziale della categoria tutta. Il Consiglio Nazionale, valutate le opportunità offerte dall’Art. 3 del Dlgs 10 febbraio 1996 n ° 103 e tenuto conto degli orientamenti espressi al riguardo dalla base della categoria professionale, decideva, d’intesa con gli organi della Fondazione ENPAIA, di avviare le procedure per la costituzione di una Gestione Separata per i professionisti della categoria in seno alla stessa Fondazione. Il non breve iter istitutivo di detta gestione giungeva a conclusione con il decreto interministeriale del 25/03/1998 con il quale veniva approvato il regolamento della nuova forma di previdenza obbligatoria e si autorizzava quindi la stessa ad operare con decorrenza dal 01/01/1996. Il quadro legislativo in cui si colloca l’attività di tale forma di previdenza è definito dal già citato Dlgs. n ° 103/1996 e dalle disposizioni della Legge n ° 335/1995 relative al cosiddetto “Sistema Contributivo”, applicato al modello gestionale deliberato dal Dlgs. n. 509/1994, secondo le specifiche modalità attuative previste dal regolamento della gestione. La gestione economico-finanziaria deve assicurare l’equilibrio di bilancio mediante l’adozione di provvedimenti coerenti alle indicazioni riPerito Agrario 1/2007 PREVIDENZA sultanti dal bilancio tecnico. La gestione è alimentata: - dai contributi soggettivi a carico degli iscritti; - dal contributo integrativo a carico dell’utenza ma con obbligo di versamento in capo all’iscritto; - dal reddito prodotto dall’investimento delle disponibilità finanziarie. La gestione provvede alle seguenti prestazioni: - pensione di vecchiaia; - pensione di invalidità; - pensione ai superstiti, indiretta o di reversibilità; - indennità di maternità. Informazioni in merito alla gestione della Cassa di Previdenza vengono date tramite: 1. “Il Perito Agrario” rivista del Collegio Nazionale che viene trasmessa a tutti i periti agrari iscritti all’albo in tutta Italia; 2. il mensile di previdenza agricola dell’ENPAIA che viene inviato a tutti gli iscritti alla cassa di previdenza; 3. in occasione di convegni organizzati d’intesa col Consiglio Nazionale dai Consigli Provinciali; 4. in occasione dei congressi organizzati dal Consiglio Nazionale anche con il contributo finanziario della Cassa di Previdenza partendo dalla considerazione che in occasione dei congressi, oltre a raggiungere il perito agrario già iscritto alla cassa, viene anche coinvolto il perito agrario non iscritto alla cassa per incuria o perché non informato della obbligatorietà di iscrizione alla stessa. La partecipazione, se pur in minima misura, della Cassa di Previdenza alla spesa di organizzazione di congressi riguardanti la Categoria dei Periti Agrari le attività e gli incontri con esponenti di altre casse di previdenza di altre categorie professionali, l’adesione all’ADEPP, vanno a rafforzare l’azione svolta sul territorio nazionale dal Collegio Nazionale Perito Agrario 1/2007 e dal C.U.P. (comitato unitario delle professioni intellettuali) del quale la nostra Categoria è attiva aderente e fautrice di attività a tutela dei liberi professionisti di tutte le categorie di professionisti creando non solo momenti di confronto interno degli ordini, ma un tavolo propositivo rivolto alle autorità politiche, locali, nazionali comunitarie, anche in considerazione della marcata volontà politica, degli attuali governanti, di attaccare da più parti le categorie ordinistiche regolamentate. Gli interventi alle varie iniziative promosse sul territorio, di rappresentanti dei periti industriali, architetti, ingegneri, geometri e delle rispettive casse di previdenza, hanno dato modo a tutti i partecipanti di comprendere la necessità di avere a livello nazionale l’albo unico dei tecnici laureati per l’ingegneria e quella per l’unificazione delle rispettive casse di previdenza e assistenza. Il periodico bimestrale “Il Perito Agrario”, organo ufficiale del CNPA inviato a tutti gli iscritti all’albo, rappresenta una grande fonte di informazioni tecniche, culturali, di organizzazione della categoria sul territorio nazionale, sulla scuola ed un importante veicolo di informazione per la cassa di previdenza, anche in considerazione della più volte manifestata disponibilità del CNPA. Le iniziative del Consiglio Nazionale rivolte alla crescita professionale del perito agrario, per le diverse attività nella gestione delle imprese agricole, sull’ambiente e territorio, tributario ed estimativo, delle costruzioni, catastale, enologico, fitoiatrico, della sicurezza nel settore alimentare e nei luoghi di lavoro, nel rispetto di quanto previsto dalla legge sull’ordinamento professionale, dal codice deontologico e dal regolamento per la formazione continua offrono una panoramica, la più ampia possibile. Tenuto conto che gli iscritti alla Cassa di Previdenza dei Periti Agrari so- no circa 3.400, un buon numero ma sicuramente in fase di crescita se si pensa ai circa 18.500 Periti Agrari, potenziali professionisti, iscritti negli albi di tutti i Collegi Provinciali d’Italia, ne consegue che la Categoria va ulteriormente sensibilizzata con un impegno strategico condiviso tra il Consiglio Nazionale e la Gestione Separata della Previdenza dei Periti Agrari presso l’ENPAIA, che potrà operativamente essere rivolto ad organizzare incontri sulla previdenza, diretti o tramite il Consiglio Nazionale ed i Collegi Provinciali, o Coordinamenti Regionali, per non perdere di vista il concetto di “appartenenza” che tutti gli iscritti a qualsiasi livello, debbono dimostrare, sia nei confronti della Cassa di Previdenza che del Collegio Nazionale. Da non trascurare sono gli aspetti deontologici, nel rispetto delle regole per una corretta e misurata convivenza, volta all’ottenimento dei “più alti” risultati possibili a favore della categoria che rappresentiamo. L’attività svolta ed i risultati ottenuti dall’aprile 2005 dal comitato di gestione della Cassa di Previdenza fanno ben sperare per un positivo risultato economico della sezione speciale Periti Agrari all’interno dell’Enpaia, ed il bilancio che andremo a chiudere ne sarà la conferma più evidente. Pertanto ritengo che l’obbiettivo da perseguire sia quello di continuare seguendo questa impostazione migliorandola, se possibile, con il contributo di tutti quanti, auspico per il futuro che i rappresentanti nel consiglio di Amministrazione della Cassa di previdenza, vengano esclusivamente scelti tra liberi professionisti in piena attività e non già titolari di pensioni, magari di altri enti previdenziali, in modo da poter ancor meglio contribuire alla risoluzione delle problematiche attinenti al più ampio mondo professionale che rappresentiamo. 15 APPUNTI DI LAVORO Napoli 07.02.07 Sala convegni Regione Campania Seminario illustrativo sul Piano Assicurativo Nazionale di Cristiano Fontanarosa i è tenuto a Napoli un seminario divulgativo sul Piano Assicurativo Nazionale 2007, anche mediante l’illustrazione del regolamento CEE 1857/06 e degli orientamenti comunitari 2007/2013; vi hanno partecipato per la Regione i funzionari Allocca, Della Valle, Mainolfi, Maiellaro ed oltre trenta funzionari degli STAPA-CEPICA, i rappresentanti dei consorzi di difesa, il segretario regionale dei consorzi di difesa Per. Agr. Cristiano Fontanarosa. Ha preso la parola la dott.ssa Della Valle che ha illustrato il piano di comunicazione della Regione da attuare mediante volantini, locandine, spot televisivi e riunioni comprensoriali presso gli ex uffici agricoli di zona nonché una manifestazione finale a Napoli nell’autunno 2007; la stessa ritiene utile altresì la collaborazione delle organizzazioni professionali agricole per il buon esito dell’azione divulgativa. II dr. Allocca, partendo dalla premessa di variazioni climatiche imprevedibili e che in Campania ci si assicura troppo poco, ha comunicato che è volontà della Regione di fare una giusta ed efficace promozione per estendere numero degli imprenditori agricoli che ricorrono allo strumento della polizza grandine, S 16 delle polizze pluririschio e delle multirischio sulle rese. Mainolfi ha illustrato il D.Lgs 102/04 e le diverse possibilità di assicurazione agevolata nel quadro normativo del regolamento CEE n° 1857/06 e degli orientamenti comunitari 2007/2013. Successivamente Maiellaro ha illustrato il piano assicurativo nazionale con degli esempi sui diversi tipi di polizza, sugli eventi e le colture assicurabili, modalità contrattuali, rilevazione danni, assistenza perizia, pagamento premi, liquidazione risarcimenti che avviene entro l’anno. Ha concluso gli interventi il Per.Agr. Cristiano Fontanarosa che ha chiesto alla Regione Campania che, agli incontri zonali, debbano essere invitati i rappresentanti dei codifesa che, nelle assicurazioni agevolate, annoverano un’esperienza di cinque lustri. Inoltre ha illustrato il codice delle assicurazioni 2004 ed il regolamento ISVAP dell’ottobre 2006 chiarendo che la sottoscrizione delle polizze grandine dall’anno 2007 in poi può essere fatta presso operatori abilitati ed iscritti nell’ albo agenti e/o degli intermediari assicurativi (procedere in maniera diversa può condurre a sanzioni pesanti per gli operatori non in regola con la normativa di cui sopra). L’associazione regionale dei codifesa dà la propria disponibilità a partecipare agli incontri zonali in itinere. I funzionari provinciali degli STAPA-CEPICA hanno formulate dei quesiti che hanno trovato puntuale risposta da parte dei relatori. Perito Agrario 1/2007 DEONTOLOGIA Collegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati presso il Ministero della Giustizia CODICE DEONTOLOGICO DEL PERITO AGRARIO ADOTTATO NELLA SEDUTA DI CONSIGLIO DEL 26 GENNAIO 2007 TESTO DELLE NORME DI DEONTOLOGIA PER L’ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI PERITO AGRARIO L’ETICA PROFESSIONALE è l’emanazione di un codice morale che deve essere seguito con personale convinzione. Essa, come le regole deontologiche, è il completamento delle norme e delle leggi che si applicano a tutti i Periti Agrari nell’esercizio delle loro attività e nei rapporti tra di loro e con i terzi. Perito Agrario 1/2007 DEONTOLOGIA Principi generali Art. 1 1. Il Perito Agrario deve essere sempre libero e professionalmente indipendente; deve sempre essere costantemente rivolto alle conoscenze scientifiche ed agire con coscienza. 2. Le disposizioni contenute nel presente Codice Deontologico, avente natura di regolamento interno al Collegio professionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati, si compone di norme particolari che integrano le normative ordinamentali, hanno carattere precettivo e vincolante e vanno rispettate da ogni iscritto all’Albo professionale o nell’Elenco speciale, sia esso cittadino italiano o cittadino di uno degli Stati membri della Comunità Europea che abbiano ottenuto l’iscrizione all’Albo o nell’Elenco speciale e dai praticanti nell’esercizio dell’attività professionale e nei confronti di terzi. Tutti gli iscritti sono tenuti alla loro conoscenza. L’ignoranza delle medesime non libera dalla responsabilità disciplinare degli inadempienti. 3. L’iscrizione all’Albo professionale richiede una condotta morale e civile irreprensibile. 4. La professione del Perito Agrario , esercitata conformemente alle Leggi che la tutelano, rappresenta un’attività intellettuale, di pubblica utilità e di rilevante interesse Nazionale. Art. 2 1. La potestà disciplinare e regolamentare spetta agli organi professionali ai quali è demandato il compito di irrogare sanzioni per la violazione dei precetti deontologici ai sensi della legge 28 marzo 1968 n.434 e s.m.i. - Titolo V – artt. 37-53. 2. All’organo professionale Nazionale spetta altresì di indicare le regole di condotta per una migliore tutela della professione. 3. Il procedimento disciplinare si apre nei confronti del Perito Agrario per tutti i fatti che, anche non riguardanti la attività professionale, abbiano riflesso sulla sua reputazione professionale o danneggino l’immagine della Categoria. 4. Le sanzioni dovranno essere adeguate e proporzionate alla violazione commessa e devono tener conto dei comportamenti e delle specifiche circostanze, che hanno contribuito a determinare l’infrazione. 5. Quando nello stesso procedimento siano posti a carico del Perito Agrario più addebiti la sanzione deve essere unica. Art. 3 1. Le attività previste dall’Ordinamento Professionale di cui alla legge 434/68 e 54/91 devono essere svolte dal Perito Agrario con dignità, probità e decoro, unite ad una adeguata preparazione tecnico culturale. 2. Al fine di garantire un elevato livello qualitativo della attività professionale è dovere del Perito Agrario di curare costantemente la propria preparazione professionale ed aggiornamento professionale anche avvalendosi delle possibilità offerte dalla legge 28 marzo 1968 n. 434, così come modificata dalla legge 21 febbraio 1991 n.54 art. 12, lettera -o-. Art. 4 Il Perito Agrario, nel caso eserciti l'attività professionale, anche in forma non esclusiva, deve attenersi alle norme previste dal regolamento per la formazione continua obbligatoria emanate dal Collegio Nazionale e provvedere annualmente al proprio aggiornamento. Perito Agrario 1/2007 DEONTOLOGIA Art. 5 1. E’ dovere del Perito Agrario di conservare il segreto professionale sull’attività prestata e di mantenere la riservatezza sugli incarichi trattati. 2. Il rispetto del segreto professionale e la riservatezza devono essere mantenute anche da parte dei collaboratori e dipendenti del Perito Agrario che hanno partecipato allo svolgimento dell’attività professionale. Art. 6 1. Il Perito Agrario ha l’obbligo di provvedere agli adempimenti fiscali e previdenziali prescritti dalle vigenti Leggi dandone comunicazione al Collegio di appartenenza. Art. 7 1. E’ dovere del Perito Agrario evitare situazioni d’incompatibilità professionale. 2. Il Perito Agrario, nel dubbio, deve chiedere il parere al proprio Collegio Professionale. Rapporti con il collegio provinciale Art. 8 1. L’iscrizione all’Albo professionale comporta doveri di rispetto nei confronti del Consiglio del Collegio. 2. Ogni Perito Agrario ha pertanto doveri di collaborazione con il Collegio al quale appartiene e dovrà fornire allo stesso chiarimenti, delucidazioni e documenti che gli venissero richiesti, compatibilmente con il rispetto del segreto professionale. 3. L’iscritto all’Albo Professionale, ha altresì l’obbligo di segnalare al Consiglio del Collegio coloro che si rendessero colpevoli di trasgressioni alle presenti norme previo richiamo in via privata ed amichevole. 4. Nel caso in cui, persista la trasgressione il Consiglio del Collegio interviene per stabilire il provvedimento disciplinare. Art. 9 1. Il Perito Agrario ha il dovere di partecipare alle assemblee in modo da non pregiudicare la funzionalità del Collegio Professionale. Art. 10 1. L’iscritto deve osservare con disciplina i provvedimenti emanati dal Collegio. Art. 11 1. I Periti Agrari chiamati a far parte delle commissioni, segnalati o no dal Consiglio del Collegio, devono attenersi alle norme emanate dal Consiglio, tenendo sempre presente, in ogni circostanza, l’interesse generale della categoria. Perito Agrario 1/2007 DEONTOLOGIA Art. 12 1. l Perito Agrario che, pur essendo iscritto all’Albo, successivamente alla propria iscrizione instauri rapporti di dipendenza con Enti o Privati, il cui regolamento vieti l’esercizio della Professione, è tenuto a darne immediata comunicazione al Consiglio del Collegio, anche se in via eccezionale è autorizzato a svolgere atti di libera professione. Rapporti con i Colleghi Art. 13 1. Ogni Perito Agrario deve mantenere sempre, nei confronti degli altri colleghi rapporti di cordialità, lealtà e collaborazione. Art. 14 1. E’ scorretto il comportamento diretto alla sottrazione del cliente di un collega. Art. 15 1. Il Perito Agrario non deve cercare di sostituirsi ai Colleghi che abbiano ricevuto incarichi professionali. 2. Qualora esso sia chiamato ad assumere un incarico già affidato ad altro collega, deve informare quest’ultimo ed accertarsi che l’incarico precedente sia regolarmente revocato e soddisfatte tutte le pendenze in atto. 3. Comunque il Perito Agrario , deve accertarsi in ogni circostanza da apprezzamenti nei confronti di un altro professionista. Art. 16 1. Il Perito Agrario che si attribuisce opera professionale di lavoro compiuto da altri, compie grave mancanza professionale disciplinarmente sanzionabile. Art. 17 1. Non è concesso promuovere vertenze giudiziarie contro un collega per motivi professionali se non dopo aver informato il Presidente del Collegio Provinciale per un tentativo di conciliazione. 2. Dissensi professionali, non risolvibili bonariamente, vanno portati per la conciliazione al Consiglio del Collegio Provinciale che si pronuncia prima dei termini previsti per eventuali azioni giudiziarie. Art. 18 1. Il Perito Agrario deve qualificarsi in modo tale che sia evitato ogni possibile equivoco, precisando sulla carta intestata, nella targa dello studio, nell’elenco telefonico, nelle guide specializzate, nei timbri, il titolo che gli compete di “Perito Agrario ” (abbreviazione Per.Agr.). 2. La pubblicità, anche per via telematica, effettuata nel rispetto delle leggi vigenti, deve essere contenuta entro i limiti della serietà professionale e, preventivamente autorizzata dal Collegio Provinciale territorialmente competente, non deve contenere titolo o specializzazioni professionali diversi da quelli accademici o scolastici informazioni che possano trarre in inganno il cliente. Perito Agrario 1/2007 DEONTOLOGIA 3. Le targhe, le inserzioni sugli elenchi telefonici, pagine web e sulla carta intestata possono contenere le seguenti indicazioni: - Dati anagrafici e dati relativi al domicilio professionale e recapiti del professionista ed orario di apertura dello studio al pubblico; - Titoli di studio che danno diritto all’iscrizione all’albo professionale, titoli di specializzazione, senza abbreviazioni; - Onorificenze concesse o riconosciute dallo stato. Rapporti con i praticanti Art.19 1. Nei rapporti con i Praticanti il Perito Agrario è tenuto all’insegnamento delle proprie conoscenze ed esperienze in materia professionale ed a realizzare ogni attività finalizzata a favorire l’apprendimento da parte dello stesso, nell’ambito della pratica professionale, in conformità alle disposizioni legislative ed a quelle regolamentari. In particolare, il Perito Agrario deve favorire l’acquisizione da parte del praticante dei fondamenti teorici e pratici della Professione, nonché dei principi di deontologia professionale. Rapporti con il committente Art. 20 1. Il rapporto di fiducia è alla base dell’attività professionale e pertanto deve essere improntato alla massima correttezza e lealtà. Il Perito Agrario dovrà tutelare nel migliore dei modi l’interesse del committente con il rispetto della rettitudine e del decoro professionale. Art. 21 1. L’incarico deve essere espletato secondo scienza e coscienza e dovrà essere rifiutato quando il Perito Agrario ritiene di non avere specifica competenza in materia, in questo caso il Perito Agrario propone la consulenza di altro professionista. 2. La prestazione è personale e diretta, eventuali sostituzioni devono essere comunicate al cliente. 3. Qualora l’iscritto all’Albo, per qualsiasi motivo, non sia in grado di portare a termine l’incarico professionale ha il dovere di informare il cliente e chiedere di essere sostituito da altro professionista al quale fornirà con diligenza tutte le informazioni sul lavoro già da lui espletato. Art. 22 1. Costituisce grave violazione della correttezza professionale l’accettare o sollecitare premi o compensi da terzi interessati qualunque sia la causa. Art. 23 1. Posto che la accettazione dell’incarico professionale deriva dalla competenza a svolgere quell’incarico, il ritardo ingiustificato o mancato adempimento delle prestazioni di attività professionale richieste, per negligenza o trascuratezza, costituisce violazione del dovere professionale. Perito Agrario 1/2007 DEONTOLOGIA Art. 24 1. Il Perito Agrario ha l’obbligo di restituire al committente la documentazione, da quest’ultimo fornita, inerente l’incarico ricevuto, quando la parte ne faccia richiesta. In caso di rinuncia, pur rimanendo proprietario degli elaborati, è tenuto a fornire al committente, oltre la copia degli stessi, I dati, le notizie di quanto svolto sino a quel momento. Art. 25 1. Il professionista deve astenersi dal prestare la propria attività professionale quando può esistere conflitto d’interessi con il proprio cliente. Art. 26 1. Il Perito Agrario è tenuto a dare al proprio assistito tutte le informazioni relative all’incarico in corso, quando ne faccia richiesta il committente. Art. 27 1. Il professionista deve, nei limiti del possibile, pretendere affinché il mandato professionale sia conferito per iscritto o, in subordine, dare conferma scritta dell’accettazione dell’incarico e deve concordare con il Committente l'importo delle prestazioni da eseguire e proporre il preventivo scritto per l'approvazione allo stesso Committente. 2. E’ fatto obbligo al professionista di rendere conto delle somme ricevute dal cliente o da terzi, per lo svolgimento dell’incarico, mettendo a disposizione gli importi a favore del committente. 3. Il Perito Agrario ha diritto di trattenere dalle somme che gli siano pervenute dalla parte assistita o da terzi, per le spese sostenute e trattenerle o compensarle con le proprie competenze, quando vi sia il consenso della parte assistita e non vi sia contestazione sulle competenze richieste. Art. 28 1. Il Perito Agrario che recede dall’incarico, non ancora ultimato, potrà farlo a condizione di prendere tutti quei provvedimenti atti a non danneggiare il committente. Art. 29 1. Poiché l’incarico professionale è un vero e proprio contratto di prestazione d’opera intellettuale il Perito Agrario nell’assumere l’incarico deve stabilire il termine della prestazione. Art. 30 1. Nel redigere la notula il Perito Agrario deve indicare con chiarezza le prestazioni eseguite, i compensi, le spese ed attenersi a quanto previsto dall'incarico ricevuto e dal relativo preventivo sottoscritto per accettazione dal Committente come indicato al precedente art.26 comma 1. Art. 31 Il Collegio Nazionale, ai soli fini di indirizzo per i Colleghi e per l'Eventuale Utilizzo da parte dell'Autorità Giudiziaria, indica delle tariffe di riferimento che non hanno valore vincolante nel rapporto tra Committente e Perito Agrario. Perito Agrario 1/2007 DEONTOLOGIA Art. 32 Il Perito Agrario nel caso svolga, anche in via non esclusiva, l'attività professionale, ha l'obbligo di sottoscrivere adeguata polizza assicurativa di Responsabilità Civile che tuteli il Committente da eventuali errori Commessi dal Professionista e dai suoi collaboratori nell'esercizio del mandato ricevuto. Art. 33 1. Il Perito Agrario è tenuto nel modo più rigoroso al segreto professionale così come previsto dall’ordinamento della professione. 2. Può derogare all’obbligo di mantenere il segreto professionale con il consenso del committente e quando è imposto dalla legge. Rapporti con Enti, Autorità e terzi Art. 34 1. Nei rapporti con i mezzi di informazione il Perito Agrario nel rilasciare dichiarazioni e interviste deve orientarsi al massimo equilibrio e non trarre benefici personali se in concorrenza con i colleghi. Norme relative a concorsi e commissioni in genere Art. 35 1. Il Perito Agrario non deve avvalersi della sua posizione di amministratore pubblico e del relativo suo prestigio per i propri vantaggi professionali a scapito del lavoro dei colleghi, usurpandone il lavoro, dovendo in ogni caso uniformarsi a quanto disposto negli articoli precedenti. Art. 36 1. Il Perito Agrario designato o no dal Consiglio del Collegio od eletto a cariche istituzionali od a far parte di qualsiasi tipo di commissione deve accettare la designazione o nomina e, anche se a titolo personale, deve comportarsi in maniera corretta secondo quanto risulta dalle norme deontologiche. 2. In ogni caso è tenuto ad osservare tutte le disposizioni che il Consiglio del proprio Collegio dovesse impartire nell’interesse e a difesa della categoria. 3. Il Perito Agrario deve comunque comunicare immediatamente al Consiglio del Collegio cui è iscritto l’eventuale nomina in commissioni. Perito Agrario 1/2007 DEONTOLOGIA Disposizioni finali Art. 37 1. Le norme deontologiche raccolte nei precedenti articoli costituiscono l’integrazione delle norme legislative o regolamentari che disciplinano l’attività di Perito Agrario quale libero professionista. 2. Esse devono essere osservate scrupolosamente dagli iscritti all’Albo, sotto pena di provvedimenti disciplinari che potranno essere presi a seconda della gravità delle infrazioni, abusi, mancanze in genere e atti comunque ritenuti dal Consiglio del Collegio, alla cui circoscrizione il collega appartiene, lesivi dell’etica professionale. 3. Ogni abuso o trasgressione nell’esercizio della professione o fatto sconveniente alla dignità professionale è perseguibile disciplinarmente ai sensi dell’art. 37 e seguenti della legge 28 marzo 1968 n. 434 così come modificata dalla legge 21 febbraio 1991 n. 54 e dal D.P.R. 731 del 16 maggio 1972. 4. A tale scopo il Consiglio del Collegio provvede ai sensi dell’ordinamento della professione di Perito Agrario e delle norme di attuazione dell’Ordinamento stesso. Art. 38 1. Il Consiglio del Collegio vigila sull’osservanza da parte degli iscritti, delle presenti norme ed il Perito Agrario è tenuto, per quanto di sua competenza, a diffondere i principi etici sopra enunciati. 2. Ovunque l’infrazione venga commessa l’organo giudicante sarà sempre il Collegio presso il quale il Perito Agrario che ha commesso l’infrazione è iscritto. 3. Il collega od il Collegio di altre province, che vengano a conoscenza delle infrazioni commesse dal collega Perito Agrario , dovranno rimettere al Collegio di competenza, tutti gli elementi, documentazioni, ecc. che potranno raccogliere. Art. 39 1. Le presenti norme comuni a tutti i Periti Agrari sono deliberate dal Consiglio del Collegio Nazionale e costituiscono regolamento interno e vincolano tutti i Periti Agrari. Art. 40 1. Il presente regolamento sarà depositato presso il Ministero della Giustizia, il Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati, i Collegi Provinciali e costituisce parte integrante del Regolamento della Professione di Perito Agrario ed entra in vigore alla data di adozione da parte del Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati. Perito Agrario 1/2007 PREZZI E MERCATI Il mercato fondiario Fonte Inea LA SITUAZIONE GENERALE el 2005 il mercato fondiario ha registrato una brusca frenata. Le quotazioni medie a livello nazionale hanno evidenziato una sostanziale stabilità rispetto all’ anno precedente (+0,1%), in netto contrasto con gli aumenti segnalati negli anni passati. Le indagini svolte dalle sedi regionali dell’INEA presso testimoni privilegiati e operatori del settore, pur nella consueta e composita articolazione che si registra nei mercati locali, hanno messo in luce un rallentamento generalizzato della crescita dei valori fondiari e delle attività di scambio. Le difficoltà maggiori sembrano concentrarsi nella circoscrizione Nord-Est che, dopo gli aumenti N Perito Agrario 1/2007 Aziende e SAU per titolo di possesso dei terreni in Italia Aziende Solo in proprietà Solo in affitto Proprietà e affitto Totale Solo in proprietà Solo in affitto Proprietà e affitto – sup. in proprietà – sup. in affitto Totale Solo in proprietà Solo in affitto Proprietà e affitto Totale 1990 2000 2.313.662 329.966 93.814 93.062 250.192 227.220 2.657.668 2.150.248 Superficie (ha) 10.352.652 8.214.505 887.113 1.001.601 3.706.628 3.765,071 1.920.735 1.793.630 1.786.093 1.972,441 14.946.593 13.062.256 Superficie media aziendale (ha) 4.5 4.5 9.5 11.6 14.8 16.6 5.6 6.1 2003 1.605.192 97.480 259.663 1.962.535 7.375.859 1.256,523 4.463.428 2.008.342 2.475.087 13.115.811 4,6 12,9 17,3 6,7 Fonte: ISTAT, Censimento dell'agricoltura, 1990 e 2000. Struttura e produzione delle aziende agricole, 2003. Universo CE. 25 PREZZI E MERCATI consistenti riscontrati negli ultimi anni, ha evidenziato un arretramento dei valori in quasi tutte le zone altimetriche (tab. 7.1). Modesti sono stati gli aumenti registrati nel Nord-Ovest e, come di consueto, nelle regioni meridionali. Un discreto aumento si nota soltanto nell’Italia centrale, soprattutto nelle zone della collina litoranea. Esaminando la situazione con dettaglio regionale emerge che ben cinque regioni, tra cui il Veneto, l’Emilia Romagna e l’Abruzzo, hanno presentato diminuzioni delle quotazioni e altre sette regioni, situate soprattutto nel Mezzogiorno ma non solo, mantengono praticamente inalterato il prezzo della terra. L’aumento più significativo ha riguardato le Marche (+4,5%), ma sembra legato soprattutto a fattori congiunturali specifici. Il valore della terra è rimasto su livelli medi particolarmente elevati nelle regioni settentrionali: le zone di pianura hanno presentato valori compresi tra i 30.000 e i 44.000 euro per ettaro, ma ancora più alta è la quotazione riscontrata nella collina interna veneta (49.000 euro) nettamente influenzata dalla presenza di terreni vitati di alto pregio. Molto più contenuti sono i valori nelle zone montane, escludendo il caso del Trentino-Alto Adige dove la frutticoltura e la viticoltura hanno portato il prezzo medio della terra a livelli più che doppi rispetto alle regioni confinanti. Nell’Italia centrale le quotazioni mediamente non si discostano molto da valori compresi tra i 10.000 e i 25.000 euro per ettaro. Tendenzialmente più bassi sono i prezzi che si riscontrano per i terreni del Mezzogiorno, tra cui spiccano i valori medi vicini alla soglia dei 50.000 euro dei terreni pianeggianti della Campania, molto probabilmente a causa della forte pressione urbanistica di queste aree. 26 LE CARATTERISTICHE REGIONALI Italia nord-occidentale - Nel 2005 le regioni dell’Italia Nord-occidentale hanno registrato la prima battuta d’arresto dopo un periodo di forte crescita. I valori nella circoscrizione sono cresciuti dell’1,1% con un anomalo e forte rallentamento in Lombardia dove l’aumento si è attestato allo 0,3%, in netta contrapposizione con i risultati degli anni 2003 (+6,1%) e 2004 (+5%). II 2005 complessivamente non ha portato significative variazioni rispetto al numero degli scam- bi e i valori fondiari si sono mantenuti stabili, essendosi registrate solo alcune variazioni a livello locale. Le previsioni per il 2006 in questa circoscrizione sono di prudenza negli investimenti, che potrebbe comportare una contrazione dei valori determinata anche dalla superiorità dell’offerta presente in molte aree. Il Piemonte conferma un mercato poco attivo, con prezzi che rimangono prevalentemente invariati rispetto al 2004. Alcune condizioni particolari si sono registrate nella pianura alessandrina, territorio nel quale la riforma della PAC ha portato sta- ticità nel mercato durante la seconda parte dell’anno, e nel cuneese, dove sono avvenuti numerosi scambi promossi sia dalla disponibilità di quote latte, sia dall’applicazione della direttiva nitrati. Forti investimenti, prevalentemente provenienti da operatori extragricoli, hanno interessato i fondi rustici individuati per operazioni finanziarie di diversificazione degli investimenti. Una situazione di grave difficoltà si registra nel settore della viticoltura, principalmente a causa delle difficoltà del mercato dei vini: tutte le tipologie di vigneto Doc sono in diminuzione, arrivando anche a -15% nella zona del Barbera d’Asti. Anche in Valle d’Aosta in numero di scambi si e mantenuto ai livelli del 2004, promosso per lo più da accorpamenti e imprenditoria giovanile; rimangono vitali le forme di coltivazione con contratti di comodato e di affitto dei fondi agricoli. Relativamente alla Lombardia, nelle province di Brescia, Mantova si riscontra una lieve contrazione, mentre i valori presentano qualche aumento a Bergamo, Como, Lecco, Milano, Lodi. Nelle restanti province si nota una sostanziale stabilità. I fondi che hanno subito i maggiori apprezzamenti sono quelli di fondo-valle (Sondrio, Varese) potenzialmente condizionati da destinazione d’uso non agricolo. Per il 2006 si attende stabilità e il possibile aumento del valore dei fondi in zone con ordinamenti di pregio: collina con zone vinicole, pianura con filiere zootecniche e colture ortoflorovivaistiche. In Liguria gli scambi sono stati molto limitati, i valori si sono mantenuti alti per la forte competizione del terreno agricolo con altri usi extragricoli, fenomeno che si registra in particolar modo nella provincia di Imperia. I terreni situati in condizioni favorevoli per l’orticoltura e la floricoltura continuano a mantenere una crescita positiva, in quanto Perito Agrario 1/2007 PREZZI E MERCATI le coltivazioni ad alto reddito aiutano a contrastare la crisi industriale che ha attraversato la regione. Italia nord-orientale - Nell’area Nord-orientale gli scambi si sono mantenuti stabili rispetto al 2004, oppure hanno subito, in qualche caso, un ulteriore rallentamento rispetto all’ annata precedente: mediamente la variazione percentuale dei valori fondiari ha registrato una contrazione (-1,3%). Il Veneto e Emilia-Romagna hanno trainato negativamente l’andamento (rispettivamente con -1,8% a -1,9%), mentre Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia hanno registrato segnali positivi (rispettivamente +0,8% e +1,1%). Nel 2006 sono previste condizioni di generale stabilità, con una possibile tendenza al ribasso. Analizzando nel dettaglio alcune situazioni delle regioni orientali, si rileva che in Trentino gli scambi sono diminuiti, ma si è mantenuto equilibrio tra domanda e offerta. I vigneti hanno subito un rallentamento, mentre la melicoltura è cresciuta facendo aumentare i valori dei fondi anche del 15% nell’asta dell’Adige. Di contro, la provincia di Bolzano ha visto un arretramento dei meleti e un anno di stabilità per seminativi e vigneti. In Veneto si è osservato un rallentamento degli scambi nonostante il sostegno della domanda da parte di operatori extragricoli. I prezzi medi nelle province sono rimasti prevalentemente stabili. Il settore che ha registrato decrementi maggiori anche in questa regione, è il vitivinicolo, che ha subito un calo del prezzo del terreno (con punte del -15/20% nel veronese). Tale situazione e stata determinata sia dalla diminuzione delle produzioni (volume prodotto -20%) e sia dai diminuiti prezzi del vino, in particolare per le categorie Doc e IGT. L’offerta di Perito Agrario 1/2007 fondi è stata sostenuta dalla vendita di piccole aziende non più in grado di mantenere un reddito adeguato. Tale situazione potrebbe determinare un mutamento delle dimensioni aziendali per la necessità di operare secondo economia di scala. Anche in Friuli si è registrata la medesima difficoltà nel settore vitivinicolo nei seminativi, con una stasi degli scambi e con un’offerta superiore alla domanda. In alcune aree la domanda e stata sostenuta da operatori extragricoli. Infine, in Emilia-Romagna i dati del 2005 evidenziano come il mer- cato fondiario rifletta la crisi del settore agricolo. I valori fondiari registrano aumenti in provincia di Parma (+12%) e di Reggio Emilia (+3%) e diminuzioni nelle restanti province Piacenza (-2%), Modena (-2%), Bologna (-6%), Ferrara (4%), Forlì (-4%) e Ravenna (10%). La domanda degli operatori si concentra principalmente su terreni a seminativo, vigneti e orticole. I valori sono cresciuti nella parte orientate, mentre i vigneti sotto diminuiti del 5-6%. Come in Veneto la difficile gestione delle piccole proprietà e il problema del ricam- bio generazionale sono le prime motivazioni per l’offerta di fondi nel mercato. Italia centrale - L’Italia centrale riporta il miglior risultato nazionale nel mercato fondiario, con una crescita media della circoscrizione pari a +1,6%. In particolar modo, pur con qualche precisazione da fare, spicca la crescita delle Marche (+4,5%). Il dato marchigiano, molto positivo rispetto all’andamento generale, sostenuto dall’interesse per i fondi dotati di fabbricati da ristrutturare e da destinare all’attività agrituristica in espansione in tutta la regione. Analizzando la situazione su scala regionale, il mercato Toscano è risultato scarsamente movimentato con quotazioni medie invariate o in flessione rispetto al 2004. Il dato medio dei valori fondiari registra una lieve diminuzione (-0,3%). La crisi del settore agricolo ha raffreddato gli scambi e il settore vitivinicolo, trainante negli scorsi anni, ha subito forti ribassi anche nelle aree di maggior pregio, con risultati particolarmente negativi nel Grossetano (-10/15%). Cresce nel tempo la richiesta di aree da destinare ad attività faunistico-venatorie e di fondi con la presenza di edifici per fini non agricoli, a scopo edificatorio, industriale e commerciale. Si mantiene sostenuta la domanda da parte di operatori extragricoli con finalità speculativa. Nel corso del 2006 si prevede ancora una situazione stazionaria. Nell’Umbria si conferma una situazione di stasi, in parte determinata dai prezzi mantenuti elevati da investitori extragricoli alla ricerca di fondi edificabili o da valorizzare con attività agrituristiche. L’offerta prevalentemente deriva dalla cessata attività di aziende non più in grado di sostenere una gestione economica redditizia. Gli ulivi nelle zone 27 PREZZI E MERCATI collinari che circondano Terni e i vigneti nella zona Doc di Orvieto, contrariamente alle regioni confinanti, hanno aumentato di valore rispetto agli anni precedenti registrando crescite intorno al 5-10%. Nelle Marche, pur con i risultati positivi per la crescita del valore, si è registrata una riduzione degli scambi con un’offerta prevalente di aziende che hanno cessato l’attività e una domanda generata dalla ricerca d’investimenti più sicuri. Le colture che offrono maggiore redditività (frutteti, oliveti, vigneti) sono avvantaggiate da questa tendenza. Le quotazioni più elevate sono generate dalla presenza di operatori extragricoli, disposti a pagare anche il 10-15% in più del valore reale del fondo. Va sottolineata, peraltro, la sensibile presenza di giovani imprenditori. Nel Lazio, si è verificata una sostanziale stasi delle contrattazioni, con prezzi tuttavia in crescita (+1,8%). L’offerta, anche in questa caso, nasce dalla cessazione di attività, mentre la domanda da investitori alla ricerca di diversificazione negli investimenti o immobilizzazione di capitali. In alcuni comuni le aspettative di realizzazioni extragricole tendono verso gli investimenti di tipo speculativo. Due tipologie di terreni in evidenza nel corso dell’anno sono stati i terreni investiti a nocciole in provincia di Viterbo, favoriti dal positivo andamento del mercato di questo frutto, e i terreni olivetati in provincia di Latina che hanno subito una significativa contrazione del valore (-9%) a causa della forte riduzione del prezzo dell’olio. I fondi continuano a mantenere valori eccessivamente alti rispetto alla reale produttività ed è prevedibile una prossima tendenza al ribasso. Italia meridionale – La circoscrizione meridionale ha riportato risultati modesti con una crescita dello 28 0,6%, non dissimile da quanto riscontrato negli anni precedenti. Nel corso del 2006 il mercato fondiario delle regioni dell’Italia meridionale dovrebbe mantenere le tendenze attuali, anche se sostanziali variazioni dei valori dei fondi potranno derivare dalla presenza dei diritti PAC. In Abruzzo l’esiguità degli scambi ha caratterizzato l’anno, fatta eccezione per la provincia di Pescara, nella quale gli scambi sono aumentati, mentre i valori medi sono diminuiti (-1,6%). I fondi con presenza di edifici o abitazioni hanno attra- versato un periodo di maggior vivacità interessando anche investitori stranieri. Le superfici boschive hanno mantenuto prezzi stabili, in alcuni casi fondi sono stati trasformati in colture arboree, mentre le tipologie tradizionali a causa della crisi economica hanno subito una contrazione anche di qualche punto percentuale. In Molise le quotazioni non si sono modificate rispetto al 2004, dato che sono considerate già superiori alle effettive capacità dei fondi di generare reddito. La domanda si è contratta per le minori disponibilità all’investimento da parte degli im- prenditori agricoli che hanno ceduto il passo a investitori extra-agricoli orientati verso destinazioni non agricole (infrastrutture e costruzioni). Nella provincia di Isernia si sono realizzate le variazioni positive più consistenti. In Campania si è registrata una generale stabilità delle quotazioni con una leggera flessione dei fondi non interessati da diritti PAC. La crescita dei valori si è attestata sul 3%, confermando l’andamento intrapreso durante lo scorso anno. Andamenti significativamente positivi sono avvenuti in provincia di Caserta, con l’aumento del 4-5% per il seminativo irriguo trainato dal settore bufalino. La domanda in generale è prevalsa per i terreni seminativi, mentre l’offerta ha visto maggiormente coinvolte le zone marginali o terreni già in regime di affitto. In prossimità dei centri abitati, di arterie commerciali o di zone turistiche il valore è influenzato dall’opportunità di un utilizzo extragricolo del fondo. Per quanto riguarda gli operatori, si registra la presenza e l’interesse di imprenditori giovani favoriti dai finanziamenti disponibili con il primo insediamento. In Puglia il 2005 ha confermato l’andamento del 2004, presentando segni di vitalità nelle aree con buona disponibilità di capitali e agricoltura intensiva. Nella provincia di Taranto continua un modesto deprezzamento dei terreni ad agrumi e vino da tavola e, in generale, nell’intera regione le tipologie più richieste sono vigneti e seminativi irrigui. Le colline litoranee di Ostuni, prevalentemente coltivate ad oliveto, sono soggette ad una rivalutazione connessa alla crescente domanda per usi extragricoli del suolo con iniziative di turismo rurale. I titoli PAC dei terreni influiranno sulle quotazioni in maniera più evidente durante il 2006. Perito Agrario 1/2007 PREZZI E MERCATI In Basilicata non viene registrata alcuna variazione significativa, con scambi pressoché nelle zone ad agricoltura estensiva e minimi nelle aree ad agricoltura intensiva. Tale situazione è determinata principalmente dalla crisi attraversata dal settore agricolo. II valore dei fondi si è differenziato per la presenza o assenza di titoli PAC. La domanda è caratterizzata anche da investitori stranieri, per lo più alla ricerca di fondi dotati di una casa colonica e di qualche ettaro di terreno per ricavarne poderi destinati a diventare strutture turistiche. La Basilicata è la regione italiana che fa registrare la peggior contrazione del valore medio dei terreni, con una diminuzione del 2%. In Calabria il mercato fondiario risulta particolarmente statico e i valori dei fondi, benché elevati, non hanno subito variazioni rispetto all’ anno scorso. I giovani imprenditori, grazie alle misure previste dai fondi strutturali, stimolano concretamente la domanda di terreni a seminativo o si fanno promotori di ampliamenti dell’ azienda agraria. Un problema presente nelle zone costiere e periurbane delle province di Reggio Calabria, Vibo Valenzia e Cosenza è legato alla pressione esercitata dalla criminalità organizzata che controlla i prezzi escludendo dal mercato l’entrata di altri soggetti. Italia insulare – In questa circoscrizione il mercato ha vissuto una fase di staticità, con compravendite molto modeste o limitate a piccoli appezzamenti di terreno. Uno stimolo forte alla domanda proviene per entrambe le regioni dalla richiesta di fondi rustici con caseggiati per finalità extragricole e redditi da utilizzazione turistica. Analizzando la situazione regionale, in Sicilia si sono registrate difficoltà nel settore agrumicolo e vitivinicolo, mentre risultano favorePerito Agrario 1/2007 voli e con buone quotazioni i terreni irrigui e gli oliveti. A differenza dei risultati ottenuti con i fondi strutturali da altre regioni, l’interesse da parte dei giovani imprenditori agricoli risulta molto contenuto. Le compravendite di terreni di piccola dimensione e di quelli adatti all’irrigazione mantengono buone quotazioni a seguito della richiesta proveniente dalle redditizie attività orticole o vivaistiche. Anche in Sardegna si registrano condizioni simili: staticità di mercato, delle quotazioni (+0,4%) e compravendite limitate. Le variazioni di quotazioni più significative si sono verificate nel campidano per i terreni orticoli (+5%) e nel sassarese per i pascoli e le colture arboree (3,5-4,5%). La domanda ha origine prevalentemente da giovani imprenditori con l’obiettivo di ampliare l’azienda e accrescere il proprio reddito grazie a economie di scala, mentre l’offerta proviene da agricoltori anziani che non hanno possibilità di veder proseguita l’attività in famiglia. Una particolare attenzione è dedicata ai terreni in zona costiera, ricercati per il possibile abbinamento agricolo con l’attività ricreativa. IL MERCATO DEGLI AFFITTI La struttura delle aziende agricole italiane ha subito profonde trasformazioni nell’ultimo decennio con riflessi evidenti anche nella distribuzione del titolo di possesso dei terreni. A fronte di una generale contrazione del numero di aziende (-26% tra il 1990 e il 2003) e anche di superficie agricola (-12%), ha fatto riscontro una consistente diminuzione delle aziende in proprietà e una contestuale crescita delle aziende con terreni in affitto. Le aziende costituite da terreni solo in proprietà sono diminuite dal 1990 al 2003 di oltre 700.000 unità (-31%) e in misura corrispondente anche la SAU con il risultato di mantenere quasi inalterata la superficie media aziendale. Diversamente, il numero di aziende con terreni in affitto o parte in proprietà e parte in affitto è leggermente aumentato, mentre è cresciuta la SAU in affitto in misura considerevole (circa +40% in entrambe le tipologie), portando ad un aumento progressivo della superficie media aziendale. La crescita più significativa si registra per le aziende solo in affitto, passate dai 9 ettari del 1990 ai 12,9 ettari del 2003 (tab. 7.2). La tipologia di aziende con affitto ha saputo avvantaggiarsi della mobilità fondiaria; purtroppo i riflessi sull’evoluzione della dimensione media delle aziende agricole sono stati modesti a causa del peso ancora trascurabile delle tipologie con affitto. La crescita delle dimensioni aziendali è stata principalmente determinata dalla necessità di realizzare economie di scala per ammortizzare i costi e ricavare un reddito sufficiente dalla conduzione. Al contrario, le numerose piccole aziende con terreni in proprietà stanno abbandonando la conduzione diretta perché non più economicamente conveniente e i proprietari sembra- 29 PREZZI E MERCATI no propensi a cedere i terreni in affitto o a ricercare forme di gestione in partecipazione con i servizi contoterzi. La domanda di terreni in affitto da parte delle aziende e stata promossa anche dalla nuova PAC al fine di assicurare la copertura completa di diritti. Va ricordata inoltre, l’influenza della legislazione ambientale per il rispetto dei limiti del carico di bestiame per ettaro: in alcune aree l’interesse delle aziende zootecniche ha determinato valori dei canoni d’affitto superiori all’effettiva redditività del terreno. In attesa della pubblicazione dei dati più aggiornati da parte dell’ISTAT, si può ipotizzare che, anche nel prossimo anno, la richiesta di superficie in affitto da parte delle aziende già arrivata al 28% della SAU totale 2003, rispetto al 18% del 1990 – continui ad aumentare. L’entrata in vigore della nuova normativa del pagamento unico aziendale ha determinato — su livello nazionale una diffusa regolarizzazione dei contratti, obbligatoria per l’accesso ai contributi dell’Unione europea. In molte regioni il numero di contratti registrati è in crescita e, anche se i canoni registrati differiscono da quelli reali, è emersa una situazione non registrata precedentemente. L’attesa degli effetti della PAC nel 2006 ha favorito un atteggiamento di prudenza diffusa e talvolta di flessione del valore dei canoni più elevati. In molte regioni si ritiene che si andrà verso un mercato degli affitti diviso nelle due componenti: terreni con diritti all’aiuto e terreni senza diritto. Le conseguenze, attualmente non facilmente prevedibili, potrebbero comportare un maggior dinamismo negli scambi e una crescita dell’offerta con canoni più bassi. In generale, l’atteggiamento di prudenza fa prevedere canoni stabili o in leggera flessione. A ridimensionare una potenziale tendenza al rialzo dei canoni per terreni dotati di titoli all’aiu- 30 to ha contribuito anche la creazione della riserva nazionale che rende disponibili gratuitamente i diritti all’aiuto a nuovi imprenditori intenzionati a condurre direttamente il proprio fondo o un fondo in affitto. Gli accordi in deroga rappresentano la forma di contratto più diffusa a livello nazionale e in costante crescita nel tempo. Gli accordi verbali sono in diminuzione e sono spesso legati a periodi brevi o a superfici limitate. In alcuni casi, a livello locale, si mantengono alcune forme di accordo particolare, ad esempio: ad meliorandum in provincia di Tren- to, affitto delle sole piante negli uliveti in provincia di Rieti, Soccida in provincia di Cosenza, compartecipazione del 50% del prodotto nelle aree interne della Campania, di tipo mezzadrile in Basilicata, suddivisione del raccolto 80-20% per la coltivazione del finocchio in provincia di Crotone, al solo sfalcio/manutenzione in Veneto, al pascolamento delle ristoppie in Sicilia, alla corresponsione del canone in natura, ecc. La legislazione vigente ha promosso, inoltre, i contratti di cessione all’interno della famiglia, in particolare il comodato, così da facilitare l’accesso ai contributi riservati ai giovani imprenditori agricoli. A questo riguardo rileva che oltre 200.000 ettari, pari a circa il 5%, della superficie considerata in affitto viene ceduta ad uso gratuito. La durata del contratto di affitto si mantiene limitata nel tempo. In molti casi deve ancora essere superata una resistenza determinata dalle legislazione passata che rendeva difficile il rientro in possesso del bene, una volta concesso in affitto. In altri casi, se c’ attesa la vendita o la trasformazione del fondo, oppure non vi è più interesse a condurre l’attività agricola, l’affitto è limitato all’annata agraria o limitatamente alla stagione. Secondo l’opinione di molti operatori del settore, il mercato degli affitti si mantiene vitale per l’elevato valore del terreno che impedisce l’acquisizione di nuovi fondi. Le caratteristiche regionali – Nelle regioni settentrionali la domanda di fondi in affitto prevale nettamente rispetto all’offerta, sostenuta principalmente dalla necessità di aumentare la superficie aziendale per usufruire dei diritti PAC. Anche le aziende zootecniche intensive contribuiscono a mantenere elevata la domanda al fine di contenere il carico di bestiame nei limiti concessi dalla legislazione ambientale. In alcune aree la necessità della distribuzione dei reflui zootecnici ha fatto registrare valori anomali dei canoni di locazione. In Lombardia, nelle zone caratterizzate dalla presenza di colture specializzate (orticoltura e vivaismo) i canoni si mantengono elevati ma non si notano ulteriori aumenti e la domanda è particolarmente sostenuta soltanto per i terreni più fertili. I contratti con i contoterzisti sono stati invece caratterizzati da una maggior prudenza. In Trentino si registra una Perito Agrario 1/2007 PREZZI E MERCATI leggera flessione dei canoni dei frutteti (-10% circa) e una parallela crescita della propensione all’acquisto della proprietà per contenere i risultati negativi delle annate meno favorevoli. in Alto Adige la domanda si mantiene, invece, più contenuta. In Veneto le province di Vicenza, Treviso, Padova e Rovigo hanno registrato un netto aumento del numero di contratti. In provincia di Verona spicca una forte domanda per terreni a kiwi e vigneti e di offerta per i pescheti. In generale, i canoni si sono mantenuti sui livelli del 2004, a fronte di un atteggiamento più prudente da parte degli operatori. In Friuli-Venezia Giulia la domanda di terra si mantiene elevata e risalta la richiesta di affitto delle malghe sostenuta dalle misure agroalimentari del PSR. In Liguria la domanda si mantiene elevata in tutta la regione ed è sostenuta da giovani imprenditori, con l’unica eccezione della provincia di Imperia dove prevale l’offerta. L’Emilia-Romagna registra un equilibrio tra domanda e offerta nelle province di Piacenza, Reggio Emilia, Modena e Bologna e in generale una riduzione dei canoni di affitto delle vane tipologie di terreni. Nelle regioni centrali si registrano situazioni diverse. In Toscana vige un sostanziale equilibrio tra domanda e offerta, mentre in Umbria, nelle Marche e nel Lazio una prevalenza della domanda. In tutte le regioni i canoni si mantengono stabili o in leggera diminuzione per la flessione della redditività nel settore agricolo. In particolare per la Toscana i fondi più richiesti sono i seminativi in provincia di Grosseto e i terreni per il vivaismo in provincia di Pistoia. Sono state più contenute del passato le quotazioni per i terreni viticoli nelle aree di maggior pregio della regione. Nelle Marche in provincia di Pesaro-Urbino va sottolineata la drastica riduzione Perito Agrario 1/2007 degli incentivi per i foraggi disidratati che ha portato ad una contrazione dei canoni di affitto. Nel Lazio si registra un forte aumento della regolarizzazione di contratti verbali. In provincia di Roma continuano a mantenersi elevati gli affitti dei pascoli e prati, in particolare a medicaio, per la vicinanza con le aziende di trasformazione della capitale, arrivando a generare una certa distorsione nelle contrattazioni. Nelle regioni meridionali ed insulari prevale la domanda di terreni con l’unica eccezione della Basilicata, che ha maggiormente sofferto del- la sfavorevole congiuntura del settore ortofrutticolo e cerealicolo, generando un’offerta di fondi superiore alla domanda. In Abruzzo si sono registrati valori simili al 2004 e le locazioni non sono cresciute nelle proporzioni attese, principalmente a causa del raggiungimento di dimensioni aziendali medie adeguate a sostenere la bassa redditività delle colture cerealicole. Anche in Molise non sono state registrate significative variazioni e non è previsto un aumento dei canoni. In Campania si rileva una forte domanda per le zone migliori con il mantenimento di canoni elevati e una prevalenza dell’offerta in zone marginali. In provincia di Napoli l’attesa di trasformazione con altre destinazioni d’uso dei fondi vicini ad aree densamente popolate frena gli affitti. Per le superfici soggette al pagamento unico aziendale è in crescita la trasformazione di contratti di affitto in conduzione diretta da parte del proprietario, con l’aiuto dei servizi contoterzi. In Puglia il mercato degli affitti continua a mantenersi poco significativo ed è riconducibile per la maggior parte ad affittanze stagionali. In Calabria il mercato degli affitti formale risulta sempre più bloccato, mentre l’affitto informale di durata stagionale – talvolta definito con pagamenti in natura (formaggio o prodotto raccolto) – è molto diffuso, soprattutto per pascoli di montagna e uliveti di collina. In Sicilia l’insolvenza del canone da parte degli affittuari costituisce un freno al mercato dell’affitto, che si limita in molti casi a cessioni all’interno della famiglia per il godimento dei benefici legislativi. I canoni di maggior rilievo riguardano i piccoli appezzamenti nelle aree Sud-orientali dell’isola, dove sono coltivate soprattutto orticole. L’interesse per queste colture ha portato ad una lieve crescita dei canoni. In Sardegna non si sono manifestate tendenze differenti rispetto al 2004, con contratti in deroga di 1-2 anni per i seminativi e 35 anni per i pascoli, senza variazioni nei canoni. Per una descrizione dettagliata della metodologia di stima e della procedure di rilevazione si veda di A. Povellato (a cura di), Il mercato fandiario in Italia, NBA, Roma 1997. Un maggior dettaglio della banca dati sui valori fondiari e disponibile nelle pagine web (http://www.inea.ittprogetti/mercato f.cfm). 31 ENERGIA Confederazione Dirigenti Quadri e impiegati dell’Agricoltura Energia della conoscenza di Luciano Bozzato n ampio e articolato dibattito si è sviluppato nel corso del tradizionale incontro della Confederdia all’Eima di Bologna che ha segnato un’importante tappa di un percorso avviato al suo interno sul tema “ENERGIA RINNOVABILE” - Opportunità e sviluppo in Agricoltura. L’iniziativa della Confederazione Italiana Dirigenti Quadri ed Impiegati dell’Agricoltura, coordinata dalla giornalista Rai Marina Pivetta, ha voluto ancora una volta informare i nostri associati e tutti gli operatori del settore agricolo su un argomento di pregnante attualità ed ha fornito un’ulteriore opportunità di condivisione delle scelte e dei programmi attraverso una corretta informazione ed una riflessione su una materia strategica per le conseguenze che il fattore energetico determina nei rapporti di produzione, nei rapporti con il mercato e sulle condizioni reddituali professionali del settore, anche all’indomani della Riforma della Pac. Difatti, è necessario operare di intesa al fine di non far rimanere il mondo agricolo e non solo, dentro una nuova dipendenza e marginalità, che inevitabilmente ricomprenderà il lavoro dipendente dell’agricoltura. È necessaria, dunque, una politica imprenditoriale che persegua la competitività e la creazione del valore aggiunto non attraverso una riduzione del costo del lavoro ma, al contrario, con l’impiego U 32 di sempre maggiori competenze e professionalità, necessarie per una produzione di qualità e specificità, elementi determinanti per una nostra affermazione nel mercato. La produzione di energia verde è, come emerso anche nella relazione del Prof. Giovanni Riva, dell’Università Politecnica delle Marche, una opportunità per il mantenimento e lo sviluppo del settore agricolo e per il conseguimento di risultati virtuosi di carattere generale, con evidenti van- taggi ambientali ed energetici, nonché di natura sociale e strategica e di sicuro stimolo per la diffusione della cultura del risparmio energetico. La rilevante platea di dirigenti e tecnici agricoli rappresenta la volontà da parte di tali soggetti di voler giocare un importante ruolo a cui bisogna dare una risposta attraverso la realizzazione di un sistema formativo indispensabile per sostenere la scelta strategica di una economia basata sulla conoscenza. COMUNICATO STAMPA Dir-Agri/Confederdia, firmataria del Contratto Dirigenti dell’Agrifin dal 1949, e l’A.n.d.i./C.i.d.a., ha sottoscritto il 13 febbraio Lc.a.,acoltura, con la Confagricoltura, l’accordo per il rinnovo biennale retributivo. L’art. 8 – Retribuzione prevede l’aumento dello stipendio base mensile secondo i seguenti scaglioni: a) con decorrenza 1° gennaio 2007 di € 120,00 mensili; b) con decorrenza 1° gennaio 2008 di € 80,00 mensili. Pertanto il nuovo stipendio base mensile spettante ai dirigenti dal 1° gennaio 2007, è di € 3.235,00 e dal 1° gennaio 2008 sarà di € 3.315,00. Luciano Bozzato, Presidente Confederdia, sottolinea il pieno rispetto delle decorrenze contrattuali ed il risultato raggiunto che riconosce la professionalità dei dirigenti agricoli come risorsa da valorizzare per una agricoltura che sempre più vuole essere impresa e stare sul mercato. Perito Agrario 1/2007 ZOOTECNIA Micro emergenze veterinarie La cattura degli animali vaganti: uso della teleanestesia di Stefano Battistini i è svolto a Gallicano ( LU ) il 15 dicembre 2006 il Corso su “La cattura degli animali vaganti e relativi DPI”. L’attività formativa fa parte di un più ampio progetto sulla gestione delle macro e micro-emergenze non epidemiche in ambito veterinario che vede coinvolte le 12 ASL della Toscana in un percorso formativo iniziato nel 2002, finanziato dalla regione Toscana con la ASL 2 di Lucca capofila, che ha portato tutte le ASL toscane a dotarsi di un Piano d’intervento collegato in rete. Nell’ambito di tale progetto sono state individuate alcune situazioni classificabili come microemergenze e tra queste appunto la cattura degli animali sfuggiti dal controllo dei detentori. Hanno partecipato a questa esperienza formativa: i referenti del gruppo micro e macro emergenze non epidemiche di tutte le ASL Toscane; alcuni rappresentanti del Master in “Coordinamento della attività di protezione Civile università di Firenze”, del corpo nazionale dei VVFF, della Polizia Provinciale, e di alcune associazioni di Volontariato presenti sul territorio. Animatori dell’evento sono stati i Dott.ri Klaus G. Friedrich e Paolo Cavicchio della SivasZoo Società Italiana Medici Veterinari degli Animali Selvatici e da Zoo Sezione nazionale della European Association of Zoo and Wildlife Veterinarians. Gli argomenti trattati sono stati la S Perito Agrario 1/2007 Preparazione della siringa Gestione delle catture di Bovini domestici vaganti, equini e cani. Il bovino domestico vagante e/o inselvatichito è un bovino che per particolari condizioni ha perso la normale mansuetudine e non si può avvicinare e catturare con abituali tecniche. Sono animali che possono scappare dalle stalle, spesso divincolandosi durante le operazioni di carico o scarico dai camion di trasporto, oppure sono animali che si sono abituati alla vita brada e hanno timore dell’uomo. In alcune zone, generalmente zone marginali rientranti nel perimetro dei Parchi nazionali o Regionali, vivono branchi di bovini vaganti senza proprietario, che si riproducono autonomamente. In Italia sono animali che appartengono solitamente a razze da car- ne italiane (maremmana, chianina, marchigiana, incroci) o straniere (charolaise, limousine, aubrac, incroci) provenienti dai pascoli (i cosiddetti broutards). La mole varia da 200 kg sino ad oltre 700 kg. Appare evidente come un bovino in queste particolari condizioni rappresenti sempre un potenziale grave pericolo per le persone, gli autoveicoli ed i treni. La pericolosità non consiste soltanto nella sua aggressività ma anche nella sua mole, che raggiunge spesso varie centinaia di chilogrammi. Nel caso il bovino vaghi disordinatamente verso centri abitati o abitazioni può diventare aggressivo a causa della paura ed attaccare le persone. Se si aggira nei pressi di strade frequentate da automobili, può attraversare improvvi- 33 ZOOTECNIA samente la carreggiata ed essere travolto dalle auto che sopraggiungono, con gravi conseguenze per gli autisti e i passeggeri. Se il bovino è vicino ad una ferrovia rappresenta un pericolo per i treni: in questo caso è assolutamente indispensabile avvisare le stazioni ferroviarie prima e dopo il punto delle operazioni per bloccare il transito dei convogli. In ogni caso per la gestione di una emergenza bovino vagante inselvatichito è fondamentale avvisare immediatamente le Forze di Pubblica Sicurezza, normalmente Carabinieri o Polizia Municipale, che avranno la responsabilità di garantire la sicurezza dell’evento. In collaborazione con questi soggetti si dovrà procedere ad una attenta valutazione del rischio e del pericolo che il bovino può rappresentare. Si dovrà quindi prendere in considerazione la vicinanza di strade, ferrovie, case, centri abitati, nonché procedere ad una valutazione dell’indole dell’animale. Fatte le dovute valutazioni si potranno proporre soluzioni adeguate per la situazione in accordo con le Forze di Pubblica Sicurezza.Alcune volte può essere la stessa amministrazione comunale a richiedere la cattura di gruppi di bovini vaganti per il controllo del pascolo abusivo. Quando la situazione lo consente è possibile proporre la cattura del bovino tramite la teleanestesia, cioè usando siringhe contenenti farmaci narcotici sparate da appositi fucili lanciasiringhe. In ogni caso la cattura di un bovino vagante inselvatichito mediante teleanestesia è un’operazione da considerare come molto pericolosa: non si deve sottovalutare l’indole apparentemente mansueta dell’animale, che può attaccare improvvisamente gli operatori che si avvicinano; non si deve sottovalutare la mole dell’animale e la sua devastante forza d’urto. La risposta ai farmaci anestetici è assai diversa rispetto quella che si ottiene in un animale tranquillo stabu- 34 lato. Quindi tutta l’operazione di cattura tramite teleanestesia dovrà avere come condizione essenziale la sicurezza degli addetti all’operazione di cattura. La pericolosità dovuta alla mole dei soggetti impone agli operatori di prestare grande attenzione in tutte le fasi della cattura ed è molto importante che in tutta l’operazione si evitino rumori, urla ed atteggiamenti che possano spaventare ed innervosire l’animale. La scelta dei protocolli anestetici per mezzo della teleanestesia in campo di animali vaganti deve prevedere la specie e l’individuo interessato, il suo stato fisiologico e le sue condizioni psicologiche; ma anche le condizioni ambientali, come la presenza di autostrade o altre situazioni che possono rappresentare un pericolo durante l’intervento richiedono una scelta farmacologia, che permette una fase di induzione anestetica più breve possibile per recuperare l’animale in piena sicurezza. Nella scelta dei farmaci anestetici sono da considerare i seguenti punti: • Ampio margine di sicurezza per la difficoltà di stimare il peso a distanza; • Concentrazione alta (max. in un dardo di 3 ml di liquido); • Azione rapida (breve induzione) – assorbimento per via i.m. rapida; • Non irritante; • Buon risultato; rilassamento muscolare, depressione cardio-circolatoria minima, depressione respiratoria minima, effetto analgesico, massima riduzione di paura e stress; • Disponibilità di ANTAGONISTI specifici; • Solubile, fluido e stabile (conservazione); • Tempi di sospensione minimi – uso in deroga!; • Sicurezza per l’operatore; • Facilità di reperimento e costo limitato. Usare maschere per proteggere gli occhi e le mucose da eventuali schiz- zi, usare guanti, per non entrare in contatto con gocce che possono uscire dalle siringhe. Informare tutti i partecipanti all’operazione di cattura della pericolosità dei farmaci. Informare le persone del tipo di farmaco impiegato. Prestare assoluta attenzione alla preparazione delle siringhe e considerarle poi come “bombe” pronte ad esplodere È bene tenere in tasca i foglietti illustrativi dei farmaci usati, in maniera da fornire la giusta informazione in caso di ricovero urgente e preparare delle schede di pronto intervento per i medici avvisare ed istruire gli ospedali per possibili ricoveri in emergenza La conoscenza delle caratteristiche dei farmaci anestetici è condizione fondamentale per ogni forma di approccio degli animali selvatici o vaganti l’impiego dei farmaci anestetici deve essere effettuato esclusivamente sotto controllo medico veterinario. Il porto e l’impiego di strumenti per telenarcosi: quali norme? Per effettuare teleanestesie si impiegano strumenti il cui porto può essere libero o soggetto a vincoli autorizzativi. Si possono portare (ed impiegare) liberamente tutti i mezzi che la Legge non considera armi. La cerbottana è un attrezzo che può essere utilizzato per la telenarcosi e il cui porto ed utilizzo è libero (è poco più che un tubo in alluminio da idraulici), è evidente però che va impiegata in situazioni che ne rendano “logico” l’impiego. Le circostanze di tempo e di luogo devono cioè giustificarne il fatto di avere al seguito un oggetto potenzialmente offensivo per la persona, ma che viene utilizzato per scopi leciti. I fucili (o pistole) possono essere a gas caldo oppure a gas freddo. Nel primo gruppo sono compresi le Perito Agrario 1/2007 ZOOTECNIA Animale addormentato armi da fuoco propriamente dette, per cui necessitano della licenza di porto e della denuncia di detenzione. Nella seconda categoria sono inclusi gli strumenti a gas compresso (in genere aria o CO2), considerati armi solo se il proiettile è in grado di erogare un’energia cinetica superiore ai 7,5 joule all’uscita dalla canna. Un’apposita Commissione istituita presso il Ministero dell’Interno valuta se lo strumento risulta di potenza tale da non destare preoccupazione per l’eventuale offesa a persone, in caso contrario il fucile viene è incluso nel Catalogo Nazionale delle armi comuni da sparo e il porto è soggetto a titolo autorizzativi (Legge 18 aprile 1975 n° 110, “Norme integrative della disciplina vigente per il controllo delle armi, delle munizioni e degli esplosivi”). Gran parte dei fucili per telenarcosi, soprattutto quelli più efficienti come il G.U.T 50 della Telinject e il JM special della Daninject, sono inclusi nel Catalogo. Per l’acquisto di un fucile (o pistola) occorre, secondo quanto previsto dall’art 35 del R.D.18/06/1931 Perito Agrario 1/2007 (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza), o un nulla osta all’acquisto o una licenza di porto d’arma. Il primo è rilasciato dal Questore del luogo di residenza dietro presentazione di istanza di rilascio, in carta semplice, di durata mensile e valida per tutto il territorio nazionale. Le licenze di “porto d’arma” sono di tre tipologie, difesa personale per arma corta o lunga, caccia, tiro a volo: il titolare è autorizzato all’acquisto di ogni genere di arma comune (ivi compresi quindi i fucili per telenarcosi), nei limiti quantitativi previsti per legge. Non esistendo un titolo autorizzativo specifico al porto di un fucile per telenarcosi per l’impiego (o l’acquisto) di tali strumenti sarà necessario essere titolari di una delle tre tipologie di licenza. Dopo l’acquisto è obbligo effettuare denuncia di possesso all’ufficio locale di Pubblica Sicurezza (o ai Carabinieri). Nella denuncia dovranno essere riportate anche tutte le altre armi eventualmente già detenute e denunciate. Per quanto sopra detto è chiaro pertanto che per il porto di un fucile (o pistola) per telenarcosi è quindi obbligatorio il possesso di una licenza (un “porto d’armi”), se lo strumento è iscritto nel Catalogo delle armi, ma l’utilizzo è subordinato alla abilitazione professionale di medico veterinario. Conferenza 35 NEWS • Congresso Unitario dei Geometri, Periti Agrari e Periti Agrari Laureati, Periti Industriali e Periti Industriali Laureati: come è noto è iniziata l’opera di massima collaborazione tra i Tre Consigli Nazionali principalmente volta ad ottenere la costituzione dell’Ordine dei tecnici laureati per l’Ingegneria che doveva avere la massima visibilità con la celebrazione del primo Congresso unitario con la partecipazione attiva delle rispettive casse di previdenza. Nella consueta riunione mensile di programmazione delle comuni attività in considerazione che da giovedì 15 febbraio ‘07, a seguire tutti i giovedì fino al termine, le preposte Commissioni parlamentari inizieranno la consultazione di ordini e collegi in merito alla riforma delle professioni, avendo i Tre Consigli Nazionali concordato l’inserimento nella proposta di legge “Mastella” di un emendamento che espliciti la costituzione dell’Albo dei Tecnici Laureati per l’Ingegneria, riuniti in sede congiunta con le rispettive Casse di Previdenza, si è ritenuto opportuno rinviare a data da destinarsi la celebrazione del Congresso unitario previsto per il 4/5 maggio 2007. • Formazione continua: si ricorda che i quarantacinque crediti formativi del primo triennio decorrono dall’anno 2005, con un minimo di 10 crediti formativi annui, per andare a regime nell’anno 2008 36 con un conseguimento di minimo 20 crediti formativi annui. Per l’anno 2006 il numero minimo di crediti da acquisire è stabilito in ragione di 15. • Protocollo: recenti richieste da parte degli iscritti hanno evidenziato che questi, per ottenere risposte a quesiti, usano rivolgersi direttamente al CNPA infrangendo un codice comportamentale che, seppur non scritto, è riconosciuto debbano essere rivolti ai Collegi provinciali tanto per non pregiudicare la persistenza nei rapporti di mutuo riconoscimento. Ad evitare ulteriori infrazioni al “protocollo” è opportuno che gli iscritti agli Albi ed Elenchi speciali osservino le procedure che vedono il Consiglio provinciale quale loro primo referente. • Efficacia dei provvedimenti: si ricorda che ogni determinazione assunta dagli Organi collegiali dispiega la sua efficacia dalla data della delibera. Così le cancellazioni e iscrizioni all’Albo professionale ed all’Elenco speciale non possono essere retroattive o postdatate in quanto si concretizzano al momento della deliberazione assunta dal Consiglio. • Obblighi del professionista: Ci è stata posta la domanda se: “l’iscrizione all’albo professionale comporta l’iscrizione alla Cassa Previdenza”. Al fine di dare compiuta risposta giova ricordare che il D.Lgs. 10 febbraio 1996, n. 103, recante “ Attuazione della delega conferita dall’art. 2, comma 25, della legge 8 agosto 1995, n. 335, in materia di tutela previdenziale obbligatoria dei soggetti che svolgono attività autonoma di libera professione” è illuminante e da se chiarisce il tema di discussione. All’art. 1, Estensione della tutela pensionistica ai liberi professionisti – infatti il comma 1 individua i destinatari del provvedimento: 1. Il presente decreto legislativo, in attuazione della delega conferita ai sensi dell’art. 2, comma 25, della legge 8 agosto 1995, n. 335, assicura, a decorrere dal 1° gennaio 1996, la tutela previdenziale obbligatoria ai soggetti che svolgono attività autonoma di libera professione senza vincolo di subordinazione, il cui esercizio è condizionato all’iscrizione in appositi albi o elenchi. Mentre il comma 2 estende le norme anche a coloro che si trovano nella duplice condizione di libero professionista e dipendente (privato o – dopo la finanziaria 1998 – anche pubblico) 2. Le norme di cui al presente decreto si applicano anche ai soggetti, appartenenti alle categorie professionali di cui al comma 1, che esercitano attività libero-professionale, ancorché contemporaneamente svolgano attività di lavoro dipendente. L’articolo 8 del d.lgs 103/96 All’art. 8. Obblighi di comunicazione: contribuzione a carico degli iscritti. Individua le responsabilità di comunicazione dell’iscrizione agli albi professionali e l’obbligatorietà di iscrizione alle forme previdenziali dei professionisti esercenti. 1. Gli enti cui è affidata la tenuta degli albi e degli elenchi degli esercenti l’attività libero-professionale di cui all’art. 1 sono tenuti a trasmettere alle corrispondenti forme gestorie di cui all’art. 3 l’elenco dei Perito Agrario 1/2007 NEWS nominativi degli iscritti, corredato dei dati anagrafici ed identificativi della condizione professionale. 2. Gli iscritti agli albi o elenchi di cui al comma 1, che si trovano nella condizione di cui all’art. 1, sono tenuti a presentare domanda di iscrizione alla gestione o ente previdenziale secondo le modalità rispettivamente previste per esse e ad effettuare i relativi adempimenti contributivi, ivi compreso il contributo integrativo a carico dell’utenza, nelle misure e alle scadenze stabilite. 3. Il contributo integrativo a carico di coloro che si avvalgono delle attività professionali degli iscritti è fissato nella misura del 2 per cento del fatturato lordo ed è riscosso direttamente dall’iscritto medesimo all’atto del pagamento previa evidenziazione del relativo importo sulla fattura. Da quanto sopra è pacifico ed acquisito che coloro che esercitano la libera professione, anche saltuariamente, hanno l’obbligo di iscrizione alle casse di previdenza. Ciò premesso ora l’esamina può proseguire su strade collaterali che possono far luce su altre situazioni e, a monte occorre stabilire cosa sia il lavoro autonomo: il Codice civile definisce il lavoro autonomo, fornendo le modalità e le condizioni di svolgimento di tale attività che vengono tipizzate nello schema del “contratto d’opera”. Stabilisce infatti l’articolo 2222 del C.C. che l’oggetto del lavoro autonomo si realizza: “Quando una persona si obbliga a compiere verso un corrispettivo un’opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente, si applicano le norme di questo capo, salvo che il rapporto abbia una disciplina particolare nel libro IV”. Occorre a questo punto enucleare le differenze che esistono tra imPerito Agrario 1/2007 presa individuale, lavoro autonomo e prestazione libero professionale: - Il lavoratore autonomo è colui che si obbliga a compiere verso un corrispettivo, un’opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente. - Il libero professionista si differenzia dal lavoratore autonomo perché è obbligato alla iscrizione all’albo professionale e, oltre al rapporto fiduciario che si istaura con il committente, sulla particolarità della prestazione dall’alto contenuto tecnico - scientifico. Ora bisogna evidenziare quelle che sono le differenze, soprattutto di carattere strutturale, che differenziano le due attività lavorative sopra evidenziate dalla attività imprenditoriale individuale. La differenza fondamentale tra lavoratore autonomo ovvero libero professionista e l’imprenditore individuale risiede nella individuazione di una forma di etero-organizzazione che non deve mancare per l’esistenza di una impresa. Difatti sia il senso comune sia il concetto di prevalenza espresso nell’articolo 2083 del codice civile sia la necessaria presenza di una organizzazione richiesta agli articoli 2082 e 2083 del codice civile e completamente assente nel dettato dell’articolo 2222 del codice civile devono indurre a ritenere che un minimo di organizzazione di lavoro altrui o di capitale è sempre necessaria per aversi un’impresa, anche molto piccola. Il criterio distintivo per individuare la piccola impresa individuale dal lavoratore autonomo è la prevalenza o meno di una organizzazione di lavoro di altri o di capitale sul proprio lavoro individuale. È tipico l’esempio del Perito Agrario che svolge l’attività autonoma di vivaista. Il proprio lavoro individuale è minoritario rispetto alla prevalenza del lavoro di altri (operai) e del capitale di anticipazione (realizzazione del giardino o vendita al minuto). Se si esercita una professione con obbligo di iscrizione ad Albo, il Codice Civile prevede un’apposita disciplina che, in parte, si discosta da quanto previsto per la generalità dei restanti lavoratori autonomi. In questo caso l’unico modo per esercitare la libera professione è l’apertura della Partita I.V.A.. Se si esercita un’attività esistono quattro possibilità di lavoro autonomo: 1) Esercizio di una attività con la partita I.V.A. 2) Il contratto di collaborazione occasionale 3) Il contratto di collaborazione coordinata e continuativa / a progetto. 4) Il diritto d’autore Dopo aver ricordato alcuni passaggi fondamentali sull’esercizio della professione si prenderanno a riferimento le prime due. Tra le attività professionali con obbligo d’iscrizione ad Albo figurano anche i Periti Agrari ed i Periti Agrari Laureati che hanno istituito la Gestione separata di previdenza obbligatoria istituiti presso l’Enpaia approvate con decreto interministeriali del 25.03.1998 I professionisti intellettuali, previo superamento del relativo esame di abilitazione, devono essere iscritti in appositi albi o elenchi posti sotto la vigilanza dello Stato. Nel contratto di prestazione d’opera intellettuale vi è un particolare legame fiduciario tra il cliente e il professionista: difatti, al di là dell’utilizzo da parte del professionista di collaboratori o praticanti, il solo responsabile, a tutti gli effetti, nei confronti del cliente è il prestatore d’opera intellettuale. Altre peculiarità di questa tipologia contrattuale che evidenziano il suddetto legame fiduciario possono rinvenirsi nel fatto che: 37 NEWS - il contratto non può essere ceduto a terzi (cfr. articolo 2232 codice civile, comma 1, il quale prevede l’obbligo di esecuzione personale dell’opera); - è sempre rilevante l’eventuale errore sulla persona. Infatti l’eventuale errore del committente sulla capacità e competenza del professionista, o sulla sua mancanza dei requisiti di legge per l’esercizio della professione, ha rilievo nell’affidamento dell’incarico e può costituire, in caso di errore, causa di risoluzione del contratto; - il cliente può rifiutare l’adempimento della prestazione da parte di un altro professionista, essendo il rapporto fondato sull’intuitus personae La PARTITA I.V.A.: quale forma più conosciuta della gestione di lavoro autonomo riveste le seguenti caratteristiche: 1. l’autonomia intesa come assenza di qualsiasi vincolo di subordinazione nei confronti del committente nello svolgimento dell’attività; 2. la natura non imprenditoriale intesa come prevalenza del lavoro rispetto al capitale e come mancanza di un’organizzazione in forma d’impresa delle risorse economiche ed umane disponibili; 3. l’abitualità e la professionalità intesi come atti e comportamenti coordinati tra loro, con regolarità, stabilità e sistematicità, finalizzati verso uno scopo prefissato, senza la necessità che il lavoro autonomo sia l’occupazione principale del soggetto in quanto è sufficiente che sia esercitato con abitualità. Colui che apre la partita IVA previa dichiarazione di inizio dell’attività entro 30 giorni dall’inizio effettivo della stessa, è obbligato: 4. alla tenuta dei Registri Contabili (non più con l’obbligo di vidimazione); 38 5. all’emissione, all’atto dell’incasso, di fattura per ogni prestazione effettuata; 6. ad effettuare i versamenti I.V.A. (20%); 7. al versamento, da parte del committente che dovrà rilasciare certificazione da usare in occasione della compilazione del mod. Unico, della ritenuta d’acconto I.R.PE.F. del 20%; 8. al versamento del contributo soggettivo previdenziale ENPAIA del 10%, calcolato sul reddito imponibile annuale e del contributo integrativo del 2% calcolato sul reddito imponibile lordo; 9. al versamento, in sede di dichiarazione dei redditi, delle imposte e contributi previsti dalle vigenti norme. La prestazione d’opera si definisce come occasionale quando è caratterizzata dal requisito dell’unicità, anche se le modalità di adempimento sono prolungate nel tempo: infatti non può essere inquadrata in questa fattispecie giuridica una prestazione reiterabile più volte ovvero una prestazione che, per impegno temporale ovvero per entità del corrispettivo, è tale da non farla ritenere ripetibile tra uno stesso committente ed un medesimo lavoratore. In sintesi il principio base è che qualunque tipo di compenso di lavoro percepito in relazione ad una attività esercitata in modo non abituale ricade tra i compensi occasionali. Nei casi di prestazione occasionale d’opera l’organizzazione del lavoro deve essere prestata esclusivamente dal lavoratore che, sulla base del rapporto contrattuale, nonché delle concrete modalità di svolgimento della propria attività, non può essere sottoposto al rispetto delle direttive produttivo - organizzative determinate dal committente. La prestazione occasionale ha una gestione molto leggera: è infatti sufficiente emettere una nota di pagamento del compenso prestabilito, che è assoggettato alla ritenuta d’acconto del 20%. In sede di dichiarazione dei redditi il prestatore pagherà (o avrà a credito) l’aliquota dovuta in relazione al totale dei propri guadagni. Non è previsto nessun contributo previdenziale (a patto che non si superi complessivamente l’importo di € 5.000,00 annui. Se tale importo viene superato il percepente è soggetto al trattamento previdenziali previsto dall’INPS). In sede di dichiarazione dei redditi si compila il modello Unico, quadro definito “redditi diversi”. 10. Nella nota di pagamento per prestazioni occasionali devono essere riportati: Compensi lordi per la collaborazione; 11. Ritenuta d’acconto I.R.P.E.F. (20%): 12. Netto da pagare La diversità tra i due trattamenti fiscali risulta evidente e sostanziale in quanto trattasi di prestazione occasionale ai sensi dell’art.81, lett.L del T.U.I.R. 917/16 e non soggetto ad I.V.A. ai sensi dell’art. 5 Decreto del Presidente della Repubblica 26/10/1972 n. 633 e successive modifiche ed integrazioni. Perito Agrario 1/2007 NEWS • AGENZIA DEL TERRITORIO: - Circolare 1/2007 del 15/01/2007 Catasto Terreni - Procedura Pregeo 9 – Ulteriori direttive In relazione alle innovazioni contenute nella nuova versione della procedura, si rende opportuno fornire specifiche direttive, al fine di una corretta ed uniforme utilizzazione, per la predisposizione e approvazione degli atti di aggiornamento della cartografia catastale e dei corrispondenti archivi censuari. - Circolare 2/2007 del 15/01/2007 Catasto Terreni - Attivazione del servizio di trasmissione telematica del modello unico informatico catastale relativo agli atti di aggiornamento del Catasto Terreni (PREGEO) – Avvio del servizio in forma sperimentale. Indicazioni necessarie a facilitare la gestione degli atti di aggiornamento della cartografia catastale e dei corrispondenti archivi censuari. - PREGEO 9.00 SP 3 del 15/01/2007 Catasto Terreni È reso disponibile nel sito dell’Agenzia del Territorio l’aggiornamento del software: http://www.agenziaterritorio.it/software/pregeo/pregeo_v9/index.htm Di seguito le novità relative al SP 3 della procedura Pregeo 9: - implementazione delle funzionalità per la trasmissione telematica degli atti Pregeo. - contiene le evoluzioni/correzioni relative al SP2: - la relazione tecnica dematerializzata non taglia il primo carattere di ogni riga - nel caso di frazionamento nel modello dematerializzato sono contenuti correttamente i puntini per la firma dei soggetti lo schema del rilievo dematerializzato contiene i collegamenti tratteggiati rossi tra le stazioni. - i controlli delle superfici indicate nel modello censuario non vengono eseguiti se è stato associato un estratto autoallestito. Perito Agrario 1/2007 VITA DEI COLLEGI A seguito delle dimissioni del Consigliere tesoriere Michele De Mori alla data del giorno 16.12.2006 la composizione del Consiglio Direttivo del Collegio di Pavia risulta essere la seguente: COLLEGIO DI PAVIA Consiglio del Collegio Presidente: Zini Massimo V.Presidente: Diani Tito Segretario: Zavatarelli Paola Tesoriere: Gariboldi Gloria Consigliere: Nobile Felice Giovanni Consigliere: Zanetti Vittorio Consigliere: Marioli Bruno Collegio dei Revisori dei Conti Presidente: Mazza Luigi Membro Eff.: Borutti Giancarlo Membro Eff.: Zanellini Luigino Membro Sup.: Rebolini Romina COLLEGIO DI BERGAMO data elezioni: 18/12/2006 Consiglio del Collegio Presidente: Possenti Francesco V.Presidente: Vitali GiovamBattista Segretario: Bovisio Luigi Tesoriere: Rottigni Valentino Consigliere: Breviario Antonio Consigliere: Grisa Amerigo Consigliere: De Filippo Carlo Andrea Collegio dei Revisori dei Conti Presidente: Arrigoni G. Battista Membro Eff.: Facchinetti Maurizio Membro Eff.: Perniceni Loredana Membro Sup.: Vitali Lucio COLLEGIO DI : PISTOIA data elezioni: : 20/01/2007 Consiglio del Collegio Presidente: Guidi Leonardo V.Presidente: Giuntini Maurizio Segretario: Zannelli Federica Tesoriere: Marcheschi Marco Consigliere: Bellandi Marco Consigliere: Pier Luigi Galligani Consigliere: Taddei Andrea Collegio dei Revisori dei Conti Presidente: Andreani Alessandro Membro Eff.: Marchini Alfio Membro Eff.: Landi Stefano Membro Sup.: Catola Alessandro COLLEGIO DI CATANIA data elezioni: : 20/01/2007 Consiglio del Collegio Presidente: Intrisano Francesco V.Presidente: Caristia Giuseppe Segretario: La Guardia Gabriella Tesoriere: Asero Vincenzo Consigliere: Paternò Di Raddusa Pierfrancesco Consigliere: Lo Tauro Francesco Consigliere: Costanzo Francesco Collegio dei Revisori dei Conti Presidente: Magrì Angelo Membro Eff.: Licciardino Sebastiano Membro Eff.: Maraviglia Francesca Membro Sup.: Ardizzone Alessandro A seguito delle dimissioni del Consigliere tesoriere Gennaro Angileri, alla data del giorno 9.02.2007 la composizione del Consiglio Direttivo del Collegio di Trapani risulta essere la seguente: COLLEGIO DI TRAPANI Consiglio del Collegio Presidente: Giovanni Giacalone V.Presidente: Vito Orto Segretario: Giuseppe Maniscalco Tesoriere: Giacoma Alagna Consigliere: Pietro Attilio Montalto Consigliere: Giuseppe Angileri Consigliere: Pasquale Angileri 39 FIERE AGRIUMBRIA 2007 L’innovazione della gestione aziendale e delle filiere agroalimentari a prossima edizione di Agriumbria, che si svolgerà dal 30 marzo al primo aprile prossimo, non si limiterà al solo ruolo espositivo ma vuole proseguire nella sua azione iniziata già negli anni passati, di essere un momento propositivo non occasionale che ha come obiettivo l’istituzionalizzazione delle proposte che vengono dal mondo agricolo e dalle istituzioni pubbliche e private. Un impegno che Umbriafiere, fa notare il presidente Lazzaro Bogliari, sta portando avanti non solo con Agriumbria ma anche in occasione delle altre manifestazioni che si susseguono durante l’anno nel quartiere fieristico di Bastia Umbra. La linea istituzionale del nostro ente fieristico, sottolinea Fogliari, è quella di svolgere un’azione catalizzatrice per attivare tutte quelle iniziative finalizzate ad individuare le strategie da adottare per la valorizzazione delle risorse del territorio mediante un suo equilibrato sviluppo economico e sociale. Su questa linea è orientato il nuovo Piano di Sviluppo Rurale (200720013) dell’Umbria; documento di politica agraria che avrà come momento di valutazione la prossima edizione di Agriumbria, che con il suo messaggio ”SMS agricoltura-Agriumbria – stili di vita”, intende rafforzare il proprio ruolo di punto di riferimento per gli operatori economici impegnati a ridefinire l’organizzazione tecnico-economica delle proprie aziende. Un messaggio che vuole essere anche un invito, auspica Fogliari, rivolto alle istituzioni pubbliche e private e alle organizzazioni di categoria per verificare L 40 quali effettive potenzialià sussistono per dare risposte concrete alle aspettative degli operatori economici. Durante la presentazione di Agriumbria 2007 nel Sacro Convento di Assisi, è emersa la validità politico-istituzionale del messaggio lanciato dalla fiera stessa e destinato ad essere il filo conduttore dei vari momenti convegnistici che,nella loro diversificazione settoriale, avranno il compito di verificare e di individuare quali saranno i modelli agroindustriali in grado di competere sui mercati internazionali e quali moduli produttivi è necessario realizzare e consolidare per consentire alle aziende agricole di essere parte integrante di un tessuto economico territoriale. Interrogativi le cui risposte sono attese in una serie di incontri in fase di definizione. Le aree espositive di Agriumbria rappresenteranno ancora una volta la vetrina caleidoscopica dell’innovazione tecnologica raggiunta nei settori dell’alimentazione, dell’agroindustria, e dell’ambiente. I saloni A&A prodotti agroalimentari locali e nazionali; Bancotec macchine e attrezzature, lavorazione, conservazione e esposizione prodotti agroalimentari; Oleatec macchine e attrezzature per l’olivicoltura e impianti per la lavorazione delle olive; Enotec macchine e attrezzature per il vigneto;Apitec macchine e attrezzature per l’alveare e la lavorazione del miele, completeranno le mostre settoriali. La zootecnia rimane sempre al centro della manifestazione umbra che,anche quest’anno,prevede mostre e rassegne promosse da Umbriafiere in collabora- zione con le associazioni nazionali e provinciali degli allevatori con il marchio “Italialleva”,che organizzano una rassegna tecnico divulgativa delle razze e delle specie allevate in Italia. Nell’area del quartiere fieristico riservata alle mostre zootecniche, saranno esposti, unitamente agli stand istituzionali di ciascuna razza e specie di bovini da latte e da carne (Razze Frisona, Chinina, Romagnola, Marchigiana, Piemontese, Limousine, Pezzata rossa italiana), ovini e caprini (tra le razze ovine attese la Spravissana, la Merinizzata, l’Appenninica, la Sarda, la Comisana, la Massese e la Bergamasca; tra quelle caprine la Maltese, la Girgentana, la Saanen e la Camosciata delle Alpi); suini (razza Cinte Senese); equini (Cavallo agricolo italiano TPR e asini sardi). Inoltre, unitamente all’esposizione dei soggetti e alla presentazione di tutte le razze e specie, si svolgeranno la 4ª Mostra regionale della razza Chianina e la 10ª Mostra interregionale della Frisona italiana. Come per le passate edizioni di Agriumbria, verrà riservata un’ampia area espositiva alla mostra-mercato degli avicunicoli divenuta una manifestazione di settore fra le più importanti d’Italia. Nel settore della meccanizzazione agricola, la presenza delle maggiori industrie nazionali ed estere, costruttrici di macchine e attrezzature agricole, conferma la validità della manifestazione umbra come momento espositivo fieristico che consente di avere un quadro generale dell’innovazione tecnologica. Perito Agrario 1/2007 INDIRIZZI DEI COLLEGI PROVINCIALI 67100 L’AQUILA Via Sila Persichelli, 25 tel.0862/312168 Pres. Ciampa Elli 88100 CATANZARO Casella postale 201 tel. 0961/726839 Pres. Domenico Russo 75100 MATERA P.zza Matteotti, 7 tel. 0835/334901 Pres. Emanuele Genchi 02100 RIETI Viale Emilio Maraini, 85 tel. 0746/203083 Pres. Enzo Ippoliti 92019 SCIACCA (Ag) Via A. De Gasperi, 127/D tel. 0925/905090 Pres. Gaspare D’Angelo 66020 SCERNI (CHIETI) Via Colle Comune, 1 c/o Itas tel. 0873/914513 Pres. Nicola D’Ortona 98100 MESSINA Via Placida 26 tel. 0941/785382 Pres. Salvatore Tripoli 47900 RIMINI Via Secchiano, 1 tel. 0541/775357 Pres. Giovanni Nucci 20136 MILANO Via Ripamonti, 35 tel. 02/58305333 Pres. Alessandro Gnocchi 00183 ROMA Via Cerveteri, 18 int. 6 tel. 06/70454739 Pres. Vincenzo Santoro 41100 MODENA Corso V. Emanuele II, 113 tel. 059/223812 Pres. Claudio Losi 45100 ROVIGO Via Pietro Micca, 7b tel. 0425/412010 Pres. Rezzadore Gianfranco 80147 NAPOLI Via Argine, 1085 tel. 081/5770190 Pres. Biagio Scognamiglio 84121 SALERNO Trav. Regina Costanza, 5 tel. 089/251488 Pres. Marzullo Nicola 28070 NOVARA VIGNALE Corso Risorgimento, 405 tel. 0321/56178 Pres. Gaboardi Fabrizio 07100 SASSARI Via Mazzini, 6 tel. 079/236750 Pres. Francesco Manconi 08100 NUORO Via Lamarmora, 2 tel. 0784/232547 Pres. Peppino Piquereddu 17031 SAVONA ALBENGA Via del Nuovo Ospedale, 8 - Reg. Bagnoli tel. 0182/554268 Pres. Talarico Antonio 15100 ALESSANDRIA Corso Crimea, 89 tel. 0131/52793 c/o Studio tecnico Pres. Massimiliano Ricci 60015 FALCONARA MARITTIMA (AN) Via del Consorzio, 21 tel. 071/9188973 - fax 071/9162177 Pres. Carlo Zoppi 52100 AREZZO Piazza Guido Monaco, 5 tel. 0575/21307 Pres. Giuliarini Giuliano 22100 COMO P.le Camerlata, 9 tel./fax 031/526019 Pres. Dario Giuseppe Bianchi 12038 SAVIGLIANO (CN) Via V. Alfieri, 10 tel. 0172/713087 Pres. Giuseppe Serra 87100 COSENZA Via E. Capizzano, 56 tel. 0984/392175 Pres. Rocco Carricato 63100 ASCOLI PICENO Via delle Zeppelle, 192 - tel. 0736/41829 Pres. Pietro Ciabattoni 26100 CREMONA Via Palestro, 60 tel. 0372/22021 Pres. Costante Galli 14100 ASTI Via Carducci, 50/A tel. 0141/353857 Pres. Angelo Dezzani 94019 LEONFORTE (EN) C.so Umberto, 109 tel. 0935/956078 Pres. Francesco Ferragosto 83100 AVELLINO Via L. Iannacchini, 38 tel. 0825/26377 Pres. Celestino Nardone 44100 FERRARA Contrada della Rosa, 18 tel. 0532/204637 Pres. Milva Sacchetti 70125 BARI Via Annibale di Francia,13 - tel. 080/5428141 Pres. Antonio Memeo 50122 FIRENZE Via Pietrapiana, 32 tel. 055/2340202 Pres. Pierfrancesco Cavicchioni 32100 BELLUNO Viale Fantuzzi, 17 c/o coldiretti tel. 0437/949640 Pres. Manlio Nicolao 71100 FOGGIA Via Piave, 41 tel. 0881/723401 Pres. Antonio Dell’Aquila 82100 BENEVENTO Via XXV Luglio, 14 tel. 0824/29298 Pres. Cristiano Fontanarosa 24122 BERGAMO Via Zelasco, 1 tel. 035/238727 Pres. Francesco Possenti 40126 BOLOGNA Viale Filopanti 4/c tel. 051/252978 Pres. Gastone Gabrielli 39040 ORA (Bolzano) Via del Monte, 18 tel. 0471/811260 Pres. Christof Pichler 25100 BRESCIA Via Marsala, 17 tel. 030/296424 Pres. Sergio Caprioli 72017 OSTUNI (BR) Via N. Sansone, 16 c.p. 321 tel. 0831/305566 Pres. Rocco Cucci 47100 FORLI - CESENA Corso Repubblica, 93 tel. 0543/33137 Pres. Paolo Lombardini 03041 ALVITO (FR) Via S. Nicola, 1 - tel. 0776/344231 c/o Istituto Tecnico Agrario Statale Pres. Domenico Cistrone 58100 GROSSETO Via Ferrucci, 12 Tel. 349/6100714 - tel./ fax 0564/23107 Pres. Giuseppina Pino 35123 PADOVA Via T. Livio, 5 tel. 049/661808 Pres. Mariano Schiavon 90014 CASTELDACCIA (PA) Via Pindemonte, 17 tel. 091/942562 Pres. Bartolomeo Amato 43011 BUSSETO (PR) Via Ponchielli, 2 tel./fax 0524/97012 Pres. Giorgio Faroldi 27058 VOGHERA (Pavia) Piazza S. Bovo, 37 tel./fax 0383/369776 Pres. Massimo Zini 06121 PERUGIA Borgo XX Giugno, 74 tel. 075/35675 Pres. Massimo Moncelli 61100 PESARO Piazzale Matteotti 28 tel 0721/30154 Pres. Polverari Marcello 65134 PESCARA Via del Circuito, 71 tel. 085/294117 Pres. Lupone Pasqualino 18100 IMPERIA Corso Garibaldi, 13 tel. 0183/651525 Pres. Elio Diversi 29100 PIACENZA Via S. Giovanni, 20 tel. 0523/338910 Pres Sergio Lombardelli 04010 BORGO PIAVE (LT) Via S.S. Acquabianca, 148 tel. 0773/416017 Pres. Tito Roberto Serafini 56126 PISA Via B. Croce, 107 tel. 050/48821 Pres. Giulia Parri 73100 LECCE Via Capitano Ritucci, 41 tel. 0832/346996 Pres. Massimo De Nitto 51017 PESCIA (Pistoia) Via Fiorentina, 21 Casella Postale, 73 tel. 0572/478321 Pres. Leonardo Guidi 09124 CAGLIARI Via Mestre, 8 tel. 070/300304 Pres. Marco Fanunza 57012 CASTIGLIONCELLO (LI) Via Mogadiscio, 20-B tel. 0586/752403 Pres. Paolo Giomi 93100 CALTANISSETTA Via Mons. Guttadauria, 2 tel. 0934/585810 Cas. Postale 25 Pres. Michele Riggi 55100 LUCCA Via Vittorio Veneto, 66 tel. 0583/957027 Pres. Barbi Massimiliano 85024 LAVELLO (PZ) Via Cardinale De Luca, 56 tel. 0972/81389 Pres. Mauro Finiguerra 53100 SIENA Strada Massetana Romana, 54 tel./fax 0577/271834 Pres. Raffaello Biagiotti 96100 SIRACUSA Vicolo a Viale Tica, 19 tel. 0931/441037 Pres. Altamore Francesco 23100 SONDRIO Via A. Moro, 26A tel. 0342/511229 Pres. Rosario Alessi 74100 TARANTO Via Pisanelli, 44 (casella postale 185) tel./fax 099/4527447 Pres. Saverio Zappimbulso 64100 TERAMO Via C. Battisti, 5 - Tel. 0861 242639 Pres. Giovanni De Luca 10137 TORINO Via Massena, 13/bis tel.011/547505 Pres. Pietro Paolo Gay 91025 MARSALA (Trapani) Via Vaccari, 16 tel. 0923/713008 Pres. Giovanni Giacalone 38100 TRENTO Via Prati, 8 tel. 0461/235254 Pres. Scartezzini Franco 31015 CONEGLIANO (TV) Via Veneto, 40 tel. 0438/410302 Pres. Pietro Mascarin 33100 UDINE Via Gorghi, 27 tel. 0432/512527 Pres. Enore Venir 30175 VENEZIA-MARGHERA Via Rizzardi, 35 Tel. 041/923429 Pres. Gastaldi Cibola Nicola 97100 RAGUSA ViaArchimede, 183 tel. 0932/624649 Pres. Corrado Balloni 13100 VERCELLI Corso Magenta, 1 tel. 0161/256256 Pres. Bruno Bellotto 48100 RAVENNA Via Antica Zecca, 6 tel. 0544/38086 Pres. Sergio Bentivogli 37122 VERONA Via Berni, 9 tel. 045/590559 Pres. Virginio Gariggio 86100 CAMPOBASSO Via D’Amato, 15 tel. 0874/66248 Pres. Giuseppe Zingarelli 62100 MACERATA C.da Lornano, 7/A tel. 0733/235335 Pres. Gianni Calamante 81016 PIEDIMONTE MATESE (CE) Piazza Roma, 79 tel. 0823/913594 Pres. Domenico Di Baia 46100 MANTOVA V.le Risorgimento 27/B, tel. 0376/329701 Pres. Ottorino Bernardelli 89015 PALMI (Reggio Calabria) Via Dante, 1 tel. 0966/23552 Pres. Beniamino Denisi 36100 VICENZA Contrà S. Marco, 9 tel. 0444/547443 Pres. Eugenio Bortoli 95129 CATANIA Via Grotte Bianche, 117 tel. 095/436393 Pres. Francesco Intrisano 54100 MASSA Via Fermi, 19 tel. 0585/45848 Pres. Mirella Tongiani 42100 REGGIO EMILIA Via Melato, 23 tel. 0522/554231 Pres. Corrado Fantuzzi 01100 VITERBO Via Paradiso, 3 tel. 0761/226934 Pres. Mario Morano Il Consiglio Nazionale dei Periti Agrari è in via Principe Amedeo n. 23 - 00185 Roma - Tel. 06/4819801 - Fax 06/4882150 - e.mail: [email protected]