Miguel, benvenuto all`Olimpico
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Miguel, benvenuto all`Olimpico
MERCOLEDÌ 27 GENNAIO N. 5 Supplemento a Uispress, agenzia giornalistica settimanale/periodico telematico con registrazione al Tribunale di Roma 109/83 del 21/03/83. Dir. resp. Ivano Maiorella Lo stadio dei Marmi Dalla Propaganda a Mennea “liberAtleta” Tra lo sguardo dell’artista, la visita dei curiosi e l’allenamento di atleti e amatori 4H del Liceo Linguistico Machiavelli di Roma Il CONI apre le porte della sua “casa” Miguel, benvenuto all’Olimpico Nuovo percorso: il cuore nel parco del Foro Italico iguel entra nello stadio Olimpico. La notizia è stata diffusa poche ore fa, a sorpresa, e rappresenta un regalo inatteso per podisti della corsa e della Strantirazzismo. Otto anni fa erano entrati nell’impianto di Berruti, della Roma e della Lazio, e di mille emozioni, i ragazzi della 100x1000, ma ora tocca alla coloratissima festa che concluderà i 10 chilometri della gara e i 4 della passeggiata. Un traguardo che si è reso possibile grazie alla disponibilità del CONI e del suo presidente Giovanni Malagò. M Studenti dell’Aristofane di Roma Ma perché cambiare palcoscenico di arrivo all’ultimo momento? È successo che il cambio di percorso, reso necessario dall’incidente della palazzina di piazza Gentile da Fabriano, ha portato gli organizzatori a cercare nuove soluzioni ed emozioni da proporre ai podisti. Che cosa significa stadio Olimpico? Certo i derby, la goliardia, la competitività calcistica fra le due società, ma anche l’amore per tutto lo sport, non solo il calcio. Come ce l’aspettiamo l’Olimpico vissuto da sotto? ‘Imponente’, la prima risposta. ‘Enorme’. ‘Colossale’. ‘Maestoso’. Questi gli aggettivi che abbiamo raccolto quando è stata ufficializzata la notizia. Ma quando i ragazzi calpesteranno la pista che scatterà? Qualcuno comincia a cantare “un’emozione per sempre” di Eros Ramazzotti. Insomma, che lo stadio dei Marmi Pietro Mennea sia un gioiello nessuno lo discute, ma è chiaro che il teatro dell’arrivo un po’ cambia... Anche se i Marmi rimangono come raduno, quartiere generale delle operazioni di partenza, ristoro, postazione dei gazebo. E siccome si resta in famiglia, il buon Olimpico a tutti può essere pronunciato anche dalle gradinate dei Marmi. I Tutte le possibilità di iscrizione CACCIA AGLI ULTIMI PETTORALI Venerdì e sabato il ritiro anche dei pacchi gara nche se è scaduto il tempo per iscriversi alla gara competitiva, c’è però ancora modo per partecipare alle due NON COMPETITIVE (4 e 10 km) della Corsa di Miguel. Ecco come fare. A INDIVIDUALI OPZIONE 1 - Andare sul sito www. lacorsadimiguel.it e selezionare in menu ISCRIVITI scegliendo tra le modalità di pagamento“carta di credito” e “bonifico bancario”. OPZIONE 2 - Recarsi in uno dei punti convenzionati: Sempre di corsa Ostia; Sempre di corsa Tivoli. A ROMA: Uisp viale Giotto, 14; Fashion sport via Monte delle Gioie, 49; Angolo dello sport via dei Colli Portuensi, 466; Angolo dello sport via Tagliamento, 7; Calcaterra sport via Germanico, 95; Footworks via Carlo Felice, 15; Pagine di sport via dei Tadolini, 7; LBM via Tuscolana, 187; Italsport via di Priscilla, 73. IL VILLAGGIO – Venerdì 29 e sabato 30 ulteriore possibilità per chi vorrà iscriversi di persona non fidandosi della tecnologia. A SQUADRE - Stampare, compilare integralmente e inviare via fax o mail il modulo che trovate a questo link: Ecco gli orari di apertura: VENERDÌ dalle ore 10 alle ore 19.30 SABATO dalle ore 9.30 alle ore 15 La Palestra Monumentale si trova in Largo De Bosis 5. http://www.lacorsadimiguel.it/sito/wp-content/uploads/2011/09/MiguelSocietà.pdf Vi aspetteremo alla Palestra Monumentale dell’Università di Roma Foro Italico che ospiterà il Villaggio della Corsa di Miguel. Sarà il luogo dove si ritireranno pettorale e pacco gara. o stadio” di Enrico Del Debbio. Progettato nel 1928, insieme al primo piano generale dell’allora Foro Mussolini, da allora Stadio dei Marmi fu portato a termine e inaugurato nel 1932. Ideato come proseguimento dell’Accademia fascista maschile di educazione fisica (oggi Palazzo CONI, detto anche Palazzo H per la sua caratteristica forma, se visto dall’alto), il luogo sarebbe servito per l’allenamento quotidiano degli allievi. Il suo perimetro è interamente costruito con marmo di Carrara e ha la forma di un’unica gradinata, utile anche come tribuna. Pare che i blocchi utilizzati fossero di scarto, gratuitamente concessi da numerose cave. Contornato da una sessantina di statue ritraenti attività sportive donate dalle province d’Italia e scolpite da giovanissimi artisti, tra i più importanti: Bellini, Selva, Canevari e Buttini. Conta 5.280 posti e viste le sue proprietà si stabilì potesse essere utilizzato esclusivamente per le manifestazioni ginnico-sportive e non per il calcio che avrebbe trovato sede adiacente allo stadio Olimpico di Roma, con ben altri progetti sui numeri di gente da coinvolgere. “L Marmi-Mennea Da tre anni il Marmi è intitolato a Pietro Mennea. Re della corsa e imperatore di quei 200 metri alle Universiadi messicane del ’79: con un 19"72 sbalorditivo. L’uomo dell’Atletica, da Barletta all’Olimpo dei cinque cerchi, con non poche critiche e invidie sulle spalle le smentisce con le immagini provatabellone. Mosca 1980 lo vide medagliato d’oro sui 200 metri, scalzando lo scozzese Wells. È in questo luogo, nato come tempio del culto sportivo, che oggi aleggia lo spirito libero e tenace di Pietro. L’atleta che non aveva le fibre giuste per diventare campione. Lui, che dedicando vent’anni anima e corpo all’atletica, ha spazzato via ogni dubbio. Un secolo, due storie e un luogo Centinaia di persone calcano ogni giorno per motivazioni disparate gli stessi passi dei campioni. Alcuni pregiandosi di tale storia e altri disconoscendo le leggende. Lì, ai piedi della Riserva Naturale di Monte Mario e al fianco dello stadio Olimpico, una struttura ancora viva. Nel visitarlo ci si rende conto che è ancora un luogo di raduno e di allenamento. Parliamo con tre persone, che a vario titolo sono interessate allo Stadio e alla sua storia: Pierpaolo, Claudio ed Emanuela. Pierpaolo è un fotografo artistico intento nel riprendere le statue di marmo, immortalando espressioni e sfondi, per realizzare un cortometraggio sui monumenti di Roma. Sculture giudicanti. Afferma: “Il particolare di queste statue che più mi colpisce è la direzione dello sguardo. Hanno lo sguardo rivolto verso il basso come se ci giudicassero. Giudicano lo spettatore che osserva e riescono a ribaltare la realtà di tutti i giorni”. Claudio è uno sportivo che fa la sua preparazione atletica settimanale calandosi nell’affascinante valenza artistica dello Stadio. “È bello correre tra l’arte e lo sport, in un luogo storico, tra il verde e il caos della città”. Emanuela attende la figlia, ginnasta, che si allena e coglie l’occasione per vivere il rumoroso silenzio del Marmi-Mennea e leggere un buon libro, adagiata su un muretto marmoreo. A ognuno il suo tempo e il suo Stadio… sempre a Mennea gli allori! I N. 5 | 27 gennaio 2016 PAGINA 2 La “Tevere Remo” racconta il suo fiume l Tevere è un fiume inquinato? Sporco? Cosa significa viverlo? Uno sport come il canottaggio che legami ha con esso? Nelle interviste realizzate al circolo Tevere Remo abbiamo conosciuto un altro aspetto del fiume. I canottieri hanno spiegato che il Tevere è ricco di fauna e soprattutto non ci sono scarichi industriali. Questo lo rende migliore di tanti altri corsi d’acqua italiani. Naturalmente qui si parla del palcoscenico. Ma noi dobbiamo raccontarvi anche degli attori. Il canottaggio richiede un allenamento giornaliero che tiene gli atleti costantemente in contatto con il fiume che rappresenta uno dei simboli di Roma. Chi rema vede il fiume nelle diverse sue espressioni. Chi meglio di loro lo conosce? Chi meglio di loro può smentire i luoghi comuni? I I CANOTTIERI SVELANO I SEGRETI DEL TEVERE «Macché sporco, ha tante cose da raccontare» 3A-LSS Pacinotti Archimede di Roma Episodi curiosi Il Tevere è pieno di episodi anche curiosi. Intanto sopravvive una fauna. Poi ci sono tutta una serie di Attività della Reale Circolo Canottieri Tevere Remo spiega questa rivalità:“Si è vero, c’è rivalità, ma comunque rimane sempre nell’ambito della sfida sana e sportiva. Sana perché porta solo al miglioramento delle prestazioni. Senza concorrenza non si migliora. Sportiva perché a fine gara c’è sempre un confronto fra atleti che li aiuta a crescere”. Legame canottaggio-podismo racconti al limite della favola. Per esempio, quando fu trovata una mucca morta in acqua, che “pascolava” nel fiume. Un’altra domanda divertente riguarda il battesimo dell’acqua per un canottiere. Però acqua nel senso di caderci dentro. “Quando succede, la tradizione vuole che si portino le pastarelle al circolo per celebrare il momento”. Un’altra storia la racconta Ottavia, una ragazza che ricorda di essere caduta qualche giorno dopo il ritrovamento di un grande pesce morto nell’acqua: “Ho avuto paura che mi mangiasse qualcuno”. Marco Brascione, uno dei soci più attivi del circolo, ci racconta: “La realtà è molto diversa da quella che si immagina. Il fiume ha tante cose da vivere e noi lo facciamo con grande rispetto”. Sana rivalità Il Tevere ha più anime, altri circoli naturalmente lo vivono. E questo accende spesso un sano conflitto fra remi rivali. Passa una barca, i colori che i canottieri indossano non sono quelli della Tevere Remo. La maggior parte dei soci presenti sulla terrazza si gira verso il fiume. Comincia l‘ironia che riempie il Tevere da decine di anni. Luca Scuriatti, un altro socio, ci Un’altra maniera per confrontarsi, fuori dall’acqua, è La Corsa di Miguel. Infatti tutti i soci atleti intervistati affermano che il legame fra canottaggio e podismo è strettissimo. Per loro non c’è cosa migliore di avere la possibilità di correre accanto al fiume che ha fatto la storia di Roma. Il Tevere, fin dalle origini la base per la vita nella capitale, mentre i romani, al giorno d’oggi, continuano a sottovalutarlo, a volte a infamarlo. I canottieri, invece, lo elogiano: come biasimarli se devono la più grande passione e investono così tanto tempo insieme con lui? I Un atleta-studente in barca Quello dell’atletica IL TEVERE MI HA RIDATO I COLORI Leonardo, un amore a prima pista Leonardo dopo Specialista dei 400 metri. “La famiglia, gli amici, l’atmosfera: il campo di atletica è casa mia” la malattia: “Che felicità tornare a remare” eonardo Massai, 16 anni, atleta e studente, 20 ore di allenamenti settimanali e 30 ore scolastiche. Il suo sport è il canottaggio, il suo palcoscenico è il Tevere. Leonardo, quante ore al giorno ti alleni? “Dipende! Nella preparazione invernale, mi alleno sei volte il pomeriggio e tre/quattro volte la mattina. Mentre, nel periodo estivo solo sei volte a settimana senza doppia seduta”. A che ora ti alzi la mattina? “Alle 5 e mezza”. È dura, riesci a mantenere il ritmo nella giornata? “Non molto! Alzandomi presto, provo molta stanchezza mentale e spesso vorrei addormentarmi sul banco”. Solitamente con quale barca ti alleni? “Ultimamente in singolo, ma il campionato italiano l’ho fatto quattro senza, 4 -, ossia quattro persone che remano, ognuno con un remo”. Cosa pensi quando ti alleni sul Tevere in singolo? “Penso sempre a dare il massimo e mi concentro il più possibile sul tipo di allenamento. Anche quando sono stanco, e le gambe implorano eonardo Zaccagnini, 18 anni, iscritto all’atletica dei Gelsi, sei allenamenti settimanali di due ore ciascuno sulle piste della Farnesina e dello stadio Paolo Rosi. Specialità preferita: i 400 metri, altrimenti detti “giro della morte”. Scusa Leonarzdo, ma fra tante specialità proprio il “giro della morte” ti dovevi scegliere? “È che quando arrivo ai 300 metri provo una sensazione particolare, perché devo cominciare a spingere, mi sento le gambe cedere, ma è bello questa sensazione di stringere, di dare tutto, anche di più, per arrivare in fondo”. E alla fine come ti senti? “Dipende dalla conclusione... se va male a volte pensi anche di lasciare, ma ti fai forza e dici no perché ti viene la forza di riscattarti. Se va bene mi da’ ancora più motivazioni”. Questa è la gara, ma l’allenamento? “In allenamento mi diverto: sto con tutti gli amici, e se si fatica si fatica tutti insieme. È un modo anche per scaricarmi durante la giornata”. Giornata che ci sembra piuttosto piena... “La mattina vado a scuola, poi torno a casa, mangio, studio e mi preparo per il campo. Il tutto finisce alle sette e mezza-otto. Poi cena e... qualche volta crollo”. L L Leonardo Massai, detto Leone, tornato al Canottaggio pietà, stringo i denti e continuo più forte che mai”. Abbiamo saputo che hai avuto però un brutto incontro! “Nell’estate fra la seconda è la terza media, sono stato ricoverato in ospedale. Perché mi hanno diagnosticato la leucemia”. Come ne sei uscito? “Dopo lunghi periodi di terapie e ricoveri finalmente ho fatto il trapianto di midollo osseo, che ha portato un miglioramento progressivo”. Essere un atleta ti ha aiutato? “Assolutamente si perché l’obiettivo di superare le difficoltà, come nel canottaggio, si può incontrare anche nella vita”. Qual è stato il momento di massima sofferenza? “L’anno della terza media è stato il peggiore, entrando e uscendo dall’ospedale non potevo avere una vita sociale, e per un ragazzo della mia età è stata una costrizione difficile”. Cosa hai provato durante la prima uscita in barca dopo la malattia? “Ero contentissimo. Vero, mi sentivo molto stanco perché non ero pronto fisicamente poiché durante la malattia persi oltre 10 chili. Ma ero felice di aver raggiunto il mio obiettivo”. E adesso che c’è nel tuo futuro? “Voglio continuare a migliorare fisicamente e gareggiare al massimo delle mie potenzialità”. Ultima curiosità. Ci hai detto che cominci presto ad allenarti: com’è l’alba sul Tevere? “Uno spettacolo, quei colori caldi che sfumano dal viola all’arancione, un regalo della natura per pochi privilegiati”. I Leonardo Zaccagnini, specialità 400 metri, Atletica dei Gelsi (foto: Flavia Di Paola) A proposito, cosa mangi e cosa non mangi? “Nessuna dieta specifica. Tanta pasta o riso, dolci pochi, alcool non se ne parla. D’altronde mia madre è dietista e quindi non mi manca chi mi può consigliare”. Insomma, ci pare che tu sia veramente appassionato. “Dite pure innamorato”. E allora spiegaci come ti sei innamorato? “Quest’atletica, questo mondo, questi ragazzi mi hanno fatto sentire a casa, come in famiglia. Anche perché il campo è in fondo un po’ casa mia. E questa sensazione mi ha conquistato”. Ma com’è iniziato tutto? Un campione visto in tv? “No, un mio compagno di classe alle elementari. Mi ha detto di provare e ho provato. E così sono qui da 12 anni, mentre lui oggi è diventato judoka”. Ma tu hai un campione preferito? “Mi piace Gatlin, perché dopo la squalifica per doping è tornato e ha dimostrato di essere uno dei più forti, battendosela anche con Bolt. Poi Churandy Martina perché nonostante l’età riesce a spingere sempre di più”. Chiudiamo Leonardo, obiettivi e sogni. “L’obiettivo è di arrivare ai campionati italiani facendo il tempo necessario ai Regionali. Il mio sogno è andare alle Olimpiadi”. Di Roma 2024? “Sarebbe veramente splendido”. I 27 gennaio 2016 | N. 5 PAGINA 3 Podista e Pacemaker DA ROMA A HONOLULU DI CORSA Lisa Magnago podismo, gravidanza e maternità. Senza dimenticare solidarietà e aggregazione Elvio Giacchi CORSA, SOLIDARIETÀ ED EMERGENCY La Corsa di Miguel ha sicuramente i più alti fini solidali: testimone Strantirazzismo Studenti del Mamiani di Roma isa Magnago, 39enne, origine danese. Podista che ama praticare corse su lunghe distanze, dai 10 ai 110 chilometri. Spesso anche nell’attività di pacemaker, soprattutto nelle maratone. Ama la libertà e forse per questo senza società. Una vera e propria passione nata per caso. Inizia per scommessa e poi viaggia molto anche per correre. Presente in tutta Italia, è di Roma ma la sua città preferita per gareggiare è Venezia. I limiti che si pone includono tutto il mondo. È infatti arrivata addirittura fino a Honolulu, nelle Hawaii. Comincia circa 9 anni fa correndo insieme ad amici. Amante del ballo, vedeva la corsa come una fatica senza alcun piacere. Praticandola sovvertì le sue convinzioni. Oggi racconta: “La corsa non è solo fatica, rinunce e dolore… c’è un momento in cui stai benissimo! È per quel momento che si corre”. La sterzata avvenne durante la prima gara, la 21 chilometri Roma-Ostia. A cui partecipò convinta da un amico, che a sorpresa tagliò il traguardo dopo di lei. Da allora non ha smesso di correre, registrando il record personale di 13 maratone in 13 settimane, e di 40 maratone in un anno. Fin quando la gravidanza bussò alla sua porta! Lei che si sorprende ma non si spaventa, continua a correre sino al sesto mese, con il suo gonnellino da tennista. Che è un “tipo” si capisce subito! Precauzioni da “atleta premaman” del primo periodo: continuare a gareggiare a ritmi più blandi, riducendo il numero. E fra le molte critiche continua perché il fisico sta bene. Partecipa anche ad una 100 chilometri durante il primo mese, ignara però di essere incinta. Descrive un quadro nero delle atlete in gravidanza per l’opinione pubblica: “Soprattutto in Italia, sono poche le donne che continuano perché persino osteggiate”. Come è successo a lei in una lettera anonima indirizzata all’organizzazione della maratona di Venezia. Il testo sosteneva non essere ammissibile avere una pacemaker incinta, così nonostante la felicità dell’organizzazione dovettero annullare l’ingaggio. Di contro a tutte le critiche ha sempre trovato forte sostegno da parte dei medici, che considerano l’attività fisica benefica per la gravidanza e per il parto, pur consigliando attività come nuoto, yoga o camminata. Gli anni passati a correre hanno sviluppato una dipendenza. Sindrome comune anche ad altri podisti intervistati. Causata non solo dal bisogno fisico provato dal L Studenti del Mamiani di Roma l 14 maggio del 2014 nasce la società podistica “Runners for Emergency” che unisce la passione per lo sport agli aiuti umanitari promossi da Emergency stessa. Elvio Giacchi, il volontario. Nelle aule dell’Istituto Universitario di Scienze Motorie ci dice che si è appassionato parallelamente sia al mondo della corsa, sia a quello dell’impegno umanitario. Entra in Emergency convinto di poter fare la differenza, di seguito alla lettura di storie quasi surreali che gli hanno procurato un forte impatto emotivo. L’obiettivo? «Era quello di diffondere la voce di Emergency nel mondo della podistica. Un sogno che ho potuto realizzare proprio grazie a “Runners for Emergency”». Elvio racconta che già da tempo correva la Corsa di Miguel, una delle manifestazioni sportive maggiormente sensibile alla solidarietà e che si fa portavoce di battaglie per i diritti civili. È stato quindi ben felice di poter partecipare, insieme all’Associazione umanitaria, a una delle più belle realtà podistiche italiane. “Runners for Emergency” partecipa però anche ad altre gare di iniziativa solidale o per la bellezza degli scenari offerti dal percorso. 30 membri per dar vita all’associazione podistica fino ad arrivare oggi a 160: numero in costante crescita. Sono molte le persone che sposano i progetti di Emergency e le richieste arrivano da più parti d’Italia. I volontari agiscono su tutti i social: Facebook, Twitter, Instagram. Qui sponsorizzano le nuove attività e le nuove idee. Informa: «Il nostro stand Emergency sarà presente alla corsa il 31 gennaio prossimo, per fornire informazioni. Si potranno richiedere gadget e anche fare donazioni». Accanto sarà presente il gazebo dei runners, dove i podisti si prepareranno alla gara. I soldi ricavati dalle manifestazioni sportive finanzieranno strutture mediche e attrezzature ospedaliere nei paesi del mondo più bisognosi. Elvio Giacchi tiene a precisare l’impegno di Emergency nell’insegnare alla popolazione locale come utilizzare gli strumenti e come aiutare i malati. Ciò per renderli autonomi di gestirsi al meglio. I corpo ma anche da quello psicologico: trovarsi in quel momento, il picco del piacere, “in cui ti sembra di volare”. Trae molta soddisfazione pure nel motivare gli altri partecipanti come pacemaker. Far comprendere a chi, come lei 9 anni fa, inizia l’attività da maratoneta e ha bisogno di un sostegno per reggere la fatica e superare il “muro dei 30 chilometri”: il momento in cui si ha un crollo fisico e diventa fondamentale la componente psicologica. Oltre alla soddisfazione di gareggiare la gratificazione nell’aggregazione Durante questi anni Lisa ha stretto amicizia con moltissime persone grazie al podismo. L’aspetto eccezionale di questo sport è la possibilità di gareggiare e dialogare con campioni olimpici: un aspetto possibile anche nella Corsa di Miguel. Uno sport alla pari che rompe le classi e premia i campioni. Tra i personaggi più famosi che ha incontrato Julia Jones, scrittrice nota soprattutto in America e nel mondo del podismo, autrice di un blog omonimo in cui parla della sua vita in relazione alla corsa, promuovendo attività sportive. Cita soprattutto il libro: “Correre al Femminile” di Julia Jones. Lo sport per Lisa è anche l’occasione per svolgere attività di beneficenza perché considera, come per la Corsa di Miguel, che sia bello avere un motivo per correre che esuli dalla passione per la corsa stessa e contribuisca a qualcosa di più significativo. Infatti, partecipa alle attività della “Podistica Solidarietà”, che si impegna in opere di assistenza collaborando con numerose Onlus. Futuro? Madre, Pacemaker, atleta e tutto ciò che sceglierà di fare! I “ «Emergency con la Corsa di Miguel: una delle più belle realtà podistiche italiane» Sarà possibile anche finanziare un progetto specifico. Elvio però preferisce non fare donazioni selezionate per non precludere a nessuno. «I Runners hanno organizzato una gara ad Ostia nel mese di Maggio nella quale riusciamo a raccogliere una grande somma di denaro»! Chiarisce che in assoluta trasparenza è devoluta alle azioni di Emergency. Tesserarsi a “Runners for Emergency” con 40 euro annuali di cui 5 donati direttamente all’Associazione. Elvio quali sono i ricordi-gara più affascinanti? «La gara con il panorama più suggestivo ed emozionante percorsa sulle Dolomiti». Confessa però che la competizione che lo ha maggiormente colpito, grazie ai suoi fini solidali, è La Corsa di Miguel. Elvio gioca in casa! I N. 5 | 27 gennaio 2016 PAGINA 4 L’ISCRIZIONE LE EDICOLE IN CORSA CON MIGUEL Fitta distribuzione sul territorio dei pacchi gara per la non competitiva sui 10 e 4 km e per la Strantirazzismo E pure l’edicola si mise a correre... Proprio così: è possibile iscriversi alla Corsa di Miguel, versione non competitiva sui 10 o sui 4 km. della Strantirazzismo, in tutta Roma. Grazie ai nostri amici esercenti che stanno esponendo i “pacchi” della Corsa in questi giorni. Ecco l’elenco dove ognuno potrà trovare il rivenditore più vicino: I Via Nomentana 45/a (Sacco Pastore/Montesacro) I Via del Caravaggio 81 (Cristoforo Colombo) I Via Gregorio VII, 55 (Cavalleggeri/San Pietro) I Via Baldo degli Ubaldi (metà, Aurelio) I Via Casalotti, 40 I Largo Diaz (Ponte Milvio) I Via Federico Borromeo (Primavalle) I Piazza Capecelatro (Primavalle) I Pagine di Sport - Via dei Tadolini 7 (Flaminio-Pinturicchio) I Via Capuana, 105 I Via Stampa (angolo via Nomentana) I Talenti/Via Mario Romagnoli I Via Casal dei pazzi 76 I Via dei Castani. 26 (Casilino) I Via Prenestina 94 Cambiamenti STADIO DEI MARMI “PIETRO MENNEA” Quando i luoghi cambiano veste la storia non cambia si arricchisce ell’arena marmorea del Foro Italico, su e giù per le gradinate o di corsa sulla pista, calpestando l’erbetta del campo o distendendosi su un freddo muretto, si può vivere il luogo e il tempo. N Lì, da progetto aureo di forte propaganda nazionale al battesimo del Re della corsa italiana, per dar prosieguo alla storia. I marmi sentono, freddano e testimoniano. I marmi si sorprendono alle danze inaugurali per i festeggiamenti dei Mondiali di Nuoto Roma 2009, fra gli applausi alle coreografie di altri due colossi: Ismael Ivo e Wayne McGregor, con il corpo di ballo della Compagnia dell’Accademia Nazionale di Danza. Si saranno sgranchite le ossa anche le statue con la musica di Carl Cox al “Modern Mythology”. Una lunga techno session assieme a dj Marco Carola, Mathew Jonson, Aril Brikha, Giancarlino e Cirillo. La maratona musicale dalle 15 alle 24 in punto. L’evento da sballo che sballa ma sempre legato ad un titolo: il Dj migliore del mondo, Cox. Sarebbe il caso di dire il Marmi cambia nome ma veste solo King! I I Via Pio Molajoni 63/a (Tiburtina) I Via San Francesco d’Assisi 22 (Frascati) I Galleria Vittorio Emanuele (Frascati) I Piazza San Silvestro I Viale Jonio/via Montecassino I Corso Francia (altezza Conad) I Via Appia/Via Enea I Via Cesare Baronio/Via Latina