Villa Bortoluzzi brochure

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Villa Bortoluzzi brochure
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Cerutti
Bortoluzzi
Via S. Teresina, 7 - Noventa di Piave - Venezi a - I t al y
Villa Fonseca
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INDICE
Cenni storici....................................................................... 2
Posizione - descrizione della proprietà............................ 4
Linee guida del progetto............................................. 13
Interventi di recupero edilizio.................................. 14
4.1.
4.2.
4.3.
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4.7
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4.10.
4.11.
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4.14.
4.15.
4.16.
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Rinforzo fondazioni esistenti............................... 14
Demolizioni delle coperture esterni.................. 15
Demolizione degli intonaci ammalorati.......... 15
Recupero dei solai esistenti................................. 16
Recupero delle murature esistenti.................... 16
Realizzazione solaio su barchessa.................... 17
Intonaci esterni........................................................ 17
Intonaci Interni e recupero degli stucchi........ 19
Recupero di porte interne..................................... 20
Pavimenti interni ed esterni................................ 20
Scale interne e ascensore..................................... 24
Divisori interni.......................................................... 26
Impianto fognario................................................... 27
Ponte di accesso....................................................... 28
Cancellata d’ingresso e recinzione.................... 29
Area esterna e parco.............................................. 30
Isolamenti.......................................................................... 32
Vani tecnici........................................................................ 33
Impianti di riscaldamento e climatizzazione.... 34
Linee di scarico............................................................... 37
Impianti elettrici............................................................. 37
Serramenti......................................................................... 38
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1. Cenni storici
La distanza dal fronte del Piave ha risparmiato questo edificio dalla sorte toccata alle altre ville durante la
prima guerra mondiale. E' tutt'ora la costruzione di maggior pregio architettonico esistente nel comune di
Noventa di Piave (Venezia).
La villa Bortoluzzi “fu costruita tra la fine del 1600 e gli inizi del 1700 dalla famiglia Fonseca, come testimonia lo stemma con cinque stelle che si trova sulla facciata.
I Fonseca erano una nobile famiglia spagnola che entrò a far parte del noviziato veneto nel 1664. Successivamente la villa fu di proprietà dei Cerutti e alla fine del secolo scorso dei Bortoluzzi. La villa aveva Oratorio
pubblico (citato nella visita pastorale del 1745) che era intitolato alla Madonna del Rosario e a S.Giacomo
apostolo. Quest'ultimo, santo di devozione tipicamente spagnola: Sant'Jago venerato nel santuario di Compostela” (da “Noventa di Piave, Ricordi” di Bruno Martini, Luigi Bonetto e Paolo Fogagnolo, Grafiche Noventa,
1994).
La villa è stata inserita nella lista delle ville venete dell'Istituto Regionale per le Ville Venete (catalogo a cura
di Antonio Padoan, Sergio Pratali Maffei, Demus Dalpozzo, Linda Mavian, Marsilio editore), ma non è sottoposta a vincolo dalla Sovrintendenza ai Beni Architettonici ed Artistici.
foto 2006
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Dal Catasto Napoleonico (1807-1810) il bene risulta appartenente a Cerutti Giacomo, figlio di Antonio. E’
indicato con il numero di particella 1027 e risponde alla definizione di “casa a corte di propria abitazione”, il
suo sviluppo era di 1 pertica e 09 centesimi, equivalente a 1090 mq. La particella risulta legata ad una superficie esterna a forma di “L”, della larghezza di circa 10 m, che cinge la barchessa sui lati sud-est e sud-ovest.
Sul lato sud-est della casa è individuata un’area rettangolare con il numero 1028 con destinazione d’uso di
giardino dall’estensione di 1,10 pertiche
Sul lato nord-ovest è presente un terreno con il numero 1029 definito come pascolo, da 0,50 pertiche, all’estremità del quale è disegnato un volume ad “L” n. 1024 definito “casa ad uso proprio”.
La più vasta area sempre sullo stesso lato indicata con il numero 1022 è definita “brolo”.
Sempre dello stesso proprietario risultano essere gli aratori arborati e vitati della zona e la “casa masserizia”
individuata con il numero 1036.
Il disegno del Catasto Austriaco del 1840, che si basa sul censimento del 1828, non riporta alcuna variazione
rispetto al Napoleonico. Le variazioni sono invece di ordine nominale.
La villa risulta di proprietà di Antonio Cerutti, figlio di Giacomo, e di Maria Deo figlia di Domenico, “maritata
Bortoluzzi”.
Nel rispettivo registro la villa è definita in tutto il suo volume (villa e barchessa con superficie ad “L” esterna)
come “fabbricato per azienda rurale” misurato in 1 pertica e 09 centesimi, cioè gli stessi 1090 mq del catasto
precedente.
Il piccolo volume ad “L” è indicato come “casa colonica” dalla superficie di 08 centesimi di pertica, cioè 80
mq.
Le particelle 1028 e 1029 sono indicate come “prato”, la 1023, adiacente al piccolo volume, è un “orto”. La
particella 1022 precedentemente indicata come “brolo” risulta essere aratorio arborato e vitato.
La 1036, definita “casa masserizia” risulta come “casa colonica” di proprietà di Giacomo Bortoluzzi figlio di
Giovanni. La sua superficie risulta aumentata da 1,39 a 2,78 pertiche.
La mappa del Catasto Austriaco indica una piccola strada che dalla casa masserizia conduceva fino alla particella 1029 indicata come prato. Da ciò si deduce che l'ingresso di rappresentanza della villa fosse a Nord.
Il disegno della villa del catasto napoleonico, che si ripete nell'austriaco, mostra delle differenze rispetto allo
stato attuale.
Oggi non esiste più la piccola casa colonica ad “L” e non ve ne è traccia, forse si potranno trovarne le fndazioni. Inoltre sul lato nord-ovest della villa sulle carte appariva un volume largo all’incirca 4-5 mt e profondo
quanto la barchessa. Può darsi che la prima espansione della villa constasse di due volumi non simmetrici; un
indizio in tal senso è dato dalla dimensione del terreno indicato come prato nel Catasto Austriaco (ed anche
nel precedente Napoleonico), tale terreno è allineato con le due adiacenze della villa.
Si suppone che sul lato sud-est sarebbe stato il capanno per il grano, la cantina e a stalla (con o senza residenze) e sul lato a nord-ovest altre stanze e forse anche l'oratorio intitolato e S. Giacomo apostolo (denominazione
ufficiale del 1740) di cui non si ha più traccia. L'oratorio, seppur adiacente alla villa sarebbe stato accessibile
direttamente dall'esterno.
La piccola abitazione ad “L” era probabilmente la casa di un fattore o del guardiano.
Da una ricerca condotta presso l'archivio della Curia di Treviso risulta che la cappella di S.Giacomo e della
Madonna del Rosario (denominazione assunta nel 1778) apparteneva alla parrocchia di Grassaga e sembra
che fosse utilizzata durante le alluvioni quando le chiese di quel comune erano inagibili.
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2. Posizione – descrizione delle proprietà
A pochi chilometri da Venezia, dall’aeroporto Marco Polo e da Treviso, due soli chilometri dal casello autostradale di Noventa di Piave ed al tempo stesso immersa nella campagna e nel verde in assoluta tranquillità.
E’ il luogo ideale per varie tipologie di attività, infatti la villa è immersa in ben 30000 mq di verde completamente recintato.
Lo scopo per la nuova proprietà è stato in primo luogo il recupero e la valorizzazione di ogni minima parte di
tutto quello che di autentico e storico fose possibile recuperare. In secondo luogo fare si che questo edificio
possa essere la testimonianza ancora per secoli del bello che si realizzava un tempo. Oltre a queste priorità è
stato importante renderla efficiente sotto l’aspetto risparmio energetico (classe A), funzionale come ambiente
di lavoro, tecnologicamente avanzata, con tutti i confort, polivalente per aziende o uffici di qualsiasi genere,
oltre la possibilità di intervenire facilmente per necessità diverse.
La villa dispone di un’area esterna di circa 30000 mq di cui una parte è parcheggio e 90% a verde già piantumato con siepi e alberatura con prato seminato ed impianto d’irrigazione parte libero per utilizzi diversi e area
disponibile ad un futuro ampliamento.
(Esiste già la possibilità di realizzare una nuova costruzione per 900 mq cca.)
Fiume Piave
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3. Linee guida del progetto architettonico
Oltre di ordine storico basate sulla diretta osservazione della fabbrica, è stata effettuata una ricerca storica (i
cui risultati sono in allegato) presso l’archivio di stato di Venezia e gli archivi della Curia di Treviso e di Vittorio Veneto; presso questi ultimi si cercavano informazioni relative alla presenza, nel terreno della villa, di
una cappella intitolata a S.Giacomo ed alla Madonna del Rosario. Purtroppo non esistono documenti grafici
che ne riportino la posizione.
Basandosi sui suddetti studi il progetto propone operare un adeguamento funzionale attraverso il restauro e la
ristrutturazionerestaurare e ristrutturare il complesso Bortoluzzi attraverso le seguenti operazioni finalizzate al
rispetto dei caratteri architettonici e tipologici.
Il recupero del corpo residenziale a tre piani fuoriterra, normato con il quarto grado di protezione degli edifici
storico-testimoniali, rappresenterà anche un “biglietto da visita” per l’azienda, pertanto, partendo dalla preventiva demolizione delle superfetazioni, costituite da un corpo camino al piano terra, si propone un semplice
recupero delle strutture, dei collegamenti verticali, del distributivo interno e delle forometrie originarie; agendo unicamente sulla riapertura e chiusura di alcune porte interne e sulla demolizione e nuova realizzazione
di pavimentazioni in legno nelle aree degli uffici e dei laboratori, in luogo delle attuali in gettata di cemento.
Saranno, però conservate e restaurati un pavimento in legno di una delle stanze del primo piano ed alcuni pezzi
di pavimenti ritenuti di valore storico.
Il corpo attualmente residenziale, sarà atto pertanto ad ospitare la sezione ricettiva-amministrativa dell’azienda.
Diverso trattamento verrà riservato all’adiacente barchessa, la quale normata dal terzo grado di protezione
degli edifici storico-testimoniali, necessità oltre alla pulizia delle superfetazioni anche ad interventi di ricomposizione interna ed alle fonometrie esterne.
Evidentissimo è l’intervento a cui è stata sottoposta la barchessa in tempi relativamente recenti, infatti la modifica delle fonometrie sul prospetto principale, con tamponamenti o demolizioni atte a garantire passaggi ed
accessi più ampi, nonché il tamponamento delle fonometrie sul lato nord-est, associato alla demolizione quasi
totale del solaio intermedio, con inserimento in una porzione della barchessa di tiranti in acciaio all’altezza del
solaio demolito, fanno presumere l’utilizzi della struttura come deposito di granaglie, ipotesi valorizzata anche
dal ritrovamento all’interno di impianti anche se rudimentali per il deposito delle stesse.
La presenza in origine del solaio intermedio, è resa evidente da tracce ancora presenti sulle murature perimetrali in parte ripristinate ed in parte ancora aperte e dalla presenza di una doppia fila di forometrie a due quote
diverse (piano terra e piano primo), vedansi le fotografie allegate.
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4. Interventi di recupero edilizio
L’edificio, pur non essendo vincolato da parte della Soprintendenza Beni Architettonici e Monumentali del
Veneto è stato oggetto di un intervento di recupero edilizio, ove tutte le scelte sia delle metodologie che dei
materiali scelti sono state effettuati con l’approvazione del soprintendente di zona.
4.1 Rinforzo fondazioni esistenti
Il rinforzo delle fondazioni esistenti è stato eseguito mediante intervento di scavo perimetrale esterno ed interno, per mettere a nudo la fondazione esistente, valutarne la consistenza e l’eventuale degrado per intervenire
con la realizzazione di due rinforzi paralleli e laterali in C.A., con armatura metallica passante.
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4.2 Demolizioni delle coperture esterni
E stato effettuata la demolizione delle coperture lignee esistenti, per la realizzazione di copertura tipologicamente uguale all’esistente ma con materiali nuovi, con l’accortezza di non demolire o intaccare cornici e
timpani esistenti.
4.3 Demolizione degli intonaci ammalorati
E stata eseguita una indagine su tutti gli intonaci interni ed esterni per valutarne la salubrità, al fine di recuperare quegli intonaci di valore con la presenza di bassorilievi decorativi in stucco.
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4.4 Recupero dei solai esistenti
Nel corpo villa la presenza dei solai di interpiano ed il loro discreto stato di conservazione, hanno imposto alla
committenza l’onere del recupero degli stessi, mediante bonifica del tavolato, spazzolatura e pulizia delle travature da mantenere, inserimento in sella di muratura di nuove travature lignee, recupero di tavolati esistenti
con integrazione di nuovi tavolati e rinforzo strutturale per adeguamento statico della struttura con inserimento di “manici di scopa” (spine in legno), al fine di collegare i tavolati sovrastanti alle travature lignee.
4.5 Recupero delle murature esistenti
Sono stati eseguiti interventi di recupero delle murature esistenti, con presenza di fessurazioni o dissesti,
mediante lavorazione di “cuci scuci”, eseguito con mattoni pieni recuperati o nuovi, al fine di consolidare la
struttura verticale dell’edificio.
Altro intervento ritenuto fondamentale per il mantenimento ma sicuramente costoso è stato il taglio dei muri
per evitare problemi di risalita operato con una tecnica innovativa.
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4.6 Realizzazione solaio su barchessa
Il corpo barchessa, originariamente privo di solaio intermedio, se non in una piccolissima porzione, è stato
oggetto di una nuova realizzazione di solaio di interpiano, costituito da una struttura metallica verticale ed
orizzontale, a sostegno di un’impalcato in legno, su cui sono state realizzate successivamente le pavimentazioni finite.
4.7 Intonaci Esterni
Esternamente all’edificio sono stati recuperati in parte gli intonaci preesistenti, con operazioni di debatterizzazione, lavaggio e consolidamento.
Il corpo villa è stato recuperato con l’utilizzo di intonaci di calce, con aggiunta di sabbia di fiume, priva di
Sali (destalinizzata), tirati a spatola, con caratteristiche chimiche e meccaniche simili a quelli degli intonaci
preesistenti al fine di creare una superficie uniforme tra intonaco nuovo ed intonaco recuperato.
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La porzione di barchessa, è stata reitonacata nel prospetto sud con un leggero velo di intonaco, steso a pennello, a base di calce, con sabbia destalinizzata e pigmentata, al fine di costituire già la dipintura finale, e mettere
in risalto la tessitura dei sottostanti mattoni (sagramatura), i lati est e nord, sono stati intonacati in modo tradizionale con intonaco di calce e sabbia destalinizzata.
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4.8 Intonaci Interni e recupero degli stucchi
L’edificio internamente ha rilevato già dell’inizio delle operazioni ri recupero, la presenza di interessanti bassorilievi in calce rasata e stucco, ricoperti in parte da strati di dipintura ed in parter ammallorati da infiltrazioni
d’acqua e da risalita di umidità.
Gli stucchi interni hanno subito un ciclo di pulizia, lavaggio e ringrescatura al fine di proteggerli e riportarli
al loro massimo splendore.
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4.9 Recupero di porte interne
Le porte interne dell’edificio si presentavano intaccate dal tempo e da un utilizzo non consono a quello in
genere di un edificio residenziali, è stata fatta pertanto una mappatura ed una numeratura delle stesse, per poi
in fase di ultimazione lavori, dopo un accurato ed attento restauro reinserirle nelle fonometrie originarie, mantenendone tipologia estetica, costruttiva e del materiale.
Prima
Adesso
4.10 Pavimenti interni ed esterni
L’edificio, internamente originariamente presentava dei pavimenti in legno, con la presenza (solo in alcune
stanze), di preesistenze in terrazzo veneziano, da qui la scelta di riutilizzare per i due saloni di maggiore importanza al piano terra e piano primo la pavimentazione che con maggior probabilità ne ricopriva in origine
la superficie, vista anche la presenza degli stucchi alle pareti, è stata fatta perciò una scelta e valutazione delle
granulometrie compositive del terrazzo originario, al fine di ricomporne l’eventuale conformazione e campitura.
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Gli altri pavimenti interni sono stati realizzati in legno a pistoncini incollati dello spessore di calpestio di
mm16.
Le pavimentazioni esterne sono state eseguite in pietra naturale a lavorazione incerta nella piazzetta antistante
la villa.
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I percorsi carrai di accesso e di distribuzione interni alla proprietà sono eseguiti in getto di calcestruzzo con
inerti di pezzatura da 20-30 mm, lavato, su masticata stradale ottimamente costipata, con sistema di recupero
acque piovane con caditoie a “bocca di lupo”.
Nella zona retrostante la barchessa è stato ricavato un ampio spazio a parcheggio, realizzato con sottostante
massicciata stradale e pavimentazione in grigliato autobloccante in PVC, con interposto materiale inerte drenante.
Nei parcheggi è stata preddisposto sia l’impianto di illuminazione esterna sia i plinti di fondazione per la futura realizzazione di copertura dei parcheggi; copertura che nella previsione può essere costituita da panelli
fotovoltaici.
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I marciapiedi esterni sono stati realizzati in calcestruzzo tirato e lavorato a rullo, lavorazione classica delle
zone venete, concordata con la soprintendenza Beni Architettonici, non essendo presente alcun elemento in
origine per questo tipo di pavimentazione.
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4.11 Scale interne e ascensore
I vari livelli interni sia della Villa che della barchessa, sono accessibili attraverso tre tipologie di scale, la prima
originaria, eseguita con gradini in pietra naturale (Pietra di Castellavazzo) era preesistente ed è stata recuperata ed integrata di parti mancanti o degradate, attraverso innesti eseguiti a mano.
La seconda, collega il primo piano della villa al sottotetto, sala espositiva, era preesistente in legno, ma degradata e con dimensioni di pedata ed alzata non regolari, è stata completamente rieseguita in legno con struttura
autoportante, ricostruendo anche il parapetto originario di arrivo al piano.
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La terza scala di accesso dal piano terra al piano primo della barchessa è stata eseguita con una struttura leggerissima in calcestruzzo armato (19 cm), sagomata a gomito con bordi in acciaio naturale. Importante inoltre
la realizzazione di un’ascensore di marca OTIS.
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4. 12 Divisori interni
L’edificio preesistente presentava già delle suddivisioni interne realizzate con materiali classici, quali mattoni
ed intonaco, presenti in particolar modo sul corpo villa, questi divisori sono stati mantenuti inalterati, sia come
posizione che come tipologia di materiale.
Nella Barchessa di nuova concezione, alla pavimentazione interna di interpiano, sono stati abbinati dei divisori in cristallo con la sola eccezione del blocco servizi igienici, eseguiti in cartongesso. E’ stata mantenuta
inoltre una muratura esistente sin dalla costruzione riintonacata in coccio pesto.
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4.13 Impianto fognario
L’impianto fognario dell’edificio è stato eseguito con impianto di sub-irrigazione finale, costituito da vasche di
racolta e pretrattamento delle acque nere e saponate, per poi essere disperse per sub-irrigazione nel terreno.
La sub-irrigazione è costituita da un bacino scavato nel terreno vegetale, per la profondità di circa ml. 2,00 e
dimensioni di circa 60,00x30,00 ml. completamente riempito in ghiaia natura, con inserite all’interno le tubazioni di scarico, del tipo in cls forate, per permettere il percolamento dell’acqua di scarico nel terreno.
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4.14 Ponte di accesso
L’acesso all’area avviene dalla strada comunale, via S. Teresina, attraverso una servitù di passaggio, per agevolare l’accesso, con unico percorso rettilinea ed in posizione centrale alla villa è stato eseguito un ponte sul
canale Mortis, eseguito in C.A., con spalloni in calcestruzzo armato, compreso il ripristino delle spalle del
canale in massi di roccia.
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4.15 Cancellata d’ingresso e recinzione
L’area di proprietà è completamente recintata con rete plasticata, pilastri in c.a. e pali in legno, l’ingresso
principale è stato realizzato con delle pilastrature poste in asse all’ingresso della villa, chiuse centralmente da
cancellata metallica e lateralmente da due muri andatori, di collegamento con la recinzione metallica.
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4.16 Area esterna e parco
La villa dispone di un’area esterna di circa 30 000 mq. adibiti a parcheggio in parte e per la maggior parte a
verde, in parte già piantumato con siepi ed alberature, con prato seminato ed impianto di irrigazione, parte
libero ad utilizzi diversi, dall’agricolo di rappresentanza (vigna, frutteto, …), ad area a disposizione per possibile e futuro ampliamento.
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5. Isolamenti
Al fine di esaltare al massimo il rendimento dell’impianto di climatizzazione sopradescritto, l’edificio è stato adeguatamento isolato secondo livelli elevati prendendo come riferimento minimo gli standard di CASA
CLIMA. Ogni struttura è stato oggetto di calcolo specifico e si è prediletto l’uso di materiali naturali quali in
sughero nelle pareti esterne con lastre di spessore di 7 cm cad. incrociate, totale cm 14 più barriera antivapore
e camera d’aria da 6 cm, rifinito in cartongesso speciale. Il tetto è stato isolato con un materiale diverso a parità
di prestazioni ma con spessori più contenuti questo per rispettare le altezze originali del tetto.
Di particolare rilevanza sono stati usati vetri HEAT MIRROR in corrispondenza dei serramenti esterni, tali
vetrate sono da ritenersi tra le migliori del mercato in termini di isolamento termico durata negli anni.
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6. Vani tecnici - centrale termica
I vani tecnici per il posizionamento delle apparecchiature tecnologiche per l’impianto Termico ed Elettrico
sono stati posizionati un una centrale completamente interrata e posta a nord rispetto al corpo di fabbrica principale, in adiacenza al pozzo artesiano preesistente.
Tale corpo interrato è costituito da due vani, uno destinato alle apparecchiature relative all’impianto termico
ed uno relativo alle apparecchiature elettriche.
Il vano è stato realizzato con metodologie tradizionali in C.A., a tenuta d’acqua, con platea a pavimento, murature perimetrali in C.A., solaio in panelli prefabbricati in C.A.V., il tutto reso completamente impermeabile
all’acqua, con ausilio di membrane impermeabili e cordolo waterstop alla base dei getti in C.A.
Il vano è accessibile da quota terra attraverso una scaletta metallica.
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7. Impianto di riscaldamento e climatizzazione
La particolarità dell’intervento, la sua particolare ubicazione in zona isolata e soprattutto la sua consistenza
in volume e superficie, hanno portato in sede di valutazione di costi/benefici a scartare un impianto di riscaldamento con approvvigionamento dalle tradizionali fonti energetiche (gas, energia elettrica, ecc.), la presenza
sul posto di un vecchio pozzo inutilizzato e la possibilità di utilizzare l’acqua di falda come scambiatore di
calore hanno fatto decidere la proprietà per investire nel futuro e cioè realizzare un’impianto di riscaldamento
con l’utilizzo della Geotermia, che attraverso una pompa di calore permette il riscaldamento radiante a pavimento invernale e raffreddamento in estate, coadiuvato da un’impianto di climatizzazione.
L’impianto realizzato con la previsione di massima flessibilità si presta a frazionamenti dello stesso o ad
usi frazionati.
L’impaintistica è completamente cablata a pavimento ed a parete, ove delle controparti dello spessore di circa
20 cm., di cui 14 in panelli di sughero pressato è 6 di camera d’aria costituiscono un ottimo isolamento termico, abbattendo qualsiasi dispersione.
Fin dalle prime fasi di progettazione l’obiettivo primario del restauro è stato il conseguimento di obiettivi tendenti al risparmio energetico e la predisposizione di ampliamenti futuri, possibilità di modifiche degli impianti
in funzioni di destinazioni d’uso diverse dell’edificio.
Per tale motivazione è stato realizzato un impianto di climatizzazione a basso consumo utilizzando le risorse
naturali della zona descritte in seguito.
A fine lavori è stato rilasciato l’attestato di qualificazione energetica che, a seguito di vari collaudi attesta il
basso consumo energetico dell’edificio.
Per l’attività è stato realizzato un impianto di riscaldamento e condizionamento con panelli radianti a pavimento della ditta ROTEX composto da panelli isolanti, tubo in pex ø 17, rete antiritiro, additivo termofluidificante, cornice perimetrale e clips di ancoraggio. I collettori di distribuzione sono stati dislocati nelle varie
zone della Villa per poter suddividere in 12 zone climatiche diverse gli impianti di climatizzazione. Ogni
collettore è gestito tramite un regolatore climatico abbinato a sonde di umidità e temperatura. All’impianto di
pavimento è stato aggiunto un impianto a ventilcovettori necessario nel periodo estivo a controllare l’umidità
degli ambienti invece nel periodo invernale o di mezza stagione necessaria a riscaldare gli ambienti in caso di
esigenze particolari senza dover accendere l’impianto di riscaldamento a pavimento. Tale impianto, di tipo ‘‘A
bassa temperatura’’ favorisce l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili (con notevole risparmio energetico) e
garantisce elevati livelli di confort ambientale. Integrazione per le stagioni e i periodi più caldi tramite ventilconvettori incassati dotati di elettroventilatori a inverter. Sistema a serpentine con doppio passo a chiocciola
per evitare problemi di condensa a pavimento.
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L’impianto è stato progettato in maniera tale da conseguire primari obiettivi di risparmio energetico di cui al
D.Lgs. 192/05 - ‘‘Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell’edilizia.’’
L’impianto essenzialmente è composto:
* Generatore di calore principale costituito da refrigeratore in pompa di calore ad acqua evaporato da acqua di
pozzo, alimentato elettricamente avente una potenza termica pari a 75 kW.
* Impianto termico per l’unità immobiliare destinati al riscaldamento degli ambienti ed alla produzione di
acqua calda sanitaria. Impianto a pannelli radianti e ventilconvettori.
* Impianto di riscaldamento a pavimento ROTEX ITALIA - SISTEMA MONOPEX realizzato secondo le
norme UNI EN 1264-1.
* Elettropompa centrifuga bassa temperatura per la circolazione dell’acqua calda e distribuzione del vettore
termico con sistema a collettori 8Panelli radianti).
* L’elettropompa è dotata di sistema di variazione in continuo del numero di giri (inverter) in maniera tale da
ottimizzare i consumi energetici.
Un’impianto che funziona ad energia geotermica è composta da:
* POZZO inserito in profondità per prelevare acqua a temperatura costante dalla falda sotterranea
* POMPA DI CALORE installata all’interno della centrale termica
* SISTEMA DI DISTRIBUZIONE del calore ‘‘a bassa temperatura’’ all’interno dell’ambiente (impianti a
pavimento, pannelli radianti, bocchette di ventilazione, ecc...)
In generale per il condizionamento estivo si è costretti al raffreddamento delle macchine frigorifere con l’aria,
la cui temperatura di riferimento estiva è di 32°.
Utilizzando la pompa di calore con pozzo su falda interrata, la temperatura di riferimento è invece di circa
14°-16°, il salto di temperatura nelle macchine che deevono produrre acqua refrigerata a 7°, si riduce drasticamente, aumentando notevolmente la resa e riducendo, di conseguenza, in modo rilevante i consumi di energia
ed i costi di gestione.
Con le pompe di calore si ha quindi il vantaggio di sfruttare una sola macchina, che grazie ad una valvola
diventa reversibile poichè presenta la possibilità di invertire le funzioni dell’evaporatore e del condensatore,
fornendo così aria fredda in estate e aria calda in inverno. L’inversione tra i due sistemi, riscaldamento e raffrescamento, può avvenire o con un’inversione sul ciclo o con un’inversione sull’impianto. Con tale configurazione le manutenzioni sono ridotte al minimo.
Termoregolazione climatica
Al fine di garantire condizioni ottimali di benessere e un elevato risparmio energetico, particolare cura è stata
posta nell’impianto di termoregolazione climatica. Oltre ai quadri elettrici ‘‘di bordo’’ dei vari componenti
(quali refrigeratore d’acqua, gruppi di pompaggio antincendio ed idrico, gruppi di sollevamento acque e simili) sono previsti i seguenti quadri elettrici a servizio delle centrali tecnologiche:
- quadro elettrico centrale termica e pompaggio, posto in centrale di pompaggio
- quadro elettrico centrali trattamento aria.
La regolazione automatica degli impianti è di tipo a microprocessore, a controllo digitale diretto (DDC).
Il sistema DDC provvede , oltre che alla regolazione automatica propriamente detta (controllo di temperature,
umidità, etc.) anche a funzioni di vera e propria gestione, quali:
- avviamento-arresto a tempi programmati (o ‘su evento’) di macchinari quali caldaie, pompe, etc.
- segnalazioni di situazioni di stato (acceso-spento) di utenze (pompe, caldaie, C.T.A. etc.)
- segnalazioni di situazioni di allarme per malfunzionamento o guasto di apparechiature o simili
- programmazione della manutenzione.
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Particolare cura è stata adottata per gli isolamenti termici delle tubazioni sia interne che esterne.
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L’edificio è stato progettato e realizzato in maniera tale da integrare gli impianti a basso consumo con un edificio adeguatamente isolato e vivibile grazie all’utilizzo di materiali biocompatibili e elvati spessori di isolante
secondo gli standard di CASA CLIMA.
La centrale tecnologioca è stata ubicata in un corpo esterno interrato e isolato rispetto all’edificio principale in
maniera tale da sfruttare al massimo gli spazi della Villa. La centrale termica con il sistema realizzato si presta
di semplice utilizzo, bassi costi di manutenzione in quanto non sono presenti caldaie e massima espandibilità
possibile grazie alla possibilità di installare pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria e un possibile impianto di riscaldamento a combustibile solido tipo cippato.
8. Linee di scarico
Le linee di scarico delle acque saponate e nere sono state realizzate con scarichi del tipo silenziato marca
Geberit e sono state portate fino all’esterno del perimetro dell’edificio dal quale l’impresa edile si è allacciata
per portarle nella rete di raccolta generale. Alle colonne di scarico si sono abbinate delle linee di ventilazione
e sfiati fino al tetto. Nei servizi igienici privi di aerazione natirale è stato installato un impianto di estrazione
forzata tramite gli estrattori a soffitto comandati dall’impianto accensione luce. Le linee di estrazione sono state realizzate sempre con tubazioni marca Geberit silenziate e portate in copertura del fabbricato. Tutti i lavori
eseguiti rispondono alle norme sulla sicurezza e risparmio energetico attualmente in vigore.
9. Impianti elettrici
Specifiche:
- interruttori, prese, pulsanti, ecc… Bticino serie Light Tech con placche pressofuse Grigio perla,
- colonnine in acciaio INOX AISI 304 complete di base e fori per alloggiamento apparecchiature elettriche
- dissuasore a colonna per la regolazione degli accessi e della sosta, a scomparsa diam. 100 mm, cassa 500 mm, azionata da pistone oleodinamico, completa di finecorsa, cassaforma, sblocco con chiave speciale per l’abbassamento manuale. Colore RAL 7016 completa di programmatore elettronico.
- Sistema BUS completo di ingegnerizzazione e software per la supervisione, la logica ed il controllo completo del sistema di gestione luci di tutte le zone comuni quali: ingresso, corridoio, scale e di tutta l’illuminazione
esterna.
Il software è personalizzato in base alle specifiche tecnico-costitutive dell’impianto ed in base alle esigenze.
Realizzazione illuminazione con:
Sistema a sospensione ad emissione diretta-indiretta FLAG-SYSTEM completo di n. 2 lampade 2x35W con
cablaggio elettronico, giunto, sospensioni, rosone con alimentazione, tubi fluorescenti, ecc;
Moduli a sospensione ad emissione diretta-indiretta FLAG-SYSTEM completo di n. 01 lampada 2x54W con
cablaggio elettronico, sospensioni, tubi fluorescenti, ecc.
Plafoniere Disano 773 2x58W con reattore elettromeccanico complete di tubi fluorescenti.
Corpi illuminanti BELLA a luce diffusa completi di sospensione e lampada 40+22W.
-Impianto rivelazione incendi completo di:
Centrale con microprocessore completa di terminale di comando e controllo CT11 con display a cristalli liquidi dotato di 8 linee o in grado di gestire 2 Loop con un massimo di 198 sensori e 198 interfacce in/out. Norme
di riferimento EN 54-2 EN 54-4. La centrale, alimentata a 220Vac, Þ dotata delle seguenti funzioni.
Rivelatori ottico di fumo analogici con microprocessore.
Pulsanti indirizzabili per allarmi manuali.
Pannelli ripetitori di segnali ottico-acustici provenienti dalla centrale.
Sirena elettronica autonoma 24Vcc completa di batteria 12V 1,1Ah
- Attuatore oleodinamico interrato FAAC per cancelli a battente con lunghezza max della singola anta 1,8 m
(3,50 m con elettroserratura) e peso max della singola anta 800 kg. Il sistema interrato è invisibile e silenziosissimo ed è la soluzione ideale per portoni di pregio..
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10. Serramenti
La scelta è stata fatta fra molte oportunità, selezionando quella che offriva la migliore isolazione sia d’estate
che d’inverno ed al tempo stesso la più in sintonia con il restauro.
Breve descrizione:
- legno: mogano meranti lamellare in 3 stratti - 68 x 83 mm (telaio) e 68 x 78 anta
- verniciatura: vernici trasparenti idrodiluite con elevate doti di durata, elasticità e protezione contro la sfogliatura e le manutenzioni
- impregnazione: impregnanti all’acqua con prodotti di ossido di ferro che proteggono dall’attacco dei funghi
e dei parasiti
- siliconatura: in entrambi le viste del retrocamera perimetralmente
- guarnizione: doppia, perimetrale di tenuta all’aria incassata nell’anata a pressione - purene S
- gocciolatoio: in alluminio con cava maggiorata e guarnizione secondo la norma UNI 3679
- ferramenta: perimetrale di tipo ‘‘roto’’ con anta/ribalta in acciaio e zama in classe di sicurezza 2
- certificazione: conforme alla direttiva 89/106 CEE e relative norme EN 14351 - EN 1365
- vetri: vetrocamera 3+3 (pl.0,38)/camera da 10/HEAT MIRROR/camera da 10/3+3(pl 0,38)B.E.
Il vetrocamera ‘‘HEAT MIRROR’’ è un brevetto Americano che presenta il più avanzato sistema di vetrate
isolanti esistenti. Infatti la caratteristica che lo rende unico nel suo genere, è quella di proteggere le nostre
stanze dalla perdita di calore nel periodo invernale, ma nello stesso modo è molto efficace per il controllo del
calore solare estivo, riflettendo le radiazioni calorifiche infrarosse.
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Note
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Note
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