MUSEO DELLA SPECOLA Bologna - Città metropolitana di Bologna
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MUSEO DELLA SPECOLA Bologna - Città metropolitana di Bologna
MUSEO DELLA SPECOLA Bologna Il Museo è situato nella torre per le osservazioni astronomiche eretta nel 1726 sulla sommità di Palazzo Poggi, allora sede dell’Istituto delle Scienze, da Carlo Francesco Dotti su progetto di Giuseppe Antonio Torri. Sormontata da una torretta ruotata di 45° rispetto alla struttura principale, per garantire maggior spazio di manovra ai grandi strumenti astronomici, fu tra i primi edifici costruiti appositamente, seconda in Europa solo agli osservatori di Parigi, Greenwich e Potsdam. L’Istituto delle Scienze fu fondato nel 1711 da Luigi Ferdinando Marsili per realizzare un “complesso” enciclopedico di laboratori per le scienze osservative e sperimentali, dotato di strumentazioni moderne, in cui scienziati e docenti delle diverse discipline potessero confrontarsi e svolgere attività di ricerca e didattica. L’importanza scientifica e politica assunta nel secolo precedente dall’astronomia ne fece uno dei cardini del programma illuministico di Marsili, inducendolo a promuovere la costruzione della Specola, dove trasferì gli strumenti dell’osservatorio da lui eretto sul palazzo di famiglia nell’attuale via d’Azeglio. Per tutto il Settecento, l’astronomia bolognese – già resa celebre da Cassini – diede un contributo fondamentale allo sviluppo della disciplina, grazie a figure quali Eustachio Manfredi, Eustachio Zanotti, Petronio Matteucci e Giovan Battista Guglielmini, che arricchirono l’osservatorio di strumenti all’avanguardia. Con le riforme napoleoniche, i locali e gli strumenti passarono in dotazione all’Istituto Astronomico dell’Università, oggi Dipartimento di Astronomia. Dopo la decadenza ottocentesca, l’astronomia bolognese tornò a livelli di eccellenza agli inizi del Novecento con Guido Horn d’Arturo, fondatore del nuovo osservatorio di Loiano. All’interno del museo, gli antichi strumenti sono esposti in quattro sale su diversi piani della torre, negli stessi ambienti dove furono usati dagli scienziati bolognesi. Il percorso museale costituisce, così, una testimonianza unica di un tipico ambiente astronomico dei secoli dal XVII al XIX, documentando al contempo, tramite l’evoluzione degli strumenti esposti, lo sviluppo della ricerca nel periodo che ha portato alla definizione della moderna scienza astronomica. Il patrimonio è costituito dal nucleo di strumenti dell'osservatorio marsiliano, poi ampliato da attrezzature e oggetti di derivazione diversa, come la collezione Cospi. Dal 1979 è stato avviato il recupero e il restauro delle Sale e del materiale in parte disperso nelle cantine e nelle soffitte della torre, consentendo l’apertura dell’attuale museo. Nella Sala Meridiana, progettata per consentire l’osservazione degli astri al passaggio in meridiano, sono esposti quadranti mobili e murali, strumenti dei passaggi e circoli meridiani. Nella Sala dei globi sono collocati diversi globi celesti e terrestri, sfere armillari e carte geografiche, nautiche e celesti, comprese due carte nautiche in pergamena del Cinquecento e due grandi mappe cinesi in carta di riso di inizio Seicento, entrambe estremamente rare: una mappa terrestre realizzata dal gesuita Matteo Ricci (vissuto nella seconda metà del XVI secolo, primo missionario in Cina e fondatore della moderna sinologia) e una celeste di Schall von Bell. Nella Sala della Torretta si possono osservare alcuni cannocchiali a lunga focale, tipici della fine del ‘600 (che potevano estendersi sino a 12 metri di lunghezza), e telescopi a specchio, oltre a vari strumenti di osservazione, topografici, geodetici e di calcolo e numerosi orologi solari e meccanici, questi ultimi ancora funzionanti. Sono notevoli un astrolabio arabo del XIII secolo, realizzato nel sud della Spagna, e uno fiammingo della metà del Cinquecento. MUSEO DELLA SPECOLA Bologna Nella sala dedicata a Horn d’Arturo sono esposti i più recenti modelli di telescopio “a tasselli”, prototipo (ideato da Horn stesso) dei moderni telescopi di nuova generazione, oltre a un cannocchiale ottocentesco che venne utilizzato in India dalla spedizione italiana per l’osservazione del transito di Venere sul disco solare del 1874. Lungo la scala a chiocciola che conduce ai vari ambienti, si ripercorre il percorso dell’originale esperimento realizzato alla fine del Settecento - il primo volto a dimostrare la rotazione terrestre, eseguito sessant’anni prima dell’esperienza del pendolo di Foucault - da Guglielmini, mediante l’osservazione della deviazione dalla verticale dei gravi in caduta libera. La visita al Museo si conclude sulla terrazza della Specola – a 50 metri sul livello stradale - dalla quale si gode una piacevole vista panoramica sulla città. Bibliografia E. Baiada, F. Bònoli, A. Braccesi, Museo della Specola, Bologna, 1995