Juncker scrive a Renzi per dire sì al nostro Migration Compact e

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Juncker scrive a Renzi per dire sì al nostro Migration Compact e
A soli 57 anni è morto a Minneapolis
Prince, genio del pop e della black music,
efebo sexy e complesso P. 18-19
Fondata da
Antonio Gramsci
nel 1924
Questo giornale
ha rinunciato
al finanziamento
pubblico
€1,40
Anno 93 n. 110
Venerdì, 22 Aprile 2016
unita.tv
La nostra Africa
Juncker scrive a Renzi per dire sì al nostro Migration Compact e spiazza la Germania
Aiutare i migranti nei Paesi di origine si può. L’Italia già lo fa tra Niger, Yemen e Camerun P. 2-3
La politica
torni passione
Vent’anni fa la vittoria dell’Ulivo. L’eredità di quella stagione P. 8-9
C
P
Giorgio Napolitano
aro Alfredo,
puoi immaginare come
raccolga con animo fraterno
la tua “chiamata in causa”
nell’articolo pubblicato
avantieri su l’Unità.
Condivido pienamente il tuo fastidio
per “la rissa”, per l’esasperazione rissosa
del confronto politico a cui assistiamo.
Senza voler suggerire rappresentazioni
edulcorate di fasi storiche precedenti, anche
e in particolare della vita parlamentare,
è un fatto, di cui io e te possiamo dare
testimonianza, che mai si era giunti a un
simile smarrimento di ogni senso del limite
e della misura nella dialettica tra opposti
schieramenti politici. Si può discutere
sul come dividere le responsabilità per
il punto cui si è arrivati, ma credo che
sia davvero il momento di chiamare
tutti i soggetti della dialettica tra forze
politiche o tra governo e opposizione,
al massimo senso di responsabilità e
ad una visione più “alta” come tu dici,
ad una consapevolezza ben maggiore
della portata delle questioni con cui si è
chiamati a fare i conti in Italia e in Europa.
Tu poni l’accento sul tema, tra gli altri, del
“rapporto tra dirigenti e diretti”, nel richiamo
al grande processo compiutosi in Italia negli
anni successivi alla caduta del fascismo:
negli anni della nascita della Repubblica,
dell’Assemblea Costituente, dell’avvio di una
nuova competizione democratica fondata sui
partiti, che rappresentavano e mobilitavano
“una nuova soggettività collettiva” e che
assumevano come protagonisti “gli esclusi,
gli sfruttati, il Mezzogiorno contadino”.
Il mio rapporto con la politica, negli
anni iniziali della mia militanza a Napoli,
s’imperniò precisamente ­e l’ho in qualche
misura raccontato nella mia autobiografia ­
sull’esplorazione del mondo delle fabbriche,
dalla navalmeccanica alla allora ILVA
di Bagnoli, sulla presa di conoscenza
della realtà operaia e sulla tessitura di
relazioni anche personali e umane con
rappresentanti di quel mondo e di quella
realtà. Certo, come una simile formazione
politica e un simile vissuto si possano
trasferire nel contesto attuale, nell’ingresso
e avanzamento ­oggi ­di nuove generazioni
nel campo dell’azione politica è cosa non
facile da immaginare e prospettare.
Ma penso che sia giusto trasmettere,
noi - caro Alfredo - quel che a suo tempo
abbiamo imparato e contribuito a
costruire. Comunque, cioè, la necessità
di concepire la politica in termini di
ampio coinvolgimento collettivo, di
reale “rapporto tra politica e popolo”, la
necessità di operare nuovamente perché
(come ho scritto raccogliendo in volume
e presentando miei recenti interventi
sull’Europa) la politica si faccia passione.
È così che vedo lo spazio per dare
impulso, nei limiti delle nostre forze
in questa per noi tarda stagione, a un
riequilibrio e arricchimento del confronto
politico, guardando al cambiamento
categoricamente necessario per il futuro
della democrazia in Italia e in Europa.
L’impegno per
i Paesi africani
Matteo Renzi
La continuità?
È nelle riforme
Stefano Ceccanti
N
on nacque per caso e
neanche in laboratorio
l’Ulivo del 1996. Era
figlio, non privo di
problemi, di due cambiamenti
di fondo che avevano fatto
esplodere le contraddizioni del
primo sistema dei partiti. P. 8
Romano Prodi e Walter Veltroni. Il 21 aprile 1996 l’Ulivo vince le elezioni politiche, in quell’esperienza affondano le radici del Pd che nascerà
dopo quasi un decennio. Foto: Contrasto
arlo a nome di un
popolo generoso e
responsabile che
si impegna nel
salvataggio di migliaia
di fratelli e sorelle nel
cuore del Mediterraneo. Sento su
di me la responsabilità di prendere
la parola in quest’Aula testimone
di tanti momenti cruciali nella
storia degli ultimi 70 anni.
In ogni parte del mondo, la vita
pubblica è sempre più appiattita sul
presente, il ciclo delle notizie accelera
questa tendenza. Discutiamo di
temi fondamentali con l’occhio
sempre rivolto ad uno dei mille
schermi che ci circondano: le tv
dell’informazione continua, internet
e i social network. Appartengo alla
generazione per la quale la rete è un
orizzonte di libertà. Ma il rischio è
ridurre l’orizzonte della discussione
al prossimo sondaggio o al prossimo
tweet. Per questo è un privilegio
immenso entrare in questa sala.
Ed è un privilegio che ci impone di
compiere un gesto molto semplice:
spegnere il cellulare. Rifiutare la
dittatura dell’istante. Staccarci dalla
contingenza per entrare insieme
in un tempo più lungo: quello
dell’epoca che stiamo vivendo e
delle grandi sfide davanti a noi.
Se osservate l’Italia su una carta
geografica, vi renderete conto
che ha la forma di un ponte.
Segue a pag 4
Falsificavano le
cartelle cliniche
per nascondere
i loro orrori
Staino
Draghi:
l’Europa
non è
Berlino
A Roma
Berlusconi
nel caos
candidati
E Mario replica duro
alla Merkel: «Noi non
obbediamo ai politici»
Bertolaso non molla
Meloni sponsor degli anni
neri di Alemanno
La Bce lavora per la stabiliaà dell’Eurozona, non della Germania, né
obbedisce alle indicazioni della
politica, così Mario Draghi respinge
gli attacchi di Berlino alla Bce. P. 11
La ex ministra appoggiata da Salvini fa sapere a Silvio che non lo
aspetta più. Urbani: i figli di An e
Lega stanno “uccidendo” il padre
Silvio e i moderati. P. 6-7
A Reggio Calabria medici
in manette per aborti
senza consenso P. 14
Autodifesa?
Non sempre
Walter Verini
N
o, non è vero che
la difesa è sempre
legittima, come
sguaiatamente
hanno gridato i leghisti
nell’aula della Camera P. 15
Il cinema italiano, il commento sui “David” e il mestiere secondo Elio Germano: intervista all’attore romano P. 21