1. Attività Diabetologica e Metabolica in Italia. Il

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1. Attività Diabetologica e Metabolica in Italia. Il
1. Attività Diabetologica e Metabolica in Italia. Il
modello assistenziale della Group Care…………………..p. 2
2. Progetto Fata Maina: stili di vita ed educazione
alimentare……………………………………………………………….……p. 9
Marina Trento
Laboratorio di Pedagogia Clinica
Dipartimento di Scienze Mediche
Università di Torino
1
G It Diabetol Metab 2007;27:47-53
Attività Diabetologica e Metabolica in Italia
Il modello assistenziale della Group Care
e i corsi residenziali su: management del diabete tipo 2
mediante Group Care del Dipartimento di Medicina Interna,
Laboratorio di Pedagogia Clinica, Università di Torino
Introduzione
1
1
1
M. Trento , M. Tomelini , M. Basile ,
E. Borgo1, P. Passera1, G. Grassi1,
S. Gamba2, L. Gentile3, V. Miselli4,
G. Morone5, L. Tonutti6, P. Bondonio7,
F. Cavallo8, M. Porta1
1
Laboratorio di Pedagogia Clinica, Dipartimento di
Medicina Interna, Università di Torino, Torino;
2
ASL 3, Torino, Ospedale Maria Vittoria, UOA di
Endocrinologia, Torino;
3
SOC Malattie Metaboliche e Diabetologia, ASL 19, Asti;
4
ASL, Reggio Emilia, Presidio Ospedaliero di Scandiano,
UO di Diabetologia, Reggio Emilia;
5
Ospedale degli infermi, Unità Operativa di Malattie
Metaboliche e Diabete, ASL 12, Biella;
6
ASL Santa Maria della Misericordia, UOA di Diabetologia,
Udine;
7
Dipartimento di Economia, Università di Torino, Torino;
8
Dipartimento di Microbiologia e Sanità Pubblica, Università
di Torino, Torino
Corrispondenza: dott.ssa Marina Trento, Laboratorio di
Pedagogia Clinica, Dipartimento di Medicina Interna,
Università di Torino, corso Dogliotti 14, 10126 Torino
e-mail: [email protected]
G It Diabetol Metab 2007;27:47-53
Pervenuto in Redazione il 18-12-2006
Accettato per la pubblicazione il 26-1-2007
Parole chiave: diabete, pedagogia della salute, disease
management, formazione operatori
Key words: diabetes, health pedagogy, disease
management, operators training
Il diabete è una malattia cronica che richiede da parte della
persona che ne è affetta l’acquisizione di nuove condotte di
salute e modifiche dello stile di vita1-3.
Necessita di un’assistenza sanitaria e ripetuti interventi di
educazione continua per prevenire le complicanze acute e
ridurre il rischio di complicanze a lungo termine4,5.
L’educazione terapeutica del paziente ha ottenuto un riconoscimento ufficiale fin dalla pubblicazione del rapporto dell’OMS
Europa nel 1980 e successivamente nel 1998 dove si sottolineava che l’educazione terapeutica deve permettere ai pazienti di acquisire e conservare le capacità e competenze che li aiutino a vivere in maniera ottimale la loro vita con la malattia6.
Fare educazione terapeutica vuol dire saltare continuamente
dalla parte di chi insegna alla parte di chi impara, senza confondere i ruoli, piuttosto cercando di costruire storie che
curano e ricostruire trame che si sono spezzate. Si insegna
un contenuto specifico e si impara dai pazienti una delle
molte interpretazioni e attuazioni di quel contenuto. Insieme
al paziente si costruiscono le storie che diventeranno bagaglio ed esperienza per il futuro7.
Competenze, capacità, apprendimento a vivere con la
malattia sono alcuni dei concetti più volte sottolineati su cui
si basa quella che possiamo chiamare la pedagogia del
paziente. Qualsiasi relazione pedagogica implica due attori: il
docente e il discente, l’educatore e l’educato.
Nel caso delle malattie croniche vi sono tre aspetti fondamentali che devono essere presi in considerazione per riflettere e di conseguenza pianificare interventi clinico-educativi
adeguati per i pazienti e gli operatori coinvolti nel trattamento della malattia medesima. Si tratta di:
– modificare gli atteggiamenti e le competenze di medici e
curanti affrontando la problematica delle malattie di lunga
durata;
– coinvolgere il paziente in una continua cooperazione
risolvendo la problematica della motivazione;
– aiutare la persona a diventare un decisore competente
individuando le procedure di apprendimento più idonee.
Questo processo educativo richiede un nuovo modello di
insegnamento che non può più essere quello scolastico8,9.
48
M. Trento et al.
L’educazione, in particolare, è stata riconosciuta come componente indispensabile nel trattamento del diabete, specialmente dopo la pubblicazione del “Diabetes Control and
Complications Trial”10 e dello United Kingdom Prospective
Diabetes Study11.
Tuttavia, la programmazione di interventi educativi con il
paziente diabetico non può essere dettata dalla casualità o
dalla improvvisazione. Sono invece necessari approcci multifattoriali e metodologie specifiche, pianificate e descritte in
modo accurato12.
Alla luce delle proiezioni epidemiologiche OMS, che prevedono un incremento del diabete del 42% nei Paesi industrializzati e del 70% nei Paesi in via di sviluppo entro il 202513,
risulta indispensabile identificare modelli e una organizzazione del lavoro che consentano di rispondere ai crescenti bisogni della popolazione diabetica garantendo qualità delle prestazioni e un utilizzo razionale delle risorse.
L’esperienza di Torino
Sulla base di questi presupposti nel gennaio del 1996 iniziò
un trial randomizzato presso il Dipartimento di Medicina
Interna dell’Università di Torino13-18.
L’esperienza ha permesso di ideare, costruire e sperimentare un nuovo modello assistenziale ritenendo che il paziente
affetto da malattia cronica abbia principalmente bisogno di
partecipare a un progetto di apprendimento permanente per
migliorare le proprie condotte di salute, piuttosto che di colloqui spesso ripetitivi con l’operatore sanitario.
Il protocollo di ricerca
Lo standard ottimale della ricerca clinica è attualmente rappresentato dagli studi clinici randomizzati e controllati.
L’espressione denota una categoria ben precisa di ricerche, in
cui viene attuata una serie standardizzata di procedure, atte a
ridurre il più possibile l’influenza di errori sistematici nella conduzione di uno studio e quindi nell’interpretazione dei risultati15.
Il nostro obiettivo era quello di dimostrare che con un intervento educativo strutturato e programmato si potevano
migliorare il controllo metabolico dei pazienti con diabete tipo
2 e anche modificare il loro stile di vita.
Mediante una pura randomizzazione, una scelta realizzata
con tabelle composte da numeri inseriti in modo casuale, i
pazienti con diabete tipo 2 non insulino-trattati, afferenti da
più di un anno al nostro ambulatorio, erano stati suddivisi in
piccoli gruppi formati da 9-10 persone, mentre altri pazienti,
i controlli, hanno continuato le visite diabetologiche tradizionali. I componenti dei gruppi sarebbero rimasti tali per l’intero periodo dello studio. Da tutti i pazienti era stato ottenuto il
consenso informato a partecipare allo studio. Nessuno di
questi pazienti aveva mai ricevuto interventi strutturati e continuativi di educazione sanitaria.
Nel corso di ogni visita, a intervalli di tre mesi, venivano valutati il peso, la glicemia e l’emoglobina glicata, veniva controllata la pressione.
Una volta all’anno, i pazienti dei gruppi e i controlli svolgevano lo screening delle complicanze.
Tutte le cartelle cliniche e i risultati dei test ematochimici venivano esaminati da un medico prima delle visite di gruppo e
al termine delle sessioni i pazienti che necessitavano o richiedevano un colloquio o un approfondimento incontravano
individualmente lo specialista stesso.
All’inizio, a 1, 2, 3, 4 e 5 anni sono stati valutati la qualità di
vita, le conoscenze sul diabete e le condotte di salute. I questionari utilizzati per la valutazione delle dimensioni psicocognitive sono pubblicati e validati19-21.
Il programma educativo
I diversi interventi di group care: 7 incontri in due anni ripetibili, sono sempre composti da esercitazioni pratiche e gruppi di lavoro, simulazioni e giochi di ruolo14,16.
I pazienti imparano immedesimandosi nelle differenti situazioni che possono accadere nella vita quotidiana: provano a
fare la spesa, scelgono le portate di un menù, e sono favoriti il colloquio e la discussione delle esperienze di ciascun
paziente.
Volutamente si è deciso di non utilizzare un linguaggio medicoscientifico privilegiando espressioni più semplici, ma non per
questo meno corrette.
In particolare, si è evitato l’uso di termini complessi di anatomia e fisiopatologia. Quando si è parlato di “calorie”, di
“emoglobina glicata” o “sensibilità delle fibre nervose”, lo si è
fatto utilizzando immagini, metafore ed esempi, così da rappresentare concretamente i concetti.
A supporto delle varie sessioni si utilizza materiale didattico
semplice, ma sperimentato nel corso degli anni:
– fotografie di alimenti;
– scatole e modelli di alimenti;
– contenitori graduati;
– lavagna a fogli mobili;
– materiale per la cura del piede;
– modello dell’occhio;
– modello del cuore.
Nel corso degli anni è stato scritto un manuale operativo che
viene consegnato agli operatori che lavorano nelle diabetologie affinché possano utilizzare un stessa metodologia e linguaggio.
Elenchiamo brevemente gli incontri che compongono il programma educativo della group care; il programma originale è
molto più dettagliato e per comprenderlo è necessario discuterlo e acquisirlo con un percorso formativo predisposto presso il Dipartimento di Medicina Interna dell’Università di Torino.
– Il 1° incontro è intitolato “Storia dello zainetto e della bacinella... ovvero il peso corporeo”. Obiettivo di questo primo
incontro è quello di aiutare il soggetto diabetico a scoprire
la relazione tra l’alimentazione, il suo peso e il diabete.
– Nel 2° incontro il paziente è aiutato a scoprire la relazione tra l’alimentazione e il diabete. Nel corso della sessione i pazienti imparano a scegliere gli alimenti da un menù
originale, per meglio comprendere le proprie esigenze alimentari.
Modello assistenziale della group care
–
–
–
–
–
Nel 3° incontro i pazienti devono preparare un pasto migliore rispetto a un pasto peggiore, questo permette loro di
approfondire le relazioni fra alimentazione e diabete.
Il 4° incontro è impostato sul “fare la spesa”. I pazienti
provano a scegliere gli alimenti e insieme si discutono le
scelte realizzate fornendo ai pazienti una immediata valutazione di quanto hanno svolto.
Nel 5° incontro si cerca di comprendere la relazione tra il
controllo del diabete e le abitudini di vita di ciascuno.
L’incontro è centrato sul significato dell’emoglobina glicata, sull’attività fisica e sull’importanza dell’eseguire i
controlli periodici per il diabete.
Il 6° incontro permette ai pazienti di comprendere il valore delle visite di controllo e comprendere qual è la terapia
migliore per ciascuno di loro.
Il 7° incontro è dedicato alla cura di sé e ai problemi che
derivano da un non adeguato controllo del diabete. Le
complicanze sono affrontate al termine dei sette incontri
poiché i pazienti sono aiutati a scoprire l’importanza della
prevenzione nella cura delle complicanze e a individuare
le condotte da adottare quotidianamente.
Risultati della group care
Risultati clinici
Dopo 5 anni è stato dimostrato che la group care ha indotto
un calo ponderale modesto ma sostenuto, insieme all’aumento del colesterolo HDL e alla stabilizzazione dell’emoglobina glicata, che è invece andata peggiorando nei controlli,
in accordo con quanto osservato nell’UKPDS11. Poiché il
rischio cardiovascolare, calcolato secondo la formula di
Framingham, era calato sia nei pazienti seguiti mediante
group care sia nei controlli, soprattutto in seguito a un controllo più stretto dei valori pressori, e poiché i livelli medi iniziali di HbA1c erano intorno al 7%, risulta evidente che l’assistenza educativa di gruppo aggiunge qualcosa di importante all’approccio ottimizzato multifattoriale attuato con i soli
mezzi farmacologici15.
Principi ed effetti su stile di vita e qualità di vita
La valutazione degli aspetti educativi e psicologici ha permesso di documentare dopo 5 anni di follow-up il progressivo
miglioramento delle conoscenze dei pazienti sul diabete e della
loro capacità di discernere situazioni di rischio e adottare di
conseguenza atteggiamenti corretti con maggiore consapevolezza. È importante osservare che l’apprendimento era ancora
in aumento al termine del 5° anno, nonostante si trattasse per
lo più di persone anziane e bassa scolarità. Non meno importante, a partire dal secondo anno di osservazione è migliorata
la qualità di vita. Tutti questi indici, al contrario, tendevano a
peggiorare progressivamente nei pazienti di controllo16.
L’analisi economica mostra che questo approccio richiede
qualche risorsa in più, soprattutto in termini di tempo, in
quanto i pazienti, che gradiscono molto l’attività di gruppo,
49
non mancano quasi mai gli appuntamenti. In ogni caso, con
un corrispettivo di 2,12 dollari spesi in più per ogni punto
guadagnato sulla scala di misura della qualità di vita, l’intervento risulta sicuramente costo-efficace.
Trasferibilità del modello:
il progetto ROMEO
Il modello assistenziale è attualmente in fase di trasferimento ad altri centri italiani. L’applicabilità e la trasferibilità del
modello educativo della group care denominata ROMEO
(Ripensare l’Organizzazione per Migliorare l’Educazione e gli
Outcome) coinvolge 13 servizi di diabetologia sparsi sull’intero territorio nazionale22. Gli obiettivi del trasferimento del
metodo sono quelli di:
1. insegnare il metodo ad altri operatori interessati;
2. valutare la trasferibilità e l’applicabilità del metodo ad altri
centri;
3. valutare i risultati del metodo utilizzato nei diversi centri.
Le motivazioni di questo coinvolgimento sono principalmente da ricondurre a esigenze di tipo organizzativo-gestionale,
formative e di valorizzazione del ruolo delle diverse figure
professionali componenti l’equipe diabetologica. Era infatti
diffuso il bisogno di ricondurre a una dimensione scientifica
misurabile il ruolo dell’educazione terapeutica ed esisteva
una comune percezione che la tradizionale visita diabetologica individuale, caratterizzata da un approccio duale e unidirezionale operatore-paziente, difficilmente fosse capace di
creare condizioni e setting educativi in grado di favorire un
nuovo e più favorevole stile di vita22.
Laboratorio di pedagogia clinica
applicata e sperimentale
Il 10 luglio del 2004 sono iniziate le attività clinico-pedagogiche presso il Laboratorio di Pedagogia Clinica Applicata e
Sperimentale, situato nell’ambulatorio dipartimentale di
Diabetologia, via Chiabrera 34, 1° piano (Fig. 1).
Il laboratorio di pedagogia clinica applicata e sperimentale è
stato costruito grazie a fondi di ricerca ottenuti dall’European
Foundation for the Study of Diabetes EFSD/EASD per il progetto di ricerca “Lifestyle intevention by group care in the
management of type 2 diabetes. A randomized controlled
multicentre clinical trial” (prof. M. Porta).
Il laboratorio di Pedagogia Clinica è stato denominato a questo modo poiché l’educazione è parte integrante della vita di
ciascuna persona; ci accompagna per tutta la nostra vita e,
come sottolineava un famoso pedagogista, “se il compito
dell’educazione è quello di favorire delle personalità libere”
(J. Dewey), questo dovrebbe valere ed essere promosso
anche per l’educazione terapeutica.
Inoltre, la denominazione di laboratorio nasce dal fatto che
aspetti peculiari di questo luogo, oltre all’assistenza ai
50
M. Trento et al.
pazienti con diabete e alle loro famiglie, sono la ricerca in
ambito clinico e la formazione rivolta a tutti gli operatori coinvolti nel mondo sanitario.
Il laboratorio è sede di tirocinio professionalizzante per gli allievi infermieri (corso di laurea in Scienze Infermieristiche) e anche
per gli educatori professionali (corso di laurea interfacoltà).
Il laboratorio di Pedagogia Clinica è suddiviso in due ambienti chiamati la sala regia e la sala per le attività di group care.
Sala regia
I due ambienti sono suddivisi da una parete in cartongesso di
circa 28 m2 costituita da pannelli da 12 mm per facciata con
intelaiatura in metallo, all’interno della quale è stato inserito
materiale per la insonorizzazione. La parete è dotata di specchio
con dimensioni (base × altezza) 230 × 120 cm, anti-sfondamento con profilo in alluminio. Inoltre, una porta consente l’accesso
alla sala regia per la comunicazione tra i due ambienti. Nella sala
regia sono state collocate la maggior parte delle attrezzature
previste, in quanto centro nevralgico di tutto il sistema.
Sala educazione group care
In questo ambiente gli apparati tecnici sono tutti installati a
un’altezza adeguata per non essere manomessi o, peggio,
“prelevati” dal pubblico. La collocazione di un vetro unidirezionale permette la formazione del personale senza interferire nelle attività clinico-assistenziali. I pazienti vengono sempre informati di quanto accade.
La stanza è arredata in modo gradevole con una vetrina per
poter esporre il materiale didattico utilizzato nelle attività clinico-pedagogiche che si svolgono con i pazienti; un ulteriore
mobile serve per contenere altro materiale didattico. Tre tavoli
rotondi permettono e favoriscono le attività con i pazienti utilizzando metodiche interattive. Un tavolo più grande posizionato davanti al vetro-specchio serve come appoggio.
Attività clinico-assistenziali
Il 10 luglio del 2004 sono iniziate le attività clinico-pedagogiche presso il Laboratorio di Pedagogia Clinica Applicata e
Sperimentale.
Le attività clinico-assistenziali si svolgono quotidianamente
dal lunedì al venerdì.
I pazienti con diabete, per poter essere inseriti all’interno del
percorso educativo, devono essere presi in carico dal servi-
zio di diabetologia e concordare il percorso assistenziale con
il proprio medico diabetologo di riferimento.
Il lunedì e il mercoledì pomeriggio, dalle ore 14.00-15.00 e
15.30-16-30, si svolgono le visite con il modello della group
care seguite dal dottor Pietro Passera e dalla dottoressa
Marina Trento per i pazienti con diabete tipo 2 e tipo 1.
Le attività sono coadiuvate dalla presenza di infermieri e dietisti operanti nel servizio. I risultati ottenuti in questi anni14-18
hanno favorito l’aumento delle attività assistenziali.
Il dottor Giorgio Grassi, il mercoledì mattina dalle ore 10.00
sino alle ore 12.00, coadiuvato dal personale infermierisitico
e dai dietisti del servizo, ha iniziato nel gennaio del 2004 l’attività di group care con pazienti tipo 2 non insulino-trattati.
Nel 2005 hanno avuto inizio altre attività coinvolgendo i
pazienti con diabete tipo 1 inserendo nuovi moduli educativi
mirati all’educazione del counting dei carboidrati.
Particolare attenzione si dedica all’educazione all’utilizzo dei
microinfusori nelle persone giovani con diabete tipo 1.
Il giovedì pomeriggio l’attività si rivolge preminentemente a pazienti affetti da obesità seguiti dal gruppo del prof. Maccario e ulteriori gruppi dedicati all’educazione alimentare seguiti da dietisti.
Il venerdì e il sabato si svolgono con regolarità i corsi di formazione al management del diabete tipo 2 mediante group
care, organizzati per le equipe diabetologiche italiane.
Nel corso di questi primi due anni di attività assistenziale il
laboratorio di pedagogia clinica ha permesso di assistere
circa 5000 persone affette da diabete tipo 2 o tipo 1 fornendo un supporto educativo continuo e costante secondo le
attuali evidenze scientifiche.
Ognuna di queste attività è parte integrante di protocolli di ricerca, questo permette un continuo feed-back su quanto svolto e
un miglioramento continuo delle metodologie utilizzate.
Corsi di formazione al management
del diabete tipo 2 mediante group care
Nel luglio 2003 hanno avuto inizio i “corsi di formazione al
management del diabete tipo 2 mediante group care”.
L’obiettivo di questi corsi è quello di condividere l’esperienza
maturata dal 1996, presso il Dipartimento di Medicina
Interna, realizzando un nuovo modello educativo per la
gestione e il trattamento del diabete tipo 2.
I risultati ottenuti e l’interesse dimostrato da diversi servizi di
diabetologia italiani sono stati lo stimolo per la realizzazione
di questo percorso formativo che viene offerto agli operatori
sanitari delle strutture diabetologiche italiane.
Figura 1 Laboratorio di pedagogia clinica applicata e sperimentale.
Modello assistenziale della group care
L’assistenza centrata sull’educazione terapeutica di gruppo
(group care) rappresenta un modello di intervento che permette di migliorare risultati clinici, conoscenze e qualità di
vita dei pazienti con diabete tipo 223-25.
Il corso è concepito come evento formativo alla group care utilizzante metodiche tutoriali per le equipe diabetologiche operanti sul territorio italiano. Il corso è della durata di due giorni.
La formazione è articolata su sette moduli che promuovono:
1. l’acquisizione di conoscenze teoriche e l’aggiornamento
in educazione terapeutica;
2. l’addestramento alla group care per mezzo di attività
interattive ed esperienziali.
Nell’allegato 1 si può visualizzare la locandina del corso di
formazione.
In questi anni, dal luglio 2003, sono stati organizzati 18 corsi
di formazione che hanno coinvolto 87 medici diabetologi, 74
infermieri operanti nelle diabetologie, 22 dietisti, 4 piscologi.
Sono state coinvolte 68 equipe diabetologiche per un totale
di 187 persone.
Il percorso formativo
Il percorso formativo alla group care si svolge presso il laboratorio di pedagogia clinica del Dipartimento di Medicina
Interna dell’Università di Torino.
Si rivolge a tutti gli operatori sanitari che intendono acquisire
conoscenze e competenze nell’ambito del trattamento delle
malattie croniche.
È un corso stanziale della durata di 2 giorni a cui possono
partecipare 12 persone.
Il corso di formazione è stato accreditato per le figure professionali di dietisti, infermieri e medici ottenendo 10 crediti.
Al fine di favorire una reale comprensione del modello assistenziale della group care i docenti del corso sono gli sperimentatori del Dipartimento di Medicina Interna e dei centri
coinvolti nel progetto ROMEO per l’implementazione della
group care in Italia.
Il programma prevede la cooperazione di diverse figure professionali e si inserisce nella logica delle attività interdisciplinari.
Durante il corso ogni partecipante ha modo di incontrare e
confrontarsi con altre figure professionali: infermieri, pazienti,
medici, pedagogisti, anche economisti e artisti.
All’interno dei corsi di formazione sono parte attiva gli opera-
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tori che già hanno accolto l’esperienza del modello educativo, trasferendola nelle proprie realtà operative.
Insegnamento interattivo. Definizione
strumenti didattici e metodologia didattica
Con il corso di formazione si vuole trasferire il modello assistenziale della group care ad altre realtà diabetologiche italiane.
L’insegnamento individuato per il corso è di tipo interattivo:
– discussione visualizzata;
– gruppi di lavoro;
– studio di casi clinici;
– analisi di riprese video;
– tavole rotonde e discussioni con esperti;
– risoluzione di problemi.
La metodica tutoriale utilizzata permette un continuo feed-back
su quanto viene discusso durante il corso di formazione.
Programma, contenuti del corso e riferimenti bibliografici, vengono inviati a ciascun partecipante precedentemente al corso,
al fine di favorire una formazione propedeutica allo stesso.
Vengono, inoltre, consegnati materiale operativo e istruzioni
per l’uso del modello nei luoghi di lavoro dei discenti.
A ogni team partecipante al corso di formazione viene consegnato il manuale di utilizzo e il kit didattico contenente il materiale per
poter svolgere il modello assistenziale della group care (Fig. 2).
A distanza di 6 mesi dal corso, viene svolta la verifica dell’avvenuta implementazione.
Durante le attività del corso vengono eseguite riprese video,
per permettere ai discenti di rivedere e analizzare le diverse
modalità e approcci di educazione terapeutica.
Definizione requisiti di accesso
Tra i requisiti richiesti per partecipare al corso di formazione viene
sottolineata l’importanza di avere più appartenenti alla medesima
equipe diabetologica, preferibilmente con l’inclusione di un
responsabile della stessa. Le persone che partecipano sono infermieri, medici o dietisti che operano nelle diabetologie italiane.
L’esperienza maturata nel lavoro quotidiano pone gli operatori
di fronte al problema del riuscire a modificare lo stile di vita in
persone anziane, come nel caso del diabete tipo 2, oppure ad
aiutare ad adattarsi a una malattia cronica che richiede ripetuti
Figura 2 Kit didattico contenente il materiale per poter svolgere il modello assistenziale della group care.
52
M. Trento et al.
controlli, come nel caso del diabete tipo 1. In entrambe le situazioni è necessario aiutare la persona a comprendere la malattia e vivere cercando di ottenere una buona qualità di vita.
Il team work diventa una componente indispensabile al fine
di migliorare la continuità assistenziale e terapeutica nel trattamento delle malattie croniche.
Definizione degli obiettivi formativi
Quando si prendono in considerazione i problemi organizzativi di un servizio di malattie metaboliche e diabetologia l’attenzione è sempre rivolta a razionalizzare l’intervento assistenziale, a definire standard diagnostici e linee guida terapeutiche, a formulare programmi educativi e verificare gli
effetti degli interventi in campo sia clinico sia educativo.
Si è giunti a definire il concetto di team assistenziale e a individuare ruoli e funzioni che possano concorrere in interventi
multidisciplinari e interdisciplinari per il raggiungimento di una
migliore qualità della cura e quindi di una migliore qualità di vita
per il diabetico. Malgrado questi progressi rispetto al tradizionale approccio al paziente diabetico e alla cura del diabete,
raramente si è considerata l’influenza che aspetti strutturali,
relazionali e di organizzazione del servizio di malattie metaboliche e diabetologia possono avere sulle dinamiche interne al
team assistenziale, con conseguenti riflessi operativi26-28.
Gli obiettivi formativi favoriscono l’acquisizione di conoscenze teoriche e l’aggiornamento in educazione terapeutica e
offrono la possibilità di apprendere la metodologia della
group care per mezzo di attività interattive ed esperienziali.
La scelta di tali priorità nasce dall’esigenza di offrire al team
di lavoro uno strumento che possa permettere di fornire
risposte adeguate alle migliaia di pazienti che afferiscono nei
servizi di diabetologia, riqualificando le professionalità degli
operatori coinvolti nel trattamento del diabete.
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training for self-management strategies in people with type 2 diabetes
mellitus. The Cochrane database of systematic Reviews 2005.
25. Gatling W. One-to-one care and education, old hat now?
Diabetic Medicine 2003;20:10-1.
26. Taylor KI, Oberle K, Kathleen M, Crutcher RA, Norton PG.
Promoting health in type 2 diabetes: nurse-physician collaboration
in primary care. Biological Research for Nursing 2005;6:207-15.
27. Weinger K. Group medical appointments in diabetes care: is
there a future? Diabetes Spectrum 2003;16:104-7.
28. Vermeire E, Wens J, Van Royen P, Biot Y, Hearnshaw H,
Lindenmeyer A. Interventions for improving adherence to treatment recommendations in people with type 2 diabetes mellitus.
Cochrane database Art. N. CD003638, 2005.
Modello assistenziale della group care
53
Allegato 1 Programma corsi di formazione management del diabete tipo 2 mediante group care.
Venerdì
14.00
14.30
Arrivo e registrazione
Somministrazione questionario di inizio corso e consegna cartellina del corso (i partecipanti avranno ricevuto precedentemente il programma operativo dell’attività di group care e materiale propedeutico al corso di formazione)
Presentazione del corso: obiettivi e metodologie di lavoro
14.50
1° modulo – I modelli e le evidenze: le nostre esperienze
15.10-15.15 Introduzione ai lavori in piccoli gruppi e role-playing
15.15-16.00 Lavori in piccoli gruppi
Ai discenti, divisi in 3 gruppi, verrà assegnato il compito di preparare un breve intervento educativo su alcuni aspetti selezionati del diabete tipo 2 (che verranno poi ripresi nei moduli successivi).
16.00-17.00 Presentazione degli elaborati dei lavori di gruppo con role-playing e discussione
In questa fase, gli interventi elaborati nei 3 gruppi verranno presentati a turno agli altri discenti, che faranno la parte di
pazienti diabetici in un gioco di ruolo. A ciascun discente verrà assegnata la parte di un paziente con caratteristiche anagrafiche e cliniche specifiche, da mantenere per tutto il corso
17.00-17.30 Coffee break
2° modulo – I modelli e le evidenze: le evidenze
17.30-18.30 Relazione: “Le evidenze scientifiche”
Relazione frontale con introduzione dei concetti-chiave dell’educazione terapeutica e presentazione di meta-analisi e rassegne sistematiche pubblicate sui risultati clinici
18.30-19.00 Discussione con approfondimento critico
Sabato
3° modulo – Insegnare e apprendere: proviamo a imparare
8.30-8.40
Introduzione al role playing
8.40-9.30
“Proviamo a fare i gruppi”
I discenti riassumono le parti dei pazienti loro assegnate nel Modulo 1 e riprendono il gioco di ruolo partecipando a una
riunione di group care, condotta dai docenti del corso. Verranno sviluppati i concetti affrontati nel Modulo 1
9.30-10.00
Discussione ed elaborazione del lavoro di gruppo (sono coinvolti tutti i docenti) per raccogliere impressioni e domande sulla
parte appena svolta
10.00-10.30 Coffee break
4° modulo – Insegnare e apprendere: osserviamo come si impara
10.30-11.30 La realtà: analisi del programma, visione di filmati realizzati durante sessioni di group care e discussione dei casi clinici presentati
Viene effettuata una supervisione clinico-pedagogica delle attività illustrate per mezzo di materiale didattico selezionato
durante precedenti sessioni di gruppo con pazienti
5° modulo – Insegnare in modo interattivo: proviamo a insegnare
11.30-12.30 Lavori in gruppo con role-playing
A turno i componenti del gruppo provano a insegnare utilizzando la metodica della group care. Verranno nuovamente ripresi i concetti analizzati nei Moduli 1 e 3
12.30-14.30 Pausa pranzo
6° modulo –
14.30-14.50
14.50-15.45
15.45-16.00
16.00-16.30
Pianificare e programmare un intervento educativo: la trasferibilità
Relazione: “Gli aspetti economici”
Presentazione e lavori in piccoli gruppi: come “vendere” il progetto al Direttore Generale
Role playing: ogni gruppo presenta il proprio elaborato
Discussione. Si analizzeranno le modalità con le quali alcuni centri di diabetologia italiani hanno potuto far riconoscere ufficialmente l’attività di group care alle rispettive Direzioni Sanitarie Aziendali
7° modulo – Consegna del kit educativo e somministrazione del questionario di uscita
16.30-17.00 Analisi del programma educativo e del materiale didattico utilizzato nelle diverse sessioni di “group care”. In quest’ultima
fase verranno consegnati i “kit educativi” contenenti tutto il materiale didattico necessario per iniziare l’attività di group care
nei centri partecipanti. Verranno illustrati il contenuto e le modalità d’uso dei kit e il programma di lavoro
Il corso è organizzato dal Dipartimento di Medicina Interna, Università di Torino. Referente prof. Massimo Porta
Per informazioni relative ai contenuti del programma di formazione scrivere a [email protected]
In considerazione delle metodiche tutoriali utilizzate, sono ammessi non più di 12 partecipanti per ogni corso
Il corso dura 2 giorni e si svolgerà in più edizioni
Per le iscrizioni e il pagamento della quota di partecipazione faranno fede le prime 12 domande ricevute presso la segreteria organizzativa:
PLANNING Congressi s.r.l Giorgia Spiga - Telefono 051/300100 - fax 051/309477 - e-mail [email protected]
Sig.ra M. Pautasso, Tel e Fax 6636341; e-mail [email protected]
Per informazioni sul programma e sullo svolgimento del corso rivolgersi alla segreteria scientifica:
dott.ssa M. Trento, [email protected]
Sono stati assegnati 10 crediti ECM a dietisti, infermieri e medici
Progetto Fata Maìna
Stili di Vita ed Educazione Alimentare
Maggio 2011
con il supporto della Compagnia di San Paolo di Torino
Laboratorio di Pedagogia Clinica, Dipartimento di Medicina Interna, Università di Torino
2
Indice
Premessa
I giochi ideati, prototipati e costruiti per il Progetto Fata Maina
1. La scuola. Breve storia e descrizione delle strutture
2. Lo spazio-scuola dedicato al progetto Fata Maina
3. Le maestre coinvolte nel progetto
4. I bambini coinvolti nel progetto
5. Le attività svolte con il progetto Fata Maina
6. La creatività all’interno delle scuole: attività sorte in seguito al progetto
7. I disegni dei bambini: il loro vissuto
8. I lavori delle maestre: il loro vissuto
9. Le maestre si raccontano
Elenco delle scuole che hanno partecipato al progetto.
Ø Scuola Municipale Dell’Infanzia,Via Vittime di Bologna 10, 10100 Torino
Ø Scuola Infantile Parrocchiale, paritaria e convenzionata con il Comune di Torino, Principe
Vittorio Emanuele, C.so Unione Sovietica 170, 10134 Torino
Ø Scuola Municipale Dell’Infanzia,Via Bruino 14, 10100 Torino
Ø Scuola Municipale Dell’Infanzia Umberto I, Via Paroletti 15, 10100 Torino
Ø Scuola Infantile Parrocchiale, paritaria e convenzionata con il Comune di Torino, Madonna
delle Rose, C.so Unione Sovietica 223, 10134 Torino
Ø Scuola Municipale Dell’Infanzia, Via Tronzano 20, 10155 Torino
Ø Scuola Comunale Dell’Infanzia M. L. Rubatto, C.so Moncalieri 48, 10131 Torino
3
Premessa
Questa presentazione nasce con l’intento di aiutare il lettore a percorrere la storia di Fata Maina
ed immaginare le attività che si sono svolte nel corso del progetto.
Fata Maina è nata in una timida sera di primavera quando l’aria diventa più leggera e si prepara
l’arrivo della luce estiva.
Ero solita, verso sera, camminare per aiutare la mente a ritrovare riposo da quanto era accaduto
nel corso della giornata. Lungo la strada, ad aspettarmi, c’era sempre una nonna che
accompagnava la nipotina in lunghe passeggiate. La bimba non sapendo pronunciare la erre era
solita chiamarmi Maina. La parola, pronunciata come un soffio, diventava gioco e nel corso degli
anni ha accompagnato la messa a punto di questo lavoro.
La Fata, come tutti i personaggi delle favole, compariva nei pensieri, ma non aveva ancora un
nome. Era importante trovare il modo di presentarla e narrare le sue storie. Così pensai che potevo
unire l’immagine della Fata a quello di un nome, nacque Fata Maina. La realtà e il sogno si
coniugavano per realizzare un progetto. Come sapete tutte le fate possiedono dei tesori nascosti
che devono essere scoperti.
La primavera diede spazio e luce all’estate. Come per incanto la matita iniziò a disegnare e la
penna a scrivere . ecco … Fata Maina era all’opera. Verso la fine degli anni 90 le favole
riempirono pagine e pagine di quaderni, i disegni accendevano i fogli bianchi come arcobaleni. Le
parole si rincorrevano tra le righe sino a quando iniziavano a trovare un ordine … ed ecco
nascevano le storie che diventano respiro e aiutavano a dare significato al quotidiano.
La signorina Rosa, Blu Ortensia, Salvatore il Pescatore si rincorrevano tra le righe e ognuno,
piano piano, trovava il suo posto nelle storie. Il contadino poteva seminare il grano con ampi gesti,
Nonno Gelo raccontare la sua storia e le Pratoline ridere al nascere di tutti i personaggi. Ognuno
aveva il suo carattere e sentivano la responsabilità di dover raccontare e trasmettere messaggi
importanti, rimanendo semplici.
Quando, verso sera, Fata Maina, si riposava, i personaggi ancora chiacchieravano e discutevano e
spostavano i colori. Talvolta la frutta o qualche fiore si affacciava tra le righe….Ma ecco! Arrivava
Fata Maina e con delicatezza poneva tutti i personaggi a riposare, ricordando loro che tutti i giorni
erano importanti e che tutti erano unici.
4
Fata Maina doveva incontrare i bambini e portare loro colori, allegria, un pizzico di fantasia e il
desiderio di crescere in tranquillità.
Qualche anno di lavoro tra matite, pennarelli e fogli da riempire e finalmente nel 2000 il progetto,
ebbe inizio. La difficoltà più grande fu quella di trovare persone che, nonostante la loro età, fossero
ancora capaci di credere nei sogni e nei tesori delle Fate.
Era necessario trovare dei grandi così grandi da capire le faccende dei piccoli e rimanerne
affascinati e stupiti.
Il progetto ebbe inizio grazie al supporto della Compagnia di San Paolo di Torino. Il contributo era
stato ottenuto dopo avere scritto e presentato un Progetto di Ricerca del Laboratorio di Pedagogia
Clinica, Dipartimento di Medicina Interna, Università di Torino. Il Responsabile scientifico era il
Prof. Massimo Porta.
La costruzione e prototipazione dei giochi si è svolta con la LAP, Lavorazione Articoli Plastici di
Biella, che ha messo a disposizione la propria professionalità. Nello specifico in questi anni il
lavoro si è sempre svolto con il Dr. Marco Rizzetti.
Successivamente, grazie al lavoro attento e rigoroso della Dott.ssa Martina Trevisan e ai consigli
alimentari della Dott.ssa Anna Trinetta, i giochi sono stati sperimentati e trasferiti in alcune scuole
della Città di Torino nell’Anno Scolastico 2010 - 2011.
Le maestre hanno condiviso e partecipato ad un percorso formativo e di ricerca discutendo le fasi
di programmazione e pianificazione dell’intervento.
In questa brochure sono elencate le scuole, le maestre e i bambini, i direttori e gli economi
coinvolti nel progetto. Vi sono le attività svolte all’interno del progetto e le nuove aperture
didattiche nate con il lavoro di Fata Maina. Troverete fotografie, disegni, collage e lavori svolti nel
corso dell’anno scolastico.
In realtà avremo modo di leggere il desiderio di esprimersi, crescere e sperare nel futuro, diritti
fondamentali per tutti i bambini del mondo.
Buona Lettura
Marina Trento
5
I giochi del progetto fata Maìna
Per aiutare il lettore a comprendere al meglio l’attività svolta nel corso del progetto qui sotto
vengono elencati i giochi ideati, costruiti e sperimentati nel progetto Fata Maina.
Per ogni gioco sono elencati gli obiettivi educativi e di salute.
Gioco
Dolci note
Cuscini per giocare
Gym-ball
Il tappeto per giocare
Il tappeto della frutta
Frutta allegra
Gioco con la frutta
Gioco con la verdura
Il tappet’orto
Andiamo al mercato
Un albero per ogni
stagione
Il gioco di Semplicino lo
scoiattolino
Alfabeto della frutta e
verdura
La frutta si trasforma
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Obiettivi singoli giochi
Iniziare a riconoscere la frutta o la verdura con un’associazione piacevole
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Permettere la bambino di giocare muovendosi liberamente,
gioco libero e scoprire la corporeità
Stimolare il movimento e la sensibilità tattile di tutto il corpo
Sviluppare il coordinamento motorio e l’equilibrio
stimolare la percezione spazio temporale e la socialità
favorire il riconoscimento di alcuni frutti presenti nella quotidianità
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sviluppare la percezione oculo -manuale
favorire la discriminazione visiva e la percezione spazio-visiva
promuovere la socialità
aiutare il bambino a riconoscere la frutta mangia abitualmente
stimolare l’organizzazione visivo- spaziale
sviluppare la percezione visivo – spaziale
aiutare il bambino a riconoscere la frutta e a sviluppare la memoria
favorire la socializzazione
sviluppare la percezione visivo – spaziale
aiutare il bambino a riconoscere la frutta e sviluppare la memoria
favorire la socializzazione
sviluppare la percezione visivo – spaziale
aiutare il bambino a riconoscere la verdura
favorire la socializzazione
valorizzare l’acquisizione di nuovi termini e sviluppare il linguaggio
iniziare a classificare gli oggetti
organizzare e scoprire nuovi rapporti con i compagni
stimolare la percezione spazio -temporale
comprendere il processo temporale e produttivo della frutta
sviluppare la percezione visivo -motoria e spazio-temporale
sviluppare la conoscenza di alcuni frutti
favorire la socialità
individuare gli alimenti benefici e altri nocivi per imparare ad alimentarsi correttamente
riconoscere e classificare la frutta secondo le stagioni
migliorare il linguaggio e favorire la socialità e il gioco spontaneo
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sviluppare la conoscenza di alcuni frutti e verdure di uso quotidiano
primo approccio all’alfabeto
stimolare l’organizzazione visivo-spaziale
sviluppare la memoria, l’osservazione e la discriminazione
sviluppare il vocabolario
acquisire nuovi termini e favorire la percezione che l’alimento, come prodotto naturale,
può diventare ingrediente per altri alimenti
Permettere al bambino di riconoscere e nominare i diversi tipi di pane e prendere
confidenza con i paesi del mondo
Tutto il pane del mondo
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La storia del latte
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Scrivo il nome della frutta
Il domino degli alimenti
Semi di artista
Il chicco di grano
Scheda gioco da colorare
Familiarizzare, comprendere il percorso temporo-produttivo del latte
utilizzare nuovi vocaboli
esercizio di pre-lettura e favorire la capacità di osservazione
sviluppare la memoria ed il vocabolario
riconoscere il nome di alcuni frutti
sviluppare la memoria ed il vocabolario
favorire la capacità di osservazione e la discriminazione visiva
sviluppare la concentrazione logica
favorire la comprensione del ciclo produttivo del grano
sviluppare la manualità
migliorare la percezione visivo-motoria
sviluppare la capacità di osservazione
sviluppare la percezione visivo-motoria
migliorare la capacità di osservazione
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favorire la comprensione del ciclo produttivo del pane
sviluppare il linguaggio e favorire l’osservazione
sviluppare la manualità
migliorare la percezione visivo- motoria
sviluppare la capacità di osservazione
sviluppare la percezione visivo-motoria
riconoscere il nome dei pesci
riconoscere il percorso temporale dell’alimento pesce
migliorare l’osservazione e l’utilizzo della percezione visivo-motoria
migliorare il linguaggio e la creatività nel bambino
sviluppare la manualità
migliorare la percezione visivo-motoria
sviluppare la capacità di osservazione
aiutare il bambino a riconoscere l’alimento pesce
sviluppare il linguaggio e favorire la classificazione
promuovere la socializzazione
sviluppare la capacità di osservare
migliorare la percezione visivo-motoria
aiutare lo sviluppo della socializzazione
favorire la comprensione dei cicli produttivi presenti nella natura
riconoscere il ciclo produttivo della natura
migliorare il linguaggio
sviluppare l’osservazione
favorire la creatività
Il Piccolo Bucaneve
Schede gioco da colorare
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sviluppare la percezione visivo- motoria
migliorare la capacità di osservazione
Il Piccolo Bucaneve
I puzzle di piccolo
bucaneve
Il Piccolo Bucaneve
Primavera e verdi i prati
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sviluppare la manualità e migliorare la percezione visivo-motoria
sviluppare la capacità di osservazione
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permettere al bambino di conoscere e familiarizzare con la frutta e verdura che ha
l’abitudine di mangiare
sviluppare il linguaggio
sviluppare la capacità di osservazione e favorire la creatività
migliorare la percezione visuale e spaziale
sviluppare la concentrazione e la logica
Il chicco di grano
Ricomponi la storia
I puzzle di giacomino
Salvatore il pescatore
Schede gioco da colorare
Salvatore il pescatore
Inventa la storia
Salvatore il pescatore
I puzzle del mare
Salvatore il pescatore
Il mercatino del mare
Il Piccolo Bucaneve
Ricomponi la storia
Il Piccolo Bucaneve
Inventa la storia
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Estate dai mille colori
Quaderno da colorare
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Autunno…cadono le
foglie
Quaderno da colorare
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Inverno … aspettando la
neve
Quaderno da colorare
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permettere al bambino di conoscere e familiarizzare con la frutta e verdura che ha
l’abitudine di mangiare
sviluppare il linguaggio
sviluppare la capacità di osservazione e sviluppare la concentrazione e la logica
favorire la creatività
migliorare la percezione visuale e spaziale
permettere al bambino di conoscere e familiarizzare con la frutta e verdura che ha
l’abitudine di mangiare
sviluppare il linguaggio e sviluppare la concentrazione e la logica
sviluppare la capacità di osservazione e favorire la creatività
migliorare la percezione visuale e spaziale
permettere al bambino di conoscere e familiarizzare con la frutta e verdura che ha
l’abitudine di mangiare
sviluppare il linguaggio
sviluppare la capacità di osservazione e favorire la creatività
migliorare la percezione visuale e spaziale
sviluppare la concentrazione e la logica
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Scuola Comunale Paritaria Dell’Infanzia,Via Vittime di Bologna 10, 10156 Torino
1. La Scuola. Breve storia e descrizione delle strutture
La Scuola Comunale Paritaria Dell’Infanzia di Via Vittime di Bologna 10 è situata nel quartiere
denominato Zona Barca/ Bertolla situata nella parte di Barriera di Milano del Comune di Torino.
L’edificio è stato costruito nel 1979 ed è disposto su due livelli. Al piano terra vi è uno spazioso
ingresso, la segreteria e una porta che apre verso le sezioni, le stanze dei laboratori, la cucina e
l’ufficio del Direttore scolastico. Al piano superiore è collocato il nido.
Il numero totale delle sezioni della scuola è 4.
Le sezioni che hanno aderito al progetto Fata Maina sono state 2: la sezione dei gialli e la sezione
degli arancioni.
Il progetto Fata Maina è stato inserito nella programmazione scolastica.
Figura 1. La targa della Scuola situata all’ingresso di Via Vittime di Bologna 10
Figura 2. L’ingresso della Scuola
Fig. 1 Targa scuola
Fig. 2 Ingresso della scuola
2. Lo spazio-scuola dedicato al progetto Fata Maina
Nell’ambito del progetto Fata Maina, le maestre in accordo con il Direttore hanno deciso di ricavare
uno spazio dedicato dove raccogliere i giochi e svolgere il progetto, garantendo riservatezza e
tranquillità durante l’attività; lo spazio dedicato, affacciandosi verso la sala di psicomotricità, ha
permesso di utilizzare entrambi i luoghi.
3. Le maestre coinvolte nel progetto
Le maestre coinvolte nel progetto sono state la signora Carmen Caprera responsabile della sezione
dei gialli e la signora Vittorina Zeppegno responsabile della sezione degli arancioni.
4. I bambini coinvolti nel progetto
I bambini coinvolti nel progetto Fata Maina sono stati 19:
8
-
10 della fascia d’età 4/5 anni della sezione dei gialli,
-
9 della fascia d’età dei 5 anni della sezione degli arancioni
5. Le attività svolte con il progetto Fata Maina
All’interno della scuola di via Vittime di Bologna 10 sono stati sperimentati 31 giochi. I giochi sono
stati sperimentati da ottobre 2010 sino a giugno 2011. Le attività si svolgevano prevalentemente la
mattina con orario 10.00-12.00.
Il gioco veniva svolto attenendosi a quelle che erano le modalità di gioco descritte nella brochure di
presentazione e le maestre cercavano di raggiungere gli obiettivi definiti all’interno del progetto.
Qui sotto vengono riportati tutti i giochi sperimentati nella scuola.
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Dolci note
Frutta per giocare
Il tappeto per giocare
Il tappeto della frutta.
Frutta allegra
Gioco con la frutta
Gioco con la verdura
Andiamo al mercato
Un albero per ogni stagione
Il gioco di Semplicino lo Scoiattolino
La frutta si trasforma
Tutto il pane del mondo
La storia del latte
Scrivo il nome della frutta
Domino degli alimenti
La storia di un chicco di grano
ü Schede gioco da colorare
ü Ricomponi la storia
ü Puzzle di Giacomino
La storia di Salvatore il pescatore
ü Schede gioco da colorare
ü Schede per disegnare un’altra storia
ü Puzzle del mare
ü Il mercatino del mare
Il viaggio di Piccolo Bucaneve
ü Ricomponi la storia
ü Schede gioco da colorare
ü Schede per disegnare un’altra storia
ü Puzzle di piccolo bucaneve
Collana quaderni gioco da colorare
ü Autunno…cadono le foglie
ü Inverno …aspettando la neve
ü Primavera e i verdi prati
ü Estate dai mille colori
Le due sezioni si sono alternate nelle attività all’interno dello spazio dedicato, ogni gruppo ha avuto
a disposizione un’ora in cui sono stati svolti esercizi di pre-scrittura e pre-lettura ed esercizi di tipo
motorio.
6. La creatività all’interno delle scuole: attività sorte in seguito al progetto
Nell’ambito del progetto Fata Maina, attraverso la supervisione, si è avuto modo di utilizzare alcuni
giochi con modalità divergenti rispetto a quanto presentato nel progetto. Il fine era quello di
raggiungere gli obiettivi prestabiliti e individuarne di nuovi. La definizione dei nuovi obiettivi
9
nasceva con l’esigenza di rispondere ai bisogni del gruppo di bambini inseriti nella
sperimentazione. Di seguito sono indicate le modalità di utilizzo dei giochi e le nuove attività nate
grazie al progetto Fata Maina.
Dolci note: con le maestre abbiamo pensato di utilizzare i giochi in ciniglia a conclusione del primo
incontro. I bambini suddivisi in due squadre dovevano lanciare le dolci note verso la squadra
avversaria, avrebbe vinto chi allo stop risultava avere meno frutta. I bambini si dimostravano
entusiasti tanto da riproporlo nei successivi incontri a conclusione di ogni incontro.
Frutta per giocare: è stato utilizzato in più modi, come elemento per la costruzione di un percorso
di frutta con l’intento di imparare il nome della frutta attraverso il movimento sia individuale sia in
coppia. Il gioco è stato utilizzato anche per stimolare il coordinamento visuo-spaziale, motorio e la
socialità.
Figure 3 e 4. il materiale del Kit Tutto il pane del mondo e la storia di un chicco di grano
In accordo con le insegnanti abbiamo pensato di introdurre un’attività esperienziale prima di
utilizzare il gioco Tutto il pane del Mondo e il libro gioco La storia di un chicco di grano.
I bambini, per comprendere il processo produttivo e la trasformazione del grano e i suoi derivati,
hanno preparato il pane. I bambini hanno sperimentato il procedimento, si sono divertiti ad
impastare e creare forme di pane differenti e di tutte le dimensioni. Il pane confezionato e stato
portato a casa per essere cucinato con mamma e papà.
Il libro gioco, con il kit educativo, La storia di un chicco di grano, si è svolto nel corso di mesi di
lavoro ed è diventato parte integrativa e di approfondimento rispetto ai giochi che trattavano
l’argomento del pane. Nella sezione degli arancioni l’insegnate ha ulteriormente personalizzato
l’attività ed ha chiesto, a ciascun bambino, di raccontare e riscrivere la storia di Giacomino
inserendo disegni e ritagli prodotti dai bambini.
7. I disegni dei bambini: il loro vissuto
I bambini nel corso della sperimentazione hanno prodotto dei disegni inerenti i giochi e i materiali
del Progetto Fata Maina. All’interno del progetto il disegno è stato lo strumento più utilizzato per
descrivere e rielaborare quanto i bambini apprendevano durante le attività con le maestre.
10
Figura 5 e 6. Lorena, 5 anni. La mela rossa; Ezio, 5 anni. La mela rossa e una castagna, la frutta dell’autunno.
8. I lavori delle maestre: il loro vissuto
All’interno del progetto Fata Maina è stato chiesto alle insegnanti di scegliere una modalità per
rielaborare e descrivere il progetto e il significato che ad esso attribuivano.
In particolare, la maestra Carmen ha raccolto filastrocche, storie e disegni dei bambini da regalare a
Fata Maina. La raccolta del materiale è diventato un libro chiamato Tutti in rima con Fata Maina.
Il libro è formato da una raccolta di fotografie che ritraggono i bambini mentre utilizzano i giochi di
Fata Maina oltre alle attività svolte: come la ricerca dei semi all’interno della zucca o l’utilizzo delle
schede magnetiche della Storia Il Chicco di Grano. La maestra Vittorina ha cercato filastrocche e
poesie sul cibo e sul modo di alimentarsi, inserendo anche i disegni dei bambini. La verdura
gelosona, la canzone delle posate, il calendario interattivo con tutti i mesi dell’anno e la Ballata
delle verdure aiutano a comprendere l’importanza del cibo e il suo significato.
Figure 7, 8, 9. Ritraggono la prima pagina del Libro Tutti in rima con Fata Maina.
11
Figura 10 . Fotografia del
Calendario interattivo
Figura 12. La Canzone delle posate.
9.Le maestre si raccontano
Nel corso di un incontro, svoltosi presso il Laboratorio di pedagogia Clinica, è stato chiesto a tutte
le maestre di scrivere quale significato avesse rappresentato la partecipazione al progetto Fata
Maina e quali emozioni o sentimenti avesse evocato a livello personale. Le narrazioni qui sotto
riportate sono le scritture delle maestre che avevano aderito al progetto
Narrazione di Carmen Caprera
Questo progetto di lavoro non può essere che un “arricchimento” in tutti i sensi. Siamo riusciti, finalmente, nella
nostra scuola ad allestire uno spazio dedicato ai preziosi alimenti ricavando il mercatino, l’angolo morbido con i
cuscinoni alla frutta, piacevolissimi al tatto per noi e per i nostri bambini. I tappeti meravigliosi, le tombole e il gioco
come il tappeto per giocare dove è d’obbligo la coordinazione motoria e visivo motoria, lavagne magnetiche con
tessere magnetiche Tutto materiale prezioso per i nostri bambini. Attraverso tutto questo “ben di Dio” siamo riusciti ad
ampliare l’esperienza con alimenti veri. Siamo riusciti a fare il pane o andare al mercato a comperare la frutta per
preparare la macedonia!!! Capire le differenze degli alimenti in una contesto etnico, differire il gusto e rassicurare le
mamme dicendo loro che tutti gli alimenti si possono assaggiare “senza paura” è stata una grande scoperta. Grazie e
brava anche a Martina che ci hai aiutato!!!!
Narrazione di Vittorina Zepegno
Questi due anni sono volati sia per me sia per i bambini i quali attendevano con molto entusiasmo e impazienza
l’arrivo di Martina. Si è scelto un piccolo gruppo e questo ha permesso di conoscere meglio i bambini. I bam,bini così
aiutati sono riusciti ad aprirsi e a raccontare le proprie emozioni, vissuti e conoscenze. Ti ricordi A (un bimbo della
sessione) con il famoso pompelmo!!! Comunque l’uso soprattutto dei tappeti e delle tombole ha rafforzato le
conoscenze alimentari puntando sugli alimenti più salutari e quelli da consumare con più parsimonia. Spero il
prossimo anno scolastico di iniziare tale percorso con un nuovo gruppo. Come adulta mi sono sentita molto gratificata
dal miglioramento di E (un bimbo della sessione).. ha iniziato a mangiare la verdura. Grazie di cuore per tutto!!!
Vittorina Zeppegno
12
Scuola Infantile parrocchiale paritaria convenzionata, Principe Vittorio Emanuele, C.so Unione
Sovietica 170, 10134 Torino
1. La Scuola. Breve storia e descrizione delle strutture
La scuola infantile parrocchiale paritaria convenzionata Principe Vittorio Emanuele è situata nel
quartiere denominato S. Rita Mirafiori Nord del Comune di Torino. La scuola è stata una donazione
di privati e l’apertura come scuola risale al 1936.
L’edificio si affaccia su C.so Unione Sovietica, il portone d’ingresso si apre su un grande cortile, ad
esso è collegato l’ingresso sia della Scuola dell’Infanzia sia della Scuola Primaria. Entrando e
percorrendo il corridoio al piano terra si incontra la segreteria e la mensa per la scuola elementare.
Le sezioni della Scuola per l’infanzia sono situate in una parte riservata e tranquilla dell’edificio.
Il numero totale delle sezioni della scuola è 3. Tutte hanno aderito al Progetto Fata Maina.
Il progetto Fata Maina è stato inserito nella programmazione scolastica.
Figura 1. La targa della scuola, situata all’ingresso su C.so Unione Sovietica 170.
Figura 2. L’ingresso della scuola.
Fig 3.
Fig 2.
2. Lo spazio-scuola dedicato al progetto Fata Maina
Nell’ambito del progetto Fata Maina, le maestre hanno deciso di collocare i giochi del progetto Fata
Maina in una grande sala adibita al momento del riposo pomeridiano. La stanza, per le sue
dimensioni, ha permesso di posizionare i giochi su ripiani diversi suddividendoli per argomenti e
fasce d’età. Mantenendo il materiale lungo i bordi della stanza è risultato agevole l’utilizzo dello
spazio in tutta la sua ampiezza, facilitando sia il movimento dei bambini sia riservatezza e
tranquillità durante lo svolgimento delle attività.
13
3. Le maestre coinvolte nel progetto
Le maestre coinvolte nel progetto sono state la signora Cinzia Laino responsabile della sezione
degli arancioni, la signora Zaira Mosciatti responsabile della sezione dei verdi e la signora Isabella
Gullotto responsabile della sezione degli azzurri.
4. I bambini coinvolti nel progetto
I bambini coinvolti nel progetto Fata Maina sono stati 21:
-
6 della fascia d’età 4 anni della sezione dei verdi,
-
9 della fascia d’età 4 anni della sezione degli arancioni,
-
6 della fascia d’età 4 anni della sezione degli azzurri
Figura. 3 Fotografia del gruppo dei bambini di 4 anni che hanno partecipato alla sperimentazione.
La scuola ha rilasciato l’autorizzazione a utilizzare le fotografie.
Fig 3. Il gruppo dei bambini
5. Le attività svolte con il progetto Fata Maina
All’interno della scuola Principe Vittorio sono stati sperimentati 31 giochi.
I giochi sono stati sperimentati da ottobre 2010 sino a giugno 2011. Le attività si svolgevano due
volte al mese prevalentemente la mattina con orario 09.15- 11.30.
Il gioco veniva svolto attenendosi a quelle che erano le modalità descritte nella brochure di
presentazione del progetto e le maestre cercavano di raggiungere gli obiettivi definiti all’interno del
progetto. Qui sotto vengono riportati tutti i giochi sperimentati nella scuola
ü
ü
ü
ü
ü
ü
ü
ü
Dolci note
Frutta per giocare
Gym-ball
Il tappeto per giocare
Il tappeto della frutta
Frutta allegra
Gioco con la frutta
Gioco con la verdura
14
ü Il tappet’orto.
ü Andiamo al mercato
ü Un albero per ogni stagione
ü Il gioco di Semplicino lo Scoiattolino
ü La frutta si trasforma
ü Tutto il pane del mondo
ü La storia del latte.
ü Domino degli alimenti
La storia di un chicco di grano
ü Schede gioco da colorare
ü Ricomponi la storiaPuzzle di Giacomino
La storia di Salvatore il pescatore
ü Schede gioco da colorare sviluppare
ü Schede per disegnare un’altra storia
ü Puzzle del mare
ü Il mercatino del mare.
Il viaggio di Piccolo Bucaneve
ü Ricomponi la storia
ü Schede per ricostruire un’altra storia
ü Schede gioco da colorare
ü Puzzle di piccolo bucaneve
Collana quaderni gioco da colorare
ü Autunno…cadono le foglie
ü Inverno …aspettando la neve
ü Primavera e i verdi prati
ü Estate dai mille colori
6. La creatività all’interno delle scuole: attività sorte in seguito al progetto
Nell’ambito del progetto Fata Maina, attraverso la supervisione, si è avuto modo di utilizzare alcuni
giochi con modalità divergenti rispetto a quanto presentato nel progetto. Il fine era quello di
raggiungere gli obiettivi prestabiliti e individuarne di nuovi. La definizione di nuovi obiettivi
nasceva dall’esigenza di rispondere ai bisogni del gruppo di bambini inseriti nella sperimentazione.
Di seguito sono indicate le modalità di utilizzo dei giochi e le nuove attività nate grazie al progetto
Fata Maina.
Il materiale è stato utilizzato in modo divergente e creativo andando a rispondere agli stimoli forniti
dai bambini. Di seguito vengono descritti alcuni giochi.
Durante il primo incontro le insegnanti, per favorire l’inserimento della figura di supervisore nello
svolgimento delle attività con i bambini, hanno ideato un momento di gioco utilizzando dolci note e
il gym-ball. Ogni partecipante lanciando l’oggetto esclamava il proprio nome così da conoscersi. Al
termine del gioco è stata fatta una breve Festa della Frutta in cui tutti i bambini hanno mangiato un
pezzo di banana. Per le insegnanti è stata un’occasione per osservare i bambini e aiutarli a
comprendere il significato di una corretta e sana alimentazione
Frutta allegra. In accordo con la maestra Isabella abbiamo provato a fare un gioco a squadre per
aiutare i bambini a ricordare il nome della frutta associandola alla stagione corrispondente.
I Bambini avevano composto quattro squadre corrispondenti alle stagioni. Tutti i bambini
prendevano la frutta e la ponevano nel carrello fino allo stop dell’insegnante. Vincevano coloro che
risultavano avere più frutta corretta nei propri carrelli. Il gioco piaceva molto ai bambini, si
divertivano e iniziavano a ricordare il nome della frutta a loro più comune e la sua stagione. In
15
seguito a questa attività le maestre hanno fornito ulteriori rinforzi utilizzando altri giochi come il
gioco con la frutta, il gioco con la verdura e i quaderni delle stagioni.
Il mercato del mare. I pesci in dotazione del mercatino del mare erano una grande attrazione per i
bambini che sovente li utilizzavano nel gioco spontaneo. Durante uno degli incontri con la maestra
Zaira abbiamo preso il pesce posizionandolo al centro del cerchio formato da tutti i partecipanti e i
bambini erano fortemente tentati a prendere e toccare il pesce. In un primo momento abbiamo
chiesto loro se conoscevano il nome e quali fossero i tipi di pesce che abitualmente mangiavano,
successivamente abbiamo giocato con il pesce.
Il gioco della rete. Un gruppo di 6/7 bambini veniva suddiviso in due gruppetti: il primo aveva un
pesciolino, il secondo diventava la rete che al termine di una canzone inerente la pesca pescava i
pesci. I pesciolini naturalmente potevano scappare dalla rete. Questo gioco aiutava i bambini a
ricordare il nome del pesce. A turno i ruoli venivano cambiati.
Figure 4, 5, 6. Bambini di 4 anni mentre giocano con il Kit gioco Salvatore il Pescatore e con le Dolci note
7. I disegni dei bambini: il loro vissuto
I bambini nel corso della sperimentazione hanno prodotto dei disegni inerenti i giochi e i materiali
del Progetto Fata Maina. All’interno del progetto il disegno è stato lo strumento più utilizzato per
descrivere e rielaborare quanto i bambini apprendevano durante le attività con le maestre.
In questa scuola i bambini hanno svolto i disegni dedicati alla Fata.
Figura 7. Giulia, 4 anni; Figura 8. Giorgia, 4 anni; Figura 9. Federico, 4 anni. Un disegno per la Fata
Fig 7. Giulia, 4 anni
Fig 8. Giorgia, 4 anni
Fig 9. Federico, 4 anni
16
8. I lavori delle maestre: il loro vissuto
All’interno del progetto Fata Maina è stato chiesto alle insegnanti di scegliere una modalità per
rielaborare e descrivere il significato attribuito al progetto.
In particolare le maestre della scuola Principe Vittorio Emanuele hanno ideato e realizzato un libro
intitolato una Fata per tutti. La storia narra di otto fatine che abitano nella Casa dei Sogni. La storia
narra di uno stregone che distrugge il cibo buono sostituendolo con quello cattivo. Solo la forza
della fate aiuta a guarire i bambini insegnando loro che è importante mangiar bene per crescere sani.
La storia ricca di personaggi aiuta i bambini a individuare quanto sia importante mangiare in modo
sano per crescere bene e in salute.
Figura 10. La copertina del libro Una Fata per tutti; Figura 11 e 12 La prima pagina del libro e La fata Nuvoletta.
Fig 10.
Fig 11.
Fig 12.
9.Le maestre si raccontano
Ad ogni maestra è stato chiesto di comporre una narrazione rispetto il significato rappresentato dal
progetto Fata Maina e quali modifiche aveva apportato nel lavoro quotidiano; inoltre veniva chiesto
che cosa aveva evocato a livello personale.
Narrazione di Cinzia Laino
Il progetto Fata Maìna è iniziato con mille domande alle quali non sapevamo dare una risposta..
Ma poi piano piano con l’arrivo dei giochi che ha sorpreso anche noi e l’aiuto di una persona come Martina siamo
entrate in un mondo di giochi e sorprese. I bambini ed anche noi aspettavamo con ansia che arrivasse il fatidico
martedì per poter giocare nel salone dei giochi con Martina, l’amica di Fata Maìna.
Fata Maìna, alla quale i bambini della nostra scuola hanno dedicato una bella storia ricca di personaggi fantastici
(tante altre fate) ci ha aiutatati a capire come alimentarci, quali sono i cibi sani e quelli che, se mangiati in eccesso,
possono farci male. Penso che questo progetto sia servito a noi insegnanti per riflettere e osservare ed ai bambini
poiché hanno capito, attraverso semplici giochi, l’importanza di una alimentazione sana.
Cinzia
17
Narrazione di Zaira Mosciatti
Cara Fata Maina,
prima di tutto volevo ringraziarti per avermi avvicinato a questa realtà. Ho avuto modo, nel corso di quest’anno, di
allargare il mio sapere. Il mestiere di insegnante è quello di essere ponte tra la realtà e i bambini. L’arrivo dei giochi è
stato per loro gioia ed emozione. Ogni singolo gioco è stato provato più volte, a richiesta dei bambini.
Mi è rimasto nel cuore il periodo in cui con i bambini abbiamo creato il libro magico. Che bello! Che emozione vedere
Martina arrivare e vedere il libro al centro del salone.
Un enorme “grazie” a te Martina, per la pazienza, la gioia, la simpatia che ci portavi in quei famosi martedì.
Sicuramente porteremo avanti questo progetto per sperimentare ancora tutto quello che ci circonda.
Grazie a tutti di cuore. Zaira
18
Scuola Municipale Dell’Infanzia,Via Bruino 14, 10100 Torino
1.La scuola. Breve storia e descrizione delle strutture
La Scuola Municipale dell’Infanzia di via Bruino 14 è stato costruito intorno agli anni ’70 ed è
disposto su due livelli. Entrando al piano terra vi sono, sulla sinistra le sezioni dei rossi e dei gialli,
a destra la segreteria, la direzione, la stanza in cui è stato svolto il progetto Fata Maina e la cucina.
Al piano superiore è collocata la sezione degli azzurri e una grande stanza che è stata anch’essa
usata per lo svolgimento di alcune attività del progetto Fata Maina. Tutte le sezioni si affacciano
sul giardino interno della scuola.
Il numero totale delle sezioni presenti nella scuola è 3. Tutte hanno aderito al progetto Fata Maina.
Il progetto Fata Maina è stato inserito nella programmazione scolastica.
Figura1 e 2. La targa e l’ingresso della scuola
Fig 1. Targa della scuola
Fig 2. Ingresso della scuola
2. Lo spazio-scuola dedicato al progetto Fata Maina
Le maestre hanno deciso di collocare i giochi del progetto Fata Maina in un’aula di piccole
dimensioni estremamente accogliente e appropriata al numero dei bambini che doveva contenere.
Appesi alle mura trovavano spazio la lavagna magnetica e i tappeti, in uno scaffale a tre ripiani vi
era il materiale più piccolo.
Figure. 3, 4. L’arredo della stanza con i giochi del progetto Fata Maina
19
3. Le maestre coinvolte nel progetto
Le maestre coinvolte nel progetto sono state la signora Aurora Picotto responsabile della sezione dei
rossi, la signora Barbara Innocenti responsabile della sezione dei gialli e la signora Sandra Bonetti
responsabile della sezione degli azzurri.
4. I bambini coinvolti nel progetto
I bambini coinvolti nel progetto Fata Maina sono stati 51:
-
5 della fascia d’età 4 anni della sezione dei rossi,
-
6 della fascia d’età 4 anni della sezione dei gialli,
-
9 della fascia d’età 4 anni della sezione degli azzurri,
-
12 della fascia d’età 5 anni della sezione dei rossi,
-
9 della fascia d’età 5 anni della sezione dei gialli,
-
10 della fascia d’età 5 anni della sezione degli azzurri
5. Le attività svolte con il progetto Fata Maina
All’interno della scuola di via Bruino 14 sono stati sperimentati 25 giochi. I giochi sono stati
sperimentati da ottobre 2010 sino a giugno 2011. Le attività si svolgevano due volte al mese
prevalentemente la mattina con orario 10.30-12.00.
Il gioco veniva svolto attenendosi a quelle che erano le modalità descritte nella brochure di
presentazioni del progetto e le maestre cercavano di raggiungere gli obiettivi definiti all’interno del
progetto.
Qui sotto vengono riportati tutti i giochi sperimentati nella scuola.
ü
ü
ü
ü
ü
ü
ü
ü
ü
ü
ü
ü
ü
ü
ü
Dolci note.
Frutta per giocare
Il tappeto per giocare
Il tappeto della frutta
Frutta allegra
Gioco con la frutta.
Gioco con la verdura.
Andiamo al mercato
Un albero per ogni stagione
Il gioco di Semplicino lo Scoiattolino
La frutta si trasforma
Tutto il pane del mondo
La storia del latte
Scrivo il nome della frutta
Domino degli alimenti
La storia di un chicco di grano
ü Puzzle di Giacomino.
La storia di Salvatore il pescatore
ü Schede gioco da colorare
ü Schede per disegnare un’altra storia
ü Puzzle del mare
ü Il mercatino del mare
Il viaggio di Piccolo Bucaneve
ü Schede gioco da colorare
ü Puzzle di piccolo bucaneve
Collana quaderni gioco da colorare
20
ü
ü
ü
Autunno … cadono le foglie
Inverno … aspettando la neve.
Primavera e i verdi prati
in accordo con le maestre abbiamo suddiviso i 90 minuti a disposizione in due momenti da 45
minuti ciascuno e i bambini, a piccoli gruppi, si alternavano nelle attività. Venivano a questo modo
pianificate le Classi Aperte e la Stanza di fata Maina diventava sede di un Laboratorio dove
imparare e scoprire. Questa modalità di lavoro è risultata funzionale in quanto si è adattata sia ad
aspetti di tipo organizzativo sia ai tempi di attenzione e concentrazione dei bambini.
Figure 6, 7. Il gruppo dei bambini inseriti nella sperimentazione mentre gioca con il Tappeto per giocare.
6. La creatività all’interno delle scuole: attività sorte in seguito al progetto
Nell’ ambito del progetto Fata Maina le attività si sono sviluppate mediante un percorso
esperienziale e di rielaborazione. I bambini su indicazione delle insegnanti hanno ideato dei giochi
come conclusione del progetto Fata Maina.
Figura 9. Il puzzle ideato e costruito dai bambini che hanno aderito al progetto Fata Maina.
Il disegno è divenuto strumento utile per rappresentare quanto i bambini avevano compreso con i
giochi di Fata Maina sino a rappresentare le scelte personali della frutta o verdura.
21
Figure 10,11. I disegni svolti dai bambini inseriti nel progetto Fata Maina. La nostra verdura e frutta preferita.
Fig 10.
Fig 11.
Questi disegni, nello specifico, rappresentano un ulteriore feed-back rispetto a quanto svolto
all’interno del progetto. Il gioco diventava strumento utile per trasmettere messaggi positivi rispetto
all’alimentazione.
7. I disegni dei bambini: il loro vissuto
I bambini nel corso della sperimentazione hanno prodotto dei disegni inerenti i giochi e i materiali
del Progetto Fata Maina. In particolare è stato chiesto loro di ritrarre Fata Maina.
All’interno del progetto il disegno è stato lo strumento più utilizzato per descrivere e rielaborare
quanto i bambini apprendevano durante le attività con le maestre.
Figura 12. Marta, 4 anni. La mia Fata Maina; Figura 13. Priscilla, 4 anni. Il tappeto per giocare
Figura 14. Enrico, 4 anni. La scelta della frutta e verdura.
Fig 12. Marta, 4 anni
Fig. 13. Priscilla, 4 anni
Fig. 14. Enrico, 4 anni
22
In questa scuola il disegno è diventato una forma di verifica di quanto era stato svolto all’interno del
progetto. I bambini erano in grado di ritrarre se stessi durante le attività di Fata Maina.
Il messaggio insito nel progetto si era trasformato in attività quotidiane e i bambini riuscivano a
individuarle e disegnarle attraverso una personale rielaborazione
8. I lavori delle maestre: il loro vissuto
All’interno del progetto Fata Maina è stato chiesto alle insegnanti di scegliere una modalità per
rielaborare e descrivere il progetto e il significato che ad esso attribuivano. In particolare le maestre
di Via Bruino hanno ideato e scritto una poesia per Fata Maina. La poesia riprende i principi
nutrizionali di una sana alimentazione.
ALLA FATA MAINA
Con Maìna, la nostra fatina l’alimentazione è genuina. Carboidrati in quantità per energia a volontà.
Mattoncini di proteine e tante tante vitamine per far crescere bambini e bambine. E i dolcetti che lo sa? Attenzione
alle quantità! Grazie fata dei consigli che ci hai dato non li scorderemo mai e faremo tesoro di questo tuo bel
lavoro!
9.Le maestre si raccontano
Ad ogni maestra è stato chiesto di scrivere un breve racconto rispetto il significato del progetto Fata
Maina. In particolare individuare quali modifiche aveva apportato nel lavoro quotidiano.
Narrazione di Sandra Bonetti
Il progetto Fata Maìna mi ha coinvolta completamente sia come insegnate sia come persona.
Il coinvolgimento dei bambini è stato “grandioso” e la loro capacità di inserirsi in un nuovo progetto è stata
immediata e duratura, tanté che oggi, a maggio, quasi alla fine di quanto a.d. chiedono sempre di “scendere nel
laboratorio della Fata”. Con le mie colleghe abbiamo fatto nuove scoperte e nuove constatazioni, ciò che spesso si da
per scontato non lo è sempre! Il laboratorio ha consolidato ancora di più il nostro rapporto grazie alle nostre
discussioni e confronti. Insomma ci siamo arricchite di sensazioni nuove e nuovi entusiasmi.
Personalmente intendo continuare anche il prossimo anno il laboratorio. Venendo in via Cavour mi sono resa conto del
rischio che correvo mangiando disordinatamente e grazie a voi ho deciso di rimediare a ciò con una bella dieta.
Grazie, Sandra
Grazie anche da parte dei bambini per la simpatia e la professionalità.
Narrazione di Barbara Innocenti
Attraverso questo progetto sono riuscita a conoscere le abitudini alimentari non solo dei bambini ma anche delle
singole famiglie. “ mai dare tutto per scontato” ormai nella nostra società l’alimentazione è sempre più “veloce” e
“semplificata” dagli alimenti pronti. Spero che, attraverso la sensibilizzazione dei bambini, un giorno siano proprio
loro gli “attori” di una corretta alimentazione dei prossimi anni.
Avendo una mamma diabetica e raccontandole le attività proposte ai bambini sono sicura di essere riuscita a colpire
anche lei migliorando maggiormente la sua alimentazione giornaliera.
23
Scuola Municipale Dell’Infanzia,Via Paroletti 15, Umberto I, 10100 Torino
1. La scuola. Breve storia e descrizione delle strutture
La Scuola Municipale dell’Infanzia Umberto I è situata nel quartiere denominato…, l’edificio è
sorto negli anni ed è disposto su due livelli. Al piano terra si trova un salone ampio e luminoso e al
fondo, sulla destra, è situata la sezione degli arancioni. Percorrendo il corridoio sulla sinistra è
possibile raggiungere le sezioni dei gialli e dei verdi. Di fronte alla sezione dei verdi vi è la stanza
in cui è stato svolto il progetto Fata Maina. Al piano superiore vi è la parte amministrativa, la
segreteria e l’ufficio del Direttore. Il numero totale delle sezioni della scuola è 3.
Tutte hanno aderito al progetto Fata Maina. Il progetto Fata Maina è stato inserito nella
programmazione scolastica.
Figura 1e 2 . L’insegna della scuola, situata su Via Paroletti 15 e l’ingresso
2. Lo spazio-scuola dedicato al progetto Fata Maina
Nell’ambito del progetto Fata Maina, le maestre in accordo con il Direttore hanno adibito una
stanza dedicata al progetto. Le bacchette magiche di Fata Maina sono state appese nella porta di
ingresso poiché questo luogo veniva ritenuto un luogo magico. La stanza è risultata essere
luminosa, accogliente e tranquilla. Il materiale di Fata Maina veniva utilizzato anche per arredare la
stanza sicchè i tappeti, posizionati a terra, erano utilizzati anche come piacevole seduta.
Figura 3, 4 e 5. La porta d’ingresso e i giochi del progetto Fata Maina.
24
3. Le maestre coinvolte nel progetto
Le maestre coinvolte nel progetto sono state la signora Antonietta Palin responsabile della sezione
degli arancioni, la signora Franca Cuniberto responsabile della sezione dei gialli e la maestra
Marina Leone responsabile della sezione dei verdi.
Figura 6. La fotografia delle maestre coinvolte nel progetto Fata Maina.
4. I bambini coinvolti nel progetto
I bambini coinvolti nel progetto Fata Maina sono stati 43:
-
8 della fascia d’età 4 anni della sezione degli arancioni
-
11 della fascia d’età 4 anni della sezione dei gialli
-
6 della fascia d’età 4 anni della sezione dei verdi,
-
7 della fascia d’età 5 anni della sezione degli arancioni,
-
8 della fascia d’età 5 anni della sezione dei gialli,
-
3 della fascia d’età 5 anni della sezione dei verdi
5. Le attività svolte con il progetto Fata Maina
All’interno della Scuola Umberto I sono stati sperimentati 24 giochi. Le attività si svolgevano
prevalentemente la mattina due volte al mese con orario 10.30-12.00.
Il gioco veniva svolto attenendosi a quelle che erano le modalità di gioco descritte nella brochure di
presentazione e le maestre cercavano di raggiungere gli obietti definiti all’interno del progetto.
Qui sotto vengono riportati in elenco i giochi con i rispettivi obiettivi.
ü
ü
ü
ü
ü
ü
ü
ü
ü
ü
ü
ü
Il tappeto per giocare
Il tappeto della frutta
Frutta allegra.
Gioco con la frutta.
Gioco con la verdura.
Il tappet’orto
Andiamo al mercato
Un albero per ogni stagione
Il gioco di Semplicino lo Scoiattolino
La frutta si trasforma
Tutto il pane del mondo
Scrivo il nome della frutta
25
ü Domino degli alimenti
La storia di un chicco di grano
ü Schede gioco da colorare
ü Ricomponi la storia
ü Puzzle di Giacomino
Il viaggio di Piccolo Bucaneve
ü Ricomponi la storia
ü Schede gioco da colorare
ü Schede per disegnare un’altra storia
ü Puzzle di piccolo bucaneve
Collana quaderni gioco da colorare
ü Autunno … cadono le foglie
ü Inverno … aspettando la neve
ü Primavera e i verdi prati
In accordo con le insegnanti la sperimentazione è stata svolta nel periodo tra Ottobre e Gennaio
2010/ 2011 con gruppo dei bambini di 4 anni e nel periodo tra Febbraio e Giugno 2011 con il
gruppo dei bambini di 5 anni.
I 90 minuti a disposizione per ogni incontro erano suddivisi in due momenti di 45 minuti per poter
lavorare con due piccoli gruppi al fine di dedicare una maggiore attenzione al singolo bambino,
stimolare il dialogo, il confronto e dare la possibilità a ognuno dei bambini di potersi esprimere
secondo i propri tempi e modalità.
6. La creatività all’interno delle scuole: attività sorte in seguito al progetto
Nell’ambito del progetto Fata Maina, attraverso la supervisione, si è avuto modo di utilizzare alcuni
giochi con modalità divergenti rispetto a quanto presentato nel progetto. Il fine era quello di
raggiungere gli obiettivi prestabiliti e individuarne di nuovi. La definizione dei nuovi obiettivi
nasceva dall’esigenza di rispondere ai bisogni del gruppo di bambini inseriti nella sperimentazione.
Di seguito sono indicate le modalità di utilizzo dei giochi e le nuove attività nate grazie al progetto
Fata Maina.
La frutta si trasforma: la maestra Antonietta, con il gruppo dei bambini di 5 anni, ha svolto un
ulteriore gioco di prefettura. Dopo aver svolto il gioco come indicato nel progetto, l’insegnate ha
suggerito che con il battito delle mani o il salto venisse scandito il nome della frutta e le sue
possibili trasformazioni. L’attività è risultata estremamente piacevole e ulteriore stimolo per la
memorizzazione degli alimenti e delle loro possibili trasformazioni. L’esercizio del sillabare è
divenuto il momento conclusivo di ogni incontro, una possibilità di ripasso e di rinforzo dei concetti
sull’alimentazione introdotti dalle insegnanti. Molto tempo è stato dedicato al racconto delle scelte
alimentari, in particolare i bambini di 5 anni si soffermavano a raccontare le loro abitudini
alimentari. Le attività per laboratorio in piccoli gruppi ha facilitato l’interazione tra bambini e
operatori promuovendo uno scambio di esperienze.
Le insegnanti con i bambini hanno svolto molte attività relative all’alimentazione:
·
la festa di carnevale hanno costruito dei cappelli a forma di cesto di frutta,
·
la festa della mamma hanno dipinto una borsa di stoffa con la frutta di vari tipi.
26
·
lungo il corridoio che portava alla stanza “magica” si potevano osservare alcuni disegni e
dipinti con gli alimenti genuini e gli alimenti gustosi.
7. I disegni dei bambini: il loro vissuto
I bambini nel corso della sperimentazione hanno prodotto dei disegni inerenti i giochi e i materiali
del Progetto Fata Maina. All’interno del progetto il disegno è stato lo strumento più utilizzato per
descrivere e rielaborare quanto i bambini apprendevano durante le attività con le maestre.
Figura 7. Il gruppo di bambini di 4 anni ha disegnato la frutta della primavera e dell’estate
Figura 8. Il gruppo dei bambini di 4 anni ha svolto un collage degli alimenti.
8. I lavori delle maestre: il loro vissuto
All’interno del progetto Fata Maina è stato chiesto alle insegnanti di scegliere una modalità per
rielaborare e descrivere il progetto e il significato che ad esso attribuivano.
In particolare, le insegnanti della Scuola dell’Infanzia Umberto I hanno deciso di disegnare un
cartellone in cui hanno rappresentato i diversi tipi di alimenti necessari per una dieta sana ed
equilibrata.
Figure 9 e10. Il lavoro delle maestre. A tavola con..
27
9.Le maestre si raccontano
Nel corso di un incontro svolto nel Laboratorio di Pedagogia Clinica dell’Università di Torino a
ogni maestra è stato chiesto di scrivere una narrazione rispetto il significato rappresentato dal
progetto Fata Maina. In particolare individuare quali modifiche aveva apportato nel lavoro
quotidiano. Veniva anche chiesto di scrivere cosa aveva evocato a livello personale.
Narrazione di Marina Leone
Il progetto Fata Maìna si è rivelato positivo. Lavorare in piccoli gruppi ha premesso che i bambini apprendessero a
stare in gruppo e conoscessero “ giocando” termini nuovi. Il materiale usato nel laboratorio: i carrelli della spesa, la
frutta e verdura a grandezza naturale, il pane ha entusiasmato i bambini che si sentivano “ grandi” (oggi andiamo a
fare la spesa).
Narrazione di Franca Cuniberto
Esperienza positiva. Mi ha dato modo di seguire il bambino nel piccolo gruppo e di capire meglio le difficoltà ma
anche le capacità: non sempre all’interno della classe vengono esteriorizzate. I giochi, molto belli hanno stimolato la
loro creatività. Nella nostra esperienza di “classi aperte” (bambini della stessa età di classi diverse) è stata valorizzata
l’integrazione e a non “chiudersi” nello stesso spazio chiuso della relazione instaurando anche nuove amicizie.
Allo stesso modo anche noi insegnanti ci siamo integrate aiutandoci, vicendevolmente, con scambi di idee o proposte.
L’obiettivo di insegnare loro una corretta alimentazione è stato raggiunto.
Narrazione di Antonietta Palin
Fata Maìna nel lavoro quotidiano mi ha permesso di seguire un piccolo gruppo di bambini e attraverso il gioco mi ha
permesso di cogliere aspetti che nel gruppo classe non emergevano.
Le classi aperte mi hanno anche aiutato a lavorare con tutti i bambini di 5 anni della scuola instaurando con loro un
rapporto diverso e loro hanno raggiunto un buon rapporto di amicizia al di fuori della loro sezione.
A livello personale ringrazio Fata Maìna per i bellissimi giochi messi a disposizione e per avermi permesso di giocare
e divertirmi con i bimbi che ne sono rimasti entusiasti. E grazie a questi giochi abbiamo affrontato il tema del cibo in
modo più corretto e vario.
28
Scuola infantile Parrocchiale, paritaria e convenzionata con il Comune, Madonna delle Rose,
C.so Unione Sovietica 223, 10134 Torino
1. La Scuola. Breve storia e descrizione delle strutture
La Scuola infantile parrocchiale, paritaria e convenzionata Madonna delle Rose, è situata nella zona
denominata Nizza/ Lingotto del Comunte di Torino.
L’edificio è stato costruito alla fine degli anni ’60 ed è disposto su un unico livello. All’ingresso vi
è la segreteria, dirigendosi verso l’atrio si incontra la sezione dei i rosa, la loro classe si affaccia su
un giardino interno ricco di piante e fiori; proseguendo lungo il corridoio centrale si attraversa il
salone in cui vengono svolte le attività. La scuola ha molte stanze: la cucina, la sala musica e di
inglese, una sala video. Le altre sei sezioni, gialli, arancioni, rossi, celesti, azzurri e verdi, si
affacciano su un altro cortile. Il numero totale delle sezioni della scuola è 7 e tutte hanno aderito al
progetto Fata Maina che è stato inserito nella programmazione scolastica. Sul sito della scuola era
possibile leggere il programma scolastico.
Figura 1. L’immagine del nome della scuola, inserito all’ingresso su C.so Unione Sovietica.
Fig 1.
2. Lo spazio-scuola dedicato al progetto Fata Maina
Nel corso del primo mese di scuola l’intero KIT di Fata Maina è stato esposto affinchè tutti i
genitori potessero visionare il materiale. Il materiale era stato accuratamente raccolto nell’atrio
all’interno di contenitori, le lavagne magnetiche appese ad altezza dei bambini e i mercatini erano
anch’essi collocati affinchè potessero essere osservati.
3. Le maestre coinvolte nel progetto
Le maestre coinvolte nel progetto sono state la signora Maria Teresa Mirenzi responsabile della
sezione dei celesti e azzurri, la signora Sara Maiestrello responsabile della sezione verde e rosa e la
signora Milena Menin responsabile della sezione degli arancioni, gialli e rossi.
29
4. I bambini coinvolti nel progetto
I bambini coinvolti nel progetto Fata Maina sono stati 66:
-
10 della fascia d’età 4 anni della sezione dei celesti,
-
10 della fascia d’età 4 anni della sezione degli azzurri,
-
10 della fascia d’età 4 anni della sezione dei verdi,
-
10 della fascia d’età 4 anni della sezione dei rosa,
-
8 della fascia d’età 4 anni della sezione degli arancioni,
-
9 della fascia d’età 4 anni della sezione dei gialli,
-
9 della fascia d’età 4 anni della sezione dei rossi
5. Le attività svolte con il progetto Fata Maina
All’interno della scuola di Madonna delle Rose sono stati sperimentati 15 giochi. I giochi sono stati
sperimentati da ottobre 2010 sino a giugno 2011. Le attività si sono svolte due giorni alla settimana
per due volte al mese prevalentemente la mattina con orario 09.00- 11.45.
Una buona parte dei giochi è stata rielaborata e proposta in maniera divergente, integrando gli
obiettivi del progetto Fata Maina agli obiettivi della programmazione scolastica.
Qui sotto vengono riportati tutti i giochi sperimentati con i rispettivi obiettivi:
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Frutta per giocare.
Gym-ball.
Il tappeto per giocare
Il tappeto della frutta
Frutta allegra
Gioco con la frutta.
Gioco con la verdura.
Andiamo al mercato
Il gioco di Semplicino lo Scoiattolino
Semi di artista favorire
La storia di un chicco di grano
ü Ricomponi la storia
ü Il mercatino del mare
Il viaggio di Piccolo Bucaneve
ü Ricomponi la storia
Collana quaderni gioco da colorare
ü Autunno…cadono le foglie.
ü Inverno …aspettando la neve
ü Primavera e i verdi prati
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Nelle figure 2, 3, 4. I bambini di 4 anni inseriti nella sperimentazione mentre giocano con Semplicino lo scoiattolino.
La scuola ha rilasciato l’autorizzazione a utilizzare le fotografie.
6. La creatività all’interno delle scuole: attività sorte in seguito al progetto
Nell’ambito del progetto Fata Maina, attraverso la supervisione, si è avuto modo di utilizzare alcuni
giochi con modalità divergenti rispetto a quanto presentato nel progetto. Il fine era quello di
raggiungere gli obiettivi prestabiliti e individuarne di nuovi. La definizione dei nuovi obiettivi
nasceva con l’esigenza di rispondere ai bisogni del gruppo di bambini inseriti nella
sperimentazione. Di seguito sono indicate le modalità di utilizzo dei giochi e le nuove attività nate
grazie al progetto Fata Maina.
In particolare le insegnanti hanno proposto una Caccia al tesoro con l’inizio dell’autunno in seguito
alla lettura de Il quaderno dell’autunno in modo da conoscere la frutta autunnale e ricordarla
divertendosi.
Nel gioco andiamo al mercato per aiutare a memorizzare la verdura dell’inverno le maestre hanno
pensato di preparare il mercato vuoto, il compito dei bambini era quello di diventare dei fornitori
che con i loro furgoni dovevano comperare la verdura e portarla al mercato. Il gioco è piaciuto
molto ai bambini, si sono divertiti e hanno ripassato il nome della verdura, inoltre per i bambini è
stata un’ occasione per raccontare le loro abitudini alimentari.
Le iniziative integrative nate in seguito al progetto Fata Maina sono state molteplici: durante il
periodo invernale si è preparata la spremuta con gli agrumi portati dai bambini. È stato un momento
estremamente ricco di significato. I bambini anche i più incerti hanno assaggiato la loro spremuta
su incoraggiamento dei compagni, è stata un’occasione di socializzazione che ha coinvolto tutti,
anche gli adulti. Le attività si sono susseguite una dopo l’altra:
·
le collane di frutta invernale
31
Figure 6,7. L’immagine dei bambini mentre indossano la collana della frutta invernale
Figura 6
Figura 7
·
la costruzione della piramide alimentare
·
la semina degli ortaggi affiancata all’osservazione della crescita della pianta attraverso la
pittura su un foglio per visualizzare il processo di crescita
·
la visita al museo della frutta e della verdura
·
l’impasto del pane
Figure 8; 9; 10. Le immagini dei bambini mentre impastano il pane
Nella giornata conclusiva del progetto è stata preparata la macedonia. Nell’atrio sono stati posti i
tavoli e ad ogni bambino è stato consegnato un piatto e un coltello di plastica, la frutta è stata scelta
da ogni bambino sulla base delle proprie abitudini e preferenze alimentari.
In un primo momento noi adulti abbiamo lavato e sbucciato la frutta, tagliata a piccoli pezzi e posta
in un grosso contenitore pronta per essere gustata. Con la preparazione della macedonia i bambini
erano gioiosi poiché si sono sentiti dei veri cuochi. Il clima di gioia nell’assaggio della macedonia
ha portato i bambini a chiedere più volte di mangiare la macedonia superando la diffidenza, iniziale,
rispetto al cibo sconosciuto e aprendosi a nuovi sapori.
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La macedonia è risultata una occasione per avvicinare i bambini al cibo e a nuovi sapori.
L’esperienza diretta assume un significato più profondo per i bambini che si lasciano coinvolgere
nel cambiamento.
Figure 11, 12, 13. Il gruppo di bambini inseriti nel progetto mentre taglia la frutta per la macedonia.
7. I disegni dei bambini: il loro vissuto
I bambini nel corso della sperimentazione hanno prodotto dei disegni inerenti i giochi e i materiali
del Progetto Fata Maina.
In particolare i lavori utilizzando diversi materiali e la loro composizione permetteva di cogliere la
comprensione di quanto era stato proposto con fata Maina. Con Fata Maina il bambino era
continuamente aiutato nel percorso di scoperta e identificazione del nuovo, il gioco diventa
strumento utile per il cambiamento e per l’integrazione della realtà nel propri mondo
Figure 13, 14, 15 e 16. Ritratti e collage svolti dai bambini e dalle maestre
Fig 13.L’arte di creare con la frutta e la verdura
Fig 14. Il carrello della spesa
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Fig 15. Gioco a creare con la frutta
Fig 16. La piramide alimentare
8. I lavori delle maestre: il loro vissuto
All’interno del progetto Fata Maina è stato chiesto alle insegnanti di scegliere una modalità per
rielaborare e descrivere il progetto e il significato che ad esso avevano attribuito.
Le insegnanti della scuola Madonna delle Rose hanno prodotto coinvolgendo i bambini hanno
ideato e costruito diversi giochi sempre inerenti il progetto. La caratteristica di questi nuovi giochi è
l’immediatezza del messaggio. L’album fotografico con le immagini di alcune attività svolte e i
gruppi dei bambini che hanno aderito al progetto Fata Maina
Figure 17, 18. L’album fotografico in cui sono state raccolte le immagini di alcune attività svolte insieme ai bambini
inseriti nel progetto Fata Maina
Con il libro La principessa triste si narra di come si impara a mangiare in modo corretto. La storia
narra di un re disperato perché la sua Principessa Esmeralda era così triste e sola che decise di non
mangiare più. Cuochi e chef preparavano pranzi e cene succulente ma la principessa non mangiava
mai nulla. Un giorno il Re decise di aprire le porte del Regno a tutti i bambini. I bambini della
scuola dell’infanzia Madonna delle Rose insieme alle maestre decisero di andare dalla principessa
per giocare con lei e spiegarle che una sana alimentazione è importante e non si può digiunare. Tra
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balli, canti, giochi e banchetti ..ecco che Esmeralda rincominciò ad essere felice e a mangiare cibi
sani e genuini.
La storia ricca di personaggi aiuta i bambini a individuare quanto sia importante mangiare in modo
sano per crescere bene e in salute.
Figure 19, 20, 21, 22. Alcune pagine del libro ideato e scritto dalle insegnanti.
Fig 19. Prima pagina con il titolo della storia
Fig 20. Il castello di Esmeralda
Fig 21. I bambini della scuola dell’infanzia
Madonna delle Rose
Fig 22. I bambini insieme alla Principessa Esmeralda
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Con il gioco Mangia giusto muoviti con gusto, l’obiettivo è aiutare i bambini a individuare quanto
sia importante magiare in modo sano per crescere bene e in salute.
Figura 23. Il gioco ideato e costruito dalle maestre mangia giusto muoviti con gusto
9.Le maestre si raccontano
Nel corso di un incontro svolto nel Laboratorio di Pedagogia Clinica dell’Università di Torino a
ogni maestra è stato chiesto di scrivere una narrazione rispetto il significato rappresentato dal
progetto Fata Maina.
Narrazione di Sara Maistrello
Il progetto Fata Maìna è stato il filo conduttore per il nostro anno scolastico.
Partendo dal lavoro svolto nelle ore di laboratorio sono stati colti diversi spunti per lavorare anche in altri momenti
della vita scolastica. E come conclusione del percorso abbiamo preparato lo spettacolo di fine anno che verte
sull’alimentazione. L’aspetto più gradito di questo progetto è stata la grande quantità di materiale fruito che ha
attirato moltissimo l’attenzione dei bambini, coinvolgendoli a riflettere sull’alimentazione attraverso svariati giochi. Il
materiale offerto è stato anche uno spunto da cui sono partite altre idee su possibili attività come: la spremuta, le
collane con la frutta, fare il pane.. Questo è stato importante a livello personale in quanto mi ha spinto a mettermi in
gioco per trovare attività che potessero coinvolgere sempre di più bambini.
Narrazione di Milena Menin
A giugno 2010 ci è stato proposto di partecipare al progetto Fata Maìna. Noi abbiamo accettato con grande
entusiasmo in quanto ci è sembrato un ottimo tema da affrontare con i bambini avendo bene in mente le loro abitudini
alimentari. Durante il pranzo cerchiamo di sottolineare l’importanza di assaggiare e di mangiare un po’ di tutto, e
devo anche dire che in passato abbiamo già trattato l’argomento dell’alimentazione, ma questo progetto sembrava
avere una marcia in più! …ci è anche stato presentato con grande entusiasmo!..
Durante l’anno abbiamo verificato che giocando con tutto il materiale i bambini hanno interiorizzato i concetti esposti
riguardo alla corretta alimentazione. Ogni gioco aveva obiettivi precisi che penso siano stati raggiunti molto bene.
Questo lavoro è rimasto ben impresso ai bambini come un vaso con la terra. Noi maestre abbiamo messo i semi e spero
che loro ne possano far tesoro e insieme ai genitori farli fruttare. Anche a livello personale è stato molto utile, mi ha
permesso di pensare su un possibile lavoro di preparazione della tesi.
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Scuola Comunale Dell’Infanzia. Via Tronzano 20, 10155 Torino
1. La Scuola. Breve storia e descrizione delle strutture
La Scuola Comunale di Via Tronzano 20 è situata nel quartiere denominato Barriera di Milano,
nella Zona Nord del Comune di Torino, l’edificio è stato costruito tra gli anni ’70 e ’80 ed è
disposto su più livelli, al piano terra vi è uno spazioso ingresso con delle vetrate che si affacciano
sulle sezioni dei gialli, rossi e azzurri. Nello stesso piano vi è la segreteria e la direzione.
Al piano superiore è collocato il nido. La scuola dispone di un piano seminterrato in cui vi è la
cucina, la palestra e la stanza dedicata al progetto Fata Maina, condivisa con il laboratorio di
francese. Il numero totale delle sezioni della scuola è 3. Tutte hanno partecipato al progetto Fata
Maina. Il progetto Fata Maina è stato inserito nella programmazione scolastica.
Figura 1. L ’immagine della targa della scuola situata su Via Tronzano 20.
Figura 2. L’ingresso della scuola.
2. Lo spazio-scuola dedicato al progetto Fata Maina
Nell’ambito del progetto Fata Maina, le maestre hanno deciso di utilizzare un’ aula a disposizione
per due attività: il progetto Fata Maina e il laboratorio di francese. La stanza è collocata al piano
interrato. Il luogo silenzioso e riservato è adiacente alla cucina e alla palestra della scuola. Il
materiale in parte è stato esposto e in parte raccolto all’interno di appositi armadi in modo tale da
preservarlo e utilizzare al meglio gli spazi.
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Figure 3, 4. La stanza in cui è stato svolto il progetto Fata Maina e i rispettivi giochi.
3. Le maestre coinvolte nel progetto
Le maestre coinvolte nel progetto sono state la signora Romina Racano responsabile della sezione
dei rossi, la signora Caterina De Punzio responsabile della sezione dei gialli e la signora Tiziana
Frisina responsabile della sezione degli azzurri.
Figura 5 . La fotografia delle insegnanti coinvolte nel progetto
4. I bambini coinvolti nel progetto
I bambini coinvolti nel progetto Fata Maina sono stati 16:
-
5 delle fascia d’età 5 anni della sezione dei rossi,
-
6 della fascia d’età 5 anni della sezione dei gialli,
-
5 della fascia d’età 5 anni della sezione degli azzurri
5. Le attività svolte con il progetto Fata Maina
All’interno della scuola di via Tronzano 20 sono stati sperimentati 9 giochi. I giochi sono stati
sperimentati da ottobre 2010 sino a giugno 2011. Le attività si svolgevano prevalentemente la
mattina due volte al mese con orario 10.30-12.00.
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Il gioco veniva svolto attenendosi a quelle che erano le modalità di gioco descritte nella brochure di
presentazione e le maestre cercavano di raggiungere gli obiettivi definiti all’interno del progetto.
Qui sotto vengono riportati tutti i giochi sperimentati con i rispettivi obiettivi.
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Il tappeto della frutta.
Frutta allegra
Gioco con la frutta
Gioco con la verdura.
Andiamo al mercato
Un albero per ogni stagione
Collana quaderni gioco da colorare
ü Autunno…cadono le foglie
ü Inverno …aspettando la neve
ü Primavera e i verdi prati
In questa scuola tutti i bambini hanno partecipato al progetto. Le attività svolte si sono concentrate
sui quaderni delle stagioni e su alcuni giochi corrispondenti alla fascia d’età dei 4-5 anni. Attraverso
l’osservazione partecipata e il confronto con le insegnanti si è verificato che i bambini avevano
difficoltà nel riconoscere la frutta e la verdura e associarla alla stagione corrispondente. Abbiamo
scoperto che molti bambini non conoscevano la frutta o la verdura poiché non l’avevano mai vista o
mangiata. I bambini stranieri sono stati integrati nelle attività così da cogliere le differenze culturali
e alimentari come occasione per conoscere nuovi sapori.
6. La creatività all’interno della scuola: attività sorte in seguito al progetto
In seguito al progetto Fata Maina sono nate delle riflessioni da parte delle maestre, in particolare in
seguito a numerosi momenti di confronto al termine di ogni incontro la maestra Romina ha svolto
un interessante lavoro con i bambini della sua classe per conoscere le loro “vere” abitudini
alimentari. Ad ogni bambino ha chiesto di raccontare e successivamente disegnare che cosa veniva
mangiato abitualmente a casa la sera a cena... successivamente ha chiesto di disegnare che cosa si
mangia a scuola. L’aspetto interessante di questo lavoro è stato cogliere come la maggior parte dei
bambini della classe mangiava cibi precotti, prevalentemente grassi, la verdura e la frutta erano
assenti nella maggior parte dei disegni, inoltre la rappresentazione del cibo era molto lantana dalla
realtà. Quanto osservato durante questa attività era il risultato dell’esperienza diretta dei bambini e
del loro modo di alimentarsi.
7. I disegni dei bambini: il loro vissuto
Nell’ ambito del progetto Fata Maina, le insegnanti hanno proposto ai bambini di disegnare il
ritratto di Fata Maina. All’interno del progetto il disegno è stato lo strumento più utilizzato per
descrivere e rielaborare quanto i bambini apprendevano durante le attività con le maestre.
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Figura 6. Karim, 5 anni; Figura 7. Fabio, 5 anni; Figura 8. Mariam, 5 anni. La mia Fata Maina
Fig 6. Karim, 5 anni
Fig 7. Fabio, 5 anni
Fig 8. Mariam, 5 anni
8. I lavori delle maestre: il loro vissuto
All’interno del progetto Fata Maina è stato chiesto alle insegnanti di scegliere una modalità per
rielaborare e descrivere il progetto e il significato che ad esso attribuivano.
Le maestre della scuola di Via Tronzano hanno scritto una lettera per Fata Maina.
A Fata Maina
Cara Fata Maina,
grazie per averci dato l’opportunità di “scoprire” che le fate non vivono solo nelle fiabe.
Grazie per averci dimostrato che la vera magia non risiede nel mondo incantato e idealizzato della fantasia, ma nei
pensieri e nelle azioni quotidiane colmi di generosità, al servizio della promozione del bene altrui.
Grazie Fata Maina, per aver offerto ai “nostri” bimbi e a noi insegnanti la preziosa occasione di apprendere,
condividere, soffermarci, trasmettere, attraverso il modo migliore (giocando e divertendoci a fare…)il valore profondo
e totale del cibo.
Grazie a quanto ci hai donato, abbiamo provato a “tirare le fila”, a mettere un po’ di ordine a ciò che il moderno
consumismo trasmette seminando confusione e/o errati principi nelle menti in erba dei piccoli e non solo (ad esempio
certi tipi di frutta e verdura presenti in ogni stagione anziché solo in quella che madre natura ha stabilito per essi,
l’inconsapevolezza del ciclo degli alimenti, la loro provenienza ed i valori nutrizionali).
Noi crediamo che l’incontro con certe persone non sia casuale; a parer nostro il tuo Progetto custodisce un valore che
simbolicamente è paragonabile ad un seme (rimanendo in tema!). Se ben piantato, nutrito e seguito con cura dà e darà
frutti buoni e utili al futuro.
Offrire un’educazione alimentare ai bimbi, fin dalla più tenera età, permette di nutrire a fondo gli animi e a coltivare in
loro la consapevolezza che attraverso il cibo, al significato che ha per ciascuno e la scelta di ciò che si mangia,
comunichiamo, esprimiamo noi stessi e le nostre relazioni affettive più intime.
Grazie Fata Maina
Insegnanti Scuola dell’infanzia, Via Tronzano,20 Torino
Romina Racano
Caterina De Punzio
Tiziana Frisina
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9.Le maestre si raccontano
Nel corso di un incontro svolto nel Laboratorio di Pedagogia Clinica dell’Università di Torino a
ogni maestra è stato chiesto di scrivere una narrazione rispetto il significato rappresentato dal
progetto Fata Maina.
Narrazione di Romina Racano
Il progetto Fata Maina ha rappresentato un momento molto prezioso sia sotto l’aspetto personale sia professionale.
Come maestra ho potuto soffermarmi con più attenzione sulla realtà soggettiva dei “miei” bimbi offrendo loro un
contesto dove fosse più facile esprimersi rispetto al quotidiano scolastico. Il progetto ha offerto l’opportunità di
scoprire e/o riscoprire la varietà di cibo esistenti al di là dell’esperienza vissuta all’interno delle abitudini e
conoscenze trasmesse dalla famiglia.
A livello personale ho ricevuto la possibilità di “ ricordare”, “ allenare” ulteriormente le mia mente ed evitare
pregiudizi e consolidare altresì la mia conoscenza. Grazie Fata Maìna.
Narrazione di Caterina De punzio
Il lavoro svolto grazie al progetto fata Maìna è stato veramente prezioso.
Prezioso perché ha dato l’opportunità ad adulti e bambini di stimolare, comprendere, conoscere un aspetto così
importante nella vita di tutti noi.
Il lavoro di gruppo e la contestualizzazione ha realmente aiutato l’insegnante a conoscere e comprendere le abitudini
alimentari dei bambini. La riflessione sulle buone abitudini (spesso trascurate e non rispettate) e il prezioso materiale
messo a disposizione ha indubbiamente solleticato l’attenzione e la curiosità di tutti, grandi e piccini.
Una opportunità unica fermarsi a riflettere e capire e imparare qualcosa.
Un grazie sincero.
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1. Scuola Comunale dell’ Infanzia, C.so Moncalieri 48, M.L. Rubatto, 10131 Torino
2. La Scuola. Breve storia e descrizione delle strutture
La Scuola Comunale dell’infanzia M.L. Rubatto è situata nel quartiere S. Salvario- Cavoretto di
Torino, l’edificio è stato costruito nel 1899 ed è sotto la sovrintendenza dei beni culturali.
È disposto su due livelli, al piano terra vi è la segreteria, lungo il corridoio vi sono le sezioni dei
gialli e degli azzurri e la cucina. Al piano superiore vi è la sezione dei verdi e una sala dedicata alla
lettura. Il numero totale delle sezioni presenti nella scuola è 3. Tutte hanno aderito al progetto Fata
Maina. Il progetto Fata Maina è stato inserito nella programmazione scolastica.
Figura 1. La targa della scuola posizionata all’ingresso, su C.so Moncalieri 48.
Nella Figura 2. L’ingresso della scuola dell’infanzia.
Fig 1.
Fig 2.
2. Lo spazio-scuola dedicato al progetto Fata Maina
Il materiale del progetto Fata Maina è stato suddiviso in due parti, i quaderni delle stagioni sono
stati portati nelle sezioni, mentre il resto del materiale riposto nei piani sotterranei adibiti a
magazzino del materiale scolastico, il materiale veniva preso quando si doveva svolgere l’attività.
Prevalentemente è stata utilizzata l’aula dei verdi posta al primo piano dell’edificio, luogo
sufficientemente ampio per accogliere il gruppo dei bambini. In altre occasioni è stata utilizzata la
sezione dei gialli o ancora la sala in cui i bambini si riposavano.
3. Le maestre coinvolte nel progetto
Le maestre coinvolte nel progetto sono state la signora Maria Luisa De Andrea responsabile della
sezione dei gialli e degli azzurri e la signora Maria Teresa Carena responsabile della sezione dei
verdi
4. I bambini coinvolti nel progetto
I bambini coinvolti nel progetto Fata Maina sono stati 25:
-
5 della fascia d’età 5 anni della sezione dei gialli,
42
-
10 della fascia d’età 5 anni della sezione dei verdi,
-
10 della fascia d’età 5 anni della sezione degli azzurri
5. Le attività svolte con il progetto Fata Maina
All’interno della scuola di C.so Moncalieri 48 sono stati sperimentati 13 giochi, I giochi sono stati
sperimentati da ottobre 2010 sino a giugno 2011. Le attività si svolgevano prevalentemente la
mattina due volte al mese con orario 10.30-11.30.
Il gioco veniva svolto attenendosi a quelle che erano le modalità di gioco descritte nella brochure di
presentazione e le maestre cercavano di raggiungere gli obiettivi definiti all’interno del progetto.
Qui sotto vengono riportati tutti i giochi sperimentati nel progetto
ü La frutta si trasforma
ü Domino degli alimenti
La storia di un chicco di grano
ü Schede gioco da colorare .
ü Ricomponi la storia favorire
ü Puzzle di Giacomino
La storia di Salvatore il pescatore
ü Schede gioco da colorare
ü Schede per disegnare
ü Puzzle del mare
Il viaggio di Piccolo Bucaneve
ü Ricomponi la storia.
ü Schede gioco da colorare
ü Puzzle di piccolo
Collana quaderni gioco da colorare
ü Autunno…cadono le foglie
ü Inverno …aspettando la neve.
ü Primavera e i verdi prati
6. La creatività all’interno delle scuole: attività sorte in seguito al progetto
Le maestre hanno coinvolto le famiglie e i bambini nella preparazione dell’orto scolastico. E’ stata
preparata la terra per essere coltivata con ortaggi di vario genere per aiutare a comprendere il ciclo
produttivo e la temporalità della natura. Come conclusione del percorso le maestre in seguito alla
lettura de la storia di un chicco di grano hanno pensato di preparare i grissini. I bambini hanno
avuto l’opportunità di rinforzare i concetti che caratterizzano il percorso di trasformazione del grano
in un clima festoso e piacevole.
7. I disegni dei bambini: il loro vissuto
i disegni dei bambini sono stati inseriti nel lavoro per la “fata”
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8. I lavori delle maestre: il loro vissuto
All’interno del progetto Fata Maina è stato chiesto alle insegnanti di scegliere una modalità per
rielaborare e descrivere il progetto e il significato che ad esso attribuivano.
In particolare, le maestre della scuola M.L. Rubatto nello svolgimento del lavoro per la fata hanno
coinvolto i bambini, costruendo insieme un libro fatto di disegni e frasi dei bambini su quanto
imparato con il progetto Fata Maina.
Figura 3. La copertina del libro un cesto di frutta.
Figura 4. Andrea, 5 anni. Ha ritratto che cosa ha imparato a mangiare con i giochi di Fata Maina.
Figura 5.Giulia, 5 anni. Ha ritratto ciò che ama mangiare.
Fig 3.
Fig 4.
Fig 5
9.Le maestre si raccontano
Il progetto “Fata Maina” è stato accettato e svolto durante l’anno scolastico 2010/2011
per
permettere ai bambini di compiere attività ludiche, motorie e sociali con autonomia e sicurezza.
Abbiamo sperimentato e affrontato un argomento molto importante per i nostri bambini, quale
l’alimentazione. Abbiamo scelto questo progetto per fare una prevenzione primaria della sindrome
metabolica.
Il personaggio di “Fata Maina” è stato molto coinvolgente suscitando nei bambini curiosità e attesa
per gli incontri successivi. Il materiale fornitoci gratuitamente sarà molto prezioso per continuare
questo progetto educativo. Mary e Luisa, insegnanti della scuola, ringraziano la sig. Martina per la
preziosa collaborazione e per la disponibilità dimostrata durante lo svolgersi di tutta l’attività.
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A Fata Maina
Cara Fata Maina,
grazie per averci dato l’opportunità di “scoprire” che le fate non vivono solo nelle fiabe.
Grazie per averci dimostrato che la vera magia non risiede nel mondo incantato e idealizzato della
fantasia, ma nei pensieri e nelle azioni quotidiane colmi di generosità, al servizio della promozione
del bene altrui.
Grazie Fata Maina, per aver offerto ai “nostri” bimbi e a noi insegnanti la preziosa occasione di
apprendere, condividere, soffermarci, trasmettere, attraverso il modo migliore (giocando e
divertendoci a fare…) il valore profondo e totale del cibo.
Grazie a quanto ci hai donato, abbiamo provato a “tirare le fila”, a mettere un po’ di ordine a ciò
che il moderno consumismo trasmette seminando confusione e/o errati principi nelle menti in erba
dei piccoli e non solo. Ad esempio certi tipi di frutta e verdura presenti in ogni stagione anziché
solo in quella che madre natura ha stabilito per essi, l’inconsapevolezza del ciclo degli alimenti, la
loro provenienza ed i valori nutrizionali.
Noi crediamo che l’incontro con certe persone non sia casuale; a parer nostro il tuo Progetto
custodisce un valore che simbolicamente è paragonabile ad un seme (rimanendo in tema!). Se ben
piantato, nutrito e seguito con cura dà e darà frutti buoni e utili al futuro.
Offrire un’educazione alimentare ai bimbi, fin dalla più tenera età, permette di nutrire a fondo gli
animi e a coltivare in loro la consapevolezza che attraverso il cibo, al significato che ha per
ciascuno e la scelta di ciò che si mangia, comunichiamo, esprimiamo noi stessi e le nostre relazioni
affettive più intime.
Grazie Fata Maina
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