L`Associazione delle comunità tessili Europee ACTE - Po-Net
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L`Associazione delle comunità tessili Europee ACTE - Po-Net
ROANNE, 15 Dicembre 2003 Posizionamento di ACTE rispetto ala Comunicazione della Commissione Europea “il futuro del settore tessile abbigliamento in un’Europa allargata” L’Associazione delle comunità tessili Europee ACTE, creata a Guimaraes – Portogallo – nel 1991, rappresenta gli interessi delle comunità territoriali caratterizzata da un’importante presenza del settore tessile abbigliamento (TAC). ACTE ha quali principali obiettivi la promozione economica ed il rilancio dell’occupazione, l’apertura reciproca dei mercati internazionali, l’appoggio alla competitività delle imprese e della produzione locale, cosi come il rispetto delle clausole sociali e del consumo socialmente responsabile. A partire dalla sua creazione, ACTE ha esercitato un ruolo di attore europeo di primo ordine, sia per quanto riguarda la promozione che la difesa degli interessi di un settore caratterizzato da una forte concentrazione territoriale. Questa vocazione ha fatto di ACTE un’associazione attiva e dinamica, che non ha cessato di crescere, arrivando a rappresentare oltre 55 territori tessili in 7 Stati membri dell’Unione Europea, oltre alla Croazia. Per quanto riguardano le attività svolte, ACTE ha partecipato a numerosi progetti europei, quali RETEX, ADAPTEX, EUROINFOR, DESCUBRE, AC_TE; ha inoltre inviato raccomandazioni al libro verde sulle iniziative comunitarie e partecipa attivamente al gruppo di reti industriali Coalition Inter – che riunisce 3 diverse reti rappresentative del settore industriale europeo, quali RETI, CASTER, EURACOM. ACTE intende affrontare la data del 1° gennaio 2005 – ovvero la cessazione degli accordi Multifbre- posizionandosi intorno a 3 pilastri; commerciale, industriale e sociale, con l’obiettivo di attenuare al massimo gli effetti negativi di un processo – la liberalizzazione dei mercati per i prodotti del tessile abbigliamento – che, pur presentando diverse zone di ombre, si prospetta anche ricco di nuove opportunità. Il Comitato Esecutivo di ACTE riunitosi a Roanne (Francia) il 15 Dicembre 2003, dopo aver analizzato la Comunicazione della Commissione Europea “il futuro del settore tessile abbigliamento in un’Europa allargata”, manifesta quanto segue: • IL proprio accordo con le proposte avanzate dalla Commissione stessa, cosi come le linee generali di attuazione tracciate nei quattro capitoli della presente Comunicazione; • La propria soddisfazione per l’iniziativa, con particolare riferimento al dibattito che la Commissione stessa ha aperto con gli attori del settore, che si concluderà in data 26 Gennaio 2004, ed al quale ACTE parteciperà consegnando il presente documento; 1 • Che il 1° gennaio 2005 rappresenta per ACTE una data chiave, in quanto segnerà il futuro di un’industria, la quale in seguito al processo di ampliamento potrà contare su una forza lavoro pari ad oltre 2,5 milioni di lavoratori, con ulteriori prospettive di ampliamento; • Il proprio accordo per il fatto che la Comunicazione faccia esplicita menzione della forte concentrazione territoriale del settore TAC, e dei connessi forti impatti che la data del 1° gennaio 2005 avrà su interi territori; • La propria soddisfazione per aver visto accolti i punti strategici, contenuti nella Petizione Europea sul Commercio Internazionale promossa da ACTE e presentati nel corso del 2002 al Commissario Pascal Lamy; • LA propria soddisfazione per il fatto che la Comunicazione della Commissione UE avanzi un chiaro esempio di politica industriale per il settore TAC a livello europeo. Allo stesso tempo, sulla base di quanto appena discusso, ACTE propone: Da un punto di vista di politica commerciale: Che la Commissione Europea mantenga una posizione ferma e che porti concretamente a termine tutte le proposte avanzate, nel corso dei prossimi negoziati del WTO. Questa posizione dovrà tradursi in una serie di misure specifiche contro quei paesi che continuano a non aprire le proprie frontiere ai prodotti TAC europei, o che, avendole aperte, continuano ad applicare misure che equivalgono a restrizioni di tipo doganale. Ciò assicurerà una genuina concorrenza in condizioni di parità e permetterà ai produttori europei di incrementare le proprie esportazioni verso quei mercati che fino a questo momento sono stati segnalati per il fatto di mantenere barriere doganali troppo elevate. • Che la Commissione Europea studi la possibilità di creare un’etichetta unica per i prodotti TAC, in maniera da identificare le seguenti informazioni: - L’origine del prodotto (etichetta Made in Europe) come garanzia di qualità, rappresenta il miglior valore aggiunto per i produttori europei. Un’etichetta “Made in Europe” dovrebbe tuttavia essere accompagnata da una menzione concreta del paese di origine del prodotto (es. Made in Italy / Made in Europe) - La tracciabilità del prodotto: l’etichetta deve informare obbligatoriamente il consumatore sul ciclo di produzione dei prodotti, identificando l’origine del filato, del tessuto, ed il luogo di produzione dei prodotti tessili. - Il rispetto delle clausole sociali ed ambientali fondamentali, in modo da assicurare al consumatore che il prodotto è stato confezionato rispettando i diritti dei lavoratori. In virtù di ciò l’industria europea avrebbe a disposizione uno strumento con cui competere in condizioni di reciprocità con gli altri paesi produttori, in particolare dei paesi in via di sviluppo. • Che la Commissione Europea valuti la possibilità di rafforzare gli strumenti tesi a garantire il rispetto della proprietà intellettuale. Se si intende, infatti, che uno tra i principali valori aggiunti del settore TAC europeo consiste nella maggiore creatività ed innovazione, la 2 Commissione dovrebbe dotarsi di strumenti in grado di proteggere tali vantaggi comparativi nel miglior modo possibile. Da un punto di vista di politica industriale: • ACTE coincide con la posizione della Commissione Europea in quanto alle linee generali ed all’attuazione contenuta nella Comunicazione, e difende la necessità di una prospettiva anticipativa e strategica, dal livello europeo a quello locale. Una tale prospettiva dovrebbe in particolare focalizzarsi su Piani Strategici in grado di promuovere azioni a tutti i livelli nel campo dell’innovazione di processo e di prodotto; della formazione; della creazione e del potenziamento dei livelli di esportazione; del potenziamento e della creazione di nuove patenti o marchi a livello regionale e locale • Che la Commissione Europea incentivi lo scambio di buone pratiche a livello regionale per il settore tessile, dato che si tratta appunto di un settore a forte concentrazione territoriale. Tali buone pratiche possono assumere la forma di Piani di tipo strategico, all’interno di una politica industriale specificatamente concertata. ACTE in particolare intende appoggiare un modello di Piani Strategici di concertazione tra gli attori pubblici, economici e sociali dei territori interessati, in quanto si tratta del miglior strumento per massimizzare i benefici e per ridurre eventuali impatti negativi sul settore TAC. Da un punto di vista di politica sociale e territoriale: • Che i Fondi Strutturali possano finanziare i progetti che ricadono dentro le linee di finanziamento espresse nella presente Comunicazione della Commissione UE, per il periodo 2006 – 2011, ovvero in particolare: - Che si possa creare o privilegiare un programma specifico da parte della Commissione UE per i territori fortemente dipendenti da quei settori industriali in trasformazione, sostenendo in questa maniera le attività che mirano all’innovazione, ed evitando così gli impatti più traumatici per il settore TAC (chiusura degli impianti, aumento della disoccupazione) - Che la configurazione dei nuovi Fondi Strutturali permettano il finanziamento di specifici progetti. • Assumendo il fatto che si verificheranno perdite di posti di lavoro, ACTE opta per la creazione di un programma di accompagnamento lavorativo, grazie al quale si potrebbero tra l’altro monitorare quei sotto settori più vulnerabili da qui al 2005, e studiare con attenzione i percorsi dei disoccupati verso altri settori emergenti, oppure concentrandosi verso altri settori - come ad es. Il settore del tessile tecnico – in grado di assorbire e valorizzare il know how di coloro che hanno perso l’impiego. In aggiunta, ACTE chiede alla Commissione UE che si compia uno sforzo affinché il processo di delocalizzazione della produzione tessile sia accompagnato da una vera politica di cooperazione con i paesi in via di sviluppo, dato che proprio questi ultimi paesi saranno tra coloro che risentiranno in maggior misura della contrazione della produzione. In secondo luogo, una scelta politica di questo tipo deve contemplare una vertenza umanitaria e di sviluppo economico e sociale, in maniera coordinata con una politica di asilo e di immigrazione. 3 Come punto finale, ACTE manifesta la sua disponibilità e rinnova il proprio desiderio a formare parte del gruppo di alto livello, proposto nella Comunicazione della Commissione UE per il periodo 2004 – 2006. Riteniamo, infatti, che la partecipazione di ACTE in questo gruppo di lavoro sia indispensabile per garantire un’adeguata rappresentatività dei territori tessili, ovvero quei soggetti che più risentiranno delle decisioni prese a livello comunitario. 4