Auto, lezioni americane. Torino sbarca a Detroit.
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Auto, lezioni americane. Torino sbarca a Detroit.
PIEMONTE la Repubblica MARTEDÌ 13 APRILE 2010 economia Oggi al Sae si svolge un seminario che ha per protagonista la nostra regione e i progetti che ha in cantiere per la mobilità del futuro ■X IN MICHIGAN Accanto: Alessandro Barberis presidente della Camera di Torino. A destra: Detroit Auto, lezioni americane Torino sbarca a Detroit Da Angori a Di Giusto: il distretto e la sostenibilità DAL NOSTRO INVIATO PIER PAOLO LUCIANO DETROIT — Dice Alessandro Barberis, presidente della Camera di commercio: «Torino, una delle capitali storiche dell’ingegneria dell’auto, è oggi riconosciuta come centro di competenze per tutte le scienze collegate allo sviluppo della mobilità sostenibile. Un incubatore di progetti applicativi d’eccellenza per competenze e tecnologie, ma anche come business destination di qualità per investimenti diretti». E aggiunge: «Ecco perché, oggi che il mercato dei veicoli si trova a dover conciliare una legittima esigenza personale di muoversi a costi ragionevoli con una maggiore attenzione al risparmio energetico, questi cambiamenti nella nostra regione sono visti non come un limite ma come un’opportunità». E per dimostrarlo da oggi a giovedì il Piemonte partecipa al «Sae world congress & exibition» di Detroit, unico appuntamento internazionale per l’ingegnerizzazione dell’auto. Il tema della mobilità sostenibile caratterizza lo stand allestito dalla Camera di commercio con Ceipiemonte dove sarà tra l’altro esposto Ttw, il prototipo nato al Politecnico che è un po’ scooter e un po’ citycar. Ma c’è di più: il tema sarà anche il filo conduttore del seminario «Sustainable mobility and innovative technologies made in Torino-Piemonte» che, proprio oggi pomeriggio, si svolge nella città del Michigan. Moderato da Keith Crain di «Automotive news» vedrà nello spazio di tre ore intervenire esperti piemontesi e americani. Tra i nomi dei relatori spicca quello di Daniel Hancock, numero uno di General motors powertrain e vicepresidente del colosso americano che potrà raccontare la sua esperienza diretta di cinque anni trascorsi sotto la Mole, come direttore del Centro ricerche che Gm ha aperto dopo il divorzio da Fiat. E del Lingotto ci sarà Nevio Di Giusto, ad del centro ricerche Fiat di Orbassano che, se non da padrone di casa, sarà ascoltato comunque con molta attenzione anche dagli americani considerato il ruolo che la casa automobilista torinese sta giocando nell’adeguare Chrysler alla mobilità sostenibile. Prenderà la parola pure Silvio Angori, ceo di Pininfarina, il manager che sta provando a portare fuori dalle secche della crisi l’azienda di Cambiano, una delle prima a Barberis: “Siamo un incubatore di eccellenze per competenze e per tecnologie” Molta attesa anche per Hancock, ceo di Powertrain, che ha diretto il centro Gm sotto la Mole scommettere «nella culla del distretto dell’auto» sulla vettura elettrica. Ma altri torinesi si alterneranno sul palco: da Paolo Mulassano dell’Istituto superiore Mario Boella a Giovanni Foti general manager del Consorzio 5T che si occupa della gestione del traffico a Torino a Pierpaolo Antonioli, attuale direttore del centro ricerche di Gm al Politecnico. E ancora: Guido Rossignoli, general manager di Anfia. Spiegano al Ceip: «I progetti e L’iniziativa le attività di ricerca realizzati in Piemonte saranno il filo conduttore del seminario durante il quale si parlerà dello sviluppo di veicoli destinati alla mobilità urbana ecosostenibile grazie a nuove architetture, materiali e applicazioni e del ruolo che giocano le nuove tecnologie legate all’infomobilità e alla gestione del traffico intelligente. Un tema di grande interesse anche negli States ora che Obama ha accelerato sulle politiche del risparmio energetico». © RIPRODUZIONE RISERVATA La Provincia crea un gruppo di lavoro per immaginare i veicoli di domani: e il ruolo dell’area Vettura elettrica, il think thank di Saitta “Pronti a muoverci, con o senza la Fiat” STEFANO PAROLA C I SONO un cinese, un brasiliano, un tedesco, un italiano. Potrebbe essere l’inizio di una barzelletta, invece è il tentativo che la Provincia di Torino metterà in atto per immaginare quale sarà l’auto di domani. Lo farà attraverso un piano di lavoro che si svilupperà in tre mosse. Si comincia da domani, con una due giorni di seminario ristretto tra esperti internazionali del settore automotive. Si prosegue il 6 e il 7 maggio, con un «brain storming» che vede protagonisti alcuni esperti italiani di veicoli a trazione elettrica. Si conclude con un rapporto di sintesi che verrà sottoposto ad alcuni industriali torinesi e che verrà presentato ufficialmente in una conferenza a settembre. Lo scopo? «Vogliamo sondare il futuro, provare a capire quale può essere l’evoluzione del settore», spiega il presidente della Provincia, Antonio Saitta. Il ciclo di incontri è farina del suo sacco e di quello degli assessori al Lavoro, Carlo Chiama, e all’Industria, Ida Vana. E servirà appunto a tracciare la rotta dell’automotive torinese: «Non vogliamo — dice Saitta — costruire un libro dei sogni, ma analizzare quale sarà il posizionamento strategico di Torino in relazione a quello che sta capi- ASSESSORI Dall’alto: Carlo Chiama e Ida Vana, gli assessori che coordinano il piano tando nel resto del mondo. Se la tendenza di andare verso un’auto ibrida o totalmente elettrica verrà confermata, questo comporterà cambiamenti nei processi produttivi e nell’innovazione tecnologica. E noi vogliamo essere pronti ad Coinvolti esperti di Cina, Brasile, Usa Francia e Germania A coordinarli ci sarà Garibaldo affrontarli». E non è un caso che una buona parte dei partecipanti alla prima tavola rotonda provenga dai Paesi in via di sviluppo. Ci sarà l’esperto cinese Xianjun Li, dell’università Tsinghua, una delle più prestigiose di Pechino, ma anche Mario Sergio Salerno, che insegna al Politecnico di San Paolo. Senza dimenticare i rappresentanti delle nazioni in cui l’auto fa parte della storia industriale, come l’americano Bruce Belzowski (università del Michigan), i tedeschi Rainer Greca (Eichstätt) e Ulrich Jurgens (Berlino), il francese Bernard Jullien (Bordeaux), i torinesi Giuseppe Berta (Bocconi) e Giuseppe Calabrese (CerisCnr). Tutti coordinati dallo storico del lavoro Francesco Garibaldo, direttore del bolognese Istituto per il lavoro. Si riuniranno, racconteranno le loro realtà, discuteranno, cercheranno di trarre delle conclusioni. Un lavoro che, sottolinea Saitta, «servirà alla Provincia per capire come impostare le attività di carattere formativo che sono di nostra competenza e per calibrare meglio le scelte che compiamo sia noi come amministratori che tutto il tessuto produttivo torinese». Con o senza Fiat, perché, dice il presidente, «il nostro territorio resta caratterizzato da un’impronta automobilistica ed è attrezzato per dedicarsi a temi fortemente innovativi. Ma il tempo è un fattore chiave e la politica può aiutare a giocare d’anticipo sui cambiamenti, prima che tutto diventi maturo e che si perdano posti di lavoro». © RIPRODUZIONE RISERVATA