Crisi nera per il mercato immobiliare (-27%) rispetto al

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Crisi nera per il mercato immobiliare (-27%) rispetto al
Settimanale gratuito di Roma e del Lazio - Anno 2 - Numero 20 - 16 Maggio 2013
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Roma, Palozzi e Polverini
contestati al ristorante
in una cena elettorale
per Folgori:
“È stato un agguato”
Dura condanna
da tutta la politica
a pag 4
www.lecitta.it
Il primo dovere del Governo:
giù le tasse per rialzare l’Italia
di Daniele Priori
F
are presto. Fare subito. I
dati usciti questa settimana fanno spavento. Non solo
perché sono numeri brutti, col
segno meno davanti al quale
ormai da due anni circa ci
siamo abituati ma perché non
nutrono speranze da qui ai
prossimi mesi.
Sono sette trimestri consecutivi
che il prodotto interno lordo
(Pil) è in calo. Non era mai
accaduto prima. Le famiglie
non acquistano più case. Nel
2012 il calo nazionale è stato
addirittura di oltre un quarto
rispetto al 2011. Calano fortunatamente anche gli affitti, il
gas, la benzina. Non calano i
beni alimentari, il famoso carrello della spesa (nonostante gli
agricoltori facciano sapere che
loro stanno praticando i prezzi
più bassi di sempre).
segue a pag 7
Roma Capitale
Regione Lazio
Portonaccio, maltrattavano
gli alunni: in manette maestra
e dirigente scolastica
Reati ambientali, rinviata
a giudizio l’assessore
all’Agricoltura Sonia Ricci
a pag 11
a pag 9
Crisi nera per il mercato immobiliare (-27%) rispetto al 2011
Pil ancora giù dopo sette trimestri. Crollano produzione industriale
e consumi. Allarmante fotografia del Belpaese nei dati Istat
alle pagg 2 e 3
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Governo in convento
per cercare soluzioni:
venerdì stop all’Imu
e nuovi fondi per la Cig
a pag 5
2
LE CITTA’
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n. 20 - 16 Maggio 2013
Dati Istat. Ad aprile il tasso cala fino all’1,1%. Giù i prezzi di gas e benzina
I prezzi salgono ma l’inflazione scende
La colpa è del crollo dei consumi
Critica la Federconsumatori: “È un calo finto. Più che altro è un salasso da 533 euro a famiglia”
L’
Istat rivede al ribasso la stima
preliminare dell’inflazione ad
aprile che si attesta all’1,1% rispetto
alla stima provvisoria dell’1,2%. Nel
mese di aprile - si legge - l’indice
nazionale dei prezzi al consumo, al
lordo dei tabacchi, registra una vaiazione nulla rispetto al mese precedente mentre aumenta dell’1,1%
nei confronti di aprile 2012 (la
stima provvisoria era +1,2%), con
una decelerazione di cinque decimi
di punto percentuale rispetto alla
variazione tendenziale registrata a
marzo (+1,6%). A darne notizia
l’Istat, secondo cui il forte rallentamento dell’inflazione è principalmente imputabile alla frenata dei
prezzi dei beni energetici che calano del 2,1% rispetto a marzo e registrano una diminuzione dello 0,9%
su base annua (dal +3,4% di marzo). Nello stesso mese di aprile i
prezzi dei prodotti acquistati con
maggiore frequenza dai consumatori, il cosiddetto “carrello della
spesa”, diminuiscono dello 0,1% su
base mensile e crescono dell’1,5%
su base annua, in ulteriore rallentamento dal 2% di marzo.
Nel mese di aprile i maggiori incrementi su base mensile interessano i
prezzi delle Comunicazioni (+2,2%) e
dei Servizi ricettivi e di ristorazione
(+1,2%). In calo sul mese precedente risultano i prezzi delle divisioni
Abitazione, acqua, elettricità e
combustibili (-0,8%), trasporti (0,5%), ricreazione, spettacoli e cultura (-0,3%), abbigliamento e calzature e servizi sanitari e spese per
la salute (per entrambe -0,1%).
Rispetto, invece, ad aprile
2012 i maggiori tassi di
crescita si registrano per
Istruzione (+2,9%), Prodotti alimentari e bevande
analcoliche (+2,7%), abitazione, acqua, elettricità e
combustibili (+2,4%) e Altri beni e servizi (+2,0%);
quelli più contenuti per
servizi sanitari e spese per
la salute e ricreazione, spettacoli e
cultura (per entrambe +0,2%). I
prezzi delle comunicazioni e dei
trasporti risultano in flessione
(rispettivamente -2,5% e -0,2%).
I CONSUMATORI: MA QUALE
CALO? STANGATA DA 533
EURO A FAMIGLIA- “L’Istat
prosegue con la rilevazione di un
crollo dell’inflazione del tutto inesistente” calcolando un tasso sottostimato (all’1,1% ad aprile) che,
comunque, “comporta ricadute insostenibili per le famiglie, pari a
533 euro annui per un nucleo di tre
componenti”.
È quanto sostengono Federconsumatori e Adusbef, commentando in
una nota gli ultimi dati dell’Istituto nazionale di statistica. Per
entrambe le associazioni “l’unico
dato che conosce un continuo ed
inarrestabile crollo è quello relativo
alla contrazione del potere d’acquisto delle famiglie” pari al 6,7% nel
biennio 2011-2012, stando alle
stime dell’Osservatorio nazionale
Federconsumatori. “Anche ammes-
so che la frenata dei prezzi sia vera,
in ogni caso, si tratterebbe aggiungono le due organizzazioni di un segnale tutt’altro che rassicurante”, a riprova “delle gravi condizioni dell’economia italiana, affetta
da una profonda crisi dei consumi
“che, calcolano, si dovrebbe attestare al -6,9% tra il 2012 e il 2013”.
CONFCOMMERCIO: LA FRENATA RIFLETTE LA CRISI
DEI CONSUMI - A livello congiunturale “l’inflazione di aprile
(zero), migliore rispetto alle stime
preliminari (+0,1%), rappresenta
un segnale indubbiamente positivo
per le famiglie e l’economia nel suo
complesso”, spiega l’associazione.
Tuttavia, aggiunge, “la rapida fase
di rientro a cui si è assistito negli
ultimi mesi deriva, non solo dal
venir meno degli effetti degli interventi sulle imposte indirette e dal
ridimensionamento dei prezzi dei
prodotti energetici”. Sul rallentamento pesa, appunto, “soprattutto
la crisi dei consumi”, evidenzia
Confcommercio. “La riduzione
della spesa delle famiglie ha portato le imprese commerciali a contenere, o ridurre, i prezzi nel tentativo di attenuare il calo della domanda”, fa notare l’organizzazione dei
commercianti. “L’attuale Governo
ha mostrato - riconosce la Confcommercio - piena consapevolezza
riguardo l’eccezionale gravità della
crisi in atto, riconoscendo l’impossibilità di incrementare ulteriormente la pressione fiscale, già oggi
del tutto incompatibile con qualsivoglia ipotesi di ripresa”.
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LA CASA DOV’E’?
Nel 2012 150mila compravendite in meno
Mercato immobiliare in calo del 27,5%
In picchiata anche la produzione industriale -5,2%. Italia peggior Paese nell’Ue
C
rolla il mercato immobiliare
della casa nel 2012, perdendo
oltre 150 mila compravendite rispetto al 2011. Si tratta, secondo il
rapporto immobiliare 2013 di Abi e
Agenzia delle Entrate, del peggior
risultato dal 1985 quando le abitazioni comprate e vendute erano
state circa 430 mila. Nel 2012, come emerge dal rapporto realizzato
dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate in collaborazione con l’Abi
presentato martedì a Roma, si è
avuta una riduzione del 27,5% rispetto al 2011 per i volumi di com-
pravendite delle case (a 448.364
numero di transazioni), con un calo
inferiore per i capoluoghi (-24,8%),
e maggiore nei comuni non capoluogo (-26,1%). A livello territoriale
l’area del nord-est, dove si realizza
il 18,3% del mercato nazionale, e’
quella che ha subito il calo più elevato delle compravendite nel 2012
rispetto al 2011 (-28,3%). Sempre
lo scorso anno sono state vendute
case per un totale di circa 46,4
milioni di metri quadri (-25,4% sul
2011), con una superficie media di
circa 104 mq. Da segnalare è anche
la forte diminuzione del valore di
scambio complessivo, stimato in
circa 75,4 miliardi di euro, quasi 27
in meno del 2011. Nelle otto principali città italiane (Roma, Milano,
Napoli, Torino, Palermo, Genova,
Bologna, Firenze) il calo delle compravendite è stato del 22,4% con un
valore di scambio stimato di circa
19,5 miliardi di euro, ovvero 5,7 in
meno rispetto al 2011. Tiene invece
l’indice di accessibilità che misura
la possibilità di accesso alle famiglie italiane all’acquisto di una abitazione. Dopo un anno e mezzo di
calo, nel secondo semestre 2012 è
migliorato con la quota di famiglie
che dispone di un reddito sufficiente a coprire almeno il 30% del costo
annuo del mutuo per l’acquisto di
una casa di poco superiore al 50%
come per il primo semestre 2010
(13 milioni di famiglie circa). In
picchiata la produzione industriale
in Italia: -5,2% a marzo rispetto
allo stesso mese del 2012.
Per Eurostat è il peggior dato tra le
grandi economie continentali. Giù
anche Germania (-1,5%) e Francia
(-1,6%). Nell’insieme dell’ Eurozona il calo è stato dell’ 1,7% (-1,1%
nella Ue a 27). Forti crescite in
Olanda (+11,1%) e paesi baltici.
Dati Istat. Allarme dei consumatori: via subito Imu sulla prima casa e stop all’aumento Iva
Meno Pil per tutti, Eurostat conferma la crisi nell’Eurozona
Italia - 2,3 % rispetto all’anno scorso, anche la Francia in recessione. Bene solo la Germania
Secondo l’istituto di statistica, nel
primo trimestre del 2013 il Prodotto
interno lordo italiano ha segnato una
contrazione dello 0,5% rispetto ai tre
mesi precedenti e del 2,3% rispetto
allo stesso periodo del 2012. Il calo
congiunturale segnato dal Pil nel
primo trimestre del 2013 è il settimo
consecutivo. Lo segnala l’Istat, sottolineando che si tratta della peggior
striscia negativa dall’inizio delle serie
storiche. Nel primo trimestre del
2013, il Pil italiano ha segnato infatti
una contrazione dello 0,5% rispetto
ai tre mesi precedenti e del 2,3%
rispetto allo stesso periodo del 2012.
La variazione acquisita per il quest’anno è pari a -1,5%. “Il calo congiunturale - si legge in una nota dell’istituto di statistica - è la sintesi di
una diminuzione del valore aggiunto
nei comparti dell’industria e dei servizi e di un aumento nel settore dell’agricoltura. Il primo trimestre del
2013 ha avuto lo stesso numero di
giornate lavorative del trimestre precedente e una giornata lavorativa in
meno rispetto al primo trimestre del
2012.
EUROSTAT: IN CALO IL PIL DI
TUTTA L’EUROZONA. FRANCIA IN RECESSIONE - Nessuna
buona notizia neppure sul fronte
eurozona. Secondo Eurostat, infatti,
la recessione non sembra arrestarsi
nemmeno in Europa dove il Pil è
sceso nel primo trimestre di quest’anno dello 0,2% nell’Eurozona e
dello 0,1% in Ue 27. Rispetto allo
stesso periodo del 2012, il Pil ha registrato una flessione rispettivamente
dell’1% e dello 0,7%. Nel trimestre
precedente, l’ultimo del 2012, il Pil
era sceso dello 0,6% nell’Eurozona e
dello 0,5% in Ue, mentre su base
annua il calo era rispettivamente 0,9% e -0,6%. In Italia, certifica
Eurostat, il calo dl Pil è stato dello
0,5% rispetto all’ultimo trimestre
2012 e del 2,3% rispetto al primo. In
Germania, invece, il Pil è salito dello
0,1% rispetto al trimestre precedente
e sceso dello 0,3% su base annua
(per la prima volta), in Francia si
registra il secondo ribasso trimestrale (-0,2% e -0,4% rispettivamente),
che fa entrare di fatto Parigi in recessione. Mentre in Spagna la depressione è più marcata (-0,5% e -2%).
Eurostat informa che nel primo trimestre il Pil degli Stati Uniti è salito
dello 0,6% rispetto al precedente,
quando era già positivo (+0,1%),
mentre su base annua l’aumento
oltreoceano è pari all’1,8%.
INTESA: “ANDAMENTO PIL
PUO’ ANCORA PEGGIORARE”
- L’andamento del Pil potrebbe peggiorare ancora nel II trimestre. E’ il
commento ai dati Istat di Paolo
Mameli, economista del servizio
studi di Intesa Sanpaolo, che spiega:
“In Italia il Pil è calato più del previsto nel 1 trimestre, con una flessione
dello 0,5% congiunturale (comunque in miglioramento rispetto al 0,9% di fine 2012). La variazione
annua migliora dal -2,8% al -2,3%. Il
dettaglio non è ancora disponibile,
ma il calo del valore aggiunto sembra
dovuto principalmente a servizi e
costruzioni, mentre l’industria in
senso stretto dovrebbe aver dato un
contributo circa nullo”.
I CONSUMATORI: VIA SUBITO
IMU SULLA PRIMA CASA E
AUMENTO IVA - Federconsumatori e Adusbef giudicano ‘’estremamente preoccupanti’’ i dati Istat sul
calo del Pil nel primo trimestre.
‘’Ancora una volta, non ci sorprendono - affermano in una nota - Addirittura, secondo le nostre previsioni, a fine anno il Pil rischia di avvicinarsi al -2%’’. Si tratta, secondo le
associazioni, della conseguenza dell’impoverimento delle famiglie,
costrette a tagliare in maniera sempre piu’ pesante i propri consumi.
Secondo l’Osservatorio Federconsumatori, nel 2013, la caduta della
spesa alimentare si attestera’ al 4,6% (oltre 262 euro a famiglia).
“L’unica strada per invertire tale tendenza e’ agire in direzione di un
rilancio della domanda di mercato”
dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio
Lannutti, che ritengono “indispensabile” cancellare l’aumento dell’Iva ed
eliminare l’Imu sulla prima casa (per
chi ne possiede solo una).
Settimanale gratuito
di Roma e del Lazio
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n. 20 - 16 Maggio 2013
Il caso. Il fattaccio è avvenuto in una cena politica organizzata lo scorso giovedì 9 maggio
Palozzi, Polverini e Folgori aggrediti al ristorante
“Squallido agguato di gruppettari all'amatriciana”
Un nutrito gruppo di manifestanti irrompe nel locale e inveisce contro i commensali
iovedì sera: è in corso una cena
G
amicale e politica con una decina di commensali, tra cui il consi-
gliere regionale Adriano Palozzi, la
deputata Renata Polverini e il candidato al Consiglio comunale di
Roma Enrico Folgori, quando un
nutrito manipolo di manifestanti
entra nel ristorante, si avvicina al
tavolo e inscena una contestazione
che sfocia presto in aggressione
verbale. Tutto questo è accaduto lo
scorso 9 maggio tra l'incredulità e
la sorpresa dei presenti, con un eloquente lo striscione che campeggiava alle spalle dei commensali:
“Mentre voi mangiate senza ritegno, Roma sanguina”. Questa la
reazione dell'ex sindaco di Marino
Palozzi: “L’agguato cui siamo stati
sottoposti io, l’onorevole Polverini,
il candidato al Comune di Roma
Folgori e gli altri invitati alla cena
di giovedì è stato un momento triste, pericoloso e due volte squallido: anzitutto per come è avvenuto,
nel bel mezzo di un ristorante, tra
tavoli, camerieri, altri clienti del
tutto inconsapevoli, poi per il
secondo tempo che ha portato questi gruppettari all’amatriciana a
pubblicare il video quasi ventiquattro ore dopo, come il loro personale trofeo da celebrare sull’altare
dell’antipolitica”. Palozzi si è detto
comunque “felice che le istituzioni
abbiano reagito, a prescindere dalle
singole appartenenze. Ringrazio ha continuato - tutti coloro i quali
stanno manifestando solidarietà.
In particolare il presidente della
Regione Zingaretti, esponente di
una sinistra democratica che, purtroppo, non riesce a controllare più
queste frange di esaltati”. Il consigliere regionale poi ha concluso: “A
fronte delle nobili parole del presidente della Repubblica, Giorgio
Napolitano pronunciate proprio in
Senato contro i toni eversivi da evitare a tutti i costi, questi gruppettari ce la mettono tutta, additano, filmano, tentano di spubblicare, col
rischio che qualcuno, una volta o
l’altra, possa andare oltre. La politica e le istituzioni unite non dovranno permettere che si vada oltre.
Invito il ministro degli Interni,
Angelino Alfano e il capo del
Governo, Enrico Letta a vigilare
con attenzione su questi episodi e,
ancor di più, sui luoghi e i gruppi
dove essi originano”. Visibilmente
irritato pure Folgori: “Purtroppo i
provocatori non si sono limitati
solo all’aggressione verbale, ma
qualcuno ha addirittura alzato le
mani verso me e altri due amici
mentre provavamo a capire le motivazioni della loro protesta. La
nostra calma ha di fatto evitato che
si creassero conseguenze molto più
gravi, soprattutto viste le dimensioni ridotte della sala e le ristrette vie
d’uscita”, ha chiosato il candidato a
consigliere comunale.
Le reazioni. Parole di vicinanza per le vittime del gesto e condanna dell’episodio
Immediata la solidarietà del mondo istituzionale: da Aracri e Zingaretti fino ad Alfano e Alemanno
Immediato lo sdegno del mondo
politico per l'aggressione verbale e
subitanea la solidarietà umana
espressa nei confronti di Folgori,
Palozzi e Polverini. Tra i primi il
duo piddiellino Aracri-Angelini:
“Una vicenda indecente e inaudita,
che svilisce ogni qualsiasi lecita
forma di protesta e che va oltre i
concetti di democrazia. Un gesto,
comunque, da non sottovalutare in
una città come Roma e in un
momento delicato come quello che
sta attraversando il Paese, un gesto
che rileva la violenza di alcune
frange che vanno arginate e isolate”. Sulla falsariga il capogruppo
Pdl alla Camera Brunetta: “Ancora
una volta gruppi organizzati di sinistra dimostrano questo becero
modo di fare antagonismo e lotta
politica attraverso episodi di intol-
leranza e caccia all'uomo. Nessuno
di noi si sognerebbe di fare altrettanto nei confronti dei nostri avversari. Questa è la nostra differenza,
questo il nostro tratto distintivo”.
Vicinanza è giunta pure dal sindaco
uscente Alemanno: “Si tratta di un
episodio indegno che oltre ad
offendere la persona svilisce l'antagonismo politico al livello di un
becero attacco personale”. “Voglio
esprimere la mia solidarietà a Renata Polverini, Adriano Palozzi e
Enrico Folgori per l'aggressione
verbale che hanno subito la scorsa
sera a Roma. Simili accadimenti
non possono essere tollerati e vanno condannati sempre in maniera
chiara e decisa” è invece il pensiero
del presidente della Regione
Zingaretti. Duro il vicepremier
Angelino Alfano: “L'aggressione a
Renata Polverini è la rappresentazione di quanto può accadere se si
fomenta l’odio politico che non
vede nella parte opposta un avversario, ma un nemico. Il nostro
Paese - ha aggiunto il ministro berlusconiano - si è emancipato, in un
cammino difficile e doloroso, dalle
logiche di violenza che sono ben
lontane dalle forme civili e democratiche del confronto e del dissenso. La politica deve salvaguardare il
suo alto ruolo di rappresentanza di
tutti i cittadini e, per questo, unita
deve condannare e prendere le
distanze da episodi di tale gravità.
Nessun atto del genere va dunque
sottovalutato per le ricadute pericolose si possono determinare nel
tessuto sociale di un Paese che
lavora per uscire da una crisi che va
ben oltre i suoi confini”.
n. 20 - 16 Maggio 2013
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LE CITTA’
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verso I CeNTo GIorNI CoN LeTTA
Lavoro ai giovani, casa, riforme
I primi obiettivi del Governo
Alla fine dei prossimi tre mesi il primo pit stop
di verifica del lavoro compiuto
ono quattro i punti dell’agenda
s
di governo per i primi cento
giorni. Lo ha spiegato il presidente
del Consiglio, Enrico Letta, al termine del seminario che ha visto il
governo riunito domenica e lunedì
a Spineto. Letta ha spiegato che fra
tre mesi si farà un punto per verificare quanto è stato fatto davvero.
“Lavoro ai giovani, casa, agevolazioni per chi ha voglia di fare e
riforme”, sono le direttrici dell’azione di governo indicate dal presidente del Consiglio. Sul fronte del
lavoro giovanile e dell’emergenza
occupazione, il primo punto citato
da Letta, il governo ha deciso innanzitutto il varo di un decreto per
il rifinanziamento della Cig. Quindi, ha spiegato il premier, “c’è
un’attenzione molto forte sul tema
occupazione giovanile, abbiamo
fatto un punto: il ministro Giovannini ha fatto una panoramica
delle diverse opzioni che possiamo
mettere in campo, sia sull’impegno
nazionale che su quello europeo,
sapendo che questo secondo è un
lavoro congiunto”. La seconda
grande questione su cui il Governo
interverrà è quella della “casa, tema
sul quale vogliamo lavorare in questi 100 giorni a tutto campo: riguarda il rilancio dell’edilizia nel nostro
paese; riguarda naturalmente la
questione delle fasce più deboli, le
giovani coppie che non riescono a
prendere una casa in affitto; c’è il
tema dell’ambiente, delle ristrutturazioni ecocompatibili, tema complesso, abbiamo fatto un esame
della situazione, affronteremo la
modalità con la quale dare risposte”. E poi “naturalmente c’è il
tema della fiscalità: il decreto in
corso di finalizzazione darà il primo
segno e poi la riforma complessiva
della fiscalità della casa che sarà
una delle questioni
chiave dell’azione
del governo in questi cento giorni”.
Letta ha poi proseguito: “Terzo, il paese ha bisogno di
ripartire, con fiducia, e questo
passa attraverso il successo dei due
primi punti ma anche attraverso il
fatto che il governo riesca a dare
messaggi forti con un’iniziativa
fatta di diversi atti normativi che
sia un messaggio positivo agli italiani che vogliono fare qualcosa per
il loro paese, mettere in campo iniziative, nei campi diversi - penso al
campo della cultura, dove pensiamo di fare un investimento particolarmente significativo dal punto di
vista del contenuto e della prospettiva. Gli italiani che hanno voglia di
fare, di non rimanere fermi a godere delle rendite o a vivere i sacrifici
che stanno vivendo troveranno del-
le agevolazioni, semplificazioni,
sblocchi, sburocratizzazioni, incentivazioni”. Per il capitolo riforme,
infine, “vorremmo che la riforma
della politica, il grande tema della
riforma della politica, passasse il
punto di non ritorno in questi primi
cento giorni, cioé che si arrivasse a
un punto dal quale non si può più
tornare indietro. Sappiamo che è
proceduralmente molto complesso
perché la gran parte di queste riforme passa attraverso la riforma della
costituzione: la riduzione dei parlamentari, l’abolizione delle province... C’è bisogno di una procedura
complessa e vogliamo assolutamente che questa procedura cominci”.
Governo, in convento nuovo patto Letta-Alfano:
niente campagna elettorale per i ministri
Venerdì taglio Imu e soldi per la Cig sul tavolo dell’esecutivo
Un metodo, lo ‘’spirito di Spineto’’,
con i ministri fuori dalla campagna
elettorale, per far superare al governo gli ‘scossoni’ degli ultimi giorni.
Al termine dei lavori, Letta, il vicepremier Angelino Alfano e il ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello, hanno tenuto una conferenza stampa. Per prima cosa il presidente del Consiglio ha voluto far
chiarezza sul “caso” scoppiato in
seguito alla presenza di Alfano alla
manifestazione di sabato a Brescia,
chiedendo “franchezza e lealta” a
tutti i ministri. ‘’Abbiamo preso - ha
spiegato Letta - la decisione di attenersi a una regola per la quale i
ministri si occupino delle cose di
governo e facciano il loro meglio per
dare risposte ai problemi del Paese
stando fuori dalle vicende più prettamente politiche e partitiche, a partire dalla campagna elettorale amministrativa. È una decisione di
buon senso per superare i problemi
che ci sono e che non si risolvono
con la bacchetta magica’’. Stop dunque ai comizi dei ministri per evitare
ripercussioni sull’esecutivo. E’ quel-
lo che Letta ha definito lo “spirito di
Spineto”: “Le cose ci si dicono dentro, con una discussione interna
anche dura, si assumono dentro le
decisioni e poi si portano avanti’’.
Senza lealtà, ha ammonito, “ognuno
in libertà fa le proprie scelte, io in
primis”. Sulla stessa linea Alfano,
per il quale in questi due giorni “non
sono stati certo superati problemi
che ci sono da vent’anni” ma “il
governo non si farà sopraffare da
questi problemi. Noi siamo qui per
l’Italia, per il bene dell’Italia”, ha
aggiunto il vicepremier, assicurando
che lo stop ai ministri per manifestazioni e comizi elettorali “non è stata
materia divisiva per il governo ma
una scelta condivisa e concordata”.
Tra le scadenze immediate c’è quella
di venerdì quando il Consiglio dei
Ministri affronterà le questioni di
Imu e rinnovo della Cassa integrazione in deroga e su questo, in questo giorni, il ministero dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, sta
effettuando un “lavoro di coordinamento’’ con gli altri ministeri interessati per arrivare ai decreti.
Prodi e Monti, due ex premier a Palazzo Chigi
Al centro i prossimi appuntamenti europei
Agli incontri ha preso parte pure l’ex ministro delle Finanze Visco
Si sarebbe parlato anche di idee sulla riforma della politica
Un incontro di un’ora prima di
pranzo con Romano Prodi, poi
nel pomeriggio prima di cena
due ore con l’ex premier Mario
Monti e l’ex ministro delle
Finanze del Governo Prodi,
Vincenzo Visco. I postumi del
ritiro governativo in convento
hanno necessitato, pare, ulteriori consigli. Al centro dell’agenda, forse, ancora la task
force di ex premier per l’Expo ma,
pare, anche consigli sui prossimi
appuntamenti europei. Stando a
quanto trapelato, i due principali
temi affrontati sia nel colloquio
con Visco che con Monti, sarebbero stati i prossimi consigli europei
e la riforma della politica, le cui
basi operative sono state poste
proprio a Spineto.
Nell’incontro con Monti, quest’ultimo ha rivestito il doppio ruolo di
ex premier e leader di Scelta
Civica. Letta e Monti nell’incontro
avrebbero stabilito di rivedersi
regolarmente.
n. 20 - 16 Maggio 2013
LE CITTA’
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TUTTI AL MARE
Le spiagge italiane sono sempre più belle: Bandiere blu in aumento
Il Lazio conferma i suoi cinque vessilli: tutte in provincia di Latina tranne Anzio. Male la Calabria
con tre riconoscimenti in meno. Per la prima volta entra il lago di Levico in Trentino Alto Adige
I
n Italia aumentano le spiagge con
mare eccellente, mentre il Lazio
conferma i suoi vessilli di qualità.
Così come l'anno scorso, infatti, nella
nostra regione figurano ben cinque
località marittime a cui è stata assegnata la tanta desiderata Bandiera
Blu: stiamo parlando di Anzio, in
provincia di Roma, Sabaudia, San
Felice Circeo, Sperlonga e Ventotene-Cala Nave in provincia di Latina. Un buon risultato per le nostre
località, uno stimolo ulteriore a fare
meglio in futuro.
Tornando alla situazione della
Penisola, c'è da sottolineare che il
sigillo del mare doc è stato consegnato a 135 comuni rivieraschi, quattro
in più rispetto al 2012, con un totale
di 248 spiagge. Merito delle amministrazioni locali che rispettano a
menadito i diktat per ottenere la
Bandiera blu della Fondazione per
l’educazione ambientale (Fee) Italia.
Elevato il dato delle conferme dei
Comuni (quasi 9 su 10) e sufficientemente buono anche il rendimento
degli approdi turistici, che salgono a
62 (61 nel 2012) a conferma che una
importante quantità di porti turistici
è arrivata ad una serie di decisioni di
sostenibilità ambientale e garanzia di
servizi erogati di qualità. Ancora
numeri: Sono 9 i nuovi Comuni fra
Adriatico e Tirreno che hanno ricevuto il vessillo: Francavilla al mare,
Fermo, Pedaso, Campomarino, Tortolì, Carrara, Framura, San Lorenzo al mare e Levico Terme, debutto per la località sul lago in Trentino;
cinque, invece, le spiagge eliminate
di cui tre in Calabria (Marina di
Gioiosa Jonica, Amendolara, Cariati), una in Abruzzo e una in Sicilia.
La Liguria si conferma al top della
classifica con 20 località vincitrici.
Subito dietro Marche con 18, Toscana con 17, Abruzzo con 14, Campania con 13, Puglia con 10, Emilia
Romagna con 8, e il Lazio le 5. La
Sardegna aumenta di una località
fino a 7, invariato il Veneto con 6
Bandiere Blu, mentre il Molise arriva
a 3. La Sicilia scende a 4, la Calabria
“cala” a 3 perdendo.
Friuli Venezia Giulia e Piemonte
confermano le 2 Bandiere Blu, per
Basilicata e Lombardia invece un
solo vessillo. Tornando al risultato
generale della Penisola, moderata
soddisfazione è stata espressa da
Claudio Mazza, presidente della Fee
Italia: “L'incremento di Bandiere
Blu, ben 135 Comuni, dimostra l'impegno continuo delle località rivierasche in un percorso per la piena
sostenibilità”, ha detto spiegando
che “il turismo sostenibile è oggi una
scelta obbligata per chiunque abbia
la responsabilità di amministrare il
territorio e lavori per il suo sviluppo”.
segue dalla prima
Ripartire subito per allontanare il baratro sociale
Siamo nella spirale, forse nel punto
più attorcigliato di questa spirale
recessiva che da un anno fa sentire
forte la sua frusta sulla carne viva
del Paese. Non ce n’è per nessuno. Ce
lo dicono in maniera inoppugnabile
altri numeri diffusi da Eurostat. Ce
n’è anche per la Francia che ha iniziato anche lei il suo percorso recessivo. Ce n’è un poco anche per la
Gran Bretagna. Non per la Germania che continua a stare, sia pure
di poco, sopra lo zero. Così come per
l’Olanda e i Paesi del nord i cui dati
sul prodotto industriale (che per noi
segnano cinque punti sotto lo zero)
sono addirittura dieci, undici punti
sopra. Parliamo in quest’ultimo
caso della produzione industriale.
Un divario a segnare inesorabilmente l’esistenza di due Europe pur
nella stessa crisi. Fatto sta che, sperando i ritiri in convento sortiscano
i buoni effetti sperati, il pallino ora è
più che mai nelle mani del Governo.
L’Italia deve poter ripartire perché i
conti sani e il baratro sociale a un
passo non accontentano davvero
nessuno.
E ciò che è più brutto è che la malata Italia si trova nella fase in cui,
ahinoi, ci stiamo abituando al male
mentre proprio ora serve un po’ di
respiro, ossigeno. Sarà la sospensio-
ne dell’Imu a darlo. Crediamo non
basterà. Hanno ragione le associazioni di consumatori: serve con
chiarezza uno stop all’aumento già
previsto dell’Iva in luglio che deprimerebbe ancora di più i consmu.
Ma, aggiungiamo noi, di più e
meglio occorrerebbe un taglio netto
all’Imu su capannoni industriali e
negozi (che alcune volte si sono trovati a pagare addirittura quattro
volte in più rispetto a quanto pagavano di Ici) e all’Irap.
Bisogna riprendere le attività produttive prima di tassarle ancora.
Ora serve davvero una spinta al
Paese. L’Italia col suo grande or-
goglio e la forza dei suoi cittadini è
ben pronta a darsela da sola.
Purché si allentino le vessazioni.
Pare lo stia capendo persino Equitalia.
E le banche riprendano a dare credito ai cittadini, alle famiglie e alle
aziende. Altrimenti non se ne esce.
E, sarebbe bene dirlo ai profeti
della “decrescita felice”, l’obiettivo
non è tornare al consumismo ma
rimettere in qualche modo in piedi
un Paese che ormai e da troppo
tempo è ridotto in ginocchio e
senza speranze. L’Italia merita di
più.
Daniele Priori
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LE CITTA’
Regione Lazio
n. 20 - 16 Maggio 2013
Commissione Ambiente. Lo ha detto durante la seduta del 9 maggio scorso
L'annuncio di Civita: “Entro un anno il testo unico sull'urbanistica”
Per l’assessore il documento semplificherà un settore che ha ben 72 leggi regionali differenti
L
a commissione Ambiente, Lavori
pubblici, Mobilità, politiche della
Casa e Urbanistica del Consiglio
regionale del Lazio, presieduta da
Enrico Panunzi (Pd), si è riunita la
scorsa settimana per l'illustrazione
delle linee programmatiche da parte
dell'assessore Michele Civita, responsabile di urbanistica, trasporti e
rifiuti. “Tre priorità per quanto
riguarda l'urbanistica - ha spiegato entro un anno vogliamo approvare
un testo unico che riordini, semplifichi e vada a innovare un settore nel
quale abbiamo 72 leggi regionali differenti. Poi approvazione definitiva
del Piano paesistico regionale, infine
revisione del Piano casa, modificando quelle norme che hanno dato origine al contenzioso con il ministero
per i Beni culturali”. Civita ha poi
proseguito la relazione illustrando la
“drammatica situazione debitoria
per quanto riguarda i trasporti.
Abbiamo un miliardo di debiti, la
precedente amministrazione ha già
speso le risorse del Fondo nazionale
dei prossimi anni. Dobbiamo intervenire applicando rigorosamente la
spending review a Cotral, rendendo
l'azienda più efficiente, migliorando
allo stesso tempo il servizio. Aremol
deve essere rilanciata per arrivare
alla costituzione di una agenzia per
la mobilità unica a livello regionale.
E dobbiamo varare il Piano regionale per la mobilità, i trasporti e la logistica, perché occorre un quadro di
regole certe”. Infine l'emergenza
rifiuti: “Per la prima volta dopo 40
anni - ha illustrato l'assessore - nel
Lazio non verranno più scaricati in
discarica rifiuti non trattati, grazie
agli accordi con altre Regioni. Ma
dobbiamo arrivare rapidamente a
un sistema autosufficiente, penso
soprattutto a Roma. Abbiamo stanziato 150 milioni per i prossimi tre
anni per estendere in tutto il Lazio la
raccolta differenziata porta a porta.
Dobbiamo lavorare sulla riduzione
dei rifiuti, sulla creazione di un'industria del riuso e del riciclo”. Per
Gianluca Quadrana (Lista Zingaretti) “la strada è giusta, dobbiamo
intervenire su Cotral, soprattutto sul
costo del personale e della manutenzione”.
Di “impianto solido” ha parlato,
invece, Riccardo Valentini (Per il
Lazio): “Insistere sulla differenziata,
con incentivi per i cittadini. Approvare il Piano paesistico sarà un
grande risultato”. Secondo Adriano
Palozzi (Pdl) non “si può utilizzare
dappertutto la raccolta porta a
porta. Per quanto riguarda Cotral
basta proseguire sulla strada già
avviata”. “Tutelare il territorio senza
penalizzare lo sviluppo - afferma
Fabio De Lillo (Pdl) -. E stiamo
attenti perché la raccolta porta a
porta ha un costo elevatissimo”.
Fabrizio Santori (La Destra) ha
messo in evidenza la necessità di
“ricevere tutti i documenti necessari
per poter lavorare”. “Strada giusta”
per Cristiana Avenali (Per il Lazio),
mentre Devid Porrello (M5S) ha
parlato di abbandonare un modello
“fallimentare di gestione dei rifiuti”.
Pietro Sbardella (Lista Bongiorno)
infine ha spiegato che “le materie
affrontate sono il perno per lo sviluppo della Regione”.
L'analisi. Il consigliere regionale comunque condivide e apprezza le parole di Michele Civita
Simeone (Pdl) critica l'attendismo della giunta Zingaretti
L’esponente punta su decentramento, ambiente e rifiuti: “Sono una risorsa, non un problema”
Decentrare, semplificare e fare sono
queste le parole chiave su cui si è
concentrato l’intervento di Giuseppe
Simeone, consigliere regionale del
Pdl, in risposta alle linee proposte
dall’assessore regionale Michele
Civita. “Condivido e apprezzo lo
sforzo dell’assessore di ottimizzare
le procedure, ma per farlo davvero è
fondamentale il decentramento delle funzioni amministrative.
Sull’urbanistica dopo una retorica
usata per anni, che è diventata
anche stucchevole, sulla semplificazione ho proposto di attivare azioni
di decentramento reale per portare
le scelte operative sempre più vicino
ai cittadini. Oggi abbiamo 70 strumenti legislativi di regolamentazione dell’urbanistica, fare un testo
unico è scelta importante ma a questo va aggiunto il passaggio strategico di accentrare nei Comuni la parte
operativa: un interlocutore unico
per imprese e gli stessi cittadini a
fronte di un assurdo “pendolarismo”
amministrativo dove tutti fanno
tutto e nessuno risponde con il solo
risultato di esasperare i cittadini. La
Regione deve legiferare e passare
l’amministrazione agli enti locali
territoriali. Questo metodo è decisivo anche per quanto riguarda i vincoli legati alla tutela dell’ambiente e
del paesaggio. I vincoli ambientali
vanno letti non come limite ma
come opportunità di sviluppo. C’è,
poi, l’idea di una cultura vincolistica
generica e assolutamente non funzionale, la Provincia di Latina di
concerto con l’Università di Napoli
si è dotato di uno strumento puntuale di definizione delle risorse e dei
beni da tutelare nel territorio.
Bisogna passare dall’idea di vietare,
all’idea di tutelare, dall’idea della
paura alla prospettiva della
tutela mirata all’immenso ma
reale patrimonio ambientale,
culturale ed architettonico del
nostro territorio. Con l’assessore Civita è stato affrontato
anche il nodo della mobilità.
La Regione deve assicurare la
funzionalità di Cotral, Atac e
Trenitalia ma anche e soprattutto
dare certezze alle decine di imprese
che assicurano la mobilità nei territori e che hanno oneri insopportabili per i ritardi nei pagamenti regionali. Dare certezze in questo ambito
è qualità della vita dei cittadini e
anche certezza per imprese che
danno lavoro a decine di lavoratori.
Sui rifiuti, nella logica di una opposizione costruttiva, siamo concordi
con la scelta di stanziare 150 milioni
di euro per il servizio di raccolta
porta a porta. A questo, però, va
aggiunto un piano di chiusura del
ciclo dei rifiuti negli ambiti provinciali, il principio guida è quello delle
tre R: ridurre, riciclare, riutilizzare.
Il rifiuto va visto come risorsa e non
come problema. Ogni Provincia,
come quella di Latina che lo ha proposto per anni, ha il diritto di chiudere il ciclo di gestione e smaltimento dei rifiuti sul proprio territorio
traendo risorse che possono agevolare i cittadini oggi nella morsa di
tasse troppo alte a fronte di servizi,
purtroppo, scadenti”.
n. 20 - 16 Maggio 2013
Regione Lazio
LE CITTA’
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L'annuncio. Il presidente Zingaretti: “Un successo storico per la Regione Lazio”
CINQUE MILIARDI DI EURO PER I DEBITI DELLA PA
Il risultato è stato reso possibile dal grande impegno istituzionale e tecnico degli uffici,
dalla buona compattezza della maggioranza e dal senso di responsabilità dell’opposizione
“I
l Governo ha appena riconosciuto alla Regione Lazio 2 miliardi e
542 milioni di euro per onorare i
debiti non sanitari, più del 40% delle
risorse ripartite nella seduta della
Conferenza delle Regioni. Un successo storico per il Lazio, di cui sono
particolarmente soddisfatto perché
ci permette di offrire alle famiglie e
alle imprese una boccata di ossigeno”. Lo ha affermato pochi giorni fa
in una nota Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio. “Utilizzeremo questa somma, come previsto dal decreto 35/2013, per onorare
i debiti certi, liquidi ed esigibili non
sanitari della Regione verso enti
locali e fornitori. Queste risorse,
unite ai 786 milioni di euro che ci
sono già stati riconosciuti per la sanità - continua il presidente Zingaretti
- e soprattutto alla ben più consistente quota che dovremmo ottenere
nelle prossime settimane per il 2014,
sempre riferita ai debiti della Sanità,
ci porterà a vederci riconoscere dal
Governo un totale di oltre 5 miliardi
di euro”. “Questo risultato - conclude
il presidente della Regione Lazio - è
stato reso possibile dal grande impegno istituzionale e tecnico degli uffici
della Regione, che in poco tempo
sono riusciti a predisporre tutti gli
adempimenti del caso. E anche dalla
grande compattezza della maggioranza e dal senso di responsabilità
dell’opposizione. Le risorse accordate in queste ore ci verranno liquidate
entro il mese di giugno, e noi le trasferiremo tempestivamente a chi ne
ha diritto. Una iniezione di liquidità
che servirà a dare respiro alle nostre
aziende in difficoltà, mettendole
nelle condizioni di programmare con
più serenità il proprio futuro e - chiosa infine - di pensare a prospettive di
sviluppo che ci aiutino a portare i
nostri territori fuori dalla crisi”.
Il caso. L’esponente con delega all’Agricoltura è accusata di reati ambientali
Rinviata a giudizio l’assessore Ricci. Palozzi: “Si dimetta”
Lei si difende e si dice fiduciosa nella magistratura. Pdl: “Quanto accaduto è una cosa gravissima”
L’assessore regionale all’Agricoltura, Sonia Ricci, è stata rinviata a
giudizio dal Tribunale di Latina con
l'accusa di reati ambientali. Nel
mirino degli inquirenti il rogo di
rifiuti accaduto nell'azienda agricola
di Sezze, nella quale lavorava prima
di andare l'assessorato alla Pisana.
L'episodio risale al settembre 2010.
Questa la difesa della Ricci: “L’incendio di cui si parla si verificò per
cause che ancora oggi non conosco.
All’epoca del fatti, io ero dipendente
e non rappresentante legale dell’azienda agricola proprietaria del
fondo e dei connessi fabbricati agri-
coli. Posso solo dire - continua l'assessore regionale - che, all’improvviso, nel piazzale antistante si sviluppò un focolaio, che aggredì rapidamente il materiale legnoso e plastico, depositato per l’utilizzo a scopi
esclusivamente agricoli. Prontamente - ha continuato la Ricci - chiamammo i vigili del fuoco, che intervennero sul posto, provvedendo a
spegnere il fuoco. Subito dopo,
intervenne anche l’autorità giudiziaria per gli accertamenti del caso. In
quel momento ero l’unica persona
presente in azienda. Ho piena fiducia nella magistratura, che sono
sicura farà chiarezza sulla vicenda”.
Sulla posizione della Ricci è intervenuto il consigliere regionale, Adriano Palozzi: “Che fine hanno
fatto i professori del Pd? Questi moralizzatori di sinistra sono gli stessi
che parlavano di contenimento delle
spese ma poi hanno nominato una
Giunta di esterni, che in pochissimi
mesi ha fatto già registrare due defezioni e iniziative pari a zero - Queste
le prime parole del consigliere che
poi continua -. Quelli pronti in
prima linea a puntare il dito contro
gli altri ma poi a fronte del rinvio a
giudizio di un membro di una
Giunta insediata pochi mesi fa, oggi
tacciono, scompaiono. Nell'aspettare una ferma condanna da parte di
Nicola Zingaretti e di tutto il Pd, che
ancora non è arrivata, auspichiamo
che l'assessore Ricci rimetta il suo
incarico. Quanto accaduto è gravissimo, e merita una presa di posizione netta da parte di questo centrosinistra che fino ad oggi si è contraddistinto solo e soltanto per sprechi e
per un immobilismo totale”.
Economia. Riforma della governance degli strumenti per l’accesso al credito
La Regione ridà ossigeno al sistema produttivo del Lazio:
avviata la trasformazione Bil in intermediario finanziario
La giunta regionale ha avviato la
riforma della Governance degli strumenti per l’accesso al credito ed alle
garanzie delle imprese, per ridare
ossigeno al sistema produttivo del
Lazio e favorire la ripresa economica. Una riforma che procederà nei
prossimi 90 giorni con un percorso
di confronto e di ascolto che coinvolgerà tutti i soggetti interessati, a partire dal Consiglio regionale e dalle
forze economiche e sociali della
Regione. “Per rispondere ai pesanti
rilievi sollevati nei mesi scorsi dalla
Banca d’Italia e per superare l’oggettiva fragilità giuridica e patrimoniale della struttura è stata avviata la
trasformazione di Bil (Banca Impresa Lazio) in intermediario finanziario vigilato ex art.107 T.U.B. Basti
pensare - spiega Fabiani assessore
allo Sviluppo economico e Attività
produttive - che dal 2007 ad oggi Bil
ha accumulato perdite per 4 mln,
mantenendo un livello di operatività
al di sotto delle aspettative e inferiore a quanto garantito da altre strutture operanti nella Regione. Solo per
fare un ulteriore esempio, nel 2012
Eurofidi ha avuto un’operatività sul
Fondo Centrale di Garanzia relativa
ad imprese laziali di circa sei volte
maggiore di quanto fatto da Bil nello
stesso periodo”. “Abbiamo avviato
una riforma strutturale e radicale
per mettere finalmente a sistema i
soggetti pubblici e privati che debbono dare assistenza e sostegno alle
imprese del Lazio, oggi strangolate
dal credit crunch e da una Governance regionale che fino ad oggi
non si è dimostrata adeguata a
rispondere ai bisogni ed alle difficoltà del sistema economico. In questo
quadro intendiamo inoltre recuperare i forti ritardi accumulati nell’utilizzo dei fondi europei, a partire
dalla immediata messa a disposizione di 130 mln per l’accesso al credito delle imprese, attraverso misure
per stimolare le start up, gli investi-
menti e la patrimonializzazione
delle PMI”. “Infine, abbiamo in programma la definizione di un rapporto più strutturato e flessibile con il
Fondo Centrale di garanzia, anche
attraverso un maggiore coinvolgimento del sistema bancario - conclude Fabiani - e intendiamo impostare una policy regionale a sostegno
del ruolo dei Confidi, per stimolarne
la crescita, il rafforzamento patrimoniale e l’aggregazione”.
n. 20 - 16 Maggio 2013
Roma Capitale
LE CITTA’
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Il caso. Ritorna impietosa alla mente l’ombra scura della vicenda di Rignano Flaminio
TERRORE E VIOLENZA SUI BIMBI DELLA SCUOLA “SAN ROMANO”
Mercoledì una maestra e una coordinatrice della materna di Roma sono state arrestate
dalle forze dell’ordine con l’accusa di maltrattamenti e percosse nei confronti di minori
di Marco Montini
L
eggi San Romano e ti ritorna in
mente Rignano Flaminio. Simil
dinamiche, simil protagonisti, stesse accuse, stesso “luogo del delitto”,
stesse vittime. Una storia, quella
dell'Olga Rovere, che proprio un
anno fa di questi tempi, invadeva le
cronache mediatiche con l'assoluzione degli imputati dei presunti
abusi a danni di bimbi indifesi.
Quell'ombra di violenza minorile è
rispuntata impietosa mercoledì
mattina quando una maestra e una
coordinatrice, entrambe sulla sessantina, di una scuola pubblica
materna di Roma sono state arrestate - e ora si trovano ai domiciliari - dalle forze dell'ordine con l'accusa di maltrattamenti e percosse nei
confronti di alcuni minori. Sarebbero emersi da parte delle due
arrestate atteggiamenti violenti,
offensivi, umiliazioni verbali e mortificanti della dignità dei bambini.
Particolarmente grave e desolante
l'episodio con protagonista un bambino, “colpevole” di essersi fatto la
pipì nei pantaloni, che sarebbe stato
costretto dalla maestra ad inginocchiarsi e ad asciugarla con un fazzo-
letto di carta, dopo essere stato
minacciato, davanti agli altri bambini, di fargliela pulire con la faccia.
Il comportamento della maestra,
fatto di insulti e umiliazioni verbali,
si rivolgerebbe pure a bimbi portatori di disagi e difficoltà psicoinfantili. Una vicenda, se confermata, di ordinaria follia e che getta
nello sconcerto una intera comunità, che ancora fatica a riprendersi
dall'incredibile vicenda di Rignano
e da tutte quelle storie di inspiegabile violenza ai danni di coloro che
dovrebbero essere le creature umane più dolci e amate del mondo.
I bambini appunto. Vicende squallide, opache, deprecabili, fuori dal
mondo, che non si perpetrano solo
in pubblici istituti. È di questi giorni, ad esempio l'arresto, di un ginecologo della provincia di Salerno,
accusato di aver convinto una minorenne a vendere per 25mila euro a
una coppia il bambino del quale era
incinta e che ha poi partorito: compravendita risalente all’ottobre 2011.
Oppure come non dimenticare il
rinvio a giudizio di una insospettabile suora che, secondo la Procura
di Roma, avrebbe molestato e punito i suoi alunni. Un'accusa, che per
ora tale rimane, e che tanti sperano
non diventi sporca certezza. Tutto
questo, dunque, raccontano le cronache. E le presunte violenze di San
Romano ne rappresentano solo l'ultimo tassello. Adesso molto probabilmente inizieranno i processi
mediatici: ci auguriamo che non si
faccia di tutta l'erba un fascio e non
si generalizzi negativamente verso
una categoria, quella degli insegnanti, capace e - passateci il termine - non manesca. Altresì si faccia
luce sul caso capitolino e si punisca
chi sbaglia. Un monito ancor più
poderoso soprattutto in questo
mese di maggio che ha vissuto la
“Giornata Bambini Vittime della
violenza, dello sfruttamento e della
indifferenza contro la pedofilia”. Lì
papa Francesco ha detto: “Tutti
dobbiamo impegnarci con chiarezza
e coraggio affinchè ogni persona,
specialmente i bambini, che sono
tra le categorie più vulnerabili, sia
sempre difesa e tutelata”.
Il focus. Gli inquirenti spiegano i comportamenti di direttrice e maestra
La Questura di Roma racconta gli abusi
La notizia criminis è stata acquisita dopo alcune segnalazioni provenienti da persone
gravitanti all’interno dell’ambiente scolastico di San Romano e dai genitori dei bimbi
Le indagini sono state coordinate
dal sostituto procuratore Eugenio
Albamonte, dirette dal dirigente del
Commissariato di Pubblica Sicurezza “San Basilio” e condotte dagli
ufficiali e agenti di Polizia Giudiziaria della Squadra di P.G.
Esterna del medesimo Ufficio di
Polizia. La notizia criminis veniva
acquisita in seguito alla segnalazione proveniente da persone gravitanti nell’ambiente scolastico nonché da alcuni genitori che riferivano di presunti maltrattamenti e
vessazioni posti in essere da una
maestra e commessi in danno di
alcuni alunni minori degli anni 4.
Dai primi accertamenti risultava
altresì, che la direttrice della scuola, sarebbe stata a conoscenza della
condotta illecita dell’insegnante,
omettendo di prendere gli opportuni provvedimenti, in violazione dei
suoi poteri-doveri di vigilanza e
controllo, al fine di salvaguardare il
buon nome dell’istituto “San Romano”. In seguito a questa preliminare attività d’indagine il sostituto
procuratore titolare dell’inchiesta,
dopo aver ascoltato le dichiarazioni
dei potenziali testimoni, disponeva
un’attività d’indagine tecnica che
effettivamente forniva riscontri
oggettivi circa i gravi indizi di colpevolezza già evidenziatisi, in particolare, a carico della F.M. Gli investigatori, diretti dal dr Lauro,
durante tale fase, accertavano la
commissione di comportamenti
violenti, vessatori, offensivi e mortificanti della dignità dei bambini
affidati ad essa durante l’orario
scolastico. Tali condotte dell’educatrice, che generavano nei piccoli un
clima di terrore, mettendoli in
costante soggezione psicofisica, si
manifestavano anche incitando
alcuni di loro, solitamente i più
grandi, alla violenza e alla denigrazione in danno degli altri. Il comportamento della maestra, fatto
anche di insulti ed umiliazioni verbali, riguardava anche bambini
portatori di disagi e difficoltà psicoinfantili. Venivano usati epiteti
vari come scemo, zozzo, bastardo.
Dalle indagini emergeva inoltre,
che nonostante la maestra fosse
stata più volte, nel tempo, criticata
e ripresa anche dalle sue colleghe
circa i suoi metodi educativi, avvalendosi della protezione e della
copertura della direttrice, continuava imperterrita nella commissione di tali illeciti, limitandosi
esclusivamente a non assumere tali
comportamenti in presenza di altro
personale scolastico. Nel corso del
tempo le diverse persone, docenti e
non, che rappresentavano i comportamenti dell’insegnante alla
direttrice M.R.C., si sono sempre
trovate davanti ad un “muro” o
addirittura emarginate dall’ambiente, poiché la stessa cercava di
mettere tutto a tacere, senza prendere alcun provvedimento, inducendo al silenzio chiunque volesse
evidenziare in qualche modo la
errata sistematicità educativa che si
teneva all’interno della scuola, in
particolare nella suddetta classe,
ricorrendo anche a forme di intimidazioni e di ritorsioni, abusando
dei propri poteri istituzionali.
12
LE CITTA’
Roma Capitale
Il caso. La decisione è arrivata dal primo cittadino uscente Gianni Alemanno
Municipale, revocata la commissione del concorso
Questo dopo che la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo d’indagine
Revocata la commissione esaminatrice del concorso per 300 posti di
Istruttore della Polizia Municipale.
Lo ha deciso il sindaco Alemanno,
dopo l’informazione della Procura
della Repubblica di Roma di aver a-
perto un fascicolo d’indagine nei confronti dell’intera commissione - ad
esclusione del presidente - per il reato
di falso ideologico per il verbale di
insediamento della commissione. La
commissione era composta da An-
gelo Giuliani, presidente, e dai membri Donatella Scafati e Maurizio Sozi;
e dalle segretarie di commissione,
signora Gloria Conte e dottoressa
Alessandra Ascione. Senza entrare
nel merito della correttezza dei lavori
n. 20 - 16 Maggio 2013
della commissione, l’esistenza dell’indagine per falso ideologico mina alla
base la serenità del lavoro della commissione e degli esaminandi. Necessità di assicurare trasparenza e
correttezza dell’Amministrazione, alla base della decisione del sindaco per
la revoca della commissione. Agli
uffici capitolini è stato chiesto di
nominare una nuova commissione
per il concorso di Istruttore di Polizia
Municipale.
L’inaugurazione. Struttura creata dal Gros, Gruppo Romano Supermercati
E’ realtà il nuovo Centro Logistico Romano
Il magazzino permetterà di ridurre i costi grazie ai modernissimi sistemi
di trasporto dei pallet in arrivo dai fornitori e in partenza per i vari distributo-
P
ochi giorni fa è stato inaugurato il
nuovo Centro Logistico Romano,
realizzato all’interno del Car (Centro
Agroalimentare Roma). Il nuovo
impianto, realizzato dal Gros Gruppo Romano Supermercati - è
stato presentato dal presidente del
Gros Giorgio Trombetta. All’incontro
sono intervenuti, oltre a Trombetta e
al presidente della Federlazio
Maurizio Flammini, alcune tra le
maggiori autorità cittadine e regionali, tra cui il sindaco di Roma
Capitale Alemanno, l’assessore capitolino alle Politiche del Commercio e
Attività Produttive Bordoni, l’assessore alle Politiche del Territorio della
Regione Lazio Civita, il presidente
della Camera di Commercio di Roma
Cremonesi. Il nuovo magazzino, uno
degli impianti nazionali più grandi
ed evoluti del suo genere, permetterà
di ridurre gli attuali costi della logi-
stica grazie a modernissimi sistemi
di trasporto dei pallet in arrivo dai
fornitori e in partenza per i vari
distributori. L’impianto è in grado,
infatti, di garantire ogni ora un flusso di 260 pallet in ricevimento e 150
in spedizione. Il risparmio ottenuto
dalla logistica consentirà ai vari
distributori di contenere i prezzi dei
prodotti venduti a tutto vantaggio
dei clienti finali. Il nuovo impianto è
stato realizzato su un’area di 80mila
mq, di cui 42mila mq occupati da
magazzini e 3mila mq da uffici, un
piazzale di 34mila mq, 78mila posti
pallet e 32 bocche di carico e scarico.
Il Groa, proprietario del nuovo
Centro Logistico, è il gruppo più
grande ed importante operante nel
settore a Roma e provincia. Nato 18
anni fa grazie alla lungimiranza di
alcuni commercianti romani, oggi il
Gros riunisce sotto un unico gruppo
tutte le maggiori insegne storiche dei
vari supermercati. I numeri rendono
bene l’idea del potenziale del gruppo:
14 aziende associate, 145 punti vendita a Roma e provincia che danno
lavoro a 3800 dipendenti. Nel 2012 il
Gros ha realizzato un fatturato di 1
miliardo e 136 milioni di euro, raggiungendo una quota del 21% sul
totale delle vendite realizzate a Roma
e provincia. “L’inaugurazione del
nuovo Centro Logistico – ha dichiarato il Presidente del Gros, Giorgio
Trombetta - è un’ulteriore conferma
di come il Gros abbia saputo lavorare in questi anni tenendo sempre
nella giusta considerazione gli interessi dei consumatori. I risultati fin
qui raggiunti - ha concluso Trombetta - sono stati ottenuti percorrendo la strada del legame con il territorio, con i cittadini romani, con la
comunità locale e soprattutto la strada dello stare insieme, del fare rete e
della sinergia tra imprese, che rappresenta oggi la sola strada in grado
di rispondere positivamente alla
crisi”.
L'iniziativa. Le passate edizioni hanno visto la partecipazione di oltre 10mila giovani
Al via i tirocini a Roma Capitale: ecco l’edizione 2013 di Pica
Dopo il successo delle passate edizioni, che hanno visto oltre 10mila giovani raccogliere l’invito di Roma
Capitale a svolgere un tirocinio formativo al suo interno, torna il bando
Pica - Percorsi Innovativi di Cittadinanza Attiva: ci si può candidare
di nuovo, entro il 21 maggio, a partecipare a uno dei 150 tirocini retribuiti in programma. I giovani selezionati percepiranno un rimborso complessivo di 350 euro al mese. Anche
quest’anno possono presentare
domanda tutti i giovani, italiani e
non, che abbiano compiuto il
18esimo e non superato il 31esimo
anno di età, in possesso dei seguenti
requisiti: immunità da condanna,
anche non definitiva, alla reclusione
superiore ad un anno per delitto non
colposo, o alla reclusione anche di
entità inferiore per un delitto contro
persona o concernente detenzione,
uso, porto, trasporto, importazione o
esportazione illecita di armi o esplosivi, ovvero per delitti riguardanti
l’appartenenza a gruppi eversivi,
terroristici o di criminalità organizzata. Essere inoccupati o disoccupati ai sensi dlgs 181/2000 ed essere iscritti al Centro per l’Impiego.
Non aver precedentemente espletato, integralmente o parzialmente,
un tirocinio Pica Roma. Avere idoneità allo svolgimento delle mansioni relative al posto da ricoprire.
È possibile inoltrare la
domanda di partecipazione da lunedì 30 aprile al
21
maggio,
tramite
Internet, collegandosi al
sito ufficiale picaroma.it.
I candidati dovranno scegliere uno, ed uno solo
pena esclusione, dei progetti messi
a bando e compilare in ogni sua
parte la scheda di partecipazione
online, allegandovi il proprio curriculum. Terminata la fase delle candidature, Roma Capitale procederà
già prima dell’estate alla selezione
dei tirocinanti, valutandone i curricula e convocandoli per un colloquio motivazionale. L’avvio dei
tirocini è previsto entro l’autunno. I
percorsi formativi riguardano
diversi ambiti: dall’ambiente al
patrimonio artistico e culturale,
dall’informatica allo sviluppo e
tutela del territorio, dall’assistenza
e solidarietà alla sicurezza e legalità. Molti dei percorsi proposti quest’anno vedono coinvolte attivamente anche le associazioni e le
organizzazioni del terzo settore
impegnate sul territorio capitolino,
oltre che il mondo dell’università.
“Roma Capitale - prosegue l'assessore Cavallari - punta a far sì che i
percorsi formativi siano spesi in
una dimensione europea” mediante
scambi e viaggi. A questo fine “le
competenze acquisite con i tirocini
verranno poi certificate dal sistema
Vpl (Validation of Prior Learning),
già collaudato in ambito europeo”.
Ciò permetterà ai partecipanti di
poter sperimentare il proprio bagaglio di conoscenze sul mercato del
lavoro in tutta l’Ue”.
n. 20 - 16 Maggio 2013
Metropoli nord
LE CITTA’
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Il caso. Giuliano Sala illustra le problematiche della multiservizi comunale
Crisi della Bracciano Ambiente, il sindaco dà i numeri:
“Un Consiglio comunale per definire una strategia”
Qualche giorno fa un confronto diretto tra i dipendenti e l’Amministrazione comunale
ssemblea qualche giorno fa per
A
un confronto diretto tra i dipendenti e l'amministrazione comunale. Il sindaco Sala ha dato lettura di
un documento con il quale ha illustrato i conti e le problematiche
della Bracciano Ambiente. “In
primo luogo - dice - abbiamo messo
in evidenza il calo dei ricavi passati
dai 7,6 del 2005 a 5,5 milioni del
2012 conseguente all’avvio della
differenziata porta a porta in molti
dei 26 comuni, Bracciano compresa, che conferiscono nell’impianto
di smaltimento, con conseguente
riduzione della quantità di rifiuti
stoccati. Sul piano dei costi del personale - aggiunge Sala - abbiamo
illustrato i costi relativi lievitati da
2,1 mln di euro del 2005 a 3,9 del
2012. Il picco si è determinato nel
2008 quando l’amministrazione è
stata costretta alla assunzione di 12
persone aventi diritto alla stabilizzazione in quanto i contratti stilati
non specificavano che si trattasse
di contratti a tempo determinato.
Nei costi del personale vanno
aggiunti anche quelli derivanti
dalla assunzione di lavoratori di categorie protette in adempimento a
normative di legge fino ad allora
disattese. A questa situazione di
riduzione dei ricavi si aggiunge
un’incertezza sugli impianti. In
attesa che l’autorizzazione richiesta
per l’impiego dell’ex cava Vaira per
l’abbancamento dei rifiuti trattati il tal quale non è più ammissibile
per legge - dovremmo chiudere
l’impianto. L’unica possibilità,
senza spese aggiuntive di grande
portata, riguarda la possibilità di
poter impiegare una volumetria
residuale dell’attuale “panettone”
di Cupinoro”. Al riguardo in questi
giorni incontrerò i dirigenti dell’ufficio competente della Regione per
proporre questa soluzione temporanea. L’alternativa sarebbe quella
della chiusura. Ho poi specificato
dell’attuale impossibilità di affidamenti in house dei servizi di raccolta rifiuti e spazzamento prevista
dalla normativa e della conseguenza necessità di effettuare un nuovo
bando pubblico, alla quale la Bracciano Ambiente, se vorrà, potrà
partecipare. Come annunciato ho
ribadito la convocazione a breve di
un Consiglio comunale ad hoc,
aperto agli interventi della dirigenza della multiservizi e agli esponenti dei sindacati, per confrontarci e
definire, con una delibera di indirizzo, una strategia comune delle
attività da mettere in atto da parte
dell’azienda. L’assemblea - conclude Sala - è stata utile per informare
i dipendenti sulla effettiva situazione della spa che potrebbe dar luogo
al ricorso di ammortizzatori sociali
escludendo, al momento, l’istituto
della mobilità che significherebbe
per i lavoratori - conclude Sala - la
definitiva uscita dall’azienda municipalizzata”.
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LE CITTA’
Metropoli sud
n. 20 - 16 Maggio 2013
Marino. Il ricambio generazionale in città parte dalle Politiche culturali ed educative
Giunta, Otello Bocci lascia il posto a Arianna Esposito
E' lei il nuovo assessore a Cultura e Pubblica istruzione
Il vicesindaco Fabrizio De Santis: “Novità che accogliamo con grande attenzione e affetto”
È
un ricambio generazionale che
parte dalle Politiche culturali ed
educative quello che vede la giovane Arianna Esposito entrare nella
rosa dei 7 assessori in Giunta di
Marino. Ex consigliere Udc oggi
confluita nel Pdl, è persona dalla
capacità amministrativa acclarata
dalla sua decennale esperienza nel
mondo associativo, della scuola
oltre che politico. A comunicarlo,
nel Consiglio comunale del 10 maggio, il vice sindaco Fabrizio De
Santis. La Esposito andrà a prendere il posto dell’assessore Bocci che
ha rimesso il mandato, assumendone la delega alla Cultura. “Una
novità, che accogliamo con attenzione e affetto, formulando all’assessore Esposito uno speciale e sincero augurio per il suo nuovo impegno - ha detto De Santis -. Per un
avvicendamento che nasce dalla
volontà di questa Amministrazione
di dare voce e spazio ad energie
innovative, rispondendo altresì alle
normative facenti capo al principio
di pari opportunità. Un'occasione
importante, realizzata grazie alla
lungimiranza di un politico di
lunga esperienza come Bocci. Un
uomo dalle elevate doti umane e
professionali che ringrazio per l’impegno profuso in qualità di pubblico amministratore al servizio della
comunità. Aupiscando in una nuova, futura, collaborazione con l’Amministrazione, esprimo riconoscenza per la sua disponibilità a fornire
idee e supporto tecnico per il progetto di governo della città”. Il vice
sindaco di Marino ha poi informato
in merito alla parziale rimodulazione delle deleghe assessoriali attri-
buite ai singoli membri della giunta. Per Giuseppe Bartolozzi, ad
integrazione delle Attività Produttive, Risorse sovracomunali,
Rapporti con enti sovracomunali,
Turismo e Promozione del territorio, andrà ad aggiungersi quella la
delega allo Sport. Per Remo Pisani,
oltre a Servizi Sociali e alla Persona, Decentramento amministrativo e Ambiente, l’incarico di seguire l’Edilizia scolastica, in preceden-
za attribuita al vice sindaco De
Santis, e la Sanità. Per Pisani c’è la
revoca delle funzioni in materia di
Pubblica Istruzione, che sono state
assegnate al nuovo assessore Esposito. “Un grazie - ha detto Esposito
- per aver avuto modo di partecipare attivamente al governo della
città. Incarico che accetto con grande entusiasmo e forte senso di
responsabilità. Cercherò, pur consapevole delle ristrettezze economiche,
di dare il mio contributo al meglio,
mettendo a frutto la mia esperienza
vissuta sul campo e facendo tesoro
degli insegnamenti che questa
Amministrazione, nella sua interezza, ha saputo offrirmi in questi anni.
Saluto affettuosamente il consigliere
regionale Palozzi, già sindaco di
Marino, con il quale ho condiviso la
creazione di questo progetto politico
e al quale, in virtù delle deleghe a me
assegnate, chiedo di farsi interprete
delle necessità del nostro Comune.
In termini di iniziative e progetti che
più si adatteranno alla storia e alla
tradizione, al presente e al futuro del
territorio. Un ringraziamento che
estendo personalmente anche a
Otello Bocci che ha condiviso il mio
ingresso in giunta”.
Albano. Francesco Aracri: “Dopo i ballottaggi la riorganizzazione sui territori”
Cinzia Vercelloni fa il grande salto e approda nella Pdl
Palozzi: “Siamo pronti per un restyling del centrodestra”
Al fianco del consigliere regionale gli esponenti locali Di Lauro e il capogruppo Ferrarini
Il Pdl con il suo campione di voti in
provincia di Roma, il consigliere
regionale, Adriano Palozzi ha annunciato ad Albano il passaggio dell’ex assessore alla Pubblica Istruzione, Cinthia Vercelloni dall’Udc al
partito del premier Berlusconi. Alla
conferenza stampa, tenutasi nella
sala giunta di Palazzo Savelli, sede
municipale di Albano, divenuto in
realtà un happening grazie all’arrivo
di numerosi amici e sostenitori,
hanno preso parte oltre all’ex sindaco di Marino, Palozzi e alla dottoressa Vercelloni, il senatore Francesco
Aracri (Pdl) e gli esponenti locali del
partito, Roberto Di Lauro e Massimo Ferrarini che del Pdl è capogruppo in Consiglio comunale.
L’Udc dal 2010, dopo aver governato per un decennio con il centrodestra, ha dato il proprio appoggio al
centrosinistra e da tre anni è al
governo della cittadina dei Castelli
col sindaco Pd, Nicola Marini. Tre
anni nei quali, secondo Di Lauro “la
città si è fermata: ha visto dimezzata
l’assistenza domiciliare, ha la società
partecipata Albafor che non paga gli
stipendi da gennaio tutti fatti che
certificano il fallimento acclarato
della giunta Marini per cui è nostro
dovere tornare a proporci”. Una
decisione, quella della Vercelloni, di
abbandonare l’Udc per il Pdl ma-
turata proprio nel
triennio trascorso.
“La mia - ha detto
l’ex assessore d’area
cattolica - è una scelta giusta per lealtà e
coerenza. Anche perché sono sempre più
convinta che il Pdl sia
l’unico partito antitetico alla sinistra”. Il
consigliere regionale
Adriano Palozzi nel
ringraziare Vercelloni per la scelta
effettuata ha sottolineato come “in
effetti l’Udc non presentando la lista al
comune di Roma abbia deciso autonomamente di scomparire”.
Tornando alle vicende locali, Palozzi
ha sottolineato come l’ingresso della
Vercelloni nel Pdl sancisca che “ci
sono tutte le possibilità per fare un
restyling del centrodestra anche ad
Albano”. Una analisi partita dal
momento critico vissuto dal Pdl
“superato con l’autocritica, una
gestione più collegiale che ha portato
il Pdl ad essere nuovamente il primo
partito d’Italia”. La soluzione, secondo Palozzi, è nel “radicamento del
consenso sul territorio” attraverso
cui “il partito cresce”. “Per questo ha concluso - - cercheremo di essere
una squadra coordinata a tutti i
livelli per poterci presentare come
alternativa quanto prima anche ad
Albano”. Concetti, quelli espressi da
Palozzi, sottolineati in conclusione
dal senatore Francesco Aracri che ha
voluto sottolineare come “la politica
dell’apparire stia finendo”.
“Il tema che si porrà all’attenzione
dopo le elezioni amministrative - ha
concluso - sarà proprio quello della
riorganizzazione sui territori”. Pare
che il Pdl del Lazio con Aracri e
Palozzi in prima fila si stia già dando
da fare.
n. 20 - 16 Maggio 2013
Litorale
LE CITTA’
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Gaeta. Mitrano vuole mettere i puntini sulle i in merito ai numeri del documento consuntivo
Rendiconto di gestione, il sindaco: “Ecco i dati reali”
Il primo cittadino attacca: “La prima notizia rilevante, sfuggita intenzionalmente a una certa
minoranza, è il positivissimo risultato conseguito nell’ambito del recupero dell’evasione fiscale”
“I
numeri di un bilancio comunale vanno inquadrati nel giusto
contesto, e non semplicemente letti
e considerati come valori assoluti,
altrimenti si rischia di dire il falso.
Alcuni detrattori della nostra Amministrazione commettono, infatti,
un errore colossale quando si limitano a “leggere” i numeri, come essi
stessi hanno dichiarato alla stampa. Numeri che senza l’inquadramento necessario si configurano
come dati apparenti e non reali.
Riconosco, da tecnico della materia, che l’analisi di rendiconti comunali non è per niente facile e
richiede una conoscenza specifica
per riuscirne a estrapolare il reale
significato”. È questa una doverosa
premessa del sindaco Cosmo Mitrano, pronto a riportare nella giusta cornice i dati del rendiconto
consuntivo 2012, pubblicati dalla
stampa nella versione fornita da
una parte dell’opposizione, al fine
di far emergere l’analisi più appropriata e veritiera degli stessi. “Il
primo dato di eccezionale rilevanza, sfuggito intenzionalmente a una
certa minoranza, nonostante emerga, con chiari numeri, dal rendiconto di gestione 2012 è il positivissimo risultato conseguito nell’ambito del recupero dell’evasione
fiscale - dichiara il Sindaco Mitrano
-. Basti pensare che per quanto
riguarda l’Ici è stato accertato, al 31
dicembre 2012, un incremento del
gettito previsto pari al 64%. Per la
Tarsu il recupero realizzato rispetto
al dato previsionale vede un incremento del 32,8%. Questi importanti risultati derivano da un’intensa
attività di contrasto all’evasione,
dalla definizione agevolata di situazioni pregresse, nonché dall’emissione del ruolo coattivo anno 2011.
Nell’ambito della lotta all’evasione
fiscale fondamentale è poi la sottoscrizione del Protocollo d’Intesa tra
l’Agenzia del Demanio, e il Comune
di Gaeta (unico della Provincia di
Latina), lo scorso 14 novembre, allo
scopo di allineare le banche dati e
migliorare la fruibilità dei servizi
catastali oltre all’aggiornamento e
regolarizzazione del patrimonio
immobiliare comunale”. Entrando
poi nel merito di alcuni “numeri”
del rendiconto di gestione 2012, il
Primo cittadino afferma: “Il primo
punto da chiarire riguarda la pressione tributaria procapite, il dato
preso come valore assoluto porta
fuoristrada, perché fa pensare ad
un aumento della stessa. Ma non è
così, poiché la variazione dell’indicatore relativo alla pressione tributaria procapite è influenzata da un
lato dalla diminuzione della popolazione cittadina passata dai circa
21.500 abitanti del 2011, ai circa
20.500 abitanti nel 2012 (l’indicatore è il risultato della divisione del
gettito fiscale per il numero di abitanti), dall’altro dal notevole recupero dell’evasione tributaria realizzato nel 2012. Secondo punto:
spese per servizi a domanda indivi-
duale, ovvero asili nido e mensa
scolastica. Per gli asili nido non è
cambiato nulla relativamente alla
spesa da parte del Comune. Mentre
sicuramente la recente approvazione consiliare del nuovo regolamento degli asili nido comunali non
potrà che migliorare il servizio,
definendo regole certe e incentivando i controlli per farle rispettare. Riguardo alle spese minori per
la mensa scolastica va detto che
esse scaturiscono dalla capacità
dimostrata dall’Ente di erogare il
servizio, negli stessi termini qualitativi e quantitativi, ma a costi
minori. In riferimento alla rimodulazione della tariffa pertinente è
bene precisare che essa ha riequilibrato il tasso di copertura del servizio mensa che era assolutamente
inadeguato. Ma soprattutto bisogna rimarcare che la rimodulazione
ha riguardato le tariffe a carico
della fasce di reddito più elevate.
Oggi, con le modifiche apportate,
tali fasce contribuiscono quasi
totalmente al costo del pasto fornito dalla mensa scolastica. Cosa che
non accadeva nelle precedenti
amministrazioni quando anche tali
fasce alte usufruivano delle stesse
agevolazioni riservate alla fasce
sociali più deboli. La rimodulazione
tariffaria si configura quindi
come un’azione di equità
sociale. Infine per quanto
riguarda i trasferimenti erariali, l’indicatore riportato
dalla stampa, ovvero il valore procapite degli stessi, va
anch’esso contestualizzato
per poter far emergere la
realtà del dato. E’ assolutamente falso dire che tali trasferimenti siano aumentati.
Anzi è un dato effettivo ed
incontrovertibile che siano
diminuiti. La variazione dell’indicatore è invece determinata da un
lato, dalla diminuzione della popolazione cittadina, per le stesse
ragioni poc’anzi espresse, dall’altro
è legata all’attribuzione per l’anno
2012 di quote di tributi statali
(Imu), solo a parziale compensazione del pesante taglio dei trasferimenti erariali. Mentre nell’esercizio 2011 tale compensazione è
avvenuta ad invarianza di gettito
statale per il Comune, come documentato dalle note del Ministero
dell’Interno. Per chiarire facciamo
un esempio: Se nel 2011 lo Stato ha
tagliato 100 in termini di trasferimenti all’Ente, ha però dato
comunque 100 allo stesso Ente in
termini di compensazione ai tributi
statali. Nel 2012 ha invece tagliato
100 e ha dato 80. Di qui i minori
trasferimenti ottenuti. Tale operazione, diretta conseguenza della
politica fiscale attuata a livello
nazionale e non locale, ha influenzato gli equilibri di bilancio 2012, a
differenza dell’esercizio 2011, rendendo necessario in sede di predisposizione del bilancio previsionale, il reperimento di nuove risorse
per il mantenimento del precedente livello di prestazioni effettuate e
di servizi erogati dall’ente”.
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Open S
LE CITTA’
Siria: il regime ha usato le armi chimiche
Anzi, no, sono stati gli insorti
di Enrico oliari
tentativi politici e diplomaIe diversi
tici della Comunità internazionale
della Lega Araba di fermare il
bagno di sangue in corso in Siria, si
sono infranti sulle rocce degli interessi delle potenze straniere, comportando così una situazione di stallo, ovvero di un immobilismo a dir
poco imbarazzante. I fattori sono
ormai sotto gli occhi di tutti: la
Russia, che ha in Siria la sua unica
base militare in un panorama che va
dal Marocco al Kirghizistan (con
esclusione dell’Iran) che ospita basi
statunitensi, continua a vendere
armi al regime di Damasco, fra le
quali, proprio in questi giorni, batterie di missili S300; la Cina, che come
la Russia ha diritto di veto al
Consiglio di Sicurezza delle Nazioni
Unite, ha diversi contratti in atto
proprio con il regime per la realizzazione di infrastrutture di ogni dimensione; l’Iran, con i fedeli Hezbollah libanesi, appoggia gli alauiti
siriani, la minoranza al governo del
paese; Israele riceve da Homs il gas
siriano e ha aperta con la Siria la
questione delle alture del Golan,
verso la cui occupazione gli Al-Assad
hanno sempre mostrato un atteggiamento tiepido: l’eventuale salita al
potere dei Fratelli musulmani in
Siria, come di altri gruppi jihadisti
(fra gli insorti ci sono persino cellule
qaediste) potrebbe comportare per
Tel Aviv seri problemi, in quanto si
troverebbe fra l’incudine siriana ed
il martello egiziano dove governerebbero partiti che dell’antisionismo, come pure della questione
palestinese, hanno fatto un principio irrinunciabile. Dall’altra la Turchia, che grazie ad una zona cuscinetto in territorio siriano, vorrebbe
tenere lontano dai propri confini
una solo in parte attenuata guerriglia curda; il Qatar, che grazie ad
un’eventuale vittoria degli insorti,
vedrebbe nella Siria un’ampia zona
su cui espandere i propri progetti
commerciali; l’Arabia Saudita, ormai nemica giurata di Doha, che non
sarebbe da meno. In questo marasma del chi sta con chi e del per cosa
si sostiene una o l’altra fazione, è
scoppiato da qualche settimana il
caso delle armi chimiche: nessuno
sa quanti di questi mezzi letali di
massa siano stipulati negli arsenali
siriani, ma è certo che la Siria ne sia
il paese più fornito al mondo. Il
primo allarme sull’impiego delle
armi chimiche è del gennaio ed è
provenuto dagli Stati Uniti, ma le
indiscrezioni del Foreign Office
sono state prontamente smentite da
Tommy Vietor, portavoce del National Security Council della Casa
Bianca. Ad aprile il londinese The
Times ha diffuso la notizia delle
prove dell’avvenuto utilizzo delle
armi letali raccolte da una missione
segreta britannica, fatto poi confermato anche da Parigi, che già parlava di fornire (cioè di vendere) armi
agli insorti. Ed infine il presidente
degli Stati Uniti, Barak Obama, il
quale è intervenuto affermando di
essere pronto a scendere a fianco
degli insorti nel momento in cui la
“linea rossa” dell’impiego dei mezzi
letali chimici fosse superata. Più
prudente il suo Segretario di Stato,
John Kerry, il quale ha parlato di
assenza di prove definitive e schiaccianti: “le informazioni di cui
dispongo al momento - ha dichiarato - non mi confermano la cosa in
modo tale da consentirmi di commentarla come un fatto.
Naturalmente tutte le accuse andranno approfondite”. Sul finire di
aprile anche la Francia, per bocca
dell’inquilino del Quai d’Orsay, ha
fatto una mezza marcia indietro
sostenendo che il suo paese si era
forse un po’ prematuramente affidato a quanto avevano sostenuto i
Servizi segreti di Londra e di Tel
Aviv.
Quindi anche Obama, nel corso
della tradizionale conferenza dei
primi cento giorni di governo, ha
dichiarato che “ci sono prove che
sono state usate armi chimiche in
Siria, ma non sappiamo dove, come,
quando e chi le abbia usate”. Un po’
poco per scaldare i motori degli
F16… tanto che Washington ha ricevuto il fermo “altolà” di Mosca.
Pochi giorni fa è intervenuta sulla
questione anche l’ex Procuratore del
Tribunale penale internazionale ed
attuale membro della Commissione
d’inchiesta Onu sulle violazioni dei
Diritti umani in Siria, Carla Del
Ponte, la quale ha confermato che
sono state effettivamente utilizzate
armi chimiche, ma non dalle truppe
del regime di al-Assad, bensì dagli
insorti. “I nostri ispettori sono stati
nei Paesi vicini a intervistare vittime, medici e negli ospedali da
campo - ha spiegato la Del Ponte a
un’emittente svizzera -. In base ai
loro resoconti della scorsa settimana
ci sono sospetti forti e concreti, ma
non prove inconfutabili, dell’uso di
gas sarin”; tuttavia ad “oltrepassare
la linea rossa” indicata dal presidente degli Stati Uniti, Barak Obama,
“sono stati i ribelli, l’opposizione,
non le autorità del governo siriano”,
per cui non è un caso se da più parti
è arrivato l’invito alla prudenza nell’attribuire all’esercito regolare la
responsabilità del loro impiego.
Accanto all’inchiesta partita da
Ginevra sui crimini di guerra, vi è
quella aperta dal Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon,
il cui staff sta ancora aspettando il
via libera da Damasco per entrare in
territorio siriano… ci si chiede come
possano Francia, Gran Bretagna ed
in un primo momento gli Stati Uniti
ad aver parlato con certezza dell’impiego di armi chimiche da parte di
al-Assad, senza che gli ispettori fossero entrati in Siria. Le armi non
convenzionali, nella fattispecie quelle chimiche, sono state usate quindi
vicino ad Aleppo e nei pressi di
Damasco a marzo ed a Homs, a
dicembre. Ma non si sa da chi.
Space
LE CITTA’
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Velletri, lA NAtO eNtrA A SCUOlA
il Mediterraneo al centro tra le primavere arabe e la crisi siriana
Martedì 7 maggio presso l’istituto
alberghiero “Ugo Tognazzi” di Velletri, si è tenuta la Giornata di Studi
sulla sicurezza del Mediterraneo
dalla primavera araba alla questione siriana con la partecipazione del
Comitato Atlantico Italiano nella
persona del Segretario generale
Fabrizio Luciolli, di alcuni autorevoli
rappresentanti della Nato, della promotrice dell’evento dottoressa Antonietta Dal Borgo, membro del
Comitato Atlantico Italiano ed esponente del Pdl; del candidato a sindaco di Velletri Salvatore Ladaga
anch’egli del Pdl; per l’Istituto Alberghiero era presente la preside
Adele Bianco. A prendere la parola è
la preside dell’istituto che dando il
benvenuto agli ospiti ha ringraziato
tutti per la numerosa partecipazione;
quindi il dottor Fabrizio Luciolli ha
introdotto il tema principale del convegno, e cioè la sicurezza nel Mediterraneo spiegando come la Nato è
impegnata soprattutto in questo
ambito, difendendo i nostri territori,
i nostri cittadini e la nostra economia
intervenendo con programmi di salvaguardia delle identità nazionali
tramite cooperazioni tra i Paesi in
tutto il mondo, tra popoli lontani
soprattutto come abitudini e costumi
diversi dai nostri. Tra i mille problemi della ricostruzione della giovanissima democrazia dopo la primavera
araba, c’è soprattutto la questione
siriana in primo piano che è purtroppo drammatica e di difficile soluzione politica. Dopo la visione di un
video sui 60 anni della Nato, ha
preso la parola il professor colonnello Vittorfranco Pisano capo del
Dipartimento di Scienze informative
per la Sicurezza dell’Università internazionale di Scienze Sociali (Unintess) parlando della minaccia del terrorismo, soprattutto dopo i dolorosi
fatti di Boston, spiegando come la
cultura dell’odio e delle stragi abbia
radicato la paura nella popolazione,
soprattutto quella americana, la
quale si interroga come sia possibile
che questi fatti possano accadere alla
luce del sole e di come la potente
macchina della sicurezza americana
si lasci sorprendere e non riesca a
contrastare questa escalation di terrore. Si ha paura di viaggiare in
metropolitana, in aereo, anche partecipare appunto ad una innocua
manifestazione sportiva; la spiegazione deriva forse dal fatto che il terrorismo, seguendo appunto un movente politico-sociale e religioso, non
è catalogabile tra le violenze ordinarie che si svolgono alla luce del sole.
È la volta del generale Gianni
Marizza del Consiglio direttivo del
Comitato Atlantico Italiano, che ha
illustrato più compiutamente la crisi
siriana, partendo dalla base politica
che contrappone le parti in causa,
con lo sfondo drammatico di una
situazione sociale ormai al limite
della sopportazione umana dovute
alle numerosissime vittime innocenti di una guerra inutile e pericolosa
per tutta l’aerea araba. Ne è seguito
un dibattito molto istruttivo con gli
interventi e le domande degli stu-
denti dell’Istituto a cui le varie personalità presenti hanno risposto esaurientemente. Nel suo intervento la
dottoressa Dal Borgo ha spiegato,
inoltre, l’importanza di questi incontri per gli studenti, i quali acquisiscono cognizione sempre più ampia
delle problematiche storico-sociali
che li circondano, rafforzando in loro
una coscienza precisa sia in materia
di sicurezza che di difesa del proprio
territorio e dei propri diritti politici,
sociali e umanitari. Si è svolta infine
la cerimonia di consegna degli Attestati di partecipazione alla 58ma
Assemblea Generale dell’Atlantic
Treaty Association che ha visto la
gradita presenza in sala del candidato a sindaco Salvatore Ladaga, il
quale prendendo la parola, ha esortato i giovani a fare propri gli insegnamenti di questi incontri sulla
sicurezza e facendo gli auguri per il
proseguimento degli studi e dell’inserimento degli studenti stessi nel
mondo del lavoro. L’evento si è quindi concluso in un clima di soddisfazione reciproca, di stima e di amicizia comune e gli intervenuti si sono
dati appuntamento per il prossimo
anno.
Redazionale Redazionale Redazionale Redazionale Redazionale Redazionale Redazionale
Villa Stuart: Servizio di Ortopedia e Traumatologia
LA DISTORSIONE DEL GINOCCHIO NEL CALCIO
Cause, sintomi e trattamento. Il parere del Dr. Riccardo Ciatti
di Paolo Brandimarte
Dr. Ciatti, come mai i traumi distorsivi
del ginocchio sono così frequenti nel
calcio?
“Nei giocatori di calcio le ginocchia
sono soggette a continui traumi, diretti e indiretti, sollecitazioni e microtraumi ripetuti come corsa e cambi di
direzione. La distorsione del ginocchio
è tipica degli sport come calcio, rugby
e basket, in cui il piede rimane vincolato al terreno mentre il ginocchio
viene spinto da un trauma o movimento volontario verso l’interno o
l’esterno. Esistono poi diversi fattori di
rischio”.
A proposito di rischio, quali sono i fattori predisponenti?
“Mancanza di adeguato riscaldamento,
preparazione atletica insufficiente,
scarsa coordinazione ed equilibrio,
deficit di forza e flessibilità, condizioni
ambientali avverse come freddo eccessivo e terreno scivoloso o sconnesso”
Ci descriva il meccanismo di distorsione del ginocchio.
“Una distorsione di un’articolazione è
un meccanismo traumatico che provoca la lesione di una o più strutture capsulo-legamentose quando la forza del
trauma supera la resistenza delle strutture stabilizzatrici articolari. Nel ginocchio, i traumi distorsivi più frequenti
sono quelli definiti come in “varo-flesso-intrarotazione” o “valgo-flesso-extrarotazione”, termini che descrivono
l’azione del piede fisso al suolo con una
torsione del ginocchio verso l’interno o
verso l’esterno, come in un contrasto di
gioco, un repentino cambio di direzione o nella ricaduta da salto ”.
Che genere di sintomi si ravvisano?
“L’atleta avverte dolore acuto al ginocchio che può essere accompagnato da
una sensazione di “crack” interno, con
difficoltà o impossibilità a poggiare il
peso sull’arto interessato, ed è costretto
ad abbandonare il terreno di gioco. Più
o meno precocemente, in base alle
strutture interessate dalla lesione, può
comparire versamento”.
Come si procede in caso di lesione del
legamento crociato anteriore?
“Un primo trattamento è sicuramente
fisioterapico per far recuperare il
paziente dalla fase acuta, cioè ridurre il
versamento articolare e ripristinare la
flesso-estensione del ginocchio e la
deambulazione senza ausili. A questo
punto l’indicazione chirurgica la dà il
grado di attività del paziente: è indicata
la ricostruzione del legamento nel
paziente sportivo che ha necessità di
avere un ginocchio stabile in quanto
sottoposto a gesti atletici specifici, nel
paziente giovane, anche a prescindere
dall’attività sportiva, per prevenire
sovraccarichi cartilaginei che negli anni
possono favorire l’artrosi, e nel paziente
che accusa instabilità anche nella normale attività quotidiana. Nei restanti
casi, pazienti a richieste funzionali
ridotte o non più giovani, l’indicazione
può anche essere conservativa, a meno
di fastidi di instabilità o cedimenti, che
si valutano nel tempo.”
Dr. Riccardo Ciatti
Medico Chirurgo
Specializzato in Ortopedia
e Traumatologia
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n. 20 - 16 Maggio 2013
PENSIERI
3P
LE CITTA’
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PERSONE
P A R O L E
GESU’ IL MAESTRO MURATORE
E se il vero Cristo fosse stato in realtà Pitagora?
Pubblicato uno studio del professor Gordon Strachan che rintraccia affinità tra cristianesimo e misteri
druidici. Entrambi culti messianici che pare abbiano tratto linfa proprio dalla scuola pitagorica
Che possa essere il segnale di una comune origine nella figura del maestro matematico?
di Luca Bagatin
N
on sappiamo quali e quanti
viaggi abbia compiuto Gesù
prima dei trent’anni. Se sia stato,
come sostengono alcuni, in India,
nel Tibet oppure finanche in Britannia. Ciò che è certo è che la sua
erudizione e preparazione spirituale non erano comuni e di certo non
erano comuni per un semplice falegname, figlio di falegname. Gesù
conosceva, ad esempio, gli Antichi
Misteri degli Egizi, dei Caldei, degli
Indù, dei Pitagorici in particolare.
Quali, poi, le corrispondenze fra la
geometria pitagorica ed il druidismo e fra i Druidi e Gesù stesso, è il
tema centrale di “Gesù il maestro
muratore” di Gordon Strachan professore di Architettura presso
l’Università di Edimburgo - edito in
Italia dalle Edizioni Arkeios. Nel
volume sono riscontrate non poche
similitudini fra i misteri druidici e
l’insegnamento diffuso da Gesù.
Entrambi i culti erano monoteisti e
fondati sulla Trinità; entrambi
erano affini alla Legge di Mosè;
entrambi erano culti trasmessi inizialmente per via orale, come oggi
avviene per il moderno culto massonico; entrambi fondavano la loro
dottrina sulla Redenzione e su un
Salvatore... di nome Yesu, guarda
caso. Strachan fa risalire alla scuola
pitagorica tali dottrine, giungendo
a identificare la figura di Gesù con
Pitagora stesso. Secondo la scuola
pitagorica, tutte le cose sono ritenute numeri e le conoscenze relative alla geometria pitagorica sono
state attinte dall’arte della costruzione degli Egizi, dei Caldei e dei
Fenici.
In questo senso, l’autore del volume, si sofferma nello studio del
simbolismo numerico pitagorico
contenuto nella Bibbia, con l’ausilio
di studiosi e filosofi quali ad esempio la francese di origini ebraiche
ma di fede cattolica Simone Weil.
Uno studio affascinante e complesso al contempo, fatto di calcoli
matematici, geometria, simbolismo
occulto e celato agli occhi dei profani. Un simbolismo conosciuto da
Gesù il quale, nel libro, si ipotizza
essere o Pitagora stesso, o comunque un appartenente alla scuola
pitagorica.
Una sorta di “Libero Muratore”
ante litteram, capace di realizzare
Templi e teatri sulla base della Geometria Sacra, ovvero detentore di
quelle conoscenze spirituali alle
quali potevano attingere solo i Massoni Operativi, ovvero coloro i quali
diverranno i costruttori delle cattedrali gotiche durante il Medioevo e, successivamente, nel XVII e
XVIII secolo, i Massoni Speculativi,
fondatori della moderna Massoneria.
Quello di Gordon Strachan è uno
studio completo, che condurrà lo
studioso e il lettore in un percorso
fatto principalmente di studi relativi all’architettura e alla geometria.
Un percorso che, dalla Palestina di
Gesù e dall’Antica Grecia pitagorica, lo condurrà sino alla Britannia,
per scoprire le corrispondenze fra i
culti degli esseni, quelli degli antichi greci e quelli druidici.
Delle corrispondenze che trovano il
loro cuore centrale e pulsante nella
figura di Gesù, il Messia detto “Il
Cristo”. Il primo, forse, fra i Liberi
Muratori che la storia - e la storia
della Massoneria in particolare abbia mai conosciuto.
n. 20 - 16 Maggio 2013
Play Time
LE CITTA’
21
Shopping on line
Giovani imprenditori
Il temporary store di Zalando
Al via il premio Gaetano Marzotto
di Valentina Carboni
il sito di shopping
Zchealando,
on-line di scarpe e moda
distribuisce in tutta
Europa, ha deciso di entrare in
contatto visuale con i clienti,
attraverso un temporary store
a Milano. In occasione dell’anniversario del portale, due
anni dall’apertura, a metà
aprile Zalando ha voluto festeggiare presentando le nuove tendenze primavera/estate
2013 alla Design Week milanese,
dove il pubblico ha avuto l’opportunità di toccare con mano e acquistare una selezione degli oltre
150mila prodotti che compongono
l’assortimento del negozio online.
Tra i marchi disponibili ci saranno
Benetton, Cheap Monday, Donna
Karan, Diesel, French Connection,
Guess, mint&berry, Levi's Strauss,
Marc Jacobs e Patrizia Pepe. I visitatori hanno potuto inoltre effettuare acquisti online direttamente
lì, attraverso apposite postazioni,
con l’aiuto del personale del negozio. Questa idea ha due scopi: il
primo far comunicare due mondi retail tradizionale e online - e il
secondo, è far scoprire al pubblico
il potenziale che ha lo shopping
online, entrando in contatto reale
con l’offerta del sito di e-commerce.
Zalando.it in questi primi due anni
di attività, ha registrato una enorme crescita, soprattutto per la loro
filosofia: soddisfatti o rimborsati.
Qualsiasi acquisto effettuato,
una volta ricevuto, per
qualsiasi problema può
essere restituito gratuitamente, richie
dendo il rimborso
del prodotto. Questo
perchè Zalando vuole
andare oltre, convincendo i meno propensi
all’acquisto online a provare il servizio.
Aiutare le giovani generazioni,
che si distinguono per coraggio
ed intelligenza, a tradurre
l’idea in azione fornendo loro
un supporto economico, è lo
scopo del Premio Gaetano
Marzotto, che quest’anno raddoppia il suo impegno concedendo ottocentomila euro in
premi per gli imprenditori di
domani, grazie all'ingresso di
importanti partner istituzionali che rappresentano l'ecosistema dell'innovazione italiana. Coltivare le idee è lo slogan dell’associazione Progetto Marzotto nata
come associazione senza scopo di
lucro, al fine di onorare la memoria
del Conte Gaetano Marzotto. Dal 4
Aprile 2013 i futuri neo imprenditori possono nuovamente concorrere presentando, entro il 30
giugno 2013, la loro
idea di impresa innovativa e sociale. Per
partecipare al Premio Gaetano Marzotto a favore dei
nuovi talenti, i partecipanti devono voler sviluppare le loro
idee imprenditoriali in
imprese, con sede legale e base di
sviluppo in Italia. Inoltre il progetto imprenditoriale presentato, dovrà essere innovativo, originale,
finanziariamente sostenibile e in
grado di generare ritorni economici. Ma soprattutto è essenziale che
la ricaduta economica e l’impatto
sociale positivo sia sul territorio
italiano (ad esempio: rispondere ad
un bisogno concreto, migliorare la
qualità della vita delle persone,
valorizzare la cultura italiana,
migliorare l’ambiente, il territorio…). Per essere ammessi è necessario presentare la propria idea di
impresa tramite sito premiogaetanomarzotto.it nella sezione Partecipa.
Link: valemood.blogspot.com
n. 20 - 16 Maggio 2013
Sport
LE CITTA’
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TENNIS E CALCIO A BRACCETTO PER LE VIE DEL FORO ITALICO
Gli Internazionali di Roma e l’ultima uscita domestica della Lazio in campionato contro la Samp
hanno costituito il prelibato menù della domenica di festa: un giorno di sport apprezzatissimo
di Raffaele CaldaRelli
D
omenica di racchette e pallone.
Il Foro Italico non smentisce la
propria storia confermandosi culla
dello sport. Tennis e calcio a braccetto per le vie del Foro. Gli
Internazionali di Roma e l’ultima
uscita domestica della Lazio in
campionato costituiscono il menù
del dì di festa. La kermesse tennistica, in realtà, si è aperta sabato (11
maggio ndr) con le consuete qualificazioni e terminerà domenica 19
maggio. Il torneo capitolino è giunto alla sua 70ima edizione e c’è chi
come Romeo, 57 anni, non manca
mai:” il tennis è uno sport nobile,
mi ricordo tanti campioni, quelli
che mi sono rimasti più impressi
sono Adriano Panatta e Boris
Becker. Quest’anno confido molto
nel nostro Fabio Fognini”. Sono
quasi le 15 e allo Stadio Olimpico, a
due passi dagl’impianti con la terra
rossa, va in scena Lazio - Sampdoria. La Lazio insegue la terza vittoria consecutiva Delio Rossi permettendo, un ex sempre nel cuore.”
Quattro anni intensi non si dimen-
ticano - dichiara Luigi abbonato
con tanto di sciarpa al collo - ma se
vogliamo entrate in Europa League
dobbiamo batterlo”. La gara inizia,
Olimpia volteggia sul verde dell’Olimpico, Matteo, 7 anni, maglia
numero 11, la guarda entusiasta: “
Che bella!” E quando gli si chiede
un pronostico, dal suo “pugnetto”
escono due dita: “due a zero!”. Mai
vaticinio fu più giusto. La Lazio
vince con il risultato auspicato da
Matteo. La gente è contenta anche
se: “abbiamo vinto ma afferma Walter all’uscita
dallo stadio - la mente è
già al 26 maggio, non vedo
l’ora che arrivi”. Quel giorno l’Olimpico ospiterà le
padrone calcistiche della
Capitale.
Lazio - Roma per l’onore
della città più della Coppa
Italia in palio. Che sia una
festa, a prescindere dall’esito del campo.
Roma. Minime possibilità di entrare nella competizione tramite il Campionato
L'unica porta per l'Europa League si chiama Coppa Italia
Per i giallorossi il pareggio di Milano conferma un’annata tutta storta. Il derby ora vale una stagione
Un’annata storta che non poteva che
concludersi nel peggiore dei modi: la
Roma, almeno per il momento in
attesa della finale di Coppa Italia, è
fuori dall’Europa per il secondo
anno consecutivo. Finirà probabilmente settima in campionato, dopo
un esordio che prometteva mari e
monti e che invece ha visto l’esonero
dell’ex idolatrato Zeman e l’arrivo di
uno spaesato Andreazzoli. Abbiamo
visto una Roma che gioca bene con
le grandi squadre, ma che ha fallito
quasi tutti gli appuntamenti con le
piccole, perdendo tanti punti per
strada, forse troppi, forse quelli
decisivi con squadre come Pescara,
Palermo e Siena, condannate alla
serie B. La Roma ha lasciato sul terreno di gioco 37 punti sui 75 disponibili negli appuntamenti con le
compagini medio piccole. Ha chiuso
con una grande da imbattuta, come
visto ieri sera con il Milan, stesso
percorso fatto con l’altra parte milanese, l’Inter, sempre 4 punti su 6
conquistati. Tre su sei quelli presi
alla Juventus (un pareggio e una
sconfitta), 6 su 6 quelli con la Fio-
rentina, uno solo con la
Lazio, rivale capitolina
che la Roma non riesce a
battere da due stagioni e
che affronterà nella gara
della vita fra pochi giorni
all’Olimpico giocandosi
tutta un’intera stagione,
nell’unica chance per i
giallorossi di conquistare l’Europa. Domenica,
nel frattempo, nell’ultima partita di campionato arriverà il Napoli,
contro il quale i ragazzi
di Andreazzoli rimediarono una
sonora sconfitta all’andata al San
Paolo. Sulle 11 partite disputate con
le squadre ai vertici della graduatoria la Roma ha conquistato 18 sui 33
punti disponibili, vedremo cosa
saprà fare domenica, in una partita
che servirà poco e niente a entrambe
le compagini. Quali sono stati i problemi di questa squadra? Innanzitutto la mentalità, occorre impegno, sudore e abnegazione per fare
bene, scendere dai piedistalli in cui
sono stati messi i vari giocatori gial-
lorossi è il primo passo per ottenere
qualche buon risultato, la presunzione giova poco, e la dice lunga proprio la serie di sconfitte con le piccole squadre, che non può non denotare l’aria di sufficienza con la quale i
giocatori giallorossi sono scesi in
campo in queste partite. L’altro
aspetto fondamentale è quello tattico: è una squadra talmente tecnica
che certamente predilige affrontare
gli avversari a viso aperto piuttosto
che avere contro squadre piccole che
si chiudono e cercano di ripartire.
Oramai comunque quel che è fatto è
fatto, non resta che sperare nella vittoria della Coppa per far risalire la
stima in tutti quei tifosi che ora si
sentono demoralizzati e traditi dopo
ben altre aspettative. In casa Lazio,
invece, la speranza di accedere
all’Europa League tramite graduatoria è ancora viva, ma bisognerà sperare nel passo falso dell’Udinese nell’ultima di campionato, quando i
bianconeri incontreranno l’Inter di
Stramaccioni. Per la Lazio esterna
con il Cagliari, obbligatorio chiaramente vincere per sperare ancora.
Poi Coppa Italia, domenica 26 maggio tutta Roma sarà con gli occhi, le
orecchie e il cuore all’Olimpico per la
gara dell’anno.
Silvia Panizza
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LE CITTA’
Sport
n. 20 - 16 Maggio 2013
Calcio a 5. Ma nell’ambiente rimane la consapevolezza di una splendida stagione
Delusione a Genzano: la Cogianco è fuori dai play-off
I ragazzi castellani perdono anche gara/due contro la Marca ed escono mesti dai quarti di finale
a stagione della Cogianco, la
Lmatch
prima in Serie A, è finita nel
dei quarti di finale playoff,
gara-2, contro la Marca, proprio
un’avversaria cui quest’anno erano
legati i ricordi di alcune tra le più
belle soddisfazioni che Genzano si
fosse tolta in campionato e Coppa
Italia. La Marca che si prende i meriti di aver avuto la forza di ribaltare
una gara che si stava mettendo su
binari sfavorevoli, dopo il doppio
vantaggio nel primo tempo dalla
Cogianco. Cogianco che, in gara-2,
dopo la sconfitta di Montebelluna,
era chiamata a vincere per allungare
la serie e giocarsi, sempre in casa la
bella per il passaggio del turno e nel
primo tempo mette alla corda la più
esperta avversaria, costringendo il
portiere Miraglia a un paio di grandi
interventi su occasioni che avrebbero potuto far chiudere la prima frazione con un vantaggio più cospicuo
dei due gol, entrambi molto belli,
con cui Everton e Mauricio l’avevano portata sul 2-0. Nella prima frazione la Cogianco ha tenuto il pallino del gioco, tutto sembrava portare
verso l’esito che al PalaCesaroni ci si
augurava da giorni, invece col carat-
tere delle grandi e quel pizzico di
buona sorte, la Marca a inizio ripresa ha riaperto i discorsi col gol di
Bertoni e ha pareggiato il conto con
Borja Blanco. I gol di Nora e di
nuovo Borja Blanco arrivati nell’ultimo giro di orologio poi, mentre la
Cogianco tentava il tutto per tutto
con Mauricio portiere di movimento, hanno solo aggiunto un pizzico di
amaro in più all’epilogo, triste e
immeritato, ma impietoso, di una
stagione che si può comunque definire ottima, e su cui si potrà ragiona-
re meglio e a 360 gradi. Finisce
così, con gli applausi alla Marca,
che si giocherà la semifinale con
l’Asti, vittorioso sul Pescara ed i
complimenti alla Cogianco, che
fino all’ultima partita ha venduto
cara la pelle e si è fatta valere,
imponendosi all’attenzione del calcio a 5 che conta alla sua prima partecipazione al campionato di Serie
A. La società coglie l’occasione per
ringraziare ancora una volta quanti
in questa stagione sono sempre
rimasti vicino alla squadra e l’han-
no sostenuta in un campionato che,
pur riservando questa amarezza nel
finale, ha regalato emozioni e soddisfazioni durante il suo svolgimento difficilmente descrivibili.
Questa volta, al contrario di quanto
accaduto in tutte le gare al PalaCesaroni siamo noi ad applaudire
il nostro pubblico. Un grande applauso a tutti voi che ci avete sempre sostenuto, sperando di essere
riusciti a ricambiare in qualche
modo il grandissimo affetto mostratoci. Grazie.
n. 20 - 16 Maggio 2013
Sport
LE CITTA’
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FERRARI REGINA DI SPAGNA
Alonso primo, Massa terzo: le Rosse dominano il podio
sul circuito di Barcellona. Decisivi gli pneumatici duri
La vittoria in Catalogna candida ufficialmente il Cavallino alla vittoria del Mondiale
no spagnolo rende la Ferrari
U
regina di Spagna. Fernando
Alonso a Barcellona vince la sua
gara perfetta, trionfando sul circuito di Montmelò sette anni dopo il
precedente successo catalano, candidando ormai senza ombra di
dubbio il Cavallino di Maranello
alla vittoria del titolo mondiale.
Alonso ha centrato così il secondo
successo stagionale e il 32esimo
della carriera precedendo la Lotus
di Kimi Raikkonen. Il finlandese si
è frapposto tra le due Ferrari Al
terzo posto si è infatti piazzato
Felipe Massa, al primo podio dell’anno che consente al team di
Maranello di archiviare una domenica trionfale. La classifica, dopo la
prima tappa europea, cambia volto
e fotografa un Mondiale a dir poco
equilibrato. Sebastian Vettel, quarto a Montmelo’ con una Red Bull
lontana dalla perfezione, comanda
con 89 punti ma deve rinunciare ai
progetti di fuga. Raikkonen lo tallo-
na a quota 85, Alonso sale a 72.
Tra i top team, marca visita solo la
Mercedes: Nico Rosberg, partito
dalla pole, e Lewis Hamilton pagano il pessimo rapporto tra le frecce
d’argento e le gomme. Alla fine del
weekend catalano, la scuderia di
Stoccarda deve accontentarsi delle
briciole: sesto posto per il tedesco,
dodicesimo per l’inglese. Bastano
pochi metri, invece, per capire che
la domenica sarà speciale per A-
lonso & co. Al via
Rosberg difende la
leadership e si ritrova alle spalle la Red
Bull di Vettel e la
Ferrari asturiana,
che guadagna 2 posizioni bruciando la
Mercedes di Hamilton e la Lotus di
Raikkonen. Tra il
decimo e l’undicesimo giro, tutti i big si
fermano ai box per il
primo cambio gomme: la girandola
di soste favorisce Alonso, che si
ritrova davanti a Vettel. Gli pneumatici duri fanno volare le rosse: la
Mercedes di Rosberg deve fare i
conti con i soliti problemi di gestione delle Pirelli e, alla 14sima tornata, Alonso è al comando mentre
Massa si sistema alle spalle di
Vettel. Il quadro per il Cavallino
cambia, decisamente in meglio, con
la seconda serie di pit-stop: Alonso
e’ sempre al top e nei suoi specchietti si materializza la sagoma
della F138 di Massa, la doppietta
del Cavallino sembra diventare
un’ipotesi concreta nel 28° dei 66
passaggi. La Ferrari con targa spagnola a metà gara ha oltre dodici
secondi di vantaggio sulla gemella
brasiliana, mentre Raikkonen soffia la terza posizione a Vettel.
Il finlandese comincia a volare e,
con il terzo pit-stop delle rosse, sale
al comando nel 36esimo giro:
Iceman, però, può godersi il primato per pochi minuti. Alonso, con
gomme medie, attacca e passa nella
39sima tornata e la fuga riparte.
Raikkonen rientra ai box per montare le Pirelli dure e comincia l’ultima porzione di gara con 10 secondi
di ritardo rispetto al campione di
Oviedo. La F138 fila via tranquilla
verso la bandiera a scacchi e Alonso
esulta. Tra 2 settimane, nel Gp di
Monaco, la sesta puntata del Mondiale.
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n. 20 - 16 Maggio 2013
LE CITTA’
L’agenda
La gita fuoriporta. Visita in uno dei paesi più belli della provincia di Roma
Bellezze da scoprire: il Comune di Palombara Sabina
Una cittadina consigliata da tanti turisti e cittadini. Tra loro c’è anche
la signora Ferri che ringraziamo per aver scritto con affetto a Le Città
di Daniela Mei
alombara Sabina è un comune in
provincia di Roma di 12376 abitanti, è al centro della Sabina
Meridionale, vasto territorio localizzato a Nord-Est di Roma, contenuto
in un sistema congiunto di elementi
geografici, come i fiumi Tevere e
Aniene ed infrastrutture varie, come
la Via Tiburtina e la Via Salaria; questa regione di grande interesse paesaggistico e naturalistico si estende
fino al sistema preappenninico dei
monti Sabini. Palombara Sabina è
posta su un colle, ai piedi del monte
Gennaro, contornata da estensioni
di ulivi e ciliegi che ne caratterizzano
la campagna. Le sue origini sono
antichissime, tuttavia le prime notizie certe di Palombara, risalgono al
Medioevo. Il borgo corrisponde al
centro storico di Palombara, nel
punto più alto si trova il Castello
Savelli Torlonia, edificato dai
Crescenzi Ottaviani e restaurato nel
P
2008 ospita al suo interno un museo
naturalistico e l’esposizione di sculture romane in marmo rinvenute
nel 1986 nella località di Formelluccio. Il borgo risale all'epoca dell'incastellamento (circa nel X secolo). Le vie, molto strette, consentono
di respirare un'aria ferma nel Medioevo. Palombara fu testimone nel
1867 della Campagna dell'Agro
Romano per la liberazione di Roma.
La Palombara moderna, mentre
conserva intatto il suo centro storico, si è estesa verso il piano, per poi
risalire sulle falde di monte
Gennaro, con costruzioni che si
affacciano sul Parco dei Monti
Lucretili, in un mare di verde che
nelle zone più alte, risulta ancora
incontaminato. L’economia di
Palombara, è mista, perchè mentre
conserva l'iniziale caratteristica contadina, registra l'inserimento importante delle attività commerciali e
artigianali e un forte incremento
delle unità lavorative impegnate
nelle attività del terziario, favorito
dalla vicinanza di Roma. Da più di
70 anni la seconda domenica di giugno prende vita la "Sagra delle
Cerase" che rappresenta un vero e
proprio ritorno alle tradizioni del
passato. La festa dura una settimana, con mostre diverse di pittura,
artigianato e prodotti tipici agricoli,
la sfilata dei " carri allegorici " interamente ricoperti di petali di fiori,
foglie e ciliegie, ma le protagoniste
assolute sono loro “le cerase” e più
belle vengono premiate.
P.s. Ringrazio personalmente la
Signora Paola Ferri per l’affetto
dimostrato e per i preziosi suggerimenti su questo splendido comune.
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n. 20 - 16 Maggio 2013
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n
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Greg Ginn riporta in pista i Black Flag
I Black Flag troveranno il semaforo verde sparato quando nella
serata di venerdì 17 maggio si esibiranno sul palco dell'Orion Live
Club di Ciampino. Di anni ne sono
passati per il funambolico
chitarrista Greg Ginn, fondatore e unico membro
fisso dei Black Flag fin dal
1976, divenuti nell'arco
del loro primo decennio di
attività, cioè fino al clamoroso scioglimento, icone
dell'hardcore punk, ispirando la nascita di tante
altre band alternative,
grazie anche al carisma
del poliedrico Henry
Rollins ed alle sperimentazioni
musicali del gruppo. Il loro debutto sulla scena punk americana riuscì a penetrare nella tendenza giovanile di allora. Migliaia di ragazzi
cresciuti a pane e rock assunsero i
Black Flag come icona della protesta contro il sistema. I Black Flag
hanno lasciato alle loro spalle una
discografia di prim’ordine nel
pieno stile del punk indipendente.
Tutti gli album prodotti dai californiani, infatti, portano la firma
della Sst Records, l'etichetta creata dallo stesso Greg Ginn. Una
passione per il gruppo statunitense che si è prepotentemente rinvigorita quando all'inizio di que-
st'anno Ginn ed il cantante Ron
Reyes, privi però di Henry Rollins,
hanno annunciato ufficialmente
l'insperata e definitiva reunion
con tanto di tour per tutta l’estate
con date sia in Europa che negli
Stati Uniti. In realtà già nel 2003 i
Black Flag si erano ritrovati insieme ma soltanto per una breve
parentesi con una manciata di live.
Ora, invece, i Black Flag tornano a
fare sul serio.
Jacopo Paoletti
LE CITTA’
27
Arnalds oltre i confini della musica classica
Arriva dalla lontana Islanda Ólafur Arnalds, una terra tanto affascinante per i suoi paesaggi mozzafiato quanto ricca di cultura e di
talento musicale d'avanguardia. Il venticinquenne polistrumentista Arnalds, infatti,
è un'artista che impersona
perfettamente la sperimentazione della musica classica,
mescolandola con l’elettronica. I connazionali ed inarrivabili Sigur Rós rimasero
estasiati quando ascoltarono
per la prima volta Ólafur
Arnalds qualche anno fa,
tanto da portarlo con loro in
tour per l'apertura dei concerti.
Quale migliore referenza di questa
poteva mai desiderare il giovane
Arnalds? Con il primo disco
“Eulogy for Evolution” del 2007
l'islandese si è guadagnato la
stima e l'attenzione degli amanti
del post rock e del dream pop,
generi cosiddetti di nicchia ma che
negli ultimi tempi si stanno facendo largo sempre più insistentemente nei gusti musicali di parecchi attenti ascoltatori. La carriera
discografica di Ólafur Arnalds è
composta complessivamente da
diverse Extended play e due album, di cui l'ultimo pubblicato
quest’anno, intitolato "For now I
am Winter", rappresenta il biglietto da visita principale della sua
tournée europea. Con opere come
l’apripista "Sudden Throw", "A
Stutter" e "Reclaim" per esempio,
è impossibile non rimanere mentalmente attratti dalle atmosfere
create dal compositore islandese e
dalla sua orchestra. Ólafur Arnalds si esibirà nella serata di
venerdì 17 maggio nella suggestiva
location della Chiesa Metodista
Evangelica di Roma.
Jap
28
LE CITTA’
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n. 20 - 16 Maggio 2013
Riceviamo e pubblichiamo. L’inchiesta è del sindacato europeo Etuc
Pil mondiale, oltre il 30% nei paradisi fiscali
Si tratta di oltre 21mila miliardi di dollari per metà in mano alle banche
e per il resto di proprietà di 91mila nababbi: politici, attori, cantati, generali
di Giuseppe Mele
S
econdo le ultime dichiarazioni
del sindacato europeo (Etuc), i
problemi principali dei lavoratori
nel “Vecchio continente“ sono, per
esempio, la revisione sociale dell’unione monetaria poiché l’Europa
non deve essere un’unione doganale, ma un’area per il progresso economico sociale; ancora, la redazione
di bilanci socio-ambientali in nome
della responsabilità sociale d’impresa. Problemi fondamentali sono anche il clima ed il relativo blocco delle
emissioni Co2, che ha ricevuto in
settimana uno stop da parte degli
europarlamenti, con grandi critiche
di Greenpeace e altri ambientalisti.
E infine l’evasione fiscale e i paradisi fiscali dove verrebbero depositate
le tasse non pagate. Manca dagli
ultimi spotlight l’allarme su femminicidio e retribuzioni inferiori femminili per chiudere il cerchio. Insolvenza, bilanci, clima, tasse e donna
sono i temi principali del sindacato
europeo, mentre i lavoratori affrontano una crisi epocale di perdita di
posti di lavoro, di diminuzione dei
salari e stipendi e di scomparsa di
settori produttivi europei di fronte
alla competizione globale. L’Etuc
con 60 milioni di iscritti sulla carta
dovrebbe avere un’impressionante
capacità mobilitante; invece assomiglia più ad una struttura partorita
dalla burocrazia europei di cui mantiene le stesse idiosincrasie. Si prenda la questione dei paradisi fiscali su
cui il Consorzio internazionale di
giornalisti investigativi, ha redatto
un rapporto citato con enfasi dall’Etuc (http://www.icij.org/offshore). Quelli dell’Icij, un po’ Chi l’ha
visto e un po’ Gabanelli, si vantano
di avere, sull’orma di wikileaks, saccheggiato i file di 10mila persone e
società di tutto il mondo, insieme a
quelli di Ubs, Clariden, Deutsche
Bank e principali banche mondiali
per pubblicare visi e storie connesse
con i paradisi fiscali. Tutto bello e
giusto, se si manda in soffitta per
sempre sicurezza, privacy e custodia
dei dati. Dopodichè nessuno può più
difendere alcuna riservatezza. Nei
paradisi fiscali riposa un terzo del Pil
mondiale, oggi calcolato a 74mila
miliardi di dollari, per un ammontare di ben 21mila miliardi, in mano
per metà a imprese e banche e per
l’altra metà a 91186 persone in
carne ed ossa. La gran parte dei
91mila nababbi proviene dall’estremo oriente rampante (Cina,
Sudcorea, Indonesia, Malesia e
Singapore) da dove sono spariti
2480 miliardi; dal Sudamerica
(Venezuela, Brasile ed Argentina)
e dall’Europa orientale (Russia
Polonia, Ucraina Ungheria Turchia) che ce ne hanno rimessi
rispettivamente 1326 e 1290 miliardi con a seguire mondo asioarabo per 1091 (Arabia Saudita,
Iran Kazakhstan, Kuwait) e quello
africano per 447 (Nigeria, Costa
d’Avorio). Ciò che sorprende è
che questi danari sono poi finiti
nelle borse americane, in primis nel
Delaware, ed in quelle europee (2° è
l’Olanda, 3° l’Eire, 9° la Svizzera).
Sono finiti nelle isole Vergini, che
sono metà Uk e metà Usa oppure
stanno proprio in mezzo alle istituzioni europee nel Lussemburgo (8°).
L’Asia ha recuperato solo grazie ad
Hong Kong (5à) e Singapore (7°). Le
famigerate Isole Cayman rappresentative per antonomasia del paradiso
fiscale sono solo seste nella particolare classifica dei paesi beneficiari
dei capitali in fuga. Le Cayman
erano state definite in Italia nel 1999
stati a regime fiscale privilegiato,
con limiti sui rapporti commerciali.
Poi, mentre salivano le urla contro
l’evasione fiscale la lista nera è
scomparsa, la lista grigia che annoverava 31 paesi si è ridotta a Nauru e
Guatemala e proprio il governo
Monti ha eliminato tutte le liste
negative. C’è un senso in tutto questo. Le regole di libero scambio prevedono la competizione sull’attrattività fiscale per gli investimenti ed i
trasferimenti dall’estero. L’eredità
della decolonizzazione ha prodotto
una continua nascita di stati la cui
indipendenza deve essere rispettata.
Nel 2006 gli stati sovrani erano 192,
oggi dopo 6 anni sono 204: una
media di uno stato nuovo all’anno.
L’infinita schiera di luoghi sovrani
ha un suo proprio sistema fiscale.
Metà dell’interscambio mondiale
viene ormai contrattato direttamente nei paradisi. L’Europa difende la
libera circolazione dei capitali per la
libertà d’impresa. Secondo il sindacato europeo, l’Unione non deve
essere una zollverein, un’unione
doganale. Lo fosse, dovrebbe pro-
gressivamente giungere ad comune
livello di tasse e prezzi, tanto più in
presenza di una moneta unica.
Proprio perché non è un zollverein, i
capitali trovano più vantaggioso
andarsene in Austria, Belgio, Lussemburgo o Svizzera, anche dal
resto dell’Infraeuropa. Forse questi
capitali sono frutto di evasione, e
forse no. L’ottimizzazione fiscale,
perfettamente legale, permette a
Google, Facebook, Amazon ed Apple
di risparmiare mille miliardi di euro
l’anno in Europa. La norma antidelocalizzazione fatta per i call center
nel 2012 non ha fermato il fenomeno, anzi. Difficile stabilire se un
investimento all’estero è vero o fatto
solo per esportare capitali. L’era del
libero scambio globale non ha il problema dei flussi di capitali, ma quello della concentrazione della ricchezza, dovuta al monopolio prioduttivo e finanziario. Ed il monopolio, mentre si pensa a clima, donna,
Insolvenza, bilanci ed evasione, cresce. È vero che sono 100 rispettivamente i miliardi tedeschi ed Usa
finiti nei paradisi (cioè in Svizzera ed
in Delaware) ma i 6200 miliardi dei
paesi più arretrati permanentemente offshore (640 pakistani, 370 vietnamiti, 274 bengalesi, 750 nigeriani), così come metà della ricchezza
sudamericana, contribuiscono alla
ricchezza del cosidetto Occidente.Pensando veramente di imporre
al capitale un obbligo morale di
redistribuzione e di investimento in
loco si sostiene che gli $11500
miliardi trattenuti nei paradisi
dovrebbero fruttare in tasse 255
miliardi. È un calcolo mal riposto.
Senza i vantaggi paradisiaci, si
sarebbero ridotti al 10%. Senza liberoscambio non avrebbero portato
ad una crescita mondiale del 3,8%
(aprile 2013), sostenuta malgrado il
flusso sopra descritto che dai nuovi
paesi avanzanti giunge anche in
Europa. Per i lavoratori ed i pensionati europei, a rischio, esodati e
sotto austerità, è indubbio che l’arrivo di capitali, anche dopo i prelevamenti di banche e blue chip, dia un
respiro di sollievo. Risuta dunque
incomprensibile la riprovazione del
fenomeno da parte del sindacato
europeo che sembrerebbe in nome
di algidi principi volere una condizione peggiore per i propri membri.
È vero che alcune misure oggi sembrano necessarie, dalla riduzione dei
paesi sovrani ai tassi fiscali comuni.
Obiettivi raggiungibili non dall’economia, ma dalla politica, con l’accordo dei primes inter pares. Appena,
però il discorso suona sinistramente
decisionista, lo si abbandona preferendo i vuoti appelli.
Si va dall’attore australiano Paul
Hogan, Crocodile Dundee, alla famiglia presidenziale Aliev dell’Azerbaijan, dalla famiglia brasiliana
degli Steinbruch, ai francesi Elie de
Rothschild ed a Jean Augier, tesoriere per Hollande alle ultime presidenziali, dall’avvocato canadese
Tony Merchant alla famiglia dell’ex
presidente della Colombia, al padrone messicano Alfa Dionisio Garza, la
famiglia giordana Suha, il figlio dell’ex premier Malese Mahathir, l’ex
ministro malese Raja, il politico
malese Chia, il politico mongolo
Sangajav, il premier georgiano
Ivanishvili, il businessman greco
Vakakis, l’indiano Ravikant, lo sloveno Varga, la moglie del premier
russo Shuvalov, gli executive Gazprom Golubev e Paikin, il sudafricano Rautenbach, l’ex miss Spagna
Carmen Thyssen-Bornemisza, l’imprenditore tanzaniano Mehbub, l’ex
first lady, l’ex ministro Nalinee, e
l’ammiraglio Banawit thailandesi,
l’ucraino Firtash, la cantante Usa
Denise Rich, il generale venezuelano
Gutiérrez.
n. 20 - 16 Maggio 2013
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Riceviamo e pubblichiamo. Dopo una “profezia” di Vittorio Sgarbi in una intervista di due mesi fa
Se l’Italia dei governissimi preferisce la monarchia
con Re Giorgio Napolitano al Quirinale…
di Giuseppe Mele
e lo aveva dichiarato due mesi
fa, in un’intervista, Vittorio
Sgarbi. Ed è stato buon profeta:
“Non ci sono altre possibilità.
Napolitano, in un modo o nell’altro deve restare”. Molti oggi non
comprendono perché la rielezione
del vecchio “apparatchik comunista” venga salutata come una vittoria dal centrodestra e dal suo
popolo. In effetti, strictu sensu,
non lo è. Napolitano è stato eletto
presidente da una parte e presidente di parte è stato. La vittoria
destra sta solo nel fatto che il
nuovo parlamento, in larga maggioranza fanaticamente antiberlusconiano, non è stato in grado di
eleggere il presidente. Come aveva
detto Sgarbi, non si è azzardato a
farlo, votando contro ora Marini,
ora Prodi, ora Rodotà. Che la rielezione del Giorgio sia cristallina in
termini costituzionali, è molto
dubbio. L’articolo 85 c.2 della
massima Charta recita “30 giorni
prima che scada il termine, il Presidente della Camera dei Deputati
convoca in seduta comune il
Parlamento e i delegati regionali,
per eleggere il nuovo Presidente
della Repubblica”. Il Presidente
deve essere dunque persona diversa dal precedente. Nella confusione dei suoi lavori, l’Assemblea
Costituente non espresse il concetto più chiaramente solo per non
scontentare il capo provvisorio
dello Stato, Enrico De Nicola, che
era convinto di venir eletto Presidente. Nel dicembre 46, II° sottocommissione, I° sezione, il relatore
Tosato richiamò che “ l’affermazione che non è rieleggibile potrebbe anche essere interpretata,
per quanto indirettamente, in un
senso poco favorevole per l’attuale
Capo provvisorio dello Stato”. I
padri costituenti affidarono il
mandato della non rieleggibilità
agli stessi Capi dello Stato.
Mandato tradito da Re Giorgio,
ostile al momento elettorale, sia
pure in modo più sottile di quanto
fu il suo predecessore Scalfaro. Pur
di vietare, come già nel 2011, un
ritorno alle urne, Napolitano ha
preferito, per salvare dall’impasse
il suo partito, uscire del tutto dalla
Costituzione. Un’uscita che costituisce un altro aspetto della vitto-
C
ria destra. Se il Papato, con le
dimissioni, si è fatto umano, il
Quirinale è divenuto eterno per la
vita. Si attuerà ora anche la seconda previsione di Sgarbi: “Questo
Parlamento può e deve soltanto
rimettere mano alla legge elettorale. Non deve rifare un governo,
prendere provvedimenti sulla
crisi o altro”? La fiducia sulla
buona riuscita del mandato affidato da Napolitano al sardopisano
Enrico Letta ha precise motivazioni. Per il Pdl significa tornare al
governo almeno con 5 membri da
scegliere tra Alfano, Quagliariello,
Brunetta, Romani, Schifani e
Saccomanni; realizzare il punto
dell’eliminazione dell’Imu ed infine allontanare da Milano per sempre i processi a Berlusconi, decisione su cui la Cassazione ha già deciso il rinvio al 6 maggio. Per Monti,
al canto del cigno sull’esempio di
un Dini, significa vestire i presigiosi panni degli esteri e piazzare
Mauro all’Istruzione e. Sempre se
il suo ex ministro Milanesi non gli
soffi il posto. Ci saranno per forza
le donne: Cancellieri agli Interni,
Garfagna o Gelmini. Un pezzo del
governo sarà dei tecnici - non più
montiani- i saggi del Presidente
come Amato, Giovannini dell’Istat
che contende a Passera lo Sviluppo
e Onida alla Giustizia.
Caratteristica obbligata per questo
esecutivo il cui presidente incaricato si è recato con la sua auto privata al Colle è l’essere di basso profilo, con pochi membri, una quindicina, umilmente sottomesso a
Napolitano, ancor più di quanto
non lo fu quello di Monti. Per il Pd,
che vive la partecipazione al governissimo come una forma di peccato originale, non potrebbe essere
che così. Sulla sua realizzazione si
sono immolati gli antichi dei
(Bersani, D’Alema, Rosibindi, Veltroni, Turco), defunti o feriti dale
guerre interne. Ai giovani turchi il
governo di sinistra con il programma di destra fa schifo. Letta junior
è un redivivo Goria, non solo per
essergli secondo nella giovane età
da premier incaricato ma anche
per l’insignificanza. Toscano mai
preso in considerazione dal Pd
regionale, tecnocrate mai sbocciato, già prodiano, già veltroniano,
già franceschiniano, né Pcista, né
Dc, ha un programma politico 50%
Capezzone, 50% Riotta. La sua
forza come già per Rutelli, a parte
lo zio nell’altra trincea, è l’avere un
grande marito alle spalle, la giornalista Gianna Fregonara del
Corrierone che con la Meli de La
Stampa costituisce un gruppo
influente nei media. E’ il leader
anonimo perfetto per il Pd del
momento. La sua squadra, il giuslavorista Dell’Aringa al lavoro, il
renziano leader Anci Delrio alla
coesione, è all’altezza del momento, insignificante al punto giusto.
Poi i media gli mettono in conto
anche un Chiamparino, che, uomo
Cgil e fassiniano non si capisce
come abbia fatto a diventare renzianlettiano. Insomma le 4 colonne
(tecnici vecchi, tecnici nuovi, Pdl e
centristi Pd) gioiscono per l’esecutivo in dirittura d’arrivo. Anche
Maroni, Meloni, Vendola e Grillo
sorridono. Il loro ruolo di vecchi e
nuovi oppositori al primo e secondo governissimo Napolitano sarà
rispettato. Il Pdl, disarcionato dal
governo, dovette sostenere un
governissimo tassarolo con un
programma opposto al suo: rischiò
la scomparsa elettorale e la diaspora. Ora il Pd, disarcionato dalla vittoria elettorale, sosterrà un governissimo d’impronta destrobrunettiana come dimostrano le accuse a
distanza tra il giovane Letta ed il
ministro tedesco all’economia
Schaeuble. Non solo la coalizione
di sinistra è all’aria; il Pd, da
primo, è già terzo, superato da
destra e grillini. Il 25 aprile davanti alle schiere dei figli, vecchi, dei
partigiani e pseudotali, c’è chi vanneggia, scambiando gli eccidi per
prova di fermezza ed unità e chi
agita la scure sui segreti golpisti di
stato. Sgarbi prevede che “Malgrado le opinioni correnti, Letta
non ce la farà. Magari varerà il
governo, ma non durerà. Con la
vecchia o una nuova legge elettorale, comunque si andrà al voto.E
Napolitano abdicherà del tutto”
L’elicottero, famoso per papa
Benedetto, sta già scaldando i
motori. Potrebbero incrociarsi le
strade di un nuovo Parlamento,
dominato come nel 2008 da una
maggioranza del centrodx, e dell’elezione del Presidente. Nel caso
l’esempio del Lord Protettore
Napolitano e dei suoi governissimi, consiglierebbe di puntare decisamente al ritorno della monarchia.
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LE CITTA’
In viaggio con...
di Daniela Mei
K
ey West, la più a sud delle isole
della Florida e di tutti gli Stati
Uniti è raggiungibile da Roma con
un volo diretto a Miami e con una
macchina in affitto percorrendo la
US1 verso sud. Una strada affascinante da percorrere almeno una
volta nella vita che divide due mari,
l’Oceano Atlantico a est e il Golfo
del Messico a ovest, che con un
suggestivo susseguirsi di ponti per
260 km, vi farà raggiungere questa
meravigliosa località. La città vecchia si può girare a bordo “dell’old
town trolley” un bus aperto sui lati
che vi permetterà di visitare i punti
di maggiore interesse, fornendo
una panoramica generale su quello
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n. 20 - 16 Maggio 2013
Key West, l’isola più a sud della Florida
che fu cara a Ernest Hemingway
che si può definire un vero
paradiso. Spiagge incantate,
mare caldo e cristallino, bellissime le case vittoriane dai
colori pastello lungo Duval
Street e il tipico mercatino
ricco di cianfrusaglie di ogni
genere.
Key West era, per il suo fascino, una delle mete più amate
da Ernest Hemingway e oggi
questo personaggio viene ricordato grazie alla sua casa
trasformata in museo.
Hemingway amava la pesca al
marlin e numerose volte insieme al suo grande amico e proprietario del famosissimo locale Sloppy Joe’s ha percorso il
tratto di mare tra Key West e l’Avana. Lunghi periodi passati in
barca e, mi sembra di vederlo mentre cullato dalle onde si lascia ispirare dando vita allo splendido
romanzo “Il vecchio e il mare”.
Da non perdere le divertenti esibi-
zioni degli artisti di strada che in
serata si radunano sul pontile, centinaia di turisti affollano tutte le
sere Mallory Square, la piazza principale della città che affaccia sul
mare e che offre uno dei tramonti
più affascinanti del mondo. Respirate quest’aria di libertà e lentamente lasciatevi trasportare nella
trasgressione e nella frenetica vita
notturna che gli innumerevoli locali aperti per tutta la notte sono
pronti ad offrirvi, magari proprio
in quello preferito da Hemingway,
lo Sloppy Joe’s e sorseggiando un
gustoso Frozen Mohito brindate a
lui e alle mille parole che quest’isola ha ispirato.
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