Crisi nera per il mercato immobiliare (-27%) rispetto al
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Crisi nera per il mercato immobiliare (-27%) rispetto al
Settimanale gratuito di Roma e del Lazio - Anno 2 - Numero 20 - 16 Maggio 2013 Home Page Roma, Palozzi e Polverini contestati al ristorante in una cena elettorale per Folgori: “È stato un agguato” Dura condanna da tutta la politica a pag 4 www.lecitta.it Il primo dovere del Governo: giù le tasse per rialzare l’Italia di Daniele Priori F are presto. Fare subito. I dati usciti questa settimana fanno spavento. Non solo perché sono numeri brutti, col segno meno davanti al quale ormai da due anni circa ci siamo abituati ma perché non nutrono speranze da qui ai prossimi mesi. Sono sette trimestri consecutivi che il prodotto interno lordo (Pil) è in calo. Non era mai accaduto prima. Le famiglie non acquistano più case. Nel 2012 il calo nazionale è stato addirittura di oltre un quarto rispetto al 2011. Calano fortunatamente anche gli affitti, il gas, la benzina. Non calano i beni alimentari, il famoso carrello della spesa (nonostante gli agricoltori facciano sapere che loro stanno praticando i prezzi più bassi di sempre). segue a pag 7 Roma Capitale Regione Lazio Portonaccio, maltrattavano gli alunni: in manette maestra e dirigente scolastica Reati ambientali, rinviata a giudizio l’assessore all’Agricoltura Sonia Ricci a pag 11 a pag 9 Crisi nera per il mercato immobiliare (-27%) rispetto al 2011 Pil ancora giù dopo sette trimestri. Crollano produzione industriale e consumi. Allarmante fotografia del Belpaese nei dati Istat alle pagg 2 e 3 Home Page Governo in convento per cercare soluzioni: venerdì stop all’Imu e nuovi fondi per la Cig a pag 5 2 LE CITTA’ Home Page n. 20 - 16 Maggio 2013 Dati Istat. Ad aprile il tasso cala fino all’1,1%. Giù i prezzi di gas e benzina I prezzi salgono ma l’inflazione scende La colpa è del crollo dei consumi Critica la Federconsumatori: “È un calo finto. Più che altro è un salasso da 533 euro a famiglia” L’ Istat rivede al ribasso la stima preliminare dell’inflazione ad aprile che si attesta all’1,1% rispetto alla stima provvisoria dell’1,2%. Nel mese di aprile - si legge - l’indice nazionale dei prezzi al consumo, al lordo dei tabacchi, registra una vaiazione nulla rispetto al mese precedente mentre aumenta dell’1,1% nei confronti di aprile 2012 (la stima provvisoria era +1,2%), con una decelerazione di cinque decimi di punto percentuale rispetto alla variazione tendenziale registrata a marzo (+1,6%). A darne notizia l’Istat, secondo cui il forte rallentamento dell’inflazione è principalmente imputabile alla frenata dei prezzi dei beni energetici che calano del 2,1% rispetto a marzo e registrano una diminuzione dello 0,9% su base annua (dal +3,4% di marzo). Nello stesso mese di aprile i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori, il cosiddetto “carrello della spesa”, diminuiscono dello 0,1% su base mensile e crescono dell’1,5% su base annua, in ulteriore rallentamento dal 2% di marzo. Nel mese di aprile i maggiori incrementi su base mensile interessano i prezzi delle Comunicazioni (+2,2%) e dei Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,2%). In calo sul mese precedente risultano i prezzi delle divisioni Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-0,8%), trasporti (0,5%), ricreazione, spettacoli e cultura (-0,3%), abbigliamento e calzature e servizi sanitari e spese per la salute (per entrambe -0,1%). Rispetto, invece, ad aprile 2012 i maggiori tassi di crescita si registrano per Istruzione (+2,9%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+2,7%), abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+2,4%) e Altri beni e servizi (+2,0%); quelli più contenuti per servizi sanitari e spese per la salute e ricreazione, spettacoli e cultura (per entrambe +0,2%). I prezzi delle comunicazioni e dei trasporti risultano in flessione (rispettivamente -2,5% e -0,2%). I CONSUMATORI: MA QUALE CALO? STANGATA DA 533 EURO A FAMIGLIA- “L’Istat prosegue con la rilevazione di un crollo dell’inflazione del tutto inesistente” calcolando un tasso sottostimato (all’1,1% ad aprile) che, comunque, “comporta ricadute insostenibili per le famiglie, pari a 533 euro annui per un nucleo di tre componenti”. È quanto sostengono Federconsumatori e Adusbef, commentando in una nota gli ultimi dati dell’Istituto nazionale di statistica. Per entrambe le associazioni “l’unico dato che conosce un continuo ed inarrestabile crollo è quello relativo alla contrazione del potere d’acquisto delle famiglie” pari al 6,7% nel biennio 2011-2012, stando alle stime dell’Osservatorio nazionale Federconsumatori. “Anche ammes- so che la frenata dei prezzi sia vera, in ogni caso, si tratterebbe aggiungono le due organizzazioni di un segnale tutt’altro che rassicurante”, a riprova “delle gravi condizioni dell’economia italiana, affetta da una profonda crisi dei consumi “che, calcolano, si dovrebbe attestare al -6,9% tra il 2012 e il 2013”. CONFCOMMERCIO: LA FRENATA RIFLETTE LA CRISI DEI CONSUMI - A livello congiunturale “l’inflazione di aprile (zero), migliore rispetto alle stime preliminari (+0,1%), rappresenta un segnale indubbiamente positivo per le famiglie e l’economia nel suo complesso”, spiega l’associazione. Tuttavia, aggiunge, “la rapida fase di rientro a cui si è assistito negli ultimi mesi deriva, non solo dal venir meno degli effetti degli interventi sulle imposte indirette e dal ridimensionamento dei prezzi dei prodotti energetici”. Sul rallentamento pesa, appunto, “soprattutto la crisi dei consumi”, evidenzia Confcommercio. “La riduzione della spesa delle famiglie ha portato le imprese commerciali a contenere, o ridurre, i prezzi nel tentativo di attenuare il calo della domanda”, fa notare l’organizzazione dei commercianti. “L’attuale Governo ha mostrato - riconosce la Confcommercio - piena consapevolezza riguardo l’eccezionale gravità della crisi in atto, riconoscendo l’impossibilità di incrementare ulteriormente la pressione fiscale, già oggi del tutto incompatibile con qualsivoglia ipotesi di ripresa”. n. 20 - 16 Maggio 2013 Home Page LE CITTA’ 3 LA CASA DOV’E’? Nel 2012 150mila compravendite in meno Mercato immobiliare in calo del 27,5% In picchiata anche la produzione industriale -5,2%. Italia peggior Paese nell’Ue C rolla il mercato immobiliare della casa nel 2012, perdendo oltre 150 mila compravendite rispetto al 2011. Si tratta, secondo il rapporto immobiliare 2013 di Abi e Agenzia delle Entrate, del peggior risultato dal 1985 quando le abitazioni comprate e vendute erano state circa 430 mila. Nel 2012, come emerge dal rapporto realizzato dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate in collaborazione con l’Abi presentato martedì a Roma, si è avuta una riduzione del 27,5% rispetto al 2011 per i volumi di com- pravendite delle case (a 448.364 numero di transazioni), con un calo inferiore per i capoluoghi (-24,8%), e maggiore nei comuni non capoluogo (-26,1%). A livello territoriale l’area del nord-est, dove si realizza il 18,3% del mercato nazionale, e’ quella che ha subito il calo più elevato delle compravendite nel 2012 rispetto al 2011 (-28,3%). Sempre lo scorso anno sono state vendute case per un totale di circa 46,4 milioni di metri quadri (-25,4% sul 2011), con una superficie media di circa 104 mq. Da segnalare è anche la forte diminuzione del valore di scambio complessivo, stimato in circa 75,4 miliardi di euro, quasi 27 in meno del 2011. Nelle otto principali città italiane (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze) il calo delle compravendite è stato del 22,4% con un valore di scambio stimato di circa 19,5 miliardi di euro, ovvero 5,7 in meno rispetto al 2011. Tiene invece l’indice di accessibilità che misura la possibilità di accesso alle famiglie italiane all’acquisto di una abitazione. Dopo un anno e mezzo di calo, nel secondo semestre 2012 è migliorato con la quota di famiglie che dispone di un reddito sufficiente a coprire almeno il 30% del costo annuo del mutuo per l’acquisto di una casa di poco superiore al 50% come per il primo semestre 2010 (13 milioni di famiglie circa). In picchiata la produzione industriale in Italia: -5,2% a marzo rispetto allo stesso mese del 2012. Per Eurostat è il peggior dato tra le grandi economie continentali. Giù anche Germania (-1,5%) e Francia (-1,6%). Nell’insieme dell’ Eurozona il calo è stato dell’ 1,7% (-1,1% nella Ue a 27). Forti crescite in Olanda (+11,1%) e paesi baltici. Dati Istat. Allarme dei consumatori: via subito Imu sulla prima casa e stop all’aumento Iva Meno Pil per tutti, Eurostat conferma la crisi nell’Eurozona Italia - 2,3 % rispetto all’anno scorso, anche la Francia in recessione. Bene solo la Germania Secondo l’istituto di statistica, nel primo trimestre del 2013 il Prodotto interno lordo italiano ha segnato una contrazione dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti e del 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2012. Il calo congiunturale segnato dal Pil nel primo trimestre del 2013 è il settimo consecutivo. Lo segnala l’Istat, sottolineando che si tratta della peggior striscia negativa dall’inizio delle serie storiche. Nel primo trimestre del 2013, il Pil italiano ha segnato infatti una contrazione dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti e del 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2012. La variazione acquisita per il quest’anno è pari a -1,5%. “Il calo congiunturale - si legge in una nota dell’istituto di statistica - è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nei comparti dell’industria e dei servizi e di un aumento nel settore dell’agricoltura. Il primo trimestre del 2013 ha avuto lo stesso numero di giornate lavorative del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al primo trimestre del 2012. EUROSTAT: IN CALO IL PIL DI TUTTA L’EUROZONA. FRANCIA IN RECESSIONE - Nessuna buona notizia neppure sul fronte eurozona. Secondo Eurostat, infatti, la recessione non sembra arrestarsi nemmeno in Europa dove il Pil è sceso nel primo trimestre di quest’anno dello 0,2% nell’Eurozona e dello 0,1% in Ue 27. Rispetto allo stesso periodo del 2012, il Pil ha registrato una flessione rispettivamente dell’1% e dello 0,7%. Nel trimestre precedente, l’ultimo del 2012, il Pil era sceso dello 0,6% nell’Eurozona e dello 0,5% in Ue, mentre su base annua il calo era rispettivamente 0,9% e -0,6%. In Italia, certifica Eurostat, il calo dl Pil è stato dello 0,5% rispetto all’ultimo trimestre 2012 e del 2,3% rispetto al primo. In Germania, invece, il Pil è salito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e sceso dello 0,3% su base annua (per la prima volta), in Francia si registra il secondo ribasso trimestrale (-0,2% e -0,4% rispettivamente), che fa entrare di fatto Parigi in recessione. Mentre in Spagna la depressione è più marcata (-0,5% e -2%). Eurostat informa che nel primo trimestre il Pil degli Stati Uniti è salito dello 0,6% rispetto al precedente, quando era già positivo (+0,1%), mentre su base annua l’aumento oltreoceano è pari all’1,8%. INTESA: “ANDAMENTO PIL PUO’ ANCORA PEGGIORARE” - L’andamento del Pil potrebbe peggiorare ancora nel II trimestre. E’ il commento ai dati Istat di Paolo Mameli, economista del servizio studi di Intesa Sanpaolo, che spiega: “In Italia il Pil è calato più del previsto nel 1 trimestre, con una flessione dello 0,5% congiunturale (comunque in miglioramento rispetto al 0,9% di fine 2012). La variazione annua migliora dal -2,8% al -2,3%. Il dettaglio non è ancora disponibile, ma il calo del valore aggiunto sembra dovuto principalmente a servizi e costruzioni, mentre l’industria in senso stretto dovrebbe aver dato un contributo circa nullo”. I CONSUMATORI: VIA SUBITO IMU SULLA PRIMA CASA E AUMENTO IVA - Federconsumatori e Adusbef giudicano ‘’estremamente preoccupanti’’ i dati Istat sul calo del Pil nel primo trimestre. ‘’Ancora una volta, non ci sorprendono - affermano in una nota - Addirittura, secondo le nostre previsioni, a fine anno il Pil rischia di avvicinarsi al -2%’’. Si tratta, secondo le associazioni, della conseguenza dell’impoverimento delle famiglie, costrette a tagliare in maniera sempre piu’ pesante i propri consumi. Secondo l’Osservatorio Federconsumatori, nel 2013, la caduta della spesa alimentare si attestera’ al 4,6% (oltre 262 euro a famiglia). “L’unica strada per invertire tale tendenza e’ agire in direzione di un rilancio della domanda di mercato” dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, che ritengono “indispensabile” cancellare l’aumento dell’Iva ed eliminare l’Imu sulla prima casa (per chi ne possiede solo una). Settimanale gratuito di Roma e del Lazio Direttore Responsabile: Daniele Priori Redazione: Via Don Ugo Bassi, 8c S. Maria delle Mole - Roma [email protected] Editore: Ass. Le Città Stampa: Litosud s.r.l. Via Carlo Pesenti 130 - Roma Concessionaria Pubblicità: Ora Solution s.r.l. [email protected] Tel e Fax 06 9351927 Registrazione al Tribunale di Roma n. 52/2012 del 15-3-2012 4 LE CITTA’ Home Page n. 20 - 16 Maggio 2013 Il caso. Il fattaccio è avvenuto in una cena politica organizzata lo scorso giovedì 9 maggio Palozzi, Polverini e Folgori aggrediti al ristorante “Squallido agguato di gruppettari all'amatriciana” Un nutrito gruppo di manifestanti irrompe nel locale e inveisce contro i commensali iovedì sera: è in corso una cena G amicale e politica con una decina di commensali, tra cui il consi- gliere regionale Adriano Palozzi, la deputata Renata Polverini e il candidato al Consiglio comunale di Roma Enrico Folgori, quando un nutrito manipolo di manifestanti entra nel ristorante, si avvicina al tavolo e inscena una contestazione che sfocia presto in aggressione verbale. Tutto questo è accaduto lo scorso 9 maggio tra l'incredulità e la sorpresa dei presenti, con un eloquente lo striscione che campeggiava alle spalle dei commensali: “Mentre voi mangiate senza ritegno, Roma sanguina”. Questa la reazione dell'ex sindaco di Marino Palozzi: “L’agguato cui siamo stati sottoposti io, l’onorevole Polverini, il candidato al Comune di Roma Folgori e gli altri invitati alla cena di giovedì è stato un momento triste, pericoloso e due volte squallido: anzitutto per come è avvenuto, nel bel mezzo di un ristorante, tra tavoli, camerieri, altri clienti del tutto inconsapevoli, poi per il secondo tempo che ha portato questi gruppettari all’amatriciana a pubblicare il video quasi ventiquattro ore dopo, come il loro personale trofeo da celebrare sull’altare dell’antipolitica”. Palozzi si è detto comunque “felice che le istituzioni abbiano reagito, a prescindere dalle singole appartenenze. Ringrazio ha continuato - tutti coloro i quali stanno manifestando solidarietà. In particolare il presidente della Regione Zingaretti, esponente di una sinistra democratica che, purtroppo, non riesce a controllare più queste frange di esaltati”. Il consigliere regionale poi ha concluso: “A fronte delle nobili parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano pronunciate proprio in Senato contro i toni eversivi da evitare a tutti i costi, questi gruppettari ce la mettono tutta, additano, filmano, tentano di spubblicare, col rischio che qualcuno, una volta o l’altra, possa andare oltre. La politica e le istituzioni unite non dovranno permettere che si vada oltre. Invito il ministro degli Interni, Angelino Alfano e il capo del Governo, Enrico Letta a vigilare con attenzione su questi episodi e, ancor di più, sui luoghi e i gruppi dove essi originano”. Visibilmente irritato pure Folgori: “Purtroppo i provocatori non si sono limitati solo all’aggressione verbale, ma qualcuno ha addirittura alzato le mani verso me e altri due amici mentre provavamo a capire le motivazioni della loro protesta. La nostra calma ha di fatto evitato che si creassero conseguenze molto più gravi, soprattutto viste le dimensioni ridotte della sala e le ristrette vie d’uscita”, ha chiosato il candidato a consigliere comunale. Le reazioni. Parole di vicinanza per le vittime del gesto e condanna dell’episodio Immediata la solidarietà del mondo istituzionale: da Aracri e Zingaretti fino ad Alfano e Alemanno Immediato lo sdegno del mondo politico per l'aggressione verbale e subitanea la solidarietà umana espressa nei confronti di Folgori, Palozzi e Polverini. Tra i primi il duo piddiellino Aracri-Angelini: “Una vicenda indecente e inaudita, che svilisce ogni qualsiasi lecita forma di protesta e che va oltre i concetti di democrazia. Un gesto, comunque, da non sottovalutare in una città come Roma e in un momento delicato come quello che sta attraversando il Paese, un gesto che rileva la violenza di alcune frange che vanno arginate e isolate”. Sulla falsariga il capogruppo Pdl alla Camera Brunetta: “Ancora una volta gruppi organizzati di sinistra dimostrano questo becero modo di fare antagonismo e lotta politica attraverso episodi di intol- leranza e caccia all'uomo. Nessuno di noi si sognerebbe di fare altrettanto nei confronti dei nostri avversari. Questa è la nostra differenza, questo il nostro tratto distintivo”. Vicinanza è giunta pure dal sindaco uscente Alemanno: “Si tratta di un episodio indegno che oltre ad offendere la persona svilisce l'antagonismo politico al livello di un becero attacco personale”. “Voglio esprimere la mia solidarietà a Renata Polverini, Adriano Palozzi e Enrico Folgori per l'aggressione verbale che hanno subito la scorsa sera a Roma. Simili accadimenti non possono essere tollerati e vanno condannati sempre in maniera chiara e decisa” è invece il pensiero del presidente della Regione Zingaretti. Duro il vicepremier Angelino Alfano: “L'aggressione a Renata Polverini è la rappresentazione di quanto può accadere se si fomenta l’odio politico che non vede nella parte opposta un avversario, ma un nemico. Il nostro Paese - ha aggiunto il ministro berlusconiano - si è emancipato, in un cammino difficile e doloroso, dalle logiche di violenza che sono ben lontane dalle forme civili e democratiche del confronto e del dissenso. La politica deve salvaguardare il suo alto ruolo di rappresentanza di tutti i cittadini e, per questo, unita deve condannare e prendere le distanze da episodi di tale gravità. Nessun atto del genere va dunque sottovalutato per le ricadute pericolose si possono determinare nel tessuto sociale di un Paese che lavora per uscire da una crisi che va ben oltre i suoi confini”. n. 20 - 16 Maggio 2013 Home Page LE CITTA’ 5 verso I CeNTo GIorNI CoN LeTTA Lavoro ai giovani, casa, riforme I primi obiettivi del Governo Alla fine dei prossimi tre mesi il primo pit stop di verifica del lavoro compiuto ono quattro i punti dell’agenda s di governo per i primi cento giorni. Lo ha spiegato il presidente del Consiglio, Enrico Letta, al termine del seminario che ha visto il governo riunito domenica e lunedì a Spineto. Letta ha spiegato che fra tre mesi si farà un punto per verificare quanto è stato fatto davvero. “Lavoro ai giovani, casa, agevolazioni per chi ha voglia di fare e riforme”, sono le direttrici dell’azione di governo indicate dal presidente del Consiglio. Sul fronte del lavoro giovanile e dell’emergenza occupazione, il primo punto citato da Letta, il governo ha deciso innanzitutto il varo di un decreto per il rifinanziamento della Cig. Quindi, ha spiegato il premier, “c’è un’attenzione molto forte sul tema occupazione giovanile, abbiamo fatto un punto: il ministro Giovannini ha fatto una panoramica delle diverse opzioni che possiamo mettere in campo, sia sull’impegno nazionale che su quello europeo, sapendo che questo secondo è un lavoro congiunto”. La seconda grande questione su cui il Governo interverrà è quella della “casa, tema sul quale vogliamo lavorare in questi 100 giorni a tutto campo: riguarda il rilancio dell’edilizia nel nostro paese; riguarda naturalmente la questione delle fasce più deboli, le giovani coppie che non riescono a prendere una casa in affitto; c’è il tema dell’ambiente, delle ristrutturazioni ecocompatibili, tema complesso, abbiamo fatto un esame della situazione, affronteremo la modalità con la quale dare risposte”. E poi “naturalmente c’è il tema della fiscalità: il decreto in corso di finalizzazione darà il primo segno e poi la riforma complessiva della fiscalità della casa che sarà una delle questioni chiave dell’azione del governo in questi cento giorni”. Letta ha poi proseguito: “Terzo, il paese ha bisogno di ripartire, con fiducia, e questo passa attraverso il successo dei due primi punti ma anche attraverso il fatto che il governo riesca a dare messaggi forti con un’iniziativa fatta di diversi atti normativi che sia un messaggio positivo agli italiani che vogliono fare qualcosa per il loro paese, mettere in campo iniziative, nei campi diversi - penso al campo della cultura, dove pensiamo di fare un investimento particolarmente significativo dal punto di vista del contenuto e della prospettiva. Gli italiani che hanno voglia di fare, di non rimanere fermi a godere delle rendite o a vivere i sacrifici che stanno vivendo troveranno del- le agevolazioni, semplificazioni, sblocchi, sburocratizzazioni, incentivazioni”. Per il capitolo riforme, infine, “vorremmo che la riforma della politica, il grande tema della riforma della politica, passasse il punto di non ritorno in questi primi cento giorni, cioé che si arrivasse a un punto dal quale non si può più tornare indietro. Sappiamo che è proceduralmente molto complesso perché la gran parte di queste riforme passa attraverso la riforma della costituzione: la riduzione dei parlamentari, l’abolizione delle province... C’è bisogno di una procedura complessa e vogliamo assolutamente che questa procedura cominci”. Governo, in convento nuovo patto Letta-Alfano: niente campagna elettorale per i ministri Venerdì taglio Imu e soldi per la Cig sul tavolo dell’esecutivo Un metodo, lo ‘’spirito di Spineto’’, con i ministri fuori dalla campagna elettorale, per far superare al governo gli ‘scossoni’ degli ultimi giorni. Al termine dei lavori, Letta, il vicepremier Angelino Alfano e il ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello, hanno tenuto una conferenza stampa. Per prima cosa il presidente del Consiglio ha voluto far chiarezza sul “caso” scoppiato in seguito alla presenza di Alfano alla manifestazione di sabato a Brescia, chiedendo “franchezza e lealta” a tutti i ministri. ‘’Abbiamo preso - ha spiegato Letta - la decisione di attenersi a una regola per la quale i ministri si occupino delle cose di governo e facciano il loro meglio per dare risposte ai problemi del Paese stando fuori dalle vicende più prettamente politiche e partitiche, a partire dalla campagna elettorale amministrativa. È una decisione di buon senso per superare i problemi che ci sono e che non si risolvono con la bacchetta magica’’. Stop dunque ai comizi dei ministri per evitare ripercussioni sull’esecutivo. E’ quel- lo che Letta ha definito lo “spirito di Spineto”: “Le cose ci si dicono dentro, con una discussione interna anche dura, si assumono dentro le decisioni e poi si portano avanti’’. Senza lealtà, ha ammonito, “ognuno in libertà fa le proprie scelte, io in primis”. Sulla stessa linea Alfano, per il quale in questi due giorni “non sono stati certo superati problemi che ci sono da vent’anni” ma “il governo non si farà sopraffare da questi problemi. Noi siamo qui per l’Italia, per il bene dell’Italia”, ha aggiunto il vicepremier, assicurando che lo stop ai ministri per manifestazioni e comizi elettorali “non è stata materia divisiva per il governo ma una scelta condivisa e concordata”. Tra le scadenze immediate c’è quella di venerdì quando il Consiglio dei Ministri affronterà le questioni di Imu e rinnovo della Cassa integrazione in deroga e su questo, in questo giorni, il ministero dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, sta effettuando un “lavoro di coordinamento’’ con gli altri ministeri interessati per arrivare ai decreti. Prodi e Monti, due ex premier a Palazzo Chigi Al centro i prossimi appuntamenti europei Agli incontri ha preso parte pure l’ex ministro delle Finanze Visco Si sarebbe parlato anche di idee sulla riforma della politica Un incontro di un’ora prima di pranzo con Romano Prodi, poi nel pomeriggio prima di cena due ore con l’ex premier Mario Monti e l’ex ministro delle Finanze del Governo Prodi, Vincenzo Visco. I postumi del ritiro governativo in convento hanno necessitato, pare, ulteriori consigli. Al centro dell’agenda, forse, ancora la task force di ex premier per l’Expo ma, pare, anche consigli sui prossimi appuntamenti europei. Stando a quanto trapelato, i due principali temi affrontati sia nel colloquio con Visco che con Monti, sarebbero stati i prossimi consigli europei e la riforma della politica, le cui basi operative sono state poste proprio a Spineto. Nell’incontro con Monti, quest’ultimo ha rivestito il doppio ruolo di ex premier e leader di Scelta Civica. Letta e Monti nell’incontro avrebbero stabilito di rivedersi regolarmente. n. 20 - 16 Maggio 2013 LE CITTA’ 7 TUTTI AL MARE Le spiagge italiane sono sempre più belle: Bandiere blu in aumento Il Lazio conferma i suoi cinque vessilli: tutte in provincia di Latina tranne Anzio. Male la Calabria con tre riconoscimenti in meno. Per la prima volta entra il lago di Levico in Trentino Alto Adige I n Italia aumentano le spiagge con mare eccellente, mentre il Lazio conferma i suoi vessilli di qualità. Così come l'anno scorso, infatti, nella nostra regione figurano ben cinque località marittime a cui è stata assegnata la tanta desiderata Bandiera Blu: stiamo parlando di Anzio, in provincia di Roma, Sabaudia, San Felice Circeo, Sperlonga e Ventotene-Cala Nave in provincia di Latina. Un buon risultato per le nostre località, uno stimolo ulteriore a fare meglio in futuro. Tornando alla situazione della Penisola, c'è da sottolineare che il sigillo del mare doc è stato consegnato a 135 comuni rivieraschi, quattro in più rispetto al 2012, con un totale di 248 spiagge. Merito delle amministrazioni locali che rispettano a menadito i diktat per ottenere la Bandiera blu della Fondazione per l’educazione ambientale (Fee) Italia. Elevato il dato delle conferme dei Comuni (quasi 9 su 10) e sufficientemente buono anche il rendimento degli approdi turistici, che salgono a 62 (61 nel 2012) a conferma che una importante quantità di porti turistici è arrivata ad una serie di decisioni di sostenibilità ambientale e garanzia di servizi erogati di qualità. Ancora numeri: Sono 9 i nuovi Comuni fra Adriatico e Tirreno che hanno ricevuto il vessillo: Francavilla al mare, Fermo, Pedaso, Campomarino, Tortolì, Carrara, Framura, San Lorenzo al mare e Levico Terme, debutto per la località sul lago in Trentino; cinque, invece, le spiagge eliminate di cui tre in Calabria (Marina di Gioiosa Jonica, Amendolara, Cariati), una in Abruzzo e una in Sicilia. La Liguria si conferma al top della classifica con 20 località vincitrici. Subito dietro Marche con 18, Toscana con 17, Abruzzo con 14, Campania con 13, Puglia con 10, Emilia Romagna con 8, e il Lazio le 5. La Sardegna aumenta di una località fino a 7, invariato il Veneto con 6 Bandiere Blu, mentre il Molise arriva a 3. La Sicilia scende a 4, la Calabria “cala” a 3 perdendo. Friuli Venezia Giulia e Piemonte confermano le 2 Bandiere Blu, per Basilicata e Lombardia invece un solo vessillo. Tornando al risultato generale della Penisola, moderata soddisfazione è stata espressa da Claudio Mazza, presidente della Fee Italia: “L'incremento di Bandiere Blu, ben 135 Comuni, dimostra l'impegno continuo delle località rivierasche in un percorso per la piena sostenibilità”, ha detto spiegando che “il turismo sostenibile è oggi una scelta obbligata per chiunque abbia la responsabilità di amministrare il territorio e lavori per il suo sviluppo”. segue dalla prima Ripartire subito per allontanare il baratro sociale Siamo nella spirale, forse nel punto più attorcigliato di questa spirale recessiva che da un anno fa sentire forte la sua frusta sulla carne viva del Paese. Non ce n’è per nessuno. Ce lo dicono in maniera inoppugnabile altri numeri diffusi da Eurostat. Ce n’è anche per la Francia che ha iniziato anche lei il suo percorso recessivo. Ce n’è un poco anche per la Gran Bretagna. Non per la Germania che continua a stare, sia pure di poco, sopra lo zero. Così come per l’Olanda e i Paesi del nord i cui dati sul prodotto industriale (che per noi segnano cinque punti sotto lo zero) sono addirittura dieci, undici punti sopra. Parliamo in quest’ultimo caso della produzione industriale. Un divario a segnare inesorabilmente l’esistenza di due Europe pur nella stessa crisi. Fatto sta che, sperando i ritiri in convento sortiscano i buoni effetti sperati, il pallino ora è più che mai nelle mani del Governo. L’Italia deve poter ripartire perché i conti sani e il baratro sociale a un passo non accontentano davvero nessuno. E ciò che è più brutto è che la malata Italia si trova nella fase in cui, ahinoi, ci stiamo abituando al male mentre proprio ora serve un po’ di respiro, ossigeno. Sarà la sospensio- ne dell’Imu a darlo. Crediamo non basterà. Hanno ragione le associazioni di consumatori: serve con chiarezza uno stop all’aumento già previsto dell’Iva in luglio che deprimerebbe ancora di più i consmu. Ma, aggiungiamo noi, di più e meglio occorrerebbe un taglio netto all’Imu su capannoni industriali e negozi (che alcune volte si sono trovati a pagare addirittura quattro volte in più rispetto a quanto pagavano di Ici) e all’Irap. Bisogna riprendere le attività produttive prima di tassarle ancora. Ora serve davvero una spinta al Paese. L’Italia col suo grande or- goglio e la forza dei suoi cittadini è ben pronta a darsela da sola. Purché si allentino le vessazioni. Pare lo stia capendo persino Equitalia. E le banche riprendano a dare credito ai cittadini, alle famiglie e alle aziende. Altrimenti non se ne esce. E, sarebbe bene dirlo ai profeti della “decrescita felice”, l’obiettivo non è tornare al consumismo ma rimettere in qualche modo in piedi un Paese che ormai e da troppo tempo è ridotto in ginocchio e senza speranze. L’Italia merita di più. Daniele Priori 8 LE CITTA’ Regione Lazio n. 20 - 16 Maggio 2013 Commissione Ambiente. Lo ha detto durante la seduta del 9 maggio scorso L'annuncio di Civita: “Entro un anno il testo unico sull'urbanistica” Per l’assessore il documento semplificherà un settore che ha ben 72 leggi regionali differenti L a commissione Ambiente, Lavori pubblici, Mobilità, politiche della Casa e Urbanistica del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Enrico Panunzi (Pd), si è riunita la scorsa settimana per l'illustrazione delle linee programmatiche da parte dell'assessore Michele Civita, responsabile di urbanistica, trasporti e rifiuti. “Tre priorità per quanto riguarda l'urbanistica - ha spiegato entro un anno vogliamo approvare un testo unico che riordini, semplifichi e vada a innovare un settore nel quale abbiamo 72 leggi regionali differenti. Poi approvazione definitiva del Piano paesistico regionale, infine revisione del Piano casa, modificando quelle norme che hanno dato origine al contenzioso con il ministero per i Beni culturali”. Civita ha poi proseguito la relazione illustrando la “drammatica situazione debitoria per quanto riguarda i trasporti. Abbiamo un miliardo di debiti, la precedente amministrazione ha già speso le risorse del Fondo nazionale dei prossimi anni. Dobbiamo intervenire applicando rigorosamente la spending review a Cotral, rendendo l'azienda più efficiente, migliorando allo stesso tempo il servizio. Aremol deve essere rilanciata per arrivare alla costituzione di una agenzia per la mobilità unica a livello regionale. E dobbiamo varare il Piano regionale per la mobilità, i trasporti e la logistica, perché occorre un quadro di regole certe”. Infine l'emergenza rifiuti: “Per la prima volta dopo 40 anni - ha illustrato l'assessore - nel Lazio non verranno più scaricati in discarica rifiuti non trattati, grazie agli accordi con altre Regioni. Ma dobbiamo arrivare rapidamente a un sistema autosufficiente, penso soprattutto a Roma. Abbiamo stanziato 150 milioni per i prossimi tre anni per estendere in tutto il Lazio la raccolta differenziata porta a porta. Dobbiamo lavorare sulla riduzione dei rifiuti, sulla creazione di un'industria del riuso e del riciclo”. Per Gianluca Quadrana (Lista Zingaretti) “la strada è giusta, dobbiamo intervenire su Cotral, soprattutto sul costo del personale e della manutenzione”. Di “impianto solido” ha parlato, invece, Riccardo Valentini (Per il Lazio): “Insistere sulla differenziata, con incentivi per i cittadini. Approvare il Piano paesistico sarà un grande risultato”. Secondo Adriano Palozzi (Pdl) non “si può utilizzare dappertutto la raccolta porta a porta. Per quanto riguarda Cotral basta proseguire sulla strada già avviata”. “Tutelare il territorio senza penalizzare lo sviluppo - afferma Fabio De Lillo (Pdl) -. E stiamo attenti perché la raccolta porta a porta ha un costo elevatissimo”. Fabrizio Santori (La Destra) ha messo in evidenza la necessità di “ricevere tutti i documenti necessari per poter lavorare”. “Strada giusta” per Cristiana Avenali (Per il Lazio), mentre Devid Porrello (M5S) ha parlato di abbandonare un modello “fallimentare di gestione dei rifiuti”. Pietro Sbardella (Lista Bongiorno) infine ha spiegato che “le materie affrontate sono il perno per lo sviluppo della Regione”. L'analisi. Il consigliere regionale comunque condivide e apprezza le parole di Michele Civita Simeone (Pdl) critica l'attendismo della giunta Zingaretti L’esponente punta su decentramento, ambiente e rifiuti: “Sono una risorsa, non un problema” Decentrare, semplificare e fare sono queste le parole chiave su cui si è concentrato l’intervento di Giuseppe Simeone, consigliere regionale del Pdl, in risposta alle linee proposte dall’assessore regionale Michele Civita. “Condivido e apprezzo lo sforzo dell’assessore di ottimizzare le procedure, ma per farlo davvero è fondamentale il decentramento delle funzioni amministrative. Sull’urbanistica dopo una retorica usata per anni, che è diventata anche stucchevole, sulla semplificazione ho proposto di attivare azioni di decentramento reale per portare le scelte operative sempre più vicino ai cittadini. Oggi abbiamo 70 strumenti legislativi di regolamentazione dell’urbanistica, fare un testo unico è scelta importante ma a questo va aggiunto il passaggio strategico di accentrare nei Comuni la parte operativa: un interlocutore unico per imprese e gli stessi cittadini a fronte di un assurdo “pendolarismo” amministrativo dove tutti fanno tutto e nessuno risponde con il solo risultato di esasperare i cittadini. La Regione deve legiferare e passare l’amministrazione agli enti locali territoriali. Questo metodo è decisivo anche per quanto riguarda i vincoli legati alla tutela dell’ambiente e del paesaggio. I vincoli ambientali vanno letti non come limite ma come opportunità di sviluppo. C’è, poi, l’idea di una cultura vincolistica generica e assolutamente non funzionale, la Provincia di Latina di concerto con l’Università di Napoli si è dotato di uno strumento puntuale di definizione delle risorse e dei beni da tutelare nel territorio. Bisogna passare dall’idea di vietare, all’idea di tutelare, dall’idea della paura alla prospettiva della tutela mirata all’immenso ma reale patrimonio ambientale, culturale ed architettonico del nostro territorio. Con l’assessore Civita è stato affrontato anche il nodo della mobilità. La Regione deve assicurare la funzionalità di Cotral, Atac e Trenitalia ma anche e soprattutto dare certezze alle decine di imprese che assicurano la mobilità nei territori e che hanno oneri insopportabili per i ritardi nei pagamenti regionali. Dare certezze in questo ambito è qualità della vita dei cittadini e anche certezza per imprese che danno lavoro a decine di lavoratori. Sui rifiuti, nella logica di una opposizione costruttiva, siamo concordi con la scelta di stanziare 150 milioni di euro per il servizio di raccolta porta a porta. A questo, però, va aggiunto un piano di chiusura del ciclo dei rifiuti negli ambiti provinciali, il principio guida è quello delle tre R: ridurre, riciclare, riutilizzare. Il rifiuto va visto come risorsa e non come problema. Ogni Provincia, come quella di Latina che lo ha proposto per anni, ha il diritto di chiudere il ciclo di gestione e smaltimento dei rifiuti sul proprio territorio traendo risorse che possono agevolare i cittadini oggi nella morsa di tasse troppo alte a fronte di servizi, purtroppo, scadenti”. n. 20 - 16 Maggio 2013 Regione Lazio LE CITTA’ 9 L'annuncio. Il presidente Zingaretti: “Un successo storico per la Regione Lazio” CINQUE MILIARDI DI EURO PER I DEBITI DELLA PA Il risultato è stato reso possibile dal grande impegno istituzionale e tecnico degli uffici, dalla buona compattezza della maggioranza e dal senso di responsabilità dell’opposizione “I l Governo ha appena riconosciuto alla Regione Lazio 2 miliardi e 542 milioni di euro per onorare i debiti non sanitari, più del 40% delle risorse ripartite nella seduta della Conferenza delle Regioni. Un successo storico per il Lazio, di cui sono particolarmente soddisfatto perché ci permette di offrire alle famiglie e alle imprese una boccata di ossigeno”. Lo ha affermato pochi giorni fa in una nota Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio. “Utilizzeremo questa somma, come previsto dal decreto 35/2013, per onorare i debiti certi, liquidi ed esigibili non sanitari della Regione verso enti locali e fornitori. Queste risorse, unite ai 786 milioni di euro che ci sono già stati riconosciuti per la sanità - continua il presidente Zingaretti - e soprattutto alla ben più consistente quota che dovremmo ottenere nelle prossime settimane per il 2014, sempre riferita ai debiti della Sanità, ci porterà a vederci riconoscere dal Governo un totale di oltre 5 miliardi di euro”. “Questo risultato - conclude il presidente della Regione Lazio - è stato reso possibile dal grande impegno istituzionale e tecnico degli uffici della Regione, che in poco tempo sono riusciti a predisporre tutti gli adempimenti del caso. E anche dalla grande compattezza della maggioranza e dal senso di responsabilità dell’opposizione. Le risorse accordate in queste ore ci verranno liquidate entro il mese di giugno, e noi le trasferiremo tempestivamente a chi ne ha diritto. Una iniezione di liquidità che servirà a dare respiro alle nostre aziende in difficoltà, mettendole nelle condizioni di programmare con più serenità il proprio futuro e - chiosa infine - di pensare a prospettive di sviluppo che ci aiutino a portare i nostri territori fuori dalla crisi”. Il caso. L’esponente con delega all’Agricoltura è accusata di reati ambientali Rinviata a giudizio l’assessore Ricci. Palozzi: “Si dimetta” Lei si difende e si dice fiduciosa nella magistratura. Pdl: “Quanto accaduto è una cosa gravissima” L’assessore regionale all’Agricoltura, Sonia Ricci, è stata rinviata a giudizio dal Tribunale di Latina con l'accusa di reati ambientali. Nel mirino degli inquirenti il rogo di rifiuti accaduto nell'azienda agricola di Sezze, nella quale lavorava prima di andare l'assessorato alla Pisana. L'episodio risale al settembre 2010. Questa la difesa della Ricci: “L’incendio di cui si parla si verificò per cause che ancora oggi non conosco. All’epoca del fatti, io ero dipendente e non rappresentante legale dell’azienda agricola proprietaria del fondo e dei connessi fabbricati agri- coli. Posso solo dire - continua l'assessore regionale - che, all’improvviso, nel piazzale antistante si sviluppò un focolaio, che aggredì rapidamente il materiale legnoso e plastico, depositato per l’utilizzo a scopi esclusivamente agricoli. Prontamente - ha continuato la Ricci - chiamammo i vigili del fuoco, che intervennero sul posto, provvedendo a spegnere il fuoco. Subito dopo, intervenne anche l’autorità giudiziaria per gli accertamenti del caso. In quel momento ero l’unica persona presente in azienda. Ho piena fiducia nella magistratura, che sono sicura farà chiarezza sulla vicenda”. Sulla posizione della Ricci è intervenuto il consigliere regionale, Adriano Palozzi: “Che fine hanno fatto i professori del Pd? Questi moralizzatori di sinistra sono gli stessi che parlavano di contenimento delle spese ma poi hanno nominato una Giunta di esterni, che in pochissimi mesi ha fatto già registrare due defezioni e iniziative pari a zero - Queste le prime parole del consigliere che poi continua -. Quelli pronti in prima linea a puntare il dito contro gli altri ma poi a fronte del rinvio a giudizio di un membro di una Giunta insediata pochi mesi fa, oggi tacciono, scompaiono. Nell'aspettare una ferma condanna da parte di Nicola Zingaretti e di tutto il Pd, che ancora non è arrivata, auspichiamo che l'assessore Ricci rimetta il suo incarico. Quanto accaduto è gravissimo, e merita una presa di posizione netta da parte di questo centrosinistra che fino ad oggi si è contraddistinto solo e soltanto per sprechi e per un immobilismo totale”. Economia. Riforma della governance degli strumenti per l’accesso al credito La Regione ridà ossigeno al sistema produttivo del Lazio: avviata la trasformazione Bil in intermediario finanziario La giunta regionale ha avviato la riforma della Governance degli strumenti per l’accesso al credito ed alle garanzie delle imprese, per ridare ossigeno al sistema produttivo del Lazio e favorire la ripresa economica. Una riforma che procederà nei prossimi 90 giorni con un percorso di confronto e di ascolto che coinvolgerà tutti i soggetti interessati, a partire dal Consiglio regionale e dalle forze economiche e sociali della Regione. “Per rispondere ai pesanti rilievi sollevati nei mesi scorsi dalla Banca d’Italia e per superare l’oggettiva fragilità giuridica e patrimoniale della struttura è stata avviata la trasformazione di Bil (Banca Impresa Lazio) in intermediario finanziario vigilato ex art.107 T.U.B. Basti pensare - spiega Fabiani assessore allo Sviluppo economico e Attività produttive - che dal 2007 ad oggi Bil ha accumulato perdite per 4 mln, mantenendo un livello di operatività al di sotto delle aspettative e inferiore a quanto garantito da altre strutture operanti nella Regione. Solo per fare un ulteriore esempio, nel 2012 Eurofidi ha avuto un’operatività sul Fondo Centrale di Garanzia relativa ad imprese laziali di circa sei volte maggiore di quanto fatto da Bil nello stesso periodo”. “Abbiamo avviato una riforma strutturale e radicale per mettere finalmente a sistema i soggetti pubblici e privati che debbono dare assistenza e sostegno alle imprese del Lazio, oggi strangolate dal credit crunch e da una Governance regionale che fino ad oggi non si è dimostrata adeguata a rispondere ai bisogni ed alle difficoltà del sistema economico. In questo quadro intendiamo inoltre recuperare i forti ritardi accumulati nell’utilizzo dei fondi europei, a partire dalla immediata messa a disposizione di 130 mln per l’accesso al credito delle imprese, attraverso misure per stimolare le start up, gli investi- menti e la patrimonializzazione delle PMI”. “Infine, abbiamo in programma la definizione di un rapporto più strutturato e flessibile con il Fondo Centrale di garanzia, anche attraverso un maggiore coinvolgimento del sistema bancario - conclude Fabiani - e intendiamo impostare una policy regionale a sostegno del ruolo dei Confidi, per stimolarne la crescita, il rafforzamento patrimoniale e l’aggregazione”. n. 20 - 16 Maggio 2013 Roma Capitale LE CITTA’ 11 Il caso. Ritorna impietosa alla mente l’ombra scura della vicenda di Rignano Flaminio TERRORE E VIOLENZA SUI BIMBI DELLA SCUOLA “SAN ROMANO” Mercoledì una maestra e una coordinatrice della materna di Roma sono state arrestate dalle forze dell’ordine con l’accusa di maltrattamenti e percosse nei confronti di minori di Marco Montini L eggi San Romano e ti ritorna in mente Rignano Flaminio. Simil dinamiche, simil protagonisti, stesse accuse, stesso “luogo del delitto”, stesse vittime. Una storia, quella dell'Olga Rovere, che proprio un anno fa di questi tempi, invadeva le cronache mediatiche con l'assoluzione degli imputati dei presunti abusi a danni di bimbi indifesi. Quell'ombra di violenza minorile è rispuntata impietosa mercoledì mattina quando una maestra e una coordinatrice, entrambe sulla sessantina, di una scuola pubblica materna di Roma sono state arrestate - e ora si trovano ai domiciliari - dalle forze dell'ordine con l'accusa di maltrattamenti e percosse nei confronti di alcuni minori. Sarebbero emersi da parte delle due arrestate atteggiamenti violenti, offensivi, umiliazioni verbali e mortificanti della dignità dei bambini. Particolarmente grave e desolante l'episodio con protagonista un bambino, “colpevole” di essersi fatto la pipì nei pantaloni, che sarebbe stato costretto dalla maestra ad inginocchiarsi e ad asciugarla con un fazzo- letto di carta, dopo essere stato minacciato, davanti agli altri bambini, di fargliela pulire con la faccia. Il comportamento della maestra, fatto di insulti e umiliazioni verbali, si rivolgerebbe pure a bimbi portatori di disagi e difficoltà psicoinfantili. Una vicenda, se confermata, di ordinaria follia e che getta nello sconcerto una intera comunità, che ancora fatica a riprendersi dall'incredibile vicenda di Rignano e da tutte quelle storie di inspiegabile violenza ai danni di coloro che dovrebbero essere le creature umane più dolci e amate del mondo. I bambini appunto. Vicende squallide, opache, deprecabili, fuori dal mondo, che non si perpetrano solo in pubblici istituti. È di questi giorni, ad esempio l'arresto, di un ginecologo della provincia di Salerno, accusato di aver convinto una minorenne a vendere per 25mila euro a una coppia il bambino del quale era incinta e che ha poi partorito: compravendita risalente all’ottobre 2011. Oppure come non dimenticare il rinvio a giudizio di una insospettabile suora che, secondo la Procura di Roma, avrebbe molestato e punito i suoi alunni. Un'accusa, che per ora tale rimane, e che tanti sperano non diventi sporca certezza. Tutto questo, dunque, raccontano le cronache. E le presunte violenze di San Romano ne rappresentano solo l'ultimo tassello. Adesso molto probabilmente inizieranno i processi mediatici: ci auguriamo che non si faccia di tutta l'erba un fascio e non si generalizzi negativamente verso una categoria, quella degli insegnanti, capace e - passateci il termine - non manesca. Altresì si faccia luce sul caso capitolino e si punisca chi sbaglia. Un monito ancor più poderoso soprattutto in questo mese di maggio che ha vissuto la “Giornata Bambini Vittime della violenza, dello sfruttamento e della indifferenza contro la pedofilia”. Lì papa Francesco ha detto: “Tutti dobbiamo impegnarci con chiarezza e coraggio affinchè ogni persona, specialmente i bambini, che sono tra le categorie più vulnerabili, sia sempre difesa e tutelata”. Il focus. Gli inquirenti spiegano i comportamenti di direttrice e maestra La Questura di Roma racconta gli abusi La notizia criminis è stata acquisita dopo alcune segnalazioni provenienti da persone gravitanti all’interno dell’ambiente scolastico di San Romano e dai genitori dei bimbi Le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore Eugenio Albamonte, dirette dal dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza “San Basilio” e condotte dagli ufficiali e agenti di Polizia Giudiziaria della Squadra di P.G. Esterna del medesimo Ufficio di Polizia. La notizia criminis veniva acquisita in seguito alla segnalazione proveniente da persone gravitanti nell’ambiente scolastico nonché da alcuni genitori che riferivano di presunti maltrattamenti e vessazioni posti in essere da una maestra e commessi in danno di alcuni alunni minori degli anni 4. Dai primi accertamenti risultava altresì, che la direttrice della scuola, sarebbe stata a conoscenza della condotta illecita dell’insegnante, omettendo di prendere gli opportuni provvedimenti, in violazione dei suoi poteri-doveri di vigilanza e controllo, al fine di salvaguardare il buon nome dell’istituto “San Romano”. In seguito a questa preliminare attività d’indagine il sostituto procuratore titolare dell’inchiesta, dopo aver ascoltato le dichiarazioni dei potenziali testimoni, disponeva un’attività d’indagine tecnica che effettivamente forniva riscontri oggettivi circa i gravi indizi di colpevolezza già evidenziatisi, in particolare, a carico della F.M. Gli investigatori, diretti dal dr Lauro, durante tale fase, accertavano la commissione di comportamenti violenti, vessatori, offensivi e mortificanti della dignità dei bambini affidati ad essa durante l’orario scolastico. Tali condotte dell’educatrice, che generavano nei piccoli un clima di terrore, mettendoli in costante soggezione psicofisica, si manifestavano anche incitando alcuni di loro, solitamente i più grandi, alla violenza e alla denigrazione in danno degli altri. Il comportamento della maestra, fatto anche di insulti ed umiliazioni verbali, riguardava anche bambini portatori di disagi e difficoltà psicoinfantili. Venivano usati epiteti vari come scemo, zozzo, bastardo. Dalle indagini emergeva inoltre, che nonostante la maestra fosse stata più volte, nel tempo, criticata e ripresa anche dalle sue colleghe circa i suoi metodi educativi, avvalendosi della protezione e della copertura della direttrice, continuava imperterrita nella commissione di tali illeciti, limitandosi esclusivamente a non assumere tali comportamenti in presenza di altro personale scolastico. Nel corso del tempo le diverse persone, docenti e non, che rappresentavano i comportamenti dell’insegnante alla direttrice M.R.C., si sono sempre trovate davanti ad un “muro” o addirittura emarginate dall’ambiente, poiché la stessa cercava di mettere tutto a tacere, senza prendere alcun provvedimento, inducendo al silenzio chiunque volesse evidenziare in qualche modo la errata sistematicità educativa che si teneva all’interno della scuola, in particolare nella suddetta classe, ricorrendo anche a forme di intimidazioni e di ritorsioni, abusando dei propri poteri istituzionali. 12 LE CITTA’ Roma Capitale Il caso. La decisione è arrivata dal primo cittadino uscente Gianni Alemanno Municipale, revocata la commissione del concorso Questo dopo che la Procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo d’indagine Revocata la commissione esaminatrice del concorso per 300 posti di Istruttore della Polizia Municipale. Lo ha deciso il sindaco Alemanno, dopo l’informazione della Procura della Repubblica di Roma di aver a- perto un fascicolo d’indagine nei confronti dell’intera commissione - ad esclusione del presidente - per il reato di falso ideologico per il verbale di insediamento della commissione. La commissione era composta da An- gelo Giuliani, presidente, e dai membri Donatella Scafati e Maurizio Sozi; e dalle segretarie di commissione, signora Gloria Conte e dottoressa Alessandra Ascione. Senza entrare nel merito della correttezza dei lavori n. 20 - 16 Maggio 2013 della commissione, l’esistenza dell’indagine per falso ideologico mina alla base la serenità del lavoro della commissione e degli esaminandi. Necessità di assicurare trasparenza e correttezza dell’Amministrazione, alla base della decisione del sindaco per la revoca della commissione. Agli uffici capitolini è stato chiesto di nominare una nuova commissione per il concorso di Istruttore di Polizia Municipale. L’inaugurazione. Struttura creata dal Gros, Gruppo Romano Supermercati E’ realtà il nuovo Centro Logistico Romano Il magazzino permetterà di ridurre i costi grazie ai modernissimi sistemi di trasporto dei pallet in arrivo dai fornitori e in partenza per i vari distributo- P ochi giorni fa è stato inaugurato il nuovo Centro Logistico Romano, realizzato all’interno del Car (Centro Agroalimentare Roma). Il nuovo impianto, realizzato dal Gros Gruppo Romano Supermercati - è stato presentato dal presidente del Gros Giorgio Trombetta. All’incontro sono intervenuti, oltre a Trombetta e al presidente della Federlazio Maurizio Flammini, alcune tra le maggiori autorità cittadine e regionali, tra cui il sindaco di Roma Capitale Alemanno, l’assessore capitolino alle Politiche del Commercio e Attività Produttive Bordoni, l’assessore alle Politiche del Territorio della Regione Lazio Civita, il presidente della Camera di Commercio di Roma Cremonesi. Il nuovo magazzino, uno degli impianti nazionali più grandi ed evoluti del suo genere, permetterà di ridurre gli attuali costi della logi- stica grazie a modernissimi sistemi di trasporto dei pallet in arrivo dai fornitori e in partenza per i vari distributori. L’impianto è in grado, infatti, di garantire ogni ora un flusso di 260 pallet in ricevimento e 150 in spedizione. Il risparmio ottenuto dalla logistica consentirà ai vari distributori di contenere i prezzi dei prodotti venduti a tutto vantaggio dei clienti finali. Il nuovo impianto è stato realizzato su un’area di 80mila mq, di cui 42mila mq occupati da magazzini e 3mila mq da uffici, un piazzale di 34mila mq, 78mila posti pallet e 32 bocche di carico e scarico. Il Groa, proprietario del nuovo Centro Logistico, è il gruppo più grande ed importante operante nel settore a Roma e provincia. Nato 18 anni fa grazie alla lungimiranza di alcuni commercianti romani, oggi il Gros riunisce sotto un unico gruppo tutte le maggiori insegne storiche dei vari supermercati. I numeri rendono bene l’idea del potenziale del gruppo: 14 aziende associate, 145 punti vendita a Roma e provincia che danno lavoro a 3800 dipendenti. Nel 2012 il Gros ha realizzato un fatturato di 1 miliardo e 136 milioni di euro, raggiungendo una quota del 21% sul totale delle vendite realizzate a Roma e provincia. “L’inaugurazione del nuovo Centro Logistico – ha dichiarato il Presidente del Gros, Giorgio Trombetta - è un’ulteriore conferma di come il Gros abbia saputo lavorare in questi anni tenendo sempre nella giusta considerazione gli interessi dei consumatori. I risultati fin qui raggiunti - ha concluso Trombetta - sono stati ottenuti percorrendo la strada del legame con il territorio, con i cittadini romani, con la comunità locale e soprattutto la strada dello stare insieme, del fare rete e della sinergia tra imprese, che rappresenta oggi la sola strada in grado di rispondere positivamente alla crisi”. L'iniziativa. Le passate edizioni hanno visto la partecipazione di oltre 10mila giovani Al via i tirocini a Roma Capitale: ecco l’edizione 2013 di Pica Dopo il successo delle passate edizioni, che hanno visto oltre 10mila giovani raccogliere l’invito di Roma Capitale a svolgere un tirocinio formativo al suo interno, torna il bando Pica - Percorsi Innovativi di Cittadinanza Attiva: ci si può candidare di nuovo, entro il 21 maggio, a partecipare a uno dei 150 tirocini retribuiti in programma. I giovani selezionati percepiranno un rimborso complessivo di 350 euro al mese. Anche quest’anno possono presentare domanda tutti i giovani, italiani e non, che abbiano compiuto il 18esimo e non superato il 31esimo anno di età, in possesso dei seguenti requisiti: immunità da condanna, anche non definitiva, alla reclusione superiore ad un anno per delitto non colposo, o alla reclusione anche di entità inferiore per un delitto contro persona o concernente detenzione, uso, porto, trasporto, importazione o esportazione illecita di armi o esplosivi, ovvero per delitti riguardanti l’appartenenza a gruppi eversivi, terroristici o di criminalità organizzata. Essere inoccupati o disoccupati ai sensi dlgs 181/2000 ed essere iscritti al Centro per l’Impiego. Non aver precedentemente espletato, integralmente o parzialmente, un tirocinio Pica Roma. Avere idoneità allo svolgimento delle mansioni relative al posto da ricoprire. È possibile inoltrare la domanda di partecipazione da lunedì 30 aprile al 21 maggio, tramite Internet, collegandosi al sito ufficiale picaroma.it. I candidati dovranno scegliere uno, ed uno solo pena esclusione, dei progetti messi a bando e compilare in ogni sua parte la scheda di partecipazione online, allegandovi il proprio curriculum. Terminata la fase delle candidature, Roma Capitale procederà già prima dell’estate alla selezione dei tirocinanti, valutandone i curricula e convocandoli per un colloquio motivazionale. L’avvio dei tirocini è previsto entro l’autunno. I percorsi formativi riguardano diversi ambiti: dall’ambiente al patrimonio artistico e culturale, dall’informatica allo sviluppo e tutela del territorio, dall’assistenza e solidarietà alla sicurezza e legalità. Molti dei percorsi proposti quest’anno vedono coinvolte attivamente anche le associazioni e le organizzazioni del terzo settore impegnate sul territorio capitolino, oltre che il mondo dell’università. “Roma Capitale - prosegue l'assessore Cavallari - punta a far sì che i percorsi formativi siano spesi in una dimensione europea” mediante scambi e viaggi. A questo fine “le competenze acquisite con i tirocini verranno poi certificate dal sistema Vpl (Validation of Prior Learning), già collaudato in ambito europeo”. Ciò permetterà ai partecipanti di poter sperimentare il proprio bagaglio di conoscenze sul mercato del lavoro in tutta l’Ue”. n. 20 - 16 Maggio 2013 Metropoli nord LE CITTA’ 13 Il caso. Giuliano Sala illustra le problematiche della multiservizi comunale Crisi della Bracciano Ambiente, il sindaco dà i numeri: “Un Consiglio comunale per definire una strategia” Qualche giorno fa un confronto diretto tra i dipendenti e l’Amministrazione comunale ssemblea qualche giorno fa per A un confronto diretto tra i dipendenti e l'amministrazione comunale. Il sindaco Sala ha dato lettura di un documento con il quale ha illustrato i conti e le problematiche della Bracciano Ambiente. “In primo luogo - dice - abbiamo messo in evidenza il calo dei ricavi passati dai 7,6 del 2005 a 5,5 milioni del 2012 conseguente all’avvio della differenziata porta a porta in molti dei 26 comuni, Bracciano compresa, che conferiscono nell’impianto di smaltimento, con conseguente riduzione della quantità di rifiuti stoccati. Sul piano dei costi del personale - aggiunge Sala - abbiamo illustrato i costi relativi lievitati da 2,1 mln di euro del 2005 a 3,9 del 2012. Il picco si è determinato nel 2008 quando l’amministrazione è stata costretta alla assunzione di 12 persone aventi diritto alla stabilizzazione in quanto i contratti stilati non specificavano che si trattasse di contratti a tempo determinato. Nei costi del personale vanno aggiunti anche quelli derivanti dalla assunzione di lavoratori di categorie protette in adempimento a normative di legge fino ad allora disattese. A questa situazione di riduzione dei ricavi si aggiunge un’incertezza sugli impianti. In attesa che l’autorizzazione richiesta per l’impiego dell’ex cava Vaira per l’abbancamento dei rifiuti trattati il tal quale non è più ammissibile per legge - dovremmo chiudere l’impianto. L’unica possibilità, senza spese aggiuntive di grande portata, riguarda la possibilità di poter impiegare una volumetria residuale dell’attuale “panettone” di Cupinoro”. Al riguardo in questi giorni incontrerò i dirigenti dell’ufficio competente della Regione per proporre questa soluzione temporanea. L’alternativa sarebbe quella della chiusura. Ho poi specificato dell’attuale impossibilità di affidamenti in house dei servizi di raccolta rifiuti e spazzamento prevista dalla normativa e della conseguenza necessità di effettuare un nuovo bando pubblico, alla quale la Bracciano Ambiente, se vorrà, potrà partecipare. Come annunciato ho ribadito la convocazione a breve di un Consiglio comunale ad hoc, aperto agli interventi della dirigenza della multiservizi e agli esponenti dei sindacati, per confrontarci e definire, con una delibera di indirizzo, una strategia comune delle attività da mettere in atto da parte dell’azienda. L’assemblea - conclude Sala - è stata utile per informare i dipendenti sulla effettiva situazione della spa che potrebbe dar luogo al ricorso di ammortizzatori sociali escludendo, al momento, l’istituto della mobilità che significherebbe per i lavoratori - conclude Sala - la definitiva uscita dall’azienda municipalizzata”. 14 LE CITTA’ Metropoli sud n. 20 - 16 Maggio 2013 Marino. Il ricambio generazionale in città parte dalle Politiche culturali ed educative Giunta, Otello Bocci lascia il posto a Arianna Esposito E' lei il nuovo assessore a Cultura e Pubblica istruzione Il vicesindaco Fabrizio De Santis: “Novità che accogliamo con grande attenzione e affetto” È un ricambio generazionale che parte dalle Politiche culturali ed educative quello che vede la giovane Arianna Esposito entrare nella rosa dei 7 assessori in Giunta di Marino. Ex consigliere Udc oggi confluita nel Pdl, è persona dalla capacità amministrativa acclarata dalla sua decennale esperienza nel mondo associativo, della scuola oltre che politico. A comunicarlo, nel Consiglio comunale del 10 maggio, il vice sindaco Fabrizio De Santis. La Esposito andrà a prendere il posto dell’assessore Bocci che ha rimesso il mandato, assumendone la delega alla Cultura. “Una novità, che accogliamo con attenzione e affetto, formulando all’assessore Esposito uno speciale e sincero augurio per il suo nuovo impegno - ha detto De Santis -. Per un avvicendamento che nasce dalla volontà di questa Amministrazione di dare voce e spazio ad energie innovative, rispondendo altresì alle normative facenti capo al principio di pari opportunità. Un'occasione importante, realizzata grazie alla lungimiranza di un politico di lunga esperienza come Bocci. Un uomo dalle elevate doti umane e professionali che ringrazio per l’impegno profuso in qualità di pubblico amministratore al servizio della comunità. Aupiscando in una nuova, futura, collaborazione con l’Amministrazione, esprimo riconoscenza per la sua disponibilità a fornire idee e supporto tecnico per il progetto di governo della città”. Il vice sindaco di Marino ha poi informato in merito alla parziale rimodulazione delle deleghe assessoriali attri- buite ai singoli membri della giunta. Per Giuseppe Bartolozzi, ad integrazione delle Attività Produttive, Risorse sovracomunali, Rapporti con enti sovracomunali, Turismo e Promozione del territorio, andrà ad aggiungersi quella la delega allo Sport. Per Remo Pisani, oltre a Servizi Sociali e alla Persona, Decentramento amministrativo e Ambiente, l’incarico di seguire l’Edilizia scolastica, in preceden- za attribuita al vice sindaco De Santis, e la Sanità. Per Pisani c’è la revoca delle funzioni in materia di Pubblica Istruzione, che sono state assegnate al nuovo assessore Esposito. “Un grazie - ha detto Esposito - per aver avuto modo di partecipare attivamente al governo della città. Incarico che accetto con grande entusiasmo e forte senso di responsabilità. Cercherò, pur consapevole delle ristrettezze economiche, di dare il mio contributo al meglio, mettendo a frutto la mia esperienza vissuta sul campo e facendo tesoro degli insegnamenti che questa Amministrazione, nella sua interezza, ha saputo offrirmi in questi anni. Saluto affettuosamente il consigliere regionale Palozzi, già sindaco di Marino, con il quale ho condiviso la creazione di questo progetto politico e al quale, in virtù delle deleghe a me assegnate, chiedo di farsi interprete delle necessità del nostro Comune. In termini di iniziative e progetti che più si adatteranno alla storia e alla tradizione, al presente e al futuro del territorio. Un ringraziamento che estendo personalmente anche a Otello Bocci che ha condiviso il mio ingresso in giunta”. Albano. Francesco Aracri: “Dopo i ballottaggi la riorganizzazione sui territori” Cinzia Vercelloni fa il grande salto e approda nella Pdl Palozzi: “Siamo pronti per un restyling del centrodestra” Al fianco del consigliere regionale gli esponenti locali Di Lauro e il capogruppo Ferrarini Il Pdl con il suo campione di voti in provincia di Roma, il consigliere regionale, Adriano Palozzi ha annunciato ad Albano il passaggio dell’ex assessore alla Pubblica Istruzione, Cinthia Vercelloni dall’Udc al partito del premier Berlusconi. Alla conferenza stampa, tenutasi nella sala giunta di Palazzo Savelli, sede municipale di Albano, divenuto in realtà un happening grazie all’arrivo di numerosi amici e sostenitori, hanno preso parte oltre all’ex sindaco di Marino, Palozzi e alla dottoressa Vercelloni, il senatore Francesco Aracri (Pdl) e gli esponenti locali del partito, Roberto Di Lauro e Massimo Ferrarini che del Pdl è capogruppo in Consiglio comunale. L’Udc dal 2010, dopo aver governato per un decennio con il centrodestra, ha dato il proprio appoggio al centrosinistra e da tre anni è al governo della cittadina dei Castelli col sindaco Pd, Nicola Marini. Tre anni nei quali, secondo Di Lauro “la città si è fermata: ha visto dimezzata l’assistenza domiciliare, ha la società partecipata Albafor che non paga gli stipendi da gennaio tutti fatti che certificano il fallimento acclarato della giunta Marini per cui è nostro dovere tornare a proporci”. Una decisione, quella della Vercelloni, di abbandonare l’Udc per il Pdl ma- turata proprio nel triennio trascorso. “La mia - ha detto l’ex assessore d’area cattolica - è una scelta giusta per lealtà e coerenza. Anche perché sono sempre più convinta che il Pdl sia l’unico partito antitetico alla sinistra”. Il consigliere regionale Adriano Palozzi nel ringraziare Vercelloni per la scelta effettuata ha sottolineato come “in effetti l’Udc non presentando la lista al comune di Roma abbia deciso autonomamente di scomparire”. Tornando alle vicende locali, Palozzi ha sottolineato come l’ingresso della Vercelloni nel Pdl sancisca che “ci sono tutte le possibilità per fare un restyling del centrodestra anche ad Albano”. Una analisi partita dal momento critico vissuto dal Pdl “superato con l’autocritica, una gestione più collegiale che ha portato il Pdl ad essere nuovamente il primo partito d’Italia”. La soluzione, secondo Palozzi, è nel “radicamento del consenso sul territorio” attraverso cui “il partito cresce”. “Per questo ha concluso - - cercheremo di essere una squadra coordinata a tutti i livelli per poterci presentare come alternativa quanto prima anche ad Albano”. Concetti, quelli espressi da Palozzi, sottolineati in conclusione dal senatore Francesco Aracri che ha voluto sottolineare come “la politica dell’apparire stia finendo”. “Il tema che si porrà all’attenzione dopo le elezioni amministrative - ha concluso - sarà proprio quello della riorganizzazione sui territori”. Pare che il Pdl del Lazio con Aracri e Palozzi in prima fila si stia già dando da fare. n. 20 - 16 Maggio 2013 Litorale LE CITTA’ 15 Gaeta. Mitrano vuole mettere i puntini sulle i in merito ai numeri del documento consuntivo Rendiconto di gestione, il sindaco: “Ecco i dati reali” Il primo cittadino attacca: “La prima notizia rilevante, sfuggita intenzionalmente a una certa minoranza, è il positivissimo risultato conseguito nell’ambito del recupero dell’evasione fiscale” “I numeri di un bilancio comunale vanno inquadrati nel giusto contesto, e non semplicemente letti e considerati come valori assoluti, altrimenti si rischia di dire il falso. Alcuni detrattori della nostra Amministrazione commettono, infatti, un errore colossale quando si limitano a “leggere” i numeri, come essi stessi hanno dichiarato alla stampa. Numeri che senza l’inquadramento necessario si configurano come dati apparenti e non reali. Riconosco, da tecnico della materia, che l’analisi di rendiconti comunali non è per niente facile e richiede una conoscenza specifica per riuscirne a estrapolare il reale significato”. È questa una doverosa premessa del sindaco Cosmo Mitrano, pronto a riportare nella giusta cornice i dati del rendiconto consuntivo 2012, pubblicati dalla stampa nella versione fornita da una parte dell’opposizione, al fine di far emergere l’analisi più appropriata e veritiera degli stessi. “Il primo dato di eccezionale rilevanza, sfuggito intenzionalmente a una certa minoranza, nonostante emerga, con chiari numeri, dal rendiconto di gestione 2012 è il positivissimo risultato conseguito nell’ambito del recupero dell’evasione fiscale - dichiara il Sindaco Mitrano -. Basti pensare che per quanto riguarda l’Ici è stato accertato, al 31 dicembre 2012, un incremento del gettito previsto pari al 64%. Per la Tarsu il recupero realizzato rispetto al dato previsionale vede un incremento del 32,8%. Questi importanti risultati derivano da un’intensa attività di contrasto all’evasione, dalla definizione agevolata di situazioni pregresse, nonché dall’emissione del ruolo coattivo anno 2011. Nell’ambito della lotta all’evasione fiscale fondamentale è poi la sottoscrizione del Protocollo d’Intesa tra l’Agenzia del Demanio, e il Comune di Gaeta (unico della Provincia di Latina), lo scorso 14 novembre, allo scopo di allineare le banche dati e migliorare la fruibilità dei servizi catastali oltre all’aggiornamento e regolarizzazione del patrimonio immobiliare comunale”. Entrando poi nel merito di alcuni “numeri” del rendiconto di gestione 2012, il Primo cittadino afferma: “Il primo punto da chiarire riguarda la pressione tributaria procapite, il dato preso come valore assoluto porta fuoristrada, perché fa pensare ad un aumento della stessa. Ma non è così, poiché la variazione dell’indicatore relativo alla pressione tributaria procapite è influenzata da un lato dalla diminuzione della popolazione cittadina passata dai circa 21.500 abitanti del 2011, ai circa 20.500 abitanti nel 2012 (l’indicatore è il risultato della divisione del gettito fiscale per il numero di abitanti), dall’altro dal notevole recupero dell’evasione tributaria realizzato nel 2012. Secondo punto: spese per servizi a domanda indivi- duale, ovvero asili nido e mensa scolastica. Per gli asili nido non è cambiato nulla relativamente alla spesa da parte del Comune. Mentre sicuramente la recente approvazione consiliare del nuovo regolamento degli asili nido comunali non potrà che migliorare il servizio, definendo regole certe e incentivando i controlli per farle rispettare. Riguardo alle spese minori per la mensa scolastica va detto che esse scaturiscono dalla capacità dimostrata dall’Ente di erogare il servizio, negli stessi termini qualitativi e quantitativi, ma a costi minori. In riferimento alla rimodulazione della tariffa pertinente è bene precisare che essa ha riequilibrato il tasso di copertura del servizio mensa che era assolutamente inadeguato. Ma soprattutto bisogna rimarcare che la rimodulazione ha riguardato le tariffe a carico della fasce di reddito più elevate. Oggi, con le modifiche apportate, tali fasce contribuiscono quasi totalmente al costo del pasto fornito dalla mensa scolastica. Cosa che non accadeva nelle precedenti amministrazioni quando anche tali fasce alte usufruivano delle stesse agevolazioni riservate alla fasce sociali più deboli. La rimodulazione tariffaria si configura quindi come un’azione di equità sociale. Infine per quanto riguarda i trasferimenti erariali, l’indicatore riportato dalla stampa, ovvero il valore procapite degli stessi, va anch’esso contestualizzato per poter far emergere la realtà del dato. E’ assolutamente falso dire che tali trasferimenti siano aumentati. Anzi è un dato effettivo ed incontrovertibile che siano diminuiti. La variazione dell’indicatore è invece determinata da un lato, dalla diminuzione della popolazione cittadina, per le stesse ragioni poc’anzi espresse, dall’altro è legata all’attribuzione per l’anno 2012 di quote di tributi statali (Imu), solo a parziale compensazione del pesante taglio dei trasferimenti erariali. Mentre nell’esercizio 2011 tale compensazione è avvenuta ad invarianza di gettito statale per il Comune, come documentato dalle note del Ministero dell’Interno. Per chiarire facciamo un esempio: Se nel 2011 lo Stato ha tagliato 100 in termini di trasferimenti all’Ente, ha però dato comunque 100 allo stesso Ente in termini di compensazione ai tributi statali. Nel 2012 ha invece tagliato 100 e ha dato 80. Di qui i minori trasferimenti ottenuti. Tale operazione, diretta conseguenza della politica fiscale attuata a livello nazionale e non locale, ha influenzato gli equilibri di bilancio 2012, a differenza dell’esercizio 2011, rendendo necessario in sede di predisposizione del bilancio previsionale, il reperimento di nuove risorse per il mantenimento del precedente livello di prestazioni effettuate e di servizi erogati dall’ente”. 16 Open S LE CITTA’ Siria: il regime ha usato le armi chimiche Anzi, no, sono stati gli insorti di Enrico oliari tentativi politici e diplomaIe diversi tici della Comunità internazionale della Lega Araba di fermare il bagno di sangue in corso in Siria, si sono infranti sulle rocce degli interessi delle potenze straniere, comportando così una situazione di stallo, ovvero di un immobilismo a dir poco imbarazzante. I fattori sono ormai sotto gli occhi di tutti: la Russia, che ha in Siria la sua unica base militare in un panorama che va dal Marocco al Kirghizistan (con esclusione dell’Iran) che ospita basi statunitensi, continua a vendere armi al regime di Damasco, fra le quali, proprio in questi giorni, batterie di missili S300; la Cina, che come la Russia ha diritto di veto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, ha diversi contratti in atto proprio con il regime per la realizzazione di infrastrutture di ogni dimensione; l’Iran, con i fedeli Hezbollah libanesi, appoggia gli alauiti siriani, la minoranza al governo del paese; Israele riceve da Homs il gas siriano e ha aperta con la Siria la questione delle alture del Golan, verso la cui occupazione gli Al-Assad hanno sempre mostrato un atteggiamento tiepido: l’eventuale salita al potere dei Fratelli musulmani in Siria, come di altri gruppi jihadisti (fra gli insorti ci sono persino cellule qaediste) potrebbe comportare per Tel Aviv seri problemi, in quanto si troverebbe fra l’incudine siriana ed il martello egiziano dove governerebbero partiti che dell’antisionismo, come pure della questione palestinese, hanno fatto un principio irrinunciabile. Dall’altra la Turchia, che grazie ad una zona cuscinetto in territorio siriano, vorrebbe tenere lontano dai propri confini una solo in parte attenuata guerriglia curda; il Qatar, che grazie ad un’eventuale vittoria degli insorti, vedrebbe nella Siria un’ampia zona su cui espandere i propri progetti commerciali; l’Arabia Saudita, ormai nemica giurata di Doha, che non sarebbe da meno. In questo marasma del chi sta con chi e del per cosa si sostiene una o l’altra fazione, è scoppiato da qualche settimana il caso delle armi chimiche: nessuno sa quanti di questi mezzi letali di massa siano stipulati negli arsenali siriani, ma è certo che la Siria ne sia il paese più fornito al mondo. Il primo allarme sull’impiego delle armi chimiche è del gennaio ed è provenuto dagli Stati Uniti, ma le indiscrezioni del Foreign Office sono state prontamente smentite da Tommy Vietor, portavoce del National Security Council della Casa Bianca. Ad aprile il londinese The Times ha diffuso la notizia delle prove dell’avvenuto utilizzo delle armi letali raccolte da una missione segreta britannica, fatto poi confermato anche da Parigi, che già parlava di fornire (cioè di vendere) armi agli insorti. Ed infine il presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, il quale è intervenuto affermando di essere pronto a scendere a fianco degli insorti nel momento in cui la “linea rossa” dell’impiego dei mezzi letali chimici fosse superata. Più prudente il suo Segretario di Stato, John Kerry, il quale ha parlato di assenza di prove definitive e schiaccianti: “le informazioni di cui dispongo al momento - ha dichiarato - non mi confermano la cosa in modo tale da consentirmi di commentarla come un fatto. Naturalmente tutte le accuse andranno approfondite”. Sul finire di aprile anche la Francia, per bocca dell’inquilino del Quai d’Orsay, ha fatto una mezza marcia indietro sostenendo che il suo paese si era forse un po’ prematuramente affidato a quanto avevano sostenuto i Servizi segreti di Londra e di Tel Aviv. Quindi anche Obama, nel corso della tradizionale conferenza dei primi cento giorni di governo, ha dichiarato che “ci sono prove che sono state usate armi chimiche in Siria, ma non sappiamo dove, come, quando e chi le abbia usate”. Un po’ poco per scaldare i motori degli F16… tanto che Washington ha ricevuto il fermo “altolà” di Mosca. Pochi giorni fa è intervenuta sulla questione anche l’ex Procuratore del Tribunale penale internazionale ed attuale membro della Commissione d’inchiesta Onu sulle violazioni dei Diritti umani in Siria, Carla Del Ponte, la quale ha confermato che sono state effettivamente utilizzate armi chimiche, ma non dalle truppe del regime di al-Assad, bensì dagli insorti. “I nostri ispettori sono stati nei Paesi vicini a intervistare vittime, medici e negli ospedali da campo - ha spiegato la Del Ponte a un’emittente svizzera -. In base ai loro resoconti della scorsa settimana ci sono sospetti forti e concreti, ma non prove inconfutabili, dell’uso di gas sarin”; tuttavia ad “oltrepassare la linea rossa” indicata dal presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, “sono stati i ribelli, l’opposizione, non le autorità del governo siriano”, per cui non è un caso se da più parti è arrivato l’invito alla prudenza nell’attribuire all’esercito regolare la responsabilità del loro impiego. Accanto all’inchiesta partita da Ginevra sui crimini di guerra, vi è quella aperta dal Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, il cui staff sta ancora aspettando il via libera da Damasco per entrare in territorio siriano… ci si chiede come possano Francia, Gran Bretagna ed in un primo momento gli Stati Uniti ad aver parlato con certezza dell’impiego di armi chimiche da parte di al-Assad, senza che gli ispettori fossero entrati in Siria. Le armi non convenzionali, nella fattispecie quelle chimiche, sono state usate quindi vicino ad Aleppo e nei pressi di Damasco a marzo ed a Homs, a dicembre. Ma non si sa da chi. Space LE CITTA’ 17 Velletri, lA NAtO eNtrA A SCUOlA il Mediterraneo al centro tra le primavere arabe e la crisi siriana Martedì 7 maggio presso l’istituto alberghiero “Ugo Tognazzi” di Velletri, si è tenuta la Giornata di Studi sulla sicurezza del Mediterraneo dalla primavera araba alla questione siriana con la partecipazione del Comitato Atlantico Italiano nella persona del Segretario generale Fabrizio Luciolli, di alcuni autorevoli rappresentanti della Nato, della promotrice dell’evento dottoressa Antonietta Dal Borgo, membro del Comitato Atlantico Italiano ed esponente del Pdl; del candidato a sindaco di Velletri Salvatore Ladaga anch’egli del Pdl; per l’Istituto Alberghiero era presente la preside Adele Bianco. A prendere la parola è la preside dell’istituto che dando il benvenuto agli ospiti ha ringraziato tutti per la numerosa partecipazione; quindi il dottor Fabrizio Luciolli ha introdotto il tema principale del convegno, e cioè la sicurezza nel Mediterraneo spiegando come la Nato è impegnata soprattutto in questo ambito, difendendo i nostri territori, i nostri cittadini e la nostra economia intervenendo con programmi di salvaguardia delle identità nazionali tramite cooperazioni tra i Paesi in tutto il mondo, tra popoli lontani soprattutto come abitudini e costumi diversi dai nostri. Tra i mille problemi della ricostruzione della giovanissima democrazia dopo la primavera araba, c’è soprattutto la questione siriana in primo piano che è purtroppo drammatica e di difficile soluzione politica. Dopo la visione di un video sui 60 anni della Nato, ha preso la parola il professor colonnello Vittorfranco Pisano capo del Dipartimento di Scienze informative per la Sicurezza dell’Università internazionale di Scienze Sociali (Unintess) parlando della minaccia del terrorismo, soprattutto dopo i dolorosi fatti di Boston, spiegando come la cultura dell’odio e delle stragi abbia radicato la paura nella popolazione, soprattutto quella americana, la quale si interroga come sia possibile che questi fatti possano accadere alla luce del sole e di come la potente macchina della sicurezza americana si lasci sorprendere e non riesca a contrastare questa escalation di terrore. Si ha paura di viaggiare in metropolitana, in aereo, anche partecipare appunto ad una innocua manifestazione sportiva; la spiegazione deriva forse dal fatto che il terrorismo, seguendo appunto un movente politico-sociale e religioso, non è catalogabile tra le violenze ordinarie che si svolgono alla luce del sole. È la volta del generale Gianni Marizza del Consiglio direttivo del Comitato Atlantico Italiano, che ha illustrato più compiutamente la crisi siriana, partendo dalla base politica che contrappone le parti in causa, con lo sfondo drammatico di una situazione sociale ormai al limite della sopportazione umana dovute alle numerosissime vittime innocenti di una guerra inutile e pericolosa per tutta l’aerea araba. Ne è seguito un dibattito molto istruttivo con gli interventi e le domande degli stu- denti dell’Istituto a cui le varie personalità presenti hanno risposto esaurientemente. Nel suo intervento la dottoressa Dal Borgo ha spiegato, inoltre, l’importanza di questi incontri per gli studenti, i quali acquisiscono cognizione sempre più ampia delle problematiche storico-sociali che li circondano, rafforzando in loro una coscienza precisa sia in materia di sicurezza che di difesa del proprio territorio e dei propri diritti politici, sociali e umanitari. Si è svolta infine la cerimonia di consegna degli Attestati di partecipazione alla 58ma Assemblea Generale dell’Atlantic Treaty Association che ha visto la gradita presenza in sala del candidato a sindaco Salvatore Ladaga, il quale prendendo la parola, ha esortato i giovani a fare propri gli insegnamenti di questi incontri sulla sicurezza e facendo gli auguri per il proseguimento degli studi e dell’inserimento degli studenti stessi nel mondo del lavoro. L’evento si è quindi concluso in un clima di soddisfazione reciproca, di stima e di amicizia comune e gli intervenuti si sono dati appuntamento per il prossimo anno. Redazionale Redazionale Redazionale Redazionale Redazionale Redazionale Redazionale Villa Stuart: Servizio di Ortopedia e Traumatologia LA DISTORSIONE DEL GINOCCHIO NEL CALCIO Cause, sintomi e trattamento. Il parere del Dr. Riccardo Ciatti di Paolo Brandimarte Dr. Ciatti, come mai i traumi distorsivi del ginocchio sono così frequenti nel calcio? “Nei giocatori di calcio le ginocchia sono soggette a continui traumi, diretti e indiretti, sollecitazioni e microtraumi ripetuti come corsa e cambi di direzione. La distorsione del ginocchio è tipica degli sport come calcio, rugby e basket, in cui il piede rimane vincolato al terreno mentre il ginocchio viene spinto da un trauma o movimento volontario verso l’interno o l’esterno. Esistono poi diversi fattori di rischio”. A proposito di rischio, quali sono i fattori predisponenti? “Mancanza di adeguato riscaldamento, preparazione atletica insufficiente, scarsa coordinazione ed equilibrio, deficit di forza e flessibilità, condizioni ambientali avverse come freddo eccessivo e terreno scivoloso o sconnesso” Ci descriva il meccanismo di distorsione del ginocchio. “Una distorsione di un’articolazione è un meccanismo traumatico che provoca la lesione di una o più strutture capsulo-legamentose quando la forza del trauma supera la resistenza delle strutture stabilizzatrici articolari. Nel ginocchio, i traumi distorsivi più frequenti sono quelli definiti come in “varo-flesso-intrarotazione” o “valgo-flesso-extrarotazione”, termini che descrivono l’azione del piede fisso al suolo con una torsione del ginocchio verso l’interno o verso l’esterno, come in un contrasto di gioco, un repentino cambio di direzione o nella ricaduta da salto ”. Che genere di sintomi si ravvisano? “L’atleta avverte dolore acuto al ginocchio che può essere accompagnato da una sensazione di “crack” interno, con difficoltà o impossibilità a poggiare il peso sull’arto interessato, ed è costretto ad abbandonare il terreno di gioco. Più o meno precocemente, in base alle strutture interessate dalla lesione, può comparire versamento”. Come si procede in caso di lesione del legamento crociato anteriore? “Un primo trattamento è sicuramente fisioterapico per far recuperare il paziente dalla fase acuta, cioè ridurre il versamento articolare e ripristinare la flesso-estensione del ginocchio e la deambulazione senza ausili. A questo punto l’indicazione chirurgica la dà il grado di attività del paziente: è indicata la ricostruzione del legamento nel paziente sportivo che ha necessità di avere un ginocchio stabile in quanto sottoposto a gesti atletici specifici, nel paziente giovane, anche a prescindere dall’attività sportiva, per prevenire sovraccarichi cartilaginei che negli anni possono favorire l’artrosi, e nel paziente che accusa instabilità anche nella normale attività quotidiana. Nei restanti casi, pazienti a richieste funzionali ridotte o non più giovani, l’indicazione può anche essere conservativa, a meno di fastidi di instabilità o cedimenti, che si valutano nel tempo.” Dr. Riccardo Ciatti Medico Chirurgo Specializzato in Ortopedia e Traumatologia Casa di Cura Villa Stuart Via Trionfale, 5952 – 00136 Roma Tel. 06. 35528200/ 06. 35528308 www.villastuart.it n. 20 - 16 Maggio 2013 PENSIERI 3P LE CITTA’ 19 PERSONE P A R O L E GESU’ IL MAESTRO MURATORE E se il vero Cristo fosse stato in realtà Pitagora? Pubblicato uno studio del professor Gordon Strachan che rintraccia affinità tra cristianesimo e misteri druidici. Entrambi culti messianici che pare abbiano tratto linfa proprio dalla scuola pitagorica Che possa essere il segnale di una comune origine nella figura del maestro matematico? di Luca Bagatin N on sappiamo quali e quanti viaggi abbia compiuto Gesù prima dei trent’anni. Se sia stato, come sostengono alcuni, in India, nel Tibet oppure finanche in Britannia. Ciò che è certo è che la sua erudizione e preparazione spirituale non erano comuni e di certo non erano comuni per un semplice falegname, figlio di falegname. Gesù conosceva, ad esempio, gli Antichi Misteri degli Egizi, dei Caldei, degli Indù, dei Pitagorici in particolare. Quali, poi, le corrispondenze fra la geometria pitagorica ed il druidismo e fra i Druidi e Gesù stesso, è il tema centrale di “Gesù il maestro muratore” di Gordon Strachan professore di Architettura presso l’Università di Edimburgo - edito in Italia dalle Edizioni Arkeios. Nel volume sono riscontrate non poche similitudini fra i misteri druidici e l’insegnamento diffuso da Gesù. Entrambi i culti erano monoteisti e fondati sulla Trinità; entrambi erano affini alla Legge di Mosè; entrambi erano culti trasmessi inizialmente per via orale, come oggi avviene per il moderno culto massonico; entrambi fondavano la loro dottrina sulla Redenzione e su un Salvatore... di nome Yesu, guarda caso. Strachan fa risalire alla scuola pitagorica tali dottrine, giungendo a identificare la figura di Gesù con Pitagora stesso. Secondo la scuola pitagorica, tutte le cose sono ritenute numeri e le conoscenze relative alla geometria pitagorica sono state attinte dall’arte della costruzione degli Egizi, dei Caldei e dei Fenici. In questo senso, l’autore del volume, si sofferma nello studio del simbolismo numerico pitagorico contenuto nella Bibbia, con l’ausilio di studiosi e filosofi quali ad esempio la francese di origini ebraiche ma di fede cattolica Simone Weil. Uno studio affascinante e complesso al contempo, fatto di calcoli matematici, geometria, simbolismo occulto e celato agli occhi dei profani. Un simbolismo conosciuto da Gesù il quale, nel libro, si ipotizza essere o Pitagora stesso, o comunque un appartenente alla scuola pitagorica. Una sorta di “Libero Muratore” ante litteram, capace di realizzare Templi e teatri sulla base della Geometria Sacra, ovvero detentore di quelle conoscenze spirituali alle quali potevano attingere solo i Massoni Operativi, ovvero coloro i quali diverranno i costruttori delle cattedrali gotiche durante il Medioevo e, successivamente, nel XVII e XVIII secolo, i Massoni Speculativi, fondatori della moderna Massoneria. Quello di Gordon Strachan è uno studio completo, che condurrà lo studioso e il lettore in un percorso fatto principalmente di studi relativi all’architettura e alla geometria. Un percorso che, dalla Palestina di Gesù e dall’Antica Grecia pitagorica, lo condurrà sino alla Britannia, per scoprire le corrispondenze fra i culti degli esseni, quelli degli antichi greci e quelli druidici. Delle corrispondenze che trovano il loro cuore centrale e pulsante nella figura di Gesù, il Messia detto “Il Cristo”. Il primo, forse, fra i Liberi Muratori che la storia - e la storia della Massoneria in particolare abbia mai conosciuto. n. 20 - 16 Maggio 2013 Play Time LE CITTA’ 21 Shopping on line Giovani imprenditori Il temporary store di Zalando Al via il premio Gaetano Marzotto di Valentina Carboni il sito di shopping Zchealando, on-line di scarpe e moda distribuisce in tutta Europa, ha deciso di entrare in contatto visuale con i clienti, attraverso un temporary store a Milano. In occasione dell’anniversario del portale, due anni dall’apertura, a metà aprile Zalando ha voluto festeggiare presentando le nuove tendenze primavera/estate 2013 alla Design Week milanese, dove il pubblico ha avuto l’opportunità di toccare con mano e acquistare una selezione degli oltre 150mila prodotti che compongono l’assortimento del negozio online. Tra i marchi disponibili ci saranno Benetton, Cheap Monday, Donna Karan, Diesel, French Connection, Guess, mint&berry, Levi's Strauss, Marc Jacobs e Patrizia Pepe. I visitatori hanno potuto inoltre effettuare acquisti online direttamente lì, attraverso apposite postazioni, con l’aiuto del personale del negozio. Questa idea ha due scopi: il primo far comunicare due mondi retail tradizionale e online - e il secondo, è far scoprire al pubblico il potenziale che ha lo shopping online, entrando in contatto reale con l’offerta del sito di e-commerce. Zalando.it in questi primi due anni di attività, ha registrato una enorme crescita, soprattutto per la loro filosofia: soddisfatti o rimborsati. Qualsiasi acquisto effettuato, una volta ricevuto, per qualsiasi problema può essere restituito gratuitamente, richie dendo il rimborso del prodotto. Questo perchè Zalando vuole andare oltre, convincendo i meno propensi all’acquisto online a provare il servizio. Aiutare le giovani generazioni, che si distinguono per coraggio ed intelligenza, a tradurre l’idea in azione fornendo loro un supporto economico, è lo scopo del Premio Gaetano Marzotto, che quest’anno raddoppia il suo impegno concedendo ottocentomila euro in premi per gli imprenditori di domani, grazie all'ingresso di importanti partner istituzionali che rappresentano l'ecosistema dell'innovazione italiana. Coltivare le idee è lo slogan dell’associazione Progetto Marzotto nata come associazione senza scopo di lucro, al fine di onorare la memoria del Conte Gaetano Marzotto. Dal 4 Aprile 2013 i futuri neo imprenditori possono nuovamente concorrere presentando, entro il 30 giugno 2013, la loro idea di impresa innovativa e sociale. Per partecipare al Premio Gaetano Marzotto a favore dei nuovi talenti, i partecipanti devono voler sviluppare le loro idee imprenditoriali in imprese, con sede legale e base di sviluppo in Italia. Inoltre il progetto imprenditoriale presentato, dovrà essere innovativo, originale, finanziariamente sostenibile e in grado di generare ritorni economici. Ma soprattutto è essenziale che la ricaduta economica e l’impatto sociale positivo sia sul territorio italiano (ad esempio: rispondere ad un bisogno concreto, migliorare la qualità della vita delle persone, valorizzare la cultura italiana, migliorare l’ambiente, il territorio…). Per essere ammessi è necessario presentare la propria idea di impresa tramite sito premiogaetanomarzotto.it nella sezione Partecipa. Link: valemood.blogspot.com n. 20 - 16 Maggio 2013 Sport LE CITTA’ 23 TENNIS E CALCIO A BRACCETTO PER LE VIE DEL FORO ITALICO Gli Internazionali di Roma e l’ultima uscita domestica della Lazio in campionato contro la Samp hanno costituito il prelibato menù della domenica di festa: un giorno di sport apprezzatissimo di Raffaele CaldaRelli D omenica di racchette e pallone. Il Foro Italico non smentisce la propria storia confermandosi culla dello sport. Tennis e calcio a braccetto per le vie del Foro. Gli Internazionali di Roma e l’ultima uscita domestica della Lazio in campionato costituiscono il menù del dì di festa. La kermesse tennistica, in realtà, si è aperta sabato (11 maggio ndr) con le consuete qualificazioni e terminerà domenica 19 maggio. Il torneo capitolino è giunto alla sua 70ima edizione e c’è chi come Romeo, 57 anni, non manca mai:” il tennis è uno sport nobile, mi ricordo tanti campioni, quelli che mi sono rimasti più impressi sono Adriano Panatta e Boris Becker. Quest’anno confido molto nel nostro Fabio Fognini”. Sono quasi le 15 e allo Stadio Olimpico, a due passi dagl’impianti con la terra rossa, va in scena Lazio - Sampdoria. La Lazio insegue la terza vittoria consecutiva Delio Rossi permettendo, un ex sempre nel cuore.” Quattro anni intensi non si dimen- ticano - dichiara Luigi abbonato con tanto di sciarpa al collo - ma se vogliamo entrate in Europa League dobbiamo batterlo”. La gara inizia, Olimpia volteggia sul verde dell’Olimpico, Matteo, 7 anni, maglia numero 11, la guarda entusiasta: “ Che bella!” E quando gli si chiede un pronostico, dal suo “pugnetto” escono due dita: “due a zero!”. Mai vaticinio fu più giusto. La Lazio vince con il risultato auspicato da Matteo. La gente è contenta anche se: “abbiamo vinto ma afferma Walter all’uscita dallo stadio - la mente è già al 26 maggio, non vedo l’ora che arrivi”. Quel giorno l’Olimpico ospiterà le padrone calcistiche della Capitale. Lazio - Roma per l’onore della città più della Coppa Italia in palio. Che sia una festa, a prescindere dall’esito del campo. Roma. Minime possibilità di entrare nella competizione tramite il Campionato L'unica porta per l'Europa League si chiama Coppa Italia Per i giallorossi il pareggio di Milano conferma un’annata tutta storta. Il derby ora vale una stagione Un’annata storta che non poteva che concludersi nel peggiore dei modi: la Roma, almeno per il momento in attesa della finale di Coppa Italia, è fuori dall’Europa per il secondo anno consecutivo. Finirà probabilmente settima in campionato, dopo un esordio che prometteva mari e monti e che invece ha visto l’esonero dell’ex idolatrato Zeman e l’arrivo di uno spaesato Andreazzoli. Abbiamo visto una Roma che gioca bene con le grandi squadre, ma che ha fallito quasi tutti gli appuntamenti con le piccole, perdendo tanti punti per strada, forse troppi, forse quelli decisivi con squadre come Pescara, Palermo e Siena, condannate alla serie B. La Roma ha lasciato sul terreno di gioco 37 punti sui 75 disponibili negli appuntamenti con le compagini medio piccole. Ha chiuso con una grande da imbattuta, come visto ieri sera con il Milan, stesso percorso fatto con l’altra parte milanese, l’Inter, sempre 4 punti su 6 conquistati. Tre su sei quelli presi alla Juventus (un pareggio e una sconfitta), 6 su 6 quelli con la Fio- rentina, uno solo con la Lazio, rivale capitolina che la Roma non riesce a battere da due stagioni e che affronterà nella gara della vita fra pochi giorni all’Olimpico giocandosi tutta un’intera stagione, nell’unica chance per i giallorossi di conquistare l’Europa. Domenica, nel frattempo, nell’ultima partita di campionato arriverà il Napoli, contro il quale i ragazzi di Andreazzoli rimediarono una sonora sconfitta all’andata al San Paolo. Sulle 11 partite disputate con le squadre ai vertici della graduatoria la Roma ha conquistato 18 sui 33 punti disponibili, vedremo cosa saprà fare domenica, in una partita che servirà poco e niente a entrambe le compagini. Quali sono stati i problemi di questa squadra? Innanzitutto la mentalità, occorre impegno, sudore e abnegazione per fare bene, scendere dai piedistalli in cui sono stati messi i vari giocatori gial- lorossi è il primo passo per ottenere qualche buon risultato, la presunzione giova poco, e la dice lunga proprio la serie di sconfitte con le piccole squadre, che non può non denotare l’aria di sufficienza con la quale i giocatori giallorossi sono scesi in campo in queste partite. L’altro aspetto fondamentale è quello tattico: è una squadra talmente tecnica che certamente predilige affrontare gli avversari a viso aperto piuttosto che avere contro squadre piccole che si chiudono e cercano di ripartire. Oramai comunque quel che è fatto è fatto, non resta che sperare nella vittoria della Coppa per far risalire la stima in tutti quei tifosi che ora si sentono demoralizzati e traditi dopo ben altre aspettative. In casa Lazio, invece, la speranza di accedere all’Europa League tramite graduatoria è ancora viva, ma bisognerà sperare nel passo falso dell’Udinese nell’ultima di campionato, quando i bianconeri incontreranno l’Inter di Stramaccioni. Per la Lazio esterna con il Cagliari, obbligatorio chiaramente vincere per sperare ancora. Poi Coppa Italia, domenica 26 maggio tutta Roma sarà con gli occhi, le orecchie e il cuore all’Olimpico per la gara dell’anno. Silvia Panizza 24 LE CITTA’ Sport n. 20 - 16 Maggio 2013 Calcio a 5. Ma nell’ambiente rimane la consapevolezza di una splendida stagione Delusione a Genzano: la Cogianco è fuori dai play-off I ragazzi castellani perdono anche gara/due contro la Marca ed escono mesti dai quarti di finale a stagione della Cogianco, la Lmatch prima in Serie A, è finita nel dei quarti di finale playoff, gara-2, contro la Marca, proprio un’avversaria cui quest’anno erano legati i ricordi di alcune tra le più belle soddisfazioni che Genzano si fosse tolta in campionato e Coppa Italia. La Marca che si prende i meriti di aver avuto la forza di ribaltare una gara che si stava mettendo su binari sfavorevoli, dopo il doppio vantaggio nel primo tempo dalla Cogianco. Cogianco che, in gara-2, dopo la sconfitta di Montebelluna, era chiamata a vincere per allungare la serie e giocarsi, sempre in casa la bella per il passaggio del turno e nel primo tempo mette alla corda la più esperta avversaria, costringendo il portiere Miraglia a un paio di grandi interventi su occasioni che avrebbero potuto far chiudere la prima frazione con un vantaggio più cospicuo dei due gol, entrambi molto belli, con cui Everton e Mauricio l’avevano portata sul 2-0. Nella prima frazione la Cogianco ha tenuto il pallino del gioco, tutto sembrava portare verso l’esito che al PalaCesaroni ci si augurava da giorni, invece col carat- tere delle grandi e quel pizzico di buona sorte, la Marca a inizio ripresa ha riaperto i discorsi col gol di Bertoni e ha pareggiato il conto con Borja Blanco. I gol di Nora e di nuovo Borja Blanco arrivati nell’ultimo giro di orologio poi, mentre la Cogianco tentava il tutto per tutto con Mauricio portiere di movimento, hanno solo aggiunto un pizzico di amaro in più all’epilogo, triste e immeritato, ma impietoso, di una stagione che si può comunque definire ottima, e su cui si potrà ragiona- re meglio e a 360 gradi. Finisce così, con gli applausi alla Marca, che si giocherà la semifinale con l’Asti, vittorioso sul Pescara ed i complimenti alla Cogianco, che fino all’ultima partita ha venduto cara la pelle e si è fatta valere, imponendosi all’attenzione del calcio a 5 che conta alla sua prima partecipazione al campionato di Serie A. La società coglie l’occasione per ringraziare ancora una volta quanti in questa stagione sono sempre rimasti vicino alla squadra e l’han- no sostenuta in un campionato che, pur riservando questa amarezza nel finale, ha regalato emozioni e soddisfazioni durante il suo svolgimento difficilmente descrivibili. Questa volta, al contrario di quanto accaduto in tutte le gare al PalaCesaroni siamo noi ad applaudire il nostro pubblico. Un grande applauso a tutti voi che ci avete sempre sostenuto, sperando di essere riusciti a ricambiare in qualche modo il grandissimo affetto mostratoci. Grazie. n. 20 - 16 Maggio 2013 Sport LE CITTA’ 25 FERRARI REGINA DI SPAGNA Alonso primo, Massa terzo: le Rosse dominano il podio sul circuito di Barcellona. Decisivi gli pneumatici duri La vittoria in Catalogna candida ufficialmente il Cavallino alla vittoria del Mondiale no spagnolo rende la Ferrari U regina di Spagna. Fernando Alonso a Barcellona vince la sua gara perfetta, trionfando sul circuito di Montmelò sette anni dopo il precedente successo catalano, candidando ormai senza ombra di dubbio il Cavallino di Maranello alla vittoria del titolo mondiale. Alonso ha centrato così il secondo successo stagionale e il 32esimo della carriera precedendo la Lotus di Kimi Raikkonen. Il finlandese si è frapposto tra le due Ferrari Al terzo posto si è infatti piazzato Felipe Massa, al primo podio dell’anno che consente al team di Maranello di archiviare una domenica trionfale. La classifica, dopo la prima tappa europea, cambia volto e fotografa un Mondiale a dir poco equilibrato. Sebastian Vettel, quarto a Montmelo’ con una Red Bull lontana dalla perfezione, comanda con 89 punti ma deve rinunciare ai progetti di fuga. Raikkonen lo tallo- na a quota 85, Alonso sale a 72. Tra i top team, marca visita solo la Mercedes: Nico Rosberg, partito dalla pole, e Lewis Hamilton pagano il pessimo rapporto tra le frecce d’argento e le gomme. Alla fine del weekend catalano, la scuderia di Stoccarda deve accontentarsi delle briciole: sesto posto per il tedesco, dodicesimo per l’inglese. Bastano pochi metri, invece, per capire che la domenica sarà speciale per A- lonso & co. Al via Rosberg difende la leadership e si ritrova alle spalle la Red Bull di Vettel e la Ferrari asturiana, che guadagna 2 posizioni bruciando la Mercedes di Hamilton e la Lotus di Raikkonen. Tra il decimo e l’undicesimo giro, tutti i big si fermano ai box per il primo cambio gomme: la girandola di soste favorisce Alonso, che si ritrova davanti a Vettel. Gli pneumatici duri fanno volare le rosse: la Mercedes di Rosberg deve fare i conti con i soliti problemi di gestione delle Pirelli e, alla 14sima tornata, Alonso è al comando mentre Massa si sistema alle spalle di Vettel. Il quadro per il Cavallino cambia, decisamente in meglio, con la seconda serie di pit-stop: Alonso e’ sempre al top e nei suoi specchietti si materializza la sagoma della F138 di Massa, la doppietta del Cavallino sembra diventare un’ipotesi concreta nel 28° dei 66 passaggi. La Ferrari con targa spagnola a metà gara ha oltre dodici secondi di vantaggio sulla gemella brasiliana, mentre Raikkonen soffia la terza posizione a Vettel. Il finlandese comincia a volare e, con il terzo pit-stop delle rosse, sale al comando nel 36esimo giro: Iceman, però, può godersi il primato per pochi minuti. Alonso, con gomme medie, attacca e passa nella 39sima tornata e la fuga riparte. Raikkonen rientra ai box per montare le Pirelli dure e comincia l’ultima porzione di gara con 10 secondi di ritardo rispetto al campione di Oviedo. La F138 fila via tranquilla verso la bandiera a scacchi e Alonso esulta. Tra 2 settimane, nel Gp di Monaco, la sesta puntata del Mondiale. 26 n. 20 - 16 Maggio 2013 LE CITTA’ L’agenda La gita fuoriporta. Visita in uno dei paesi più belli della provincia di Roma Bellezze da scoprire: il Comune di Palombara Sabina Una cittadina consigliata da tanti turisti e cittadini. Tra loro c’è anche la signora Ferri che ringraziamo per aver scritto con affetto a Le Città di Daniela Mei alombara Sabina è un comune in provincia di Roma di 12376 abitanti, è al centro della Sabina Meridionale, vasto territorio localizzato a Nord-Est di Roma, contenuto in un sistema congiunto di elementi geografici, come i fiumi Tevere e Aniene ed infrastrutture varie, come la Via Tiburtina e la Via Salaria; questa regione di grande interesse paesaggistico e naturalistico si estende fino al sistema preappenninico dei monti Sabini. Palombara Sabina è posta su un colle, ai piedi del monte Gennaro, contornata da estensioni di ulivi e ciliegi che ne caratterizzano la campagna. Le sue origini sono antichissime, tuttavia le prime notizie certe di Palombara, risalgono al Medioevo. Il borgo corrisponde al centro storico di Palombara, nel punto più alto si trova il Castello Savelli Torlonia, edificato dai Crescenzi Ottaviani e restaurato nel P 2008 ospita al suo interno un museo naturalistico e l’esposizione di sculture romane in marmo rinvenute nel 1986 nella località di Formelluccio. Il borgo risale all'epoca dell'incastellamento (circa nel X secolo). Le vie, molto strette, consentono di respirare un'aria ferma nel Medioevo. Palombara fu testimone nel 1867 della Campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Roma. La Palombara moderna, mentre conserva intatto il suo centro storico, si è estesa verso il piano, per poi risalire sulle falde di monte Gennaro, con costruzioni che si affacciano sul Parco dei Monti Lucretili, in un mare di verde che nelle zone più alte, risulta ancora incontaminato. L’economia di Palombara, è mista, perchè mentre conserva l'iniziale caratteristica contadina, registra l'inserimento importante delle attività commerciali e artigianali e un forte incremento delle unità lavorative impegnate nelle attività del terziario, favorito dalla vicinanza di Roma. Da più di 70 anni la seconda domenica di giugno prende vita la "Sagra delle Cerase" che rappresenta un vero e proprio ritorno alle tradizioni del passato. La festa dura una settimana, con mostre diverse di pittura, artigianato e prodotti tipici agricoli, la sfilata dei " carri allegorici " interamente ricoperti di petali di fiori, foglie e ciliegie, ma le protagoniste assolute sono loro “le cerase” e più belle vengono premiate. P.s. Ringrazio personalmente la Signora Paola Ferri per l’affetto dimostrato e per i preziosi suggerimenti su questo splendido comune. LA MULTISERVIZI DEI CASTELLI DI MARINO S.P.A. 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Il loro debutto sulla scena punk americana riuscì a penetrare nella tendenza giovanile di allora. Migliaia di ragazzi cresciuti a pane e rock assunsero i Black Flag come icona della protesta contro il sistema. I Black Flag hanno lasciato alle loro spalle una discografia di prim’ordine nel pieno stile del punk indipendente. Tutti gli album prodotti dai californiani, infatti, portano la firma della Sst Records, l'etichetta creata dallo stesso Greg Ginn. Una passione per il gruppo statunitense che si è prepotentemente rinvigorita quando all'inizio di que- st'anno Ginn ed il cantante Ron Reyes, privi però di Henry Rollins, hanno annunciato ufficialmente l'insperata e definitiva reunion con tanto di tour per tutta l’estate con date sia in Europa che negli Stati Uniti. In realtà già nel 2003 i Black Flag si erano ritrovati insieme ma soltanto per una breve parentesi con una manciata di live. Ora, invece, i Black Flag tornano a fare sul serio. Jacopo Paoletti LE CITTA’ 27 Arnalds oltre i confini della musica classica Arriva dalla lontana Islanda Ólafur Arnalds, una terra tanto affascinante per i suoi paesaggi mozzafiato quanto ricca di cultura e di talento musicale d'avanguardia. Il venticinquenne polistrumentista Arnalds, infatti, è un'artista che impersona perfettamente la sperimentazione della musica classica, mescolandola con l’elettronica. I connazionali ed inarrivabili Sigur Rós rimasero estasiati quando ascoltarono per la prima volta Ólafur Arnalds qualche anno fa, tanto da portarlo con loro in tour per l'apertura dei concerti. Quale migliore referenza di questa poteva mai desiderare il giovane Arnalds? Con il primo disco “Eulogy for Evolution” del 2007 l'islandese si è guadagnato la stima e l'attenzione degli amanti del post rock e del dream pop, generi cosiddetti di nicchia ma che negli ultimi tempi si stanno facendo largo sempre più insistentemente nei gusti musicali di parecchi attenti ascoltatori. La carriera discografica di Ólafur Arnalds è composta complessivamente da diverse Extended play e due album, di cui l'ultimo pubblicato quest’anno, intitolato "For now I am Winter", rappresenta il biglietto da visita principale della sua tournée europea. Con opere come l’apripista "Sudden Throw", "A Stutter" e "Reclaim" per esempio, è impossibile non rimanere mentalmente attratti dalle atmosfere create dal compositore islandese e dalla sua orchestra. Ólafur Arnalds si esibirà nella serata di venerdì 17 maggio nella suggestiva location della Chiesa Metodista Evangelica di Roma. Jap 28 LE CITTA’ ubriche R , e r e t t e L ti e Commen n. 20 - 16 Maggio 2013 Riceviamo e pubblichiamo. L’inchiesta è del sindacato europeo Etuc Pil mondiale, oltre il 30% nei paradisi fiscali Si tratta di oltre 21mila miliardi di dollari per metà in mano alle banche e per il resto di proprietà di 91mila nababbi: politici, attori, cantati, generali di Giuseppe Mele S econdo le ultime dichiarazioni del sindacato europeo (Etuc), i problemi principali dei lavoratori nel “Vecchio continente“ sono, per esempio, la revisione sociale dell’unione monetaria poiché l’Europa non deve essere un’unione doganale, ma un’area per il progresso economico sociale; ancora, la redazione di bilanci socio-ambientali in nome della responsabilità sociale d’impresa. Problemi fondamentali sono anche il clima ed il relativo blocco delle emissioni Co2, che ha ricevuto in settimana uno stop da parte degli europarlamenti, con grandi critiche di Greenpeace e altri ambientalisti. E infine l’evasione fiscale e i paradisi fiscali dove verrebbero depositate le tasse non pagate. Manca dagli ultimi spotlight l’allarme su femminicidio e retribuzioni inferiori femminili per chiudere il cerchio. Insolvenza, bilanci, clima, tasse e donna sono i temi principali del sindacato europeo, mentre i lavoratori affrontano una crisi epocale di perdita di posti di lavoro, di diminuzione dei salari e stipendi e di scomparsa di settori produttivi europei di fronte alla competizione globale. L’Etuc con 60 milioni di iscritti sulla carta dovrebbe avere un’impressionante capacità mobilitante; invece assomiglia più ad una struttura partorita dalla burocrazia europei di cui mantiene le stesse idiosincrasie. Si prenda la questione dei paradisi fiscali su cui il Consorzio internazionale di giornalisti investigativi, ha redatto un rapporto citato con enfasi dall’Etuc (http://www.icij.org/offshore). Quelli dell’Icij, un po’ Chi l’ha visto e un po’ Gabanelli, si vantano di avere, sull’orma di wikileaks, saccheggiato i file di 10mila persone e società di tutto il mondo, insieme a quelli di Ubs, Clariden, Deutsche Bank e principali banche mondiali per pubblicare visi e storie connesse con i paradisi fiscali. Tutto bello e giusto, se si manda in soffitta per sempre sicurezza, privacy e custodia dei dati. Dopodichè nessuno può più difendere alcuna riservatezza. Nei paradisi fiscali riposa un terzo del Pil mondiale, oggi calcolato a 74mila miliardi di dollari, per un ammontare di ben 21mila miliardi, in mano per metà a imprese e banche e per l’altra metà a 91186 persone in carne ed ossa. La gran parte dei 91mila nababbi proviene dall’estremo oriente rampante (Cina, Sudcorea, Indonesia, Malesia e Singapore) da dove sono spariti 2480 miliardi; dal Sudamerica (Venezuela, Brasile ed Argentina) e dall’Europa orientale (Russia Polonia, Ucraina Ungheria Turchia) che ce ne hanno rimessi rispettivamente 1326 e 1290 miliardi con a seguire mondo asioarabo per 1091 (Arabia Saudita, Iran Kazakhstan, Kuwait) e quello africano per 447 (Nigeria, Costa d’Avorio). Ciò che sorprende è che questi danari sono poi finiti nelle borse americane, in primis nel Delaware, ed in quelle europee (2° è l’Olanda, 3° l’Eire, 9° la Svizzera). Sono finiti nelle isole Vergini, che sono metà Uk e metà Usa oppure stanno proprio in mezzo alle istituzioni europee nel Lussemburgo (8°). L’Asia ha recuperato solo grazie ad Hong Kong (5à) e Singapore (7°). Le famigerate Isole Cayman rappresentative per antonomasia del paradiso fiscale sono solo seste nella particolare classifica dei paesi beneficiari dei capitali in fuga. Le Cayman erano state definite in Italia nel 1999 stati a regime fiscale privilegiato, con limiti sui rapporti commerciali. Poi, mentre salivano le urla contro l’evasione fiscale la lista nera è scomparsa, la lista grigia che annoverava 31 paesi si è ridotta a Nauru e Guatemala e proprio il governo Monti ha eliminato tutte le liste negative. C’è un senso in tutto questo. Le regole di libero scambio prevedono la competizione sull’attrattività fiscale per gli investimenti ed i trasferimenti dall’estero. L’eredità della decolonizzazione ha prodotto una continua nascita di stati la cui indipendenza deve essere rispettata. Nel 2006 gli stati sovrani erano 192, oggi dopo 6 anni sono 204: una media di uno stato nuovo all’anno. L’infinita schiera di luoghi sovrani ha un suo proprio sistema fiscale. Metà dell’interscambio mondiale viene ormai contrattato direttamente nei paradisi. L’Europa difende la libera circolazione dei capitali per la libertà d’impresa. Secondo il sindacato europeo, l’Unione non deve essere una zollverein, un’unione doganale. Lo fosse, dovrebbe pro- gressivamente giungere ad comune livello di tasse e prezzi, tanto più in presenza di una moneta unica. Proprio perché non è un zollverein, i capitali trovano più vantaggioso andarsene in Austria, Belgio, Lussemburgo o Svizzera, anche dal resto dell’Infraeuropa. Forse questi capitali sono frutto di evasione, e forse no. L’ottimizzazione fiscale, perfettamente legale, permette a Google, Facebook, Amazon ed Apple di risparmiare mille miliardi di euro l’anno in Europa. La norma antidelocalizzazione fatta per i call center nel 2012 non ha fermato il fenomeno, anzi. Difficile stabilire se un investimento all’estero è vero o fatto solo per esportare capitali. L’era del libero scambio globale non ha il problema dei flussi di capitali, ma quello della concentrazione della ricchezza, dovuta al monopolio prioduttivo e finanziario. Ed il monopolio, mentre si pensa a clima, donna, Insolvenza, bilanci ed evasione, cresce. È vero che sono 100 rispettivamente i miliardi tedeschi ed Usa finiti nei paradisi (cioè in Svizzera ed in Delaware) ma i 6200 miliardi dei paesi più arretrati permanentemente offshore (640 pakistani, 370 vietnamiti, 274 bengalesi, 750 nigeriani), così come metà della ricchezza sudamericana, contribuiscono alla ricchezza del cosidetto Occidente.Pensando veramente di imporre al capitale un obbligo morale di redistribuzione e di investimento in loco si sostiene che gli $11500 miliardi trattenuti nei paradisi dovrebbero fruttare in tasse 255 miliardi. È un calcolo mal riposto. Senza i vantaggi paradisiaci, si sarebbero ridotti al 10%. Senza liberoscambio non avrebbero portato ad una crescita mondiale del 3,8% (aprile 2013), sostenuta malgrado il flusso sopra descritto che dai nuovi paesi avanzanti giunge anche in Europa. Per i lavoratori ed i pensionati europei, a rischio, esodati e sotto austerità, è indubbio che l’arrivo di capitali, anche dopo i prelevamenti di banche e blue chip, dia un respiro di sollievo. Risuta dunque incomprensibile la riprovazione del fenomeno da parte del sindacato europeo che sembrerebbe in nome di algidi principi volere una condizione peggiore per i propri membri. È vero che alcune misure oggi sembrano necessarie, dalla riduzione dei paesi sovrani ai tassi fiscali comuni. Obiettivi raggiungibili non dall’economia, ma dalla politica, con l’accordo dei primes inter pares. Appena, però il discorso suona sinistramente decisionista, lo si abbandona preferendo i vuoti appelli. Si va dall’attore australiano Paul Hogan, Crocodile Dundee, alla famiglia presidenziale Aliev dell’Azerbaijan, dalla famiglia brasiliana degli Steinbruch, ai francesi Elie de Rothschild ed a Jean Augier, tesoriere per Hollande alle ultime presidenziali, dall’avvocato canadese Tony Merchant alla famiglia dell’ex presidente della Colombia, al padrone messicano Alfa Dionisio Garza, la famiglia giordana Suha, il figlio dell’ex premier Malese Mahathir, l’ex ministro malese Raja, il politico malese Chia, il politico mongolo Sangajav, il premier georgiano Ivanishvili, il businessman greco Vakakis, l’indiano Ravikant, lo sloveno Varga, la moglie del premier russo Shuvalov, gli executive Gazprom Golubev e Paikin, il sudafricano Rautenbach, l’ex miss Spagna Carmen Thyssen-Bornemisza, l’imprenditore tanzaniano Mehbub, l’ex first lady, l’ex ministro Nalinee, e l’ammiraglio Banawit thailandesi, l’ucraino Firtash, la cantante Usa Denise Rich, il generale venezuelano Gutiérrez. n. 20 - 16 Maggio 2013 ubriche R , e r e t t e L ti e Commen LE CITTA’ 29 Riceviamo e pubblichiamo. Dopo una “profezia” di Vittorio Sgarbi in una intervista di due mesi fa Se l’Italia dei governissimi preferisce la monarchia con Re Giorgio Napolitano al Quirinale… di Giuseppe Mele e lo aveva dichiarato due mesi fa, in un’intervista, Vittorio Sgarbi. Ed è stato buon profeta: “Non ci sono altre possibilità. Napolitano, in un modo o nell’altro deve restare”. Molti oggi non comprendono perché la rielezione del vecchio “apparatchik comunista” venga salutata come una vittoria dal centrodestra e dal suo popolo. In effetti, strictu sensu, non lo è. Napolitano è stato eletto presidente da una parte e presidente di parte è stato. La vittoria destra sta solo nel fatto che il nuovo parlamento, in larga maggioranza fanaticamente antiberlusconiano, non è stato in grado di eleggere il presidente. Come aveva detto Sgarbi, non si è azzardato a farlo, votando contro ora Marini, ora Prodi, ora Rodotà. Che la rielezione del Giorgio sia cristallina in termini costituzionali, è molto dubbio. L’articolo 85 c.2 della massima Charta recita “30 giorni prima che scada il termine, il Presidente della Camera dei Deputati convoca in seduta comune il Parlamento e i delegati regionali, per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica”. Il Presidente deve essere dunque persona diversa dal precedente. Nella confusione dei suoi lavori, l’Assemblea Costituente non espresse il concetto più chiaramente solo per non scontentare il capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola, che era convinto di venir eletto Presidente. Nel dicembre 46, II° sottocommissione, I° sezione, il relatore Tosato richiamò che “ l’affermazione che non è rieleggibile potrebbe anche essere interpretata, per quanto indirettamente, in un senso poco favorevole per l’attuale Capo provvisorio dello Stato”. I padri costituenti affidarono il mandato della non rieleggibilità agli stessi Capi dello Stato. Mandato tradito da Re Giorgio, ostile al momento elettorale, sia pure in modo più sottile di quanto fu il suo predecessore Scalfaro. Pur di vietare, come già nel 2011, un ritorno alle urne, Napolitano ha preferito, per salvare dall’impasse il suo partito, uscire del tutto dalla Costituzione. Un’uscita che costituisce un altro aspetto della vitto- C ria destra. Se il Papato, con le dimissioni, si è fatto umano, il Quirinale è divenuto eterno per la vita. Si attuerà ora anche la seconda previsione di Sgarbi: “Questo Parlamento può e deve soltanto rimettere mano alla legge elettorale. Non deve rifare un governo, prendere provvedimenti sulla crisi o altro”? La fiducia sulla buona riuscita del mandato affidato da Napolitano al sardopisano Enrico Letta ha precise motivazioni. Per il Pdl significa tornare al governo almeno con 5 membri da scegliere tra Alfano, Quagliariello, Brunetta, Romani, Schifani e Saccomanni; realizzare il punto dell’eliminazione dell’Imu ed infine allontanare da Milano per sempre i processi a Berlusconi, decisione su cui la Cassazione ha già deciso il rinvio al 6 maggio. Per Monti, al canto del cigno sull’esempio di un Dini, significa vestire i presigiosi panni degli esteri e piazzare Mauro all’Istruzione e. Sempre se il suo ex ministro Milanesi non gli soffi il posto. Ci saranno per forza le donne: Cancellieri agli Interni, Garfagna o Gelmini. Un pezzo del governo sarà dei tecnici - non più montiani- i saggi del Presidente come Amato, Giovannini dell’Istat che contende a Passera lo Sviluppo e Onida alla Giustizia. Caratteristica obbligata per questo esecutivo il cui presidente incaricato si è recato con la sua auto privata al Colle è l’essere di basso profilo, con pochi membri, una quindicina, umilmente sottomesso a Napolitano, ancor più di quanto non lo fu quello di Monti. Per il Pd, che vive la partecipazione al governissimo come una forma di peccato originale, non potrebbe essere che così. Sulla sua realizzazione si sono immolati gli antichi dei (Bersani, D’Alema, Rosibindi, Veltroni, Turco), defunti o feriti dale guerre interne. Ai giovani turchi il governo di sinistra con il programma di destra fa schifo. Letta junior è un redivivo Goria, non solo per essergli secondo nella giovane età da premier incaricato ma anche per l’insignificanza. Toscano mai preso in considerazione dal Pd regionale, tecnocrate mai sbocciato, già prodiano, già veltroniano, già franceschiniano, né Pcista, né Dc, ha un programma politico 50% Capezzone, 50% Riotta. La sua forza come già per Rutelli, a parte lo zio nell’altra trincea, è l’avere un grande marito alle spalle, la giornalista Gianna Fregonara del Corrierone che con la Meli de La Stampa costituisce un gruppo influente nei media. E’ il leader anonimo perfetto per il Pd del momento. La sua squadra, il giuslavorista Dell’Aringa al lavoro, il renziano leader Anci Delrio alla coesione, è all’altezza del momento, insignificante al punto giusto. Poi i media gli mettono in conto anche un Chiamparino, che, uomo Cgil e fassiniano non si capisce come abbia fatto a diventare renzianlettiano. Insomma le 4 colonne (tecnici vecchi, tecnici nuovi, Pdl e centristi Pd) gioiscono per l’esecutivo in dirittura d’arrivo. Anche Maroni, Meloni, Vendola e Grillo sorridono. Il loro ruolo di vecchi e nuovi oppositori al primo e secondo governissimo Napolitano sarà rispettato. Il Pdl, disarcionato dal governo, dovette sostenere un governissimo tassarolo con un programma opposto al suo: rischiò la scomparsa elettorale e la diaspora. Ora il Pd, disarcionato dalla vittoria elettorale, sosterrà un governissimo d’impronta destrobrunettiana come dimostrano le accuse a distanza tra il giovane Letta ed il ministro tedesco all’economia Schaeuble. Non solo la coalizione di sinistra è all’aria; il Pd, da primo, è già terzo, superato da destra e grillini. Il 25 aprile davanti alle schiere dei figli, vecchi, dei partigiani e pseudotali, c’è chi vanneggia, scambiando gli eccidi per prova di fermezza ed unità e chi agita la scure sui segreti golpisti di stato. Sgarbi prevede che “Malgrado le opinioni correnti, Letta non ce la farà. Magari varerà il governo, ma non durerà. Con la vecchia o una nuova legge elettorale, comunque si andrà al voto.E Napolitano abdicherà del tutto” L’elicottero, famoso per papa Benedetto, sta già scaldando i motori. Potrebbero incrociarsi le strade di un nuovo Parlamento, dominato come nel 2008 da una maggioranza del centrodx, e dell’elezione del Presidente. Nel caso l’esempio del Lord Protettore Napolitano e dei suoi governissimi, consiglierebbe di puntare decisamente al ritorno della monarchia. 30 LE CITTA’ In viaggio con... di Daniela Mei K ey West, la più a sud delle isole della Florida e di tutti gli Stati Uniti è raggiungibile da Roma con un volo diretto a Miami e con una macchina in affitto percorrendo la US1 verso sud. Una strada affascinante da percorrere almeno una volta nella vita che divide due mari, l’Oceano Atlantico a est e il Golfo del Messico a ovest, che con un suggestivo susseguirsi di ponti per 260 km, vi farà raggiungere questa meravigliosa località. La città vecchia si può girare a bordo “dell’old town trolley” un bus aperto sui lati che vi permetterà di visitare i punti di maggiore interesse, fornendo una panoramica generale su quello briche u R , e r e t t Le ti e Commen n. 20 - 16 Maggio 2013 Key West, l’isola più a sud della Florida che fu cara a Ernest Hemingway che si può definire un vero paradiso. Spiagge incantate, mare caldo e cristallino, bellissime le case vittoriane dai colori pastello lungo Duval Street e il tipico mercatino ricco di cianfrusaglie di ogni genere. Key West era, per il suo fascino, una delle mete più amate da Ernest Hemingway e oggi questo personaggio viene ricordato grazie alla sua casa trasformata in museo. Hemingway amava la pesca al marlin e numerose volte insieme al suo grande amico e proprietario del famosissimo locale Sloppy Joe’s ha percorso il tratto di mare tra Key West e l’Avana. Lunghi periodi passati in barca e, mi sembra di vederlo mentre cullato dalle onde si lascia ispirare dando vita allo splendido romanzo “Il vecchio e il mare”. Da non perdere le divertenti esibi- zioni degli artisti di strada che in serata si radunano sul pontile, centinaia di turisti affollano tutte le sere Mallory Square, la piazza principale della città che affaccia sul mare e che offre uno dei tramonti più affascinanti del mondo. Respirate quest’aria di libertà e lentamente lasciatevi trasportare nella trasgressione e nella frenetica vita notturna che gli innumerevoli locali aperti per tutta la notte sono pronti ad offrirvi, magari proprio in quello preferito da Hemingway, lo Sloppy Joe’s e sorseggiando un gustoso Frozen Mohito brindate a lui e alle mille parole che quest’isola ha ispirato. CodiCe di autoregolamentazione per le pubbliCità elettorali sul settimanale e sito web Modalità dell'offerta per l'accesso agli spazi destinati ai messaggi politici per le elezioni Amministrative2013 e eventuale ballottaggio. L’Associazione Le Città ai sensi della legislazione vigente (legge 28/2000) ha stabilito che: Articolo 1 Nei giorni consentiti dalla legge 10/12/1993 n. 515 e successive, modifiche, così come decretato nel Regolamento di esecuzione suindicato, e con espressa esclusione dei giorni di voto e precedente, l’Editore raccoglierà inserzioni elettorali da pubblicare sul settimanale cartaceo Le Città e sul portale web www.lecitta.it, secondo le regole sotto indicate. In caso di ballottaggio, ossia di attivazione del secondo turno di votazione, come previsto dalla legge 81 del 25/3/1993, la raccolta delle inserzioni di propaganda elettorale si effettuerà anche nel periodo successivo il primo turno con esclusione del giorno previsto per il ballottaggio ed il precedente. Articolo 2 Le inserzioni di propaganda elettorale dovranno essere relative a: annunci di dibattiti, tavole rotonde, conferenze e discorsi; pubblicazioni destinate alla presentazione di programmi, delle liste, dei gruppi di candidati e dei candidati. Tutte le inserzioni dovranno recare la seguente dicitura "Messaggio politico elettorale". Non saranno accettate inserzioni pubblicitarie pure e semplici e cioè le pubblicazioni esclusivamente di slogan positivi o negativi, di foto e disegni, di inviti al voto non accompagnati da adeguata, ancorché succinta, presentazione politica dei candidati e/o di programmi e/o di linee, ovvero non accompagnati da una critica motivata nei confronti dei competitori. Per tali inserzioni vi è un espresso divieto legislativo (art.2 legge 515/93). Articolo 3 La richiesta di inserzione elettorale dovrà essere rivolta alla direzione via posta elettronica all'indirizzo [email protected]. Le richieste di inserzioni elettorali, con specifici dettagli relativi alla data di pubblicazione e le eventuali posizione di rigore dovranno pervenire 72 ore prima della data richiesta per la pubblicazione. Non sono riconosciute commissioni d'agenzia. Il pagamento dovrà essere effettuato contestualmente all'accettazione dell'ordine di pubblicazione: assegni bancari o bonifico bancario. Articolo 4 In osservanza delle regole di cui alla legge 10/12/1993 n. 515 e del regolamento 6/2/1997, al fine di garantire la possibilità di accesso in condizioni di parità e l'equa distribuzione degli spazi tra tutti i soggetti interessati che ne abbiano fatto richiesta, qualora, per la data prenotata per la pubblicazione, non vi fosse, per esigenze informative o precedente carico pubblicitario di altra natura, spazio sufficiente all'esaurimento delle inserzioni regolarmente pagate, verrà attuata la seguente procedura: l’Editore comunicherà ai richiedenti l'eventuale mancanza di disponibilità alla pubblicazione per la data e le date indicate. L’Editore concorderà con l'inserzionista i tempi e gli spazi, se diversi da quelli richiesti, per la pubblicazione in altra data; se ciò non fosse possibile Le Citta procederà ad una riduzione proporzionale degli spazi richiesti onde garantire l'accesso a tutte le categorie interessate. Analogamente, qualora dovessero verificarsi fenomeni di accaparramento di spazi, l'editore, si riserva, per garantire concretamente la possibilità dell’accesso in condizioni di parità nonché l'equa distribuzione degli spazi tra tutti i soggetti che ne abbiano fattorichiesta, a ristabilire una pari condizione per i richiedenti, procedendo nel modo indicato nel precedente punto. Articolo 5 La persona che richiede un'inserzione dovrà essere identificata, con annotazione del documento di identità (carta di identità o altro documento con fotografia, emesso dall’Amministrazione dello Stato). Nei testi degli avvisi pubblicitari dovrà apparire il “Committente” responsabile (persona fisica) come da art. 3, 2° comma, legge 10/12/1993 n. 115. Gli ordini, come da art. 3 legge 10/12/1993, dovranno essere sottoscritti da: segretari amministrativi o delegati responsabili della propaganda, previa la loro identificazione ed attestazione della qualifica; candidati o loro mandatari; organizzazione/associazione di categoria etc., previa autorizzazione, come sopra indica. L'Editore dovrà rifiutare richieste di propaganda elettorale da parte di enti della Pubblica Amministrazione (come da art. 5 legge 10/12/1993 n. 515). Il tariffario è pubblico e si può richiedere a [email protected] - [email protected] Tel. 06 9351927 Nel prospetto sono compresi differenti pacchetti a un costo variabile in base agli spazi e ai servizi offerti Per la tua pubblicità: Ora Solution s.r.l. [email protected] [email protected]