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delle altre coppie. La fine è costituita da tre frasi coreografiche molto corte, ciascuna seguita da un breve fermo immagine, come per scattare una foto. Il nero arriva dopo il terzo fermo immagine. La musica Improvisation III di John Cage include registrazioni di percussioni tradizionali irlandesi.” Le sei coppie si muovono talora in sovrapposizione, ognuna con i tempi destinatigli, a volte più a lungo, a volte in fugaci apparizioni: il risultato è un campionario di interazioni cinetiche che al solito non va letto in chiave psico-affettiva, bensì puramente motoria. Insomma un campionario di movimenti e non di sentimenti o, per dirla in termini cari alla danza americana, “motion” e non “emotion”. Quello che lega questa collana di duetti o passi a due alla struttura della tradizione ballettistica è il ruolo subordinato del danzatore che o ripete il movimento della partner o ne agevola le figure ed i movimenti. Alieno dalla “volontà” programmatrice a priori come dalla semplice improvvisazione, tanto cara a certi filoni del post-modern, Cunningham si rivela insomma affascinato dalla infinita possibilità di combinazione degli elementi. Ad interessarlo è il movimento in sé, avulso dalle sue matrici emozionali e dalle sue ragioni espressive. Ma la sua apparente libertà lo porta ad un rigore, ad una pulizia che sembrano sfociare in un nuovo manierismo accademico (parallelo a quello calligrafico di un Balanchine, al contrario in perfetta e mirabile sintonia con la musica e le sue strutture formali). Poesia pura del movimento ossia danza assoluta, con o senza intenzioni espressive. Lorenzo Tozzi A TEATRO PER STARE BENE Stagione 2010/2011 27 marzo - ore 20.45 Musica La “Cherubini” in residenza Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Michele Campanella direttore e pianoforte solista 15 - 18 marzo - ore 20.45 Prosa RUSTEGHI i nemici della civiltà da I Rusteghi di Carlo Goldoni traduzione e adattamento di Gabriele Vacis e Antonia Spaliviero con (in ordine alfabetico) Eugenio Allegri, Mirko Artuso, Natalino Balasso, Jurij Ferrini regia di Gabriele Vacis composizione scene, costumi, luci e scenofonia Roberto Tarasco una produzione: Fondazione del Teatro Stabile di Torino/Teatro Regionale Alessandrino 24 e 25 marzo - ore 9.00 e 11.00 26 marzo - ore 17.00 QUADRI DI UNA ESPOSIZIONE musica di Modest Musorgskij scene di Vasilij Kandinskij Giovanna Pezzetta pianoforte Chiara Carminati narratrice una produzione: Teatro Nuovo Giovanni da Udine età consigliata dai 5 agli 11 anni 26 marzo - dalle 9.00 alle 12.00 Teatro per la scuola OraDiMusica Presentazione agli studenti del concerto Orchestra Giovanile Luigi Cherubini a cura di Roberto Calabretto Franz Liszt Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra Fantasia su temi popolari ungheresi Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra Totentanz 29 marzo - ore 20.45 Crossover BOLLYWOOD LOVE STORY A MUSICAL regia di Sanjoy K. Roy coreografie di Gilles Chuyen scenografie di Sanjoy K. Roy & Sharupa Dutta In lingua originale, con narratore in lingua italiana una produzione: Teamwork Productions, New Delhi dal 30 marzo al 2 aprile - ore 20.45 Prosa L’AFFARISTA di Honoré de Balzac regia di Antonio Calenda con Geppy Gleijeses, Marianella Bargilli e con Paila Pavese, Osvaldo Ruggeri scene di Pier Paolo Bisleri costumi di Carla Teti musiche di Germano Mazzocchetti una produzione: Teatro Stabile del FVG, Teatro Stabile di Calabria, Teatro Quirino - Vittorio Gassman 3-4 aprile - ore 21.00 Teatro& Azalea Promotion ELISA Ivy Tour 2011 Biglietteria on line: [email protected] www.teatroudine.it www.vivaticket.it Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine Via Trento, 4 - 33100 Udine Tel. 0432 248411 [email protected] - www.teatroudine.it Prevendite per gli spettacoli di marzo dal 21 febbraio © Studio Patrizia Novajra - ph.: Laurent Philippe - stampa: Grafiche Filacorda Poi infine d’un balzo ecco la compagnia tuffarsi nel mondo poetico di Merce Cunningham, il riconosciuto creatore del post-modern scomparso due anni fa all’età di novant’anni, uno degli ultimi grandi del trascorso Novecento. Non è trascurabile nel suo curriculum vitae che anche lui, come molti suoi illustri colleghi, abbia cominciato come solista nella compagnia di Martha Graham (1939-45), ma a segnarlo è l’incontro con John Cage, col quale collabora già nel 1944 per un Solo concerto, prima ancora, dunque, di fondare una sua compagnia nel 1953. Maturò così, accanto al profeta dell’alea in musica, ovvero della casualità come elemento determinante nel processo della creazione artistica (work in progress o opera aperta in cui l’esecutore è chiamato a responsabilità ri-creative ogni volta diverse) una concezione di separazione del rapporto tra danza e musica e di assoluta autosufficienza (linguistica, formale, strutturale) della danza legata alla musica solo dalla comune matrice temporale. Sicché l’unione tra composizione musicale e coreografica avveniva solo alla fine di percorsi creativi assolutamente separati con il solo elemento temporale comune della durata della performance. Cunningham rifiutò, come per altro la Graham, il termine stesso di balletto, per i suoi lavori preferendo chiamarli Events, eventi, accadimenti. La posizione del ballerino nello spazio ed i suoi movimenti sono concepiti secondo criteri casuali (salvo ritoccare i risultati del sorteggio per il comprensibile fatto che il corpo umano, a differenza del suono, ha una sua fisicità e dunque non tutti gli incontri ed i movimenti sono possibili in pratica nello spazio). Molti i motivi ispiratori di Cunningham, da James Joyce al buddismo zen ed alla filosofia indù, ravvisabili sin dalle sue prime opere come Totem Ancestor (1942) o In the Name of Holocaust (1944). Arriva così a rivoluzionare le leggi che regolano le posizioni del corpo nello spazio scenico - già ampiamente studiate e teorizzate da Rudolf Laban nel famoso dodecaedro - annullando certe posizioni privilegiate (la ribalta, il centro) e usando spesso entrate ed uscite veloci da quinta a quinta o posizioni decentrate ed asimmetriche. Il procedimento aleatorio si impone dagli Anni Cinquanta sotto l’influenza de I King, il libro cinese delle mutazioni. Ne risultò l’affermata assoluta indipendenza della danza dalla musica, anche nel segno delle teorie anti-individualistiche di Marcel Duchamp. Il suo credo divenne così l’antinaturalismo e l’oggettivazione del “non sentimento”. Le sue sono dunque opere di pura danza nate da un incontro del tutto casuale con la musica come Summerspace (1958) creato per il New York City Ballet, le cinque sezioni intercambiabili di Rune (1959), Rainforest (1968) con effetti scenografici del padre della pop-art Andy Warhol e musiche di David Tudor, fino ai più recenti Duets (1980) stasera in programma o Gallopade (1981). Di Duets per 12 danzatori, presentato per la prima volta al City Centre di New York il 26 febbraio del 1980 e poi ripreso nel 1982 anche dall’American Ballet Theatre, è lo stesso coreografo americano ad illustrare la genesi: “All’inizio volevo creare un passo a due per Susan Emery e Rob Remley da includere in un Event. Una volta terminato questo primo passo a due ho deciso di crearne un secondo e poi un terzo per altri ballerini della compagnia, e sono arrivato a sei passi a due in tutto. Non mi ricordo in quale ordine li ho costruiti. Durante il processo creativo mi è venuta l’idea di far interpretare ai ballerini, uno in prossimità dell’altro, delle frasi distinte e indipendenti. Alla fine ho deciso di raggruppare i sei passi a due in una sola coreografia. Ho integrato in ciascuno una breve comparsa e scomparsa di una domenica 13 marzo 2011 - ore 20.45 Centre Chorégraphique National - Ballet de Lorraine Direzione Artistica Didier Deschamps FORSYTHE & CUNNINGHAM PER VOLONTÁ O PER CASO LA DOPPIA FACCIA DELLA MODERNITÁ SERATA FORSYTHE/CUNNINGHAM Le vie della danza sono praticamente infinite. Nello spartiacque segnato, sin dal primo Novecento, da una parte dalla visionaria rivolta libertaria di Isadora e dagli sperimentalismi degli americani Ted Shawn e Ruth Saint-Denis (da cui nacque il Denishawn) e dall’altra dalle scientifiche analisi del corpo nello spazio di Rudolf von Laban e dell’espressionismo tedesco (Mary Wigman con le sue allucinazioni fantasmatiche e Kurt Jooss con la ribellione geopolitica del Tavolo verde) scaturisce, al di qua e al di là dell’Atlantico, una lunga teoria generazionale di coreografi (molte le quote rosa grazie all’affrancamento del corpo e del ruolo femminile) con molteplici differenze e sfumature che, nel caso degli States, possono trascolorare dal rigore neoaccademico della “modern dance” di Martha Graham (il termine “modern” fu coniato appositamente per la sua danza negli Anni Trenta) a quello ultralibertario, ma non meno rigoroso e neoaccademico, di Merce Cunningham. Per dirla con Boulez, uno dei padri della musica contemporanea, “par volonté ou par hazard”, ossia anche le strade della danza seguono le linee della “volontà” e del “caso”. Certo, poche compagnie oggi sono in grado di restituire quotidianamente alla vita, in quel prezioso lavoro di recupero vivo che è l’interpretazione, coreografie così diverse tra loro, per spirito ma soprattutto stile e linguaggio, come quelle di William Forsythe, nato nel 1949 nella Big Apple ma ben presto trapiantato da New York in Europa e per decenni alla guida del blasonato Balletto di Francoforte, e quelle di Merce Cunningham, decano della danza contemporanea americana e per decenni stretto collaboratore dell’estroso musicista John Cage. Una di queste compagnie è il Ballet de Lorraine, che reca nel sua DNA origini ballettistiche ovvero esperienze nel campo del balletto classico romantico, per convertirsi, poi, solo in un secondo tempo, alle ricerche del contemporaneo. Tutto nacque all’origine da quel fortunato decentramento culturale operato in Francia negli Anni Settanta, che vide nascere molte compagnie regionali, ma di livello nazionale, come il Ballet de Marseille di Roland Petit, grazie ad una intelligente politica del Ministero della cultura francese, stanco di vedere accentrate tutte su Parigi le risorse umane ed economiche della danza transalpina. Della sua storia testimoniano, nel passato alla sua guida artistica, figure altamente rappresentative delle sue scelte stilistiche come l’étoile Patrick Dupond o il “ricostruttore” Pierre Lacotte, specializzato nel recuperare amorevolmente alla vita dimenticati balletti ottocenteschi come Papillon della “lunare” Maria Taglioni o la prima Sylphide (Parigi 1832) di suo padre Filippo, prototipo di balletto romantico. È dal 1999 che la compagnia assume il nome di Centre Chorégraphique National Ballet de Lorraine. Negli ultimi dieci anni approda alla direzione Didier Deschamps, altra vecchia conoscenza del balletto francese, che fa del CCN, operoso nel centro della città di Nancy, una fucina di sperimentazione, di formazione del pubblico e dei danzatori oltre che di creatività coreografica. Ogni anno una settantina di recite vanno a sommarsi con le tournées all’estero o in Francia, in un repertorio che spazia agevolmente dal linguaggio classico al moderno. Il programma presentato a Udine è, del resto, quanto mai rappresentativo del repertorio e delle sfaccettate possibilità della compagnia francese. I due coreografi THE VERTIGINOUS THRILL OF EXACTITUDE coreografia di William Forsythe musica di Franz Schubert Sinfonia n. 9 (La grande) scenografia e luci di William Forsythe costumi di Stephen Galloway maestro ripetitore Dmitri Domojirov balletto creato per il Ballett Frankfurt (1996) con Jennifer Blasek, Agnès Boulanger, Nina Khokham Mickaël Conte, Fabio Dolce THE VILE PARODY OF ADDRESS coreografia di William Forsythe musica di Johann Sebastian Bach Fuga n. 22, da Il Clavicembalo ben temperato Libro I (Glenn Gould, pianoforte) voce registrata di Nick Champion scene, costumi e luci di William Forsythe maestro ripetitore Christophe Béranger balletto creato per il Ballett Frankfurt (1988) Duo Laure Lescoffy e Bulat Akhmejanov Solo Mickaël Conte Personaggio Dmitri Domojirov *** STEPTEXT coreografia di William Forsythe musica di Johann Sebastian Bach Partita n.2 BWV1004, Ciaccona scene, costumi e luci di William Forsythe maestro ripetitore Isabelle Bourgeais balletto creato per Aterballetto, Reggio Emilia (1985) con Nina Khokham, Grégory Beaumont, Fabio Dolce, Julien Ficely DUETS coreografia di Merce Cunningham musica di John Cage costumi e luci di Mark Lancaster maestro ripetitore Jarmo Penttila creazione per la Merce Cunningham Dance Company (1980) I coppia Jennifer Blasek e Dmitri Domojirov II coppia Laure Lescoffy e Phanuel Erdmann III coppia Agnès Boulanger e Bulat Akhmejanov IV coppia Amandine Biancherin e Julien Ficely V coppia Valérie Ferrando e Cyril Griset VI coppia Sakiko Oïshi e Justin Cumine Tournée italiana organizzata da ATER- Associazione Teatrale Emilia Romagna e Les Artscéniques americani prescelti per la serata sono l’ipercinetico Forsythe, spesso interpretato anche in Italia dall’Aterballetto di Mauro Bigonzetti, e il “calligrafico” Cunningham, l’unico che sa trasformare in disciplina una estetica basata sulla casualità. Il passato di Forsythe, con Kylian e Neumeier, il più grande coreografo europeo dei nostri tempi, è eloquente. Dopo aver studiato con il Joffrey Ballet all’inizio degli Anni Settanta, entra a far parte come ballerino del Balletto di Stoccarda e vi debutta come coreografo. Ma è dal 1984 - quando approda alla direzione del Balletto di Francoforte che Forsythe ha più agio di comporre espressamente su una compagnia da lui selezionata - che datano i suoi capolavori, gioielli come, tra i tanti, Artifact su musica di Bach (1984) e Steptext (1985) ancora su musica di Bach (la celebre Ciaccona dalla Partita n. 2 per violino solo) più volte interpretato dall’Aterballetto reggiano. Ma procediamo con ordine. Primo balletto della serata è The Vertiginous Thrill of Exactitude (Il vertiginoso brivido della precisione), concepito nel 1996 per tre ballerini e due ballerine sulle note dell’ultimo movimento (Allegro vivace) della Sinfonia n. 9 “La Grande” di Schubert. Un passo a cinque che evidenzia a chiare note come Forsythe sappia trasformare gli emblemi stessi del balletto accademico (tutù sia pur futuristicamente piatti, le “punte” della elevation romantica, il virtuosismo della danse d’école, la collaborazione fattiva tra i due sessi) in elementi stilizzati e moderni nello spirito ancor prima che nel linguaggio. Il balletto vuole essere un omaggio con nostalgia al grande repertorio dei Petipa e dei Balanchine, quello di sana e salda tecnica classica (o neoclassica che sia) con la sua struttura a “numeri” chiusi (assolo incastonati in passi a due, a tre o ensemble), insomma ad un lungo e luminoso capitolo della storia della danza d’arte europea che ha reso l’arte di Tersicore celebre nel mondo. Il titolo stesso sembra con bonaria ironia alludere alla esattezza, nitidezza e rigore necessari al balletto classico, al fine di rendere all’apparenza naturale e disinvolto qualsiasi sforzo fisico e qualsiasi difficoltà tecnica. Di come Forsythe spinga incessantemente i suoi danzatori oltre ogni limite è riprova The Vile Parody of Address (La spregevole parodia di indirizzo), un assolo e un passo a due del 1988 sulla Fuga in si minore del I fascicolo del bachiano Clavicembalo ben temperato (1722) in cui il movimento si sposa a meraviglia, in strutture compatibili, con le dinamiche contrappuntistiche della fuga settecentesca in una storica registrazione pianistica dell’estroso Glenn Gould. Un gioiello, come dicevamo, Steptext per quattro danzatori (una donna e tre uomini) ancora su musiche bachiane. Pur nella sua astrattezza e spasmodica difficoltà tecnica, l’autore lo definisce come una “fuga dalla meccanica del rituale teatrale, che sospende i meccanismi fondamentali e accessori di esecuzione della performance che hanno determinato la struttura della rappresentazione teatrale. Ne derivano una serie di suspence musicali, scenografiche e coreografiche dislocate creando un ambiente carico di narrazione.” Tesi come corde di violino i quattro interpreti creano con elettrizzanti movimenti una corrispondenza cinetica con il caleidoscopico violino di Bach, la cui Ciaccona, come il movimento, dopo lunghi silenzi sembra filtrata in “ferma-immagini” frammentarie sino alla ricostituzione graduale e progressiva di una unità primigenia.