Rifiuti da Napoli «Senza Bergamo scelta obbligata
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Rifiuti da Napoli «Senza Bergamo scelta obbligata
34 L’ECO DI BERGAMO GIOVEDÌ 17 MAGGIO 2012 Provincia A Tagliano una pianta Padre e figlio feriti Se la sono vista brutta, ieri a Palazzago, padre e figlio boscaioli: la pianta che avevano appena tagliato li ha schiacciati A pagina 38 [email protected] www.ecodibergamo.it/cronaca/section/ a Rifiuti da Napoli «Senza Bergamo scelta obbligata» Dalmine, parla la Rea: costretti a guardare altrove E sulle tariffe: in linea, le cifre di Brescia impensabili A Dalmine VANESSA SANTINELLI «Adesso parliamo noi». La grande fuga dei Comuni bergamaschi dall’inceneritore di Dalmine a quello di Brescia, i rifiuti da Napoli, i rapporti con la Provincia. La società Rea rompe il silenzio e si toglie qualche sassolino (per non dire macigno) dalla scarpa. «Vogliamo rimanere a Bergamo e lavorare con i Comuni bergamaschi. Ma da nessuna parte è successo quello che è accaduto qui. A Brescia sono tutti legati ad A2a, a Milano ad Amsa. Noi ci siamo trovati nelle condizioni di doverci andare a cercare i rifiuti altrove». Vedi Napoli, «scelta che ora ci permette di mantenere l’impianto efficiente». «Ci stiamo guardando in giro, abbiamo aumentato la quantità di rifiuti speciali non pericolosi da smaltire come la normativa ci concede. È tutto legittimo e d’altra parte l’impianto lo dobbiamo far girare». Con o senza i bergamaschi. Antonio Romei, presidente Rea «Il nostro impianto è a basse emissioni. Ma nei bandi non viene considerato» «Tariffe in linea» «Quando abbiamo rinnovato la convenzione con la Provincia non c’era la garanzia che i Comuni restassero con noi. Però era stato preso un certo impegno a convogliarli nella nostra direzione, a costruire un pacchetto di clientela che fosse sufficiente per garantire determinati prezzi». Il costo di smaltimento per i Comuni che conferivano i rifiuti all’inceneritore Rea era stato fissato in 113 euro a tonnellata a partire dal 1° gennaio 2012. «In realtà quella era la tariffa massima e non è mai stata applicata», spiegano dall’azienda. Alla Rea, guidata dal presidente Antonio Romei, rispondono punto su punto, «senza nessuno spirito polemico». «Non è quello che ci interessa...», dicono. Partiamo dalle tariffe allora. «Assolutamente in linea con la media regionale che va dai 110 euro a tonnellata di Cremona ai 92 di Brescia». Quella di A2a è la più bassa in Lombardia. Domanda scontata: come fanno i bresciani? «Dovreste chiederlo a loro – replicano dalla società –. Ma se ora sono preoccupati di doversi adeguare ai limiti nuovi di emissione degli inquinanti che la Regione vuole portare avanti, è probabilmente perché dovranno fare nuovi investimenti e quindi aumentare i costi di gestione, co- «Il bacino regionale ci ha danneggiato. Spiazzati dalla Provincia» sa che noi abbiamo già fatto». Impianto a basse emissioni È questo il cuore della questione, secondo Rea: «Siamo in condizioni diverse rispetto ad altri impianti lombardi. Abbiamo adottato le migliori tecnologie, le emissioni nell’ambiente sono già in linea con i limiti che la Regione ha previsto per il 2018. Ma queste non vengono riconosciute dalle gare di appalto che favoriscono chi tiene i prezzi più bassi. Si finisce così con il privilegiare gli impianti con l’impatto più pesante». E quindi? «Noi potremmo, per esempio, invece di stare a 80 sotto i limiti, portarci più vicini. Ma sarebbe assurdo: per poter partecipare alle gare dovremmo inquinare di più». Un paradosso. «In contrasto con il nostro obiettivo, la massima riduzione delle emissioni, su cui abbiamo investito parecchio. Se avessimo speso di meno, avremmo meno costi da ammortizzare». Chiaro che la questione am- bientale va di pari passo con quella economica. A fine 2011 arriva la firma della nuova convenzione con la Provincia dopo diciotto mesi di braccio di ferro. Viene stabilita la nuova tariffa di smaltimento, che passa da 86 euro circa a 113. «Era scaduta a giugno 2010 e per non creare problemi ai Comuni avevamo deciso di rinunciare a qualsiasi tipo di conguaglio al 31 dicembre 2011, riservandoci di spalmare la differenza nei periodi successivi, stabilendo una tariffa che tenesse conto delle quantità conferite e della durata del contratto». E poi che succede? Gli inviti da parte di Via Tasso ai Comuni a mettersi insieme per fare aste e strappare i prezzi più convenienti non passano inosservati. Anzi. «Siamo rimasti un po’ spiazzati dal comportamento della Provincia che ha gettato le condizioni perché i Comuni andassero altrove». «Cifre di Brescia impensabili» Via Tasso ha abbattuto i paletti dei confini provinciali per lo smaltimento dei rifiuti. Il bacino è diventato la regione. «Abbiamo eliminato il monopolio di Rea», annunciava il presidente Ettore Pirovano. Ma la novità (e non poteva essere diversamente) va di traverso alla Rea: «Esiste una legge istitutiva dei bacini e una circolare regionale del 2009 che consente ai Comuni di andare anche fuori dal loro bacino nel caso riescano a strappare tariffe più convenienti. Ma una legge non si annulla con una circolare. Se volessimo piantare una grana a chi porta i rifiuti a Brescia potremmo farlo, ma non è questo che ci interessa. Proprio no». Ma? «Il venir meno dei bacini provinciali ha svuotato di significato sia la convenzione sia la tariffa concordata». E ha dato il la alla grande fuga verso lidi più economici. Sono una sessantina i Comuni bergamaschi che da inizio anno se ne sono andati da Dalmine. Con quelli in scadenza di contratto si sta trattando. «I valori di Brescia sono impensabili. Stiamo facendo una politica dei prezzi che punta a fidelizzare i clienti, a premiare chi resta con noi per lungo tempo. Vogliamo rimanere a Bergamo e lavorare con i Comuni bergamaschi. Noi vogliamo rimanere qua». ■ ©RIPRODUZIONE RISERVATA a I controlli scattati ieri L’immondizia al setaccio A Dalmine «Adesso sono le 14,40. È appena arrivata dalla polizia locale di Dalmine la segnalazione di un camion di rifiuti proveniente da Napoli che ha varcato il casello autostradale e si sta dirigendo verso l’inceneritore Rea Dalmine. I nostri agenti della polizia provinciale sono già partiti e fermeranno questo camion per sottoporlo a controlli». Con queste parole ieri pomeriggio, alle 14,40 appunto, il presidente della Provincia, Ettore Pirovano, ha annunciato che sono iniziati i controlli da parte della polizia di Via Tasso ai camion che, ormai da settimane, dalla regione Campania, e precisamente da Napoli, trasportano rifiuti al termovalorizzatore Rea Dalmine del gruppo Green Holding. Si tratta di rifiuti classificati come speciali non pericolosi. Non, quindi, i sacchi neri appena raccolti dalle strade (che di regola non possono essere smaltiti fuori dai confini regionali in cui vengono prodotti), bensì rifiuti solidi urbani già trattati in impianti di tritovagliatura e imballaggio (nel caso specifico in quelli di Giugliano e Tufino). Obiettivo dei controlli della polizia provinciale è verificare che i camion provenienti da Napoli trasportino effettivamente il tipo di rifiuti consentito dalla legge. Non è dato sapere con precisione quanti mezzi pesanti diretti al termovalorizzatore Rea ieri siano stati fermati. E anche quanti lo saranno nei prossimi giorni. Certo è che le pattuglie della polizia provinciale sono in azione lungo tutto il percorso che separa l’uscita del casello autostradale di Dalmine dai cancelli di ingresso della Rea, a cui si accede dall’ex statale 525. A collaborare insieme alla polizia di Via Tasso ci sono gli agenti di Dalmine (che già giorni fa, prima che venisse alla luce la notizia dello smaltimento di rifiuti extraregionali nel termovalorizzatore Rea, avevano Pirovano: se non saranno «a norma» non verranno bruciati segnalato al Comune la presenza sulle strade locali di camion con la targa campana). Lungo la strada che collega il casello di Dalmine alla Rea ogni settimana, a quanto risulta, vengono trasportate 600 tonnellate di rifiuti provenienti dalla Campania. Una volta che gli agenti hanno fermato il camion, non bisogna pensare che procedano direttamente sulla strada a vagliare cosa trasporta: dato il modo in cui l’immondizia viene portata, solitamente in container chiusi e sigillati, sarebbe un’operazione praticamente impossibile. Come vengono effettuati quindi i controlli? «Gli agenti, dopo aver verificato la regolarità dei documenti di trasporto – spiega ancora Pirovano –, accompagnano il camion all’interno del termovalorizzatore Rea. Qui assistono allo scarico. Così facendo potranno vedere cosa effettivamente viene scaricato nella fossa dei rifiuti dell’impianto e, se lo riterranno necessario, prelevarne un campione per verificare che siano del tipo approvato. Se non si tratterà effettivamente di rifiuti speciali non pericolosi, non potranno essere inceneriti». ■ Patrik Pozzi