Camera con vista, a Miami Beach

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Investire nel mattone italiano non conviene dice Federico Maria Ionta, Ad di First The Real Estate. Meglio un volo fino in Florida, a caccia di sole e di un 5% annuo netto
Non è facile fare i Warren Buffett sul mercato immobiliare, andando in cerca di “valore” ancora inespresso, ma qualcuno ci prova e ci riesce. “La crisi dei subprime è stata un disastro per molte famiglie in tutto il mondo e per l’intera economia globale, tuttavia è stata anche un’occasione storica per acquistare immobili a prezzi stracciati o davvero convenienti. E penso che le occasioni non siano finite”. Parla così Federico Maria Ionta, amministratore delegato di First The Real Estate, gruppo immobiliare con sede a Milano e numerose filiali sparse nel mondo. Già, ma come orientarsi, soprattutto se ad investire è un target “retail”, con l’obiettivo di diversificare anche oltreconfine? “First The Real Estate – prosegue Ionta – si muove come una boutique del settore, in particolare adesso stiamo lavorando su Miami Beach in Florida e a Panama, poi cerchiamo affari in tutti gli States e in certi paesi europei.
Dr. Ionta, come mai non cita l’Italia? Non conviene il mattone nel nostro paese?
Francamente non vedo grandi opportunità, comprare in Italia per guadagnare il 2% annuo, se tutto va bene, non ci interessa. E non credo che possa interessare a un investitore medio, con un obiettivo di reale diversificazione. E’ chiaro che non mi riferisco a chi compra casa per abitarci o farci abitare i figli, il nostro orizzonte è per chi vuole investire nel mattone e guadagnare bene nel tempo, sia anno su anno, sia vedendo accrescere il valore del proprio immobile. Guadagnare quanto? Newsletter
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Noi offriamo il 5% netto annuo. Sembra tanto per chi ha in mente il mattone italiano, ma per questo suggeriamo di guardare all’estero. L’operazione che stiamo seguendo con maggiore attenzione si svolge nella più bella area di Miami Beach, a pochi metri dalle spiagge, divenuta ora un mondo a se stante. All’estremità Sud di Miami Beach si trova il quartiere Art Déco, costruito negli anni ’20, ’30 e ’40 che oggi si sta trasformando in un quartiere di moda. all’interno del distretto. First The Real Estate ha creato la propria catena di Boutique Residence, edifici nati dal recupero di building storici protetti dalle Belle Arti locali, composti da appartamenti dai 40 ai 90 metri quadri completamente arredati e che vengono locati anche per periodi brevi. In pratica, gli italiani che hanno a disposizione 300mila dollari in media, invece di un bilocale vicino casa, possono comprare a Miami Beach e poi usare l’appartamento per le proprie vacanze e per il resto dell’anno darcelo in gestione. Partner
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Ma la crisi immobiliare negli Usa ha davvero toccato il fondo?
A mio avviso sì, i prezzi stanno cominciando a muoversi verso l’alto. Certo, gli Usa sono un continente, per cui bisogna saper selezionare le opportunità. Ai nostri clienti abbiamo proposto appartamenti quando il dollaro viaggiava a 1,5 contro euro. E i fatti ci hanno dato ragione. Ma ora il dollaro non è salito troppo?
Sono convinto che ci stiamo avvicinano alla parità e nel 2010 toccheremo l’1,10. Chi ha investito con noi negli ultimi 12 mesi, ha realizzato solo di cambio oltre il 20% di media. A mio avviso la valuta americana è ancora a sconto. L’economia negli States sta ripartendo, l’Europa marcia piano e piena di dubbi. Probabilmente ci sono ancora pochi mesi per fare affari, ma gli Usa sono il miglior luogo dove investire e Miami lo dimostra. Un’occasione del genere non tornerà mai più.
Ma ci sono altre aree immobiliari interessanti negli Usa?
A New York le case non sono mai crollate veramente, lì operiamo accompagnando gli italiani a comprare dalle banche che hanno immobili in pancia di cui disfarsi. Il vero crollo c’è stato a Las Vegas, fino al ­70%. A noi piace la Florida perché il turismo non si ferma mai, perché per molti italiani la casa a Miami Beach è un sogno da coronare nella vita.
E in Europa, vi sono paesi a cui guardate?
Pensiamo si possano fare affari in Spagna, soprattutto nella Catalogna. L’Inghilterra andava bene 8 mesi fa, non perché i prezzi fossero crollati, ma perché la sterlina era scesa molto 1/2
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sull’euro. Diciamo che si era creata una buona occasione temporale, ma ora non c’è più. In compenso stiamo ragionando sulla Grecia, in soli 4 mesi certe zone e certi immobili sono crollati del 30%. Ma in assoluto, oltre agli Usa, c’è Panama, dove l’economia che non ha quasi risentito della crisi globale. Stanno raddoppiando il canale e c’è un grande fermento. Ma quanti sono gli investitori italiani pronti a fare un salto così lontano? Non è un po’ come comprare alla cieca? Ci sono più italiani di quanto non si pensi pronti a comprare. Anche perché lasciare tutti i soldi in Europa, con l’aria che tira sull’euro, potrebbe rivelarsi una scelta sbagliata. Leggo di molte persone che si buttano sull’oro, scappano dalle Borse o lasciano i risparmi a marcire in Bot. Noi invece offriamo mattone di qualità e redditività elevate. Posso aggiungere che oltre il 90% delle vendite a Panama e in Usa le abbiamo fatte a distanza. I clienti sono venuti a visitare gli immobili successivamente per vacanza o su nostro invito solo molti mesi dopo l’acquisto. Media presenti ad ITForum 2010
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