Presentazione del tema TRADIZIONE E FUTURO Nel primo ciclo di
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Presentazione del tema TRADIZIONE E FUTURO Nel primo ciclo di
Presentazione del tema TRADIZIONE E FUTURO Nel primo ciclo di incontri (2006) abbiamo sottolineato la difficoltà odierna di parlare di speranza: la perdita di un orizzonte escatologico (espressa da un generalizzato appiattimento sul "qui ed ora"), il tramontare dell'idea che la storia abbia una direzione, un senso; la confusione superficiale tra speranza e vago sentimento di ottimismo. Anche nella riflessione sulla comunità - alla quale è stata dedicata la seconda serie degli incontri (2007) - sono emerse aree contraddittorie: tra bisogno e necessità, tra esperienze comunitarie chiuse e fortemente identitarie e esigenza di aperture all'alterità. La terza edizione (2008) ha centrato l'attenzione a quel sostrato, comune alla speranza e alla vita comunitaria, che è costituito dalla capacità umana - affettiva ed effettiva - di relazionarsi all'altro. La quarta edizione (2009) prosegue il cammino fin ora percorso proponendo un ulteriore approfondimento di quella dimensione che è rimasta sullo sfondo ma che sottende alle precedenti riflessioni sulla speranza, sulla comunità e sulla relazione, ovvero la dimensione dell'identità. La risposta alla domanda fondamentale: "Chi sono?", che nessun nichilismo riesce definitivamente ad acquietare, costituisce la condizione per rispondere all'altra: "cosa posso sperare?", e non può prescindere dalla dimensione comunitaria e relazionale dell'uomo. Tenendo sullo sfondo questa problematica dell'identità e orientandoci ad un ulteriore approfondimento di essa, la riflessione del prossima; ciclo di incontri sarà incentrata sul tema della TRADIZIONE. Questo della tradizione è un tema che ci permette di proseguire con uno sguardo idealmente rivolto al Convegno ecclesiale di Verona, ed insieme ci consente di intercettare una dimensione che, nell'odierno panorama culturale fortemente segnato dal pluralismo, è divenuta particolarmente problematica, sia in ambito ecclesiale, vedi la "perdita della memoria cristiana", che in ambito culturale, vedi la problematica sulle radici, non solo cristiane, dell'Europa moderna. Credo non ci sia bisogno di insistere sul fatto - per altro riaffermato a Verona - che la tradizione "non riguarda semplicemente il nostro passato, ma costituisce una vera e propria dimensione del presente, dal cui riconoscimento o dalla cui trascuratezza dipende la coscienza che abbiamo di noi stessi e la capacità di rischiare la nostra libertà, il giudizio sulle cose e la capacità di costruire il futuro" Relatore dell’Incontro del 17 Aprile 2009 I GIOVANI E LA TENTAZIONE DELL’ETERNO PRESENTE Gustavo Pietropolli Charmet Gustavo Pietropolli Charmet, ha conseguito la Laurea in Medicina presso l'Università degli studi di Padova, proseguendo poi il suo percorso con una Specializzazione in Psichiatria all'Università di Milano. Pietropolli Charmet ha lavorato come psichiatra, come aiuto e primario di psichiatria all'istituto Pini di Milano quindi è diventato assistente e ordinario all'istituto di Psicologia della facoltà di Filosofia di Milano. E' stato docente di Psicologia Dinamica all'Università Bicocca di Milano. Attualmente è presidente dell'istituto Minotauro, presidente del Centro Aiuto alla Famiglia in crisi e al bambino maltrattato (CAF), direttore del Crisis Center dell'Associazione L'amico Charly, direttore della scuola A.R.P.Ad - Minotauro di Psicoterapia Psicoanalitica dell'Adolescenza, direttore scientifico della collana "Adolescenza, educazione, affetti" dell'editore Franco Angeli. Pubblicazioni principali L'adolescente nella società senza padri (a cura di), (Unicopli, 1990) Culture affettive in adolescenza (Cuem, 1991) Adolescenti in crisi, genitori in difficoltà (Pietropolli Charmet G., Riva E.), (Franco Angeli, 1995) Un nuovo padre. Il rapporto padre-figlio nell'adolescenZa (Mondadori, 1995) Amici, compagni, complici (Franco Angeli, 1997) Adolescente e psicologo. La consultazione durante la crisi (Franco Angeli, 1999 a) Segnali d'allarme. Disagio durante la crescita (Mondadori, 1999b) Piercing e tatuaggio. Manipolazioni del corpo in adolescenza (Petropolli Cahrmet G., Marcazzan A.), (Franco Angeli, 2000) I nuovi adolescenti. Padri e madri di fronte a una sfida (Raffaello Cortina, 2000) Ragazzi sregolati. Regole e castighi in adolescenza (a cura di), (Franco Angeli, 2001) La cultura affettiva in un percorso terapeutico (Bollati Boringhieri) Non è colpa delle mamme. Adolescenti difficili e responsabilità materna (Mondadori - 2007) Fragile e spavaldo. Ritratto dell'adolescente di oggi (Laterza - 2008) Adolescenza. Istruzioni per l'uso (Fabbri 2005) Adolescenti in crisi, genitori in difficoltà. Come capire e aiutare tuo figlio negli anni difficili (con Riva Elena - Franco Angeli - 2003) Padre quotidiano. La cultura affettiva in un percorso terapeutico (con Savuto Giampietro_ - Bollati Borin,ghieri - 2001) Genitori e psicologo. Madri e padri di adolescenti in consultazione (Franco Aneeli - 2007) I relatori del secondo Incontro del 22 Aprile 2009 TRADIZIONE E FUTURO NELLE RELIGIONI Roberto Della Rocca direttore del Dipartimento Educazione e Cultura dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane Piero Stefani Nato a Ferrara nel 1949, insegna storia e filosofia al Liceo Scientifico «A. Roiti» di Ferrara, è docente di ebraismo presso l'Università di Urbino e di dialogo con l'ebraismo presso l'Istituto di Studi Ecumenici «S. Bernardino» di Venezia, dal 2008 docente di giudaismo alla Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale. E' redattore della rivista IL REGNO di Bologna. Tra le sue pubblicazioni: Introduzione all'ebraismo (Queriniana, Brescia, 2004); nella collana "Farsi un'idea" dell'editrice il Mulino, Bologna, Gli ebrei (1997), La Bibbia (2004). Inoltre, Dies irae. Immagini dellafine (il Mulino, Bologna, 2001); Le radici bibliche della cultura occidentale (Bruno Mondatori, Milano, 2004) e L'antigiudaismo. Storia di un'idea (Laterza Roma-Bari, 2004). Piero Stefani, L'Apocalisse, li Mulino, 2008 Shahrazad Houshmand, teologa musulmana di origine iraniana che da tempo vive in Italia. Si è laureata in teologia presso la Pontificia Università Lateranense con Piero Coda e insegna alla Facoltà teologica Marianum di Roma. I relatori del terzo incontro del 6 Maggio 2009 LA VITA DELLA CHIESA TRA IDENTITA’ E RINNOVAMENTO Il Card. Paul Poupard, Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, è nato in Francia, a Bouzillé nella Diocesi di Angers, il 30 agosto 1930. Compiuti gli studi, è stato ordinato sacerdote il 18 dicembre 1954 e subito ha iniziato l'attività di insegnante, senza trascurare l'approfondimento degli studi e l'impegno in campo pastorale. Laureatosi in Teologia e in Storia all'Università della Sorbona, discutendo una tesi riguardante i rapporti tra la ragione e la fede e tra la Chiesa e lo Stato, ed ottenuto il diploma della Scuola di Alti Studi, nella sezione delle Scienze religiose, ha poi ricoperto numerosi incarichi. Tra l'altro, dal 1958 al 1959 è stato addetto del Centro nazionale della Ricerca Scientifica e, dal 1959 al 1971, Officiale della Segreteria di Stato e Cappellano dell'Istituto San Domenico in Roma. In questa veste è stato presente alla solenne apertura dei lavori del Concilio Vaticano II ed ha svolto il suo servizio al fianco di Giovanni XXIII e Paolo VI. Rientrato in Francia, ha ricoperto per dieci anni la carica di Rettore dell'Istituto Cattolico di Parigi, ed il 2 febbraio 1979 è stato eletto Vescovo titolare di Usula e nominato nel contempo Ausiliare dell'Arcivescovo di Parigi. Ha ricevuto l'ordinazione episcopale il 6 aprile successivo e nello stesso periodo è stato chiamato a far parte del collegio dei membri della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e del Segretariato per i Non Cristiani. È stato Vice-Presidente della Società di Storia della Chiesa di Francia, Membro del Consiglio Superiore della Scuola pratica degli Alti Studi e dell'Alto Comitato di lingua francese e dell'Accademia delle Belle Lettere, Scienze e Arti di Angers. Questa attività gli è valsa numerosi riconoscimenti come il Gran premio Cardinale Grente dell'Accademia francese, il cavalierato della Legione d'Onore ed altri ancora. Oltre ad essere autore di numerosi saggi, ha collaborato anche alla redazione di diverse e qualificate opere collettive. Ha anche offerto la sua collaborazione con studi ed articoli alle più prestigiose riviste di cultura cattolica nel mondo. II 27 giugno 1980, quando ricopriva la carica di Ausiliare di Paris, Giovanni Paolo Il lo ha promosso Arcivescovo, chiamandolo ad assumere la carica di Pro-Presidente del Segretariato per i Non Credenti alla quale, due anni dopo, ha assommato quella di Presidente del Comitato Esecutivo del neo costituito Pontificio Consiglio per la Cultura. Creato Cardinale, dal 27 maggio 1985 è stato Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo con i non Credenti fino al 4 aprile 1993, quando il suddetto è stato fuso con il Pontificio Consiglio della Cultura. Dal 19 aprile 1988 al 3 settembre 2007 è stato Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. L' 11 marzo 2006, il Santo Padre Benedetto XVI, al fine di favorire un dialogo più intenso fra gli uomini di cultura e gli esponenti delle varie religioni, ha unito la presidenza del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso a quella del Pontificio Consiglio della Cultura, nominando il Card. Poupard Presidente anche del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, fino al 25 giugno 2007. È stato Presidente delegato alla seconda Assemblea speciale per l'Europa del Sinodo dei Vescovi (1-23 ottobre 1999). Massimo Lucchesi Giornalista professionista, laureato in Lettere e Teologia, iscritto all'Ordine dal 1980. Attuale Presidente dell'Ordine dei Giornalisti - Consiglio Regionale della Toscana e vice-caporedattore Rai di Firenze. È stato redattore dell'Osservatore Romano ed ha collaborato con i periodici del Gruppo Editoriale S. Paolo. Membro della Commissione Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti per i rapporti con le Università e della Commissione per la riforma dell'Ordine. Giornalista dalle grandi doti umanitarie si è sempre distinto per l'impegno e la professionalità. Ha sempre evitato il clamore della ribalta personale ponendo al centro della propria attività l'informazione e la documentazione, con originalità e spirito di servizio. Riferimento costante per il territorio, cronista attento e commentatore acuto, particolarmente apprezzato per il taglio personale e mai banale con cui affronta notizie e personaggi. IL QUARTO INCONTRO DEL 13 MAGGIO 2009 UNO SPETTACOLO TEATRALE S A NT A N D R E A TE A T R O Presenta PAROLE, PAROLE, PAROLE tra il Giro d'Italia e Don Lorenzo Dilani testo e regia Giovanni Guerrieri con Gabriele Carli e Agostino Cerrai collaborazione artistica Giulia Gallo La situazione Due italiani di oggi, cattolici, sportivi, politicizzati, buffi, su una collinetta aspettano un fantomatico Giro d'Italia, come forse si aspetterebbe Godot, e intanto parlano, parlano: tra gag e tormentoni, prende forma, così, l'immagine di un'Italia tra ieri e oggi, tra Stato e Chiesa, tra sport e religione, tra Don Milani e Pantani... La scelta dei testo Le parole di don Milani sono arrivate come un eco lontanissimo alla nostra generazione. Forse perché siamo toscani, e in Toscana, fino a non molti anni fa quel "pretaccio" qualcuno se lo ricordava ancora bene e la sua "scomodità" era ancora ben viva nella memoria. Fatto sta che non esistevano "luoghi" nella nostra vita di adolescenti dove era possibile incontrarlo. La figura del "prete rosso" è diventata "lacuna" per eccellenza nella nostra formazione culturale: bandito dal nostro immaginario, escluso dalle scuole, dalle sezioni giovanili di partito, dalle parrocchie, dagli oratori. Quando più tardi lo abbiamo incontrato don Milani ci è parso troppo "invecchiato e stanco", perché le nostre fantasie potessero trasformarlo in un eroe romantico. Non era il Che, Don Milani. E quando ci siamo trovati a parlarne di più, per conoscerlo meglio, per farne addirittura uno spettacolo, abbiamo sempre dovuto fare i conti con quel senso di superato e anacronistico che per noi si accompagnava alla sua figura. Così abbiamo affrontato il personaggio: di "sponda'', come si suoi dire; lo abbiamo evocato dalle nostre memorie, facendo ben attenzione a non caricarlo di ideologie, né ripulirlo da questi pensieri contraddittori. Inoltre, quasi a sancire una specie di l'oxymoron, lo abbiamo accostato a quel ciclismo che lui odiava tanto.... "Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri i miei stranieri. " Don Lorenzo Milani