Redazionale EcoSiMP censurato

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Redazionale EcoSiMP censurato
L’ambiente, gli adesivi silanici e le nuove tecnologie
Nel percorso del progresso solo recentemente l’uomo si è reso conto che il
raggiungimento degli obiettivi non può prescindere dalla conservazione dell’ambiente
che lo circonda. Così, se è legittimo che tutti possano viaggiare in automobile, è
altrettanto giusto che ciò debba avvenire per mezzo di automobili poco inquinanti,
alimentate dalle benzine “verdi”, dotate di marmitte catalitiche e disciplinate da
standard sempre più stringenti. Se è lecito che tutti possano godere dell’aria
condizionata utile a mitigare le estati torride, è nello stesso modo corretto che
l’energia necessaria provenga il più possibile da fonti rinnovabili, quali il sole, il vento,
l’acqua.
Questo processo di consapevolezza ha coinvolto, e coinvolge, anche la scienza chimica
che, resasi conto di essersi creata un’immagine negativa causa le percepibili
modificazioni dell’ambiente provocate, ha corretto il modo di agire. Se, nel
quarantennio che va dagli anni ’50 alla fine dei ’70, la grande industria si è
preoccupata di fornire detergenti per alimentare le milioni di lavatrici immesse sul
mercato, per pulire le nostre case e per l’igiene personale, di certo non ha dato il
giusto peso all’inquinamento procurato ai nostri corsi d’acqua e ai mari. Se l’industria
della plastica si è più preoccupata di offrire grandi produzioni al fine di soddisfare
l’enorme richiesta di nuovi manufatti - dai sacchetti di plastica agli scolapasta, dai
fanali delle automobili agli spazzolini da denti - di certo non ha correttamente tenuto
conto di dove finissero gran parte di questi prodotti una volta esaurito il proprio
compito. Così, negli ultimi venti anni, ci si è accorti che il nostro benessere non deve
andare a discapito delle generazioni successive, altrimenti condannate a vivere in un
ambiente alterato, ed è nata la “Chimica Sostenibile” o “Green Chemistry”. Questo
nuovo modo di vedere, pensare ed agire, analizza l’impatto sull’ambiente di ogni
nuovo prodotto dalla “culla” alla “tomba”, e cioè a partire dalle materie prime,
passando poi dalla loro lavorazione, fino alla fine della vita del prodotto e cioè fino al
suo smaltimento o alla sua bio-degradazione.
Questo processo di presa di coscienza, in seguito, ha raggiunto capillarmente la
collettività grazie alla maggiore scolarizzazione e livello culturale, alla nuova facilità di
comunicazione, alla diffusione non controllabile delle notizie in rete, alla accessibilità
di studi ed analisi. Così, crescendo la volontà di ciascun individuo di preservare la
propria salute, l’attenzione alla tutela dell’ambiente si è estesa anche ai microambienti, nei quali sono trascorse la maggior parte delle ore quotidiane. E se
inizialmente molta importanza è stata attribuita all’ambiente di lavoro ora, e sempre
più, ci si sta rendendo conto che anche l’ambiente abitativo può essere soggetto ad
inquinamento originato, per esempio, dai nuovi materiali, dai nuovi prodotti per la
costruzione edilizia, dalle vernici e dagli arredi. E’ bene notare che mentre negli
ambienti di lavoro le quantità massimali di ciascun inquinante sono ben codificate
dalla legislazione, per ciò che riguarda le abitazioni nulla è esattamente definito.
Tuttavia, proprio per quanto detto in precedenza, è prassi recente considerare come
ammissibili in un ambiente domestico quantità di gran lunga inferiori, anche cento
volte, ai valori limite occupazionali, perchè esso è occupato anche da soggetti più
deboli (bambini, anziani, ammalati) che richiedono maggior tutela.
Anche il mondo della chimica degli adesivi, e più nello specifico per ciò che interessa
questa rivista, la chimica degli adesivi per parquet, negli ultimi anni ha intrapreso
questo cammino, riconducibile ad una serie di significative tappe. Partendo dagli
adesivi bicomponenti epossidici, fonti di gravi allergie cutanee, si è passati ai sistemi
epossi-poliuretanici a basso tenore di ammine, poi progressivamente migliorati
Alessandro Galbiati
04/01/2008
Data creazione 02/01/2008 8.40.00
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mediante la riduzione del contenuto di solvente. La tecnologia ha successivamente
proposto gli adesivi monocomponenti igroindurenti a base poliuretanica (sia nella
versione “elastica” che in quella “rigida”), che ad una maggiore resa e praticità d’uso
(eliminano gli errori dovuti alla miscelazione), ad una grande versatilità ed ad ottime
performances, aggiungono la totale assenza di solventi e di emissioni di sostanze
organiche volatili. Questi preparati, tuttavia, contenendo isocianati e a causa della
presenza residua di monomero (la molecola di diisocianato, classificata come
pericolosa, utilizzata per la loro sintesi) sono classificati come nocivi ed etichettati con
il simbolo convenzionale di rischio (croce nera su sfondo rosso) che descrive i pericoli
connessi al loro uso, alla manipolazione, al trasporto ed alla conservazione; la
legislazione obbliga altresì a riportare sull’etichetta le “frasi R” convenzionali (cioè la
lettera R seguita dall’opportuno codice, che descrivono i rischi per la salute umana,
animale ed ambientale connessi alla manipolazione) con un codice che varia in
funzione della quantità di monomero contenuto e la dicitura “contiene isocianati”.
Tutto ciò perché, nei settanta anni di sfruttamento della chimica dei poliuretani in ogni
ambito, è stato messo in evidenza come gli isocianati siano sostanze con una certa
rilevanza nella loro interazione con la biologia del corpo umano ed animale. E’ bene
però precisare che l'MDI, monomero per lo più utilizzato per questo settore, è il meno
pericoloso dei vari diisocianati perché ha una bassissima volatilità che lo rende
facilmente manipolabile. Esitono infatti studi effettuati dall’Istituto Maugeri su di un
prodotto poliuretanico monocomponente di NPT (U-Bond Special K112) che
dimostrano la totale assenza di rilascio diisocianato nell’aria (test eseguito anche
durante una posa). Comunque la tecnologia ha guardato oltre e, per ovviare a ciò,
sono stati proposti i poliuretanici monocomponenti a basso contenuto di monomero
residuo (inferiori ai valori stabiliti dalla legge per l’obbligo di etichettatura), che a
performances inferiori (sono, in genere, solo formulabili nella versione “elastica”)
contrappongono il fatto di non essere classificati come pericolosi e perciò non hanno
l’obbligo di etichettatura con simboli di rischio e frasi R, anche se resta obbligatoria la
frase “contiene isocianati”.
L’ultima frontiera fra i prodotti “elastici” è ora rappresentata dagli adesivi silanicimonocomponenti igroindurenti che, ad una facile applicabilità e ad ottime proprietà
meccaniche (paragonabili ai poliuretanici elastici “etichettati”), uniscono il fatto di non
essere classificati come pericolosi (non contengono sostanze classificate come tali) e
non hanno quindi l’obbligo di etichettature con simboli di rischio, né con frasi R. Questi
prodotti, date queste premesse e non contenendo isocianati, stanno godendo di un
buon successo, soprattutto nei paesi del nord Europa da sempre all’avanguardia sulle
tematiche ambientali, e sono perfino suggeriti per applicazioni in bioedilizia. Gli adesivi
silanici si adattano molto bene all’incollaggio dei pavimenti in legno prefinti, grazie,
oltre all’eccellente applicabilità, anche alla rapidità di indurimento, all’assenza di bolle
di reazione (che possono generare rigonfiamenti, caratteristica tipica dei poliuretanici)
ed alla facilità di pulizia dalla superficie degli elementi in legno e dalle mani in caso di
contatto accidentale. Non generando bolle, la loro conducibilità termica li rende
apprezzati per le pavimentazioni radianti. Un altro vantaggio è rappresentato dalla
loro superiore capacità di adesione su molti materiali, qualità molto gradita nei lavori
di ripristino e copertura di pavimentazioni preesistenti. Grazie alla crescita dei parquet
prefinti, soprattutto all’estero, dovuta ad una serie di vantaggi tra cui l’ottima finitura
e qualità, la stabilità dimensionale, la vasta gamma di proposte di tipologie, tinte e
dimensioni degli elementi di legno, la rapidità di posa e, quindi, del ridotto tempo di
consegna del pavimento ultimato (anche un giorno), questi materiali stanno godendo
di una rapida diffusione e fanno parte, oramai, della gamma prodotti delle più
importanti aziende del settore.
Alessandro Galbiati
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Tutti i migliori adesivi silanici in commercio sono basati sulla tecnologia metossisilanica che garantisce gran parte delle ottime proprietà citate in precedenza. Essi,
quindi, a contatto con l’umidità necessaria al loro indurimento (proveniente dal legno,
dal cemento e dall’aria) emettono rapidamente Metanolo (alcol metilico), un composto
organico volatile (VOC) inodore e tossico. Esiste molta incertezza sulla effettiva
quantità di Metanolo rilasciato e se questa possa essere un problema per l’ambiente di
lavoro (posatore) o per l’ambiente domestico a causa di un eventuale rilascio nel
tempo dalla superficie di parquet (committente). La stessa incertezza riguarda la
questione se la cessione di metanolo debba essere chiaramente descritta sulle schede
di sicurezza, come è fatto, ad esempio, per i siliconi neutri nel settore delle sigillature,
anch’esso interessato dal problema ma più datato e quindi già ben disciplinato. Ma
non rientra negli obiettivi di questa pubblicazione la disamina di queste problematiche.
NPT parte da qui, e giudicando il rilascio di una sostanza tossica non conforme alla
propria filosofia aziendale ed al cammino verso prodotti a basso impatto ambientale,
si spinge oltre e propone un nuovo passo tecnologico.
Questo passo nasce da solide basi tecniche, poiché NPT è un’azienda leader nella
produzione di adesivi monocomponenti con una forte connotazione specialistica nella
chimica macromolecolare ed organica, ed è da sempre attenta alle problematiche
ambientali. NPT è da anni impegnata nella ricerca e nello sviluppo di materiali a base
silanica e si avvale di un gruppo dedicato, di laboratori attrezzati ad hoc per questi
studi, di personale specializzato nella scienza dei polimeri, di impianti pilota e di
chimici di processo che consentono lo scale-up di nuove molecole e materiali dal
laboratorio alla produzione industriale. Tutto ciò ha consentito di sviluppare e
brevettare una innovativa tecnologia silanica denominata SiMP, dalla quale è poi
derivata la linea a basso impatto ambientale, denominata EcoSiMP. La tecnologia
EcoSiMP pone fine al problema del rilascio di metanolo e, inoltre, non rende
indispensabile la formulazione degli adesivi con Sali Organici di Stagno, molto utilizzati
come catalizzatori di indurimento. La tecnologia EcoSiMP, essendo in grado di
supportare una vasta gamma di tipologie di prodotti, è stata da subito immaginata
quale fulcro per la progettazione di adesivi per l’incollaggio del parquet. Ed è così che
è nato EcoSiMP Flooring, che mantiene tutte le caratteristiche tipiche degli adesivi
silanici ma non emette metanolo. La comparsa di EcoSiMP Flooring rende quindi
desueta la corsa tecnologica, recentemente intrapresa da molte aziende, verso la
diminuzione della quantità di metanolo rilasciata dagli adesivi a base metossi-silanica.
Pertanto, nessuna possibilità di discussione: le quantità di sostanze tossiche emesse
non sono “piccole” o “piccolissime”, ma semplicemente “zero”!
Ma non è tutto. Sulla base delle indicazioni per una “chimica sostenibile”, sfruttando le
potenzialità della propria tecnologia EcoSiMP, NPT ha formulato EcoSiMP Flooring con
l'esclusione di Sali Organici di Stagno, e di altri Sali di Metalli pesanti, svolgendo
anche per questa problematica un lavoro pionieristico. A tal proposito è utile ricordare
che i paesi scandinavi, da sempre all’avanguardia sulle problematiche ambientali, nella
loro classificazione della “Casa ecologica” del 2005 invitano all’uso di adesivi esenti da
Sali organici di Stagno (SWAN Ecolabel for Small Houses).
Invitiamo ad ulteriori letture per l’approfondimento sulle proprietà di EcoSiMP Flooring,
che scoprirete confrontabili agli adesivi silanici di “prima generazione”, ma che ora
sapete basate sulla “nuova generazione silanica” EcoSiMP “NO Metanolo” e “NO
Stagno” a tutela dell’ambiente, dei posatori, dei committenti.
Dott. Alessandro Galbiati
Alessandro Galbiati
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