Il RELAZIONE MISSIONE HAITI 2011

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Il RELAZIONE MISSIONE HAITI 2011
Siena per Haiti – La riattivazione del tessuto
socioeconomico come risposta prioritaria al terremoto
del 12 gennaio 2010,
La Missione si è svolta ad Haiti tra il 9 ottobre 2011 e il 15 ottobre 2011, e ha
visto coinvolti il Dr. Luca Scali e la Dr.ssa Amalia Falzetta per la parte relativa
agli interventi in ambito sanitario ed il Dr. Agr. Alessio Pianigiani per gli
aspetti agricoli.
La realtà in cui la provincia di Siena è intervenuta è quella dell’area di Les
Cayes lontana circa 200 km dalla capitale.
La situazione paese che abbiamo trovato in estrema sintesi si può descrivere
così: il colera che non dà tregua, le difficoltà della ricostruzione, la povertà di
sempre, con l'emblema della devastazione, il crollo della Cattedrale e del
Palazzo Presidenziale, tutto ancora così come in un fermo immagine.
La strada che dall’aeroporto della capitale ci ha lentamente condotto a Les
Cayaes porta interamente i segni del terremoto.
Allontanandosi dalla capitale diminuiscono i segni del terremoto ma resta
evidente la povertà e la necessità di stimolare lo sviluppo del territorio.
Le aree di intervento previste nel progetto erano essenzialmente due e come
detto precedentemente riguardavano il comparto agricolo e il comparto
sanitario, di seguito descritti.
La componente agricola del progetto:
Gli interventi che riguardavano il comparto agricolo erano la realizzazione di
un centro di stoccaggio e lavorazione del caffè con un importante intervento
a monte della filiera, che dopo descriverò.
La realtà agricola Haitiana appare assai complessa e presumibilmente priva
di un’organizzazione statale che coordini gli interventi. La situazione
orografica dell’isola e la conformazione dei suoli contribuisce fortemente alla
loro erosione trasformando i campi in territori sassosi e sterili. Parlando con i
cooperanti residenti in Haiti è infatti emerso che una delle coltivazioni tipiche
del territorio è il Vetiver per l’industria Profumiera. Questo tipo di coltivazione
e soprattutto il metodo di raccolta è causa di molteplici problemi e primo tra
tutti l’erosione. Infatti benché il Vetiver sia una pianta erbacea perenne che
possiede un apparato radicale molto profondo (che raggiunge e superare i 5
metri) di rapidissima crescita, con radici sottili, omogenee ed estremamente
resistenti (1/6 di un acciaio di media qualità), in grado di imbrigliare
qualunque terreno e spesso usato per il consolidamento dei terreni tramite un
metodo denominato “ SISTEMA VETIVER”. Ad Haiti il Vetiver per l’industria
profumiera viene letteralmente strappato dal terreno smuovendolo
completamente, in un ambiente caratterizzato da: forti pendenze, piogge
intense e una superficie di terreno agrario che difficilmente supera i 30 cm è
facile capire il tragico effetto dilavamento che si verifica, rendendo di fatto
inutilizzabili molti terreni.
I VIVAI
Il lavoro ch Oxfam ha svolto sul territorio è senz’altro interessante e si tratta
di una rete che coinvolge le comunità rurali, le cooperative locali e le centrali
cooperative per organizzare al meglio le attività legate alla storica
coltivazione del caffè.
Il caffè rappresenta la coltivazione più importante nel paese e una delle
possibili vie di sviluppo. In questa fase c’è ovviamente bisogno di prevedere
un’organizzazione del lavoro cha riesca a lasciare agli agricoltori e alle loro
famiglie una parte importante del reddito.
Oxfam ha creato una rete di campi sperimentali per la riproduzione delle
piantine che servano da vivaio per reimpiantare le coltivazioni a fine ciclo, il
cattivo tempo che ha caratterizzato la missione ci ha permesso di visitare
solo uno dei tre vivai previsti (vedi foto), ma è comunque stato esaustivo per
capire il valore del lavoro.
La costruzione della filiera che partendo dalla propagazione dalle piantine nei
vivai e prosegue e coordinando i reimpianti è senz’altro vincente.
Durante la missione abbiamo potuto vedere che i tecnici di Oxfam hanno un
ruolo importante nel trasferimento delle conoscenze sia tecnico agronomiche
che di difesa fitosanitaria ruolo che e riconosciuto dagli agricoltori come
fondamentale per una via di sviluppo.
La cooperativa che abbiamo visitato (come da foto allegata) è la KOKAM,
acronimo di Cooperativa Caffeicola di Mark-Eric , nel comune di Cavaillon.
Kokam rappresenta una vera e propria cooperativa di servizio per il territorio
agricolo locale, servizi che vanno dalla lavorazione alla conservazione dei
prodotti, non solo caffè.
In questa occasione abbiamo potuto vedere come viene attualmente lavorato
il caffè dopo la raccolta
Decorticazione Caffè
Essicazione Caffè
La filiera si chiude con il centro di lavorazione e conservazione del caffè.
Durante la missione abbiamo visitato il centro attualmente in fase avanzata di
realizzazione. La localizzazione nel comprensorio di Cavillon permette tramite
la sua centralità di ben servire la realtà caffeicole circostante Les Cayes .
La funzione del centro sarà consentire di compiere le prime lavorazioni del
caffè utili a valorizzare il prodotto per la vendita.
La componente Sanitaria del progetto:
Al momento del nostro arrivo ad Haiti, la situazione sanitaria è ancora
estremamente precaria e si connota come quella di un’emergenza senza fine.
Ad Haiti, dove la ricostruzione a quasi un anno dal terremoto non è quasi
cominciata, è scoppiato successivamente il colera ed al momento, in assenza
di picchi epidemici, ci sono costantemente casi di colera che vengono
diagnosticati in diverse parti del paese.
Nel centro di Port Au Prince ci sono ancora molti campi tendati, diversi dei
quali in condizioni igieniche estremamente precarie. Tutti pensavano che le
persone sarebbero uscite dai campi entro un anno dal sisma, invece questo
non sta avvenendo e la situazione nei campi diventa sempre più critica.
Purtroppo nell’ambito sanitario l’aspetto critico non riguarda esclusivamente il
colera, la cura di malattie infettive od altre malattie, ma la debolezza del
sistema sanitario nella sua interezza; i punti critici del sistema sono molteplici
fra i quali: la carenza di personale sanitario e di adeguate strutture, la
mancanza di un adeguato piano sanitario nazionale, l’assenza di sistemi di
rifornimento farmaci, l’assenza di sistemi di supervisione e controllo, il
controllo dell’acqua e degli scarichi. Tutto ciò mette in evidenza che il
Governo ed il Ministero della Sanità locale non hanno le risorse e la capacità
di prendere in carico la situazione.
Recentemente in un articolo di stampa che ho letto, il direttore della missione
delle Nazioni Unite ad Haiti ha detto: “ Non c’è dubbio che dovrebbe essere il
governo a prendere in mano la situazione, ma in assenza del governo, la
comunità internazionale è in parte responsabile della debolezza del Paese.
Abbiamo creato una repubblica delle ONG di Haiti, ce ne sono circa 10mila;
alcune di loro fanno un ottimo di lavoro, ma molte altre sono là e nessuno sa
esattamente cosa facciano e da dove arrivino e dove vadano i loro soldi.
Abbiamo creato strutture parallele nella sanità, nell’educazione e in tanti altri
campi che dovrebbero essere di dominio haitiano”
Questa situazione è completata da un approccio spesso “verticale” alle
attività delle ONG e di altre organizzazioni. In alcuni centri sanitari visitati si
vede che ci sono organismi che si occupano ad esempio esclusivamente di
salute materna o di nutrizione o di colera, con scarsi contatti con le autorità
del distretto sanitario locale e con le altre strutture sanitarie. In questa
situazione i centri sanitari riescono frequentemente ad erogare, per alcuni
anni, solo uno o pochi servizi, senza rafforzarsi nella sua interezza. Questo
pone seri problemi di sostenibilità una volta che l’intervento di cooperazione
sarà terminato.
Senza dilungarmi ulteriormente, considerato il contesto e le risorse messe a
disposizione del progetto, appare a mio modo di vedere appropriato
l’intervento di OXFAM Italia, finanziato dal Comitato Terre di Siena per Haiti
nel distretto di Les Cayes. E’ positiva l’idea di agire in un contesto decentrato
rispetto alla capitale, Port Au Prince, di dare un impostazione all’attività
progettuale direzionata sullo sviluppo di attività, senza concentrasi troppo
sulla gestione dell’emergenza, di identificare inoltre come prioritario lo
sviluppo di attività legate all’agricoltura ed allo sviluppo di attività produttive
locali.
Le attività nel settore sanitario si è concentrata sull’organizzazione di corsi di
formazione per gli operatori del sistema sanitario locale haitiano. L’attività
formativa sulla corretta nutrizione e sulla diagnosi e cura della malnutrizione è
stata organizzata dalla direzione governativa del distretto, sostenuta con dei
finanziamenti provenienti dal progetto. Nel corso di formazione sono state
presentate e spiegate agli operatori del distretto le linee guida nazionali per la
lotta alla malnutrizione, è stata fatta formazione sulle tecniche di peso,
sull’uso del tracciato e delle curve ponderali, sull’uso delle attrezzature, è
stata fatta infine formazione del personale dei centri sanitari affinché siano in
grado di promuovere buone pratiche alimentari e di prevenire deficienze
nutrizionali.
L’intervento, che evita duplicazioni e si appoggia al pur debole sistema
sanitario locale, è a mio modo di vedere appropriato.