sviluppo locale e valorizzazione del territorio

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sviluppo locale e valorizzazione del territorio
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SVILUPPO LOCALE
E VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO
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Puntare sulla valorizzazione dell’immagine regionale e promuovere i prodotti piemontesi all’estero è una
delle sfide lanciate dal DOCUP 2000-2006, che per la prima volta riserva un complesso articolato di misure incentrate sull’internazionalizzazione del sistema economico piemontese.
Le iniziative, tutte di carattere promozionale, hanno finalità progressivamente mirate dal generale al particolare.
Vi è innanzitutto una misura intitolata “Piemonte nel mondo”, gestita e realizzata direttamente dalla Regione Piemonte, con l’obiettivo di rappresentare a livello internazionale le attuali vocazioni del Piemonte
e le attrattive del suo territorio, anche in raccordo con gli eventi e le opportunità che ruoteranno intorno
alla preparazione e allo svolgimento delle Olimpiadi Invernali “Torino 2006”.
È prevista la realizzazione di campagne promozionali, l’organizzazione di mostre e missioni conoscitive,
la partecipazione a eventi espositivi, ecc.
Ad oggi si contano la pubblicazione di decine di inserzioni e di speciali su testate estere, il coinvolgimento di circa 300 giornalisti (per 1/3 stranieri) e la redazione di 40 supporti informativi di varia natura.
È stato realizzato un portale web sul sito della Regione Piemonte, che a partire dalle vocazioni profonde e ‘storiche’ del territorio delinea gli scenari strategici dello sviluppo futuro (www.regione.piemonte.it/internazionale).
Nell’autunno 2003 è stata organizzata un’importante missione in Cina: un vero e proprio lancio del ‘prodotto Piemonte’ sul più grande mercato asiatico. A questa si aggiungono una quarantina di eventi organizzati all’estero, tra i quali si segnalano due missioni a Mosca e presentazioni a Glasgow, Parigi, Atene
e Vancouver. Più in generale, compito di questo progetto è quello di identificare con esattezza i valori
del territorio piemontese, per poi confezionarli secondo le tecniche di marketing e di comunicazione più
creative e proporli in ambito internazionale secondo una logica strategica e organizzativa.
Sono queste le linee guida di un progetto ambizioso per il quale sono stati stanziati 22,5 milioni di euro.
PROMOZIONE INTERNAZIONALE DEL PIEMONTE
Al rafforzamento delle imprese
piemontesi sui mercati internazionali è dedicata un’altra
linea d’intervento, denominata
“Promozione internazionale per
settori economici ed aree geografiche”, che prevede il sostegno a iniziative promosse dalle
Camere di Commercio, dalle
Province, dalle Associazioni di
categoria, dagli ATR e dal Centro Estero delle Camere di
Commercio.
Dal 2002 ad oggi sono stati
portati a compimento o sono in
corso di realizzazione circa 70
progetti per un ammontare di
contributi pari a 11 milioni di
euro in grado di attivare circa
22 milioni di investimenti.
I progetti prevedono l’organizzazione di eventi promozionali
all’estero, di workshop e seminari per le pmi; la creazione di
desk temporanei; la partecipazione a eventi fieristici; la messa a punto di strategie e campagne di marketing.
Le iniziative realizzate all’estero
hanno riguardato paesi dell’Unione Europea, la Russia, l’Africa
settentrionale, il Sudamerica e il
Sud-Est asiatico.
Una parte dei progetti promuove settori industriali sia di punta che di nicchia.
Un’altra serie di iniziative punta
alla promozione di interi territori sia dal punto di vista turistico
che da quello delle produzioni
tipiche.
Il consolidamento delle Antenne Piemonte è stato realizzato
in Brasile, nei Balcani, in Cina,
Corea e nei paesi dell’Europa
orientale, mentre nuove Antenne sono state costituite in Marocco e in Russia.
Con gli stessi obiettivi è prevista una terza linea d’intervento,
denominata “Promozione internazionale delle imprese”, che
sostiene i progetti di singole
imprese, che intendano proporsi sui mercati internazionali
e rafforzarvi la propria presenza
attraverso la partecipazione a
mostre, fiere e manifestazioni
specializzate o la creazione di
eventi specifici di promozione.
Alla fine del 2004 sono stati
presentati 926 progetti per
72,5 milioni di investimenti. I
contributi richiesti ammontano
a 35 milioni di euro.
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ITP
INVEST IN TURIN AND PIEDMONT
È la prima Agenzia sorta in Italia con l’obiettivo di
attrarre investimenti esteri sul territorio.
Grazie al sostegno dei Fondi Strutturali ITP ha
saputo svolgere adeguatamente il compito per il
quale era stata costituita.
Le aziende insediate operano in diversi settori e
provengono da numerosi paesi: Francia, Gran
Bretagna, Germania, Danimarca, Stati Uniti, Austria, Svizzera.
Alcune di esse sono aziende leader nel proprio
settore. È il caso della Motorola, che ha scelto
Torino per insediarvi il suo Centro di R&S grazie
alle incoraggianti condizioni ‘ambientali’ e alla
presenza del Politecnico, che fornisce i cervelli
ai laboratori.
Ma anche Johnson Controls, Eutelsat, Colt Telecom, International Rectifier, Hutchinson, AC
Hotels, Groupe Envergure hanno fatto scelte analoghe.
L’attività di ITP ha favorito fino ad oggi la creazione di 4.000 nuovi posti di lavoro diretti.
Un bilancio più che positivo, che fa del Piemonte la seconda regione italiana per presenza di investimenti esteri.
Da alcuni mesi ITP sta attuando la propria azione di marketing e comunicazione internazionale
sui settori di eccellenza e con maggiori prospettive di crescita: l’ICT, l’automotive, le scienze della vita, le nanotecnologie, il turismo collegato anche alle opportunità offerte dall’evento olimpico.
I risultati, ottenuti dal 1998 ad oggi, sono riportati qui di seguito.
I NUMERI DI ITP
70 casi di successo tra imprese di nuovo
insediamento ed espansioni
oltre 140 pubblicazioni e materiali promozionali
più di 500 azioni promozionali
130 progetti aperti relativi a nuovi insediamenti e
sviluppo di imprese già presenti sul territorio
1.300 contatti generati
5 edizioni del premio Greenfield
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PROMOZIONE E SVILUPPO
DEL TURISMO
La valorizzazione delle aree turistiche è stato uno
dei punti di forza di tutti i programmi regionali
finanziati dai Fondi Strutturali dal 1989 ad oggi.
D’altra parte, le aree Obiettivo 2 piemontesi
comprendono alcune tra le zone di maggior
attrattività turistica della nostra Regione, come le
future valli Olimpiche della provincia di Torino e
l’area del Lago Maggiore.
I Fondi Strutturali hanno agito contemporaneamente su tre filoni: la realizzazione di infrastrutture
turistiche, l’erogazione di incentivi alle imprese turistiche e lo sviluppo delle attività di promozione.
Dal 1989 al 1999 sono stati realizzati circa 300
interventi riguardanti le cosiddette infrastrutture
turistiche, cioè strutture extra-alberghiere complementari all’attività turistica. Si tratta di miglioramenti, adeguamenti e completamenti di piccoli
impianti sportivi (bocciodromi, piscine, campi da
calcio, calcetto, tennis, piste da pattinaggio e
sci nordico, ecc.), e ricreativi, quali parchi giochi,
aree di sosta e pedonali. Rientrano in questo
gruppo di progetti la ristrutturazione di case per
ferie, rifugi alpini e ostelli per la gioventù; la realizzazione di centri polifunzionali per attività culturali e congressuali, compresi i centri di accoglienza e informazione turistica; la dotazione di
attrezzature di vario genere (per esempio, piccoli
interventi di riqualificazione e arredo urbano) per
migliorare la fruizione turistica dei beni ambientali
e culturali.
Con l’obiettivo di accrescere e migliorare le capacità ricettive delle zone interessate, sono stati erogati circa 14 milioni di euro di incentivi, che
hanno attivato 95 milioni d’investimenti da parte
delle piccole e medie imprese turistiche.
I progetti realizzati assommano a 214 e riguardano la costruzione, l’ampliamento, l’adeguamento e la ristrutturazione di alberghi, residence,
motel, agriturismi e campeggi, ma anche ristoranti, bar, locande e posti di ristoro.
A complemento dei due filoni precedenti è stato
realizzato un terzo gruppo di progetti finalizzati a
sostenere le attività di informazione turistica dei
centri e delle Aziende di promozione turistica.
Tra il 1989 e il 1999 sono state realizzate circa
200 iniziative promo-pubblicitarie per un investimento di circa 8 milioni di euro, interamente
finanziati dai contributi pubblici.
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I PROGETTI INTEGRATI
DI SVILUPPO TURISTICO DI AREA
Sulla scia dei risultati già ottenuti e al fine di
accrescere la qualità e l’impatto degli interventi,
a metà degli anni ’90 la Regione intraprende
la sperimentazione di progetti complessi di sviluppo turistico locale concentrati su alcune aree
definite e comprendenti interventi infrastrutturali,
promozionali, nonché investimenti privati: inizia
la stagione dei cosiddetti progetti integrati di
sviluppo turistico di area.
La principale caratteristica di questi progetti è la
stretta interrelazione delle tre tipologie d’intervento previste e la loro concentrazione, in modo
da arrivare alla creazione di un ‘sistema turistico’,
capace di integrare tutte le potenzialità ed esaltare i suoi elementi di attrattività: sportivi,
ambientali e storico-culturali.
All’interno delle aree Obiettivo 2 piemontesi sono state individuate quattro aree, aventi le caratteristiche di ‘comprensori turistici’: la Valle di Susa, il Canavese, il Lago Maggiore, il Cusio Mottarone (DOCUP 1994-96).
Nel DOCUP 1997-99 si è proceduto all’individuazione di ulteriori macro-aree (es. Valli Chisone e
Germanasca, Pinerolese, Bassa Valsusa e Val
Cenischia, Alta Valle Susa, Valli Orco e Soana,
Valli di Lanzo, Val Pellice, Novi Ligure, Lago d’Orta, ecc.) fino alla definizione di 14 progetti integrati ognuno gravitante su una zona specifica.
Tra il 1994 e il 1999 sono stati realizzati 18 progetti integrati articolati in: 209 interventi infrastrutturali, 17 promozionali e 90 progetti d’investimento delle imprese per un totale di circa 110
milioni di euro d’investimenti, il 65% dei quali
costituito da contributi pubblici.
Accanto alla costruzione ex novo o alla ristrutturazione di strutture ricettive di vario tipo sia pubbliche che private (spesso si tratta di progetti
realizzati da società miste pubblico-private), un
significativo rilievo hanno assunto negli anni le
operazioni di recupero di beni architettonici e
culturali da destinare a funzioni prevalentemente
turistiche.
L’ex Mulino di Rivalta, la Cascina il Chiosso di
Leinì, la Cascina Roland di Villarfocchiardo, Villa
Bernocchi a Premeno sono divenuti centri polifunzionali.
Il Mulino di Laval nel Parco Naturale della Val
Troncea è stato adibito a rifugio.
La Cascina La Maddalena a Chiomonte è stata
recuperata per ospitare il Museo Archeologico
di Chiomonte e la sede della Cooperativa
Clarea che, grazie al “Progetto Vigne” finanziato
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dall’Unione europea, ha contribuito a far conoscere ed apprezzare i vini dell’Alta Valle. Questo
intervento fa parte di un più ampio progetto della Comunità Montana dedicato alla valorizzazione del Parco Archeologico La Maddalena, uno
dei più grandi villaggi neolitici d’Europa.
Nel Castello di Vogogna è stato insediato un centro multimediale, mentre a Villa Maioni a Verbania
è stato riqualificato il parco urbano, all’interno del
quale la nuova Arena ospita gli spettacoli estivi.
In questi progetti occupano un posto altrettanto
rilevante i musei.
In Valchiusella è stato realizzato il Museo
Ecoterritoriale del ferro; a Novi Ligure - patria di
Coppi - il Museo del Ciclismo; a Cassano
Spinola il recupero del Castello deve portare alla realizzazione del Parco Museo, mentre a
Serravalle Scrivia il recupero di Villa Caffarena è
servito ad ospitare il Museo della città romana
di Libarna che, all’interno di un sito archeologico
di grande interesse, presenta uno degli anfiteatri meglio conservati del Nord Italia. A Bussoleno
Casa Aschieri - splendido esempio di architettura medioevale, utilizzata anche come modello
per la riproduzione di una casa tipica all’interno
del Borgo Medioevale del Valentino a Torino – è
divenuta un ecomuseo integrato dotato di nuovi
spazi espositivi.
In una prospettiva di sviluppo e completamento
dei progetti integrati, anche nel programma regionale 2000-2006 sono stati introdotti interventi per sostenere i progetti degli enti locali e delle
Associazioni senza fini di lucro interessati alla valorizzazione dei prodotti turistici territoriali e termali.
I 96 progetti ammessi a contributo spesso si
pongono in continuità con quanto già realizzato
dalle Amministrazioni locali nelle precedenti fasi
di realizzazione. Tra i progetti delle nuove aree
Obiettivo 2 segnaliamo la realizzazione del
Museo del Tempo delle Meridiane a Bellino in
alta Val Varaita e il potenziamento delle risorse
ricettive del comune di Agliano Terme in funzione della fruizione turistica dello stabilimento termale ivi insediato.
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IL RESTAURO
E LA VALORIZZAZIONE
DELLA REGGIA DI VENARIA REALE
La realizzazione di un “circuito delle Residenze
sabaude” è un ambizioso progetto al quale la
Regione Piemonte con gli enti locali interessati
sta lavorando ormai da alcuni anni.
Nel 1997 è stato avviato il progetto di restauro e
valorizzazione della Reggia di Venaria Reale,
l’opera più imponente di quell’insieme di architetture e parchi, che costituiscono la “corona di
delitiae” del sistema di residenze di corte e
palazzi di caccia intorno a Torino.
Il recupero di questo straordinario complesso
rappresenta uno dei più importanti progetti europei di restauro e valorizzazione di un bene culturale fino ad oggi realizzati, per il quale la Regione Piemonte, il Ministero per i Beni e le Attività
Culturali e la Comunità europea hanno assunto
un impegno finanziario di circa 140 milioni di
euro per un investimento globale di oltre 314
milioni di euro.
Oltre al restauro della Reggia vera e propria,
sono previsti il recupero del Borgo Castello
della Mandria, dei giardini e della cascina
Rubbianetta: un enorme cantiere di 950 mila mq
di superficie (150 mila mq di edifici e il resto di
giardini), che impegna quasi 1.000 addetti
al giorno, arruolati tra le maestranze più
competenti d’Italia.
Il progetto ha molteplici finalità. Innanzitutto,
permettere il recupero di un immenso patrimonio ambientale e architettonico, unico nel suo
genere, le cui condizioni di degrado rischiavano
di diventare irreparabili. In secondo luogo, compiere un passo decisivo verso l’attivazione
del “Circuito delle Residenze Sabaude”, di cui
La Venaria Reale costituirà la ‘porta d’accesso’.
Infine, riqualificare una vasta area del Nord-Ovest
torinese, contrassegnata da declino industriale e
crisi occupazionale.
Importanti progressi sono stati compiuti in tutte
e tre le direzioni, a partire dalla Reggia.
La vastità del sito e la complessità dell’intervento hanno richiesto la suddivisione dei lavori in
lotti, che sono stati appaltati in tempi diversi.
Si è concluso il recupero della juvarriana Chiesa
di Sant’Uberto ed è in fase conclusiva il restauro della Galleria Grande (cosiddetta Galleria di
Diana), che collega i due Torrioni ideati da Michelangelo Garove alla fine del ‘600, adiacenti
l’uno, quello Sud-Est, alla Chiesa di Sant’Uberto
e l’altro, quello Ovest, alla Reggia vera e propria.
Con l’appalto dei lavori del Lotto B si è posto
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mano al restauro del secondo padiglione di Michelangelo Garove (Torrione Sud-Est) e alle gallerie di collegamento alle scuderie juvarriane, risalenti a Benedetto Alfieri che subentrò nella
progettazione dei lavori a partire dal 1739 (Manica Belvedere, Torrione Alfieri, Piccola Galleria Alfieri, Sottocentrale Alfieri).
La Reggia di Diana nel nucleo progettato da Amedeo di Castellamonte ha rappresentato una
delle fasi più delicate dell’intera operazione ed
ha richiesto meditate scelte di restauro accompagnate da ripensamenti funzionali. Qui sono
stati effettuati i lavori più raffinati di restauro artistico attraverso la pulitura e il consolidamento
degli apparati decorativi sia negli ambienti seicenteschi che nelle porzioni settecentesche.
Questo insieme di interventi ha una perspicua
destinazione museografica. Il percorso di visita
metterà in scena la civiltà della corte sabauda. Al
centro dell’esposizione vi sarà il tema della vita a
corte, dal sentimento religioso alle norme cerimoniali, dal costume militare alla caccia, al raffinato gusto che permeava gli oggetti d’uso quotidiano, così come le straordinarie macchine allestite per le feste.
Un altro importante complesso di lavori in corso
di ultimazione, nonché secondo percorso di visita riguarda i giardini storici.
La Reggia di Diana, infatti, è immersa in un parco di circa 800 mila mq, le cui caratteristiche erano state pressoché cancellate da due secoli
di incuria ed usi impropri, che li avevano trasformati in una sterminata pianura semi-incolta.
Si trattava quindi di ripristinare lo stretto rapporto che legava in antico il complesso architettonico con i suoi giardini, sia le modalità antiche di
fruizione sia le geometrie latenti.
Gli imponenti lavori per riportare alla luce i giardini storici della Reggia riguardano il riallestimento
del secentesco Parco Basso e dei giardini settecenteschi del Parco Alto, nonché il ripristino
del collegamento originario tra le due aree.
Per quanto riguarda il Parco Basso, che si sviluppa ai piedi della Reggia, sono già stati ricostruiti il terrapieno castellamontiano del parterre,
che si affaccia sulla Grande Peschiera, il Teatro
Verde con la valorizzazione delle testimonianze
archeologiche della Fontana di Ercole, e l’Allea
di Ercole con il nuovo canale che raggiunge le
rovine del Tempio di Diana, riportate definitivamente alla luce.
Sul terrapieno castellamontiano sono state collocate le curiosità e i vari plaisirs, come il Teatro
di Verzura, il Giardino delle Grotte, il Giardino
delle Bulbose e il Giardino delle Pergole.
L’elemento più spettacolare del Parco Basso è
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la grande Peschiera che, anche se non è certo
se fu realmente realizzata oppure no in antico,
sicuramente rappresenta la materializzazione del
‘sogno architettonico’ di Amedeo di Castellamonte. Inaugurata nella primavera 2004 in futuro ospiterà fontane danzanti e diverrà palcoscenico di spettacoli navali. La peschiera viene alimentata dal canale, che unisce la Fontana d’Ercole e il tempio di Diana e che sarà ripercorso
da una copia della regia “peota”, l’imbarcazione
di gala di casa Savoia, mentre l’originale, rinvenuto altrove, sarà esposto al pubblico in uno
spazio appositamente dedicato nella Scuderia
Grande. La Fontana prende il nome da una statua
di Ercole, oggi conservata a Palazzo Madama,
che tornerà a Venaria per essere collocata in
una sala antiquarium della Reggia. Anche le statue delle Quattro Stagioni, opera di Simone Martinez, trasferite da Napoleone nei giardini di
Palazzo Reale, saranno risistemate nel cosiddetto Belvedere alfieriano.
Il Parco Alto, che si può ammirare dalle finestre
della Sala e della Galleria di Diana, restituisce i
luoghi storici, che formavano gli scenari di rappresentanza e di caccia della Corte: i jardins à
fleurs, i cabinet de verzure, i jardins à l’anglais e
i parterre de broderies. Ospita il Giardino dei fiori, trapunto di aiuole che disegnano corni di caccia, e il Giardino inglese. Al centro del primo si
trova la cosiddetta Meridiana acustica, un sofisticato congegno dotato di una suoneria interna
che, eccitata dal sole di mezzogiorno, modulerà
il suono del corno da caccia.
Accanto a questo straordinario sistema di opere, si stanno sviluppando i lavori di altre importanti componenti del complesso sabaudo.
Il recupero e la rifunzionalizzazione delle Scuderie Alfieriane doterà di una sede prestigiosa il
nuovo Centro di Conservazione e Restauro, che
offrirà corsi di formazione dai livelli secondari a
quelli universitari. Sono già compiute le installazioni degli innovativi laboratori e la realizzazione
dell’ “argentea nave”, concepita dall’architetto
Pietro de Rossi per accogliere l’Aula Magna del
Centro: due muri in acciaio racchiudono lo spazio, producendo una forma quasi ellittica con il
soffitto aperto per consentire lo spettacolo delle
volte antiche.
Le strutture, destinate a uffici, aule, laboratori e
biblioteche, invece, sono estremamente leggere, efficienti e discrete, per permettere la piena
fruizione dei grandi spazi alfieriani.
Nella Citroniera troverà posto l’esposizione di
essenze floreali a guisa di serra (jardin d’hiver)
con il complemento di una Caffetteria che, nell’intento dei progettisti, dovrà raccordarsi perfet-
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tamente col linguaggio del contesto.
L’altro importante blocco di lavori riguarda i due
piccoli complessi del Borgo Castello e della Cascina Rubbianetta de La Mandria.
Nel Borgo Castello, che un tempo ospitava i
maneggi e le carrozze, troveranno posto un hotel de tradition e il Centro Natura e Paesaggio,
che proporrà una serie di relizzazioni museali dedicata al concetto di paesaggio e al ruolo dell’uomo nella costruzione del paesaggio. Nell’edificio principale e nella manica neogotica del Borgo, dove i lavori di recupero sono in fase avanzata, saranno collocati i servizi di accoglienza al
pubblico e le attività commerciali.
Presso la Cascina Rubbianetta, invece, troverà
sede il Centro del Cavallo, dotato di un maneggio coperto.
In un futuro ormai non troppo lontano, a conclusione dei lavori, la Reggia di Venaria diverrà un
polo europeo di riferimento culturale e di richiamo internazionale.
Nei grandi spazi espositivi offerti dalle scuderie
troverà posto il parco scientifico dell’Unesco per
la valorizzazione e la tutela dei monumenti riconosciuti patrimonio dell’umanità. L’Unesco potrebbe trasferire qui il suo centro di documentazione e formazione del personale incaricato d’intervenire a tutela delle meraviglie del mondo,
supportato da uno specifico corso di laurea attivato dal Centro Conservazione e Restauro.
La creazione del Centro del Paesaggio, invece,
nel Borgo Castello ha destato l’interesse del National Geographic di Washington.
Entro il 2004 è previsto l’avvio sperimentale dell’attività formativa del Centro Conservazione e
Restauro, mentre a partire dal 2005 la Fondazione delle Regge Sabaude, che gestirà il complesso della Venaria Reale, avvierà gli studi necessari per rendere i vari progetti operativi e per
trovare i partner tecnici delle diverse iniziative.
Intanto l’imponente cantiere della Reggia ha cominciato ad esercitare effetti positivi anche sull’area circostante, come era nelle finalità del progetto regionale. Il paese di Venaria sta tornando
ad essere un tutt’uno con la Reggia, com’era in
antico: il centro storico, già pedonalizzato e in
corso di risanamento, è nuovamente diventato
la via d’accesso principale al complesso sabaudo e si stanno sperimentando percorsi di visita
integrati con quelli della Reggia e del Parco.