Àrea ex Cederna alla resa dei conti
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Àrea ex Cederna alla resa dei conti
Àrea ex Cederna alla resa dei conti , di Paolo Silvestri PERGINE. L'area ex Cederna è ad un bivio:rimanereun buco (in tutti i sensi) o diventare un'esperienza esportabile in altre realtà del Trentino. Tra il chiudere baracca e burattini e gettare soldi ed idee nel cestino ed il realizzare un centro polifunzionale di concezione davvero moderna. È sempre più vicino il giorno delle decisioni per l'area di proprietà di Pergine Sviluppo, società a capitale pubblico (Comune di Pergine col 25%) - privato (Associazione Artigiani col 75%). Non c'è verso: o si fa il centro polifunzionale o si vende. La conferma arriva da via Brennero a Trento. Dalla sede cioè dell'Associazione Artigiani che dopo aver acquisito il 25% della Cassa rurale di Pergine a fine 2009, ha avuto la disponibilità del 75% del capitale sociale ed in base ai patti parasociali, anche la possibilità di far partire un progetto già pronto nei minimi dettagli tranne uno: i soldi. La crisi imperante ha fatto sì che il pool di banche alle quali il Cst (Consorzio Stabile Trentino), appositamente creato per realizzare la grande opera e del quale fanno parte 16 aziende (11 artigiane e 5 industriali), deve rivolgersi per avere la disponibilità del credito (in parole povere: i soldi per lavorare) ha chie- sto alla Pergine Sviluppo 30 milioni di "equità". Soldi non facili da trovare. Ci sono quelli che la Rurale di Pergine può versare per l'acquisto di spazi per una propria sede (circa 4 milioni), altrettanti almeno con ordinativi per gli spazi commerciali e magari per qualcuno dei 29 appartamenti che verranno realizzati, ma all'appello mancano 20mlioni. Da dove possono arrivare? Il bivio è proprio qui. È di un anno fa la disponibilità (c'è tanto di lettera ufficiale firmata da Dellai) di Trentino Sviluppo ad acquistare la sola parte produttiva (stimata appunto 20milioni di euro) se una volta costruita non trovasse compratori. Per le banche questa non rappresenta una garanzia. Non è né soldi né una fidejussione. E quindi non basta. Ma a quanto pare l'Associazione Artigiani sta ora cercando una soluzione: verificare se Trentino Sviluppo può intervenire prima della costruzione. Una soluzione che va scovata dentro leggi e regolamenti. Se la risposta sarà sì le gru arriveranno nel giro di un battito di ciglia o poco più. In caso contrario l'area andrà in vendita (a Patrimo- nio Trentino?) per cercare di coprire il buco finanziario (quello visibile da tutti è invece stato già realizzato dentro l'area per far spazio alle fondamenta del centro polifunzionale) creato dagli interessi passivi che Pergine Sviluppo sta pagando. «In questo progetto crediamo fermamente e per questo non è accettabile l'ipotesi del fallimento - sottolinea Roberto De Laurentis, presidente degli Artigiani -. Crediamo nella possibilità di portare sviluppo a Pergine, nell'occasione di recuperare un'area dismessa e ridarla alla città creando un modello buono per altre realtà simili, ma soprattutto di poter dare lavoro a 16 imprese, con 260 lavoratori per 40 mesi». Già, perché c'è anche questo "dentro" l'area ex Cederna. «Ci vorranno 4 anni di lavoro per completare un'opera spiega De Laurentis - che su 24mila metri quadrati prevede un centro produttivo artigianale, 29 abitazioni, un centro commerciale e 476 posti auto interrati. Un'opera che porterà subito vantaggi al Comune sotto forma di circa 445 mila euro per oneri d'urbanizzazione e 1,2 milioni circa sotto forma di strade, viali e servizi per il pubblico».