Anagrafe Parrocchiale
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Anagrafe Parrocchiale
Lettera della gente alla parrocchia C arissimi, ho trovato questa lettera interessante. Ve la offro, a riflessione, per l’inizio di un nuovo anno pastorale. Auguro a tutti di procedere sempre più uniti e fiduciosi. Con affetto Don Giuseppe Cara parrocchia, non mi resti che tu. Non riesco nemmeno ad arrivare alla fine del mese e presto mi vedrai a fare la fila degli accattoni. Ma mi spieghi perché mi sono ridotto così, perché respiro dovunque stagnazione, adattamento, aria da funerale? Ti ho lasciato perché mi sembrava che non avessi più niente da dirmi, bastavo a me stesso. Oggi ho bisogno di una prospettiva, di avere ragioni di vita, di vedere se hai qualcosa di vero da vendere. Uso il verbo che fa maggiormente parte della mia vita, comperare, vendere, pagare, prelevare. Se hai una speranza dimmela, ma non con le parole del sentito dire, del già confezionato. Sono difficile da convincere, devi scaldarti con me come fa un venditore ambulante, con tutte le malìe della pubblicità, perché non sono sicuro di riuscire ad ascoltarti. Ma ti vuoi far trovare qualche volta nei miei circuiti? Ti interessa la mia precarietà: oggi lavoro qui, domani là, poi non so se farò a tempo a ridarmi una nuova qualificazione? Ti sei mai domandata perché i politici che ho votato si sono lasciati andare a spartirsi gli interessi invece degli ideali? Che mi dici di quel ragazzo che si è schiantato contro un pilastro l’altra sera? Ho provato a girare in qualche santuario, ad accendere candele dappertutto, ma mi pare di andare ad ammassare miserie anziché trovare speranze. C’è qualcuno cui sto a cuore oltre i miei amici, che vedo impotenti come me, oltre la mia famiglia che mi chiede di fare da spina dorsale e non ce la faccio più? Ho sentito che hai un’esperienza assoluta- mente nuova da scrivere nella mia vita: è un passaggio che a me sa tanto di catechismo, ma che talvolta mi attira. Quel tuo attaccamento al Crocifisso, quel continuo girargli attorno con l’incenso, che vedo purtroppo quando vengo ai funerali, quel parlare di una morte che non è l’ultima parola. I miei figli credono nella reincarnazione, ma mi sembra una moltiplicazione di una condanna piuttosto che una prospettiva. Sì, voi dite che è risorto, ma mi aiutate a fare spazio nella mia vita a questo inedito, a questa sconfitta della morte? Non mi illudete, basto da solo a segarmi le gambe. E se per caso approdo alla parrocchia in cui ogni tanto vedo anche gente felice, disinteressata, non farmi fare il sacrista, e non mettermi a contare le monetine che sono tornate di moda, come quando ero ragazzo. Fammi sperare di portare con me altri amici con cui sognare alla grande una vita più bella assieme, senza mettere semafori rossa a nessuno, capace di darmi coraggio entrare in qualche covo di disperati che conosco io e che, siccome mi faccio domande, s’aspettano che trovi qualche risposta. Fammi incontrare il Vangelo. Gesù non mi è ancora passato di moda, ma ho paura che tu lo nascondi troppo, se non mi capita mai di sentirmelo presentare da quelli che ti frequentano; ho l’impressione sempre di trovare gente che ha avuto le risposte senza farsi le domande. Siete anche un po’ curiosi, voi lì dentro. Ciascuno va per la sua strada, in un mondo in cui avrei bisogno di sentire un boato che annuncia felicità, ciascuno di voi distribuisce il suo sussurro. Ciascuno si prega il suo Dio e chi non ci sta resta fuori. Io da un po’ di tempo tento di entrare, ma devo farlo a scatola chiusa. C’è qualcuno che si dedica a chi è di nessuno? Può darsi che capiti a messa domenica prossima: che ci troverò? Fammi sognare: ne va del mio futuro; ho bisogno di sperare e non solo per oggi. L’inquilino di fronte 1 Piccola Catechesi Eucaristia e vita U Pane e vino della consolazione n prefazio della liturgia ricorda Gesù “buon samaritano” che , «viene accanto a ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito e versa sulle sue ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza». Nell’eucaristia Gesù si fa presenza consolante, presenza perpetua nella chiesa come suo Signore: «Io sono con voi tutti i giorni» (Mt 28). Nella celebrazione, prima che nel tabernacolo, egli raggiunge la sua comunità, la rinnova e sorregge con la parola e il pane. Non ci lascia soli: ci riporta al passato perché impariamo a portare il presente, rigenera la speranza e ci proietta verso il futuro. Gesù invita a sé gli affaticati e stanchi, i deboli nella fede e li consola. Se esorta e richiama, non perde mai di vista la nostra debolezza, non si trasforma in un giudice senza remissione: anch’egli nella sua debolezza ha pianto nel dolore e ha gridato al Padre, che l’ha esaudito. Perciò compatisce e si fa vicino a tutti, anche ai più miserabili; invita solo ad accogliere la sua presenza redentrice, ad accettare di camminare verso la meta indicata. In questa ottica il salmista prega con fiducia: «Tu vieni con me. Anche se cammino in una valle tenebrosa, non temo. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi consolano» (Sal 23). 2 L’eucaristia offre l’esperienza del Cristo che cammina con noi e ci è accanto in ogni istante: porta la croce con noi il venerdì santo e illumina l’oscurità, ci annuncia la speranza nel giorno di Pasqua e indica il nuovo cammino e la meta ultima. Perciò alla fine della messa siamo inviati “in pace”: il regno è vicino e Gesù ce lo fa assaporare offrendoci qualche anticipazione. È questa la necessaria esperienza che impedisce di essere dominati dal rapido mutare delle sensazioni, di essere afferrati da depressioni o da vuote euforie. La liturgia è piena di segni in proposito: offre il perdono, dona la pace, fa incontrare i credenti perché imparino a camminare insieme, richiama l’attesa del ritorno finale di Cristo, ma lo anticipa nella parola e nel pane. È la vera esperienza del “Dio con noi”. L’eucaristia ci accompagna con la sua luce anche nel dolore e nel passaggio finale. Giovanni Pascoli, nella poesia Il viatico, contempla questo momento come un «dolce mezzodì», mentre un “banchetto” di poveri bimbi e di donne, accompagnando il prete con il pane eucaristico, salmeggiano in coro: «O vivo pan del ciel!». È l’ultima consolazione: uno sguardo che coglie la vita oltre la morte. L’archivio parrocchiale di Bormio E ntrare Una introduzione in un archivio parrocchiale è un’esperienza fatta di sottili contrasti: il sacro si mischia al profano, l’ordine con il disordine, la storia con il presente, e se da una parte il luogo di lavoro si presenta perfetto nella sua funzionalità ed estetica (stiamo parlando della sala di studio in cui è conservato l’archivio parrocchiale di Bormio, recentemente rimessa a nuovo dall’arciprete don Giuseppe), dall’altra l’ammasso di carte che i suoi armadi conservano e nascondono alla vista rappresenta spesso un coacervo di documenti variamente classificati. Questo accade perché mai come negli archivi parrocchiali l’ordinamento discende dal parroco, svincolato dalle regole imposte agli archivi statali. L’archivio parrocchiale, dunque, si identifica con il parroco e con la parrocchia stessa, e poiché la parrocchia (o più anticamente la pieve) entravano capillarmente nella vita di ogni comunità, ne deriva che gli archivi parrocchiale costituiscono una fonte privilegiata per lo studio della storia locale, grazie all’eterogeneità dei documenti che essi conservano. Così è per l’archivio parrocchiale di Bormio: nonostante il disordine in cui versava (frutto, come ripeto, di diversi riordinamenti e spostamenti effettuati nel tempo) e le perdite subite (è evidente la sottrazione di parte della documentazione 1) avvicinarsi ad esso e studiarlo attraverso le carte ha permesso di riportare alla luce alcune significative testimonianze del nostro passato, ancora più preziose perché, attraverso il loro esame, filtra la dimensione umana delle cose. Testimonianze sofferte come il carteggio di un chierico in crisi di vocazione con l’arciprete di Bormio, o l’acceso anticlericalismo tipico degli anni napoleonici e, più recentemente, del secondo dopoguerra; testimonianze “istituzionali” che vanno dalla minuta di una lettera inviata dall’arciprete Santelli al presidente del consiglio Giovanni Giolitti per protestare contro il suo forzato allontanamento da Bormio negli anni della prima guerra mondiale alla corrispondenza con l’onorevole Luigi Credaro, ministro dell’Istruzione, durante gli anni della riforma dell’insegnamento religioso nelle scuole, dalla corrispondenza con il governo delle Tre Leghe a un diploma dell’imperatore Ferdinando Il; Prima pagina del registro della fondazione della confraternita della Cintura testimonianze curiose quali sonetti e sberleffi in versi agli avversari politici o componimenti ricreativi composti per occasioni particolari; oltre - ovviamente - a tutte le testimonianze di tipo architettonico o artistico (carteggi riguardanti costruzioni/riparazioni delle chiese e degli arredi, mappe, progetti e bozzetti), alla corrispondenza con la curia di Como, ai conti economici della fabbriceria (che a partire dall’800 amministrava il patrimonio delle chiese), ai quaderni (più di 300) di omelie accuratamente rilegati con filo di spago e pronti per ogni occasione (alcuni di questi sermoni furono utilizzati per più di 50 anni!). L’archivio è un viaggio attraverso le emozioni di chi vi ha lasciato un segno del suo passaggio: una lettera, una cartolina, un biglietto, un appunto. L’archivio di Bormio è anche una formidabile emeroteca grazie ad una nutrita sezione “giornalistica” che consente di rivivere alcuni momenti di cronaca e di vita, in particolare i contrasti sociali che caratterizzarono il 3 primo Novecento (nascita dei primi partiti di ispirazione socialista e cristiana), le battaglie condotte in vista delle elezioni politiche e amministrative o la singolare vicenda del processo occorso a don Evaristo Peccedi 2. stato spogliato di una parte consistente di tale sezione. Naturalmente le spoliazioni colpirono ovunque, anche perché un tempo non esisteva alcuna tutela per gli archivi (e in special modo per quelli parrocchiali). Tra gli epistolari rinvenuti v’é quello dello storico Tullio Urangia Tazzoli; si tratta di una ventina di lettere scritte all’arciprete don Evaristo Peccedi in merito alla nota pubblicazione sul Bormiese (“La contea di Bormio”, 4 voll.), dalle quali trapelano alcune curiosità sui retroscena che precedettero la stampa dell’opera e sui rapporti che lo studioso ebbe con la popolazione bormiese. Altrettanto corposa è la sezione che racchiude i documenti notarili. Nell’arco di 3 secoli (dal 1500 al 1800) si sono susseguiti atti di compravendita, permute, donazioni, lasciti di ogni genere, dai quali trarre preziose informazioni sulla toponomastica locale, sulla genealogia delle famiglie (alcune delle quali sono ora completamente estinte), sull’onomastica, sugli istituti giuridici e consuetudinari in uso nel Bormiese. Si conserva inoltre un fondo membranaceo di 166 pergamene e 6 registri, con estremi cronologici tra l’inizio del XVI secolo fino al XIX. In alcuni atti del 1500 sono documentate testimonianze di culti ora scomparsi, fra cui quello dei re Magi o quello di S. Pantaleone praticati nella chiesa di S. Sebastiano. Parallelamente alla sistemazione dei documenti dell’archivio è stato condotto un lavoro di catalogazione dei volumi antichi. Il corpus librario finora inventariato - impreziosito dalla presenza di una decina di rari incunaboli 3 - 2 Evaristo Peccedi, parroco di Isolaccia, era stato allontanato dal suo incarico con l’accusa di aver “biasimato pubblicamente le leggi dello stato e gli atti dell’autorità” perché si era ribellato acerbamente contro la riforma scolastica promossa dal ministro tiranese Luigi Credaro, che toglieva ai Comuni il diritto di decidere autonomamente circa l’insegnamento scolastico e perché nello stesso progetto si limitava l’insegnamento religioso nelle scuole comunali. L’autorità giudiziaria lo aveva privato del beneficio parrocchiale, sottoposto a sequestro, rifiutandogli altresì il rilascio di un passaporto per emigrare in Svizzera. 3 Il termine “incunabolo” deriva dal latino cunae ( = culla) e rimanda all’immagine del libro neonato, cioè stampato nel XV secolo in seguito all’invenzione della stampa. copre un arco cronologico che si estende dalla seconda metà del 1400 al 1870 e si divide in due fondo, l’uno appartenente alla biblioteca parrocchiale Sertorio (di circa 657 unità), l’altro proveniente dal Collegio dei Gesuiti di Bormio, poi divenuto Pio Istituto Scolastico (di circa 2826 unità). Annalisa Astorino, Riccardo Di Pierro, Lorenza Fumagalli, Rosaria Giacomelli, Anna Lanfranchi, Ivana Motta, Atonia Pozzi, Ilario Silvestri 1 Le sottrazioni più evidenti riguardano la sezione delle confraternite. Essendo Bormio la chiesa plebana e data la sua funzione preponderante rispetto a tutte le altre chiese del mandamento, è impensabile che non fiorissero e non prosperassero le confraternite, come accadeva in ogni centro minore. Le testimonianze, tuttavia, sono assai scarne e ciò induce a ritenere che, nel corso dei secoli, l’archivio sia 4 Capolettera sulla coperta di un volume, raffigurante una colomba Qui Oratorio Nell’ultimo numero del nostro bolletti- no ci eravamo lasciati con il Grest in corso promettendoci di riparlare di questa esperienza così bella per i nostri ragazzi. Lo facciamo adesso dando la parola ad una animatrice. Poi ascolteremo qualcosa sul campo delle medie che ci ha visti gioiosi sui sentieri della Valfurva e della Val Zebrù. Ma quest’estate ci ha visti vivere, con un gruppetto di nostri giovani, un’esperienza davvero unica e mondiale! Abbiamo avuto la grazia grande di partecipare alla Giornata della Gioventù a Colonia! Mi sembra scontato esprimere la gioia di aver potuto esserci anche noi! Impossibile raccontare tutto certamente. Ma lascio anche qui la parola ai nostri giovani! Le fatiche non sono mancate e anche qualche disagio nell’organizzazione, ma quanta accoglienza e che clima di grande fraternità! Con tanti giovani abbiamo sperimentato il volto di una chiesa giovane assieme al nostro caro Papa Benedetto XVI guida saggia e premurosa! Con lui abbiamo seguito la stella dei magi e ci siamo messi in cammino per adorare il Signore Gesù. Speriamo di esserci riusciti e di portarne i frutti nella nostra vita! 15-21 agosto 2005 i Giovani a Colonia con il Santo Padre LUNEDÌ: la partenza, il saluto del Vescovo a Como e l’incontro con tutti i giovani della diocesi che già da subito si è rende comunità che insieme prega e diventa fratello, certi di condividere un’esperienza davvero significativa. MARTEDÌ: la catechesi con la celebrazione eucaristica che ci ha chiesto di “Ricercare la Verità, senso profondo dell’esistenza umana”. «Gli disse Gesù: Io sono la Via, la Verità e la Vita» (Gv 14,1-8) di Luciano Monari, vescovo di Piacenza-Bobbio. …Gesù è venuto nel mondo per esercitare un potere regale. Ha conquistato questo potere senza eserciti, senza giochi politici. Lo ha conquistato amando e, in questo modo, rivelando la ‘verità’, cioè l’amore di Dio per l’uomo. Da allora ci sono persone che, ascoltando la parola di Gesù, osservando la sua vita e la sua morte, vengono colpite nel profondo del cuore da questa rivelazione. E si mettono al seguito di Gesù; come per imparare da lui l’arte di amare… MERCOLEDÌ: la catechesi con la celebrazione eucaristica che ci ha chiesto di “Incontrare Cristo nell’Eucaristia. La fantasia divina dell’Amore” di Pierangelo Comastri, vicario generale del Santo Padre per la Città del Vaticano. …Conserviamo davanti agli occhi la scena bella e carica di fascino ... dei Magi che si inginocchiano davanti a Gesù, che Maria tiene tra le Sue braccia. Immaginiamo i loro occhi pieni di stupore, di emozione e di devozione dopo un viaggio lungo, faticoso, pericoloso. Vogliamo, oggi, rivivere la stessa esperienza… GIOVEDÌ: visita al Duomo di Colonia con il reliquiario dei Magi posto al centro della cattedrale, è tempo di adorazione quella vera davanti al Santissimo Sacramento esposto in una cappella apposita. Nel pomeriggio dal Battello sul Reno il Santo Padre ci ha detto: “Siate pienamente convinti: Cristo nulla toglie di quanto avete in voi di bello, ma porta tutto a perfezione” e ancora “La felicità cui aspirate, cari giovani, ha il nome e il volto di Gesù di Nazareth”. VENERDÌ: la catechesi con la celebrazione eucaristica che ci ha chiesto di “Vivere nel mondo come veri adoratori di Dio. Seguire la stella, anche sulla strada del ritorno” «Per un’altra strada fecero ritorno al loro paese» (Mt 2,12) di Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina. …Come si può tornare da Colonia? Proviamo a vedere con semplicità quale è il nostro futuro di ricercatori della vera felicità, ricercatori del vero Dio. Stiamo per arrivare alla meta, già ci sentiamo incontrati da Dio, già percepiamo che il viaggio sta per giungere al culmine. Sporgiamoci per un poco oltre l’esperienza. Questo ci aiuta a dare alle due giornate decisive che ci stiamo 5 preparando a vivere tutta l’importanza che rivestono nella nostra GMG. Essere: Adoratori di un Dio esigente in Gesù, nelle pieghe di ogni vita Ci si inginocchia solo davanti a Dio. Piegare le ginocchia non è un gesto di galateo, ma decisione di mettere la vita a servizio di Dio, riconoscerne la assoluta necessità nel nostro vivere quotidiano e essere sicuri di avere un Padre Onnipotente. Contemplatori del suo volto Colui che adoriamo ha un volto come il nostro, ha occhi che sanno guardare con amore, ha orecchi che sanno ascoltare con pazienza, ha un sorriso che scioglie ogni nostra cattiveria, ha uno sguardo che penetra nel profondo delle nostre vite. Si commuove, piange di gioia e di tristezza, aspetta e sospira, accarezza e accoglie. E’ il volto di Gesù che chiama i discepoli. Annunciatori della bellezza incontrata Tornare da Colonia dopo aver incontrato il Signore, dopo averlo veramente adorato è anche decidersi di offrire strade di adorazione per tutti, luoghi in cui non ci si accontenta più di sopravvivere, ma ci si incontra per decidersi per Lui. Celebranti di una vita nuova I veri adoratori del Dio di Gesù Cristo ricuperano fiducia in se stessi, nel futuro, nella vita. Uniscono la mente al corpo, la speranza al presente, il desiderio alla realtà. Sanno credere e trasformare la vita in quello in cui si crede. Consapevoli di essere popolo sacerdotale, profetico e regale Siamo una Chiesa; gli adoratori di Dio non sono dei single, ma vivono da fratelli, sanno fare della solidarietà e della fraternità la forza che distrugge gli idoli. Amiamo senza condizioni la chiesa, come la strada unica e vera per incontrare Gesù, per avere il suo perdono, il suo corpo e il suo sangue, la sua parola, la sua grazia… 6 SABATO: pellegrinaggio alla spianata di Marienfeld e le parole di Benedetto XVI hanno proclamato “Solo Dio davvero può rivoluzionare il mondo” e ancora “ I l potere di Dio è diverso da quello dei potenti della terra. Il suo è il potere inerme dell’amore” davanti all’ostia consacrata esposta ed adorata da una famiglia di ottocentomila persone con la presenza viva e sentita di Giovanni Paolo II. DOMENICA: la Grande celebrazione eucaristica che si è fatta incontro tra ogni giovane presente e Gesù, il bambino adorato dai Magi, con l’omelia del Papa che ha affermato. “La libertà è lasciarsi conquistare dall’amore di Cristo” e ancora “Io so che voi aspirate alle cose grandi. Dimostratelo agli uomini, dimostratelo al mondo”. E nel saluto conclusivo ha aggiunto: “Fantasia e coraggio, la Chiesa è giovane” e “Come i Magi, ora ripartono per le loro contrade per testimoniare la bellezza del Vangelo”. LUNEDÌ: ritorno a casa, speriamo per la strada giusta per non incontrare Erode…solo l’espressione del nostro volto e il nostro stile di vita quotidiano potrà testimoniare se “Siamo davvero venuti per adorarlo” e se questo incontro ha trasformato la nostra vita! Tutto questo in comunione con i giovani di tutto il mondo incontrati per strada, sui mezzi pubblici, nelle celebrazioni come se già ci conoscessimo perché tutti eravamo lì per un unico grande amore, quello per Gesù Cristo che ha abbattuto le distanze, le difficoltà di comunicazione e di convivenza. L’accoglienza è stata davvero speciale e segno di una vera comunione di fede. Vi segnaliamo di cercare sul sito internet dell’Avvenire i testi integrali degli interventi del Santo Padre e le catechesi e vi auguriamo che queste riflessioni diventino guida del vostro cammino di fede e di vita……e non serve aspettare di incontrarsi a Sidney, basta vedersi in oratorio ed accogliere le proposte indirizzate ai giovassimi e ai giovani per dire a tutti che essere di Gesù Cristo è bello! “CONTA SU DI ME!” Grest 2005 Il personaggio che ci ha guidato nella riflessione dell’Oratorio Estivo è stato Giuseppe figlio di Giacobbe, figura biblica che ritroviamo negli ultimi capitoli della Genesi. La sua storia era divisa in tappe che giorno per giorno, durante le tre settimane di grest, venivano raccontate e spiegate ai bambini. Durante la prima settimana i ragazzi erano invitati riflettere sul fatto che ognuno scelto da Dio, come è successo a Giuseppe perché Dio ha un progetto importante da realizzare per ciascuno dei suoi figli. Nella seconda settimana venivano evidenziate le qualità di Giuseppe, soprattutto la giustizia; egli viene incarcerato ingiustamente ma continua a fare il bene perché sa che Dio è sempre con Lui. La terza tappa, corrispondente all’ultimo tratto di Grest, presentava i valori della carità, della generosità e del perdono; Giuseppe non si vendica con i fratelli ma fa capire loro gli errori commessi e li perdona. Anche questo è stato un invito, un invito a donare tutto l’amore che abbiamo dentro, indipendentemente da quello che riceviamo dagli altri.. Se Dio ha scelto Giuseppe per un compito ben preciso e per mezzo di lui l’ha portato a termine, anche noi oggi dobbiamo metterci al servizio del Padre e dei fratelli e dire loro con gioia: «Conta su di me!». Il lavoro di noi animatori è stato impegnativo: sotto la guida del don, di suor Bianca e di atri collaboratori, abbiamo analizzato la storia e gli obbiettivi che poneva, facendo degli incontri già dalla fine di maggio. Ci siamo poi divisi in tre gruppi: chi si occupava di come presentare la storia ai bambini, chi organizzava e decideva i giochi di tutto il grest e chi preparava cartelloni e scenografie varie per ricreare (per quanto possibile) l’atmosfera e i personaggi dell’antico Egitto. C’era poi da scegliere l’inno,impararlo e inventarsi i gesti, decidere assieme le mete delle passeggiate e infine suddividersi i compiti vari come ad esempio tenere i punteggi o raccogliere le iscrizioni delle gite. A fine di ogni giornata si arrivava davvero stanchi ma Giuseppe ha insegnato qualcosa anche a noi animatori: se abbiamo scelto di donare un po’ del nostro tempo ai bambini è perché in qualche modo abbiamo ricevuto una “chiamata” dal Signore. Lui ci invita all’impegno e ci fa capire che nel gruppo è importante collaborare nel rispetto e nella fiducia reciproci. Il grest non è fatto solo per i bambini e per i ragazzi: anche i genitori sono stati coinvolti nelle indimenticabili passeggiate, nelle chiassose pulizie del lunedì mattina e soprattutto nei diversi tornei serali del GREST di SERA organizzati dai giovani dell’oratorio! Insomma, anche quest’anno è stato un grest pieno di proposte per tutti, che ha riscosso un grande successo e una grande soddisfazione per chi ha partecipato e per chi ha organizzato!| Camminando per i rifugi…. con gioia! (2729 luglio) Una bella novità di questa estate 2005 è stata la lunga passeggiata tra i rifugi della Valfurva. Con un gruppo di più di trenta ragazzi delle medie abbiamo vissuto tre giorni di intensa fatica alleviata però da momenti di svago e di divertimento. Come dimenticare il mitico partitone a nascondino? Ovviamente poi i momenti di preghiera, la celebrazione quotidiana della Messa nella bellezza del creato e le riflessioni hanno dato al tutto un tono di fraternità gioiosa nel nome di Gesù! Alcune frasi della famosa canzone “I bambini fanno oh!” ci hanno dato degli spunti di meditazione davvero originali! Il percorso prevedeva due tappe fondamentali: il rifugio Pizzini raggiunto il primo giorno partendo da santa Caterina e il rifugio campo raggiunto il secondo giorno dopo aver valicato il Passo Zebrù. In questi rifugi siamo stati accolti con simpatia e, dopo una ricca cena, tutti a nanna e al mattino bella colazione e via! L’ultimo tratto di cammino abbastanza lungo ma poco faticoso ci ha riportato sani e salvi a Bormio. Sicuramente questa esperienza ha regalato a tutti la bellezza di stare assieme in un modo nuovo, certamente con la fatica del cammino ma anche con la gioia di essere tornati a casa conoscendo un po’ di più Gesù. Christian e Simona animatori E ora si apre davanti a noi il nuovo anno pastorale. Quali novità per il nostro oratorio? Penso niente di eclatante! Assieme ci auguriamo però un rinnovato impegno ed entusiasmo negli impegni di sempre: la partecipazione al catechismo per tutti, una presenza concreta nei giorni di apertura, un servizio generoso nei vari lavori necessari. Tutti segni di un rinnovato amore verso il Signore Gesù! L’oratorio è importante sempre, anche nella nostra comunità! «Diamoci la mano ed insieme camminiamo!». Non siano solo belle parole! don Alessandro Cecilia, animatrice 7 Gianna in Valtellina - agosto 1955 - Bormio 10-11 settembre 2005 a Bormio S. Gianna Beretta Molla tra noi! “SANTA” come “MADRE di FAMIGLIA” proteggi le nostre famiglie Pietro Molla Mesero, 9 settembre 2005 Saluto cordialmente e con animo grato il Reverendo Parroco Don Giuseppe Negri, Arciprete Collegiale di Bormio, il Reverendo Don Alessandro Alberti, Canonico, il Signor Sindaco, Renato Pedrini, le altre autorità presenti e tutti i fedeli convenuti alla Santa Messa. Di Bormio ho un bellissimo e indimenticabile ricordo: nell’agosto 1955, 50 anni orsono, durante il periodo del nostro fidanzamento, ho visitato con la mia carissima Gianna questa bella località della Valtellina, raggiungendo il nevaio del Livrio. Gianna, con la sorella Madre Virginia, è salita sino alla Punta degli Spiriti. In quella radiosa estate, Gianna era per me, ogni giorno di più, la creatura meravigliosa che mi trasmetteva la sua gioia di vivere, di salire sulle vette e scendere veloce dai pendii nevosi, la gioia dell’incanto del Creato e del suo ineffabile sorriso, la gioia della nostra nuova famiglia, ormai prossima, la gioia della grazia di Dio. “Quando penso al nostro grande amore reciproco “, mi scrisse Gianna il 4 settembre 1955, 20 giorni prima del nostro Matrimonio “non faccio che ringraziare il Signore. È proprio vero che l’amore è il sentimento più bello che il Signore ha posto nell’animo degli uomini”; e il 13 settembre mi scrisse: “Con l’aiuto e la benedizione di Dio faremo di tutto perché la nostra nuova famiglia abbia ad essere un piccolo cenacolo, ove Gesù regni sopra tutti i nostri affetti, desideri ed azioni... 9f. Mi sono inchinato agli imperscrutabili disegni della Divina Provvidenza, e rimango attonito quando rimedito l’esortazione alla santità che il fratello di Gianna, Don Giuseppe, ci rivolse nella Santa Messa del nostro matrimonio, il 24 settembre di 50 anni fa: per Gianna è stata davvero profetica quella esortazione! “Il sacrificio estremo che suggellò la sua vita”, ha detto il Santo Padre Giovanni Paolo II nella sua omelia, il 16 maggio 2004, quando proclamò Gianna “Santa” come “Madre di famiglia”, “testimonia come solo chi ha il coraggio di donarsi totalmente a Dio e ai fratelli realizzi se stesso. “ Ora mi inginocchio dinnanzi a Gianna, la mia Santa sposa, e mi affido alla sua intercessione presso il Signore Gesù e la Mamma Celeste, per i nostri figli, per me e per tutti i nostri cari, per coloro che l’hanno conosciuta e le hanno voluto bene, e per quanti si rivolgono e confidano in lei, per problemi, difficoltà, scelte e desideri, e sono tantissimi, sempre di più, giovani, sposi, mamme, papà, medici, religiosi e religiose, in Italia e nel mondo. Prego la mia amatissima Gianna perchè benedica e protegga sempre questa comunità di Bormio, infonda in tutti coloro che soffrono la sua forza d’animo, la sua speranza, la sua fiducia nella Divina Provvidenza, il suo coraggio e la sua gioia di vivere. Proposte stile di vita R LE PE ’ FEDE E I L G E E SEMPR AUTOTASSAZIONE Condividere per crescere PERCHÈ Per avviare una più giusta distribuzione dei beni della terra. Infatti nel mondo c’è sufficiente ricchezza per garantire a tutti gli abitanti una vita dignitosa, ma gli squilibri a livello internazionale e nazionale sono ormai intollerabili. Popolazione mondiale 20% più ricco Secondo 20% Terzo 20% Quarto 20% 20% più povero Reddito mondiale 82,7% 11,7% 2,3% 1,9% 1,4% CHE COS’È È la decisione di destinare ogni mese una percentuale fissa del proprio reddito per iniziative di solidarietà verso i poveri del Sud del mondo e/o del nostro territorio, come primo passo verso una condivisione dei beni della terra e verso un cambiamento di quelle strutture sociali, economiche e politiche che creano ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. È un gesto carico di quella giustizia che si vorrebbe vedere realizzare tra tutti i popoli; è uno stimolo per vincere la tentazione di rinchiudersi spensieratamente nel proprio benessere; è un modo concreto per sostenere piccoli progetti di cooperative e associazioni, impegnate a promuovere faticosamente il proprio sviluppo umano, sociale ed economico. COME SI AGISCE Si stabilisce innanzitutto come singoli o come famiglie una percentuale del proprio reddito mensile come fondo per l’autotassazione (l’1% o il 2%, o anche più). Questa somma dovrebbe essere frutto di uno stile di vita personale e famigliare più sobrio. Può essere utile ogni anno scegliere un progetto da sostenere, possibilmente in accordo con altre persone e famiglie. All’inizio o alla fine di ogni mese si raccolgono le offerte. In alcune comunità parrocchiali l’iniziativa dell’autotassazione è diventata una tradizione. Le famiglie, che liberamente aderiscono, in una determinata domenica di ogni mese consegnano in chiesa la loro busta. Le stesse si ritrovano periodicamente per momenti di riflessione e per decidere insieme la destinazione dei fondi. PER SAPERNE DI PIÙ AAW, Spiritualità del servizio, Piemme, pp. 152, £ 22.000 Bacigalupo, La carità nella pastorale, Piemme, pp. 148, £ 22.000 10 Dal Gruppo Missionario Parrocchiale Il prof. Nino Zappa, nelle sue presenze in Brasile dove sta sostenendo un progetto formativo ha conosciuto P. Pedro Balzi, che ci ha inviato questo saluto: Teresina-Piani, 15 luglio 2005 Carissimi tutti del Gruppo Missionario di Bormio, il più bel ringraziamento che posso darvi per la vostra bontà è pregare il Signore, perché riconosca la vostra generosità e vi conservi sempre questo cuore, pieno di Amore per Dio e che si concretizza in un Amore meraviglioso per i Suoi Figli. Continuate ed avete sempre la Gioia nel vostro cuore. Pregate, per carità, per la nostra gente, specialmente per i giovani e per me, perché possa compiere bene la volontà di Dio fino all’ultimo respiro. Vi unisco la preghiera per la Pace. Grazie di tutto. Un carissimo saluto a tutti. Uniti in Gesù e Maria, fraternamente, P. Pedro “Non possiamo cedere alla paura né al pessimismo. Dobbiamo piuttosto coltivare l’ottimismo e la speranza. Il dialogo interreligioso e interculturale tra di noi non può ridursi ad una scelta stagionale. È una necessità vitale, da cui dipende in gran parte il nostro futuro”. Papa Benedetto XVI 11 La Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio e i suoi arcipreti L’arciprete Carlo Gervasio Trabucchi di Bormio (1779-1798) Nell’aprile del 1779, dopo la morte di don Giacomo Rocca, rimase vacante il posto di arciprete nella Collegiata dei santi Gervasio e Protasio e si cominciarono a postulare i nomi del suo successore. Ignazio Bardea, contemporaneo agli eventi, era un gran sostenitore di don Giacomo De Simoni e, a dire dello storico, «avrebbe dovuto essere il successore se il vero merito e la dignitosità avesse avuto il suo luogo, dove invece non ebbe che la cabala, che il sottomano, l’ingiustizia, il trionfo». Il Bardea stesso che si ritrovava nella città di Brescia fu sollecitato a essere nel numero dei futuri candidati all’arcipretura. Il teologo pensando di far torto a chi era stato più meritevole di lui, come il De Simoni, scrisse a tal proposito una poesia della quale cito solo pochi versi: «E quando avrà a finir questa leggenda, che dagli amici non sia più seccato per cotesta di Bormio Arciprebenda? Il vostro buon volere io vi son grato, ma non può non sembrarmi indiscretezza voler per bene un uom martirizzato? Vel dissi già, e vel dico con schiettezza: non è fatta per me, né io son per essa, che alle contese non ho l’alma avvezza». Il Bardea nello stesso sonetto fece poi un elogio al De Simoni schernendosi dinanzi a coloro che con indubbia purezza tentavano di assumere tale carica. Prese le chiare difese del De Simoni e scrisse una lettera con la richiesta di non essere iscritto tra i ballottati all’assunzione della carica dell’arciprebenda. Ciò però non valse a nulla e il Bardea fu messo tra i possibili eletti. Risultò vincitore, con pochi voti di più del Bardea stesso, Carlo Gervasio Trabucchi, rimanendo così raggirato il più meritevole: il De Simoni. A quell’elezione irregolare il De Simoni si rassegnò «e per patemi 12 (dopo il 1620) di Marcello Canclini d’animo la di lui salute insensibilmente andò a debilitarsi, tantochè predicando nel 1780 nella Chiesa di Furva per la quaresima, l’infermità che gli sopraggiunse, non gli permise di compirne l’impegno. Fattosi quindi trasferire a Bormio nella paterna casa, dopo otto giorni all’incirca di decubito, li 30 marzo, con intrepidezza e cristiana pietà finì con universale rincrescimento di vivere. Nel dì primo d’aprile si celebrarono nella insigne Collegiata le solenni esequie, che furono meritatamente onorate dall’orazione funebre per opera del Molto Reverendo Padre Lettore Agostino del Borghetto Minor Riformato, eccellente oratore e degno nipote del celebre Padre Pier Antonio del Borghetto uomo ben colto nella Letteraria Repubblica». Nel 1779 prese quindi possesso dell’arcipretura della Collegiata dei Santi Gervasio e Protasio il bormino don Carlo Gervasio Trabucchi. Questi, già parroco di Pedenosso, fu poi eletto canonico di Bormio. Durante il suo mandato di arciprete subì parecchie molestie in seguito ai moti della Repubblica Cisalpina. Visse infatti nel periodo in cui avvenne in località Dòs la barbara uccisione, ad opera della folla inferocita, del conte Galeano Lechi, detto anche Conte Diavolo, e dei suoi fedeli seguaci Vincenzo Zuccola e Gian Battista Silvestri. Morì in casa arcipretale colpito da morte improvvisa, il 26 febbraio 1798. Un suo ritratto fu donato dalla famiglia di Felice Pradella all’arcipretura di Bormio. L’arciprete Pier (o Pietro) Antonio Sertorio (1798-1827) Nell’anno 1798 successe al defunto arciprete Carlo Gervasio Trabucchi, il livignasco don Pier (o Pietro) Antonio Sertorio (nato il 3 maggio 1745) già canonico della Collegiata di Bormio a partire dal 1773. Fu eletto arciprete il 19 ottobre 1798 e prese possesso della parrocchia il 24 gennaio 1799. Il suo mandato fu rivestito per un (L’arciprete Pietro Antonio Sertorio) periodo piuttosto lungo, visto che il Sertorio restò in carica per ben 29 anni. Compilò un’interessante cronaca del Contado di Bormio intitolata «Storia ecclesiastica di Bormio». Fondò il legato per le Missioni nel Contado e infatti in uno dei vari capitoli del suo testamento lasciò la seguente volontà: «V° Lega, ed ordina che fuori del suo avere sieno date locali Valtellinesi lire quattordici mille (£ 14000) perché cogli annui redditi di quello, ogni tanto tempo, vengano date le Sante Missioni e non potendo sempre gli spirituali Esercizi nella Pieve di Bormio nelle principali Parrocchie da zelanti predicatori, ed intervenendo confessori forestieri, e volendo che quelle siano fatte circa ogni settennio nel modo seguente, cioè in Bormio nel tempo circa la Pentecoste, o l’Ottava del Corpus Domini, poscia in tale occasione susseguentemente in Livigno, indi dopo alcuni anni in Furva, ed in una delle Parrocchie di Valdisotto in modo che il pane spirituale sia somministrato con profitto delle anime in tutta la Pieve, e con l’incarico di pregare in tale occasione per l’anniversario dei fedeli defunti benefattori colle pubbliche preghiere. E per l’adempimento di questo legato, che tanto sta a cuore al testatore, oltre all’incaricare gli eredi, e pregare gli esecutori testamentari, si raccomanda e prega istantemente tutti i Parroci della Pieve, che sono e saranno in avvenire ai quali maggior- mente per loro dovere più deve stare a cuore il vantaggio delle anime alle loro cure commesse». Uomo di molta scienza e cultura, dotò di libri e di rendite la Biblioteca del Capitolo. Affinché la libreria e i manoscritti fossero fedelmente conservati, aggiunse una somma di £. 13000 col fitto della quale si potesse formare un piccolo salario annuo per il sacerdote bibliotecario e si potesse provvedere alle spese di riattazione e di conservazione della biblioteca. Il legato per la Biblioteca Sertorio fu di £. 4331,33 con rendita di £. 216. Di quegli interessi spettavano al bibliotecario £. 65 come compenso e £. 50 per la provvista di nuovi libri. Il rimanente restava alla Fabbriceria per il fitto dei locali, per la provvista di mobili e per rilegatura di libri, come da convenzione del 31 dicembre 1864. Il Sertorio fece anche costruire a sue spese l’altare di marmo della Collegiata. Donò alla chiesa una lampada d’argento e istituì un legato per il suo anniversario perpetuo. Il 16-17 maggio 1816 ricevette la visita pastorale di Monsignor Carlo Rovelli vescovo di Como e il 24 maggio 1824, quella di Monsignor Castelnuovo. Il Sertorio morì l’11 dicembre 1827 all’ora undicesima antemeridiana «per inopinata morte percursus» (di apoplessia fulminante), all’età di 83 anni circa. (8. Continua) 13 Date - Appuntamenti 14 Domenica 2 ottobre Apertura Anno Catechistico e Oratoriano S. Messa ore 10.30 Mercoledì 5 ottobre Inizio Catechismo scuole Elementari Giovedì 6 ottobre Inizio Catechismo scuole Medie Venerdì 7 ottobre Primo venerdì del mese ADORAZIONE EUCARISTICA dalle 18.30 alle 21.00 Martedì 11 ottobre Incontro dei Genitori della Scuola Elementare dalle ore 20.30 alle 21.30 Mercoledì 12 ottobre Inizio Catechismo scuole Superiori Domenica 16 ottobre S. Vespri e Benedizione Eucaristica alle ore 15.00 Martedì 18 ottobre Centri di Ascolto della Parola nelle Famiglie Domenica 23 ottobre Giornata Missionaria Mondiale Martedì 25 ottobre Incontro dei Genitori della Scuola Media dalle ore 20.30 alle 21.30 Domenica 30 ottobre Celebrazione del Battesimo Martedì 1 novembre Celebrazione di Tutti i Santi Mercoledì 2 novembre Ricordo di Tutti i Defunti Venerdì 4 novembre Primo venerdì del mese ADORAZIONE EUCARISTICA dalle 18.30 alle 21.00 Inizio Catechismo Giovani (19-30 anni) Domenica 6 novembre La Domenica in Oratorio per i ragazzi e le famiglie S. Messa ore 11.30 Commemorazione di Tutti i Caduti Lunedì 7 novembre Incontro Catechisti Parrocchiali Martedì 8 novembre Incontro Genitori dei bambini della Prima Comunione dalle ore 20.30 alle 21.30 Domenica 13 novembre S. Messa Solenne concelebrata a chiusura della stagione al Passo dello Stelvio con P. Max Martedì 15 novembre Incontro Genitori dei ragazzi della S. Cresima dalle ore 20.30 alle 21.30 Domenica 20 novembre Presentazione e diffusione del Compendio del Catechismo Cattolico S. Vespri e Benedizione Eucaristica alle ore 15.00 Martedì 22 novembre Centri di Ascolto della Parola nelle famiglie Domenica 27 novembre Inizio del Tempo di Avvento Ritiro Spirituale Zonale per i Giovani e le Famiglie Celebrazione del Battesimo Inizio della Catechesi per gli Adulti alle ore 20.30 Venerdì 2 dicembre Primo venerdì del mese ADORAZIONE EUCARISTICA dalle 18.30 alle 21.00 Domenica 4 dicembre Presentazione dei candidati alla S. Cresima La Domenica in Oratorio per i ragazzi e le famiglie S. Messa ore 10.30 Martedì 6 dicembre Incontro Genitori dei bambini della Prima Comunione dalle ore 20.30 alle 21.30 Giovedì 8 novembre Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria Domenica 11 dicembre Presentazione dei candidati alla Prima Comunione Martedì 13 dicembre Incontro Genitori dei ragazzi della S. Cresima dalle ore 20.30 alle 21.30 Venerdì 16 dicembre Inizio Novena di Natale Anno catechistico 2005-2006 Domenica 2 ottobre 2005 S. MESSA delle ore 10.30 ed animazione in oratorio con la partecipazione di tutti i bambini e i ragazzi con le loro famiglie, i catechisti, gli animatori, tutta la comunità in chiesa parrocchiale. Inizio Catechismo per le Scuole Elementari Mercoledì 5 settembre in oratorio Ore 14.30-15.30 prima elementare Ore 15.30-16.30 seconda e terza elementare Ore 16.30-17.30 quarta e quinta elementare Inizio Catechismo per le Scuole Medie Giovedì 6 settembre in oratorio Ore 15.00-16.00 prima e seconda media Ore 17.00-18.00 terza media Inizio Catechismo per le Scuole Superiori Mercoledì 12 settembre in oratorio Ore 20.45-21.45 prima superiore, seconda superiore, terza-quarta e quinta superiore. Inizio Catechismo per i Giovani Venerdì 4 novembre in oratorio Ore 20.45 dalla conclusione degli studi superiori e 30 anni. Apertura dell’oratorio Mercoledì dalle ore 14.30 alle ore 18.00 Giovedì dalle ore 14.30 alle ore 18.00 Sabato dalle ore 14.30 alle ore 18.30 Sabato dalle ore 20.30 alle ore 23.00 Domenica dalle ore 14.30 alle ore 17.30 15 Anagrafe Parrocchiale (Luglio - Settembre 2005) MATRIMONI IN PARROCCHIA e FUORI Raimondi Giuliano con Schiantarelli Marta Brioschi Roberto con Pozzi Monica Rossi Massimiliano con Crudeli Daniela Pedranzini Germano con Giusiano Paola Bormetti Giovanni con Compagnoni Federica De Zolt Nichevo con Bellotti Chiara Colturi Giovanni con Martinelli Miriam Sosio Cristian con Strada Francesca Spiller Davide con Krulcic Elena BATTESIMI Pozzi Letizia di Enrico e Piatta Valeria Silvestrini Giorgio Alfredo di Aurelio e Zucca Elena Spiller Pietro di Roberto e Tagliabue Mariella De Lorenzi Laura di Michele e Olcelli Silvana Sassella Cecilia di Michele e Bormetti Federica Spiller Cesare di Adelio e Lazzeri Gloria Spiller Stefano di Adelio e Lazzeri Gloria Faifer Davide di Adelio e Deflorian Romana Pedranzini Matteo di Simone e Bracchi M. Gabriella I NOSTRI MORTI Cantoni Nicola di anni 88 Pedrini Sofia di anni 86 Nicoloso Lucio di anni 78 Magatelli Enrico di anni 84 Mevi Angelo di anni 73 Dugaro Luigia di anni 80 Andreola Maria di anni 91 “Il terrorismo è sempre una scelta perversa e crudele. Se insieme riusciremo a contrastare ogni forma di intolleranza, fermeremo l’ondata di fanatismo crudele che mette a repentaglio la vita di tante persone, ostacolando il progresso della pace nel mondo”. Papa Benedetto XVI 16