Il marchio Arca, il nuovo Cpr e gli edifici a `energia quasi zero`

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Il marchio Arca, il nuovo Cpr e gli edifici a 'energia quasi zero' secondo Alberto Lodi di Icmq
P R O T A G O N I S T I
Il marchio Arca, il nuovo Cpr e gli edifici a 'energia
quasi zero' secondo Alberto Lodi di Icmq
Di OLIMPIA OGLIARI
Pubblicato sul Canale Focus il 23 ottobre 2013
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Dalla certificazione Arca all’entrata in vigore del nuovo Cpr,
l’Ing. Alberto Lodi, responsabile certificazione edifici di
ICMQ, racconta alla redazione la sua visione sul presente e
sul futuro delle costruzioni in legno
L’Ing. Alberto Lodi,
responsabile certificazione
edifici di ICMQ
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Icmq opera su più fronti nel campo della
certificazione per le costruzioni. Per gli edifici in
legno è adottato lo schema Arca: attraverso quali
criteri viene misurata la qualità di un immobile?
Lo schema di certificazione Arca misura la qualità di un
edificio in diversi ambiti, definiti dalle tre categorie in cui
rientrano le tredici diverse specifiche previste dal
Regolamento. Per ciascuna specifica sono previsti una serie
di requisiti che l’edificio deve soddisfare, i quali, a loro volta,
possono essere distinti tra: pre-requisiti: obbligatori in
quanto identificano condizioni minime necessarie, pena il
mancato ottenimento della certificazione; crediti: volontari in
quanto identificano prestazioni che possono elevare il
punteggio finale acquisibile. Tra i pre-requisiti ne cito solo
alcuni: sicurezza antisismica, isolamento acustico, efficienza
energetica, ma anche piano di manutenzione dell’edificio e
legno certificato.
Cosa è cambiato dal 1° luglio, con l’entrata in vigore
il Regolamento Prodotti da Costruzione, soprattutto
dal punto di vista dell’industria del legno per
l’edilizia?
In primo luogo la necessità di redigere e consegnare unitamente al prodotto la dichiarazione
di prestazione (DOP). La DOP va redatta sulla base del modello presente nell’allegato III al
CPR 305/2011, diversamente dalla Dichiarazione di Conformità che, in base alla CPD era da
redigere e tenere solo a disposizione; inoltre i suoi contenuti erano riportati nella appendice
ZA della norma di prodotto; in secondo luogo l’obbligo di aggiungere in etichetta di
marcatura 2 dati oltre a quelli già previsti negli esempi riportati nell’appendice ZA della
norma di prodotto di riferimento: a) numero (ovvero codice di identificazione) della
dichiarazione di prestazione; b) numero (ovvero codice di identificazione) del “prodottotipo”.
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Il marchio Arca, il nuovo Cpr e gli edifici a 'energia quasi zero' secondo Alberto Lodi ... Page 2 of 3
Il legno è il materiale che meglio può interpretare le esigenze di sostenibilità ed
efficienza energetica. Quali saranno, a suo avviso, i prossimi sviluppi nel modo
di costruire in Italia?
Il principale sviluppo che si vedrà nei prossimi anni nel modo di costruire riguarderà e dovrà
riguardare: la riqualificazione del territorio: sarà necessario recuperare spazi liberandoli da
inefficienti brutture, nell’ottica di un minore consumo di suolo e riqualificazione della
struttura urbana esistente; ma anche la riqualificazione degli edifici esistenti: l’azione più
ampia riguarderà la ristrutturazione più o meno importante di edifici apportando a strutture
datate miglioramenti di efficienza e di sostenibilità.
Il decreto varato dal Governo, nell’ambito della proroga dei bonus fiscali per il
risparmio energetico, ha definito anche il concetto di “edifici a energia quasi
zero”, stabilendo che entro il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova
costruzione dovranno essere a “energia quasi zero”, mentre per quelli occupati
dalle Amministrazioni pubbliche la ‘scadenza’ è anticipata di due anni. Qual è e
quale sarà il ruolo del legno in questo percorso verso gli ‘edifici a energia quasi
zero’?
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Il legno giocherà un ruolo importante non tanto nella realizzazione di edifici e ville singole
per il residenziale sulla spinta di committenti motivati, ma anche e soprattutto negli
interventi di housing sociale, strutture per il terziario, alberghi, scuole e strutture industriali.
La scelta del legno certamente darà un vantaggio alle strutture che richiedono tempi di
cantierizzazione rapidi, ad esempio le scuole.
Come è cambiata, negli ultimi tempi, la professione del certificatore, anche
rispetto alle novità introdotte dalla normativa? Quali saranno i possibili
sviluppi futuri della professione?
Delicato dirlo ma soprattutto nell’efficienza e nella sostenibilità il mercato chiede non solo
“bollini”, ma essere guidato con sicurezza agli obiettivi. Una certificazione seria non può
prescindere dal possesso di tre elementi fondamentali: competenza, indipendenza e
imparzialità. Ma deve anche essere uno strumento che fornisca spunti concreti di
miglioramento nel quale il mercato veda un’opportunità di valorizzazione delle proprie
scelte.
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