"Odette" in mostra a Spoleto E un vero Modigliani?
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"Odette" in mostra a Spoleto E un vero Modigliani?
Da venerdì al 10 settembre L'inedita "Odette" in mostra a Spoleto E un vero Modigliani? Un'opera inedita attribuibile a Amedeo Modigliani sarà esposta per la prima volta: la tela (nella foto) ritrae una donna e fu trovata dieci anni fa in un quartiere periferico di Roma. L'occasione per mostrare in pubblico "Odette" è la rassegna "Modigliani, les Femmes" che da venerdì al 10 settembre si terrà, a cura dell'Istituto Amedeo Modigliani, al 59° Festival dei Due Mondi di Spoleto. MEDIA IL SECOLO XIX MA lui: D m Gì UGNO ::o io Da venerdì al 10 settembre L'inedita "Odette" in mostra a Spoleto I È un vero Modigliani? U _32 Un'opera inedita attribuibile a Amedeo Modigliani sarà esposta perla prima volta: la tela (nella foto) ritrae una donna e fu trovata dieci anni fa in un quartiere periferico di Roma. L'occasione per mostrare in pubblico "Odette" è la rassegna "Modigliani, les Femmes" che da venerdì al 10 settembre si terrà, a cura dell'Istituto Amedeo Modigliani, al 59° Festival dei Due Mondi di Spoleto. Furti, truffe ed errori nella storia degli esami STEFANO V E R D I N O OGGI l'esame di maturità non fa certo paura, non credo sia più tra i sogni od incubi ricorrenti nell'inconscio dei più giovani maturandi e maturati, e forse al riguardo Freud potrebbe derubricarlo tra i suoi sogni tipici, anche se come sappiamo da Eduardo gli esami non finiscono mai. Ivi a quello di maturità non è più certo quello sterminatore dei primi anni del suo collaudo con la riforma Gentile del 1923-'24, con un così ricorrente tasso di bocciati, da ventilare che il Re potesse concedere l'amnistia per i "riprovati", in occasione dell'anniversario della sua ascesa al trono. Nel '25 l'agenzia Stefani dichiarò destituita di ogni fondamento tale ipotesi. Ma non mancarono negli anni episodi singolari: nell'afosa serata del 7 luglio romano del '48. il prof. Mario Attilio Levi, eminente antichista, docente universitario, medaglia d'argento per la resistenza, viene derubato su un autobus della capitale; la sua burocratica dichiarazione: "persona passata sotto ogni aspetto inosservata si è appropriata di una busta di grande formato, di colore giallo, nella quale il sottoscritto aveva riposto la busta ministeriale sigillata contenente tutti i temi per la sessione di maturità classica". Il ministero, un po' improvvidamente, aveva dato a mano in viale Trastevere le prove all'illustre prof., a sua volta troppo Fiducioso dell'universale onestà degli utenti dell'Atac capitolina. Italia bollente allora:rinviodegli esami dall'8 al 131 uglio ( il giorno prima dell'attentato a Togliatti), interpellanze parlamentari, attacchi dell'Avanti ! al Ministro Gonella, "gatta ci cova" dalle opposizioni, anche se poi la famigerata busta fu consegnata ai carabinieri diPratolaPeligna, in Abruzzo. E la suora rivelò il tema della Maturità Nel 1976 una religiosa venne raggirata da un falso funzionario. Ma sono tanti gli episodi singolari AL CINEMA Un'Immagine di "Notte prima degli esami" ( 2 0 0 6 ) , diretto da Fausto Brizzl Nel'76altrorinviodal 1 la 5 luglio, perché il giorno prima un sedicente funzionario a telefono indusse - con la scusa di un errore nelle tracce - la settantenne Suor Delia, a capo di un Istituto parificato di Vigevano, ad aprire la busta sigillata e a leggere i I testo dei temi, annunciando successive correzioni. Poiché queste non giungevano, la maldestra religiosa informò il Prov- DOMANI SI PARTE ATTENZIONE ALLE "BUFALE" Secondo Skuola.net, il 4 0 % degli studenti vorrebbe nella traccia di testo da analizzare autori contemporanei come Roberto Saviano. Uno su sette crede di poter trovare indizi su Internet. La polizia: «È falso, attenti alle bufale». veditorediPavìaepoi il Ministero, ma si era già al mattino, diramò il blocco delle prove; un tema [punitivo?) su Dante poi si abbattè sui maturandi. Del resto la questione degli errori nelle prove non è certo cosa peregrinai volte davvero grossolani, specie nei casi delle prove di Italiano: nel 1960 si fece riferimento ad un sonetto su Napoleone di Niccolò Tommaseo, con una so- lenne interrogativa retorica sull'Italia politicamente moribonda: "Di', non vedevi Italia a te chiamante, / Siccome creatura che si muore?". Se non che l'inespungibile refuso varò "si muove" nel testo ministeriale, forse a vaticinio dei correnti anni del boom e del dinamismo italiano, ma certo mettendo ben fuori pista i possibili maturandi esegeti del patriota dalmata. Il ministro Medici se ne scusò alla radio. La poesia si sa è un gingillo di parole delicato, fatali i refusi e gli eq uivoci, come nella recente maturità del 2008: tipologia A - analisi del testo, una poesia degli Ossi di seppia : "Ripenso il tuo sorriso, ed e per me un'acqua limpida / scorta per avventura tra le petraie d'un greto". Questo l'attacco, ed il nobile zelo di aiutare il candidato nell'esegesi offre questa indicazione: "Nella prima strofa il poeta esprime, in una serie di immagini simboliche, da una parte la sua visione della real tà e dall'altra il ruolo salvifico e consolatorio svolto dalla figura femminile. Individuatali immagini e commentale". Tutti sappiamo quanto la figuradella donna abbiacontatonellapoesiadi Montale,ma la malignità della fortuna in questo caso ha fatto sì che la poesia prescelta, dedicata da Montale "a K.", non fosse per una delle varie donne dei suoi versi (Clizia o Mosca o Dora Markus o altre innominate), ma per un uomo, senza alcu na implicazione salvifica o altro; solo un omaggioverso un grande danzatore russo Boris Kniaseff, visto dal vivo al teatro Verdi di Genova nel 1923 e quindi conosciuto personalmente nello studio dell'amico scultore Messina. Chissà che soddisfazione nell'aldilà per il nostro Eusebio che si vantava di depistare i critici, vittorioso anche nelle tracce ministeriali della maturità. STASERA AL DUCALE Postorino legge Duras: «La scrittrice della mia vita» «HO LETTO per la prima volta Marguerite Duras a 16 anni, e non ho mai smesso. Lei è una delle scrittrici della mia vita». Rosella Postorino sarà stasera alle 21 al Palazzo Ducale di Genova per il nuovo appuntamento del ciclo "Stasera ti leggo un libro. Scrittori leggono scrittori". Della famosa scrittrice francese proporrà "Moderato cantabile". «È il suo romanzo che lio letto per primo. Non solo non so più quante volte l'ho letto, ma l'ho anche tradotto, sono cioè entrata in un contatto diretto con l'universo creativo e linguistico dell'autrice». E se l'avere fatto del libro una parte fondamentale del proprio paesaggio interiore è la prima spinta a proporlo, l'altro motivo riguarda proprio la , ' ^ ^ scrittura di H^ft Dinas. ma da lei ^ • j usata: «Èun I librai cui i I fatti avvenB . ^ H gono nella Rosella lingua, nelle Postorino parole. L'amore esiste solo quando viene pronunciato. E tutto viene rovesciato, rispetto all'ordinario». Rosella Postorino è autrice tra l'altro di "Il giorno che perdemmo Dio", e "Il corpo docile", entrambi pubblicati da Einaudi. «Comincio da figure femminili che si trovano in una situazione di scacco, di ingabbiamento. È come quella citazione di Duras che ho usato nell'ultimo romanzo, "il difficile non è raggiungere qualcosa, è liberarsi dalla condizione in cui si è". Racconto proprio questo, il peccato originale che ci imprigiona e da cui tutti fuggiamo». 9BYNCNDALCUNIDR OGGI E IL GIORNO PIÙ LUNGO DELL'ANNO Il senso del solstizio d'estate nel mondo senza stagioni MASSIMO ANGELINI QUESTO è il giorno più lungo dell'anno: sedal2l dicembre scorso fino a oggi le giornate si sono progressivamente allungate, da domani - fino al prossimo 21 dicembre - torneranno ad accorciarsi. L'arco descritto dal sole nel cielo tra l'alba e il tramonto nei sei mesi passati si èdilatatoealzatofinoa raggiungere il culmine; da domani, a poco a poco, tornerà ad abbassarsi. Ma oggi, solo oggi, il sole non si alza e non si abbassa: pare che sia fermo, ed è proprio per questa sua apparente immobilità che questo giorno è chiamato solstizio (latino sol unito al verbo intensivo sistere, che significa "arrestarsi", "restare fermo"). Insieme con quello invernale e con gli equinozi (23 marzo e 20 settembre, quando il dì e la notte hanno la stessadurata, ciascuna di dodici ore) il solstizio d'estate è uno dei quattro cardini del calendario pagano e del calendario naturale dei popoli nativi che, sul ciclo del sole (e su quello mensile della luna con lesuequattrofasi),basavano l'orientamento nel tempo. Ancora oggi i quattro giornisono cardini del tempo perché segnano l'inizio delle stagioni, perché hanno fornito la traccia sulla quale sono state sovrascritte le principali feste cristiane (il Natale, corrispondente al periodo del solstizio d'inverno, e la Pasqua, nel periodo dell'equinozio di primavera) e perché, fino a pochi decenni fa, ad essi pressappoco corrispondevano le quattro tempora dei contadini: i cicli di tre giorni che segnavano l'avvio delle semine primaverili, l'iniziodellamietiturajaraccolta autunnale della frutta e Migliaia di persone assistono al sorgere del sole a Stonehenge, in Gran Bretagna: il rito si ripete a ogni solstizio d'estate AP la fine dei lavori in campagna. Ha ancora senso interessarsi alla danza del sole nel cielo, ai ritmi che periodicamente descrivono la dilatazione e il restringimento del suo arco, dall'alba al tramonto? Forse no, oggi che si è smarrito il sensodelle stagioni ( tanto dell'anno come della vita), e la frutta eia verdura sono sul banco ogni giorno dell'anno, senza differenze, senza più stagione, ei bambini sono incoraggiati a malcrescere troppo in fretta e gli anziani parlano e si atteggia- MEDIA nocornei ragazzi. Acheserve più ilritmolento dellestagioni quando tutto è votato alla velocità e alla fretta? 0 guardare il cielo nel tempo dei giorni uguali, dove pare non ci sia più dì né più notte, quasi senza più distinguerei giorni lavorativi e quelli di festa, con l'ufficio (quanto meno il telefono dell'ufficio) in tasca tutto il giorno, al lavoro come a casa? Quando per le previsioni del tempo che farà non serve più sapere osservare la direzione delle nuvole, il colore della luna, riconoscere le case del vento, che basta un'applicazione sullo smartphone? Oggi parlare del solstizio non ha socialmente e comunitariamente alcun valore, se non per sollecitare atteggiamenti folcloristici, recuperi posticci di feste reinventate e piccole mode dal sapore esoterico e urbano. Non ce n'è più bisogno, pare: quanti tra pochi giorni avranno il dono di accorgersi che l'arco del sole ha ricominciato a scendere e la durata delle giornate a calare? Non c'è più bisogno di guardare il cielo, quand'anche la troppa luce delle città lo permetta. Eppure quando si scivola nella tristezza, quando pare che non ci sia via d'uscita, quando si prova la fatica di camminare controvento, sempre controvento, si dice che non ci sia medicina migliore, rimedio più efficace, che alzare gli occhi al cielo e guardare passare le nuvole e, di notte, perdersi un po' fra le stelle. Perché è misurare la distanza che ci separa dalle stelle che dà senso al desiderio - lo dice laparola- senzail quale la nostra vita, a poco a poco, si decolorae sfuma nella ripetizione: sempre uguale, senza stagioni. ©BYNCIND ALCUN D RITTI RI5ERVAT