Utilizzo in sicurezza dell`AZOTO
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Utilizzo in sicurezza dell`AZOTO
UTILIZZO IN SICUREZZA DELL’AZOTO IO 09 Rev. 01 del 16 settembre 2013 pag. 1/12 Utilizzo in sicurezza dell’AZOTO IO 09 Rev. 01 Revisione: Stefania Bertoldo, Sonia Pareschi , Milva Bardon Data applicazione : 16/09/13 Verifica Dr Alberto Rigo, Dr Antonio Bressan Copia CONTROLLATA Approvazione Dr Gianni Tessari, Direttore Sanitario File UTILIZZO IN SICUREZZA DELL’AZOTO IO 09 Rev. 01 del 16 settembre 2013 pag. 2/12 INDICE: Scopo ............................................................................................................................................... 3 Campo di applicazione ………………………… …….........................................................……………3 Compiti e responsabilità ……………………………………………………………………………………..3 Documenti, normative di riferimento, termini e definizioni ……………………………………………….3 Modalità operative ……………………………………………………………………………………………3 Norme generali di sicurezza............................................................................................................... 5 Norme per la detenzione e il trasporto ..................…………...................................................... …….5 Norme per il travaso ...........................................................................................................................6 Dispositivi di Protezione Individuale ………………………………………………………………………..6 Informazione e formazione ………………………………………………………………………………….7 UTILIZZO IN SICUREZZA DELL’AZOTO IO 09 Rev. 01 del 16 settembre 2013 pag. 3/12 SCOPO Lo scopo della Istruzione Operativa è quello di definire ed uniformare i comportamenti degli operatori al fine di garantire la manipolazione in sicurezza delle bombole di azoto liquefatto (gas compresso, criogeno) ovvero ridurre al minimo i rischi principali (contatto di parti del corpo con la sostanza criogena, riduzione della quantità di ossigeno nell’aria ambiente) e collaterali (esposizione ad agenti fisici), derivanti dall’utilizzo. CAMPO DI APPLICAZIONE L’Istruzione Operativa viene applicata in tutte le Unità Operative e nei Servizi dove viene utilizzato Azoto liquefatto. COMPITI E RESPONSABILITÀ I compiti e le responsabilità in merito alla presente procedura sono: Revisione: Stefania Bertoldo - SPP, Milva Bardon – Coordinatrice Poliambulatori, Sonia Pareschi Coordinatrice UOC Anatomia Istologia Patologica Verifica: Dr Alberto Rigo- Direzione Medica Ospedaliera, Dr Antonio Bressan - SPP Approvazione: Dr Gianni Tessari, Direttore Sanitario Attuazione: tutto il personale del Servizio di Anatomia ed Istologia Patologica, dei Poliambulatori di Legnago e Bovolone e del Punto Sanità di Nogara. I Coordinatori delle Unità Operative interessate, individuati quali “Referenti per l’azoto”: - curano l’informazione e la formazione del personale in merito al presente documento; vigilano affinché le disposizioni di cui alla specifica Istruzione Operativa vengano messe in atto sistematicamente da tutto il personale coinvolto, valutandone periodicamente l’operato e relazionando al Servizio Prevenzione Protezione (vedere modulistica Allegato n° 1); DOCUMENTI, NORMATIVE DI RIFERIMENTO, TERMINI E DEFINIZIONI I Documenti di riferimento per la presente procedura sono: • • • Procedura Aziendale ”Norme di sicurezza per l’utilizzo di gas medicali e tecnici compressi all’interno delle unità Operative e dei Servizi”. DGRV n° 1463 del 19 maggio 2009 “Modello Regionale di Sistema di gestione della Sicurezza per le strutture sanitarie pubbliche” . D. Lgs. n° 81/2008. DEFINIZIONI Criogeno: sostanza che congela; Bombola: recipiente,per gas o liquidi, realizzato in unico pezzo di capacità compresa tra 5 e 150 litri; Ogiva: fondo superiore della bombola; Codice colore: colore di identificazione dell’ogiva della bombola; Contenitore per criogeni: contenitore in metallo con elevato potere isolante DPI: Dispositivi di Protezione Individuale; Coordinatore: Caposala/Capotecnico. N2: simbolo chimico dell’AZOTO UTILIZZO IN SICUREZZA DELL’AZOTO IO 09 Rev. 01 del 16 settembre 2013 pag. 4/12 MODALITA’ OPERATIVE L’Azoto è una sostanza che si presenta normalmente in forma gassosa che può essere contenuta in bombole di colore bianco con ogiva di colore NERO. L’azoto liquefatto (a temperature inferiori a – 196°C) viene invece stoccato in appositi contenitori per criogeni, operanti a pressione atmosferica. Normalmente le bombole per gas compressi, disciolti o liquefatti (azoto, argon, anidride carbonica) sono recipienti dotati di un elevato grado di affidabilità a condizione che vengano sempre osservate precauzioni particolari per la conservazione e procedure per la movimentazione e l’uso (vedere Procedura di Sicurezza aziendale ”Norme di sicurezza per l’utilizzo di gas medicali e tecnici compressi all’interno delle unità Operative e dei Servizi”). I contenitori per criogeni possono essere aperti o muniti di tappo con tubo di sfiato o altro dispositivo che permetta lo scarico del vapore ed eviti il formarsi di pressioni troppo elevate. E’ buona norma ispezionare frequentemente i dispositivi di scarico dei contenitori per accertarsi che non siano bloccati dal ghiaccio che può formarsi per effetto della condensazione dell’umidità atmosferica. L’Azoto (N2), in Azienda, viene normalmente utilizzato nel Laboratori del Servizio di Anatomia ed Istologia Patologica e negli Ambulatori di Dermatologia nelle sedi di Legnago, Bovolone e Nogara. I rischi principali dell’azoto sono legati alla temperatura (-196°C), valore che garantisce alla sostanza di essere mantenuta allo stato liquefatto. pertanto il contatto con il liquido può provocare gravi ustioni da freddo e, se prolungato, può portare al congelamento della parte interessata. Per quanto riguarda il rischio d’incendio, l’azoto non presenta particolari problemi essendo un gas non infiammabile e non comburente. Non sono quindi da adottare particolari misure antincendio. Se, poi, l’azoto risultasse presente nell’aria in quantità superiori alla sua normale concentrazione (circa il 78%), potrebbe provocare condizioni di asfissia. Questo può realizzarsi a seguito dell’evaporazione dell’azoto liquido in ambienti chiusi (fenomeno che non può essere evitato in alcun modo nei contenitori dedicati). E’ quindi necessario prevedere lo stoccaggio dei contenitori di azoto esclusivamente in locali ben areati e dotati di dispositivo di misurazione della concentrazione percentuale di ossigeno, o all’aperto. L’utilizzo deve essere fatto in ambienti aerati. Nel caso di sversamento accidentale o di “perdita” dai contenitori, la prima cosa a cui si deve porre attenzione è evitare il contatto con il liquido e con il vapore che fuoriesce e si deve quindi provvedere ad isolare la zona interessata dalla fuoriuscita finché la perdita non è sotto controllo. Per tutte le operazioni che possono comportare il contatto con il liquido o con il contenitore da cui si è verificata la perdita, utilizzare gli appositi Dispositivi di Protezione Individuale resistenti alle basse temperature. ATTENZIONE: la nebbia che si forma quando si espone all’aria un gas liquefatto, è dovuta all’umidità che condensa e non al gas stesso che, invece, è trasparente ed incolore. UTILIZZO IN SICUREZZA DELL’AZOTO IO 09 Rev. 01 del 16 settembre 2013 pag. 5/12 Particolare attenzione va rivolta a tutte le operazioni che contemplano l’uso diretto del liquido. I rischi più frequenti si hanno nelle operazioni di TRAVASO e nelle operazioni di IMMERSIONE ed ESTRAZIONE DI OGGETTI DAL LIQUIDO a causa della produzione di schizzi dovuti alla variazione della temperatura del liquido criogeno. Queste sono quindi OPERAZIONI DA SVOLGERE SEMPRE LENTAMENTE, prevedendo l’uso dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) come: guanti di protezione da ustioni da freddo, occhiali muniti di protezioni laterali o visiere e protezioni degli arti inferiori per evitare, soprattutto nei travasi, sgocciolamenti all’interno delle calzature. I guanti devono essere larghi per poter essere facilmente sfilati nel caso in cui gocce o schizzi vi entrino. Per estrarre oggetti immersi nel liquido usare sempre pinze o tenaglie, maneggiando con cautela sia queste che gli oggetti; oltre ai rischi da contatto già citati, bisogna infatti ricordare che molti materiali teneri o flessibili a temperatura ambiente, diventano duri e fragili a basse temperature. AI fine di garantire la sicurezza del personale, nella situazione specifica di rischio, nell'impiego di una sostanza criogenia, devono essere rispettate e fatte rispettare le indicazioni di seguito descritte. NORME GENERALI DI SICUREZZA 1. Seguire le indicazioni riportate nelle schede di sicurezza della sostanza che la ditta fornitrice deve rilasciare all'atto del primo acquisto. 2. Evitare il contatto accidentale con il liquido criogeno o il gas evaporato che si trova ancora a temperature tali da causare ustioni da freddo che possono essere gravi quanto quelle causate da temperature elevate. 3. Stoccare ed utilizzare il liquido criogeno in sistemi chiusi con pressione positiva per prevenire l'infiltrazione e solidificazione dell'aria o di altri gas, la cui conseguenza potrebbe essere l'ostruzione di passaggi di sfogo e valvole di sicurezza. 4. Mantenere pulite le superfici su cui l'aria si condensa, in quanto l'aria condensata è arricchita di ossigeno (l'azoto evapora prima dell'ossigeno), soprattutto in prossimità delle valvole e degli sfiati, dove può essere presente del lubrificante. Un'elevata concentrazione di ossigeno può accrescere il rischio di incendio. 5. Controllare, secondo le indicazioni della ditta fornitrice, il corretto funzionamento delle valvole di sicurezza dei contenitori di liquido criogeno, in quanto il trasferimento di una piccola quantità di calore al liquido determina l'espansione del liquido stesso. UTILIZZO IN SICUREZZA DELL’AZOTO IO 09 Rev. 01 del 16 settembre 2013 pag. 6/12 NORME PER LA DETENZIONE ED IL TRASPORTO 1. Il personale autorizzato al trasporto deve essere informato e formato dal Coordinatore riguardo i rischi, le misure di prevenzione e protezione e la presente Istruzione Operativa. 2. Spostare i contenitori dell’azoto (siano essi pieni o vuoti) evitando urti che potrebbero provocare un'evaporazione incongrua e dar luogo ad un aumento di flusso di gas attraverso i dispositivi di sfogo. 3. Effettuare il trasporto dei contenitori del gas criogeno con appositi carrelli. 4. Fissare in modo sicuro ed indipendente ciascun contenitore. 5. Se la consegna comporta l’uso di un ascensore, essa deve avvenire senza accompagnamento o più precisamente: un operatore si posiziona al piano di arrivo, per il ritiro del contenitore, mentre un secondo operatore lo invia, senza salire. 6. Ovviamente deve essere utilizzato un ascensore che, anche se chiamato, non si ferma ai piani intermedi. 7. Non lubrificare valvole o riduttori con oli e grassi, in quanto si accentua il rischio di fuoriuscite indebite di gas dal contenitore. Inoltre la temperatura molto bassa del criogeno può provocare la condensazione dell'ossigeno presente nell'aria sulle valvole e sugli sfiati: se queste superfici sono rivestite di olio o altro lubrificante vi è potenzialmente il rischio di incendio. 8. Verificare che la ventilazione all'interno dell’eventuale locale dove sono stoccati i contenitori, sia pieni che vuoti, sia adeguata. NORME PER IL TRAVASO 1. Le operazioni di travaso dell'azoto liquido devono essere effettuate da operatori opportunamente informati sui rischi potenziali associati alla manipolazione di gas compressi e/o criogeni e istruiti in merito alle misure di prevenzione e protezione e alle eventuali procedure interne definite ed emanate dal Coordinatore. 2. Prima dell'inizio dell'operazione di travaso e per tutta la durata dell'operazione: •accertarsi che il sensore di monitoraggio dell'ossigeno, ove presente, sia correttamente funzionante •indossare i Dispositivi di Protezione Individuale idonei (guanti resistenti al freddo, visiera o occhiali, grembiule, scarpe) UTILIZZO IN SICUREZZA DELL’AZOTO IO 09 Rev. 01 del 16 settembre 2013 pag. 7/12 3. Durante le operazioni di travaso: • controllare la pressione sul contenitore che invia la sostanza criogena • evitare ogni contatto diretto con la sostanza criogena 4. Se le bombole sono stoccate all'interno di un locale, in caso di intervento del dispositivo di allarme del livello di ossigeno in aria, si deve: • abbandonare rapidamente i l locale • attendere un certo periodo di tempo prima di rientrare • effettuare l'operazione di rientro in sicurezza con adeguati DPI e alla presenza almeno di un altro operatore che resta all'esterno del locale, pronto ad intervenire. 5. Nel caso in cui una persona si sentisse intontita o perdesse i sensi, trasportarla immediatamente in un'area ben ventilata ed attivare le procedure di pronto soccorso. DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE (DPI) Operazioni di trasporto del criogeno - guanti resistenti al freddo (marcatura CE EN 511) calzature Operazioni di travaso del criogeno - guanti resistenti al freddo (marcatura CE EN 511) visiera o occhiali (marcatura CE EN 166) grembiule calzature Operazioni di prelievo del criogeno - guanti resistenti al freddo (marcatura CE EN 511) visiera o occhiali (marcatura CE EN 166) grembiule calzature INFORMAZIONE E FORMAZIONE Tutto il personale operante nelle Unità Operative interessate deve essere adeguatamente formato e informato su: 1) il contenuto delle presente Istruzione Operativa; 2) il contenuto della scheda di sicurezza dell’azoto (in allegato). UTILIZZO IN SICUREZZA DELL’AZOTO IO 09 Rev. 01 del 16 settembre 2013 pag. 8/12 UTILIZZO IN SICUREZZA DELL’AZOTO Allegati IO 09 Rev. 01 del 16 settembre 2013 pag. 9/12 UTILIZZO IN SICUREZZA DELL’AZOTO IO 09 Rev. 01 del 16 settembre 2013 pag. 10/12 Allegato 1 UTILIZZO IN SICUREZZA DELL’AZOTO IO 09 Rev. 01 del 16 settembre 2013 pag. 11/12 Allegato 2 MODULO CARICO/SCARICO CONTENITORI AZOTO Ospedale di ……………………………. n° DATA Carico Scarico Tipologia Gas U.O. …………………………….. Capacità Punzonatura Colore (litri) ogiva Firma UTILIZZO IN SICUREZZA DELL’AZOTO IO 09 Rev. 01 del 16 settembre 2013 pag. 12/12 Allegato 3 UTILIZZO IN SICUREZZA DELL’AZOTO IO 09 Rev. 01 del 16 settembre 2013 pag. 1/1 SCHEDA DI VERIFICA DELL’IMPLEMENTAZIONE DELL’ ISTRUZIONE OPERATIVA DIPARTIMENTO di REPARTO/SERVIZIO DIRETTORE/DIRIGENTE COORDINATORE SANITARIO DATA METODOLOGIA UTILIZZATA 1° quadrimestre Osservazione diretta Firma Firma 2° quadrimestre 3° quadrimestre N° Intervista N° Altro (specificare): N° La PROCEDURA/l’ISTRUZIONE OPERATIVA E’ DA CONSIDERARSI: TOTALMENTE APPLICATA PARZIALMENTE APPLICATA Motivazione: ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------NON APPLICATA Motivazione: --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------PUNTI CRITICI RILEVATI NELL’APPLICAZIONE: --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- La seguente scheda, compilata in ogni sua parte, deve essere trasmessa al Servizio Prevenzione Protezione almeno 3 volte all’anno (entro 30 aprile, 31 agosto, 31 dicembre).