`Lello` e un passo verso il sogno
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`Lello` e un passo verso il sogno
Sport sabato 31 gennaio 2015 29 FOOTBALL | SUPER BOWL Seattle cerca la conferma Domani notte in Arizona la 49ª finale della Nfl tra Seahawks e Patriots Seahawks, Patriots e il Vince Lombardi Trophy KEYSTONE Seattle Seahawks (campioni uscenti) e New England Patriots si sfideranno domani a Glandale (Arizona) per la conquista del 49° Super Bowl. I favori del pronostico vanno a Seattle, forte della miglior difesa della Nfl (in particolare la secondaria con Sherman, Chancellor, Thomas e Maxwell) e che in attacco può contare sulla potenza nelle corse di Marshawn Lynch e sulla versatilità del giovane quarterback Russell Wilson (seconda finale in tre anni), capace di attaccare il perimetro con la “read option”. New England risponde con l’esperienza del 37enne Tom Brady (sesta finale, tre già vinte), capace di selezionare in modo chirurgico i suoi ricevitori, in particolare il tight-end Rob Gronkowski, il quale darà vita a un duello epico con la strong safety Chancellor (attenzione pure al ricevitore Julian Edelman). New England non può però affidarsi unicamente al braccio di Brady, ma deve trovare una buona produzione di yarde anche con palla a terra, in particolare da LaGarrette Blount, in modo da tenere alto il “front seven” di Seattle. Fondamentale la prestazione della linea d’attacco, la quale dovrà riuscire a protegge- re Brady per dargli il tempo di trovare un ricevitore libero. I Patriots sono reduci da una finale di Conference dominata contro Indianapolis, mentre Seattle ha dovuto sudare sette camicie per avere la meglio di Green Bay, grazie a un’insperata rimonta negli ultimi minuti. Pronostico? Partita probabilmente molto combattuta e vittoria per i Seahawks per 30-24 nel primo Super Bowl della storia deciso all’overtime... FORMULA 1 | IL PERSONAGGIO ‘Lello’ e un passo verso il sogno Il ventenne di Caslano si prepara all’avventura con la Sauber. ‘È un’ottima soluzione. Adesso aspetto solo il mio turno’ di Christian Solari Lugano – Ci sono notizie cattive che possono trasformarsi in un buon affare. Raffaele Marciello lo sa bene. Lui che, qualche giorno prima di Natale, si vede togliere il volante dalla Ferrari, che decide di assegnare al messicano Esteban Gutierrez il ruolo di terzo pilota, dietro Vettel e Raikkonen. Ma per il ventenne talento nato a Zurigo, che vive tra Caslano e Maranello (visto che dal 2010 fa parte della Driver Academy del Cavallino), la soluzione era già pronta. «Volevano che facessi esperienza – spiega Lello, che oltre all’avventura a Hinwil deve pensare anche all’impegno in Gp2, dove si appresta a iniziare la sua seconda stagione –. Siccome alla Ferrari ritagliarsi spazio è difficile, la Sauber mi è sembrata subito un’ottima soluzione». Visto che la Sauber è cliente Ferrari, i conti sono presto fatti. «Certo, il motivo è quello. Quest’anno mi spettano alcune prove libere, penso quattro o cinque in totale, più un paio di test, da cui potrò senz’altro imparare». Senza tutta la pressione che ci potrebbe essere a Maranello... «In verità quello non mi interessa. Di sicuro, alla Sauber avrò più pista a disposizione e, al tempo stesso, potrò continuare a utilizzare il simulatore Ferrari. Non mi resta che aspettare il mio turno». Confortato oltretutto dagli ottimi riscontri avuti nei test autunnali ad Abu Dhabi, dove con la Rossa ti sei piazzato secondo e terzo in quello che era il tuo primo approccio con una Formula 1... «Sì, è vero, riesco ad adattarmi velocemente. E neppure io riesco a spiegare il perché. Diciamo semplicemente che quello è il mio talento. Anche se, a ben vedere, in fondo tutte le auto hanno quattro ruote...». Quando sei montato a bordo negli Emirati, cos’hai pensato? «La primissima? Come sto stretto!». Essere alti più di un metro e ottanta, nella professione di pilota non aiuta. «Senz’altro, infatti spesso ho il mal di schiena. Ma anche Kubica era alto, e lo erano pure Webber e Wilson. Quindi non mi resta che adattarmi. Vediamola così: quando ci sarà da spingere e da soffrire, io un po’ già ci sarò abituato...». Intanto, però, ad Abu Dhabi, hai fatto meglio di Raikkonen. «Sì, ma se devo essere sincero di quella due-giorni ho un ricordo con- trastato. Ho vissuto una strana emozione, perché sapevo che al mio posto avrebbe dovuto esserci Jules (Bianchi, ndr: vedi correlato). Invece è toccato a me». L’avresti mai immaginato, nel giorno in cui corresti la prima gara della tua vita? «Figuriamoci, avevo quattro anni: non ricordo neppure come andò quella gara di kart sul circuito di Osogna... Però a 8-9 anni, sì, ci speravo. Ma erano i classici sogni d’infanzia». Adesso invece ci sei. «Già, ora posso dire di essere un pilota di Formula 1. Pur se non ci ho mai corso. Infatti ora so cosa vuol dire, come funziona quella vita e quanta gente c’è dietro a un simile progetto». È un mondo difficile? «Senza dubbio. Capisci subito che c’è gente che vuole approfittarsene. Quindi devi scoprire quali sono le persone di cui ti puoi davvero fidare. Ma penso sia la stessa cosa nel mondo del giornalismo, o che ne so, della moda». A Hinwil ritroverai il ventiduenne Felipe Nasr, pilota che hai avuto come avversario l’anno scorso. Lui, però, è titolare. Anche perché a portarlo di peso c’è il Banco do Brasil... «Sinceramente non so perché alla Sauber lo abbiano scelto e in verità neppure mi interessa. Io so soltanto che se sei bravo, alla fine le scuderie se ne accorgono. E i soldi che porti conta- In posa con la vettura che guiderà in Gp2 no fino a un certo punto. Semmai valgono più i piazzamenti: quelli sì che fanno guadagnare i team». Per emergere, conta più la velocità o la testa? «In una categoria come la Gp2 la velocità conta poco, secondo me. Semmai pesa più la consistenza. Oltre al saper- si accontentare. E su questo (sorride, ndr) ci stiamo lavorando». Solo su quello? «No, certo. Se penso alla scorsa stagione in Gp2, il mio problema erano le partenze. Infatti in qualifica ero spesso davanti. Poi c’è l’esperienza, che ti aiuta a capire che se la macchina TI-PRESS/GIANINAZZI è da quinto posto, è perfettamente inutile che cerchi di strafare. Sei tu che devi scoprire quali sono le sue potenzialità. E anche se in cuffia ti urlano ‘frena’, e invece la macchina va che è un piacere, be’, a quel punto puoi anche permetterti di spingere». L’AMICO ‘Jules prova emozioni. Ed è confortante notare progressi’ ‘Sono i rischi del mestiere’ TI-PRESS Lugano – Quelle terribili immagini al Gran Premio di Giappone del 5 ottobre, ‘Lello’ non le dimenticherà mai. Quando il suo amico Jules Bianchi, con cui ha vissuto a Maranello, si schianta addosso alla ruspa che sta rimuovendo la Sauber di Sutil, finita fuori pista poco prima. «Seguivo la gara in tivù e all’inizio non capivo bene cosa fosse successo, perché le notizie erano confuse. È stato un momento difficile per me. Perché non è mai bello quando si fa male qualcuno, se poi quel qualcuno è tuo amico...». Sei in contatto con i suoi familiari? «Sì, con suo padre ci sentiamo spesso. Sono stato anche a Nizza un paio di volte a trovarlo». E come l’hai visto? «Sul suo stato si sa già tutto, non voglio aggiungere dettagli (il 25enne pilota della Marussia è ancora in coma, ma ora respira senza l’ausilio delle macchine, ndr). Posso però dire quali sono le mie impressioni: per me Jules prova emozioni, ed è una cosa toccante, ma al tempo stesso è confortante notare che ci sono dei progressi. È questo ad alimentare le speranze». Un incidente come quello non ti ha fatto venire qualche dubbio? «No, perché questa è la mia vita. Sono i rischi del mestiere, bisogna metterli in conto. Poi, vabbè, bisogna anche essere fatalisti: nel caso di Jules è successa una serie di eventi imprevedibili che ha portato a un incidente simile. Ci vuole per forza una buona dose di sfortuna per colpire un trattore che fa retromarcia con una macchina attaccata, un giro dopo il crash di Sutil. Insomma, direi che di quell’episodio nessuno ha colpa». Di certo, in questi anni la Formula 1 di passi avanti sul piano della sicurezza ne ha fatti parecchi. «Senza dubbio. Grazie all’Hans (la speciale protezione che rinforza la zona del collo dei piloti, ndr) una buona parte di problemi è stata risolta. Lo prova, ad esempio, il pauroso botto di Felipe (Massa, ndr) nel Gran Premio del Canada. Un simile volo in passato avrebbe avuto pesanti conseguenze. Invece ricordo che quella sera lui era tranquillamente a cena al ristorante, dopo un impatto che ha generato una forza di 50 o 60 G...». C.S. LA VETTURA Il giallo e il blu per ritrovare un po’ di colore Nel giorno in cui Maranello toglie il velo alla nuova SF15T (e, a prima vista, la sua caratteristica più forte è il cambiamento del muso, che non punta più verso il basso: se per la F14T si era parlato di una proboscide, per questa stagione il muso ricorda più una lingua), anche la Sauber decide di svelare al mondo la sua nuova creazione, la C34. E a saltar subito all’occhio è la livrea. Basta con i bianchi e i grigi (l’anno scorso era tutta an- tracite) del recente passato: stavolta spiccano il giallo e il blu, con una punta di bianco. Ma non è tanto la speranza che il colore ridia un po’ di vita a una monoposto che l’anno scorso si era trascinata stancamente sui circuiti di mezzo mondo: in verità, la scelta cromatica è dettata dai soldi del Banco do Brasil, nuovo sponsor principale dopo l’ingaggio di Felipe Nasr. Rivale di Marciello l’anno scorso in Gp2, il brasiliano affian- ca lo svedese Marcus Ericsson, in arrivo dalla Caterham. «L’aerodinamica gioca sì un ruolo importante nello sviluppo di una monoposto – dice Eric Gandelin, capodesigner della Sauber –, ma noi ci siamo soprattutto concentrati sul miglioramento dell’equilibrio generale della vettura e del suo comportamento nelle curve lente». Ovvero i due punti deboli della vettura dell’anno scorso. La C34 – unica cliente Ferrari quest’anno, con il V6 turbo ibrido da 1,6 litri che equipaggia anche le monoposto del Cavallino – appare più slanciata, specie a livello delle carenature laterali. Sfruttando l’aumento del peso minimo (da 691 a 702 kg), gli ingegneri hanno provveduto a migliorare le ripartizione dei carichi. La C34 debutta in circuito già domenica, quando (a Jerez) iniziano i test ufficiali. Con Ericsson e Nasr che si alterneranno al volante. Hinwil affida le speranze di rinascita alla C34 KEYSTONE