parte seconda - prescrizioni tecniche

Transcript

parte seconda - prescrizioni tecniche
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
PARTE SECONDA - PRESCRIZIONI TECNICHE
Art. 43, comma 3, lettera b) del DPR n.207 del 2010
TITOLO I - PRESCRIZIONI SU QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI.................................
Art. 67 - MATERIALI IN GENERE .....................................................................................................
Art. 68 – DEMOLIZIONI E RIMOZIONI..............................................................................................
Art. 69 - SCAVI, RILEVATI E RINTERRI ...........................................................................................
Art. 70 - DRENAGGI E VESPAI ........................................................................................................
Art. 71 - OPERE IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO ARMATO .....................................................
Art. 72 MATERIALI FRP...................................................................................................................
Art. 73 - SOLAI..................................................................................................................................
Art. 74 - ELEMENTI PER MURATURA IN LATERIZIO O CALCESTRUZZO.....................................
Art. 75 - PRODOTTI PER PAVIMENTAZIONE..................................................................................
Art. 76 - PRODOTTI PER IMPERMEABILIZZAZIONE E PER COPERTURE PIANE ........................
Art. 77 - PRODOTTI DI VETRO (LASTRE, PROFILATI AD U E VETRI PRESSATI).........................
Art. 78 - PRODOTTI DIVERSI (SIGILLANTI, ADESIVI, GEOTESSILI)..............................................
Art. 79 – INFISSI ...............................................................................................................................
Art. 80 - PRODOTTI PER RIVESTIMENTI INTERNI ED ESTERNI...................................................
Art. 81 - PRODOTTI PER ISOLAMENTO TERMICO ........................................................................
Art. 82 - PRODOTTI PER PARETI ESTERNE E PARTIZIONI INTERNE..........................................
TITOLO II- PRESCRIZIONI SU IMPIANTI TECNOLOGICI ...............................................................
Art. 83 - IMPIANTO DI SCARICO ACQUE METEORICHE................................................................
Art. 84 - PRESCRIZIONI GENERALI SUI MATERIALI PER IMPIANTI ELETTRICI. .........................
Art. 85 - PRESCRIZIONI GENERALI SULLE CARATTERISTICHE TECNICHE DEGLI IMPIANTI ...
Art. 86 - LINEE PRINCIPALI DI ALIMENTAZIONE ...........................................................................
Art.87 - INDICAZIONI GENERALI PER LA FORNITURA IN OPERA DI IMPIANTI DI ASCENSORI
IN ......................................................................................................................................................
SERVIZIO PRIVATO.........................................................................................................................
TITOLO III- PRESCRIZIONI TECNICHE PER L'ESECUZIONE DI NOLI E TRASPORTI..................
Art. 88 OPERE PROVVISIONALI......................................................................................................
Art. 89 NOLEGGI ..............................................................................................................................
Art. 90 TRASPORTI ..........................................................................................................................
TITOLO IV- PRESCRIZIONI TECNICHE PER L'ESECUZIONE DELLE OPERE INTEGRATIVE DI
MIGLIORAMENTO............................................................................................................................
Art. 91 OPERE INTEGRATIVE DI MIGLIORAMENTO .................................................................96
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
TITOLO I - PRESCRIZIONI SU QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI
Art. 67 - MATERIALI IN GENERE
Le indicazioni merceologiche contenute nelle descrizioni dei materiali e dei prodotti, hanno valore puramente
indicativo per le specifiche tecniche. Ai sensi dell’art.68 del D.lgs. n.163/2006 sono ammessi prodotti e
soluzioni tecniche “equivalenti” in termini di prestazioni e requisiti funzionali richiesti dal progetto.
Quale regola generale si intende che i materiali, i prodotti ed i componenti occorrenti, realizzati con materiali
e tecnologie tradizionali e/o artigianali, per la costruzione delle opere, proverranno da quelle località che
l'Appaltatore riterrà di sua convenienza, purché, ad insindacabile giudizio della Direzione dei Lavori,
rispondano alle caratteristiche/prestazioni di seguito indicate.
Nel caso di prodotti industriali la rispondenza a questo capitolato può risultare da un attestato di conformità
rilasciato dal produttore e comprovato da idonea documentazione e/o certificazione.
I prodotti da costruzione dovranno essere conformi a quanto indicato dalla direttiva 89/106/CE (marcatura
CE), dal Regolamento di Attuazione della direttiva medesima D.P.R. n.246 del 21/04/1993, nonché decreti
direttivi (D.Dirett. 7/04/2004) e D. M. Infrastrutture del 14/01/2008 e s.m.e.i.. Durante l’esecuzione dei lavori
dovranno essere verificate e consegnate alla Direzione dei Lavori le certificazioni di tutti i materiali soggetti a
tale marcatura, tenendo conto della temporalità attuativa delle diverse marcature e certificazioni.
Ogni materiale da utilizzare sarà fornito di completa biografia (provenienza, composizione e specifiche
tecniche). In particolar modo si sottolinea la verifica delle certificazioni dei materiali termo-acustici e dei
componenti utilizzati, degli infissi, come previsto nel Certificato Acustico di Progetto e nella relazione ex
legge 10/91 e dalle norme vigenti.
Qualora nei prezzi del Prezzario regionale applicato le descrizioni delle specifiche tecniche dei
materiali utilizzati risultino sintetiche rispetto a quanto richiesto nelle relazioni specialistiche, devono
comunque essere utilizzati materiali conformi a quanto indicato in dette relazioni, secondo
insindacabile giudizio del direttore dei lavori e senza che ciò possa comportare alcun incremento di
prezzo.
I materiali e prodotti per uso strutturale, secondo il D.M. Infrastrutture del 14/01/2008 devono essere:
- identificati univocamente a cura del produttore, secondo le procedure applicabili;
- qualificati sotto la responsabilità del produttore, secondo le procedure applicabili;
- accettati dal Direttore dei lavori mediante acquisizione e verifica della documentazione di qualificazione, di
tutte le certificazioni previste.
A norma delle disposizioni vigenti circa l’accettazione dei materiali da costruzione, la Direzione dei lavori
potrà disporre il prelievo dei campioni dei materiali stessi, nonché il loro invio, per gli accertamenti del caso,
presso uno dei laboratori sperimentali ufficiali.
Il numero di tali campioni, quando non sia tassativamente fissato da dette norme, rientra nelle facoltà
insindacabili della Direzione dei lavori.
Tutte le spese inerenti al prelievo, al confezionamento, all’imballaggio e alla spedizione dei campioni,
nonché gli importi da corrispondere ai laboratori sperimentali, sono a totale carico dell’Appaltatore.
I materiali che verranno scartati dalla D.L. dovranno essere immediatamente sostituiti, siano essi depositati
in cantiere, completamente o parzialmente in opera, senza che l’Appaltatore abbia nulla da eccepire.
Dovranno quindi essere sostituiti con materiali idonei rispondenti alle caratteristiche e ai requisiti richiesti.
L'accettazione dei materiali e dei componenti è definitiva solo dopo la loro posa in opera. Il direttore
dei lavori può rifiutare in qualunque tempo i materiali e i componenti deperiti dopo la introduzione in
cantiere, o che per qualsiasi causa non fossero conformi alle caratteristiche tecniche risultanti dai
documenti allegati al contratto; in questo ultimo caso l'appaltatore deve rimuoverli dal cantiere e
sostituirli con altri a sue spese.
Anche dopo l'accettazione e la posa in opera dei materiali e dei componenti da parte dell'appaltatore,
restano fermi i diritti e i poteri della stazione appaltante in sede di collaudo.
L'appaltatore che nel proprio interesse o di sua iniziativa abbia impiegato materiali o componenti di
caratteristiche superiori a quelle prescritte nei documenti contrattuali, o eseguito una lavorazione più
accurata, non ha diritto ad aumento dei prezzi e la contabilità è redatta come se i materiali avessero
le caratteristiche stabilite.
Nel caso sia stato autorizzato per ragioni di necessità o convenienza da parte del direttore dei lavori
l'impiego di materiali o componenti aventi qualche carenza nelle dimensioni, nella consistenza o
nella qualità, ovvero sia stata autorizzata una lavorazione di minor pregio, viene applicata una
adeguata riduzione del prezzo in sede di contabilizzazione, sempre che l'opera sia accettabile senza
pregiudizio e salve le determinazioni definitive dell'organo di collaudo.
Nel presente capitolato speciale sono state indicate le prescrizioni tecniche, le disposizioni ed i controlli da
adottare nelle lavorazioni al fine di garantire la regola d’arte nelle esecuzioni e la qualità dell’opera. A tal fine
la D.L. oltre a vigilare sui lavori secondo le prescrizioni tecniche e le istruzioni dallo stesso impartite,
utilizzerà anche un sistema di verifica denominato “Piano di controllo dei lavori edili” con i modelli previsti nel
50/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
processo di qualità dell’Ente, processo che potrà interagire con quello adottato dall’impresa esecutrice dei
lavori.
Quale regola generale si intende che i materiali, i prodotti ed i componenti occorrenti, realizzati con materiali
e tecnologie tradizionali e/o artigianali, per la costruzione delle opere, proverranno da quelle località che
l'Appaltatore riterrà di sua convenienza, purché, ad insindacabile giudizio della direzione dei lavori,
rispondano alle caratteristiche/prestazioni di seguito indicate.
Nel caso di prodotti industriali la rispondenza a questo capitolato può risultare da un attestato di conformità
rilasciato dal produttore e comprovato da idonea documentazione e/o certificazione.
Art. 68 – DEMOLIZIONI E RIMOZIONI
Prima dell'inizio di lavori di demolizione è fatto obbligo di procedere alla verifica delle condizioni di
conservazione e di stabilità delle varie strutture da demolire.
In relazione al risultato di tale verifica devono essere eseguite le opere di rafforzamento e di puntellamento
necessarie ad evitare che, durante la demolizione, si verifichino crolli intempestivi.
I lavori di demolizione devono procedere con cautela e con ordine dall'alto verso il basso e devono essere
condotti in maniera da prevenire qualsiasi infortunio agli addetti al lavoro e da non pregiudicare la stabilità
delle strutture portanti o di collegamento di quelle eventuali adiacenti, e in modo da non deteriorare i
materiali risultanti, i quali tutti devono ancora potersi impiegare utilmente, sotto pena di rivalsa di danni a
favore dell'Amministrazione appaltante, ricorrendo, ove occorra, al loro preventivo puntellamento.
La successione dei lavori deve risultare da apposito programma contenuto nel POS, tenendo conto di
quanto indicato nel PSC, ove previsto, che deve essere tenuto a disposizione degli organi di vigilanza.
È vietato gettare dall'alto i materiali in genere, che invece devono essere trasportati o guidati in basso
convogliandoli in appositi canali il cui estremo inferiore non deve risultare ad altezza maggiore di due metri
dal livello del piano di raccolta. I canali suddetti devono essere costruiti in modo che ogni tronco imbocchi nel
tronco successivo; gli eventuali raccordi devono essere adeguatamente rinforzati.
L'imboccatura superiore del canale deve essere sistemata in modo che non possano cadervi
accidentalmente persone. Ove sia costituito da elementi pesanti od ingombranti, il materiale di demolizione
deve essere calato a terra con mezzi idonei.
Durante i lavori di demolizione si deve provvedere a ridurre il sollevamento della polvere, irrorando con
acqua le murature ed i materiali di risulta. La demolizione dei muri deve essere fatta servendosi di ponti di
servizio indipendenti dall'opera in demolizione. E' vietato lavorare e fare lavorare gli operai sui muri in
demolizione. Tali obblighi non sussistono quando si tratta di muri di altezza inferiore ai due metri.
Inoltre, salvo l'osservanza delle leggi e dei regolamenti speciali e locali, la demolizione di parti di strutture
aventi altezza sul terreno non superiore a 5 metri può essere effettuata mediante rovesciamento per trazione
o per spinta. La trazione o la spinta deve essere esercitata in modo graduale e senza strappi e deve essere
eseguita soltanto su elementi di struttura opportunamente isolati dal resto del fabbricato in demolizione in
modo da non determinare crolli intempestivi o non previsti da altre parti.
Devono inoltre essere adottate le precauzioni necessarie per la sicurezza del lavoro quali: trazione da
distanza non minore di una volta e mezzo l'altezza del muro o della struttura da abbattere e allontanamento
degli operai dalla zona interessata.
Si può procedere allo scalzamento dell'opera da abbattere per facilitarne la caduta soltanto quando essa sia
stata adeguatamente puntellata; la successiva rimozione dei puntelli deve essere eseguita a distanza a
mezzo di funi. Il rovesciamento per spinta può essere effettuato con martinetti solo per opere di altezza non
superiore a 3 metri, con l'ausilio di puntelli sussidiari contro il ritorno degli elementi smossi.
Deve essere evitato in ogni caso che per lo scuotimento del terreno in seguito alla caduta delle strutture o di
grossi blocchi possano derivare danni o lesioni agli edifici vicini o ad opere adiacenti o pericoli ai lavoratori
addetti. Nella zona sottostante la demolizione deve essere vietata la sosta ed il transito, delimitando la zona
stessa con appositi sbarramenti.
L'accesso allo sbocco dei canali di scarico per il caricamento ed il trasporto del materiale accumulato deve
essere consentito soltanto dopo che sia stato sospeso lo scarico dall'alto.
Le demolizioni dovranno limitarsi alle parti ed alle dimensioni prescritte. Quando, anche per mancanza di
puntellamenti o di altre precauzioni, venissero demolite altre parti od oltrepassati i limiti fissati, saranno pure
a cura e spese dell'Impresa, senza alcun compenso, ricostruite e rimesse in ripristino le parti indebitamente
demolite. Tutti i materiali riutilizzabili, a giudizio insindacabile della Direzione dei Lavori, devono essere
opportunamente scalcinati, puliti, custoditi, trasportati ed ordinati nei luoghi di deposito che verranno indicati
dalla Direzione stessa usando cautele per non danneggiarli sia nello scalcinamento, sia nel trasporto, sia nel
loro arresto e per evitare la dispersione.
Detti materiali restano tutti di proprietà dell'Amministrazione appaltante, la quale potrà ordinare all'Impresa di
impiegarli in tutto o in parte nei lavori appaltati. I materiali di scarto provenienti dalle demolizioni e rimozioni
devono sempre essere trasportati dall'Impresa fuori del cantiere nei punti indicati od alle pubbliche
discariche. Nel preventivare l'opera di demolizione e nel descrivere le disposizioni di smontaggio e
51/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
demolizione delle parti d'opera, l'appaltatore dovrà sottoscrivere di aver preso visione dello stato di fatto delle
opere da eseguire e della natura dei manufatti.
Manufatti decorativi e opere di pregio
Per manufatti decorativi e opere di pregio si intendono tutti i manufatti di qualsiasi materiale che
costituiscono parte integrante dell'edificio e dei suoi caratteri stilistici interni ed esterni. Sono altresì
considerati allo stesso modo i decori o manufatti realizzati in passati allestimenti dell'edificio e volutamente
occultati da successive operazioni di ristrutturazione e manutenzione. Tali manufatti potrebbero essere
oggetto di tutela in quanto patrimonio storico, archeologico, architettonico e sottoposti a vincolo da parte
dell'autorità competente.
La Stazione appaltante segnalerà per iscritto all'Appaltatore, prima dell'avvio delle opere (inizio lavori), la
presenza di manufatti di decoro o di pregio estetico connessi o fissati ai paramenti murari, soffitti, pavimenti,
ecc. di cui si intende salvaguardare l'integrità.
Per ogni altro manufatto decorativo applicato o integrato nella costruzione l'Appaltatore potrà procedere con i
mezzi di demolizione, ove previsto dalle indicazioni di progetto, nei tempi e nelle modalità ritenute utili.
Durante i lavori di demolizione il ritrovamento di decori o manufatti di evidente pregio storico, tipologico,
sacro, artistico, o comunque di pregevole manifattura saranno immediatamente segnalati alla Direzione dei
Lavori che, di concerto con la Stazione appaltante, indicherà all'Appaltatore le condizioni e le operazioni
necessarie alla salvaguardia e rimozione del manufatto, al loro temporaneo stoccaggio in luogo protetto e
opportunamente assicurabile. Ogni occultamento o rovina dolosa di tali manufatti o decori, prima o dopo la
loro asportazione e fino alla loro
permanenza in cantiere, sarà motivo di annullamento del contratto e rivalsa della Stazione appaltante nei
confronti dell'Appaltatore attraverso azione sulle garanzie fideiussorie prestate alla sottoscrizione del
Contratto.
Serramenti
Per serramenti si intendono tutti i sistemi di protezione delle aperture disposte sull'involucro esterno
dell'edificio e sui paramenti orizzontali e verticali interni sia intermedi che di copertura, a falde orizzontali o
inclinate che siano. Tali serramenti potranno essere in legno, acciaio, PVC, alluminio, materiali polimerici
non precisati, ecc., e sono solitamente costituiti da un sistema di telai falsi, fissi e mobili.
Prima dell'avvio della rimozione dei serramenti l'Appaltatore procederà a rimuovere tutti i vetri e abbassarli
alla quota di campagna per l'accatastamento temporaneo o per il carico su mezzo di trasporto alle pubbliche
discariche. I serramenti, in caso di demolizione parziale, dovranno essere rimossi senza arrecare danno ai
paramenti murari ovvero tagliando con mola abrasiva le zanche di ancoraggio del telaio o del falso telaio alla
muratura medesima, senza lasciare elementi metallici o altre asperità in sporgenza dal filo di luce del vano.
Qualora il Committente intenda riutilizzare tutti o parte dei serramenti rimossi dovrà segnalare per iscritto,
prima dell'inizio lavori, all'Appaltatore il numero, il tipo e la posizione degli stessi che, previa maggiorazione
dei costi da quantificarsi per iscritto in formula preventiva, saranno rimossi integralmente e stoccati in luogo
protetto dalle intemperie e dall'umidità di risalita o dagli urti, separatamente dagli altri in attesa di definizione
della destinazione.
Controsoffitti
Per controsoffitti si intendono i sistemi o componenti o prodotti di varia natura, forma e tipologia di
ancoraggio che possono essere applicati all'intradosso delle partizioni intermedie con scopo fonoassorbente,
isolante, estetico di finitura, ecc.
Tali apparati devono essere rimossi preventivamente alla rimozione dei serramenti applicati alle chiusure
esterne verticali e orizzontali allo scopo di contenere la dispersione di polveri, fibre, ecc.
Prima della rimozione degli apparati di controsoffittatura l'Appaltatore dovrà accertarsi che siano state prese
alcune importanti precauzioni:
- disconnessione della rete impiantistica elettrica di alimentazione degli utilizzatori presenti nel controsoffitto;
- disconnessione di ogni rete passante tra intradosso del solaio e controsoffitto;
- accertamento per prelievo ed esame di laboratorio della presenza di amianto, fibre tossiche, o altro agente
di rischio per gli operatori e per gli abitanti.
Qualora il controsoffitto contenga fibre tossiche per l'organismo umano se respirate, l'ambiente oggetto della
demolizione dovrà essere restituito al Committente previa pulitura di ogni superficie per aspirazione e
certificazione scritta di avvenuta bonifica dei locali e di restituzione in condizioni di inquinamento di fondo al
di sotto delle soglie di rischio.
I materiali componenti il controsoffitto, qualora sia ravvisata la presenza di fibre e sostanze tossiche per
inalazione, saranno smaltite con le stesse precauzioni osservate per la sostanza tossica.
I materiali metallici componenti l'apparato di controsoffittatura sono di proprietà dell'Appaltatore che potrà
valutarne l'utilizzo o lo smaltimento nei limiti consentiti dalla legislazione vigente.
52/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
Tamponamenti e intercapedini
Per tamponamenti e intercapedini si intendono le partizioni interne opache e le chiusure verticali esterne
prive di funzione strutturale atte a chiudere e garantire adeguato isolamento termoacustico e
impermeabilizzazione con l'esterno.
Prima della demolizione delle intercapedini e dei tamponamenti l'appaltatore valuterà se è il caso di lasciare i
serramenti di chiusura verticale allo scopo di circoscrivere la rumorosità e la polverulenza dell'operazione,
oppure di apporre apposite temporanee chiusure sulle aperture da cui i serramenti sono già stati rimossi.
Ravvisata la presenza di materiali non omogenei l'Appaltatore provvederà a effettuare una demolizione
parziale delle parti realizzate in materiale inerte o aggregato di inerti procedendo dall'interno verso l'esterno
e dal basso verso l'alto, rimuovendo le macerie del piano prima di iniziare le operazioni del piano superiore.
Prima della rimozione degli apparati di intercapedini e tamponamenti l'Appaltatore dovrà accertarsi che siano
state prese alcune importanti precauzioni:
- disconnessione della rete impiantistica elettrica di alimentazione degli utilizzatori presenti nelle pareti;
- accertamento per prelievo ed esame di laboratorio della presenza di amianto, fibre tossiche, o altro agente
di rischio per gli operatori e per gli abitanti.
Qualora le pareti contengano materiali a base di fibre tossiche per l'organismo umano, se respirate,
l'ambiente oggetto della demolizione dovrà essere restituito al Committente previa pulitura di ogni superficie
per aspirazione e certificazione scritta di avvenuta bonifica dei locali e di restituzione in condizioni di
inquinamento di fondo al di sotto delle soglie di rischio.
La presenza di eventuali membrane polimero-bituminose o strati in PVC destinati a barriera vapore
dovranno essere rimossi a parte e non aggregati alle macerie inerti.
La conservazione in cantiere di tali materiali dovrà tenere conto della loro facile infiammabilità.
L'Appaltatore dovrà provvedere a puntellamenti, sbadacchiature ed altri accorgimenti come ponteggi,
castelli, ecc. per la demolizione dei tamponamenti e delle strutture verticali.
Durante le lavorazioni l'Appaltatore dovrà attenersi scrupolosamente alle disposizioni e istruzioni per la
demolizione delle strutture verticali, le demolizioni per rovesciamento, per trazione o spinta saranno
effettuate solo per strutture fino ad altezza pari a 5 m , l'utilizzo delle attrezzature per il rovesciamento
dovranno essere conformi alle norme di sicurezza, dovrà essere garantito l'utilizzo di schermi e di
quant'altro, per evitare la caduta di materiale durante l'operazione ed in ogni modo dovrà essere delimitata
l'area soggetta a caduta di materiale durante l'operazione specifica.
Sottofondi
Per sottofondi si intendono gli strati di materiale che desolidarizzano le partizioni intermedie o di chiusura
orizzontale dell'edificio dal rivestimento posto in atto.
Tali sottofondi possono essere rimossi dopo che è stata verificata la disconnessione delle reti idrauliche di
approvvigionamento, di riscaldamento e di fornitura della corrente elettrica che in essi possono essere state
annegate.
Qualora la polverosità dell'operazione risulti particolarmente evidente e le protezioni o il confinamento
ambientale siano inefficaci l'appaltatore avrà cura di bagnare continuamente il materiale oggetto
dell'operazione allo scopo di attenuarne la polverosità.
Tale verifica sarà effettuata a cura dell'Appaltatore che procederà alla demolizione dei sottofondi secondo
procedimento parziale o insieme alla demolizione della struttura portante. Prima della demolizione parziale
del sottofondo di pavimentazione all'interno di un'unità immobiliare parte di una comunione di unità
l'Appaltatore dovrà accertarsi che all'interno di questo sottofondo non siano state poste reti di elettrificazione
del vano sottostante, che nella fattispecie possono non essere state disconnesse.
La demolizione parziale del sottofondo di aggregati inerti produce particolare polverulenza che dovrà essere
controllata dall'Appaltatore allo scopo di limitarne e circoscriverne la dispersione.
La scelta delle attrezzature destinate alla demolizione parziale del sottofondo dovrà tenere in considerazione
la natura della struttura portante, la sua elasticità, l'innesco di vibrazioni e la presenza di apparecchiature di
particolare carico concentrato gravanti sul solaio portante della partizione orizzontale.
Manti impermeabilizzanti e coperture discontinue.
Per manti impermeabilizzanti si intendono le membrane di materiale prodotto per sintesi polimerica o
polimerobituminosa, che possono essere individuate nella rimozione della stratigrafia di chiusura orizzontale
opaca allo scopo di garantirne l'impermeabilità.
Tali componenti devono essere rimossi prima della demolizione del sottofondo e della demolizione dello
stesso solaio e a cura dell'Appaltatore devono essere accatastati in separata parte del cantiere allo scopo di
prevenire l'incendiabilità di tali materiali stoccati.
La sfiammatura delle membrane allo scopo di desolidarizzarne l'unitarietà nei punti di sovrapposizione sarà
effettuata da personale addestrato all'utilizzo della lancia termica e al camminamento delle coperture, dotato
di idonei dispositivi individuali di protezione, previsti i necessari dispositivi collettivi di protezione dalle cadute
dall'alto.
53/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
Sporti, aggetti, cornicioni e manufatti a sbalzo
Per sporti si intendono tutte le partizioni o chiusure orizzontali o inclinate che fuoriescono a sbalzo dalla
sagoma dell'edificio. Tali manufatti possono essere generalmente costruiti in cemento armato, legno,
acciaio; in talune occasioni hanno parti di riempimento in laterocemento, o laterizio.
L'Appaltatore dovrà provvedere a puntellamenti, sbadacchiature ed altri accorgimenti come ponteggi,
castelli, ecc. per la demolizione delle parti d'opera in aggetto.
L'operazione di demolizione di tali manufatti sarà eseguita dall'Appaltatore dopo aver curato la
desolidarizzazione di ringhiere metalliche o lignee dalla muratura di chiusura verticale dell'edificio, con
idonee cesoie idrauliche montate su macchina operatrice da cantiere o mediante martello demolitore con
operatore posto su struttura provvisionale non ancorata alla chiusura portante solidale con il manufatto a
sbalzo.
L'operatore deve preferibilmente essere posto ad una quota superiore al piano di calpestio dell'aggetto e non
deve in ogni modo farsi sostenere dalla struttura a sbalzo.
La demolizione parziale o totale dello sporto avverrà solamente dopo che a cura dell'Appaltatore saranno
state chiuse tutte le aperture sottostanti all'aggetto ed impedito il transito temporaneo di chiunque nella zona
di possibile interferenza del crollo del manufatto.
Lattonerie
Per lattonerie si intendono i manufatti metallici o in materiali polimerici che perimetrano le coperture, gli
aggetti e gli sporti.
Tali manufatti saranno rimossi dall'Appaltatore prima di dar luogo alla demolizione strutturale del manufatto a
cui sono aderenti.
L'Appaltatore dovrà provvedere a puntellamenti, sbadacchiature ed altri accorgimenti come ponteggi,
castelli, ecc. per la demolizione delle lattonerie.
Il loro accatastamento in cantiere deve avvenire, a cura dell'Appaltatore, in zona distante dalle vie di transito.
Se si prevede un lungo stoccaggio in cantiere di tali manufatti metallici rimossi si rende necessario che
l'Appaltatore provveda ad un collegamento degli stessi con un sistema temporaneo di messa a terra a
protezione delle scariche atmosferiche.
Prima della loro rimozione l'Appaltatore verificherà che il manto di copertura a cui sono solidarizzati i canali
di gronda non sia in amianto cemento. In tale situazione l'Appaltatore procederà a notifica all'organo di
controllo procedendo in seguito a benestare dello stesso con procedura di sicurezza per gli operatori di
cantiere.
Canne fumarie e fumaioli
I fumaioli sono la parte terminale delle canne di scarico delle esalazioni o dei fumi prodotti internamente
all'edificio. Prima della demolizione di tali manufatti sarà cura dell'appaltatore verificare il cessato
funzionamento dell'utilizzatore di cui sono scarico, ed alla chiusura della bocca interna di collegamento alla
canna fumaria medesima.
L'Appaltatore dovrà provvedere a puntellamenti, sbadacchiature ed altri accorgimenti come ponteggi,
castelli, ecc. per la demolizione dei fumaioli e delle canne fumarie.
La demolizione dei fumaioli sarà effettuata dall'Appaltatore, prima della demolizione delle falde di copertura,
curando che lo scivolamento delle macerie sulla falda della copertura non sia ostacolato o trattenuto da
compluvi di falde o da altri manufatti, e con preoccupazione di stabilire il raggio di azione della caduta delle
macerie medesime a quota del piano di campagna o su aggetti e sporti sottostanti.
Sono a carico dell'Appaltatore tutte le opere provvisionali che la stessa dovrà predisporre per fermare o
deviare la caduta o lo scivolamento delle macerie.
Per canne fumarie si intendono i canali verticali o inclinati interni o esterni allo spessore della muratura atti a
convogliare fumi o esalazioni oltre la quota di copertura.
L'Appaltatore prima di dare luogo alla demolizione di canne fumarie o di parti di muratura ove è probabile o
nota la presenza di canne fumarie deve accertarsi che tali manufatti non siano realizzati in amianto cemento.
Qualora sussista tale probabilità in modo incerto saranno, a cura dell'Appaltatore, prelevati ed esaminati a
spese dell'Appaltatore stesso, campioni del materiale costituente. L'evidenza di un materiale contenente
amianto compatto o friabile nella realizzazione o nella fasciatura delle canne fumarie deve prevedere notifica
all'ente di controllo e avvio della procedura di sicurezza
per la protezione dei lavoratori coinvolti.
La demolizione di murature contenenti canne fumarie può dare luogo allo scivolamento di macerie lungo il
canale stesso oltre la quota più bassa di demolizione. Allo scopo di prevenire l'accadimento l'Appaltatore
provvederà a chiudere le canne oggetto di demolizione alla quota più bassa prima dell'avvio della
demolizione.
Manufatti in amianto cemento
54/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
Per manufatti in amianto cemento si intendono parti integranti dell'edificio oggetto di demolizione parziale o
completa realizzate con unione di altri materiali a fibre di amianto.
Solitamente sono rinvenibili due tipologie differenti di manufatti: quelli a matrice friabile e quelli a matrice
compatta.
Data l'usura e l'invecchiamento o le condizioni di posa del materiale taluni materiali inizialmente integrati in
matrice compatta possono, con il tempo, essere diventati friabili.
La misurazione di tale fenomeno e la relativa classificazione possono essere effettuate tramite
schiacciamento e pressione con le dita della mano dell'operatore che in tal modo può rendersi conto della
capacità del manufatto di offrire resistenza a compressione. Se le dita della mano dell'operatore riescono a
comprimere o distaccare parti del manufatto stesso questo è classificabile a matrice friabile.
L'Appaltatore al momento del sopralluogo ai manufatti oggetto di demolizione è tenuto a verificarne la
presenza e classificarne il livello di rischio.
Qualora il manufatto presenti qualche sembianza affine ai manufatti contenenti amianto, sarà cura
dell'Appaltatore provvedere a campionare parti dello stesso e provvedere a far analizzare i campioni presso
un laboratorio attrezzato e autorizzato.
Valutata la presenza di manufatti contenenti amianto, l'Appaltatore provvederà a notificare l'azione di
bonifica presso l'organo di vigilanza competente per territorio disponendo un piano di lavoro conforme a
quanto indicato dal d.lgs. 257/06, in funzione della valutazione dei rischi effettuata ai sensi della normativa
vigente. Tale documentazione deve essere messa a disposizione dei lavoratori e deve essere aggiornata in
relazione all'aumento dell'esposizione degli stessi.
In tutte le attività concernenti l'amianto, l'esposizione dei lavoratori alla polvere proveniente dall'amianto o dai
materiali contenenti amianto nel luogo di lavoro deve essere ridotta al minimo e, in ogni caso, al di sotto del
valore limite fissato dalla normativa vigente, ed in particolare:
- il numero dei lavoratori esposti o che possono essere esposti alla polvere proveniente dall'amianto o da
materiali contenenti amianto deve essere limitato al numero più basso possibile;
i processi lavorativi devono essere concepiti in modo da evitare di produrre polvere di amianto o, se ciò non
è possibile, da evitare emissione di polvere di amianto nell'aria;
- tutti i locali e le attrezzature per il trattamento dell'amianto devono poter essere sottoposti a regolare pulizia
e manutenzione;
- l'amianto o i materiali che rilasciano polvere di amianto o che contengono amianto devono essere stoccati
e trasportati in appositi imballaggi chiusi;
- i rifiuti devono essere raccolti e rimossi dal luogo di lavoro il più presto possibile in appropriati imballaggi
chiusi su cui sarà apposta un'etichettatura indicante che contengono amianto.
Detti rifiuti devono essere successivamente trattati ai sensi della vigente normativa in materia di rifiuti
pericolosi. Sarà cura dell'Appaltatore segnalare nel piano di lavoro l'intero procedimento fino allo
smaltimento definitivo delle macerie di demolizione contenenti amianto.
L'Appaltatore è produttore del rifiuto mediante azione demolitrice e deve quindi provvedere all'onere dello
smaltimento corretto del rifiuto medesimo.
È impedito all'Appaltatore effettuare un deposito delle macerie contenenti amianto nella zona delimitata del
cantiere ed in altra zona di proprietà del Committente. L'eventuale stoccaggio temporaneo del materiale
contenente amianto dovrà essere segnalato nel piano di lavoro ed il luogo di accoglimento del materiale
stesso sarà allo scopo predisposto.
È cura dell'Appaltatore verificare prima della demolizione del manufatto che non siano presenti all'interno del
medesimo quantità qualsiasi di amianto floccato o manufatti di qualsivoglia natura contenenti amianto. Tali
manufatti, qualora presenti, saranno considerati come rifiuto a cui l'Appaltatore deve provvedere secondo le
modalità previste dalla legislazione vigente in materia, alla stessa stregua dei materiali facenti parte
dell'immobile. La demolizione parziale o totale non potrà essere iniziata prima dell'avvenuto smaltimento di
questi rifiuti.
L'Appaltatore deve organizzarsi affinché la procedura di sicurezza sia circoscritta alle sole fasi in cui viene
trattato materiale contenente amianto.
L'Appaltatore è inoltre tenuto ad adottare le misure appropriate affinché i luoghi in cui si svolgono tali attività
siano confinati e segnalati e siano rispettate tutte le prescrizioni di cui alla vigente normativa e al piano di
lavoro redatto e consegnato agli organi competenti.
Al fine di garantire il rispetto del valore limite di esposizione fissato dalla normativa vigente (0,1 fibre per
centimetro cubo di aria) e in funzione dei risultati della valutazione iniziale dei rischi, l'Appaltatore è tenuto ad
effettuare misurazioni periodiche della concentrazione di fibre di amianto nell'aria e riportarne i risultati nel
Documento di Valutazione dei Rischi e nel Piano Operativo di Sicurezza.
Qualora tale valore limite fosse superato, l'Appaltatore è tenuto ad adottare tutte le misure organizzative
necessarie all'eliminazione del rischio e a dotare i propri lavoratori di idonei dispositivi di protezione
individuale.
Sarà cura dell'Appaltatore provvedere al termine della bonifica a consegnare certificato di collaudo e
riconsegna dei locali bonificati. Qualora l'intervento di bonifica da amianto non abbia esito positivo la
55/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
Stazione appaltante avrà diritto a far subentrare l'Appaltatore specializzato di propria fiducia con l'obiettivo di
ripristinare il livello di inquinamento di fondo previsto dalla legislazione vigente. L'importo di tale intervento
sarà a carico dell'Appaltatore.
Parti strutturali in elevazione, orizzontali e verticali
Per parti strutturali in elevazione si intendono le strutture portanti fuori terra dell'edificio o del manufatto
oggetto di demolizione, siano esse orizzontali o verticali.
La demolizione di queste parti dovrà avvenire a cura dell'Appaltatore una volta verificata la massima
demolizione effettuabile di parti interne o esterne prive di funzione strutturale.
Tale operazione ha lo scopo di alleggerire quanto più possibile la parte strutturale del carico che su di essa
grava. L'Appaltatore dovrà provvedere a puntellamenti, sbadacchiature ed altri accorgimenti come ponteggi,
castelli, ecc. per la demolizione dei solai.
È cura dell'Appaltatore valutare il più idoneo strumento di demolizione delle parti strutturali tenendo in
considerazione la relazione con l'intorno e gli agenti di rischio da quest'azione conseguenti.
In caso di contatto strutturale della parte portante orizzontale o verticale dell'edificio o del manufatto oggetto
dell'intervento di demolizione con altri attigui che devono essere salvaguardati sarà cura dell'Appaltatore
chiedere ed ottenere lo sgombero integrale degli occupanti tali edifici o manufatti limitrofi.
L'Appaltatore curerà sotto la propria responsabilità ogni intervento utile a desolidarizzare le parti strutturali in
aderenza con altri fabbricati intervenendo, qualora utile a suo giudizio, anche con il preventivo taglio dei
punti di contatto.
Prima della demolizione di parti strutturali in edifici che sono inseriti a contatto con altri sarà cura
dell'Appaltatore testimoniare e accertarsi dello stato di integrità dei fabbricati aderenti, anche attraverso
documentazione fotografica ed ogni altra attestazione che sia rivolta ad accertare lo stato degli stessi prima
dell'intervento di demolizione.
Parti strutturali interrate, palificazioni e tiranti
Per parti strutturali interrate si intendono le palificazioni o le fondazioni in profondità, i diaframmi, le
sottofondazioni, le fondazioni e le strutture portanti in elevazione che non fuoriescono dalla quota media del
piano di campagna.
La demolizione di tali parti d'opera, ove prevista, deve essere svolta a cura dell'appaltatore previa
demolizione delle strutture portanti in elevazioni su di queste gravanti.
L'Appaltatore dovrà provvedere a puntellamenti, sbadacchiature ed altri accorgimenti come ponteggi,
castelli, ecc. per la demolizione delle parti interrate in generale.
La demolizione parziale o integrale delle parti strutturali interrate deve essere effettuata previa verifica da
parte dell'Appaltatore della desolidarizzazione delle stesse da parti di fondazione o di strutture collegate con
gli edifici o con i manufatti confinanti.
In presenza di un regime di falda sotterranea presente a livello superficiale, o comunque interferente con le
escavazioni destinate alla demolizione parziale o totale delle fondazioni è a cura dell'Appaltatore che deve
essere posto in essere un adeguato sistema di captazione temporanea di dette falde allo scopo di evitare
ogni azione di disturbo e/o inquinamento della falda sotterranea e permettere l'azione di scavo senza
l'intervento dell'agente di rischio determinato dalla presenza di sortumi o accrescimenti del livello superficiale
delle acque.
La demolizione parziale o totale delle parti strutturali interrate prevede il corrispondente riempimento con
materiale dichiarato dall'Appaltatore e la formazione di uno o più pozzi di ispezione della consistenza del
materiale impiegato, secondo le indicazioni ricevute dal progettista.
La demolizione di palificazioni o tiranti interrati sarà posta in essere a cura dell'Appaltatore dopo che il
progettista abilitato avrà valutato e redatto una apposita valutazione dei rischi e delle conseguenze derivanti
da questa azione.
Qualora tale azione lo richieda, dovrà essere coinvolto a cura dell'Appaltatore un geologo abilitato allo scopo
di estendere la valutazione dei rischi alle problematiche di dinamiche delle terre ed alle specifiche della
tettonica compromessa da quest'azione.
Fognature
Per fognature si intendono le condotte coperte o a vista atte alla raccolta ed al convogliamento delle acque
bianche e nere di scarico civili e industriali presenti sulla rete privata interna al confine di proprietà dell'unità
immobiliare o dell'insieme di unità immobiliari oggetto della demolizione parziale o totale.
L'Appaltatore dovrà provvedere a puntellamenti, sbadacchiature ed altri accorgimenti come ponteggi,
castelli, ecc. per la demolizione delle fognature.
Tale demolizione deve essere svolta dall'Appaltatore dopo aver verificato la chiusura del punto di contatto
della fognatura con la rete urbana pubblica, allo scopo di evitare che macerie o altri frammenti della
demolizione possano occludere tali condotte.
56/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
Le operazioni di demolizione delle condotte di scarico devono altresì avvenire con l'osservanza da parte
dell'Appaltatore delle norme di protezione ambientali e degli operatori di cantieri per quanto riguarda la
possibilità di inalazione di biogas o miasmi dannosi o tossici per la salute umana.
Le macerie della demolizione delle fognature saranno allontanate dal cantiere senza che i materiali da
queste derivanti possano sostare nei pressi dei cantieri neanche per uno stoccaggio temporaneo non
previsto e comunicato per tempo al Committente.
La demolizione parziale delle fognature deve essere effettuata a cura dell'Appaltatore con la precauzione di
apporre sezionatori sulla stessa conduttura sia a monte che a valle della medesima allo scopo di confinare
l'ambito operativo ed impedire inopportune interferenze.
La verifica della presenza di materiali reflui presenti nella condotta o nelle fosse intermedie di raccolta
classificabili come rifiuti speciali o tossico nocivi deve essere effettuata a cura dell'Appaltatore che
provvederà di conseguenza allo smaltimento dei medesimi attraverso la procedura prevista in merito dalla
legislazione vigente.
Muri di sostegno e massicciate varie
Per muri di sostegno e massicciate varie si intendono manufatti artificiali atti a sostenere lo scivolamento
naturale delle terre, siano essi manufatti agenti a gravità o a sbalzo o per reggimentazione trattenuta tramite
tiranti interrati.
L'Appaltatore dovrà provvedere a puntellamenti, sbadacchiature ed altri accorgimenti come ponteggi,
castelli, ecc. per la demolizione dei muri di sostegno e delle massicciate in genere.
La demolizione di tali manufatti richiede che l'Appaltatore definisca in merito una valutazione dei rischi
determinata dalle reazioni della tettonica interferente con l'azione di trattenimento posta in essere dalla
presenza del manufatto. Tale relazione deve essere posta in essere da tecnico geologo abilitato o da
geotecnico. Qualora l'operazione coinvolga, anche solo in ipotesi di relazione dei rischi, porzioni di terreno
poste al di fuori dei confini della proprietà della Stazione appaltante, sarà cura dell'Appaltatore verificare la
disponibilità dei confinanti pubblici e privati a sgomberare dal transito e da ogni possibile conseguenza alle
persone ed alle cose l'ambito di possibile pertinenza del movimento di terra.
In materia si fa riferimento in generale alle disposizioni del d.lgs. 81/08 e successivo aggiornamento tramite il
d.lg n.106 del 03/08/2009.
Art. 69 - SCAVI, RILEVATI E RINTERRI
Determinazione preventiva dell'andamento planimetrico ed altimetrico del terreno
Prima di iniziare qualsiasi opera relativa agli scavi, sia di sbancamento che a sezione obbligata, o di lavori
che comunque interessino movimenti di materie, l'Appaltatore a sua cura e spese dovrà verificare il piano
quotato, i profili longitudinali e trasversali allegati al contratto o altrimenti consegnati, segnalando per iscritto,
entro 10 giorni dalla consegna dei lavori, le eventuali differenze riscontrate. In difetto gli elementi suddetti si
intenderanno definitivamente accettati dall'Appaltatore e saranno posti a base per la valutazione dei
movimenti di materie.
Muri controterra
Nel presente appalto, tenuto conto della particolare configurazione del lotto assegnato, con i confini posti a
ridosso del fabbricato da costruire, particolare cura dovrà essere riposta durante l’esecuzione del piano
seminterrato e delle fondazioni, soprattutto in prossimità dei rilevati al fine di garantire la stabilità e la
sicurezza delle lavorazioni. A tal fine si rinvia a quanto specificato nel Piano di Sicurezza allegato al
progetto.
Picchettazioni
L'Appaltatore è obbligato ad eseguire a sua cura e spese la picchettazione completa del lavoro in modo che
risultino precisamente indicate sul terreno le opere da eseguire, mettendo a disposizione le necessarie
strumentazioni per il rilievo delle relative quote.
L'Appaltatore dovrà altresì sistemare le modine e garbi necessari a determinare l'andamento delle scarpate,
tanto degli sterri che dei rilevati.
Modo di esecuzione degli scavi
Nella esecuzione di qualsiasi categoria di scavo l'Appaltatore dovrà procedere con tutte le necessarie
cautele e con il rispetto delle norme di cui agli articoli da 12 a 15 del D.P.R. 7 gennaio 1956, n. 164.
Per gli scavi in sotterraneo dovranno essere rispettate, oltre le norme del contratto e del presente Capitolato,
anche quelle del D.P.R. 20 marzo 1956, n. 320.
Nella esecuzione degli scavi dovranno essere attuate tutte le cautele atte a prevenire ed evitare
scoscendimenti e frane. Sarà cura dell'Appaltatore l'aggottamento di acqua di falda o meteoriche.
L'Appaltatore sarà responsabile di ogni danno alle persone alle cose ed alle opere in dipendenza di
franamenti e scoscendimenti, anche se avvenuti nonostante le precauzioni adottate e dovrà provvedere a
sua cura e spese alla rimozione ed all'allontanamento dal cantiere delle materie franate, restando obbligato
57/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
al risarcimento degli eventuali danni.
Ove richiesti l’Impresa dovrà eseguire sondaggi, cunicoli di assaggio, ricerche e prove sul luogo o presso
laboratori ufficiali indicati dalla DL per accertare, prima dell’esecuzione delle opere, la natura dei terreni e le
loro caratteristiche fisiche, chimiche e meccaniche.
Materie provenienti dagli scavi
Le materie provenienti dagli scavi o dalle demolizioni sono di proprietà della Stazione Appaltante, non
potranno essere impiegate per la formazione di riporti ove il Direttore dei Lavori non le giudicasse adatte.
Tali materie e quelle che non trovassero impiego nei lavori, dovranno essere portate a rifiuto ai pubblici
scarichi, oppure su area che l'Appaltatore ha obbligo di procurarsi a sua cura e spese, mentre quelle atte al
reimpiego dovranno essere accantonate su area del cantiere nel luogo che la Direzione Lavori riterrà
opportuno, oppure, in alternativa, caricate, trasportate e scaricate presso discarica o sito autorizzato, nel
rispetto della normativa vigente relativa al materiale proveniente da scavi.
Allontanamento delle acque superficiali
L'Appaltatore dovrà provvedere a sua cura e spese ad ogni opera occorrente per la deviazione ed il
convogliamento delle acque superficiali di qualsiasi natura o provenienza, onde evitare che si riversino nei
cavi o che arrechino comunque danni agli scavi ed ai movimenti di categorie di lavoro in genere.
Puntellature e sbadacchiature degli scavi
Qualora per l'incoerenza delle materie, oppure per la profondità e l'altezza degli scavi, ed ogni volta che
occorra, gli scavi sia di sbancamento che di fondazione dovranno essere solidamente puntellati e
sbadacchiati con robuste armature. Il tutto a cura e spese dell'Appaltatore.
Scavi di sbancamento
Definizione degli scavi di sbancamento.
Per scavi di sbancamento o sterri andanti, si intendono quelli occorrenti per lo spianamento o sistemazione
del terreno su cui dovranno sorgere costruzioni, per tagli di terrapieni, per la formazione di cortili, giardini,
scantinati, piani di appoggio per platea di fondazione, vespai, rampe incassate o trincee stradali,muri
controterra, ecc., ed in genere qualunque scavo eseguito a mano o con qualunque mezzo meccanico.
Saranno, pertanto, considerati scavi di sbancamento anche quelli al di sotto del piano di campagna quando
gli scavi rivestano i caratteri sopra accennati.
Nella valutazione dello scavo e dei rinterri è compresa una fascia perimetrale fino ad massimo di m.1,00 per
consentire la lavorazione a ridosso di eventuali muri di sostegno, scantinati, vespai, etc..
Scavi a sezione obbligata
Scavi di fondazione
Per scavi di fondazione si intenderanno tutti quegli scavi ricadenti al di sotto dei piani risultanti dagli scavi di
sbancamento se effettuati e necessari per l'appoggio di strutture portanti.
Gli scavi di fondazione potranno essere preceduti dagli scavi di sbancamento.
Gli scavi per dar luogo alle fognature, condutture, fossi, cunette e simili, saranno considerati in ogni caso
come scavi a sezione obbligata.
Gli scavi per fondazione dovranno, quando occorra, essere solidamente puntellati e sbadacchiati con
robuste armature, in modo da proteggere contro ogni pericolo gli operai, ed impedire ogni smottamento di
materie durante l'esecuzione tanto degli scavi che delle murature.
L'Appaltatore è responsabile dei danni ai lavori, alle persone, alle proprietà pubbliche e private che
potessero accadere per la mancanza o insufficienza di tali puntellazioni e sbadacchiature, alle quali egli
deve provvedere di propria iniziativa, adottando anche tutte le altre precauzioni riconosciute necessarie,
senza rifiutarsi per nessun pretesto di ottemperare alle prescrizioni che al riguardo gli venissero impartite
dalla Direzione dei Lavori.
Col procedere delle murature l'Appaltatore potrà recuperare i legnami costituenti le armature, semprechè
non si tratti di armature formanti parte integrante dell'opera, da restare quindi in posto in proprietà della
Stazione Appaltante; i legnami però, che a giudizio della Direzione dei Lavori, non potessero essere tolti
senza pericolo o danno del lavoro, dovranno essere abbandonati negli scavi.
Per gli scavi di fondazione si applicheranno le norme previste dal DM 14 gennaio 2008, integrato dalla
Circolare del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, 2 febbraio 2009, n. 617.
Scavi subacquei e prosciugamento
Se dagli scavi in genere e da quelli di fondazione, malgrado l'osservanza delle prescrizioni di cui agli Scavi di
Fondazione od in Trincea, l'Appaltatore, in caso di filtrazioni o acque sorgive, non potesse far defluire l'acqua
naturalmente, è in facoltà della Direzione dei Lavori di ordinare, secondo i casi e quando lo riterrà opportuno,
la esecuzione degli scavi subacquei, oppure il prosciugamento.
Sono considerati come scavi subacquei soltanto quelli eseguiti in acqua a profondità maggiore di 20 cm
sotto il livello costante a cui si stabiliscono le acque sorgive nei cavi, sia naturalmente, sia dopo un parziale
prosciugamento ottenuto con macchine o con l'apertura di canali di drenaggio.
Il volume di scavo eseguito in acqua, sino ad una profondità non maggiore di 20 cm dal suo livello costante,
verrà perciò considerato come scavo in presenza d'acqua, ma non come scavo subacqueo. Quando la
Direzione dei Lavori ordinasse il mantenimento degli scavi in asciutto, sia durante l'escavazione, sia durante
58/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
l'esecuzione delle murature o di altre opere di fondazione, gli esaurimenti relativi verranno eseguiti in
economia, e l'Appaltatore, se richiesto, avrà l'obbligo di fornire le macchine e gli operai necessari.
Per i prosciugamenti praticati durante la esecuzione delle murature, l'Appaltatore dovrà adottare tutti quegli
accorgimenti atti ad evitare il dilavamento delle malte.
Profondità degli scavi di fondazione
Qualunque sia la natura e qualità del terreno, gli scavi di fondazione dovranno essere spinti fino alla
profondità che dal Direttore dei Lavori sarà ordinata all'appaltatore all'atto della loro esecuzione in relazione
all'accertata qualità e consistenza del terreno nel sottosuolo.
Le profondità indicate nei disegni di progetto derivano dalle analisi condotte in sede di perizia geologica. La
Direzione dei Lavori ha facoltà di variarle nella misura che reputerà più conveniente, senza che ciò possa
dare all’appaltatore motivo alcuno di fare eccezioni od avanzare domande di speciali compensi.
Inizio delle opere in fondazione
E' rigorosamente vietato all'appaltatore, essendo diversamente obbligato a demolire il già fatto, di por mano
alle opere in fondazione prima che il Direttore dei Lavori abbia verificato ed accettato i relativi piani di
appoggio.
Piani di posa delle fondazioni
I piani di posa delle fondazioni dovranno essere generalmente orizzontali, per opere che cadessero sopra
falde inclinate, saranno invece disposti gradoni così come disporrà il Direttore dei Lavori.
Il piano di posa delle fondazioni dovrà essere scrupolosamente spianato. Non è consentito realizzare la
larghezza di base prevista in progetto mediante scampanatura dello scavo nella parte inferiore.
Rinterro degli scavi di fondazione
Compiute le fondazioni lo scavo che si fosse dovuto eseguire in più ai lati delle medesime, dovrà essere
diligentemente riempito dall'appaltatore con le modalità previste nell'articolo relativo ai rinterri.
Rilevati e rinterri in genere
Per la formazione dei rilevati e rinterri in genere si applicheranno le disposizioni precedenti relative alla
determinazione preventiva dell'andamento planimetrico ed altimetrico del terreno.
Per la formazione dei rilevati e per qualsiasi opera di rinterro dovranno essere impiegate le materie
provenienti dagli scavi di qualunque genere eseguiti nell'ambito del cantiere, purché riconosciuti dalla D.L.
Qualora venissero a mancare in tutto od in parte le materie per la formazione dei rilevati o per i rinterri in
genere, l'appaltatore dovrà provvedere le materie necessarie prelevandole ovunque crederà opportuno,
purché le materie stesse siano riconosciute idonee dal Direttore dei Lavori.
I rilevati dovranno essere eseguiti a strati orizzontali di altezza da 30 a 50 cm. estesi a tutta l'ampiezza dei
rilevati stessi, rompendo le eventuali zolle di terra, bagnando, ed assodando e pilonando, usando una
particolare diligenza nelle parti addossate alle murature.
Il suolo sul quale dovranno essere formati i rilevati dovrà essere convenientemente preparato, estirpando le
piante ed i cespugli, spogliandolo da erbe e radici ed effettuando il taglio di imposta non inferiore a 20 cm.
Eventuale maggiore altezza dovrà essere preventivamente autorizzata dal Direttore dei Lavori.
Qualora i rilevati insistano sopra terreni a declivio trasversale superiore al 15%, dovrà essere ritagliato il
terreno stesso a gradini orizzontali con leggera contropendenza, per impedire lo scorrimento delle materie di
riporto.
Nei casi in cui il rilevato fosse composto di materie ghiaiose o sabbiose le sue scarpe dovranno essere
rivestite con uno strato di terra vegetale di spessore non minore di 15 cm.
Per rilevati e rinterri da addossarsi alle murature, si dovranno sempre impiegare materie sciolte, o ghiaiose,
restando vietato in modo assoluto l'impiego di quelle argillose e, in generale, di tutte quelle che con
l'assorbimento di acqua si rammolliscono e si gonfiano generando spinte.
Nella formazione dei suddetti rilevati, rinterri e riempimenti dovrà essere usata ogni diligenza perchè la loro
esecuzione proceda per strati orizzontali di eguale altezza, disponendo contemporaneamente le materie
bene sminuzzate con la maggiore regolarità e precauzione, in modo da caricare uniformemente le murature
su tutti i lati e da evitare le sfiancature che potrebbero derivare da un carico male distribuito.
Le materie trasportate in rilevato o rinterro con vagoni, automezzi o carretti non potranno essere scaricate
direttamente contro le murature, ma dovranno depositarsi in vicinanza dell'opera per essere riprese poi al
momento della formazione dei suddetti rinterri.
Per tali movimenti di materie dovrà sempre provvedersi alla pilonatura delle materie stesse, da farsi secondo
le prescrizioni che verranno indicate dalla Direzione dei Lavori.
E' vietato addossare terrapieni a murature di fresca costruzione.
Tutte le riparazioni o ricostruzioni che si rendessero necessarie per la mancata od imperfetta osservanza
delle prescrizioni del presente articolo, saranno a completo carico dell'Appaltatore. E' obbligo
dell'Appaltatore, escluso qualsiasi compenso, di dare ai rilevati durante la loro costruzione, quelle maggiori
dimensioni richieste dall'assestamento delle terre, affinchè all'epoca del collaudo i rilevati eseguiti abbiano
dimensioni non inferiori a quelle ordinate.
L'Appaltatore dovrà consegnare i rilevati con scarpate regolari e spianate, con i cigli bene allineati e profilati
e compiendo a sue spese, durante l'esecuzione dei lavori e fino al collaudo, gli occorrenti ricarichi o tagli, la
59/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
ripresa e la sistemazione delle scarpate e l'espurgo dei fossi.
La superficie del terreno sulla quale dovranno elevarsi i terrapieni, sarà previamente scoticata, ove occorra,
e se inclinata sarà tagliata a gradoni con leggera pendenza verso monte.
Inosservanza delle prescrizioni
Tutte le riparazioni o ricostruzioni che si rendessero necessarie per la mancata od imperfetta osservanza
delle prescrizioni del presente articolo resteranno a completo carico dell'Appaltatore, il quale sarà tenuto
anche al risarcimento degli eventuali danni.
Oneri dell'appaltatore
Oltre agli oneri ed obblighi precisati negli articoli precedenti del presente Capitolato e quelli relativi alle opere
provvisionali, i prezzi di elenco allegati relativi agli scavi comprendono e compensano anche se non citato
nelle rispettive voci:
_ il taglio di piante ed alberi, l'estirpazione di ceppaie e radici; lo scoticamento, il dissodamento e la
regolarizzazione del suolo; l'allontanamento dal cantiere delle materie di risulta;
_ il taglio e lo scavo con qualsiasi mezzo, qualunque sia la profondità e l'altezza, la larghezza, la forma
e la superficie, delle materie di ogni consistenza, asciutte, bagnate, od in presenza di acqua;
_ la spaccatura di massi e trovanti o di altro materiale che si trovasse in qualunque misura negli scavi
(fino ad un metrocubo per ognuno);
_ la regolarizzazione della scarpata e delle pareti; lo spianamento del fondo, la formazione di gradoni;
_ l’accantonamento, su area del cantiere che la D.L. ritiene opportuna, del terreno idoneo al
reimpiego, oppure, in alternativa, il trasporto, carico e scarico a sito autorizzato , nel rispetto della
normativa vigente in materia di scavo, compresi tutti gli oneri ( carico, scarico, trasporto, tributi vari,
permessi, etc.) ivi inclusi eventuali analisi di laboratorio.
_ il trasporto, carico e scarico a rifiuto del materiale di risulta, anche proveniente da demolizioni, alle
pubbliche discariche, compresi tutti gli oneri di discarica previsti dal D.L. 5/02/1997 n.22 ,ivi inclusi
eventuali analisi di laboratorio ed ogni onere ( carico, scarico, trasporto, tributi vari, permessi, etc.).
Art. 70 - DRENAGGI E VESPAI
Drenaggi muri contro terra
L’ aerazione e il drenaggio sono realizzati con un impiego minimo di pietrame o ghiaia naturale, per mezzo di
una membrana in HDPE bugnata, per la protezione ed il drenaggio genericamente utilizzabile su tutte
superfici edili a sviluppo verticale poste a contatto con il terreno.
Art. 71 - OPERE IN CONGLOMERATO CEMENTIZIO ARMATO
Le strutture in conglomerato cementizio semplice od armato per gli edifici sono state progettate a cura e
spese della Stazione Appaltante e calcolate e disegnate in conformità alle normative vigenti in materia e, in
particolare, alle Norme Tecniche per le Costruzioni emanate con il D.M. del 14 gennaio 2008 e s.m.i.,
nonché secondo quanto contenuto nella Circolare del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti del 2 febbraio
2009, n. 617 “Istruzioni per l’applicazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni”.
Nei disegni sono contenute tutte le quote necessarie per definire le dimensioni geometriche degli elementi. Il
progetto delle opere in conglomerato cementizio è corredato da una relazione di calcolo in conformità alle
leggi sopra citate.
L’esame e verifica da parte della Direzione dei Lavori dei progetti delle varie strutture in cemento armato non
esonererà in alcun modo l’Impresa dalle responsabilità ad essa derivanti per legge e per le precise
pattuizioni del contratto, restando contrattualmente stabilito che, malgrado i controlli di ogni genere eseguiti
dalla Direzione dei Lavori nell’esclusivo interesse dell’Amministrazione, l’Impresa stessa rimane unica e
completa responsabile delle opere, sia per quanto ha rapporto con la loro progettazione e calcolo, che per la
qualità dei materiali e la loro esecuzione; di conseguenza essa dovrà rispondere degli inconvenienti che
avessero a verificarsi, di qualunque natura, importanza e conseguenze essi potessero risultare.
In riferimento alla normativa vigente, al termine dei lavori, le opere strutturali saranno soggette a collaudo
statico. Le operazioni di collaudo consisteranno nel controllare la perfetta esecuzione del lavoro e la sua
corrispondenza con i dati del progetto, nell’eseguire prove di carico e nel compiere ogni altra indagine che il
Collaudatore ritenga necessaria.
Le prove di carico avranno luogo di regola non prima di 35 giorni dall’ultimazione del getto per i conglomerati
di cemento idraulico normale (Portland), d’alto forno e pozzolanico, non prima di 30 giorni per i conglomerati
di cemento alluminoso, e si effettueranno a stagionatura più o meno avanzata secondo la portata delle
diverse parti e la importanza dei carichi.
Nelle prove la costruzione dovrà essere possibilmente caricata nei modi previsti nella progettazione ed in
generale in modo tale da determinare le massime tensioni o le massime deformazioni. La lettura degli
apparecchi di misura (flessimetri od estensimetri) sotto carico dovrà essere ripetuta fino a che non si
verifichino ulteriori aumenti nelle indicazioni. La lettura delle deformazioni permanenti, dopo la rimozione del
carico dovrà essere ugualmente ripetuta fino a che non si verifichino ulteriori ritorni.
Qualora si riscontrassero deformazioni permanenti notevoli, la prova di carico dovrà essere ripetuta per
60/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
constatare il comportamento elastico della struttura. Il confronto tra le deformazioni elastiche (consistenti
nelle differenze tra le deformazioni massime e le permanenti) e le corrispondenti deformazioni da calcolo,
fornirà al Collaudatore un criterio di giudizio sulla stabilità dell’opera.
Le armature di getti conto terra e di strutture di fondazione dovranno essere collegate, tramite materiali
conduttori, all’impianto di messa a terra.
Si precisa che nello stabilire il prezzo del forfait è stato tenuto conto degli oneri connessi al rispetto delle
norme per le costruzioni in zone sismiche. Nella esecuzione delle opere in conglomerato cementizio
semplice od armato, si dovranno osservare le norme di cui sopra nonché quelle contenute nelle leggi,
decreti, regolamenti in vigore o che venissero emanati durante l'esecuzione dei lavori nonché quanto altro
contenuto nel presente articolo. Nella esecuzione delle strutture in calcestruzzo si dovrà tenere conto, per le
altezze libere dei piani, degli spessori indicati in Capitolato per isolamenti e pavimentazioni, al fine di
garantire le altezze libere indicate in progetto tra i piani finiti. Gli spessori dei solai indicati nel progetto
architettonico sono puramente indicativi ma vengono precisamente indicati negli esecutivi delle opere in c.a.
Potranno essere ammesse delle tolleranze nel dimensionamento delle travi e dei pilastri, che non
pregiudichino la staticità dell’opera e le superfici di progetto. Tali tolleranze devono comunque essere
comprese nei limiti massimi previsti dalla normativa vigente, in particolar modo per le opere in c.a..
Casserature
Per quanto riguarda il contenimento dei getti di conglomerato cementizio, dovranno prevedersi tutti gli
accorgimenti atti a garantire l’esecuzione delle opere secondo le geometrie indicate nel progetto esecutivo
strutturale, qualunque esse siano per forma, spessore e/o disallineamento rispetto ai piani di travi, pilastri,
solai,etc..
Dovranno essere particolarmente curate le casseformi ed i getti delle strutture in c.a. che rimarranno a vista.
In ogni caso non saranno ammesse casserature deteriorate dall’eccessivo uso, che presentino tracce di
detriti o che non siano ben pulite, tali da pregiudicare una corretta stagionatura e riuscita dei getti, secondo
quanto richiesto dalla buona regola dell’arte e dalla D.L..
Dopo il getto, il calcestruzzo contenuto nei casseri attraversa diverse fasi per giungere alla sua maturazione
ovvero all’ottenimento di una struttura solida e resistente.
E’ importante proteggere le strutture da una eccessiva disidratazione (perdita d’acqua per evaporazione)
seguendo
le seguenti azioni, a seconda delle condizioni meteorologiche:
Mantenere il più a lungo possibile il calcestruzzo nel cassero
Procedere con una bagnatura continua delle superfici
Proteggere il getto con teli o fogli di plastica impermeabile
Proteggere il getto con materiale geotessile o iuta (mantenuti umidi).
Prestare la massima attenzione anche dopo il la scasseratura in quanto i getti appena scasserati sono molto
sensibili alle vibrazioni e agli urti.
REQUISITI DEI MATERIALI O DEGLI IMPASTI
Specifiche per il calcestruzzo
Le specifiche del calcestruzzo sono previste dalla norma UNI EN 206-1, richiamata dal DM del 14/01/2008
“Norme tecniche per le costruzioni”, dalle “linee guida sul calcestruzzo” del Consiglio superiore dei LL.PP.
del Febbraio 2003 e dalla norma UNI 11104 che fornisce le istruzioni complementari per l’applicazione della
UNI ENV13670. Per la messa in opera si richiama la norma UNI ENV 13670.
La norma UNI EN 206-1 per identificare univocamente le prestazioni richieste ad un calcestruzzo comporta
la definizione dei seguenti parametri:
a) conformità alla normativa EN 206-1;
b) la classe di resistenza a compressione, determinata dalle verifiche di calcolo della struttura, deve
soddisfare i requisiti minimi imposti dalle classi esposizione;
c) la classe di esposizione (UNI 11104), determinata a monte della verifica strutturale in quanto danno
indicazioni sia sui valori minimi dei copriferri sia sulle prestazioni del calcestruzzo;
d) la dimensione massima nominale dell’aggregato, determinata dalla geometria dell’elemento
strutturale;
e) la classe di contenuto in cloruri, stabilita in base al prospetto 10 della norma UNI EN 206-1;
f) la classe di consistenza, indice di grado di lavorabilità del calcestruzzo, definita in funzione della
densità dei ferri di armatura, della geometria dell’elemento strutturale, dei sistemi di compattazione
disponibili e dalla modalità di posa in opera.
La prescrizione del calcestruzzo all’atto del progetto deve essere caratterizzata almeno mediante la classe di
resistenza, la classe di consistenza ed il diametro massimo dell’aggregato. La classe di resistenza è
contraddistinta dai valori caratteristici delle resistenze cubica Rck e cilindrica fck a compressione uniassiale,
misurate su provini normalizzati e cioè rispettivamente su cilindri di diametro 150 mm e di altezza 300 mm e
su cubi di spigolo 150 mm.Al fine delle verifiche sperimentali i provini prismatici di base 150´150 mm e di
61/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
altezza 300 mm sono equiparati ai cilindri di cui sopra.
Al fine di ottenere le prestazioni richieste, si dovranno dare indicazioni in merito alla composizione, ai
processi di maturazione ed alle procedure di posa in opera, facendo utile riferimento alla norma UNI ENV
13670-1:2001 ed alle Linee Guida per la messa in opera del calcestruzzo strutturale e per la valutazione
delle caratteristiche meccaniche del calcestruzzo pubblicate dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio
Superiore dei Lavori Pubblici, nonché dare indicazioni in merito alla composizione della miscela, compresi gli
eventuali additivi, tenuto conto anche delle previste classi di esposizione ambientale (di cui, ad esempio, alla
norma UNI EN 206-1: 2006) e del requisito di durabilità delle opere.
La resistenza caratteristica a compressione è definita come la resistenza per la quale si ha il 5% di
probabilità di trovare valori inferiori. Nelle presenti norme la resistenza caratteristica designa quella dedotta
da prove su provini come sopra descritti, eseguite a 28 giorni di maturazione. Si dovrà tener conto degli
effetti prodotti da eventuali processi accelerati di maturazione. In tal caso potranno essere indicati altri tempi
di maturazione a cui riferire le misure di resistenza ed il corrispondente valore caratteristico.
Il conglomerato per il getto delle strutture di un’opera o di parte di essa si considera omogeneo se
confezionato con la stessa miscela e prodotto con medesime procedure.
I getti di solette, solai, travi e fondazioni dovranno essere convenientemente bagnati secondo normativa
vigente e secondo quanto indicato dalla D.L.
Il disarmo dovrà avvenire, sempre secondo le prescrizioni della D.L., tenendo conto delle condizioni di
temperatura ed umidità atmosferiche e comunque non prima che le strutture abbiano raggiunto una
adeguata resistenza.
Tutti i getti devono essere opportunamente costipati e vibrati mediante l’utilizzo di vibratore ad ago ad
immersione, in modo da eliminare tutte le porosità d’impasto del calcestruzzo.
E’ obbligatorio l’uso dei tasselli distanziatori in p.v.c. onde evitare che restino spessori di copriferro
insufficienti.
Gli impasti di calcestruzzo dovranno essere eseguiti in conformità di quanto previsto dal D.M. 14 gennaio
2008 e dalle relative norme vigenti.
La distribuzione granulometrica degli inerti, il tipo di cemento e la consistenza dell'impasto, devono essere
adeguati alla particolare destinazione del getto ed al procedimento di posa in opera del conglomerato,
secondo quanto previsto nel progetto delle opere in c.a..
Il quantitativo d'acqua deve essere il minimo necessario a consentire una buona lavorabilità del
conglomerato tenendo conto anche dell'acqua contenuta negli inerti.
Partendo dagli elementi già fissati il rapporto acqua-cemento, e quindi il dosaggio del cemento, dovrà essere
scelto in relazione alla resistenza richiesta per il conglomerato, come previsto nel progetto delle opere in
c.a..
L'impiego degli additivi dovrà essere subordinato all'accertamento della assenza di ogni pericolo di
aggressività e devono essere conformi alla norma europea armonizzata UNI EN 934-2.
L’acqua di impasto, ivi compresa l’acqua di riciclo, dovrà essere conforme alla norma UNI EN 1008.
L'impasto deve essere fatto con mezzi idonei ed il dosaggio dei componenti eseguito con modalità atte a
garantire la costanza del proporzionamento previsto in sede di progetto.
Nei calcestruzzi è ammesso l’impiego di aggiunte, in particolare di ceneri volanti, loppe granulate
d’altoforno e fumi di silice, purché non ne vengano modificate negativamente le caratteristiche prestazionali.
Le ceneri volanti devono soddisfare i requisiti della norma europea armonizzata UNI EN 450-1. Per quanto
riguarda l’impiego si potrà fare utile riferimento ai criteri stabiliti dalle norme UNI EN 206-1 ed UNI 11104.
I fumi di silice devono soddisfare i requisiti della norma europea armonizzata UNI EN 13263-1.
Per i calcestruzzi preconfezionati si fa riferimento alla norma UNI EN 206-1.
Materiali e prodotti per uso strutturale
I materiali ed i prodotti per uso strutturale, utilizzati nelle opere soggette al D.M. 14 gennaio 2008 devono
rispondere ai requisiti indicati nel seguito.
I materiali e prodotti per uso strutturale devono essere:
- identificati univocamente a cura del produttore, secondo le procedure applicabili;
- qualificati sotto la responsabilità del produttore, secondo le procedure applicabili;
- accettati dal Direttore dei Lavori mediante acquisizione e verifica della documentazione di qualificazione,
nonché mediante eventuali prove sperimentali di accettazione.
Per i materiali e prodotti recanti la Marcatura CE sarà onere del Direttore dei Lavori, in fase di accettazione,
accertarsi del possesso della marcatura stessa e richiedere ad ogni fornitore, per ogni diverso prodotto, il
Certificato ovvero Dichiarazione di Conformità alla parte armonizzata della specifica norma europea ovvero
allo specifico Benestare Tecnico Europeo, per quanto applicabile.
Sarà inoltre onere del Direttore dei Lavori verificare che tali prodotti rientrino nelle tipologie, classi e/o
famiglie previsti nella detta documentazione.
Per i prodotti non recanti la Marcatura CE, il Direttore dei Lavori dovrà accertarsi del possesso e del regime
di validità dell’Attestato di Qualificazione o del Certificato di Idoneità Tecnica all’impiego rilasciato del
Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
62/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
Le prove su materiali e prodotti, a seconda delle specifiche procedure applicabili, devono generalmente
essere effettuate da:
a) laboratori di prova notificati ai sensi dell’art.18 della Direttiva n. 89/106/CEE;
b) laboratori di cui all’art. 59 del D.P.R. n. 380/2001;
c) altri laboratori, dotati di adeguata competenza ed idonee attrezzature, appositamente abilitati dal
Servizio Tecnico Centrale.
Controllo di accettazione
Il Direttore dei Lavori ha l’obbligo di eseguire controlli sistematici in corso d’opera per verificare la conformità
delle caratteristiche del calcestruzzo messo in opera rispetto a quello stabilito dal progetto e
sperimentalmente verificato in sede di valutazione preliminare.
Il controllo di accettazione va eseguito su miscele omogenee e si configura, in funzione del quantitativo di
calcestruzzo in accettazione come previsto dal D.M. 14 gennaio 2008.
Il prelievo dei provini per il controllo di accettazione va eseguito alla presenza del Direttore dei Lavori o di un
tecnico di sua fiducia che provvede alla redazione di apposito verbale di prelievo e dispone l’identificazione
dei provini mediante sigle, etichettature indelebili, ecc.; la certificazione effettuata dal laboratorio prove
materiali deve riportare riferimento a tale verbale.
La domanda di prove al laboratorio deve essere sottoscritta dal Direttore dei Lavori e deve contenere precise
indicazioni sulla posizione delle strutture interessate da ciascun prelievo.
Le prove non richieste dal Direttore dei Lavori non possono fare parte dell’insieme statistico che serve per la
determinazione della resistenza caratteristica del materiale.
Le prove a compressione vanno eseguite conformemente alle norme UNI EN 12390-3.
I certificati di prova emessi dai laboratori devono contenere almeno:
- l’identificazione del laboratorio che rilascia il certificato;
- una identificazione univoca del certificato (numero di serie e data di emissione) e di ciascuna sua
pagina, oltre al numero totale di pagine;
- l’identificazione del committente dei lavori in esecuzione e del cantiere di riferimento;
- il nominativo del Direttore dei Lavori che richiede la prova;
- la descrizione, l’identificazione e la data di prelievo dei campioni da provare;
- la data di ricevimento dei campioni e la data di esecuzione delle prove;
- l’identificazione delle specifiche di prova o la descrizione del metodo o procedura adottata, con
l’indicazione delle norme di riferimento per l’esecuzione della stessa;
- le dimensioni effettivamente misurate dei campioni provati, dopo eventuale rettifica;
- le modalità di rottura dei campioni;
- la massa volumica del campione;
- i valori di resistenza misurati.
Per gli elementi prefabbricati di serie, realizzati con processo industrializzato, sono valide le specifiche
indicazioni di cui al punto 11.8.3.1 del D.M. 14 gennaio 2008.
L’opera o la parte di opera non conforme ai controlli di accettazione non può essere accettata finché la non
conformità non sia stata definitivamente rimossa dal costruttore, il quale deve procedere ad una verifica delle
caratteristiche del calcestruzzo messo in opera mediante l’impiego di altri mezzi d’indagine, secondo quanto
prescritto dal Direttore dei Lavori e conformemente a quanto indicato nel punto 11.2.6. del D.M. 14 gennaio
2008. Qualora gli ulteriori controlli confermino i risultati ottenuti, si procederà ad un controllo teorico e/o
sperimentale della sicurezza della struttura interessata dal quantitativo di calcestruzzo non conforme, sulla
base della resistenza ridotta del calcestruzzo.
Ove ciò non fosse possibile, ovvero i risultati di tale indagine non risultassero soddisfacenti si può
dequalificare l’opera, eseguire lavori di consolidamento ovvero demolire l’opera stessa.
I “controlli di accettazione” sono obbligatori ed il collaudatore è tenuto a controllarne la validità, qualitativa e
quantitativa; ove ciò non fosse, il collaudatore è tenuto a far eseguire delle prove che attestino le
caratteristiche del calcestruzzo, seguendo la medesima procedura che si applica quando non risultino
rispettati i limiti fissati dai “controlli di accettazione”.
Per calcestruzzo confezionato con processo industrializzato, il Direttore dei Lavori, è tenuto a verificare
quanto prescritto nel punto 11.2.8. del succitato decreto ed a rifiutare le eventuali forniture provenienti da
impianti non conformi; dovrà comunque effettuare le prove di accettazione previste al punto 11.2.5 del D.M.
e ricevere, prima dell’inizio della fornitura, copia della certificazione del controllo di processo produttivo.
Per produzioni di calcestruzzo inferiori a 1500 m3 di miscela omogenea, effettuate direttamente in cantiere,
mediante processi di produzione temporanei e non industrializzati, la stessa deve essere confezionata sotto
la diretta responsabilità del costruttore. Il Direttore dei Lavori deve avere, prima dell’inizio delle forniture,
evidenza documentata dei criteri e delle prove che hanno portato alla determinazione della resistenza
caratteristica di ciascuna miscela omogenea di conglomerato, così come indicato al punto 11.2.3 del D.M. 14
gennaio 2008.
Prescrizioni Comuni a tutte le Tipologie di Acciaio
63/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
Gli acciai per l'armatura del calcestruzzo normale devono rispondere alle prescrizioni contenute nel vigente
D.M. attuativo della legge 1086/71 (D.M. 14 gennaio 2008) e relative circolari esplicative.
E' fatto divieto di impiegare acciai non qualificati all'origine.
Forniture e documentazione di accompagnamento
Tutte le forniture di acciaio, per le quali non sussista l’obbligo della Marcatura CE, devono essere
accompagnate dalla copia dell’attestato di qualificazione del Servizio Tecnico Centrale.
Il riferimento a tale attestato deve essere riportato sul documento di trasporto.
Le forniture effettuate da un commerciante intermedio devono essere accompagnate da copia dei documenti
rilasciati dal Produttore e completati con il riferimento al documento di trasporto del commerciante stesso.
Il Direttore dei Lavori prima della messa in opera, è tenuto a verificare quanto sopra indicato ed a rifiutare le
eventuali forniture non conformi, ferme restando le responsabilità del produttore.
Centri di trasformazione
Il Centro di trasformazione, impianto esterno alla fabbrica e/o al cantiere, fisso o mobile, che riceve dal
produttore di acciaio elementi base (barre o rotoli, reti, lamiere o profilati, profilati cavi, ecc.) e confeziona
elementi strutturali direttamente impiegabili in cantiere, pronti per la messa in opera o per successive
lavorazioni, può ricevere e lavorare solo prodotti qualificati all’origine, accompagnati dalla documentazione
prevista dalle norme vigenti.
Il Direttore dei Lavori è tenuto a verificare la conformità a quanto indicato al punto 11.3.1.7 del D.M. 14
gennaio 2008 e a rifiutare le eventuali forniture non conformi, ferme restando le responsabilità del centro di
trasformazione. Della documentazione di cui sopra dovrà prendere atto il collaudatore, che riporterà, nel
Certificato di collaudo, gli estremi del centro di trasformazione che ha fornito l’eventuale materiale lavorato.
I controlli di qualità del calcestruzzo
Il calcestruzzo va prodotto in regime di controllo di qualità, con lo scopo di garantire che rispetti le
prescrizioni definite in sede di progetto.
Il controllo si articola nelle seguenti fasi:
- Valutazione preliminare della resistenza: serve a determinare, prima dell’inizio della
costruzione delle opere, la miscela per produrre il calcestruzzo con la resistenza
caratteristica di progetto.
- Controllo di produzione: riguarda il controllo da eseguire sul calcestruzzo durante la
produzione del calcestruzzo stesso.
- Controllo di accettazione: riguarda il controllo da eseguire sul calcestruzzo prodotto durante
l’esecuzione dell’opera, con prelievo effettuato contestualmente al getto dei relativi elementi
strutturali.
L’esecuzione dei controlli sopra menzionati deve essere effettuata come stabilito nell’art. 11 del D.M.
14/01/2008. Pertanto il prelievo dei campioni ed i metodi di prove saranno condotti secondo quanto previsto
nel sopra menzionato D.M. I controlli sugli impasti consegnati medianti betoniere o ricavati da impianti
montati in cantiere saranno eseguiti dalla D.L. secondo le modalità dallo stesso stabilite.
Resta, comunque, a carico dell'impresa appaltatrice ed esecutrice la responsabilità del trattamento in opera
del calcestruzzo (getto, stagionatura e disarmo).
Forniture irregolari
Qualora si rilevino inadempienze della ditta appaltatrice il calcestruzzo viene definito irregolare. Nei
calcestruzzi a resistenza la irregolarità si riferisce a tutta la fornitura rappresentata dalla serie dei prelievi
servita per il calcolo della resistenza caratteristica. Nei calcestruzzi a dosaggio la irregolarità si riferisce alla
fornitura effettuata posteriormente all'ultima verifica che aveva stabilito l'accettabilità del prodotto. Eventuali
conseguenze civili e penali saranno comunque a carico dei responsabili per legge.
I materiali e gli impasti dovranno possedere i requisiti richiesti nel citato D.M. 14/01/2008.
Il calcestruzzo dovrà avere classe Rck indicata negli elaborati esecutivi delle strutture; non è ammesso l’uso
di conglomerati di classe inferiore a C20/25.
Attraversamento di strutture con tubazioni
Nel caso di attraversamento delle strutture orizzontali con tubi o canalizzazioni degli impianti dovranno
preventivamente essere predisposti opportuni fori passatori.
Leganti:
Acqua, calci, cementi ed agglomerati cementizi, pozzolane, gesso
L'acqua per l'impasto con leganti idraulici (UNI EN 1008:2003) dovrà essere dolce, limpida, priva di sostanze
organiche o grassi e priva di sali (particolarmente solfati e cloruri) in percentuali dannose e non essere
aggressiva per il conglomerato risultante. In caso di necessità, dovrà essere trattata per ottenere il grado di
purezza richiesto per l’intervento da eseguire. In taluni casi dovrà essere, altresì, additivata per evitare
l’instaurarsi di reazioni chimico – fisiche che potrebbero causare la produzione di sostanze pericolose (DM 9
gennaio 1996 – allegato I).
Le calci aeree devono rispondere ai requisiti di cui al R.D. n. 2231 del 16 novembre 1939, “Norme per
l’accettazione delle calci” e ai requisiti di cui alla norma UNI 459 (“Calci da costruzione”).
Le calci idrauliche, oltre che ai requisiti di accettazione di cui al R.D. 16 novembre 1939, n. 2231 e a quelli
64/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
della norma UNI 459, devono rispondere alle prescrizioni contenute nella legge 26 maggio 1965, n. 595
“Caratteristiche tecniche e requisiti dei leganti idraulici” ed ai requisiti di accettazione contenuti nel DM 31
agosto 1972 “Norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova degli agglomerati cementizi e delle calci
idrauliche” e s.m. ed i. Le calci idrauliche devono essere fornite o in sacchi sigillati o in imballaggi speciali a
chiusura automatica a valvola, che non possono essere aperti senza lacerazione, o alla rinfusa. Per
ciascuna delle tre alternative valgono le prescrizioni di cui all’art. 3 della legge n. 595/1965.
I cementi da impiegare in qualsiasi lavoro devono rispondere ai limiti di accettazione contenuti nella legge 26
maggio 1965, n. 595 e nel DM 3.06.1968 (“Nuove norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova dei
cementi”) e successive modifiche e integrazioni (DM 20.11.1984 e DM 13.09.1993). Tutti i cementi devono
essere, altresì, conformi al DM n. 314 emanato dal Ministero dell’industria in data 12 luglio 1999 (che ha
sostituito il DM n. 126 del 9.03.1988 con l’allegato “Regolamento del servizio di controllo e certificazione di
qualità dei cementi” dell’ICITE - CNR) ed in vigore dal 12 marzo 2000, che stabilisce le nuove regole per
l’attestazione di conformità per i cementi immessi sul mercato nazionale e per i cementi destinati ad essere
impiegati nelle opere in conglomerato normale, armato e precompresso. I requisiti da soddisfare devono
essere quelli previsti dalla norma UNI EN 197-2001 “Cemento. Composizione, specificazioni e criteri di
conformità per cementi comuni”.
Gli agglomerati cementizi, oltre a soddisfare i requisiti di cui alla legge n. 595/1965, devono rispondere alle
prescrizioni di cui al DM del 31.08.1972 “Norme sui requisiti di accettazione e modalità di prova degli
agglomerati cementizi e delle calci idrauliche” e s.m. ed i..
I cementi e gli agglomeranti cementizi devono essere forniti o in sacchi sigillati o in imballaggi speciali a
chiusura automatica a valvola, che non possono essere aperti senza lacerazione, o alla rinfusa. Per
ciascuna delle tre alternative valgono le prescrizioni di cui all’art. 3 della legge n. 595/1965.
I cementi e gli agglomerati cementizi devono essere in ogni caso conservati in magazzini coperti, ben
ventilati e riparati dall'umidità e da altri agenti capaci di degradarli prima dell'impiego.
Le pozzolane devono essere ricavate da strati mondi da cappellaccio ed esenti da sostanze eterogenee o di
parti inerti; qualunque sia la provenienza devono rispondere a tutti i requisiti prescritti dal RD 16 novembre
1939, n. 2230.
Il gesso dovrà essere di recente cottura, perfettamente asciutto, di fine macinazione in modo da non lasciare
residui sullo staccio di 56 maglie a centimetro quadrato, scevro da materie eterogenee e senza parti alterate
per estinzione spontanea. Il gesso dovrà essere conservato in locali coperti, ben riparati dall'umidità e da
agenti degradanti.
L’uso del gesso dovrà essere preventivamente autorizzato dalla Direzione lavori. Per l'accettazione valgono i
criteri generali dell'art. 69 (Materiali in genere) e la norma UNI 5371 (“Pietra da gesso per la fabbricazione di
leganti. Classificazione, prescrizioni e prove”).
Materiali inerti per conglomerati cementizi e per malte
Gli aggregati per conglomerati cementizi (sabbie, ghiaie e pietrisco), naturali e di frantumazione, devono
essere costituiti da elementi non gelivi e non friabili, privi di sostanze organiche, limose ed argillose, di
gesso, ecc., in proporzioni nocive all'indurimento del conglomerato o alla conservazione delle armature.
Sono idonei alla produzione del calcestruzzo per uso strutturale gli aggregati ottenuti dalla lavorazione di
materiali naturali, artificiali, ovvero provenienti da processi di riciclo conformi alla norma europea
armonizzata UNI EN 12620 e, per gli aggregati leggeri, alla norma europea armonizzata UNI EN 13055-1.
La scelta degli aggregati ed i relativi requisiti di conformità sono effettuati secondo quanto previsto all’art.
11.2.9 del D.M. 14/01/2008.
L’analisi granulometrica, atta a definire la pezzatura di sabbie, ghiaie e pietrischi deve essere eseguita
utilizzando i crivelli ed i setacci indicati nelle norme UNI 2332-1 e UNI 2334. È quindi obbligo
dell’appaltatore, per il controllo granulometrico, mettere a disposizione della direzione lavori detti crivelli. Il
diametro massimo dei grani deve essere scelto in funzione della sezione minima del getto, della distanza
minima tra i ferri d’armatura e dello spessore del copriferro, secondo quanto indicato nel progetto delle opere
in c.a..
Le sabbie, naturali o artificiali, da impiegare nelle malte e nei calcestruzzi devono:
- essere ben assortite in grossezza;
- essere costituite da grani resistenti, non provenienti da roccia decomposta o gessosa;
- avere un contenuto di solfati e di cloruri molto basso (soprattutto per malte a base di cemento);
- essere tali da non reagire chimicamente con la calce e con gli alcali del cemento, per evitare rigonfiamenti
e quindi fessurazioni, macchie superficiali;
- essere scricchiolanti alla mano;
- non lasciare traccia di sporco;
- essere lavate con acqua dolce anche più volte, se necessario, per eliminare materie nocive e sostanze
eterogenee;
- avere una perdita in peso non superiore al 2% se sottoposte alla prova di decantazione in acqua.
E’ assolutamente vietato l’uso di sabbia marina.
L’appaltatore dovrà mettere a disposizione della direzione lavori i vagli di controllo (stacci) di cui alla citata
65/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
norma UNI 2332 per il controllo granulometrico.
In particolare:
- la sabbia per murature in genere deve essere costituita da grani di dimensioni tali da passare attraverso lo
staccio 2, UNI 2332-1;
- la sabbia per intonaci, stuccature e murature a faccia vista deve essere costituita da grani passanti
attraverso lo staccio 0,5, UNI 2332-1;
- la sabbia per i conglomerati cementiti deve essere conforme ai quanto previsto nell’Allegato 1 del DM 3
giugno 1968 e dall’Allegato 1, punto 1.2, del DM 9 gennaio 1996 “Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione
ed il collaudo delle strutture in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche”. I
grani devono avere uno spessore compreso tra 0,1 mm e 5,0 mm (UNI 2332) ed essere adeguati alla
destinazione del getto ed alle condizioni di posa in opera.
La ghiaia da impiegare nelle malte e nei conglomerati cementizi deve essere:
- costituita da elementi puliti di materiale calcareo o siliceo;
- ben assortita; priva di parti friabili; lavata con acqua dolce, se necessario per eliminare materie
nocive.
Il pietrisco, utilizzato in alternativa alla ghiaia, deve essere ottenuto dalla frantumazione di roccia compatta ,
durissima silicea o calcarea, ad alta resistenza meccanica.
Le loro caratteristiche tecniche devono essere quelle stabilite dal DM 9.01.96, All. 1 punto 2.
L’appaltatore dovrà mettere a disposizione della direzione lavori i vagli di controllo (stacci) di cui alla citata
norma UNI 2334 per il controllo granulometrico.
Le dimensioni dei granuli delle ghiaie e del pietrisco per conglomerati cementizi sono prescritte dalla
direzione lavori in base alla destinazione d’uso e alle modalità di applicazione. In ogni caso le dimensioni
massime devono essere commisurate alle caratteristiche geometriche della carpenteria del getto ed
all’ingombro delle armature.
Nel dettaglio gli elementi costituenti ghiaie e pietrischi devono essere di dimensioni tali da:
passare attraverso un setaccio con maglie circolari del diametro di 5 cm se utilizzati per lavori di
fondazione/elevazione, muri di sostegno, rivestimenti di scarpata, ecc…
passare attraverso un setaccio con maglie circolari del diametro di 4 cm se utilizzati per volti di getto;
passare attraverso un setaccio con maglie circolari del diametro di 3 cm se utilizzati per cappe di volti, lavori
in cemento armato, lavori a parete sottile.
In ogni caso, salvo alcune eccezioni, gli elementi costituenti ghiaie e pietrischi devono essere tali da non
passare attraverso un setaccio con maglie circolari del diametro di cm 1.
Sabbia, ghiaia e pietrisco sono in genere forniti allo stato sciolto e sono misurati o a metro cubo di materiale
assestato sugli automezzi per forniture o a secchie, di capacità convenzionale pari ad 1/100 di mc, nel caso
in cui occorrono solo minimi quantitativi.
Le pietre naturali da impiegarsi nella muratura e per qualsiasi altro lavoro, devono essere a grana compatta
e monde da cappellaccio, esenti da piani di sfaldamento, da screpolature, peli, venature, interclusioni di
sostanze estranee; devono avere dimensioni adatte al particolare loro impiego, offrire una resistenza
proporzionata alla entità della sollecitazione cui devono essere soggette, ed avere una efficace adesività alle
malte. Sono escluse, salvo specifiche prescrizioni, le pietre gessose ed in generale tutte quelle che
potrebbero subire alterazioni per l’azione degli agenti atmosferici o dell’acqua corrente.
Gli additivi per impasti cementizi devono essere conformi alla norma europea armonizzata UNI EN 934-2.
Per le modalità di controllo ed accettazione il Direttore dei Lavori potrà far eseguire prove od accettare
l'attestazione di conformità alle norme secondo i criteri del presente capitolato.
Gli additivi per impasti cementizi, come da norma UNI EN 934, si intendono classificati come segue:
fluidificanti;aeranti; ritardanti; acceleranti; fluidificanti-aeranti; fluidificanti-ritardanti; fluidificanti- acceleranti;
antigelo superfluidificanti. I conglomerati cementizi per strutture in cemento armato dovranno rispettare tutte
le prescrizioni di cui al D.M. 14 gennaio 2008 e relative circolari esplicative.
Per quanto non espressamente contemplato, si rinvia alla seguente normativa tecnica: UNI EN 934 (varie
parti), UNI EN 480 (varie parti), UNI EN 13139, UNI EN 13055-1, UNI EN 12620.Tutti i prodotti e/o materiali
di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE secondo la normativa tecnica
vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
Norme di esecuzione per il cemento armato normale
Durante l'esecuzione di opere in cemento armato normale, l'appaltatore deve attenersi alle prescrizioni
contenute nella legge n. 1086/71 nonché alle norme tecniche del DM 14/01/2008.
a) Gli impasti devono essere preparati e trasportati in modo da escludere pericoli di segregazione dei
componenti o di prematuro inizio della presa al momento del getto. Il getto deve essere convenientemente
compattato e la relativa superficie deve essere mantenuta umida per almeno tre giorni.
Non si deve mettere in opera il conglomerato a temperature minori o prossime allo 0°C salvo il ricorso ad
opportune cautele.
Nel periodo invernale i getti devono avvenire tra le ore 7 e le ore 13, evitando che le prime ore di inizio presa
coincidano con le ore notturne incorrendo nel pericolo di gelate e abbassamenti di temperatura al di sotto
66/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
dello 0°C.
Nel periodo estivo dovranno essere evitate le ore più calde.
Le temperature troppo alte, l’umidità relativa e il vento, sono i principali fattori negativi sulla corretta posa in
opera e maturazione del getto in calcestruzzo. Attenzione, a temperature sopra i 25 °C il calcestruzzo fa
presa rapidamente. Infatti nel periodo estivo il maggior problema è rappresentato dalla perdita di lavorabilità
del calcestruzzo fresco a causa dell’accelerazione del processo di idratazione alle brevissime stagionature
con l’aumento di temperature.
Ad esempio, temperatura 22°C, umidità relativa 40% e vento a 15 Km/h fanno evaporare dal calcestruzzo
fresco 1 litro/ora di acqua per m2 di superficie. Se la temperatura passa da 22°C a 27°C l’evaporazione
aumenta del 100%. Aggiungendo acqua al calcestruzzo le resistenze diminuiscono ed aumentano gli
inconvenienti.
Di seguito si elencano alcune importanti precauzioni da seguire per la corretta posa e maturazione del
calcestruzzo nel periodo estivo:
• programmare esattamente i tempi di getto e di finitura evitando di far aspettare in cantiere le autobetoniere
sotto il sole considerando che alle alte temperature il calcestruzzo indurisce rapidamente lasciando poco
tempo a disposizione per il trasporto e la posa in opera del calcestruzzo stesso;
• modificare le condizioni ambientali bagnando e proteggendo il luogo del getto;
• iniziare subito la stagionatura del getto in calcestruzzo proteggendolo con teli o impiegando agenti
stagionanti (curing);
• il getto in calcestruzzo deve rimanere bagnato per una settimana.
E’ fondamentale pianificare sia l’orario che la durata delle operazioni di getto, anche in considerazione della
previsione delle condizioni meteorologiche.
I getti dovranno essere obbligatoriamente pianificati e concordati preventivamente con la D.L. ( con
preavviso, per ogni getto, almeno due giorni prima), in modo da consentire al personale addetto alla
D.L. ed alle operazioni di collaudo di verificare prima la corretta posa in opera delle armature di
progetto e di presenziare poi alle operazioni di getto.
b) Le giunzioni delle barre in zona tesa, quando non evitabili, devono essere realizzate possibilmente nelle
regioni di minor sollecitazione, in ogni caso devono essere opportunamente sfalsate. Le giunzioni di cui
sopra possono effettuarsi mediante:
saldature eseguite in conformità delle norme in vigore sulle saldature;
manicotto filettato;
sovrapposizione calcolata in modo da assicurare l'ancoraggio di ciascuna barra. In ogni caso la
lunghezza di sovrapposizione in retto deve essere non minore di 20 volte il diametro e la
prosecuzione di ciascuna barra deve essere deviata verso la zona compromessa. La distanza mutua
(interferro) nella sovrapposizione non deve superare 6 volte il diametro.
c) Le barre piegate devono presentare, nelle piegature, un raccordo circolare di raggio non minore di 6 volte
il diametro. Per barre di acciaio incrudito a freddo le piegature non possono essere effettuate a caldo.
d) La superficie dell'armatura resistente deve distare dalle facce esterne del conglomerato di almeno 0,8 cm
nel caso di solette, setti e pareti, e di almeno 2 cm nel caso di travi e pilastri. Tali misure devono essere
aumentate, e al massimo rispettivamente portate a 2 cm per le solette ed a 4 cm per le travi ed i pilastri, in
presenza di salsedine marina ed altri agenti aggressivi. Copriferri maggiori richiedono opportuni
provvedimenti intesi ad evitare il distacco (per esempio reti).
Le superfici delle barre devono essere mutuamente distanziate in ogni direzione di almeno una volta il
diametro delle barre medesime e, in ogni caso, non meno di 2 cm.
Si potrà derogare a quanto sopra raggruppando le barre a coppie ed aumentando la mutua distanza minima
tra le coppie ad almeno 4 cm.
Per le barre di sezione non circolare si deve considerare il diametro del cerchio circoscritto.
e) Il disarmo deve avvenire per gradi ed in modo da evitare azioni dinamiche. Esso non deve inoltre avvenire
prima che la resistenza del conglomerato abbia raggiunto il valore necessario in relazione all'impiego della
struttura all'atto del disarmo, tenendo anche conto delle altre esigenze progettuali e costruttive; la decisione
è lasciata al giudizio del Direttore dei lavori.
Armatura delle travi
Negli appoggi di estremità all’intradosso deve essere disposta un’armatura efficacemente ancorata,
calcolata per uno sforzo di trazione pari al taglio.
Almeno il 50% dell’armatura necessaria per il taglio deve essere costituita da staffe.
Armatura dei pilastri
Nel caso di elementi sottoposti a prevalente sforzo normale, le barre parallele all’asse devono avere
diametro maggiore od uguale a 12 mm e non potranno avere interassi maggiori di 300 mm.
Le armature trasversali devono essere poste ad interasse non maggiore di 12 volte il diametro minimo delle
barre impiegate per l’armatura longitudinale, con un massimo di 250 mm. Il diametro delle staffe non deve
essere minore di 6 mm e di ¼ del diametro massimo delle barre longitudinali.
67/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
Copriferro e interferro
L’armatura resistente deve essere protetta da un adeguato ricoprimento di calcestruzzo.
Al fine della protezione delle armature dalla corrosione, lo strato di ricoprimento di calcestruzzo (copriferro)
deve essere dimensionato in funzione dell’aggressività dell’ambiente e della sensibilità delle armature alla
corrosione, tenendo anche conto delle tolleranze di posa delle armature.
Per consentire un omogeneo getto del calcestruzzo, il copriferro e l’interferro delle armature devono essere
rapportati alla dimensione massima degli inerti impiegati.
Il copriferro e l’interferro delle armature devono essere dimensionati anche con riferimento al necessario
sviluppo delle tensioni di aderenza con il calcestruzzo.
Ancoraggio delle barre e loro giunzioni
Le armature longitudinali devono essere interrotte ovvero sovrapposte preferibilmente nelle zone compresse
o di minore sollecitazione.
La continuità fra le barre può effettuarsi mediante:
- sovrapposizione, calcolata in modo da assicurare l’ancoraggio di ciascuna barra. In ogni caso la
lunghezza di sovrapposizione nel tratto rettilineo deve essere non minore di 20 volte il diametro della
barra. La distanza mutua (interferro) nella sovrapposizione non deve superare 4 volte il diametro;
- saldature, eseguite in conformità alle norme in vigore sulle saldature. Devono essere accertate la
saldabilità degli acciai che vengono impiegati, nonché la compatibilità fra metallo e metallo di apporto
nelle posizioni o condizioni operative previste nel progetto esecutivo;
- giunzioni meccaniche per barre di armatura. Tali tipi di giunzioni devono essere preventivamente validati
mediante prove sperimentali.
Per barre di diametro Ø >32 mm occorrerà adottare particolari cautele negli ancoraggi e nelle
sovrapposizioni.
Tutti i progetti devono contenere la descrizione delle specifiche di esecuzione in funzione della particolarità
dell’opera, del clima, della tecnologia costruttiva.
In particolare il documento progettuale deve contenere la descrizione dettagliata delle cautele da adottare
per gli impasti, per la maturazione dei getti, per il disarmo e per la messa in opera degli elementi strutturali.
Si potrà a tal fine fare utile riferimento alla norma UNI EN 13670-1 “Esecuzione di strutture in calcestruzzo –
Requisiti comuni”.
Esecuzione delle opere in calcestruzzo armato precompresso
L’armatura resistente deve essere protetta da un adeguato ricoprimento di calcestruzzo.
Al fine della protezione delle armature dalla corrosione, lo strato di ricoprimento di calcestruzzo (copriferro)
deve essere dimensionato in funzione dell’aggressività dell’ambiente e della sensibilità
delle armature alla corrosione, tenendo anche conto delle tolleranze di posa delle armature.
Per consentire un omogeneo getto del calcestruzzo, il copriferro e l’interferro delle armature devono essere
rapportati alla dimensione massima degli inerti impiegati.
Il copriferro e l’interferro delle armature devono essere dimensionati anche con riferimento al necessario
sviluppo delle tensioni di aderenza con il calcestruzzo.
Nel caso di armature pre-tese, nella testata i trefoli devono essere ricoperti con adeguato materiale
protettivo, o con getto in opera.
Nel caso di armature post-tese, gli apparecchi d’ancoraggio della testata devono essere protetti in modo
analogo.
All’atto della messa in tiro si debbono misurare contemporaneamente lo sforzo applicato e l’allungamento
conseguito.
La distanza minima netta tra le guaine deve essere commisurata sia alla massima dimensione
dell’aggregato impiegato sia al diametro delle guaine stesse in relazione rispettivamente ad un omogeneo
getto del calcestruzzo fresco ed al necessario sviluppo delle tensioni di aderenza con il calcestruzzo.
I risultati conseguiti nelle operazioni di tiro, le letture ai manometri e gli allungamenti misurati, vanno registrati
in apposite tabelle e confrontate con le tensioni iniziali delle armature e gli allungamenti teorici previsti in
progetto.
La protezione dei cavi scorrevoli va eseguita mediante l’iniezione di adeguati materiali atti a prevenire la
corrosione ed a fornire la richiesta aderenza.
Per la buona esecuzione delle iniezioni è necessario che le stesse vengano eseguite secondo apposite
procedure di controllo della qualità.
Responsabilità per le Opere in Calcestruzzo Armato e Calcestruzzo Armato Precompresso
Nell'esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso l'Appaltatore dovrà attenersi
strettamente a tutte le disposizioni contenute nel D.P.R. 380/2001 e s.m.i., e nelle norme tecniche vigenti
(UNI EN 1991-1-6).
Nelle zone sismiche valgono le norme tecniche emanate in forza del D.P.R. 380/2001 e s.m.i., e del D.M. 14
gennaio 2008.
Tutti i lavori di cemento armato precompresso, saranno eseguiti in base ai calcoli di stabilità accompagnati
da disegni esecutivi e da una relazione, che dovranno essere redatti e firmati da un tecnico abilitato iscritto
68/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
all'Albo, e che l'Appaltatore dovrà presentare alla Direzione dei Lavori entro il termine che gli verrà prescritto,
attenendosi agli schemi e disegni facenti parte del progetto ed allegati al contratto o alle norme che gli
verranno impartite, a sua richiesta, all'atto della consegna dei lavori.
L'esame e verifica da parte della Direzione dei Lavori dei progetti delle varie strutture in cemento armato non
esonera in alcun modo l'Appaltatore e il progettista delle strutture dalle responsabilità loro derivanti per legge
e per le precise pattuizioni del contratto.
Tutti i prodotti e/o materiali di cui al presente articolo, qualora possano essere dotati di marcatura CE
secondo la normativa tecnica vigente, dovranno essere muniti di tale marchio.
Art. 72 MATERIALI FRP
Rappresentano materiali utilizzati per effettuare interventi di consolidamento di elementi strutturali in
calcestruzzo.
Per la fornitura e la posa si farà riferimento a quanto prescritto dalle:
CNR DT 200/2004 - Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Controllo di Interventi di
Consolidamento Statico mediante l’utilizzo di Compositi Fibrorinforzati - Materiali, strutture in c.a. e in
c.a.p.,strutture
murarie
CNR DT 201/2005 - Studi preliminari finalizzati alla redazione di Istruzioni per Interventi di Consolidamento
Statico
di
Strutture
Lignee
mediante
l'utilizzo
di
Compositi
Fibrorinforzati
CNR DT 202/2005 - Studi preliminari finalizzati alla redazione di Istruzioni per Interventi di Consolidamento
Statico
di
Strutture
Metalliche
mediante
l'utilizzo
di
Compositi
Fibrorinforzati
CNR DT 203/2006 - Istruzioni per la progettazione, l'esecuzione ed il controllo di strutture di calcestruzzo
armato
con
barre
di
materiale
composito
fibrorinforzato
CNR DT 205/2007 - Istruzioni per la Progettazione, l’Esecuzione ed il Controllo di Strutture realizzate con
Profili
Pultrusi
di
Materiale
Composito
Fibrorinforzato
(FRP)
Circolare n. 617 del 2/2/2009 - Istruzioni per l’Applicazione Nuove Norme Tecniche Costruzioni di cui
al
Decreto
Ministeriale
14
gennaio
2008
Linee guida per la progettazione, l’esecuzione ed il collaudo di interventi di rinforzo di strutture di
c.a., c.a.p. e murarie mediante FRP, documento redatto ed approvato da Consiglio Superiore dei Lavori
Pubblici in data 24 luglio 2009.
La tipologia di applicazione della FRP utilizzata riguarderà esclusivamente sistemi di rinforzo di cui saranno
certificati sia i materiali che il processo completo di applicazione.
Tipologie di FRP utilizzati in progetto:
Si prevede il rinforzo a taglio mediante applicazione di strisce in fibra di carbonio ad alta resistenza (non alto
modulo -HM-) tipo CARBOSTRU HR, caratterizzate da valori di Ef 235.000 N/mm2 e εfk17.5%. Il tipo
adottato è denominato UDHR 400/10 applicato in configurazione U-jacked/90° (senza risvoltare la fascia
all'estradosso del solaio soprastante; la tessitura delle fasce è verticale), con larghezza della fascia pari a 10
cm, applicata per tutto lo sviluppo della trave a passo 30 cm (distanza 20 tra due fasce consecutive).
Art. 73 - SOLAI
Le coperture degli ambienti e dei vani e le suddivisioni orizzontali tra gli stessi dovranno essere tali da
sopportare, a seconda della destinazione prevista per i relativi locali, i carichi comprensivi degli effetti
dinamici ordinari, previsti nel DM 16 gennaio 1996 e nel successivo DM 14 gennaio 2008.
L'Appaltatore dovrà provvedere ad assicurare solidamente alla faccia inferiore di tutti i solai ganci di ferro
appendilumi del numero, forma e posizione che, a sua richiesta, saranno precisati dalla direzione dei lavori.
Le coperture degli ambienti e dei vani e le partizioni orizzontali potranno essere eseguite secondo le
tipologie di seguito elencate.
Solai di cemento armato o misti
Detta categoria comprende i solai, sia eseguiti in opera che derivanti dall’associazione di elementi
prefabbricati, realizzati esclusivamente in calcestruzzo armato o calcestruzzo armato precompresso o misti
69/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
in calcestruzzo armato precompresso e blocchi in laterizio od in altri materiali. Per detti solai valgono le
prescrizioni già date per le opere in calcestruzzo armato e calcestruzzo armato
precompresso e, in particolare, valgono le prescrizioni contenute nel DM 14/01/2008.
I solai di calcestruzzo armato o misti sono così classificati:
a) solai con getto pieno di calcestruzzo armato o di calcestruzzo armato precompresso;
b) solai misti di calcestruzzo armato, calcestruzzo armato precompresso e blocchi interposti di
alleggerimento collaboranti e non, di laterizio od altro materiale;
c) solai realizzati dall'associazione di elementi di calcestruzzo armato e calcestruzzo armato precompresso
prefabbricati con unioni e/o getti di completamento.
Art. 74 - ELEMENTI PER MURATURA IN LATERIZIO O CALCESTRUZZO
Gli elementi resistenti artificiali da impiegare nelle murature (elementi in laterizio ed in calcestruzzo) saranno
costituiti da laterizio porizzato alleggerito in pasta, calcestruzzo di argilla espansa alleggerito. Quando
impiegati nella costruzione di murature portanti, essi debbono rispondere alle prescrizioni contenute
nel D.M. 14/01/2008. Nel caso di murature non portanti le suddette prescrizioni possono costituire utile
riferimento, insieme a quelle della norma UNI 8942/2.
Gli elementi resistenti di laterizio e di calcestruzzo possono contenere forature rispondenti alle prescrizioni
del succitato decreto ministeriale 20-11-1987.
La resistenza meccanica degli elementi deve essere dimostrata attraverso certificazioni contenenti risultati
delle prove e condotte da laboratori ufficiali negli stabilimenti di produzione, con le modalità previste nel
decreto ministeriale di cui sopra. Eventuali manufatti in muratura faccia vista portante o di tamponamento o
di rivestimento se eseguita con manufatti in calcestruzzo di argilla espansa dovrà essere fornito da Azienda
con Sistema di Qualità certificato secondo le norme UNI EN ISO 9000 da Ente accreditato.
Art. 75 - PRODOTTI PER PAVIMENTAZIONE
1 – Definizione:
Si definiscono prodotti per pavimentazione quelli utilizzati per realizzare lo strato di rivestimento dell'intero
sistema di pavimentazione.
I prodotti vengono di seguito considerati al momento della fornitura; il Direttore dei lavori, ai fini della loro
accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un
attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate.
2 - Le piastrelle di ceramica per pavimentazioni interne:
dovranno essere del materiale indicato nel progetto tenendo conto che le dizioni commerciali e/o tradizionali
(cotto, cotto forte, gres, ecc.) devono essere associate alla classificazione basata sul metodo di formatura e
sull'assorbimento d'acqua secondo le norme UNI EN 87, 98 e 99.
a) A seconda della classe di appartenenza (secondo UNI EN 87) le piastrelle di ceramica estruse o pressate
di prima scelta devono rispondere alle norme seguenti:
I prodotti di seconda scelta, cioè quelli che rispondono parzialmente alle norme predette, saranno accettate
in base alla rispondenza ai valori previsti dal progetto, ed, in mancanza, in base ad accordi tra direzione dei
lavori e fornitore.
b) Per i prodotti definiti "pianelle comuni di argilla", "pianelle pressate ed arrotate di argilla" e "mattonelle
greificate" dal regio decreto 16-11-1939 n. 2234, devono inoltre essere rispettate le prescrizioni seguenti:
resistenza all'urto 2 Nm (0,20 kgm) minimo; resistenza alla flessione 2,5 N/mm² (25 kg/cm)2 minimo;
coefficiente di usura al tribometro 15 mm massimo per 1 km di percorso.
c) Per le piastrelle colate (ivi comprese tutte le produzioni artigianali) le caratteristiche rilevanti da
misurare ai fini di una qualificazione del materiale sono le stesse indicate per le piastrelle pressate a
70/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
secco ed estruse (vedi norma UNI EN 87), per cui:
- per quanto attiene ai metodi di prova si rimanda alla normativa UNI EN vigente e già citata;
- per quanto attiene i limiti di accettazione, tenendo in dovuto conto il parametro relativo
all'assorbimento d'acqua, i valori di accettazione per le piastrelle ottenute mediante colatura saranno
concordati fra produttore ed acquirente, sulla base dei dati tecnici previsti dal progetto o dichiarati dai
produttori ed accettate dalla Direzione dei lavori nel rispetto della norma UNI EN 163.
d) I prodotti devono essere contenuti in appositi imballi che li proteggano da azioni meccaniche,
sporcatura, ecc. nelle fasi di trasporto, deposito e manipolazione prima della posa ed essere
accompagnati da fogli informativi riportanti il nome del fornitore e la rispondenza alle prescrizioni
predette.
3 - I prodotti di calcestruzzo per pavimentazioni di ambienti interni:
I pavimenti in malta di resina dovranno avere uno spessore medio di circa 10 millimetri, costituito da
agglomerato inerte sintetico al 98% e leganti al 2% aventi massa volumetrica nominale di 700 kg/mc deve
inoltre garantire un'elevata resistenza meccanica.
4 - I prodotti di calcestruzzo per pavimentazioni esterne:
a seconda del tipo di prodotto devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza e/o
completamento alle seguenti.
a. Mattonelle di cemento con o senza colorazione e superficie levigata; mattonelle di cemento con o senza
colorazione con superficie striata o con impronta; marmette e mattonelle a mosaico di cemento e di detriti di
pietra con superficie levigata. I prodotti sopraccitati devono rispondere al regio decreto 2234 del 16-11-1939
per quanto riguarda le caratteristiche di resistenza all'urto, resistenza alla flessione e coefficiente di usura al
tribometro ed alle prescrizioni del progetto. L'accettazione deve avvenire secondo il punto 1 avendo il regio
decreto sopraccitato quale riferimento.
b. Masselli di calcestruzzo per pavimentazioni saranno definiti e classificati in base alla loro forma,
dimensioni, colore e resistenza caratteristica; per la terminologia delle parti componenti il massello e delle
geometrie di posa ottenibili si rinvia alla norma UNI 9065/1. Essi devono rispondere alle prescrizioni del
progetto ed in mancanza od a loro completamento devono rispondere a quanto segue:
- essere esenti da difetti visibili e di forma quali protuberanze, bave, incavi che superino le tolleranze
dimensionali ammesse (norma UNI 9065/2).
Sulle dimensioni nominali è ammessa la tolleranza di 3 mm per un singolo elemento e 2 mm quale
media delle misure sul campione prelevato;
- le facce di usura e di appoggio devono essere parallele tra loro con tolleranza ±15% per il singolo
massello e ±10% sulle medie;
- la massa volumica deve scostarsi da quella nominale (dichiarata dal fabbricante) non più del 15%
per il singolo massello e non più del 10% per le medie;
- il coefficiente di trasmissione meccanica non deve essere minore di quello dichiarato dal fabbricante;
- il coefficiente di aderenza delle facce laterali deve essere il valore nominale con tolleranza ±5% per
un singolo elemento e ±3% per la media;
- la resistenza convenzionale alla compressione deve essere maggiore di 50 N/mm² per il singolo
elemento
- maggiore di 60 N/mm² per la media;
I criteri di accettazione sono quelli con riferimento alla norma UNI 9065/2.
Art. 76 - PRODOTTI PER IMPERMEABILIZZAZIONE E PER COPERTURE PIANE
1 – Definizione:
Si intendono prodotti per impermeabilizzazione e per coperture piane quelli che si presentano sotto forma di:
- membrane in fogli e/o rotoli da applicare a freddo od a caldo, in fogli singoli o pluristrato;
- prodotti forniti in contenitori (solitamente liquidi e/o in pasta) da applicare a freddo od a caldo su eventuali
armature (che restano inglobate nello strato finale) fino a formare in sito una membrana continua.
a) Le membrane si designano descrittivamente in base:
1) al materiale componente (esempio: bitume ossidato fillerizzato, bitume polimero elastomero, bitume
polimero plastomero, etilene propilene diene, etilene vinil acetato,ecc.);
2) al materiale di armatura inserito nella membrana (esempio: armatura vetro velo, armatura poliammide
tessuto, armatura polipropilene film, armatura alluminio foglio sottile, ecc.);
3) al materiale di finitura della faccia superiore (esempio: poliestere film da non asportare, polietilene film da
non asportare, graniglie, ecc.);
4) al materiale di finitura della faccia inferiore (esempio: poliestere non-tessuto, sughero, alluminio foglio
sottile, ecc.).
b) I prodotti forniti in contenitori si designano descrittivamente come segue:
1) mastici di rocce asfaltiche e di asfalto sintetico;
2) asfalti colati;
3) malte asfaltiche;
71/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
4) prodotti termoplastici;
5) soluzioni in solvente di bitume;
6) emulsioni acquose di bitume;
7) prodotti a base di polimeri organici.
c) I prodotti vengono di seguito considerati al momento della loro fornitura, le modalità di posa sono trattate
negli articoli relativi alla posa in opera.
Il Direttore dei lavori ai fini della loro accettazione può procedere a controlli (anche parziali) su campioni della
fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate.
2 - Le membrane per coperture di edifici:
in relazione allo strato funzionale (vedi norma UNI 8178) che vanno a costituire (esempio strato di tenuta
all'acqua, strato di tenuta all'aria, strato di schermo e/o barriera al vapore, strato di protezione degli strati
sottostanti, ecc.) devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza od a loro
completamento alle seguenti prescrizioni.
a) Le membrane destinate a formare strati di schermo e/o barriera al vapore devono soddisfare:
- le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore);
- difetti, ortometria e massa areica;
- flessibilità a freddo;
- resistenza a trazione;
- comportamento all'acqua;
- permeabilità al vapore d'acqua;
- invecchiamento termico in acqua;
- le giunzioni devono resistere adeguatamente a trazione ed avere adeguata
impermeabilità all'aria.
Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 9380, oppure per i
prodotti non normali, rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla direzione dei lavori
(Le membrane rispondenti alle varie parti della norma UNI 8629 per le caratteristiche precitate sono
valide anche per questo impiego).
b) Le membrane destinate a formare strati di continuità, di diffusione o di egualizzazione della pressione
di vapore, di irrigidimento o ripartizione dei carichi, di regolarizzazione, di separazione e/o scorrimento
o drenante devono soddisfare:
- le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza e spessore);
- difetti, ortometria e massa areica;
- comportamento all'acqua;
- invecchiamento termico in acqua.
Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 9168, oppure per i
prodotti non normati, rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla direzione dei lavori
(Le membrane rispondenti alle norme UNI 9380 e UNI 8629 per le caratteristiche precitate sono valide
anche per questo impiego).
c) Le membrane destinate a formare strati di tenuta all'aria devono soddisfare:
- le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza e spessore);
- difetti, ortometria e massa areica;
- resistenza a trazione ed alla lacerazione;
- comportamento all'acqua;
- le giunzioni devono resistere adeguatamente alla trazione ed alla permeabilità
all'aria.
Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 9168, oppure per i
prodotti non normati, ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla direzione dei lavori (Le
membrane rispondenti alle norme UNI 9380 e UNI 8629 per le caratteristiche precitate sono valide anche
per questo impiego).
d) Le membrane destinate a formare strati di tenuta all'acqua devono soddisfare:
- le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore);
- difetti, ortometria e massa areica;
- resistenza a trazione e alla lacerazione;
- punzonamento statico e dinamico;
- flessibilità a freddo;
- stabilità dimensionale in seguito ad azione termica;
- stabilità di forma a caldo;
- impermeabilità all'acqua e comportamento all'acqua;
- permeabilità al vapore d'acqua;
- resistenza all'azione perforante delle radici;
- invecchiamento termico in aria ed acqua;
- resistenza all'ozono (solo per polimeriche e plastomeriche); - resistenza ad azioni
72/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
combinate (solo per polimeriche e plastomeriche);
- le giunzioni devono resistere adeguatamente alla trazione ed avere impermeabilità
all'aria.
Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 8629 (varie parti),
oppure per i prodotti non normati rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla direzione
dei lavori.
e) Le membrane destinate a formare strati di protezione devono soddisfare:
- le tolleranze dimensionali (lunghezza, larghezza, spessore); - difetti, ortometria e massa
areica;
- resistenza a trazione e alle lacerazioni;
- punzonamento statico e dinamico;
- flessibilità a freddo;
- stabilità dimensionali a seguito di azione termica; stabilità di forma a caldo (esclusi
prodotti a base di PVC, EPDM, IIR);
- comportamento all'acqua;
- resistenza all'azione perforante delle radici;
- invecchiamento termico in aria;
- le giunzioni devono resistere adeguatamente alla trazione;
- l'autoprotezione minerale deve resistere all'azione di distacco.
Per quanto riguarda le caratteristiche predette esse devono rispondere alla norma UNI 8629 (varie parti),
oppure per i prodotti non normati rispondere ai valori dichiarati dal fabbricante ed accettati dalla direzione
dei lavori.
3 - Le membrane a base di elastomeri e di plastomeri:
dei tipi elencati nel seguente comma a) utilizzate per impermeabilizzazione delle opere elencate nel
seguente comma b) devono rispondere alle prescrizioni elencate nel successivo comma c).
I criteri di accettazione sono quelli indicati nel punto 1 comma c).
a) I tipi di membrane considerate sono:
- membrane in materiale elastomerico senza armatura; per materiale elastomerico si intende un
materiale che sia fondamentalmente elastico anche a temperature superiori o inferiori a quelle di
normale impiego e/o che abbia subito un processo di reticolazione (per esempio gomma
vulcanizzata).
- membrane in materiale elastomerico dotate di armatura;
- membrane in materiale plastomerico flessibile senza armatura; per materiale plastomerico si intende
un materiale che sia relativamente elastico solo entro un intervallo di temperatura corrispondente
generalmente a quello di impiego ma che non abbia subito alcun processo di reticolazione (come per
esempio cloruro di polivinile plastificato o altri materiali termoplastici flessibili o gomme non
vulcanizzate).
- membrane in materiale plastomerico flessibile dotate di armatura;
- membrane in materiale plastomerico rigido (per esempio polietilene ad alta o bassa densità,
reticolato o non, polipropilene);
- membrane polimeriche a reticolazione posticipata (per esempio polietilene clorosolfanato) dotate di
armatura;
- membrane polimeriche accoppiate; membrane polimeriche accoppiate o incollate sulla faccia interna
ad altri elementi aventi funzioni di protezione o altra funzione particolare, comunque non di tenuta. In
questi casi, quando la parte accoppiata all'elemento polimerico impermeabilizzante ha importanza
fondamentale per il comportamento in opera della membrana, le prove devono essere eseguite sulla
membrana come fornita dal produttore.
b) Classi di utilizzo: Membrane polimeriche accoppiate o incollate sulla faccia interna ad altri elementi
aventi funzioni di protezione o altra funzione particolare, comunque non di tenuta.
In questi casi, quando la parte accoppiata all'elemento polimerico impermeabilizzante ha importanza
fondamentale per il comportamento in opera della membrana, le prove devono essere eseguite sulla
membrana come fornita dal produttore.
Classe A membrane adatte per condizioni eminentemente statiche del contenuto (per esempio,
bacini, dighe, sbarramenti, ecc.).
Classe B membrane adatte per condizioni dinamiche del contenuto (per esempio, canali,
acquedotti, ecc.).
Classe C membrane adatte per condizioni di sollecitazioni meccaniche particolarmente gravose,
concentrate o no (per esempio, fondazioni, impalcati di ponti, gallerie, ecc.).
Classe D membrane adatte anche in condizioni di intensa esposizione agli agenti atmosferici e/o
alla luce.
Classe E membrane adatte per impieghi in presenza di materiali inquinanti e/o aggressivi (per
esempio, discariche, vasche di raccolta e/o decantazione, ecc.).
73/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
Classe F membrane adatte per il contratto con acqua potabile o sostanze di uso alimentare (per
esempio, acquedotti, serbatoi, contenitori per alimenti, ecc.).
Nell'utilizzo delle membrane polimeriche per impermeabilizzazione, possono essere necessarie anche
caratteristiche comuni a più classi, In questi casi devono essere presi in considerazione tutti quei fattori che
nell'esperienza progettuale e/o applicativa risultano di importanza preminente o che per legge devono
essere considerati tali.
c) Le membrane di cui al comma a) sono valide per gli impieghi di cui al comma b) purchè rispettino le
caratteristiche previste nelle varie parti della norma UNI 8898.
4 - I prodotti forniti solitamente sotto forma di liquidi o paste:
destinati principalmente a realizzare strati di tenuta all'acqua (ma anche altri strati funzionali della copertura
piana) e secondo del materiale costituente, devono rispondere alle prescrizioni seguenti.
I criteri di accettazione sono quelli indicati nel punto 1 comma c).
1 Bitumi da spalmatura per impermeabilizzazioni (in solvente e/o emulsione acquosa) devono
rispondere ai limiti specificati, per diversi tipi, alle prescrizioni della norma UNI 4157.
2 Le malte asfaltiche per impermeabilizzazione devono rispondere alla norma UNI 5660 FA 227.
3 Gli asfalti colati per impermeabilizzazioni devono rispondere alla norma UNI 5654 FA 191.
4 Il mastice di rocce asfaltiche per la preparazione di malte asfaltiche e degli asfalti colati deve
rispondere alla norma UNI 4377 FA 233.
5 Il mastice di asfalto sintetico per la preparazione delle malte asfaltiche e degli asfalti colati deve
rispondere alla norma UNI 4378 FA 234.
6 I prodotti fluidi od in pasta a base di polimeri organici (bituminosi, epossidici, poliuretanici,
epossipoliuretanici, epossi-catrame, polimetencatrame, polimeri clorurati, acrilici, vinilici, polimeri
isomerizzati) devono essere valutate in base alle caratteristiche seguenti ed i valori devono soddisfare
i limiti riportati; quando non sono riportati limiti si intende che valgono quelli dichiarati dal produttore
nella sua documentazione tecnica ed accettati dalla direzione dei lavori.
I criteri di accettazione sono quelli indicati nel punto 1 comma c).
a) Caratteristiche identificative del prodotto in barattolo (prima dell'applicazione):
- viscosità in 5500 +/- 2050;
- massa volumica 1,335 kg/dm³;
- contenuto di non volatile 10,5 g/l;
- non infiammabile;
Per i valori non prescritti si intendono validi quelli dichiarati dal fornitore ed accettati dalla direzione
dei lavori.
b) Caratteristiche di comportamento da verificare in sito o su campioni significativi di quanto realizzato
in sito:
- spessore dello strato finale in relazione al quantitativo applicato per ogni metro quadrato minimo 1,5
mm;
- valore dell'allungamento a rottura 400 %;
- membrana acrilica non permeabile;
- comportamento all'acqua, variazione nulla;
- resistente all’invecchiamento in condizione di gelo, sole e pioggia da -25 ºC +70 ºC.
Per i valori non prescritti si intendono validi quelli dichiarati dal fornitore ed accettati dalla direzione
dei lavori.
- membrana bugnata in polietilene speciale ad alta densità ( HDPE ), per la protezione ed il
drenaggio di tutte le costruzioni edili, aventi le seguenti caratteristiche : spessore materiale 0,5 mm
circa, peso 500 gr/mq circa, altezza bugna 8 mm, numero bugne per mq 1860 circa, volume d’aria
fra bugne 5,5 l/mq circa, capacità di drenaggio 4,6 l/s m, classa di combustione B2 secondo la
norma din 4102, stabilità termica da -40°C a + 80°C, resistenza alla compressione 23 t/mq ( 225,6 kn/mq),
resistente agli agenti chimici, resistenti alle radici, non inquinante le falde acquifere,
resistente a contaminazione da funghi e batteri,
• non degradabile.
- membrana cementizia bicomponente elastica per l’impermeabilizzazione di balconi, terrazzi, bagni,
piscine e per la protezione del calcestruzzo conforme ai requisiti della EN 14891 e della EN 1504-2
rivestimento (C) principi PI, MC e IR.
- Membrane impermeabilizzante liquida, elastobituminosa in emulsione acquosa, per utilizzo su
superfici cementizie a vista o contro terra. Prodotto comprensivo di trattamento protettivo anti UV.
Posa a rullo o pennello o spatola con resa di 1,5 – 2kg/mq su due mani. Tempo di essiccazione non
superiore a 6 ore, colore nero, grigio.
- Impermeabilizzante a pasta bituminosa, a base solvente, fibrorinforzata, per superfici cementizie e il
contemporaneo incollaggio di piastrelle in orizzontale e verticale. Prodotto comprensivo di
trattamento protettivo anti UV. Posa a rullo o pennello o spatola con resa di 1kg/mq su due mani.
74/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
Tempo di essiccazione non superiore a 3 ore circa, colore nero.
- Membrana impermeabilizzante per usi generali composta da una combinazione di armatura in velo
di vetro o tessuto non tesuto e da una mescola di BPP(Bitume, Polimero, Plastomero). Per posa a
strato singolo o multiplo di spessore medio di 3 - 4 mm per impiego in coperture, pavimentazioni,
fondazioni, ecc. Applicazione a fiamma su strato di adesione bituminoso (primer), esente da
amianto.Campo di temperatura -25C°/+140C°.
Art. 77 - PRODOTTI DI VETRO (LASTRE, PROFILATI AD U E VETRI PRESSATI)
1 - Si definiscono prodotti di vetro quelli che sono ottenuti dalla trasformazione e lavorazione del vetro.
Essi si dividono nelle seguenti principali categorie: lastre piane, vetri pressati, prodotti di seconda
lavorazione.
Per le definizioni rispetto ai metodi di fabbricazione, alle loro caratteristiche, alle seconde lavorazioni, nonchè
per le operazioni di finitura dei bordi si fa riferimento alle norme UNI EN 572 (varie parti). I prodotti vengono
di seguito considerati al momento della loro fornitura.
Il Direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere a controlli (anche parziali) su campioni
della fornitura oppure richiedere un attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate.
2 - I vetri piani trasparenti float sono quelli chiari o colorati ottenuti per colata mediante galleggiamento su un
bagno di metallo fuso.
Le loro dimensioni saranno quelle indicate nel progetto.
Per le altre caratteristiche vale la norma UNI 6487 che considera anche le modalità di controllo da adottare
in caso di contestazione. I valori di isolamento termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle
dimensioni prescritte, che il fornitore dovrà comunicare con apposita certificazione
3 - I vetri piani temprati sono quelli trattati termicamente o chimicamente in modo da indurre negli strati
superficiali tensioni permanenti.
Le loro dimensioni saranno quelle indicate nel progetto.
Per le altre caratteristiche vale la norma UNI 7142 che considera anche le modalità di controllo da adottare
in caso di contestazione. I valori di isolamento termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle
dimensioni prescritte, che il fornitore dovrà comunicare con apposita certificazione
4 - I vetri piani uniti al perimetro (o vetrocamera) sono quelli costituiti da due lastre di vetro tra loro unite
lungo il perimetro, solitamente con interposizione di un distanziatore, a mezzo di adesivi od altro in modo da
formare una o più intercapedini contenenti aria o gas disidratati.
Le loro dimensioni, numero e tipo delle lastre saranno quelle indicate nel progetto.
Per le altre caratteristiche vale la norma UNI 7171 che definisce anche i metodi di controllo da adottare in
caso di contestazione. I valori di isolamento termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle dimensioni
prescritte, che il fornitore dovrà comunicare con apposita certificazione
5 - I vetri piani stratificati sono quelli formati da due o più lastre di vetro e uno o più strati interposti di materia
plastica che incollano tra loro le lastre di vetro per l'intera superficie.
Il loro spessore varia in base al numero ed allo spessore delle lastre costituenti.
Essi si dividono in base alla loro resistenza alle sollecitazioni meccaniche come segue:
- stratificati per sicurezza semplice;
- stratificati antivandalismo;
- stratificati anticrimine;
- stratificati antiproiettile.
Le dimensioni, numero e tipo delle lastre saranno quelle indicate nel progetto.
Per le altre caratteristiche si fa riferimento alle norme seguenti:
a) i vetri piani stratificati per sicurezza semplice devono rispondere alla norma UNI 7172;
b) i vetri piani stratificati antivandalismo ed anticrimine devono rispondere rispettivamente alle norme
UNI 7172 e norme UNI 9184;
c) i vetri piani stratificati antiproiettile devono rispondere alla norma UNI 9187.
I valori di isolamento termico, acustico, ecc. saranno quelli derivanti dalle dimensioni prescritte, che il
fornitore dovrà comunicare con apposita certificazione.
Materiali utilizzati in progetto
Vetrocamera del tipo 6/7-15- 6/7. Ug<1W/mqK, Tv>68,Fattore solare<50. Potere fonoisolante minimo
dell'intera vetrata (vetro+infisso) Rw=40dB.
Art. 78 - PRODOTTI DIVERSI (SIGILLANTI, ADESIVI, GEOTESSILI)
Tutti i prodotti di seguito descritti vengono considerati al momento della fornitura. Il Direttore dei lavori, ai fini
della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure
richiedere un attestato di conformità della stessa alle prescrizioni di seguito indicate.
Per il campionamento dei prodotti ed i metodi di prova si fa riferimento ai metodi UNI esistenti.
1 - Per sigillanti si intendono i prodotti utilizzati per riempire in forma continua e durevole i giunti tra elementi
75/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
edilizi (in particolare nei serramenti, nelle pareti esterne, nelle partizioni interne, ecc.) con funzione di tenuta
all'aria, all'acqua, ecc.
Oltre a quanto specificato nel progetto, o negli articoli relativi alla destinazione d'uso, si intendono
rispondenti alle seguenti caratteristiche:
- compatibilità chimica con il supporto al quale sono destinati;
- diagramma forza deformazione (allungamento) compatibile con le deformazioni elastiche del supporto
al quale sono destinati;
- durabilità ai cicli termoigrometrici prevedibili nelle condizioni di impiego, cioè con decadimento delle
caratteristiche meccaniche ed elastiche che non pregiudichino la sua funzionalità;
- durabilità alle azioni chimico-fisiche di agenti aggressivi presenti nell'atmosfera o nell'ambiente di
destinazione.
Il soddisfacimento delle prescrizioni predette si intende comprovato quando il prodotto risponde al progetto
od alle norme UNI 9610 e 9611 e/o è in possesso di attestati di conformità; in loro mancanza si fa riferimento
ai valori dichiarati dal produttore ed accettati dalla direzione dei lavori.
2 - Per adesivi si intendono i prodotti utilizzati per ancorare un prodotto ad uno attiguo, in forma permanente,
resistendo alle sollecitazioni meccaniche, chimiche, ecc. dovute all'ambiente ed alla destinazione d'uso.
Sono inclusi nel presente articolo gli adesivi usati in opere di rivestimenti di pavimenti e pareti o per altri usi e
per diversi supporti (murario, terroso, legnoso, ecc.).
Sono esclusi gli adesivi usati durante la produzione di prodotti o componenti.
Oltre a quanto specificato nel progetto, o negli articoli relativi alla destinazione d'uso, si intendono forniti
rispondenti alle seguenti caratteristiche:
- compatibilità chimica con il supporto al quale essi sono destinati;
- durabilità ai cicli termoigrometrici prevedibili nelle condizioni di impiego (cioè con un decadimento delle
caratteristiche meccaniche che non pregiudichino la loro funzionalità);
- durabilità alle azioni chimico-fisiche dovute ad agenti aggressivi presenti nell'atmosfera o nell'ambiente
di destinazione;
- caratteristiche meccaniche adeguate alle sollecitazioni previste durante l'uso.
Il soddisfacimento delle prescrizioni predette si intende comprovato quando il prodotto risponde ad una
norma UNI e/o è in possesso di attestati di conformità; in loro mancanza si fa riferimento ai valori dichiarati
dal produttore ed accettati dalla direzione dei lavori.
Art. 79 – INFISSI
Definizione:
Si intendono per infissi gli elementi aventi la funzione principale di regolare il passaggio di persone, animali,
oggetti, e sostanze liquide o gassose nonchè dell'energia tra spazi interni ed esterni dell'organismo edilizio o
tra ambienti diversi dello spazio interno.
Essi si dividono tra elementi fissi (cioè luci fisse non apribili) e serramenti (cioè con parti apribili); gli infissi si
dividono, inoltre, in relazione alla loro funzione, in porte, finestre e schermi.
Per la terminologia specifica dei singoli elementi e delle loro parti funzionali in caso di dubbio si fa riferimento
alla norma UNI 8369 (varie parti).
Il Direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni
della fornitura.
E’ obbligatorio produrre tutte le certificazioni e attestazioni di conformità della fornitura alle prescrizioni di
progetto.
Prescrizioni di carattere generale
Le luci fisse devono essere realizzate nella forma, con i materiali e nelle dimensioni indicate nel disegno di
progetto. In mancanza di prescrizioni (od in presenza di prescrizioni limitate) si intende che comunque
devono, nel loro insieme (telai, lastre di vetro, eventuali accessori, ecc.), essere conformi alla norma UNI
7959 ed in particolare resistere alle sollecitazioni meccaniche dovute all'azione del vento od agli urti,
garantire la tenuta all'aria, all'acqua e la resistenza al vento.
Quanto richiesto dovrà garantire anche le prestazioni di isolamento termico, isolamento acustico,
comportamento al fuoco e resistenza a sollecitazioni gravose dovute ad attività sportive, atti vandalici, ecc.
Le prestazioni predette dovranno essere garantite con limitato decadimento nel tempo.
Il Direttore dei lavori potrà procedere all'accettazione delle luci fisse mediante i criteri seguenti:
a) mediante controllo dei materiali costituenti il telaio più vetro più elementi di tenuta (guarnizioni,
sigillanti) più eventuali accessori, e mediante controllo delle caratteristiche costruttive e della
lavorazione del prodotto nel suo insieme e/o dei suoi componenti; in particolare trattamenti protettivi
del legno, rivestimenti dei metalli costituenti il telaio, l'esatta esecuzione dei giunti, ecc.;
b) mediante l'accettazione di dichiarazioni di conformità della fornitura alle classi di prestazione quali
tenuta all'acqua, all'aria, resistenza agli urti, ecc. (vedere punto 3, lett. b, ); di tali prove potrà anche
chiedere la ripetizione in caso di dubbio o contestazione.
Le modalità di esecuzione delle prove saranno quelle definite nelle relative norme UNI per i serramenti
76/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
(vedere punto 3).
Nella realizzazione degli infissi e dei serramenti, la progettazione esecutiva dovrà tenere conto delle
disposizioni contenute nel d.m. 14 giugno 1989, n. 236, “Regolamento di attuazione dell’art. 1 della legge 9
gennaio 1989, n. 13 - Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità
degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata”, in modo che le porte, le
finestre e le porte-finestre possano essere facilmente utilizzabili anche da persone con ridotte o impedite
capacità motorie o sensoriali.
I meccanismi di apertura e chiusura devono essere facilmente manovrabili e percepibili e le parti mobili
devono poter essere usate esercitando una lieve pressione.
Ove possibile si deve dare preferenza a finestre e parapetti che consentono la visuale anche alla persona
seduta. Si devono comunque garantire i requisiti di sicurezza e protezione dalle cadute verso l’esterno.
L’altezza delle maniglie o dispositivo di comando deve essere compresa tra cm 100 e 130; consigliata 115
cm. Per consentire alla persona seduta la visuale anche all’esterno, devono essere preferite soluzioni per le
quali la parte opaca del parapetto, se presente, non superi i 60 cm di altezza dal calpestio, con l’avvertenza,
però, per ragioni di sicurezza, che l’intero parapetto sia complessivamente alto almeno 100 cm e
inattraversabile da una sfera di 10 cm di diametro. Nelle finestre lo spigolo vivo della traversa inferiore
dell’anta apribile deve essere opportunamente sagomato o protetto per non causare infortuni. Le ante mobili
degli infissi esterni devono poter essere usate esercitando una pressione non superiore a kg 8.
Prescrizioni generali per infissi in legno
Per l’esecuzione dei serramenti od altri lavori in legno l’impresa dovrà servirsi di una Ditta specialista e ben
accetta alla Direzione dei Lavori. Essi saranno sagomati e muniti degli accessori necessari, secondo i
disegni di dettaglio, i campioni e le indicazioni che darà la Direzione dei lavori.
Il legname dovrà essere di essenza forte per i serramenti in legno, di essenza tenera o dolce per quelli
interni, perfettamente lavorato e piallato e risultare, dopo ciò, dello spessore richiesto, intendendosi che le
dimensioni dei disegni e gli spessori debbono essere quelli del lavoro ultimato, né saranno tollerate
eccezioni a tale riguardo.
I serramenti e gli altri manufatti saranno piallati e raspati con carta vetrata e pomice in modo da fare
scomparire qualsiasi sbavatura. È proibito inoltre assolutamente l’uso del mastice per coprire difetti naturali
di legno o difetti di costruzione.
Le unioni dei ritti con traversi saranno eseguite con le migliori regole dell’arte: i ritti saranno continui per tutta
l’altezza del serramento, ed i traversi collegati a dente e mortisa, con caviscie di legno duro e con biette, a
norma delle indicazioni che darà la Direzione dei Lavori.
I denti e gli incastri a maschio e femmina dovranno attraversare dall’una all’altra parte i pezzi in cui verranno
calettati, e le linguette avranno comunemente la grossezza di 1/3 del legno e saranno incollate.
Nei serramenti ed altri lavori a specchiature i pannelli saranno uniti a telai ed ai traversi intermedi mediante
scanalature nei telai e linguette nella specchiatura, con sufficiente riduzione dello spessore per non
indebolire soverchiamente il telaio. Fra le estremità della linguetta ed il fondo della scanalatura deve lasciarsi
un gioco per consentire i movimenti del legno della specchiatura.
Nelle fodere dei serramenti e dei rivestimenti, a superficie o perlinata, le tavole di legno saranno connesse, a
richiesta della Direzione dei Lavori, o a dente e canale ed incollatura, oppure a canale unite da apposita
animella o linguetta di legno duro incollata a tutta la lunghezza.
Le battute delle porte senza telaio verranno eseguite a risega, tanto contro la mazzetta quanto fra le
imposte.
Le unioni delle parti delle opere in legno e dei serramenti verranno fatte con viti; i chiodi o le punte di Parigi
saranno consentiti solo quando sia espressamente indicato dalla Direzione dei Lavori.
Tutti gli accessori, ferri ed apparecchi di chiusura, di sostegno, di manovra, ecc. dovranno essere, prima
della loro applicazione, accettati dalla Direzione dei Lavori. La loro applicazione ai vari manufatti dovrà
venire eseguita a perfetto incastro, per modo da non lasciare alcuna discontinuità, quando sia possibile,
mediante bulloni a viti.
Quando trattasi di serramenti da aprire e chiudere, ai telai od ai muri dovranno essere sempre assicurati
appositi ganci, catenelle od altro, che, mediante opportuni occhielli ai serramenti, ne fissino la posizione
quando i serramenti stessi debbono restare aperti. Per ogni serratura di porta od uscio dovranno essere
consegnate due chiavi.
A tutti i serramenti ed altre opere in legno, prima del loro collocamento in opera e previa accurata pulitura a
raspa e carta vetrata, verrà applicata una prima mano di olio di lino cotto accuratamente spalmato in modo
che il legno ne resti bene impregnato. Essi dovranno conservare il loro colore naturale e, quando la prima
mano sarà ben essiccata, si procederà alla loro posa in opera e quindi alla loro pulitura con pomice e carta
vetrata.
Per i serramenti e le loro parti saranno osservate le norme che saranno impartite dalla Direzione dei Lavori
all’atto pratico.
Resta inoltre stabilito che quando l’ordinazione riguarda la fornitura di più serramenti, appena avuti i
77/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
particolari per la costruzione di ciascun tipo, l’Impresa dovrà allestire il campione di ogni tipo che dovrà
essere approvato dalla Direzione dei Lavori e verrà depositato presso di essa. Detti campioni verranno posti
in opera per ultimi, quando tutti gli altri serramenti saranno stati presentati ed accettati.
Ciascun manufatto in legno o serramento prima dell’applicazione della prima mano d’olio cotto dovrà essere
sottoposto all’esame ed all’accettazione provvisoria della Direzione dei Lavori, la quale potrà rifiutare tutti
quelli che fossero stati verniciati o colorati senza tale accettazione.
L’accettazione dei serramenti e delle altre opere in legno non è definitiva se non dopo che siano stati posti in
opera, e se, malgrado ciò, i lavori andassero poi soggetti a fenditure e screpolature, incurvamenti e dissesti
di qualsiasi specie, prima che l’opera sia definitivamente collaudata, l’Impresa sarà obbligata a rimediarvi,
cambiando a sue spese i materiali e le opere difettose.
Prescrizioni generali per infissi metallici
Le opere in ferro devono ricevere una spalmatura di minio o di vernice antiruggine prima del loro
collocamento in opera. Gli apparecchi di manovra, se di metallo fino, vanno protetti con una fasciatura di
stracci.
Particolare riguardo nella posa richiedono le serrande di sicurezza per grandi aperture, vetrine, negozi, uffici
a terreno, ecc., murando gli assi rotanti dei tamburi e le guide in modo che le serrande scorrano con estrema
facilità nelle loro guide.
I serramenti in ferro devono disporsi in modo tale da evitare qualsiasi deformazione, in posizione orizzontale,
interponendo tra un infisso e l’altro delle assicelle, o verticalmente leggermente inclinati contro una parete.
NORME PRESTAZIONALI PER I SERRAMENTI
Nel settore della serramentistica le norme tecniche relative a porte, finestre, accessori e ferramenta
saranno sostituite completamente dalle norme redatte dal CEN l’ente normatore europeo con validità in tutti i
paesi della comunità europea. Le norme CEN disponibili sono circa un centinaio ed altrettante sono in
preparazione. In questa sede è stata individuata una selezione delle norme più importanti e più utili ai fini
della corretta progettazione dell’edificio.
A tal fine sono stati considerati i seguenti argomenti:
1) Caratteristiche relative ad Aria – Acqua – Vento
2) Caratteristiche inerenti il risparmio energetico ed il valore di trasmittanza termica del sistema
telaiovetratura;
3) Caratteristiche di isolamento acustico in riferimento alle leggi 447/95 e DPCM 5/12/97.
Aria – Acqua - Vento
Le caratteristiche di base che permettono di identificare il comportamento di una finestra sono oggi definite
dalle tre prestazioni:
- Permeabilità all’aria
- Resistenza al vento
- Tenuta all’acqua
Le tre prestazioni sopra ricordate sono citate in ogni capitolato prestazionale e che sono ritenute gli elementi
più significativi della finestra.
Aria, acqua e vento sono aspetti che definiscono i “Caratteri comportamentali” di un componente considerato
di gran lunga il più importante e significativo per una abitazione.
Le tre prestazioni possono venire studiate ed approfondite in laboratorio ed in opera e sono legate ad altre
caratteristiche complementari, giungendo alla definizione delle norme nazionali, europee ed internazionali.
La norma più importante è senza dubbio la UNI 7979 i cui lavori di preparazione risalgono al 1997 e che è
rimasta in vigore fino al luglio 2000.
Nel 2001 sono state emesse le tre norme aria – acqua – vento di derivazione europea.
Le norme sono le seguenti:
UNI EN 12207 classificazione aria
UNI EN 12208 classificazione acqua
UNI EN 12210 classificazione vento.
Le norme sono state preparate da una commissione europea in seguito tradotte in tutte le lingue dei paesi
aderenti ed ufficializzate dal relativo ente formatore sostituendo le norme in vigore.
L’impianto normativo europeo per il serramento si basa quindi sulle seguenti norme:
UNI EN 12519 Terminologia
UNI EN 12207 Classificazione Aria
UNI EN 1026 Metodo di prova
UNI EN 12208 Classificazione Acqua
UNI EN 1027 Metodo di prova
UNI EN 12210 Classificazione vento
UNI EN 12211 Metodo di prova
L’esecuzione delle prove secondo i nuovi progetti di norma varia solamente in alcuni dettagli relativi alle
78/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
specifiche attrezzature di laboratorio, che in questa sede non è necessario approfondire.
La classificazione del serramento invece è variata profondamente tanto da indurre tutte le aziende produttrici
ad iniziare un nuovo iter di valutazione delle prestazioni e di certificazione.
Attualmente per quanto riguarda la classificazione si ha il seguente schema:
Permeabilità all’aria
5 classi (0,1,2,3,4)
Ove i valori vengono espressi in m³ di aria che passano dal serramento in funzione dei metri lineari dei giunti
o della superficie totale. La classe è definita dal valore di riferimento di permeabilità riscontrato a 100 Pa
che definisce il campo di appartenenza per quella specifica classe.
UNI EN 12207
Classificazione basata sulla superficie totale
Permeabilità all’aria di riferimento a 100 PA ed alle pressioni massime di prova, in rapporto alla superficie
totale, per le classi da 1 a 4.
Classificazione basata sulla lunghezza dei lati apribili
Permeabilità all’aria di riferimento a 100 Pa alle pressioni massime di prova, in rapporto alla lunghezza dei
lati apribili, per classi 1 a 4.
Tenuta all’acqua
11 classi (0,1,2,3,4,5,6,7,8,9,E)
Con un interessante ed utile distinzione mediante i due indici da abbinare al numero della classe:
A: serramenti pienamente esposti
B: serramenti parzialmente protetti
Nel caso A l’acqua, durante la prova, viene spruzzata in modo più diretto sui giunti rispetto al caso B, inoltre
nel caso A la portata di acqua è maggiore che al caso B (rispettivamente 2 l/min e 1 l/min).
UNI EN 12208
Classificazione
L’EN 1027 descrive il metodo di prova per determinare i limiti della impermeabilità all’acqua Pmax del
campione sottoposto a prova.
La classificazione deriva dai risultati come precisato nel prospetto sotto riportato.
La presente classificazione può essere usata unitamente ad altre norme o codici di pratica appropriati e può
quindi essere usata per fornire una correlazione con esigenze climatiche effettive.
I campioni che permettono la penetrazione di acqua alla pressione zero prima del termine di 15 min non
possono essere classificati.
I campioni che risultano impermeabili a pressioni di prova maggiori di 600 Pa per un minimo di 5 min devono
essere classificati Exxx, dove xxx è la pressione massima di prova (per esempio 750,900).
Resistenza al vento
6 classi (0, 1, 2, 3, 4, 5, E) per il carico di vento in funzione di 3 pressioni di riferimento (P1, P2,P3) e in
base alla freccia frontale che il serramento presenta quando viene sottoposto alla pressione P1.
La differenza sostanziale fra la vecchia e nuova procedura è rappresentata dal fatto che tutte le prove ora
dovranno essere effettuate con pressione positiva e negativa.
Ovvero il serramento deve essere sottoposto sia a pressioni sia a depressioni.
Nella realtà la finestra è sottoposta a pressioni o a depressioni, e anzi quest’ultime sono in molti casi molto
più gravose e più pericolose delle pressioni.
In base alle risultanze della prova al vento e della freccia si giunge alla classificazione finale suddivisa in 6
livelli.
UNI EN 12210
Classificazione - L’EN 12211 “windows and doors – Resistance to wind load – Test method [Finestre e porte
– Resistenza al carico di vento – Metodo di prova]” descrive il metodo di prova per determinare i limiti (P1,
P2 e P3) per il campione sottoposto a prova. Detti limiti sono espressi in Pascal (Pa). Le relazioni tra i limiti
sono:
- P2 = 0,5 P1;
- P3 = 1,5 P1.
La classificazione deve essere in accordo con i risultati delle prove di resistenza al vento a pressioni di prova
positive e negative. Le pressioni di prova sono fornite dal prospetto sotto riportato.
La presente classificazione può essere usata unitamente ad altre norme o codici di pratica appropriati e può
quindi essere usata per fornire una correlazione con esigenze climatiche effettive.
Classificazione del carico di vento
Classificazione della freccia relativa frontale
La freccia relativa frontale dell’elemento più deformato del telaio sottoposto a prova, misurata ad una
pressione di prova P1, deve essere classificata come prescritto dal prospetto seguente:
Requisiti
Al fine di poter classificare il prodotto devono tra l’altro essere soddisfatti i seguenti requisiti.
- Sotto pressione del vento P1 e P2
79/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
Nessun difetto visibile nel corso di un controllo eseguito con osservazione visiva normale e corretta ad una
distanza di 1 m con luce naturale il campione deve rimanere in buono stato di funzionamento e l’aumento
massimo dalla permeabilità all’aria risultante dalle prove di resistenza al vento a P1 e P2, non deve essere
maggiore del 20% rispetto alla permeabilità all’aria massima ammissibile per la classificazione di
permeabilità all’aria ottenuta precedentemente.
La classificazione per P1 e P2 dipende dalle prove di permeabilità all’aria che dovrebbe essere eseguita
prima della prova di resistenza al vento.
- Sotto pressione del vento P3
Devono essere consentiti difetti come flessione e/o svergolamento di qualsiasi elemento accessorio e la
fessurazione o formazione di crepe di qualsiasi elemento componente del telaio qualora non si verifichino
distacchi di singole parti e che il campione sottoposto a prova rimanga chiuso. (Comunque in caso di rottura
del vetro è consentito sostituire e ripetere la prova)
Classificazione della resistenza al carico del vento
I carichi del vento e la corrispondente freccia relativa frontale devono essere combinati in una
classificazione globale come indicato nel prospetto seguente:
Altre caratteristiche e prove sperimentali per la classificazione della qualità e l’accettazione dei
serramenti : Finestre
Permeabilità all'aria
Scopo: Misurare la quantità di aria che passa attraverso i giunti mobili e fissi di una finestra chiusa quando le
due superfici — esterna ed interna — sono in condizioni di pressioni differenti.
Metodica: Norma UNI EN 1026. Le differenze di pressione simulano l'effetto del vento contro la facciata
dell'edificio e precisamente di venti a velocità comprese tra 45 e 100 km/h. Anche venti relativamente deboli
e frequenti nei tessuti urbani possono determinare in corrispondenza di edifici situazioni di pressione e
depressione rilevanti sia per la forma particolare dei volumi costruiti sia per la loro disposizione relativa. La
permeabilità all'aria di una finestra è indicativa di molti comportamenti ed in particolare ad es. dell'isolamento
termico.
Una finestra che lascia passare aria implica maggiori costi per il riscaldamento degli edifici o per il loro
condizionamento estivo, disagio per gli utenti e difficoltà di ottenere nei vani abitabili temperature uniformi.
Valori della permeabilità superiori a 7 mc/h/m, alla pressione di 100 Pascal annullano in pratica il beneficio di
avere vetrate doppie o vetri a intercapedine isolante.
La permeabilità all'aria è anche un indice diretto della capacità di isolamento acustico di una finestra. Il
beneficio derivante dall'impiego di vetri speciali (molto pesanti) viene completamente annullato da serramenti
che non abbiano una ottima tenuta all'aria. La prova viene eseguita sottoponendo la superficie esterna a
pressioni crescenti per gradi fino a 600 Pascal. Per ogni intervallo di pressione vengono misurati i mc/h di
aria che passano attraverso i giunti apribili dell'infisso.
Al termine della prova i valori ottenuti vengono riportati su un grafico che evidenzia le possibili classi di
valutazione della tenuta all'aria.
Tenuta all'acqua
Scopo: Questa prova consente di verificare a quale sovrappressione d'acqua e dopo quanto tempo di
esposizione alla pioggia battente si verificano infiltrazioni d'acqua su parti non progettate per essere,
bagnate.
Metodica: Norma UNI EN 1027. La prova è particolarmente severa in quanto la pioggia battente "naturale"
ha un comportamento diverso e meno impegnativo per le finestre di quello realizzabile in laboratorio. Le
pressioni di prova vanno da O a 500 Pascal (15 minuti di esposizione alla pioggia a O Pascal e 5 minuti per
ogni pressione successiva). La pioggia viene realizzata mediante un velo d'acqua pressoché continuo che
scende su tutta la superficie dell'infisso in esame (circa 2 litri d'acqua al minuto per mq di superficie apribile).
La tenuta all'acqua è una caratteristica fondamentale dei serramenti esterni in quanto i danni provocati da
infiltrazioni d'acqua sia sugli arredi che sui componenti adiacenti possono essere gravi e tali da
compromettere la durata degli edifici o comportare costose operazioni di ripristino. La normativa prevede la
suddivisione della tenuta, all’acqua in 4 classi riferite al limite di tenuta.
Resistenza al carico del vento
Scopo: Consente di misurare le deformazioni e gli spostamenti degli elementi costituenti le finestre sotto
l'effetto di pressioni simulanti il carico del vento.
Metodica: Norme UNI EN 12211 e direttive comuni UEATC. La sequenza di prova prevede prima
l'applicazione di una pressione PI derivata dalla normativa che permette di determinare la deformazione
netta, ad es. del montante con maniglia, poi vengono applicate una serie di pulsazioni ad una pressione pari
a 0,8 PI (detta P2) e successivamente vengono applicate 3 pulsazioni ad una pressione P3 pari a 1,8 PI.
La prova alla pressione P3 è resa necessaria dal fatto che la pressione del vento potrebbe in sede locale
raggiungere valori molto superiori a quelli considerati come base per il calcolo strutturale degli edifici. Al
termine delle 3 prove menzionate è possibile dare una classificazione dell'infisso.
Resistenza al carico statico
Scopo: Verificare la resistenza meccanica dell'anta sottoposta all'azione di un carico applicato sulla base in
80/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
corrispondenza del montante con maniglia.
Metodica: Norma UNI EN 107. Sull'anta aperta a 90 gradi e bloccata in questa posizione viene applicato un
carico statico di 40 Kg. Si misura l'abbassamento di quota del punto della base dell'anta a cui è stato
applicato il carico.
Resistenza al carico dinamico
Scopo: Verificare la resistenza dell'anta sottoposta ad un carico improvviso.
Metodica: Norma UNI EN 107. Le modalità di prova sono simili alle precedenti tranne che il carico (questa
volta di 13 Kg) viene applicato in modo rapido facendo in modo che il peso, prima di gravare sull'anta, cada
liberamente per 10 cm.
Resistenza delle cerniere
Scopo: Verificare la resistenza meccanica e la bontà dell'ancoraggio delle cerniere.
Metodica: Norma UNI EN 107. L'anta con maniglia viene aperta per circa 7 gradi e così bloccata per mezzo
di un cuneo posizionato sulla traversa inferiore. Si applica, sulla maniglia, una forza che tende a chiudere
l'anta e si nota quindi il comportamento delle cerniere sottoposte ad una forza che tende a strapparle dal loro
alloggiamento.
Resistenza alle sollecitazioni da utenza normale
Scopo: Verificare, dopo un certo numero di cicli di , apertura e chiusura, la funzionalità dell'infisso.
Metodica: Norma UNI EN 107. Le finestre vengono sottoposte a cicli di apertura e chiusura ripetuti mediante
opportuni cinematismi. Durante la prova si osserva il comportamento dei campioni e si registrano le eventuali
anomalie. E indicativa della solidità costruttiva delle finestre, dei loro accessori di manovra e di movimento.
La prova consente inoltre di avere una simulazione di durata relativamente comparabile alla realtà e di
giudicare la loro capacità di mantenere nel tempo le caratteristiche di prestazione fondamentali.
Permeabilità all'aria e tenuta all'acqua su infissi posti in opera
Scopo: Verificare le caratteristiche dell'infisso dopo che questo è stato posto in opera.
Metodica: La procedura di prova è simile a quella seguita in laboratorio utilizzando però una apparecchiatura
portatile in grado di realizzare le pressioni indicate dalla norma UNI EN 1026 (permeabilità all'aria) e alla UNI
EN 1027 (tenuta all'acqua). Queste prove consentono di verificare la permeabilità all'aria e la tenuta
all'acqua del complesso finestra-parete e "supponendo che la posa in opera sia eseguita a regola e che non
ci siano perdite dalla parete" indica di quanto l'infisso risenta della posa in opera.
Planarità generale
Scopo: Controllare la planarità della sola anta e dell'anta montata sul telaio.
Metodica: Mediante comparatore centesimale vengono rilevate le differenze di quota tra vari punti della
superficie esaminata.
Planarità locale
Scopo: Controllare la planarità dell'anta in zone dove si riscontra, ad occhio nudo, la maggiore ruvidità o
dislivello della superficie.
Metodica: La planarità viene misurata con un dispositivo a comparatore a registrazione su ambo le facce
dell'anta. Si determina D, dato dalla differenza tra DI, massimo dislivello, e D2, minimo dislivello riscontrato.
Urto molle
Scopo: Verificare la resistenza del battente all'urto provocato da un corpo molle.
Metodica: La prova è eseguita su una porta completamente montata in un telaio ed in posizione chiusa. Un
sacco di tela cilindrico del peso di 30 Kg viene lasciato cadere con moto pendolare da una altezza di 20 o 40
cm sulla superficie della porta. Dopo ogni urto si notano le degradazioni visibili e l'eventuale degrado
permanente. Dopo la serie di tré urti ha luogo un esame approfondito per scoprire eventuali deterioramenti
interni.
Urto duro
Scopo: Verificare la resistenza agli urti provocati da una biglia di acciaio.
Metodica: Direttive UEATC. Gli elementi costitutivi della porta collocati orizzontalmente e semplicemente
appoggiati alla loro estremità sono sottoposti, nei punti presunti di minore resistenza agli urti di una biglia di
acciaio del peso di 500 gr cadente da un'altezza di 0,75 m o 2 m secondo i casi. Si prende nota dei diametri
delle impronte lasciate dalla biglia ed eventualmente degli altri deterioramenti provocati.
Sicurezza alle false manovre
Scopo: Verificare la resistenza degli elementi della porta sottoposti a false manovre.
Metodica: Direttive UEATC. La prova è eseguita sulla porta montata sul telaio. Un cuneo di legno duro viene
posto verticalmente alla parte inferiore del montante di sospensione del telaio e, successivamente, si applica
sulla maniglia, perpendicolarmente al piano del telaio e nella direzione di chiusura, uno sforzo massimo di 20
Kg. Al termine della prova si notano le eventuali deformazioni riscontrate.
Misurazione delle dimensioni e della perpendicolarità dei battenti
Scopo: Verifica ortometrica.
Metodica: Norma UNI EN 951. Questa norma fissa i metodi per il controllo delle dimensioni e dei difetti di
perpendicolarità dei battenti delle porte. In particolare si verifica l'altezza — la larghezza — lo spessore oltre
alla regolarità degli spigoli.
81/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
Comportamento alle variazioni di umidità
Scopo: Verifica dello stato dei campioni dopo esposizione ad umidità diverse.
Metodica: Norma UNI EN 1294. La prova consiste nel porre i battenti delle porte per un certo periodo a climi
differenti per poi controllare le variazioni della planarità generale e gli eventuali degradi risultanti.
PRESCRIZIONI AGGIUNTIVE E DATI PRESTAZIONALI
I serramenti interni ed esterni (finestre, porte finestre, e similari) dovranno essere realizzati seguendo le
prescrizioni indicate nei disegni costruttivi o comunque nella parte grafica del progetto. In mancanza di
prescrizioni (od in presenza di prescrizioni limitate) si intende che comunque nel loro insieme devono essere
realizzati in modo da resistere alle sollecitazioni meccaniche e degli agenti atmosferici e contribuire, per la
parte di loro spettanza, al mantenimento negli ambienti delle condizioni termiche, acustiche, luminose, di
ventilazione, ecc.; lo svolgimento delle funzioni predette deve essere mantenuto nel tempo.
a) Il Direttore dei lavori potrà procedere all'accettazione dei serramenti mediante il controllo dei materiali che
costituiscono l'anta ed il telaio ed i loro trattamenti preservanti ed i rivestimenti mediante il controllo dei vetri,
delle guarnizioni di tenuta e/o sigillanti, degli accessori. Mediante il controllo delle sue caratteristiche
costruttive, in particolare dimensioni delle sezioni resistenti, conformazione dei giunti, delle connessioni
realizzate meccanicamente (viti, bulloni, ecc.) e per aderenza (colle, adesivi, ecc.) e comunque delle parti
costruttive che direttamente influiscono sulla resistenza meccanica, tenuta all'acqua, all'aria, al vento, e sulle
altre prestazioni richieste.
b) Il Direttore dei lavori dovrà procedere all'accettazione della attestazione di conformità della fornitura alle
prescrizioni indicate nel progetto.
CERTIFICAZIONI O RAPPORTI DI PROVA DA FORNIRE ALLA DdL PER L’ACCETTAZIONE DEI
SERRAMENTI
1) Finestre
o Isolamento acustico secondo UNI 8204
o isolamento acustico (secondo la norma EN ISO 140/3 – EN ISO 717-1);
o tenuta all'acqua, all'aria e resistenza al vento (misurata secondo le norme UNI 1220712208-12210)
o resistenza meccanica (secondo le norme UNI 12210);
Tipologie di infissi esterni utilizzati in progetto
Infisso in alluminio a taglio termico e acustico con sottoluce fisso e ferramenta a nastro, a battuta semplice
ad una o più ante, apertura a vasistas.; fermavetri a scatto con profilo arrotondato; maniglie in alluminio fuso;
il controtelaio in profilato di lamiera zincata da mm 10/10. L'infisso completo dovrà essere certificato e
rispondente alle attuali norme di sicurezza,risparmio energetico, acustica vigenti per gli edifici scolastici.
U finestra (telaio +vetrata) < 2,1 W/m2K.
Elementi di schermatura solare esterni
Tipologie di schermature esterne frangisole utilizzate in progetto
Elementi di schermatura solare del tipo veneziana in alluminio per esterno composta da: - lame (larghezza
minima mm.65) bombate e bordate, con guarnizione antirumore in materiale sintetico, colore RAL a scelta
della DL - cassonetto in acciaio zincato, comprensivo di supporti a soffitto, verniciato in tinta con le lame; veletta in alluminio estruso verniciato in tinta con le lame - guide in alluminio estruso perforate, in tinta con le
lame, complete di gommino antirumore e con meccanismo di sollevamento e inclinazione resistente al vento
- argano interno completo di asta di manovra.
Art. 80 - PRODOTTI PER RIVESTIMENTI INTERNI ED ESTERNI
Definizione
Si definiscono prodotti per rivestimenti quelli utilizzati per realizzare i sistemi di rivestimento verticali (pareti facciate) ed orizzontali (controsoffitti) dell'edificio. I prodotti si distinguono:
a seconda del loro stato fisico:
- rigidi (rivestimenti ceramica - vetro - alluminio - gesso - ecc.);
- flessibili (carte da parati - tessuti da parati - ecc.);
- fluidi o pastosi (intonaci - vernicianti - rivestimenti plastici - ecc.);
a seconda della loro collocazione:
- per esterno;
- per interno;
a seconda della loro collocazione nel sistema di rivestimento:
- di fondo;
- intermedi;
- di finitura.
Il Direttore dei lavori, ai fini della loro accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni
82/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
della fornitura, oppure richiedere un attestato di conformità della stessa alle prescrizioni di seguito indicate e
in genere come da norma UNI 8012.
Prodotti rigidi
In via orientativa valgono le prescrizioni della norma UNI 8981, varie parti.
a) Per le piastrelle di ceramica vale quanto riportato nell'articolo prodotti per pavimentazione, tenendo
conto solo delle prescrizioni valide per le piastrelle da parete.
b) Per gli elementi di metallo o materia plastica valgono le prescrizioni del progetto. Le loro prestazioni
meccaniche (resistenza all'urto, abrasione, incisione), di reazione e resistenza al fuoco, di resistenza
agli agenti chimici (detergenti, inquinanti aggressivi, ecc.) ed alle azioni termoigrometriche saranno
quelle prescritte in norme UNI, in relazione all'ambiente (interno/esterno) nel quale saranno collocati
ed alla loro quota dal pavimento (o suolo), oppure in loro mancanza valgono quelle dichiarate dal
fabbricante ed accettate dalla direzione dei lavori. Saranno inoltre predisposti per il fissaggio in opera
con opportuni fori, incavi, ecc.
c) Per gli elementi verniciati, smaltati, ecc. le caratteristiche di resistenza alla usura, ai viraggi di colore,
ecc. saranno riferite ai materiali di rivestimento.
La forma e costituzione dell'elemento saranno tali da ridurre al minimo fenomeni di vibrazione,
produzione di rumore tenuto anche conto dei criteri di fissaggio.
d) Per le lastre di cartongesso, fibro-rinforzate e in silicato di calcio, si rinvia all'articolo su prodotti per
pareti esterne e partizioni interne.
Prodotti fluidi od in pasta
a) Intonaci: gli intonaci sono rivestimenti realizzati con malta per intonaci costituita da un legante
(calcecementogesso) da un inerte (sabbia, polvere o granuli di marmo, ecc.) ed eventualmente da pigmenti
o terre coloranti, additivi e rinforzanti.
Gli intonaci devono possedere le caratteristiche indicate nel progetto e le caratteristiche seguenti:
- capacità di riempimento delle cavità ed eguagliamento delle superfici;
- reazione al fuoco e/o resistenza all'incendio adeguata;
- impermeabilità all'acqua e/o funzione di barriera all'acqua;
- effetto estetico superficiale in relazione ai mezzi di posa usati;
- adesione al supporto e caratteristiche meccaniche.
Per i prodotti forniti premiscelati la rispondenza a norme UNI è sinomino di conformità alle prescrizioni
predette; per gli altri prodotti valgono i valori dichiarati dal fornitore ed accettati dalla direzione dei
lavori.
b) Intonaco ecologico - Intonaco ecologico termico, fonoassorbente, traspirante e deumidificante
premiscelato fibrorinforzato con sughero (gran. 0-3 mm), argilla, polveri diatomeiche e calce idraulica
NHL 3,5. Composto naturale pronto all'uso per la realizzazione di rivestimenti termici a cappotto e
deumidificazioni per interni ed esterni.
c) Intonaco per protezione al fuoco - Intonaco premiscelato leggero per la protezione al fuoco di elementi
posti all'interno in acciaio, certificato secondo EN 13381. Contributo alla resistenza al fuoco da 15 a
240 minuti a seconda della tipologia di struttura. Si applica mediante spruzzatura uniforme sulle
superfici da proteggere, ottenendo un rivestimento di buona qualità, senza giunti né fessurazioni. Si
presenta sotto forma di miscela leggera, di colore beige chiaro. II materiale non dovrà contenere
prodotti pericolosi e essere di Classe MO incombustibile.
d) Prodotti vernicianti: i prodotti vernicianti sono prodotti applicati allo stato fluido, costituiti da un legante
(naturale o sintetico), da una carica e da un pigmento o terra colorante che, passando allo stato
solido, formano una pellicola o uno strato non pellicolare sulla superficie.
Si distinguono in:
o tinte, se non formano pellicola e si depositano sulla superficie;
o impregnanti, se non formano pellicola e penetrano nelle porosità del supporto;
o pitture, se formano pellicola ed hanno un colore proprio;
o vernici, se formano pellicola e non hanno un marcato colore proprio;
o rivestimenti plastici, se formano pellicola di spessore elevato o molto elevato (da 1 a 5 mm
circa), hanno colore proprio e disegno superficiale più o meno accentuato.
I prodotti vernicianti devono possedere valori adeguati delle seguenti caratteristiche in funzione delle
prestazioni loro richieste:
o dare colore in maniera stabile alla superficie trattata;
o essere traspiranti al vapore d'acqua;
o avere funzione impermeabilizzante;
o impedire il passaggio dei raggi U.V.;
o ridurre il passaggio della CO2;
o avere adeguata reazione e/o resistenza al fuoco (quando richiesto);
o avere funzione passivante del ferro (quando richiesto);
83/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
o resistenza alle azioni chimiche degli agenti aggressivi (climatici, inquinanti);
o resistere (quando richiesto) all'usura.
I limiti di accettazione saranno quelli prescritti nel progetto od in mancanza quelli dichiarati dal
fabbricante ed accettati dalla direzione dei lavori.
I dati si intendono presentati secondo le norme UNI 8757 e UNI 8759 ed i metodi di prova sono quelli
definiti nelle norme UNI.
Art. 81 - PRODOTTI PER ISOLAMENTO TERMICO
Definizione:
Si definiscono materiali isolanti termici quelli atti a diminuire in forma sensibile il flusso termico attraverso le
superfici sulle quali sono applicati (vedi classificazione tab. 1). Per la realizzazione dell'isolamento termico si
rinvia agli articoli relativi alle parti dell'edificio o impianti.
I materiali vengono di seguito considerati al momento della fornitura; il Direttore dei lavori, ai fini della loro
accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura e chiedere un attestato di
conformità della fornitura alle prescrizioni di progetto. Nel caso di contestazione per le caratteristiche si
intende che la procedura di prelievo dei campioni, delle prove e della valutazione dei risultati sia quella
indicata nelle norme UNI EN 822, 823, 824 e 825 ed in loro mancanza quelli della letteratura tecnica (in
primo luogo le norme internazionali ed estere).
I materiali isolanti si classificano come segue:
A) MATERIALI FABBRICATI IN STABILIMENTO: (blocchi, pannelli, lastre, feltri ecc.).
1) Materiali cellulari
- composizione chimica organica: plastici alveolari;
- composizione chimica inorganica: vetro cellulare, calcestruzzo alveolare autoclavato;
- composizione chimica mista: plastici cellulari con perle di vetro espanso.
2) Materiali fibrosi
- composizione chimica organica: fibre di legno;
- composizione chimica inorganica: fibre minerali.
3) Materiali compatti
- composizione chimica organica: plastici compatti;
- composizione chimica inorganica: calcestruzzo;
- composizione chimica mista: agglomerati di legno.
4) Combinazione di materiali di diversa struttura
- composizione chimica inorganica: composti "fibre minerali- perlite", amianto cemento, calcestruzzi
leggeri;
- composizione chimica mista: composti perlite-fibre di cellulosa, calcestruzzi di perle di polistirene.
Per tutti i materiali isolanti forniti sotto forma di lastre, blocchi o forme geometriche predeterminate, si devono
dichiarare le seguenti caratteristiche fondamentali:
a) dimensioni: lunghezza - larghezza, valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate
negli altri documenti progettuali; in assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore
nella sua documentazione tecnica ed accettate dalla direzione dei lavori;
b) spessore: valgono le tolleranze stabilite nelle norme UNI, oppure specificate negli altri documenti
progettuali; in assenza delle prime due valgono quelle dichiarate dal produttore nella sua
documentazione tecnica ed accettate dalla direzione dei lavori;
c) massa areica: deve essere entro i limiti prescritti nella norma UNI o negli altri documenti progettuali; in
assenza delle prime due valgono quelli dichiarati dal produttore nella sua documentazione tecnica ed
accettate dalla direzione dei lavori;
d) resistenza termica specifica: deve essere entro i limiti previsti da documenti progettuali (calcolo in
base alla legge 16-1- 1991 n. 10) ed espressi secondo i criteri indicati nella norma UNI 7357 (FA 1 FA 2 - FA 3);
e) saranno inoltre da dichiarare, in relazione alle prescrizioni di progetto le seguenti caratteristiche:
- reazione o comportamento al fuoco;
- limiti di emissione di sostanze nocive per la salute;
- compatibilità chimico-fisica con altri materiali.
Entrambe le categorie di materiali isolanti devono rispondere ad una o più delle caratteristiche di idoneità
all'impiego, tra quelle della seguente tabella, in relazione alla loro destinazione d'uso: pareti, parete
controterra, copertura a falda, copertura piana, controsoffittatura su porticati, pavimenti, ecc.
84/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
Per le caratteristiche possedute intrinsecamente dal materiale non sono necessari controlli.
Art. 82 - PRODOTTI PER PARETI ESTERNE E PARTIZIONI INTERNE
Definizione:
Si definiscono prodotti per pareti esterne e partizioni interne quelli utilizzati per realizzare i principali strati
funzionali di queste parti di edificio.
Per la realizzazione delle pareti esterne e partizioni interne si rinvia all'articolo che tratta queste opere.
I prodotti vengono di seguito considerati al momento della fornitura; il Direttore dei lavori, ai fini della loro
accettazione, può procedere ai controlli (anche parziali) su campioni della fornitura oppure richiedere un
attestato di conformità della fornitura alle prescrizioni di seguito indicate. Nel caso di contestazione si intende
che la procedura di prelievo dei campioni, le modalità di prova e valutazione dei risultati sono quelli indicati
nelle norme UNI ed in mancanza di questi quelli descritti nella letteratura tecnica (primariamente norme
internazionali).
I prodotti a base di laterizio, calcestruzzo e similari non aventi funzione strutturale (vedere articolo murature)
ma unicamente di chiusura nelle pareti esterne e partizioni devono rispondere alle prescrizioni del progetto
ed a loro completamento alle seguenti prescrizioni:
a) gli elementi di laterizio (forati e non) prodotti mediante pressatura o trafilatura con materiale normale
od alleggerito devono rispondere alla norma UNI 8942 parte 2 (detta norma è allineata alle
prescrizioni del decreto ministeriale sulle murature);
b) gli elementi di calcestruzzo dovranno rispettare le stesse caratteristiche indicate nella norma UNI 8942
(ad esclusione delle caratteristiche di inclusione calcarea), i limiti di accettazione saranno quelli
indicati nel progetto ed in loro mancanza quelli dichiarati dal produttore ed approvati dalla direzione
dei lavori;
85/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
c) gli elementi di calcio silicato, pietra ricostruita, pietra naturale, saranno accettate in base alle loro
caratteristiche dimensionali e relative tolleranze; caratteristiche di forma e massa volumica (foratura,
smussi, ecc.); caratteristiche meccaniche a compressione, taglio e flessione; caratteristiche di
comportamento all'acqua ed al gelo (imbibizione, assorbimento d'acqua, ecc.).
I limiti di accettazione saranno quelli prescritti nel progetto ed in loro mancanza saranno quelli
dichiarati dal fornitore ed approvati dalla direzione dei lavori.
I prodotti ed i componenti per partizioni interne prefabbricate che vengono assemblate in opera (con piccoli
lavori di adattamento o meno) devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed in mancanza, alle
prescrizioni indicate al punto precedente.
I prodotti a base di cartongesso devono rispondere alle prescrizioni del progetto ed, in mancanza, alle
prescrizioni seguenti: avere spessore con tolleranze ±0,5 mm, lunghezza e larghezza con tolleranza ±2 mm,
resistenza all'impronta, all'urto, alle sollecitazioni localizzate (punti di fissaggio) ed, a seconda della
destinazione d'uso, con basso assorbimento d'acqua, con bassa permeabilità al vapore (prodotto abbinato a
barriera al vapore), con resistenza all'incendio dichiarata, con isolamento acustico dichiarato.
I limiti di accettazione saranno quelli indicati nel progetto ed, in loro mancanza, quelli dichiarati dal produttore
ed approvati dalla direzione dei lavori.
Materiali utilizzabili in fase di offerta
- tutti i tipi di lastre di produttori con caratteristiche certificate ( tipo KNAUF, PROMAT,
PLACO, etc.)
TITOLO II- PRESCRIZIONI SU IMPIANTI TECNOLOGICI
Art. 83 - IMPIANTO DI SCARICO ACQUE METEORICHE
In conformità alla legge n. 46 del 5-3-1990 gli impianti idrici ed i loro componenti devono rispondere alle
regole di buona tecnica; le norme UNI 9184 e 9184 FA-1-93 sono considerate norme di buona tecnica.
Definizione:
Si intende per impianto di scarico acque meteoriche l'insieme degli elementi di raccolta, convogliamento,
eventuale stoccaggio e sollevamento e recapito (a collettori fognari, corsi d'acqua, sistemi di dispersione nel
terreno). L'acqua può essere raccolta da coperture o pavimentazioni all'aperto.
Il sistema di scarico delle acque meteoriche deve essere indipendente da quello che raccoglie e smaltisce le
acque usate ed industriali. Esso deve essere previsto in tutti gli edifici ad esclusione di quelli storico-artistici.
Il sistema di recapito deve essere conforme alle prescrizioni della pubblica autorità in particolare per quanto
attiene la possibilità di inquinamento.
Gli impianti di cui sopra si intendono funzionalmente suddivisi come segue:
- converse di convogliamento e canali di gronda;
- punti di raccolta per lo scarico (bocchettoni, pozzetti, caditoie, ecc.);
- tubazioni di convogliamento tra i punti di raccolta ed i punti di smaltimento (verticali = pluviali;
orizzontali = collettori);
- punti di smaltimento nei corpi ricettori (fognature, bacini, corsi d'acqua, ecc.).
Per la realizzazione delle diverse parti funzionali si utilizzeranno i materiali ed i componenti indicati nei
documenti progettuali. Qualora non siano specificati in dettaglio nel progetto od a suo completamento, si
rispetteranno le prescrizioni seguenti:
a) in generale tutti i materiali ed i componenti devono resistere all'aggressione chimica degli inquinanti
atmosferici, all'azione della grandine, ai cicli termici di temperatura (compreso gelo/disgelo)
combinate con le azioni dei raggi IR, UV, ecc.;
b) gli elementi di convogliamento ed i canali di gronda, definiti nella norma SS UNI U32. 06.205.0,
oltre a quanto detto in a), se di metallo devono resistere alla corrosione, se di altro materiale
devono rispondere alle prescrizioni per i prodotti per le coperture, se verniciate dovranno essere
realizzate con prodotti per esterno rispondenti al comma a); la rispondenza delle gronde di plastica
alla norma UNI 9031 e 9031 FA-1-93 soddisfa quanto detto sopra;
c) i tubi di convogliamento dei pluviali e dei collettori devono rispondere, a seconda del materiale, a
quanto indicato nell'articolo relativo allo scarico delle acque usate; inoltre i tubi di acciaio
inossidabile devono rispondere alle norme UNI 6901 e UNI 8317;
d) per i punti di smaltimento valgono per quanto applicabili le prescrizioni sulle fognature date dalle
pubbliche autorità. Per i chiusini e le griglie di piazzali vale la norma UNI EN 124.
Per la realizzazione dell'impianto si utilizzeranno i materiali, i componenti e le modalità indicate nei
documenti progettuali, e qualora non siano specificati in dettaglio nel progetto od a suo completamento, si
86/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
rispetteranno le prescrizioni seguenti. Vale inoltre quale prescrizione ulteriore cui fare riferimento la
norma UNI 9184 e 9184 FA-1-93.
a) Per l'esecuzione delle tubazioni vale quanto riportato nell'articolo impianti di scarico acque usate. I
pluviali montati all'esterno devono essere installati in modo da lasciare libero uno spazio tra parete
e tubo di 5 cm, i fissaggi devono essere almeno uno in prossimità di ogni giunto ed essere di
materiale compatibile con quello del tubo.
b) I bocchettoni ed i sifoni devono essere sempre del diametro delle tubazioni che immediatamente li
seguono. Quando l'impianto acque meteoriche è collegato all'impianto di scarico acque usate deve
essere interposto un sifone.
Tutte le caditoie a pavimento devono essere sifonate. Ogni inserimento su un collettore orizzontale
deve avvenire ad almeno 1,5 m dal punto di innesto di un pluviale.
c) Per i pluviali ed i collettori installati in parti interne all'edificio (intercapedini di pareti, ecc.) devono
essere prese tutte le precauzioni di installazione (fissaggi elastici, materiali coibenti acusticamente,
ecc.) per limitare entro valori ammissibili i rumori trasmessi.
Il Direttore dei lavori per la realizzazione dell'impianto di scarico delle acque meteoriche opererà come
segue.
a) Nel corso dell'esecuzione dei lavori, con riferimento ai tempi ed alle procedure, verificherà via via
che i materiali impiegati e le tecniche di esecuzione siano effettivamente quelle prescritte ed
inoltre, per le parti destinate a non restare in vista o che possono influire irreversibilmente sul
funzionamento finale, verificherà che l'esecuzione sia coerente con quella concordata (questa
verifica potrà essere effettuata anche in forma casuale e statistica nel caso di grandi opere).
Effettuerà o farà effettuare e sottoscrivere in una dichiarazione di conformità le prove di tenuta
all'acqua come riportato nell'articolo sull'impianto di scarico acque usate.
b) Al termine dei lavori eseguirà una verifica finale dell'opera e si farà rilasciare dall'esecutore una
dichiarazione di conformità dell'opera alle prescrizioni del progetto, del presente capitolato e di altre
eventuali prescrizioni concordate.
Il Direttore dei lavori raccoglierà inoltre in un fascicolo i documenti progettuali più significativi, la
dichiarazione di conformità predetta (ed eventuali schede di prodotti) nonchè le istruzioni per la
manutenzione con modalità e frequenza delle operazioni.
Art. 84 - PRESCRIZIONI GENERALI SUI MATERIALI PER IMPIANTI ELETTRICI.
Nella scelta dei materiali si prescrive che gli stessi rispondano alle rispettive Norme CEI (o dei Paesi UE) e
quelli soggetti a marcatura, marchi, attestati, certificati o dichiarazione del costruttore che siano dotati di tali
certificazioni. I materiali soggetti anche a tabelle CEI-UNEL (quali tubi protettivi, cavi, prese a spina, ecc.)
devono rispondere alle relative tabelle.
È raccomandata, nella scelta dei materiali, la preferenza ai prodotti nazionali.
Per i materiali la cui provenienza è prescritta dalle condizioni del Capitolato speciale d’appalto, potranno
pure essere chiesti i campioni, sempre che siano materiali di normale fabbricazione.
Caratteristiche di particolari materiali, per impianti elettrici a tensione ordinaria (BT) e, ove indicato, anche
per impianti elettrici a tensione ridotta SELV.
a) Scatole portapparecchi e cassette di connessione.
Le scatole di contenimento degli apparecchi di comando o delle prese a spina o le cassette contenenti
morsetti di derivazione e giunzione devono rispondere alle rispettive Norme CEI e tabelle UNEL qualora
esistenti.
Per tutti gli impianti incassati, compresi quelli a tensione ridotta, non sono ammesse scatole o cassette, i cui
coperchi non coprano abbondantemente il giunto cassetta-muratura.
Così pure non sono ammessi coperchi non piani, né quelli fissati a semplice pressione.
La dimensione minima ammessa per le scatole e le cassette è mm. 65 di diametro o mm. 70 di lato. La
profondità delle cassette deve essere tale da essere contenuta nei muri divisori di minore spessore.
Per il sistema di fissaggio dei coperchi alla cassetta è preferibile quello a viti.
Qualora da parte dell’Amministrazione appaltante sia prescritto l’impiego di scatole o cassette di tipo protetto
secondo la Norma CEI 70-1, queste dovranno essere metalliche, ovvero in materiali plastici di tipo così detto
infrangibile od antiurto.
b) Tubi protettivi canali.
I tubi protettivi in materiale isolante da installare sotto intonaco o sotto pavimento di tipo pieghevole (ex
flessibile), devono rispondere alle Norme CEI 23-39 e 23-55. Quelli da posare in vista di tipo rigido, devono
rispondere alle Norme CEI 23-39 e 23-54.
I tubi protettivi in materiale isolante o metallici da posare, in vista, in ambienti speciali (es.: centrale termica)
devono rispondere alle Norme CEI 23-39 e 23-54.
Sono vietati i tubi metallici in acciaio smaltato.
87/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
I canali porta cavi devono rispondere alle Norme CEI 23-31 (canali di metallo) e 23-32 (canali in materiale
isolante).
Nei canali possono essere posati cavi senza guaina.
Si raccomanda di posare cavi senza guaina nei canali di metallo solo se espressamente previsto dal
costruttore.
c) Cavi
I cavi utilizzati nella realizzazione delle linee elettriche dovranno rispondere in base all’impiego alle rispettive
Norme CEI come qui di seguito indicato.
Negli ambienti ordinari non esistono prescrizioni particolari. Negli ambienti a maggior rischio d’incendio
(Norma CEI 64-8/7 Sezione 751) i cavi:
– se incassati o interrati o posati in tubi protettivi o canali metallici con grado di protezione almeno
IP4X, possono essere del tipo resistente alla propagazione della fiamma (Norma CEI 20-35);
– se posati in vista o entro canali di metallo con grado di protezione inferiore a IP4X o entro tubi
protettivi e canali in materiale isolante, devono essere del tipo resistente alla propagazione
dell’incendio (Norma CEI 20-22). Per maggiori dettagli vedere l’allegato 5) scelta dei tipi di cavi nei
luoghi a maggior rischio in caso d’incendio;
– negli ambienti con grande affluenza di pubblico (es. teatri, sale di riunione, da ballo) dare la
preferenza ai cavi che non sviluppano fumi opachi gas tossici o corrosivi (Norma CEI 20-38).
Si rammenta che in alcuni ambienti particolarmente a rischio (es. metropolitane) sono obbligatori i cavi di cui
alla Norma CEI 20-38 per gli impianti ordinari e cavi resistenti al fuoco (Norme CEI 20-36 e 20-39) per gli
impianti di sicurezza.
d) Comandi (interruttori, deviatori e simili) e prese a spina
Devono rispondere alle Norme CEI 23-50, 23-9. Gli apparecchi di tipo modulare devono consentire il
fissaggio rapido sui supporti e rimozione a mezzo attrezzo.
Il fissaggio del supporto alle scatole deve avvenire a mezzo viti.
Il fissaggio delle placche (in resina o in metallo) al supporto deve avvenire con viti o a pressione.
Sono ammesse anche le placche autoportanti.
e) Morsetti
Le giunzioni e le derivazioni devono essere effettuate solo ed esclusivamente a mezzo di morsetti
rispondenti alle Norme CEI 23-35, 23-41, 23-20, 23-21 del tipo componibili, volanti (a cappuccio o passanti).
f) Interruttori automatici magnetotermici
Devono rispondere alle Norme CEI 23-3 (tipo civile) e alla Norma CEI 17-5 (tipo industriale). Negli impieghi
civili si dovranno preferire gli interruttori che garantiscono almeno 4,5 kA (nel circuito monofase) e 6 kA (nel
circuito trifase).
Gli interruttori devono consentire l’inserimento di elementi ausiliari per effettuare lo sgancio di apertura,
scattato relè ecc.
g) Interruttori automatici differenziali
Devono rispondere alle Norme CEI 23-42, 23-43, 23-45, 23-53, 23-44 (tipo civile) e IEC 755 (tipo
industriale). Negli impianti civili le prese a spina devono preferibilmente essere protette da differenziali con
corrente nominale differenziale da 30 mA.
1) Prove dei materiali
L’Amministrazione appaltante indicherà preventivamente eventuali prove da eseguirsi in fabbrica o presso
laboratori specializzati da precisarsi, sui materiali da impiegarsi negli impianti oggetto dell’appalto.
Le spese inerenti a tali prove non faranno carico all’Amministrazione appaltante, la quale si assumerà le sole
spese per fare eventualmente assistere alle prove propri incaricati.
Non saranno in genere richieste prove per i materiali contrassegnati col Marchio Italiano di Qualità.
4) Accettazione
I materiali dei quali sono stati richiesti i campioni, non potranno essere posti in opera che dopo l’accettazione
da parte dell’Amministrazione appaltante. Questa dovrà dare il proprio responso entro sette giorni dalla
presentazione dei campioni, in difetto di che il ritardo graverà sui termini di consegna delle opere. Le parti si
accorderanno per l’adozione, per i prezzi e per la consegna, qualora nel corso dei lavori, si dovessero usare
materiali non contemplati nel contratto. La ditta appaltatrice non dovrà porre in opera materiali sprovvisti
della marcatura CE o rifiutati dall’Amministrazione appaltante, provvedendo quindi ad allontanarli dal
cantiere
Art. 85 - PRESCRIZIONI GENERALI SULLE CARATTERISTICHE TECNICHE DEGLI IMPIANTI
Leggi, decreti e norme tecniche
Nei disegni e negli atti posti a base dell’appalto, deve essere chiaramente precisata, dall’Amministrazione
appaltante, la destinazione o l’uso di ciascun ambiente, affinché le ditte concorrenti ne tengano debito conto
nella progettazione degli impianti ai fini di quanto disposto dalle vigenti disposizioni di legge: D.P.R. 27 aprile
1955, n. 547 (ove applicabile), Regola dell’arte della legge 1 marzo 1968, n. 186 e Sicurezza degli impianti
della legge 5 marzo 1990, n. 46 e relativo regolamento di attuazione, nonché dalle Norme CEI.
88/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
Norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano).
Per la definizione delle caratteristiche tecniche degli impianti previsti, oltre quanto stabilito da norme di legge
non derogabili, le parti, ove non diversamente specificato, faranno riferimento alle norme CEI, in vigore alla
data di presentazione del progetto-offerta.
Prescrizioni riguardanti i circuiti
Conduttori (sezioni minime e tensioni di isolamento)
Per tutti gli impianti considerati alimentati direttamente dalla rete BT, la sezione minima ammessa, per i
conduttori di energia e di illuminazione è di mm21,5 (tensione nominale Uo/U 450/750 V); per quelli di
segnalazioni automatiche di incendi, controllo ronda, antifurto, orologi elettrici e tutti quelli elettroacustici e di
radiotelevisione, nonché di citofono, di interfonici e di portiere elettrico, la sezione minima ammessa per i
conduttori è di mm21 (tensione nominale Uo/U 300/500V).
Fanno eccezione i conduttori dei circuiti degli impianti alimentati a tensione ridotta (SELV).
Per gli impianti di segnalazioni comuni per usi civili nell’interno dei fabbricati, alimentati a tensione ridotta,
sono ammessi conduttori della sezione minima di mm20,5 (tensione nominale Uo/U 300/300V).
Tutti i conduttori dovranno inoltre corrispondere alle prescrizioni di cui al comma c) del par. 2) dell’art. 29.
Cadute di tensione massime
La differenza fra la tensione a vuoto e la tensione che si riscontra in qualsiasi punto degli impianti, quando
sono inseriti tutti gli utilizzatori ammessi a funzionare contemporaneamente e quando la tensione all’inizio
dell’impianto sotto misura (al quadro generale) rimanga costante, non deve superare il 4% della tensione a
vuoto per tutti gli impianti (sia alimentati a piena tensione della rete BT, sia a tensione ridotta).
Densità massima di corrente
Indipendentemente dalle sezioni conseguenti alle anzi-dette massime cadute di tensione ammesse nei
circuiti, per i conduttori di tutti gli impianti alimentati a piena tensione della rete BT, si consiglia che la
massima densità di corrente non superi il 70% di quella ricavabile dalle tabelle CEI-UNEL 35024/1 e 2 in
vigore.
Modalità di esecuzione delle condutture
In relazione alle condizioni ambiente ed alla destinazione dei locali, le condutture possono essere realizzate
nei modi seguenti: nella installazione in vista (condutture fissate esternamente alle strutture murarie) si
possono
utilizzare i seguenti cavi:
cavi isolati (o isolati sottoguaina) in canalizzazioni costituite da tubi protettivi rigidi pesanti o canali;
cavi isolati sottoguaina (non introdotti in canalizzazioni);
nella installazione incassata sotto intonaco o sotto pavimento:
cavi isolati (o isolati sottoguaina) in tubi protettivi pieghevoli flessibili pesanti;
nella installazione interrata:
cavi isolati sottoguaina (del tipo ammesso) direttamente interrati o in tubi protettivi (cavidotti) rigidi
pesanti.
Per le canalizzazioni ammesse vedere comma b) del par. 2) dell’art. 29. 4) Coordinamento con le opere di
specializzazione edile e delle altre non facenti parte del ramo d’arte della ditta appaltatrice.
Per le opere, lavori o predisposizioni di specializzazione edile e di altre non facenti parte del ramo d’arte
della ditta appaltatrice, contemplate al par. 1) dell’art. 41, ed escluse dall’appalto, le cui caratteristiche
esecutive siano subordinate ad esigenze dimensionali o funzionali negli impianti oggetti dell’appalto, è fatto
obbligo alla ditta appaltatrice di render note tempestivamente all’Amministrazione appaltante le anzidette
esigenze, onde la stessa Amministrazione possa disporre di conseguenza.
Materiali di rispetto
La scorta di materiali di rispetto non è considerata per le utenze di appartamenti privati.
Per altre utenze, vengono date, a titolo esemplificativo, le seguenti indicazioni (per un primo periodo di
esercizio degli impianti):
Fusibili
Il 20% di ogni tipo in opera, con minimo di 3 pezzi per tipo.
Relè-contattori
Il 5% di ogni tipo in opera, con minimo di 1 pezzo per tipo.
Lampade di segnalazione
Il 30% di ogni tipo in opera, con minimo di 2 pezzi per tipo.
Chiavi-chiavistelli
Copia per ogni chiave e per ogni attrezzo per l’apertura di contenitori, custodie, ecc.
Protezioni da tensioni di contatto
Ferme restando le prescrizioni delle Norme CEI 118 e 64-8 e quelle eventuali di legge, data l’importanza, ai
fini della sicurezza, vengono ricordate, in particolare, le seguenti disposizioni:
a) protezione dai contatti diretti:
– negli ambienti assimilabili ad ambienti civili residenziali non devono essere previste le misure mediante
ostacoli o distanziamento;
89/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
b) protezione contro contatti indiretti:
– i dispositivi di protezione (differenziali, interruttori automatici o fusibili) ai fini della protezione contro i
contatti indiretti, devono intervenire nei tempi indicati nell’allegato 3;
– negli ambienti civili residenziali e similari non devono essere previste le misure per mez-zo di luoghi
non conduttori o di collegamento equipotenziale locale non connesso a terra.
Le prese a spina ai fini della protezione contro le tensioni di contatto saranno verificate una ad una, dopo
l’installazione, qualunque siano stati gli accorgimenti adottati nella installazione stessa.
Viene infine ricordato che dovrà essere provveduto al “collegamento equipotenziale supplementare” nei
bagni e nelle docce, costituito da conduttore di rame di sezione 2,5 mmq (se protetto meccanicamente) o 4
mmq (se non protetto meccanicamente), imbullonato o saldato alle tubazioni metalliche idriche,
riscaldamento, ecc. Tale collegamento, che potrà essere realizzato all’ingresso del locale, deve far capo al
conduttore di protezione nella cassetta di derivazione più prossima al locale.
Protezione dalle sovracorrenti e minima tensione
Tutti i circuiti debbono essere protetti contro le sovracorrenti con dispositivi appropriati. In linea generale si
dovrà far uso di interruttori automatici magneto-termici che più facilmente soddisfano alle prescrizioni della
Norma CEI 64-8 relative alla protezione dal sovraccarico e al cortocircuito.
La protezione di minima tensione è richiesta per i casi ove necessita (motori od altri utilizzatori) che non
debbono riavviarsi senza l’intervento del personale.
Impianto di terra. – Dovrà essere costituito dai seguenti componenti:
– dispersore;
– collettore (o nodo) principale di terra;
– conduttore di terra;
– conduttore PEN (eventuale);
– conduttori di protezione;
– conduttori equipotenziali.
Per il dispersore si raccomanda di utilizzare i seguenti materiali:
– rame (corda nuda);
– acciaio rivestito di rame (picchetto);
– materiali ferrosi di acciaio (picchetto);nelle dimensioni indicate nelle Norme CEI.
Per il collettore (o nodo) principale di terra è conveniente fare uso di una piastra (o sbarra) di rame forata a
cui fanno capo (imbullonati) tutti i conduttori di terra, protezione ed equipotenziali. Tale collettore dovrà
essere posizionato preferibilmente in uno dei seguenti locali:
- cabina (ove esistente);
- locale contatore;
- centrali tecnologiche.Il collettore può essere anche previsto all’interno del quadro
generale.
In un impianto si possono prevedere più collettori.
Le sezioni minime dei conduttori di rame interessate all’impianto di terra sono le seguenti:
- conduttore di protezione 1,5 mmq;
- conduttore di terra (se protetto meccanicamente e dalla corrosione) uguale alla sezione del
conduttore di protezione. Se non protetto meccanicamente: 16 mmq; se non protetto dalla
corrosione: 25 mmq;
- conduttore equipotenziale principale sezione minima 6 mmq e sezione massima 25 mmq;
- conduttore PEN (protezione e neutro) 10 mmq.
Protezione contro i fulmini
Negli edifici soggetti per legge o dalle Norme CEI alla protezione dai fulmini, deve essere effettuato il calcolo
(secondo le disposizioni delle Norme CEI 81-1 e 81-4). Il calcolo può essere effettuato secondo la procedura
semplificata oppure con la procedura completa.
La procedura semplificata può essere attuata solo per le strutture ordinarie e tipiche come definite dalle
Norme CEI stesse.
Il calcolo non può prescindere, comunque, dalla valutazione dei rischi dai fulmini diretti o indiretti che
interessano una struttura e consente al progettista di stabilire se la protezione contro i fulmini sia necessaria
o meno.
Una volta stabilito che l’edificio deve essere protetto dai fulmini, l’impianto base deve comprendere almeno i
seguenti componenti:
- organi di captazione;
- organi di discesa (calate);
- dispersore.
I materiali relativi agli organi di captazione e di discesa devono di preferenza essere scelti fra i seguenti:
- rame;
- acciaio zincato.
La sezione minima del conduttore di discesa, se di rame, deve essere di 35 mm2. Il dispersore dell’impianto
90/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
contro i fulmini deve essere lo stesso previsto per l’impianto di terra. Tale dispersore dovrà essere
convenientemente ampliato per soddisfare le maggiori esigenze richieste dalla Norma CEI 81-1.
Stabilizzazione della tensione
L’Amministrazione appaltante, in base anche a possibili indicazioni da parte dell’Azienda elettrica
distributrice, preciserà se dovrà essere prevista una stabilizzazione della tensione a mezzo di apparecchi
stabilizzatori regolatori, indicando, in tal caso, se tale stabilizzazione dovrà essere prevista per tutto
l’impianto o solo per circuiti da precisarsi, ovvero soltanto in corrispondenza di qualche singolo utilizzatore,
pure, al caso, da precisarsi.
Maggiorazioni dimensionali rispetto a valori minori consentiti dalle Norme CEI e di legge
Ad ogni effetto, si precisa che maggiorazioni dimensionali, in qualche caso fissate dal presente Capitolato
programma tipo, rispetto a valori minori consentiti dalle Norme CEI o di legge, sono adottate per consentire
possibili futuri limitati incrementi delle ultimazioni, non implicanti tuttavia veri e propri ampliamenti degli
impianti.
1) Le presenti disposizioni valgono per cabine in muratura o prefabbricate dalle seguenti
caratteristiche:
a) uso privato (impianti con cabina propria; sistema TN);
b) tensione massima primaria di 30 kV;
c) potenza da circa 50 kVA a circa 2.000 kVA massimi;
d) installazione all’interno.
2) Le apparecchiature e le installazioni occorrenti, oltre a soddisfare ai requisiti qui di seguito
esposti, dovranno corrispondere alle prescrizioni delle Norme CEI e di quelle in vigore per la
prevenzione degli infortuni sul lavoro.
3) Ubicazione e strutture murarie. – Conforme ai disposti del par. 1) dell’art. 41, le opere murarie ed
in particolare la costruzione edilizia della cabina, sono escluse dall’appalto.
L’Amministrazione appaltante fornirà, ove richiesto dall’Ente erogatore, indicazioni sul locale da destinare a
cabina di trasformazione e le ditte concorrenti potranno, se del caso, formulare in sede di offerta le loro
eventuali osservazioni al riguardo.
Il pavimento dovrà trovarsi ad un livello superiore rispetto a quello stradale, onde evitare infiltrazioni d’acqua.
L’accesso alla cabina dovrà consentire un’agevole introduzione dei trasformatori, se pure con eventuale
ausilio di paranchi.
Le murature perimetrali della cabina potranno essere in mattoni pieni, dello spessore di due teste di mattone,
o in calcestruzzo di spessore non inferiore a 15 cm.
La porta di ingresso potrà essere metallica, con apertura dall’interno all’esterno del locale.
Per cabine non poggianti su terreno, il solaio portante consentirà un carico non inferiore a 500 kg/m2, salvo
sia necessario proporzionarlo per maggiori carichi, nel caso di speciali macchine che lo richiedano.
All’atto della consegna dei lavori, verrà fornito dall’Amministrazione appaltante alla ditta appaltatrice, il
disegno esecutivo delle opere edili della cabina, affinché la ditta stessa possa studiare i dettagli della propria
installazione.
Art. 86 - LINEE PRINCIPALI DI ALIMENTAZIONE
1) Sono considerate le linee private dipartentisi dai punti di consegna dell’Azienda elettrica distributrice e
costituenti la rete di collegamento di utenze luce e forza motrice di edifici o complessi di edifici.
2) Alla ditta appaltatrice saranno consegnate dalla Amministrazione appaltante:
- le planimetrie generali dell’edificio o dei complessi, con l’indicazione della dislocazione della cabina
elettrica o di altra fonte di alimentazione dell’impianto e della dislocazione delle singole utilizzazioni,
con i relativi elementi atti alla determinazione delle linee principali di alimentazione e del valore delle
potenze da installare;
- le principali sezioni dell’edificio o dei complessi;
- altri eventuali disegni di particolari ritenuti utili ai fini dell’elaborazione del progetto-offerta.
3) Tensioni e frequenze d’alimentazione.
L’Amministrazione appaltante indicherà le caratteristiche dell’energia elettrica disponibile da fornirsi
dall’Azienda elettrica distributrice, ed in particolare:
- natura della corrente (alternata o continua);
- sistema (monofase, bifase, trifase, con o senza neutro, indicando, per il conduttore neu-tro, se
isolato od a terra);
- frequenza espressa in Hertz;
- tensione concatenata o stellata, in volt nominali.
Qualora l’energia elettrica da fornirsi dall’Azienda elettrica distributrice dovesse venire trasformata per
l’utilizzazione, l’Amministrazione appaltante ne preciserà analoghe caratteristiche.
Potenza
Per la determinazione della potenza totale, l’Amministrazione appaltante preciserà la percentuale di cui
dovrà essere aumentato il carico corrispondente al calcolo dei complessivi impianti, per consentire la
91/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
possibilità di prevedibili futuri ampliamenti.
L’Amministrazione appaltante preciserà la funzionalità dei singoli edifici ai fini della determinazione di un
opportuno fattore di contemporaneità per il calcolo delle linee principali di alimentazione, in rapporto anche
alla conformazione della rete.
Linee principali di alimentazione in MT
Qualora si rendesse necessaria la costruzione per conto dell’Amministrazione appaltante, di tratti di linee
principali in MT, oltre alla stretta osservanza di norme di legge in vigore, delle Norme CEI e di norme locali,
secondo quanto precisato all’art. 9, le ditte concorrenti sono tenute alla presentazione dei calcoli di progetto
dai quali si possa desumere l’applicazione data alle norme anzidette.
Qualora le linee principali di alimentazione in MT avessero sviluppo non oltrepassante i 100 m o comunque i
cui percorsi attraversassero in vicinanze complessi edilizi, le linee stesse dovranno essere eseguite
esclusivamente in cavi interrati, opportunamente protetti e segnalati.
Linee principali di alimentazione in BT
a) Suddivisione dei carichi.
In relazione alla entità del carico totale, alla ubicazione dei carichi singoli, alle cadute di tensione
imposte ed alla migliore utilizzazione delle sezioni dei conduttori di fabbricazione di serie, il
carico totale sarà convenientemente ripartito su una o più linee.
b) Protezione delle linee.
Ogni linea sarà protetta alla partenza da un sistema così costituito:
a. interruttore automatico con sganciatori di sovracorrente.
c) Cadute di tensione e portate.
In relazione a quanto fissato nel par. 3) dell’articolo 9, cioè che la caduta di tensione massima
ammessa sia del 4%, si dispone che detta caduta di tensione massima sia, a seconda delle
condizioni contingenti, così ripartita fra linee principali di alimentazione e gli impianti interni:
- per le linee principali di alimentazione dall’1 al 2% e
rispettivamente:
- per gli impianti interni dal 2 al 3%.
La densità massima di corrente ammessa nelle linee principali di alimentazione ai carichi
determinati in base a quanto indicato al precedente par. 4), tenuto anche conto delle modalità di
posa dei cavi, si consiglia che non superi il 70% di quella ricavabile dalle tabelle CEI-UNEL in
vigore.
d) Apparecchiatura terminale.
All’ingresso dell’edificio la linea di alimentazione farà capo ad un interruttore per il sezionamento di
tutti i circuiti facenti parte dell’edificio o della unità immobiliare.
Detto interruttore potrà eventualmente essere conglobato col quadro generale dell’edificio.
Modalità di installazione dei cavi
A seconda dei casi, dovrà adottarsi una delle seguenti disposizioni:
- posa di cavi elettrici, isolati, sottoguaina, interrati; tensione nominale Uo/U 0,6/1 kV;
- posa di cavi elettrici, isolati, sottoguaina, in cunicoli praticabili; tensione nominale Uo/U450/750 V;
- posa di cavi elettrici, isolati, sottoguaina, in tubazioni interrate o non interrate, o in cunico-li non
praticabili; tensione nominale Uo/U 0,6/1 kV;
- posa di cavi elettrici, isolati, sottoguaina, in passerella; tensione nominale Uo/U 300/500 V;
- posa di cavi elettrici, isolati, senza o sottoguaina, in tubi protettivi sottointonaco sulle pareti o a
pavimento; tensione nominale Uo/U 300/500;
- posa di cavi elettrici, isolati, sottoguaina, per posa diretta sulla muratura; tensione nominale Uo/U
0,6/1 kV;
- posa in vista di cavi elettrici, isolati, sotto guaina Uo/U 450/750;
- posa in tubi protettivi di canali di cavi elettrici, isolati, senza o sottoguaina Uo/U 300/500.
Le giunzioni, le derivazioni, le terminazioni dei cavi unipolari o multipolari dovranno essere eseguite
rigorosamente secondo le vigenti Norme CEI, e secondo le disposizioni delle maggiori case costruttrici.
La ripresa o la ricostituzione delle soprastrutture stradali dovrà essere riservata a carico dell’Amministrazione
appaltante.
Posa di cavi elettrici, isolati, sotto guaina, interrati
Per l’interramento dei cavi elettrici, si dovrà procedere nel modo seguente:
– sul fondo dello scavo, sufficiente per la profondità di posa preventivamente concordata con la
Direzione lavori e privo di qualsiasi sporgenza o spigolo di roccia o di sassi, si dovrà costituire, in
primo luogo, un letto di sabbia di fiume, vagliata e lavata, o di cava, vagliata, dello spessore di
almeno 10 cm., sul quale si dovrà distendere poi il cavo (od i cavi) senza premere e senza fare
affondare artificialmente nella sabbia;
– si dovrà quindi stendere un altro strato di sabbia come sopra, dello spessore di almeno 5 cm., in
corrispondenza della generatrice superiore del cavo (o dei cavi); pertanto lo spessore finale
complessivo della sabbia dovrà risultare di almeno cm. 15 più il diametro del cavo (quello maggiore,
92/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
avendo più cavi);
– sulla sabbia così posta in opera si dovrà infine disporre una fila continua di mattoni pieni, bene
accostati fra loro e con il lato maggiore secondo l’andamento del cavo (o dei cavi) se questo avrà
diametro (o questi comporteranno una striscia) non superiore a cm. 5 od al contrario in senso
trasversale (generalmente con più cavi).
– Sistemati i mattoni, si dovrà procedere al rinterro dello scavo pigiando sino al limite del possibile e
trasportando a rifiuto il materiale eccedente dall’iniziale scavo.
L’asse del cavo (o quello centrale di più cavi) dovrà ovviamente trovarsi in uno stesso piano verticale con
l’asse della fila di mattoni.
Per la profondità di posa sarà seguito il concetto di avere il cavo (o i cavi) posti sufficientemente al sicuro da
possibili scavi di superficie per riparazioni ai manti stradali o cunette eventualmente soprastanti, o movimenti
di terra nei tratti a prato o giardino.
Di massima sarà però osservata la profondità di almeno cm. 50 misurando sull’estradosso della protezione
di mattoni.
Tutta la sabbia ed i mattoni occorrenti saranno forniti dalla ditta appaltatrice.
Posa di cavi elettrici, isolati, sottoguaina, in cunicoli di servizio
A seconda di quanto stabilito nel Capitolato speciale d’appalto, i cavi saranno posati:
entro scanalature esistenti sui piedritti dei cunicoli (appoggio continuo), all’uopo fatte predisporre
dall’Amministrazione appaltante;
– entro canalette di materiale idoneo, come: cemento, cemento amianto, ecc. (appoggio egualmente
continuo) tenute in sito da mensoline in piatto o profilato d’acciaio zincato o da mensoline di
calcestruzzo armato;
– direttamente sui ganci, grappe, staffe, o mensoline (appoggio discontinuo) in piatto o profilato
d’acciaio zincato, ovvero di materiali plastici resistenti all’umidità, ovvero ancora su mensoline di
calcestruzzo armato.
Dovendo disporre i cavi in più strati, dovrà essere assicurato un distanziamento fra strato e strato pari ad
almeno una volta e mezzo il diametro del cavo maggiore nello strato sottostante con un minimo di cm. 3,
onde assicurare la libera circolazione dell’aria.
A questo riguardo la ditta appaltatrice dovrà tempestivamente indicare le caratteristiche secondo cui
dovranno essere dimensionate e conformate le eventuali canalette di cui sopra, mentre, se non
diversamente prescritto dall’Amministrazione appaltante, sarà di competenza della ditta appaltatrice di
soddisfare a tutto il fabbisogno di mensole, staffe, grappe e ganci di ogni altro tipo, i quali potranno anche
formare rastrelliere di conveniente altezza.
Per il dimensionamento e mezzi di fissaggio in opera (grappe murate, chiodi sparati, ecc.) dovrà essere
tenuto conto del peso dei cavi da sostenere in rapporto al distanziamento dei supporti, che dovrà essere
stabilito di massima intorno a cm. 70.
In particolari casi, l’Amministrazione appaltante potrà preventivamente richiedere che le parti in acciaio
debbano essere zincate a caldo.
Posa di cavi elettrici, isolati, sotto guaina, in tubazioni interrate o non interrate, od in cunicoli non praticabili
Rimane a carico della ditta appaltatrice la fornitura e posa in opera delle tubazioni, di forma e costituzione
approvata nella accettazione del progetto esecutivo da parte della Amministrazione appaltante (cemento,
ghisa, grès ceramico, cloruro di polivinile, ecc.).
Per la posa in opera delle tubazioni a parete od a soffitto, ecc., in cunicoli, intercapedini, sotterranei, ecc.,
valgono le prescrizioni precedenti per la posa dei cavi in cunicoli praticabili, coi dovuti adattamenti.
Al contrario, per la posa interrata delle tubazioni, valgono le prescrizioni precedenti per l’interramento dei
cavi elettrici, circa le modalità di scavo, la preparazione del fondo di posa (naturalmente senza la sabbia e
senza la fila di mattoni), il rinterro, ecc.
Le tubazioni dovranno risultare coi singoli tratti uniti tra loro o stretti da collari o flange, onde evitare
discontinuità nella loro superficie interna.
Il diametro interno della tubazione dovrà essere in rapporto non inferiore ad 1,3 rispetto al diametro del cavo
o del cerchio circoscrivente i cavi, sistemati a fascia.
Per l’infilaggio dei cavi, si dovranno avere adeguati pozzetti sulle tubazioni interrate ed apposite cassette
sulle tubazioni non interrate.
Il distanziamento fra tali pozzetti e cassette sarà da stabilirsi in rapporto alla natura ed alla grandezza dei
cavi da infilare. Tuttavia, per cavi in condizioni medie di scorrimento e grandezza, il distanziamento resta
stabilito di massima:
- ogni m. 30 circa se in rettilineo;
- ogni m. 15 circa se con interposta una curva.
I cavi non dovranno subire curvature di raggio inferiore a 15 volte il loro diametro.
In sede di appalto, verrà precisato se spetti all’Amministrazione appaltante la costituzione dei pozzetti o delle
cassette. In tal caso, per il loro dimensionamento, formazione, raccordi, ecc., la ditta appaltatrice dovrà
fornire tutte le indicazioni necessarie.
93/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
Art.87 - INDICAZIONI GENERALI PER LA FORNITURA IN OPERA DI IMPIANTI DI ASCENSORI IN
SERVIZIO PRIVATO
Riferimenti definizioni e classificazione
Secondo le leggi attualmente in vigore, gli impianti, relativamente agli scopi ed usi, sono classificati nel modo
seguente:
– in servizio privato: comprendenti tutti gli impianti installati in edifici pubblici e privati a scopi ed usi privati,
anche se accessibili al pubblico;
Definizioni
– Ascensore
Impianto di sollevamento fisso, avente cabina mobile fra guide verticali o leggermente inclinate, adibito al
trasporto di persone o di cose, fra due o più vani.
Disposizioni generali per l'impianto e l’esercizio
Ascensori e montacarichi
Gli ascensori e montacarichi sono soggetti alle seguenti disposizioni:
– Legge 23 giugno 1927 n. 1110 - Provvedimenti per la concessione all’industria privata dell’impianto ed
esercizio di funicolari aeree e di ascensori in servizio pubblico
– Legge 24 ottobre1942 n. 1415 - Impianto ed esercizio di ascensori e di montacarichi in servizio privato
– DPR 24 dicembre1951 n. 1767 - Approvazione del regolamento per l’esecuzione della Legge 24 ottobre
1942, n. 1415, concernente l’impianto e l’esercizio di ascensori e di montacarichi in servizio privato
– DPR 27 aprile 1955 n. 547 - Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro.
– DPR 29maggio 1963 n. 1497 - Approvazione del regolamento per gli ascensori ed i montacarichi in
servizio privato
– DM 18 settembre 1975 - Norme tecniche di sicurezza per la costruzione e l’esercizio delle scale mobili in
servizio pubblico
– DPR 24 luglio 1977 n. 616 - Attuazione della delega di cui all’art. 1 della Legge 22 luglio 1975, n. 382
– Legge 5 agosto 1978n. 457 - Norme per l'edilizia residenziale
– DM 28 maggio 1979 - Misure sostitutive di sicurezza per ascensori e montacarichi a vite, a cremagliera ed
idraulici
– DM 2aprile 1981 - Riconoscimento di efficacia, ai sensi dell’art. 395 del DPR 27 aprile 1955, n. 547, di
sistemi di sicurezza relativi ad elevatori trasferibili, non installati stabilmente nei luoghi di lavoro
– Decreto Interministeriale 23 dicembre 1982 - Identificazione delle attività omologative, già svolte dai
soppressi ente nazionale prevenzione infortuni ed associazione nazionale per il controllo della combustione,
di competenza dell’istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro
– Decreto Interministeriale 4 febbraio 1984 - Modificazioni all’autorizzazione alle unita’ sanitarie locali ad
esercitare alcune attività omologative di primo o nuovo impianto, in nome e per conto dell’istituto
superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro
– Decreto Ministro Coordinamento Politiche Comunitarie 28 novembre 1987 n. 586 - Attuazione della
direttiva n. 84/528/CEE relativa agli apparecchi di sollevamento e di movimentazione e loro elementi
costruttivi.
– Decreto 9 dicembre 1987 n. 587 - Coordinamento politiche comunitarie attuazione delle Direttive n.
84/529/CEE e n. 86/312/CEE relative agli ascensori elettrici.
– Deliberazione Comitato Interministeriale Prezzi 21 dicembre 1988 n. 26 - Tariffe per il collaudo e le
verifiche degli ascensori e montacarichi installati in stabilimenti industriali e aziende agricole
– Legge 9 gennaio 1989 n. 13 - Disposizioni per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere
architettoniche negli edifici privati.
– DM LLPP 14giugno 1989 n. 236 - Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità l’adattabilità
e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del
superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche.
– Legge 5 marzo 1990 n. 46 - Norme per la sicurezza degli impianti.
– DPR 6 Dicembre 1991 n. 447 - Regolamento di attuazione della legge 5 marzo 1990, n. 46, in materia di
sicurezza degli impianti.
– Legge5 febbraio 1992 n. 104 – Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle
persone handicappate
– Legge 14 luglio 1993 n. 235 - Norme sulla pubblicità negli ascensori finalizzata al sostegno degli
interventi in favore delle persone handicappate.
– Legge 4 dicembre 1993 n. 493 - Conversione in legge del DL 5 ottobre 1993, n. 398 concernente
disposizioni per l’accelerazione degli investimenti ed il sostegno dell’occu-pazione e per la
semplificazione dei procedimenti in materia edilizia
– DPR 28 marzo 1994n. 268 - Regolamento recante attuazione della direttiva n. 90/486/CEE relativa alla
disciplina degli ascensori elettrici, idraulici od oleoelettrici.
– DPR 16 gennaio 1995 n. 42 - Regolamento di attuazione della Legge 14 luglio 1993, n. 235, recante
94/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
norme sulla pubblicità negli ascensori finalizzata al sostegno degli interventi in favore delle persone
handicappate.
– DPR 24 luglio 1996 n. 459 - Regolamento per l'attuazione delle direttive 89/392/CEE, 91/368, 93/44 e
93/68 concernenti il riavvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle macchine.
– DPR 24 luglio 1996 n. 503 - Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettoniche
negli edifici, spazi e servizi pubblici.
– Legge 24 aprile 1998 n. 128 - Disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dalla appartenenza
dell'Italia alle Comunità europee – Legge comunitaria 1995-1997.
– DPR 30 aprile 1999 n. 162 - Regolamento recante norme per l'attuazione della direttiva 95/16/CE sugli
ascensori e di semplificazione dei procedimenti per la concessione del nulla osta per ascensori e
montacarichi, nonché della relativa licenza di esercizio.
– Direttiva 95/16/CE;
– DPR 1497/63;
– EN.81.1.
CARATTERISTICHE TECNICHE DEGLI IMPIANTI - Ascensori
Per il dimensionamento e l'inserimento degli impianti nell'edificio le norme nazionali adottate dall'UNI sono le
seguenti:
UNI ISO 4190-1/2/3 che stabiliscono le dimensioni necessarie per l'installazione delle seguenti tipologie di
impianti:
ascensori adibiti al trasporto di persone;
ascensori adibiti principalmente al trasporto di persone, ma nei quali si possono trasportare anche
merci;
UNI ISO 4190-5 che stabilisce quali pulsanti e segnali sono da prevedere nella costruzione ed installazione
di un ascensore, tenendo conto del tipo di manovra adottato per l'apparecchio stesso;
UNI ISO 4190-6 che stabilisce le regole concernenti le previsioni di traffico e la scelta degli ascensori per gli
edifici adibiti ad abitazione, allo scopo di assicurare un servizio soddisfacente;
UNI 8725 che stabilisce le istruzioni per l'integrazione negli edifici residenziali degli impianti di ascensori
elettrici a fune;
UNI 8999 che stabilisce le istruzioni per l'integrazione negli edifici per uffici, alberghi ed ospedali degli
impianti di ascensori elettrici a funi.
Caratteristiche degli impianti
Ciascun impianto deve avere il macchinario all’interno del vano corsa con le seguenti caratteristiche per
quanto riguarda la portata netta, la corsa totale, la velocità al minuto secondo, il numero delle fermate
(compresa la partenza), la forma planimetrica e il numero delle aperture della cabina, il genere del vano in
cui si muove la cabina stessa
REQUISITI TECNICI MINIMI
- mezzi e dispositivi specifici per evitare il rischio di schiacciamento con cabina in posizioni estreme per vani
con fossa e/o testata di dimensioni ridotte;
- Portata: necessaria per una capienza di 8 persone;
- Azionamento: elettrico funicolare senza locale macchine ( motore posizionato all’interno del vano corsa);
- Potenza: adeguata al tipo di macchina;
- Velocità ≥ 0,6 m/s;
- Velocità di livellamento: la più idonea;
- Fermate: n° 5, dal piano terra al piano copertura;
- Servizi; n° 5;
- Corsa: circa ml. 13,50;
- Aerazione: sulla sommità pari al 3% della superficie del vano;
- Dimensioni cabina: 1100mm x 1400mm ;
- Alimentazione elettrica: F.M. 380V, luce 220V, 50 Hz;
- Pulsanti di manovra;
- Cabina: con accesso singolo, realizzata con pannelli tamburati di lamiera di acciaio zincato, rivestimento in
materiale plastico atossico ignifugo, pavimento con fondo mobile ricoperto di materiale plastico atossico
ignifugo, illuminazione interna completa di luce di emergenza con almeno 3 ore di autonomia, specchio
interno angoli raccordati profili e finiture in acciaio inox, corrimano, gong, guide contrappesi conformi alle
vigenti norme, serrature di sicurezza porte di piano, paracadute regolamentare e quanto altro necessario;
-Porta cabina: automatica completa di tutti gli accessori di protezione e cellula fotoelettrica, di altezza non
inferiore a ml. 2,00 e dimensioni idonee anche per l’utilizzo di soggetti in carrozzina diversamente abili, con
apertura telescopica a due ante, con struttura in pannelli tamburati di lamiera in acciaio zincato e
rivestimento con materiale plastico atossico ignifugo;
95/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
- Porte di piano: telescopiche a 2 ante delle stesse caratteristiche della porta di cabina, munita di serratura di
sicurezza
-Pulsantiere di cabina e di piano: con indicazione del piano, alt, allarme e telefono collegato con il soccorso e
complete di alfabeto braille;
- Quadro elettrico di manovra completo di tutte le apparecchiature di protezione, cavi elettrici, cablaggi,
salvamotore termico, suonerie e batterie per impianto d’allarme, fine corsa, invertitori di piano ; realizzazione
di impianto telefonico di allarme collegato con il centralino della Scuola e quanto altro necessario per dare
l’impianto perfettamente funzionante e a regola d’arte.
TITOLO III- PRESCRIZIONI TECNICHE PER L'ESECUZIONE DI NOLI E TRASPORTI
Art. 88 OPERE PROVVISIONALI
Le opere provvisionali, gli apprestamenti e le attrezzature atti a garantire, per tutta la durata dei lavori, la
prevenzione degli infortuni e la tutela della salute dei lavoratori sono oggetto di specifico capitolato.
Le principali norme riguardanti i ponteggi e le impalcature, i ponteggi metallici fissi, i ponteggi mobili, ecc.,
sono contenute nel d.lgs. 81/08 e successivo d.lg n.106 del 03/08/2009.
Art. 89 NOLEGGI
I noli devono essere espressamente richiesti, con ordine di servizio, dalla Direzione dei Lavori e sono
retribuibili solo se non sono compresi nei prezzi delle opere e/o delle prestazioni.
Le macchine ed attrezzi dati a noleggio devono essere in perfetto stato di esercizio ed essere provvisti di
tutti gli accessori necessari per il loro funzionamento. Sono a carico esclusivo dell'Impresa la manutenzione
degli attrezzi e delle macchine affinché siano in costante efficienza. Il nolo si considera per il solo tempo
effettivo, ad ora o a giornata di otto ore, dal momento in cui l'oggetto noleggiato viene messo a disposizione
del committente, fino al momento in cui il nolo giunge al termine del periodo per cui è stato richiesto.
Nel prezzo sono compresi: i trasporti dal luogo di provenienza al cantiere e viceversa, il montaggio e lo
smontaggio, la manodopera, i combustibili, i lubrificanti, i materiali di consumo, l'energia elettrica, lo sfrido e
tutto quanto occorre per il funzionamento dei mezzi. I prezzi dei noli comprendono le spese generali e l'utile
dell'imprenditore. Per il noleggio dei carri e degli autocarri verrà corrisposto soltanto il prezzo per le ore di
effettivo lavoro, rimanendo escluso ogni compenso per qualsiasi altra causa o perditempo.
Art. 90 TRASPORTI
Il trasporto è compensato a metro cubo di materiale trasportato, oppure come nolo orario di automezzo
funzionante. Se la dimensione del materiale da trasportare è inferiore alla portata utile dell'automezzo
richiesto a nolo, non si prevedono riduzioni di prezzo. Nei prezzi di trasporto è compresa la fornitura dei
materiali di consumo e la manodopera del conducente.
96/97
Capitolato Speciale d’ Appalto – parte II - Adeguamento sismico ed incremento efficienza energetica Scuola elementare San Claudio
TITOLO IV- PRESCRIZIONI TECNICHE PER L'ESECUZIONE DELLE OPERE INTEGRATIVE DI
MIGLIORAMENTO
ART. 91 OPERE INTEGRATIVE DI MIGLIORAMENTO
Nell’esecuzione delle opere integrative di miglioramento ci si atterrà a quanto indicato nelle rispettive voci di
cui all’ELENCO PREZZI “OPERE MIGLIORATIVE DI COMPLETAMENTO” e agli elaborati grafici di
progetto. I materiali ed i componenti utilizzati dovranno rispondere alle norme vigenti con particolare
riferimento alla marcatura CE e alle omologazioni/certificazioni comunque richieste.
Le lavorazioni, in particolare per quanto riguarda le sistemazioni del corridoio d’accesso all’ascensore e
dei bagni, il recupero del balcone e la ricostruzione delle rampe esterne, si intendono comunque
comprensive di tutti gli oneri per dare l’opera finita e a perfetta regola d’arte.
Con riferimento alla REALIZZAZIONE DI LINEA VITA, oltre quanto specificato nella voce di elenco prezzi ,si
prescrive che dovranno essere rilasciati i seguenti documenti:
- relazione di calcolo, redatta da un professionista abilitato, contenente la verifica della resistenza
degli elementi strutturali della copertura alle azioni trasmesse dagli ancoraggi e il progetto del
relativo sistema di fissaggio, corredata da planimetria della copertura in scala adeguata;
- certificazione del produttore di dispositivi di ancoraggio, linee di ancoraggio e/o ganci di sicurezza da
tetto, secondo le norme UNI-EN 795 ed UNI-EN 517;
- dichiarazione di conformità dell’installatore riguardante la corretta installazione di eventuali dispositivi
di ancoraggio, linee di ancoraggio e/o ganci di sicurezza da tetto, in cui sia indicato il rispetto delle
norme di buona tecnica e delle indicazioni del produttore;
- manuale d’uso dei dispositivi installati con eventuale documentazione fotografica;
- programma di manutenzione.
97/97