PANNELLO di CONTROLLO
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PANNELLO di CONTROLLO
PANNELLO di CONTROLLO sullo stato e sull'evoluzione delle acque del Lago di Lugano Anno 2010 Commissione Internazionale per la Protezione delle Acque Italo-Svizzere - Agosto 2012 Premessa…………………………………………………………………………………………………….. 2 L4 1 Carico di fosforo totale e azoto totale in ingresso a lago………………….. 22 Territorio di interesse per la CIPAIS…………………………………………………………….. 3 L4 2 Microinquinanti nell'ecosistema lacustre………………………………………… 23 Lago di Lugano……………………………………………………………………………………………. 4 Comparto: Bacino idrografico……………………………………………………………………… 24 Pannello di controllo…………………………………………………………………………………… 5 Tematica: Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali…… 24 Comparto: Ambiente lacustre……………………………………………………………………… 6 B1 1 Uso del suolo…………………………………………………………………………………… 24 Tematica: Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali… 6 B1 2 Percorribilità fluviale da parte delle specie ittiche…………………………… 26 L1 1 Prelievo ad uso potabile…………………………………………………………………… 6 Tematica: Ecologia e biodiversità……………………………………………………………. 27 L1 2 Zone balneabili………………………………………………………………………………… 7 B3 1 Livello di Inquinamento da Macrodescrittori per lo stato ecologico… 27 L1 4 Pescato……………………………………………………………………………………………. 8 Tematica: Idrologia e clima…………………………………………………………………..... 10 L2 1 Livello lacustre…………………………………………………………………………………. 10 L2 2 Temperatura media delle acque nello strato 0-20 m e profondo…….. 11 L2 3 Massima profondità di mescolamento…………………………………………….. 12 Tematica: Ecologia e biodiversità……………………………………………………………. 13 Appendice L3 4 Trasparenza……………………………………………………………………………………… 13 L3 5 Clorofilla a……………………………………………………………………………………….. 14 L3 6 Struttura delle popolazioni fitoplanctoniche……………………………………. 15 L3 7 Popolamento zooplanctonico………………………………………………………….. 17 L3 11 Produzione primaria………………………………………………………………………. 18 L3 12 Concentrazione media di fosforo e azoto………………………………………. 19 L3 13 Concentrazione dell'ossigeno di fondo…………………………………………… 20 L3 14 Profondità del valore di 4 mg/l di ossigeno disciolto……………………… 21 Tematica: Inquinamento delle acque…………………………………………………… 22 1 TEMATICA Il Pannello di controllo attraverso una serie di indicatori, che in forma sintetica e facilmente fruibile forniscono preziose informazioni sullo stato e l’evoluzione della qualità dei Laghi Maggiore e di Lugano, costituisce uno strumento di verifica dell’efficacia dei provvedimenti intrapresi per conseguire gli obiettivi di risanamento fissati dalla CIPAIS nell’ambito del Piano d’azione. Gli indicatori ambientali sono parametri sintetici che rappresentano in modo significativo un certo fenomeno ambientale e ne permettono la valutazione nel tempo. In letteratura esistono diversi modelli per la definizione di indicatori di sostenibilità ambientale, la più consolidata classificazione in uso nel campo della valutazione ambientale, che fornisce un quadro logico per approfondire ed analizzare i problemi socio-economico-ambientali e, successivamente esprimerne, attraverso gli indicatori il livello di qualità e le alternative progettuali di miglioramento, è quella del modello per la definizione di indicatori di sostenibilità ambientale “DPSIR” (Determinanti-Pressioni-Stato-Impatto-Risposta) messo a punto dall’Agenzia Europea dell’Ambiente. Gli indicatori del Pannello di controllo sono così classificati secondo questo modello. Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Idrologia e clima Ecologia e biodiversità Inquinamento delle acque 1 2 3 4 Prelievo ad uso potabile L1 1 Livello lacustre L2 1 Colonizzazione delle sponde da parte del canneto L3 1 Carico di fosforo totale e azoto totale in ingresso a lago L4 1 Zone balneabili L1 2 Temperatura media delle acque nello strato 0-20 m e profondo L2 2 Abbondanza relativa delle principali macrofite L3 2 Microinquinanti nell'ecosistema lacustre L4 2 Massima profondità di mescolamento L2 3 Morfologia delle rive lacustri L3 3 Superficie di specchio d’acqua destinata all’ormeggio di imbarcazioni da diporto L1 3 Pescato L1 4 Trasparenza L3 4 Clorofilla a L3 5 Struttura delle popolazioni fitoplanctoniche L3 6 Popolamento zooplanctonico L3 7 Ambiente lacustre COMPARTO I comparti ambientali considerati nel Pannello di controllo sono: ambiente lacustre; bacino idrografico. Per ogni comparto considerato vengono analizzate le variabili inerenti le seguenti tematiche: Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali; Ecologia e biodiversità; Idrologia e clima; Inquinamento delle acque. Il core set di indicatori è composto da 30 elementi, necessari e sufficienti, per la rappresentazione dello stato di qualità delle acque dei Laghi di Lugano e Maggiore, bacini lacustri d’interesse per la Commissione, e delle pressioni agenti nei bacini imbriferi. Gli indicatori sono riportati nello schema a lato. Alcuni indicatori (L3 8, L3 9, L3 10 e B3 2) non sono applicati nel Pannello di controllo del Ceresio in quanto, al momento, non sono oggetto di ricerche o indagini avviate per il bacino lacustre o il suo bacino imbrifero. Il primo Pannello di controllo non si compone inoltre degli indicatori L1 3, L3 1, L3 2 e L3 3, in quanto devono ancora essere concluse le attività di raccolta dati o di ricerca che forniranno le informazioni necessarie alla loro compilazione, e degli indicatori B4 1, B4 2 e B4 3, in quanto è necessario uniformare preliminarmente i dati territoriali esistenti; si prevede l’allestimento di schede specifiche a partire dal secondo anno di redazione del presente strumento. Dieta e competizione delle specie ittiche per le risorse alimentari L3 8 L Indice di qualità microbiologica L3 9 Carbonio Organico Totale L3 10 Produzione primaria L3 11 Concentrazione media di fosforo e azoto L3 12 Concentrazione dell'ossigeno di fondo L3 13 Profondità del valore di 4 mgO2/l L3 14 Uso del suolo B1 1 Bacino idrografico B Percorribilità fluviale da parte delle specie ittiche B1 2 Livello di Inquinamento da Macrodescrittori per lo stato ecologico B3 1 Indice Multimetrico STAR di Intercalibrazione B3 2 Gli indicatori evidenziati in grigio non sono applicati nel Pannello di controllo del Lago di Lugano Gli indicatori evidenziati in verde saranno applicati nelle future edizioni del Pannello di controllo 2 Stato di allacciamento ai sistemi di depurazione B4 1 Stato delle opere di risanamento B4 2 Funzionamento degli impianti di depurazione B4 3 La Commissione Internazionale per la Protezione delle Acque Italo Svizzere (CIPAIS) si occupa da più di 30 anni delle problematiche inerenti l’inquinamento delle acque italoelvetiche, promuovendo attività di ricerca e di monitoraggio per determinarne l’origine, la natura e l’evoluzione, allo scopo di fornire agli enti preposti le giuste indicazioni per avviare le opportune azioni di risanamento e di tutela ambientale degli ecosistemi lacustri. Il territorio di interesse della CIPAIS corrisponde principalmente con i bacini idrografici del Lago Maggiore che a sua volta comprende quello del Lago di Lugano. Suddivisione amministrative del bacino imbrifero Stato Italia, Svizzera Unità territoriali Regione Piemonte (Province di Novara e del Verbano Cusio Ossola) Regione Lombardia (Province di Varese e di Como) Cantoni Grigioni, Ticino e Vallese Caratteristiche morfometriche del bacino imbrifero Totale Svizzera Italia U.M. 2 Area 6.599 3.369,5 3.229 Km Altitudine massima 4.633 m s.l.m. Altitudine media 1.270 m s.l.m. 3 Il Lago di Lugano o Ceresio è situato in corrispondenza della fascia territoriale di confine tra la Svizzera (Cantone Ticino) e l'Italia (Regione Lombardia) ad una quota di 271 m s.l.m. Il bacino lacustre ha un'origine fluvio-glaciale, il Ceresio giace in una valle originata dall'erosione fluviale nel corso del Messiniano, plasmata poi dai ghiacci durante l'ultimo periodo glaciale nel Pleistocene. Nel Bacino Sud ed in quello di Ponte Tresa lo stato di ossigenazione risulta precario nella 3 seconda parte dell'anno (< 4 g/m di ossigeno disciolto) già a partire da circa 25 m di profondità e si riduce gradualmente fino a zero nelle vicinanze del fondale. La Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere ha promosso, a partire dal 1978, dettagliate ricerche limnologiche finalizzate al pieno recupero del lago. Sulla base dei risultati conseguiti nel lungo periodo, il piano di protezione ambientale si è così posto l'obiettivo di ridurre il carico di fosforo dal bacino ad un livello al di sotto delle 22 t P/anno per il Bacino Sud e delle 18 t P/anno per il Bacino Nord in modo da mantenere 3 costantemente nel lago concentrazioni di fosforo inferiori ai 30 mg P/m . Dagli anni '80 ad oggi si è verificata una sensibile riduzione sia nei carichi sia nelle concentrazioni di fosforo, particolarmente evidenti per il Bacino Sud con condizioni che tendono alla mesotrofia, mentre il Bacino Nord si trova ancora in uno stato eutrofo. Il lago è composto da tre diversi bacini: il Bacino Nord (tra Melide e Porlezza) e il Bacino Sud (tra Capolago e Agno), separati dal ponte-diga di Melide costruito in passato su una morena sublacuale, ed il piccolo bacino di Ponte Tresa situato in prossimità dell'emissario, il Fiume Tresa. I tre bacini presentano caratteristiche morfologiche e idrologiche diverse. Il Bacino 2 Nord è molto profondo con un bacino imbrifero limitato (270 Km ) rispetto al volume idrico 3 (4.68 Km ), di conseguenza presenta un elevato tempo teorico di ricambio, circa 12 anni. Il processo di eutrofizzazione delle acque lacustri, iniziato negli anni '50, ha provocato negli strati profondi del Bacino Nord la scomparsa dell'ossigeno e l'aumento della densità salina: lo stato meromittico in cui si è trovato questo bacino per alcuni decenni ha comportato un sensibile aumento del tempo di permanenza delle acque oltre i 100 m di profondità oltre che un accumulo di sostanze. Solo di recente si è verificato per due anni successivi il rimescolamento completo delle acque con la interruzione temporanea della meromissi. Caratteristiche morfometriche del Lago di Lugano LAGO DI LUGANO Area del bacino imbrifero Superficie del lago Volume Profondità media Profondità massima Tempo teorico medio di ricambio 4 Totale 565,6 48,9 6,5 134 288 8,2 Bacino nord 269,7 27,5 4,7 171 288 11,9 Bacino sud 295,9 21,4 1,8 85 95 2,3 U.M. 2 Km 2 Km 3 Km m m anni PANNELLO di CONTROLLO L1 1 Prelievo ad uso potabile L1 2 L2 3 L3 4 L3 5 L3 11 L3 12 L3 13 L3 14 L4 1 L4 2 B3 1 L1 2 Zone balneabili L1 4 Pescato L2 1 Livello lacustre L2 2 Temperatura media delle acque nello strato 0-20 m e profondo L2 3 Massima profondità di mescolamento L3 4 Trasparenza L3 5 Clorofilla ɑ L3 6 Struttura delle popolazioni fitoplanctoniche L3 7 Popolamento zooplanctonico L3 11 Produzione primaria L3 12 Concentrazione media di fosforo e azoto L3 13 Concentrazione dell'ossigeno di fondo L3 14 Profondità del valore di 4 mg/l di ossigeno disciolto L4 1 Carico di fosforo totale e azoto totale in ingresso a lago L4 2 Microinquinanti nell'ecosistema lacustre B1 1 Uso del suolo B1 2 Percorribilità fluviale da parte delle specie ittiche B3 1 Livello di Inquinamento da Macrodescrittori per lo stato ecologico La CIPAIS ha individuato specifici obiettivi da perseguire, lo stato attuale degli indicatori è così rappresentato rispetto a una scala di riferimento costituita da 10 step di qualità e raffrontato con l’obiettivo di riferimento. Condizione migliore Condizione peggiore Stato attuale L1 2 Gandria Bacino Nord Svizzera Melide Lombardia Figino Obiettivo L4 1 Stato attuale Bacino Sud Stato attuale L4 2 DDT PCB Hg Stato attuale B3 1 Fosforo Azoto ammoniacale Bacino Nord Bacino Sud 5 Azoto nitrico L1 1 PRELIEVO AD USO POTABILE COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Determinanti Stato e tendenza Attualmente i prelievi di acque lacustri destinate ad uso potabile sono effettuati regolarmente in territorio svizzero. Nella città di Lugano, in Cantone Ticino, il prelievo ad uso potabile costituisce ad oggi l'80% del totale di approvvigionamento idrico a lago, per un volume complessivo di circa 3.000.000 di m³ nell'anno 2010; viene inoltre effettuato il prelievo a lago ad uso potabile per il Comune di Paradiso. Per quanto riguarda il territorio lombardo, il Comune di Lavena Ponte Tresa (VA) dispone di una captazione attualmente non attiva. Tra i progetti in via di sviluppo per l’uso potabile delle acque lacustri vi è quello di un impianto per servire una popolazione di 1.500 abitanti in Valsolda (CO), nel bacino di Porlezza, mentre i comuni della Valle d’Intelvi (CO) proseguono da anni il monitoraggio delle acque lacustri in Località Santa Margherita, finalizzato alla realizzazione di una captazione a lago con stazione di pompaggio. Prelievo ad uso potabile espresso come volume d'acqua annuo prelevato a lago con riferimento alle acque destinate alla distribuzione in acquedotti pubblici 2000 2001 2004 2005 791.720 1.579.474 803.419 1.852.709 818.123 2.023.708 877.247 1.987.462 10.600 793.722 500.000 850.075 1.000.000 1.682.585 1.314.098 1.500.000 18.930 784.022 2.000.000 1.802.558 931.505 2.500.000 877.247 3.000.000 2.499.186 778.818 3.500.000 2.975.703 752.353 4.000.000 Volumi prelevati (m³/anno) Quantità d'acqua prelevata dai corpi idrici per la produzione di acqua potabile 0 2002 2003 Comune di Lavena Ponte Tresa 6 2006 Comune di Lugano 2007 2008 2009 Comune di Paradiso 2010 L1 2 ZONE BALNEABILI COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Stato Tratti costeri considerati balneabili in riferimento alla qualità batteriologica delle acque Obiettivo L'obiettivo per questo indicatore consiste nel miglioramento delle condizioni che consentono l'utilizzo fruizionale della risorsa idrica ai fini della balneabilità in tutti i siti monitorati, raggiungendo l'idoneità alla balneazione nel 100% delle spiagge. Stato e tendenza 100% Nei territori ricadenti nel Cantone Ticino la balneabilità per la stagione estiva 2010 è risultata garantita sostanzialmente in tutte le 49 spiagge organizzate del lago oggetto di controllo da parte del Laboratorio Cantonale, con l'eccezione di due siti nei Comuni di Paradiso e Ponte Tresa, risultati non conformi in occasione dei prelievi effettuati rispettivamente nei mesi di agosto e di giugno e agosto. Anche le acque prelevate in tutte le 23 zone di "bagno vago" (spiagge che alcuni cittadini sono soliti utilizzare nonostante la mancanza di strutture) sono risultate conformi alla balneazione secondo i criteri stabiliti dalla normativa svizzera in materia di balneabilità, con qualche non conformità registrata in due stazioni in occasione di uno dei prelievi mensili effettuati nel corso della stagione estiva, risultate comunque conformi in tutte le restanti valutazioni svolte durante l'intera stagione. Per quanto riguarda la balneabilità in Lombardia, si dispone unicamente dei dati forniti dall'Asl della Provincia di Como, da cui risulta una classe "Eccellente" per la totalità delle spiagge monitorate nella stagione 2010. Idoneità alla balneazione delle spiagge monitorate (a sinistra, Svizzera; a destra, Lombardia), riferita al 2010 Conforme Non conforme 3 N° di prelievi 300 250 200 291 100 50 0% 2 150 145 150 0 gi u '10 l ug '10 a go '10 Obiettivo 100% delle spiagge balneabili N° di spiagge 350 8 7 6 5 4 3 2 1 0 7 NB: i punti riportati sulla carta relativi alla Provincia di Como risultano inferiori al numero di spiagge effettivamente classificate ai fini balneabili in quanto il punto di campionamento in Comune di Porlezza è considerato rappresentativo di 3 spiagge contigue Eccellente Stato attuale Svizzera Lombardia 7 L1 4 PESCATO COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Pressioni Caratterizzazione del pescato professionale L'obiettivo principale ai fini della conservazione del patrimonio ittico consiste nella tutela delle specie autoctone e degli ambienti acquatici; in particolare, la CIPAIS si propone l'obiettivo di conseguire una condizione dell'ecosistema prossima a quella naturale in cui le attività di pesca non compromettano la conservazione o il ripristino delle popolazioni ittiche delle specie autoctone e, secondariamente, anche di quelle di maggiore interesse commerciale quali Salmonidi, pesce persico e lucioperca. t/anno Pescato professionale e sua composizione dal 1978 al 2010 con riferimento alle specie di maggiore interesse commerciale Obiettivo Al borel l a Coregoni di Ga rdon Luci operca Trote Pes ce Pers i co 40 Nel Lago di Lugano, fino alla metà degli anni ’90, il pescato di origine pelagica rappresentava ancora una buona percentuale del pescato totale, influenzato in larga misura dalle catture di alborella, scomparsa a partire dal 1997. Successivamente la specie dominante nel pescato pelagico è divenuta l’agone e, a partire dal 2000, si osserva anche un incremento delle catture di coregone, specie di grande interesse per la pesca di professione. Attualmente è il comparto lacustre litoraneo a sostenere l’attività di pesca professionale, e il catturato riguarda soprattutto il gardon, il lucioperca e il pesce persico. In particolare, la componente principale del pescato è costituita dal “pesce bianco”, che risulta prevalentemente composto dal gardon (oltre il 90%) insieme ad altri ciprinidi; il prodotto derivante da questa specie rappresenta il 59,1% del pescato totale. Agone 2% Anno 2010 Alborella 32% Pesce Persico 29% Trote 2% Agone 4% Alborella 0% Coregonidi 2% 30 20 10 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 0 Pescato professionale totale con distinzione tra specie litorali e pelagiche dal 1978 al 2010 t/anno Ripartizione percentuale del pescato professionale con riferimento alle specie di maggiore interesse commerciale negli anni 1990 e 2010 Trote 7% 60 Agone 50 Stato e tendenza Anno 1990 70 80 70 Specie pelagica pel a gi che Specie litorale l i tora l i 60 50 40 30 20 10 Coregonidi 0% Lucioperca 8% Lucioperca 25% Gardon 38% 0 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Pesce Persico 51% NB: 1987: pressione di pesca nulla sul territorio svizzero in seguito al divieto di pesca conseguente all'incidente di Chernobyl; 1988: Pressione di pesca parziale sul territorio svizzero in seguito al divieto di pesca conseguente all'incidente di Chernobyl; 1991-1992-1993: Dati inerenti il solo territorio svizzero 8 Focus Focus PESCATO COMPARTO TEMATICA Ambiente lacustre Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali L1 4 DPSIR Pressioni Andamento del pescato dettagliato per singole specie e gruppi di maggiore interesse economico Specie pelagica Presente ↓ Alborella Alburnus alburnus alborella Specie pelagica ? ↓ Anguilla Anguilla anguilla Specie litorale → Rara Bottatrice Lota lota Specie litorale Presente → Carpa Cyprinus carpio Specie litorale Presente → Coregone "bondella" Coregonus macrophthalmus Specie pelagica Presente → Coregone "lavarello" Coregonus lavaretus Specie pelagica Presente → Gardon Rutilus rutilus Specie litorale Comune ↓ Luccio Esox lucius Specie litorale Presente → Lucioperca Sander lucioperca Specie litorale Comune → Persico trota Micropterus salmoides Specie litorale Presente → Pesce persico Perca fluviatilis Specie litorale Comune ↓ Salmerino Salvelinus alpinus Specie litorale Raro → Tinca Tinca tinca Specie litorale Presente → Agone Lucioperca 15 15 10 5 Salmo trutta lacustris Specie pelagica Presente ↓ 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 t/anno 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 t/anno 25 20 15 10 5 0 Trote 15 15 t/anno Trota lacustre Pesce Persico Coregonidi 10 5 0 Gardon 25 20 15 10 5 0 9 10 5 0 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 ↓ 50 40 30 20 10 0 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 Specie pelagica Presente Alborella t/anno Salmo trutta fario 0 L1_4_Pescato1: t/anno Trota fario 5 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 0 10 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 Alosa fallax lacustris t/anno Agone t/anno I pesci di interesse alieutico del Lago di Lugano L2 1 LIVELLO LACUSTRE DPSIR Stato Andamento del livello delle acque lacustri Livello lacustre nell'anno 2010: valori minimo, medio, massimo mensili (in alto); andamento dei livelli minimi e massimi mensili lungo la serie storica raffrontati con il livello medio lacustre di riferimento (in basso) Obiettivo All'indicatore non è associato un obiettivo di qualità, la sua osservazione è però utile per la comprensione dei fenomeni biologici ed ecologici caratterizzanti il bacino lacustre. Livello lacustre (m s.l.m.) 272 Stato e tendenza Il Lago di Lugano è regolato, dal 1963, da uno sbarramento ubicato sul Fiume Tresa a Ponte Tresa. Il protocollo di regolazione prevede il rilascio minimo della portata che viene sfruttata a scopi idroelettrici alla diga di Creva, posta a circa 5-6 km dallo sbarramento. Oltre a garantire la portata da derivare, la regolazione del lago viene effettuata per contenere i livelli di piena del bacino lacustre e i conseguenti problemi di esondazione e danni alle sponde. L'altezza media del livello lacustre del Lago di Lugano, con riferimento al periodo 1965-2006, è pari a 270,48 m s.l.m. mentre lo zero idrometrico si situa a 197,37 m s.l.m. Il regime idrologico su base mensile nel corso del 2010 (grafico a destra) presenta due periodi di massimo livello su base annuale: maggio e novembre con 270,83 m s.l.m. e 270,76, m s.l.m. rispettivamente, quali valori medi mensili; i livelli minimi si riscontrano a febbraio e settembre (circa 270,4 m s.l.m.). Si osserva come i livelli lacustri oscillino tra un minimo di 270,2 m s.l.m. e un massimo di 271,2 m s.l.m., con un range di variazione di 1 metro. 271,8 271,6 271,4 271,2 271 270,8 270,6 270,4 270,2 Livello minimo Dicembre Novembre Settembre Agosto Luglio Giugno Gennaio Livello medio Ottobre Strato superficiale (0-20 m) 270 Maggio Idrologia e clima Aprile Ambiente lacustre Marzo TEMATICA Febbraio COMPARTO Livello massimo 272 271,5 271 270,5 270 Strato profondo (<100 m) Livello medio 10 Livello minimo Livello massimo 2010 2008 2007 2006 2005 2003 2002 2001 2000 1998 1997 1996 1995 1993 1992 1991 1990 1988 1987 1986 1985 1983 1982 1981 1980 1978 1977 1976 1975 1973 1972 1971 1970 1968 1967 1966 269,5 1965 Livello lacustre (m s.l.m.) 272,5 L2 2 TEMPERATURA MEDIA DELLE ACQUE NEGLI STRATI 0-20 m E PROFONDO Stato Temperatura media delle acque nello strato 0-20 m e nello strato profondo Obiettivo All'indicatore non è associato un obiettivo di qualità; la sua osservazione è però utile per la comprensione dei fenomeni biologici ed ecologici caratterizzanti il bacino lacustre. L'indicatore consente inoltre di monitorare gli aumenti di temperatura legati ai cambiamenti climatici in atto. Andamento della temperatura delle acque (valore medio lungo la colonna) dal 1981 al 2010 con riferimento allo strato superficiale e allo strato profondo (valori riferiti al bacino nord) 25 Stato e tendenza Gli andamenti delle temperature delle acque, presentati nei grafici a lato, mostrano una tendenza all’incremento lungo la serie storica di rilevamento, più accentuata per lo strato profondo. Lo strato superficiale mostra le temperature più alte tra luglio e ottobre, generalmente comprese tra 16 e 18°C; le temperature più basse si registrano nei mesi invernali, tra gennaio e marzo, e si aggirano intorno ai 5,5°C. L’andamento delle temperature dello strato profondo testimonia gli eventi di rimescolamento delle acque verificatisi negli ultimi anni, particolarmente evidente il calo negli anni di piena circolazione 2005 e 2006, con 5,6°C e 5,3°C rispettivamente nel mese di marzo, seguito da una ripresa nel riscaldamento delle acque: nel marzo 2010 sono stati rilevati valori medi pari a 5,6°C. Temperature (°C) 20 15 10 5 Strato superficiale (0-20 m) gen '10 ago '08 mar '07 ott '05 mag '04 dic '02 lug '01 feb '00 set '98 apr '97 nov '95 giu '94 dic '92 giu '91 dic '89 lug '88 feb '87 feb '81 0 ago '85 6 Temperature (°C) 5,8 5,6 5,4 5,2 5 4,8 Strato profondo (<100 m) 11 feb '10 ago '08 feb '07 ago '05 feb '04 ago '02 feb '01 ago '99 feb '98 ago '96 feb '95 ago '93 dic '91 mag '90 nov '88 feb '81 4,6 mag '87 Idrologia e clima ott '85 Ambiente lacustre DPSIR gen '84 TEMATICA mar '84 COMPARTO L2 3 MASSIMA PROFONDITÀ DI MESCOLAMENTO COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Idrologia e clima Stato Profondità di rimescolamento delle acque lacustri Obiettivo 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Andamento delle massime profondità di mescolamento delle acque del Bacino Nord (in alto) e del Bacino Sud (in basso), dati rilevati dal 1980 al 2010 Valori di massima profondità di mescolamento prossimi a 50-60 m sono indice di una condizione potenzialmente critica; una condizione ottimale si ha dunque quando l'omogenizzazione delle acque riguarda uno strato più profondo. 0 Stato e tendenza Profondità (m) -50 -100 -150 -200 -250 Valori critici Massima profondità lacustre -288 m -300 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 100 m Nel corso di diverse decadi la circolazione invernale del Bacino Nord ha interessato unicamente i primi 60-100 m di profondità, mentre gli strati profondi sono rimasti in uno stato di completa anossia, condizione che ha portato a definire il lago come meromittico, ossia un bacino lacustre caratterizzato da una stratificazione costante delle acque che non si rimescolano pienamente. Un cambiamento rilevante nella storia del Ceresio si è verificato a seguito di due importanti eventi di rimescolamento invernale della colonna d’acqua avvenuti nelle stagioni invernali del 2005 e del 2006, associati ad un calo dei valori di fosforo e ad un miglioramento dello stato di ossigenazione delle acque profonde. Nel 2007 e nel 2008 la circolazione delle acque è risultata nuovamente limitata agli strati più superficiali, nel 2009 e nel 2010 il rimescolamento ha raggiunto i 90 m circa di profondità. Il Bacino Sud al contrario presenta un comportamento termico che permette di classificarlo come lago monomittico caldo, mostrando regolarmente piena circolazione alla fine delle stagioni invernali. 0 -20 -40 massima profondità di mescolamento maggiore di 60 m -60 Stato attuale Bacino Nord Profondità (m) Obiettivo Bacino Sud -80 -100 0m Massima profondità lacustre -95 m -120 -140 -160 Valori critici -180 -200 12 L3 4 TRASPARENZA COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Stato La DEFINIZIONE trasparenza è indice della quantità di microalghe presenti nello strato illuminato 0 -5 -10 Va l ore medi o annuo per i l 2010: 7,02 m Melide m -15 0 -5 -10 Valore medio annuo per il 2010: 6,02 m -20 valore medio annuo di trasparenza maggiore di 5 m Stato attuale Gandria Melide Figino 13 Valori calcolati sulla(Trasparenza) serie storica (media mobile) Media medi Mobile su 12 per. 2010 2009 2008 Media mensile 2008 2007 2006 2005 2005 2004 2003 2002 2002 2001 Media mensile 2010 2000 1999 1998 1999 Figino m -15 -15 Obiettivo dicembre Gandria -10 Trasparenza novembre Valore medio annuo per il 2010: 8,31 m -15 m -20 -5 m ottobre -10 0 0m settembre agosto luglio giugno maggio aprile 0 -5 1997 1996 1996 1995 1994 1992 1991 1990 1988 1987 1986 1985 1984 1983 L'andamento annuale della trasparenza delle acque del Lago di Lugano è definito regolarmente tramite i rilevamenti di scomparsa del disco di Secchi, eseguiti con cadenza circa quindicinale come previsto dal protocollo di monitoraggio CIPAIS. I dati relativi all’anno 2010, riportati nel grafico a destra, mostrano come la variazione annuale abbia seguito un andamento consueto per tutte le tre stazioni di monitoraggio, essenzialmente legato al ciclo di produzione algale. I massimi valori sono stati raggiunti a febbraio in corrispondenza della stazione di Gandria (circa 15 m di profondità), a dicembre in corrispondenza della stazione di Melide (circa 12 m) e Figino (circa 10,6 m). Con particolare riferimento al Bacino Nord le profondità rilevate, inferiori al valore massimo degli anni precedenti 2008 e 2009 (16,8 m), sono comunque considerevoli e legate alla scarsa produzione algale dei mesi invernali. I valori minimi (nell'intorno dei 2,7 m per tutte le stazioni) sono stati registrati tra luglio e agosto e sono indicativi dell’aumento dell’intensità produttiva del lago nel periodo tardo primaverile ed estivo. Dal grafico riportante l'andamento del parametro lungo l'intera serie storica si può apprezzare come il valore medio sui dodici mesi (linea nera) oscilli, negli ultimi anni, tra i 5 e i 10 m. É inoltre evidente l’incremento nel valore medio di trasparenza dopo il 2003. 1980 10 m gennaio Stato e tendenza marzo Valori medi annui di trasparenza inferiori a 5 m (obiettivo definito dalla CIPAIS) sono indice di un peggioramento dello stato trofico, poiché sono la conseguenza di una maggiore produttività. febbraio Trasparenza delle acque, misurata mediante il Disco di Secchi: valore medio mensile nell'anno 2010 raffrontato al valore medio mensile riferito alla serie storica (in alto) e andamento delle medie mensili dal 1980 al 2010 (in basso) Obiettivo L3 5 CLOROFILLA a COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Stato Concentrazione DEFINIZIONE di clorofilla ɑ nelle acque lacustri Concentrazione di clorofilla a: serie storica del valore medio annuo (in alto) e valori medi mensili per l'anno 2010 (in basso) Obiettivo La CIPAIS ha definito quale obiettivo da perseguire il non superamento del valore di 4 μg/l come concentrazione media annua di clorofilla a. C oncentrazione di clorofilla a (µg/l) 20 15 10 5 0 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 0 μg/l Nel Lago di Lugano si è verificata una progressiva riduzione dei valori di concentrazione di clorofilla dal 1981 ad oggi. A partire dalla seconda metà degli anni ’90 i valori medi annui di clorofilla a si sono sempre mantenuti, in tutte e tre le stazioni, al di sotto di 10 μg/l e negli ultimi anni la concentrazione media annua registrata nelle tre stazioni di campionamento non supera valori di 7 μg/l. La distribuzione spazio-temporale recente dei valori di clorofilla rispecchia e conferma l’andamento dei popolamenti fitoplanctonici rilevato nello strato 0-20 m, evidenziando la principale fase di sviluppo delle diatomee nella prima parte della primavera, lungo quasi tutta la colonna d’acqua campionata, e indicando pertanto la validità di questo parametro quale indicatore complementare nello studio del fitoplancton. L’andamento dei valori medi annui di clorofilla dell’ultimo periodo, sempre inferiori nel Bacino Nord (stazione di Gandria) rispetto ai valori riferiti al Bacino Sud (stazioni di Melide e Figino), conferma il crescente gradiente trofico lungo l’asse di deflusso del lago evidenziato nel corso delle attività di ricerca promosse dalla CIPAIS. Nel corso del 2010 l'andamento delle medie mensili delle concentrazioni di clorofilla a (riferite allo strato 0-20 m) segue le tendenze che si rilevano di consueto, con valori massimi primaverili coincidenti con la fase iniziale di sviluppo del fitoplancton e valori minimi nel periodo invernale (mese di febbraio per tutte le tre stazioni di campionamento). 25 Gandria L1 µg/l Stato e tendenza Melide L2 Obiettivo Figino L3 20 G andria 15 10 µg/l 5 0 5 0 20 15 10 5 0 14 Dicembre Novembre Ottobre Settembre Agosto Luglio Figino Giugno Figino Maggio Melide Aprile Gandria Marzo Stato attuale Febbraio concentrazione media annua inferiore a 4 μg/l M e lide Gennaio Obiettivo µg/l 10 μg/l 20 15 10 L3 6 STRUTTURA DELLE POPOLAZIONI FITOPLANCTONICHE COMPARTO TEMATICA Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità DPSIR Stato Specie DEFINIZIONE fitoplanctoniche censite durate l'anno Biomassa fitoplanctonica media annua, espressa come grammi di peso secco su m² (in alto) e composizione della biomassa media annua, come percentuale, della comunità fitoplantonica con riferimento all'anno 2009 (in basso) Obiettivo Attualmente non è ancora stato definito un obiettivo di qualità numerico per questo indicatore specifico per il Lago di Lugano. 20 15 10 5 0 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Nel Lago di Lugano l’evoluzione stagionale del popolamento fitoplanctonico presenta differenze significative tra i due bacini del lago che, negli ultimi anni, riguardano prevalentemente la composizione tassonomica e la successione temporale delle specie principali, mentre risultano meno evidenti nei confronti dei valori complessivi di biomassa. Considerando l’andamento dei valori di biomassa media annua dal 1981 al 2009, si può osservare un profondo mutamento alla fine degli anni ’80, quando la biomassa vegetale, tra il 1988 e il 1999, si è ridotta del 50-60% in tutto il lago. Negli anni successivi il quadro generale non presenta ulteriori modifiche sostanziali: l’andamento del fitoplancton appare più regolare, con un accenno di ripresa negli anni 2001-2002, ed una tendenza alla diminuzione dei valori nel corso del quinquennio 2003-2007. Nel 2009 i valori di biomassa media annua sono risultati fra i più bassi dell’intero periodo d’indagine, in particolare a Gandria, dove è stato toccato il minimo assoluto. Per quanto concerne il quadro fitoplanctonico, il rilevante cambiamento verificatosi alla fine degli anni ’80 aveva riguardato anche la composizione qualitativa del popolamento algale, con il passaggio, in tutte le tre stazioni, dal predominio assoluto delle Cianoficee ad una situazione di riequilibrio con le Bacillarioficee, unitamente ad una crescita percentuale sia delle Cloroficee sia delle Criptoficee (CIPAIS, campagna 2007 e rapporto quinquennale 2003-2007). Con riferimento alla composizione della comunità fitoplactonica relativa al 2009, il quadro che emerge è caratterizzato dalla netta predominanza delle Bacillarioficee (attestatesi attorno al 30% a Gandria e Melide, e ad oltre il 40% a Figino), e dal perdurare della scarsità di Cianoficee in tutto il lago. Rispetto all’anno precedente sono risultate in netto calo le Cloroficee. In termini di composizione percentuale della biomassa algale, un contributo importante è dato dalle Peridinee e Criptoficee a Gandria (entrambi attorno al 17%), e dalle Cloroficee e Criptoficee nel bacino sud (per entrambi i gruppi a Melide 18-19%, a Figino 14-15%) (CIPAIS, avanzamento 2009). Biomassa fitoplanctonica (g PS/m²) Stato e tendenza 25 Ga ndri a L1 Mel i de L2 Fi gi no L3 100% xantoficee 90% peridinee diatomee bacillariofice 80% crisoficee 70% criptoficee 60% coniugatoficee 50% cloroficee 40% cianoficee altre 30% 20% 10% 0% Gandria L1 15 Melide L2 Figino L3 STRUTTURA DELLE POPOLAZIONI FITOPLANCTONICHE COMPARTO TEMATICA Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Focus Focus L3 6 DPSIR Stato Specie DEFINIZIONE fitoplanctoniche censite durate l'anno Percentuali di biomassa per ciascun gruppo tassonomico GANDRIA La struttura della comunità fitoplanctonica del Lago di Lugano può essere rappresentata attraverso la ripartizione percentuale dei principali gruppi tassonomici, ossia Cianoficee (alghe azzurre responsabili delle fioriture algali che si verificano in ambiente eutrofizzato), Bacillarioficee, Peridinee, Cloficee e Criptoficee. I grafici riportati a destra mostrano una caratterizzazione della comunità fitoplanctonica del Lago di Lugano riferita a tre periodi successivi a partire dall'inizio delle attività di monitoraggio promosse dalla CIPAIS nelle diverse stazioni, da cui emergono le differenti fasi evolutive dell'ecosistema lacustre. Si evidenzia come in tutto il lago le Cianoficee, gruppo dominante nel corso degli anni '80, abbiano subito alla fine degli anni '80 una riduzione percentuale, raggiungendo valori simili a quelli delle Bacillarioficee, per diminuire ulteriormente durante il decennio in corso. Contemporaneamente si è assistito ad un aumento del contributo percentuale di Peridinee, Cloroficee e Criptoficee. MELIDE 1983 - 1988 1981 - 1988 1989 - 2005 2006 - 2009 16 FIGINO L3 7 POPOLAMENTO ZOOPLANCTONICO Stato Gandria 3 2 1 0 2008 2009 2005 2006 2007 2002 2003 2004 Figino 1998 1999 2000 2001 7 6 5 4 3 2 1 0 1995 1996 1997 Melide 1991 1992 1993 1994 7 6 5 4 3 2 1 0 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 La principale svolta nei rapporti tra le principali componenti della catena alimentare del lago si è manifestata verso la fine degli anni ’80, quando nel giro di un biennio (1988-1989) in tutto il lago, accanto alla forte riduzione del 50-60% della biomassa vegetale, si è verificato un incremento del 35-60% di quella animale. Dall’avvio del programma di ricerche promosso dalla CIPAIS al 2009, l’andamento dello zooplancton risulta caratterizzato da oscillazioni interannuali anche notevoli e da un generale incremento dei valori di biomassa carnivora a partire dalla seconda metà degli anni ’90, facendo prospettare un miglior equilibrio all’interno della struttura trofica della biocenosi lacustre. Con riferimento all’anno 2009, il quadro della biocenosi zooplactonica è caratterizzato da una marcata riduzione rispetto agli anni precedenti dei valori medi annui di biomassa, assestandosi su valori simili in tutto il lago; la componente erbivora è risultata simile nelle tre stazioni, mentre i carnivori risultano generalmente in calo, con valori leggermente inferiori nel bacino nord rispetto a quello sud. Si è probabilmente esaurito l’effetto positivo degli eccezionali eventi di rimescolamento della colonna d’acqua nel bacino nord (inverni 2005 e 2006), grazie ai quali importanti quantitativi di nutrienti algali erano stati trasportati nello strato trofogeno dell’intero lago, dove avvengono i processi fotosintetici. Le specie zooplanctoniche erbivore hanno risentito di questa ridotta disponibilità alimentare, con biomasse in calo del 15-30% rispetto al 2008. Nel complesso i dati raccolti negli ultimi anni nell’ambito delle ricerche CIPAIS confermano le differenze nella struttura trofica delle tre stazioni campionate, evidenziando da una parte una maggiore analogia tra le stazioni di Gandria e Melide, e confermando dall’altra il gradiente trofico lungo l’asse di deflusso delle acque lacustri, caratterizzato da una quota di produttori primari (fitoplancton) crescente da Gandria (51%) a Melide (54%) e a Figino (60%), ed una quota di consumatori primari (erbivori) in corrispondente diminuzione (Gandria: 38%; Melide: 35%; Figino 31%) (CIPAIS, campagna 2007 e rapporto quinquennale 2003-2007; avanzamento 2009). 6 5 4 1988 1989 1990 Stato e tendenza 1985 1986 1987 Attualmente non è ancora stato definito un obiettivo di qualità numerico per questo indicatore specifico per il Lago di Lugano. Biomassa zooplanctonica media annua, espressa come grammi di peso secco su m²; si indica la ripartizione nelle componenti trofiche dello zooplancton di rete, Copepodi e Cladoceri, ossia filtratori (erbivora) e predatori (carnivora) 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Densità DEFINIZIONE delle popolazioni zooplanctoniche Obiettivo 1983 1984 Ecologia e biodiversità g PS/m² Ambiente lacustre DPSIR g PS/m² TEMATICA g PS/m² COMPARTO carnivora 17 erbivora L3 11 PRODUZIONE PRIMARIA DPSIR Stato La DEFINIZIONE produzione primaria di un corpo idrico corrisponde alla quantità di sostanza organica prodotta dagli organismi autotrofi nell’unità di tempo e di superficie Andamento della produzione primaria annua dai primi anni '80 al 2009 (in alto) e della produzione primaria giornaliera nell'anno 2009 raffrontata al valore medio mensile riferito alla serie storica nelle tre stazioni di campionamento L'obiettivo da perseguire è quello di raggiungere valori di produzione primaria annua di 150 g C/m²a, corrispondenti ad uno stato di mesotrofia (OECD, 1982). Gandria Melide Figino 18 Produzione primaria (gC/m²a) Soglia critica 500 400 300 200 100 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 PPG-Gandria valore medio mensile PPG-Figino valore medio mensile novembre PPG-Figino anno 2009 ottobre PPG-Melide valore medio mensile agosto PPG-Melide anno 2009 dicembre PPG-Gandria anno 2009 luglio g/m²d 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 2,5 2 1,5 1 0,5 0 2,5 2 1,5 1 0,5 0 settembre produzione primaria annua inferiore a 150 g C/m²a Fi gi no L3 giugno Stato attuale Obiettivo Mel i de L2 0 g/m²d 0 g/m²a Nell’ambito delle ricerche promosse dalla CIPAIS dall’inizio degli anni ’80, uno dei parametri monitorati è rappresentato dalla produzione primaria, che esprime il grado di efficienza dell’attività fotosintetica svolta dal fitoplancton. Come già osservato a proposito della componente planctonica del Lago di Lugano, il biennio 1988-1989 ha costituito la principale e finora unica linea di separazione tra due situazioni trofiche radicalmente differenziate, non solo a livello della catena alimentare (come evidenziato dall’andamento dei valori di biomassa fito- e zooplanctonica), ma anche dell’efficienza dei processi produttivi primari. L’andamento pluriennale della produzione primaria presenta una diversa tendenza nei due bacini lacustri a partire dall’evento del 1988: nel bacino nord i valori sono andati in costante crescita, favoriti dal progressivo apporto di nutrienti dagli strati più profondi verso la zona produttiva; nel bacino sud, in accordo con la progressiva riduzione del livello trofico, si è assistito ad un calo costante, fatta eccezione per i valori del quinquennio 2003-2007, i quali hanno senz’altro risentito positivamente del marcato ampliamento dello strato trofogeno. Nel 2009 la produzione areale annua presenta valori molto simili nelle tre stazioni campionate (circa 340 g/m²a), sostanzialmente vicini alla media dell’ultimo quinquennio e ancora lontani dal valore obiettivo. Con riferimento all’andamento dei valori mensili di produzione primaria relativi al 2009, in tutto il lago il massimo primaverile è stato misurato nel mese d’aprile, che nella stazione di Figino rappresenta anche il valore massimo annuo. L’effetto dell’attività di grazing (predazione) da parte dello zooplancton erbivoro sulla produzione algale nel corso del mese di maggio risulta evidente a Gandria e Melide, e molto meno a Figino. A partire da giugno fino al termine del periodo vegetativo i valori di produzione si sono mantenuti elevati, con punte massime annue in settembre a Gandria, molto al di sopra della media mensile, ed in luglio a Melide; per la stazione di Figino la misura di luglio non può essere considerata rappresentativa ai fini dell’analisi dell’andamento mensile in quanto è stata effettuata in condizioni d’irraggiamento particolarmente sfavorevoli. Sono infine da sottolineare gli elevati valori di produzione del mese 500 d’ottobre misurati nelle stazioni di Melide e Figino, che si discostano notevolmente dalle medie g/m²a mensili, e che sono da ricondurre all’importante fase di sviluppo tardivo delle Cloroficee coccali nel bacino sud (CIPAIS, campagna 2007 e rapporto quinquennale 2003-2007; avanzamento 2009). g/m²d Stato e tendenza Ga ndri a L1 600 maggio Obiettivo aprile Ecologia e biodiversità marzo Ambiente lacustre febbraio TEMATICA gennaio COMPARTO L3 12 CONCENTRAZIONE MEDIA DI FOSFORO E AZOTO COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Stato Concentrazione DEFINIZIONE media annua dei nutrienti: fosforo totale e azoto totale Stato e tendenza 0 μg/l Lo stato qualitativo del Lago di Lugano ha subito in passato un rapido degrado che ha raggiunto il suo massimo verso la fine degli anni ’70. Grazie alle misure di risanamento adottate è stato possibile abbattere significativamente il carico inquinante veicolato dai tributari. Nel bacino nord la concentrazione media di fosforo totale sull’intero volume tra il 1976 e il 1998 è rimasta pressoché costante (circa 150 μg/l) a causa della permanente stratificazione della colonna d’acqua, con conseguente riduzione del fosforo nello strato superiore e progressivo accumulo nello strato sottostante. A partire dal 1998 i valori di concentrazione nei due strati (0-100 m e 100 m-fondo) si sono progressivamente avvicinati fino alla scomparsa della barriera meromittica all’inizio del 2005; grazie all’eccezionale circolazione delle acque avvenuta nel bacino nord nel 2005 e nel 2006 si è assistito ad una drastica riduzione dei valori di fosforo: la concentrazione media annua si è quasi dimezzata, passando dai 138 μg/l del 2004 agli attuali 73 μg/l. Per quanto riguarda il bacino sud i valori di concentrazione, in seguito all’iniziale incremento avente il culmine nei primi anni ’80, sono progressivamente diminuiti grazie al miglioramento delle opere di collettamento e depurazione, rimanendo poi stabili nell’ultimo quinquennio; nel 2010 è stata rilevata una concentrazione media sulla colonna di fosforo pari a 42 μg/l, il valore più basso registrato dal 1980. In merito all’andamento dell’azoto totale, nel bacino nord le concentrazioni medie presentano un progressivo incremento, passando da 0,45 mg/l (periodo 1984-88) a 0,81 mg/l nel 2002. A partire dal 2002 i valori hanno subito una forte riduzione fino agli attuali 0,47 mg/l. Nel bacino sud, dopo una prima fase di forte rialzo dal 1986 al 1989, l'andamento dell'azoto totale presenta un lungo periodo di stabilità tra il 1990 ed il 1997, con valori prossimi a 1,45 mg/l. Dopo il picco di 1,57 mg/l nel 2002, si sono verificate variazioni stagionali, ma con un trend al ribasso, e le concentrazioni si sono attestate sugli attuali 1,45 mg/l. L'aumento generalizzato dell'azoto totale registrato fino al 2003 nel lago è attribuibile, almeno in parte, alla saturazione dei suoli sul bacino 100 μg/l imbrifero, che hanno esaurito la capacità di trattenere efficacemente la componente inorganica disciolta (nitrato e ammonio) depositata con le precipitazioni (CIPAIS, campagna 2007 e rapporto quinquennale 2003-2007). concentrazioni di fosforo inferiori a 30 μg/l 160 140 120 100 80 60 40 20 0 Bacino Nord Bacino Sud Soglia critica 1,8 1,6 1,4 1,2 1 0,8 0,6 0,4 0,2 0 Stato attuale Bacino Nord 180 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Obiettivo 200 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 L'obiettivo da perseguire, definito dalla CIPAIS, è quello di non superare la concentrazione di 30 µg P/l. Concentrazione di azoto totale (mg/l) Obiettivo Concentrazione di fosforo totale (µg/l) Concentrazione media annua di fosforo totale (in alto) e di azoto totale (in basso) nelle acque lacustri, con riferimento ai due sottobacini Bacino Sud Bacino Nord 19 Bacino Sud L3 13 CONCENTRAZIONE DELL'OSSIGENO DI FONDO DPSIR Stato Obiettivo Coerentemente a quanto indicato dalla normativa svizzera sulla protezione delle acque (OPAc), nello strato profondo delle acque lacustri devono essere riscontrati valori di concentrazione dell'ossigeno disciolto pari o superiori a 4 mg/l. Stato e tendenza Obiettivo 0 mg/l concentrazione di ossigeno disciolto pari o superiore a 4 mg/l Concentrazione di ossigeno (mg/l) 8 mg/l L’andamento dei valori di concentrazione dell’ossigeno disciolto rilevati nella stazione di Gandria (Bacino Nord, si veda il primo grafico in alto) mostra un miglioramento nello stato di ossigenazione delle acque lacustri profonde successivo agli eventi di piena circolazione, apprezzabile dall’anno 2007. I valori rilevati nel corso del 2009 e del 2010 si attestano al di sopra del valore obiettivo di 4 mg/l. In precedenza sono state registrate situazioni particolarmente critiche nel corso del 2002 e del 2005, con valori prossimi all'anossia nello strato che si colloca tra i 20 e i 100 m di profondità. Per quanto riguarda il Bacino Sud (grafico centrale e in basso), i valori rilevati in ciascuna delle due stazioni di campionamento mostrano andamenti paragonabili nel corso dei diversi anni. In corrispondenza della stazione di Melide si rilevano mediamente valori migliori in termini di ossigenazione delle acque rispetto a quanto registrato a Figino; in particolare, le concentrazioni misurate nella prima stazione negli anni 2009 e 2010 risultano sempre superiori al valore obiettivo di 4 mg/l. Stato attuale Gandria Melide Andamento dei valori medi ponderati della concentrazione di ossigeno disciolto sul fondo del Lago Ceresio nelle stazioni di Gandria, Melide e Figino - periodo dal 1984 al 2010 Figino 20 10 Strato profondo compreso tra 20 e 100 m Ossigeno (mg/l) (mg/l)-Stazione di Gandria Ossigeno 8 6 4 2 Valore medio annuo per il 2010: 5,4 mg/l 0 1984 1985 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Andamento DEFINIZIONE della concentrazione dell'ossigeno nelle acque lacustri profonde 10 Strato profondo al di sotto dei 20 m (massima profondità 84 m) 8 6 4 2 Ossigeno (mg/l) (mg/l)-Stazione di Melide Valore medio annuo per il 2010: 6,1 mg/l 0 1984 1985 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Ecologia e biodiversità 10 8 Strato profondo al di sotto dei 20 m (massima profondità 95 m) (mg/l)-Stazione di Figino Ossigeno (mg/l) Valore medio annuo per il 2010: 5,4 mg/l 6 4 2 0 1984 1985 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Ambiente lacustre Concentrazione di ossigeno (mg/l) TEMATICA Concentrazione di ossigeno (mg/l) COMPARTO L3 14 PROFONDITÀ DEL VALORE DI 4 mg/l DI OSSIGENO DISCIOLTO COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Stato Profondità DEFINIZIONE del valore di 4 mg/l nelle acque lacustri 2010 2008 2006 2004 2002 2000 1998 1996 1994 1992 1990 1988 1986 1984 1982 -25 -50 -75 -100 -125 -150 2010 2006 2006 2008 2004 2004 2002 2000 1998 1996 1994 1992 1990 1988 1986 1984 1982 Profondità massima-Gandria 1980 100% In riferimento al 2010, nel bacino nord del Lago di Lugano l'isolinea corrispondente al valore di 4,0 mg/l di ossigeno disciolto, sotto la quale le condizioni di ossigenazione sono considerate critiche, è oscillata tra 80 e 110 m durante l’anno; dal 2007 si osserva un significativo aumento della profondità massima relativa all'isolinea, passata da 52 m agli attuali 108 m. Nel bacino sud l'isolinea di 4,0 mg/l è localizzata a 84 m a Melide e a 95 m a Figino (profondità massima). Osservando l'andamento storico della profondità massima di rilevamento del valore di 4,0 mg/l nelle due stazioni, non si rilevano sostanziali cambiamenti nel tempo, fatta eccezione per pochi anni; Melide presenta valori perlopiù costanti, attorno a 84 m, mentre Figino valori sempre prossimi a 95 m. In conclusione, dai dati sino ad ora raccolti per questo indicatore emerge come nel bacino sud l'intera colonna d'acqua risulti ossigenata, a differenza del bacino nord, caratterizzato da una condizione di meromissi (ossia di acque stratificate) che non consente quindi la piena ossigenazione degli strati profondi. Profondità (m) Stato e tendenza 0 0 Profondità (m) L’ordinanza svizzera sulle protezione delle acque (OPAc) stabilisce che il tenore di ossigeno dell’acqua non debba essere in nessun momento e a nessuna profondità inferiore a 4 mg/l, quindi l'isolinea corrispondente a tale valore dovrebbe raggiungere l'intera colonna d'acqua (100%). L'ossigenazione deve inoltre essere tale che almeno animali poco sensibili popolino il fondo del lago durante tutto l’anno e in quantità il più possibile vicine alla densità naturale. 1980 Profondità massima del Lago di Lugano a cui è stata rilevata una concentrazione di ossigeno pari a 4 mg/l nelle acque Obiettivo -20 -40 -60 -80 -100 Obiettivo 0% concentrazione di ossigeno disciolto di almeno 4 mg/l sull'intera colonna d'acqua Profondità (m) 0 Stato attuale Gandria Melide Figino -20 -40 -60 -80 -100 Profondità massima-Figino 21 2010 2008 2002 2000 1998 1996 1994 1992 1990 1988 1986 1984 1982 1980 Profondità massima-Melide CARICO DI FOSFORO TOTALE E AZOTO TOTALE IN INGRESSO A LAGO COMPARTO TEMATICA Ambiente lacustre Inquinamento delle acque DPSIR Pressioni Apporti DEFINIZIONE di nutrienti a lago derivanti dalle acque dei tributari, dalla fascia rivierasca e dalle precipitazioni Apporti di nutrienti a lago, dal 1983 al 2010: fosforo totale (in alto) e azoto totale (in basso) Obiettivo Obiettivo Stato attuale Bacino Nord: massimo carico 18 tP/anno Bacino Sud: massimo carico 22 tP/anno Bacino Nord Bacino Sud NB: gli apporti dalla fascia rivierasca sono conteggiati soltanto per l'anno 2010; pertanto i carichi complessivi riportati nei grafici sono da considerare sottostimati 22 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 CIPAIS, nell’ambito delle attività di ricerca, svolge dall’inizio degli anni ’80 le misurazioni dei carichi di fosforo in ingresso al Lago di Lugano, provenienti dalle acque dei tributari, dalle precipitazioni (solo per l'azoto) e dalla fascia rivierasca. L'analisi dettagliata dei carichi esterni di nutrienti convogliati ai due bacini principali consente di verificare se ed in quale misura le opere esterne di risanamento hanno contribuito al recupero del corpo lacustre e di valutare lo scostamento dagli obiettivi di qualità prefissati dalla CIPAIS (carichi critici). Dall’inizio dei rilevamenti è stata riscontrata nel complesso una tendenza alla riduzione del carico di fosforo, in particolare nel bacino sud dove i valori si sono dimezzati rispetto ai primi anni ’80; tale tendenza è da ricondurre al progressivo completamento della rete fognaria unitamente all’ampliamento, potenziamento e ottimizzazione degli impianti di depurazione delle acque esistenti che convogliano i reflui urbani trattati ai tributari del lago; anche la messa al bando dei fosfati nei detersivi per tessili (dal 1986) ha contribuito a ridurre gradualmente gli apporti di nutrienti e, in particolare, del fosforo. Rispetto al quinquennio precedente (2003-2007) gli attuali carichi di fosforo totale risultano in aumento del 30% in entrambi i bacini. Gli apporti di fosforo totale rilevati nel 2010 (che, rispetto agli anni precedenti, tengono conto anche del contributo, seppure modesto, della fascia rivierasca) risultano ancora superiori ai carichi critici auspicati, sia per il bacino nord (23,8 t/anno; +30%), ma in particolare per quello sud (45,6 t/anno; +107%). Per quanto riguarda i carichi di azoto totale, l’andamento dei valori relativi al bacino nord è risultato relativamente costante nel tempo, con valori in genere compresi tra 500 t/anno e 750 t/anno. Nel bacino sud gli apporti hanno mostrato invece oscillazioni interannuali anche consistenti, alternando fasi di incremento a periodi di progressiva riduzione dei valori; dall'inizio degli anni '80 i carichi di azoto a questo sottobacino lacustre sono passati da valori di circa 1000 t/anno a valori di circa 1750 t/anno negli ultimi anni. 100 Bacino Nord Soglia critica: Bacino Sud Bacino Nord Bacino Sud 2250 2000 1750 1500 1250 1000 750 500 250 0 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 10 t Ptot/a La Carico di fosforo totale (t/anno) Stato e tendenza 110 Carico di azoto totale (t/anno) Il massimo carico ammissibile di fosforo totale per il Lago di Lugano, secondo i limiti proposti dalla CIPAIS, è di 22 t/anno per il Bacino Sud e di 18 t/anno per il Bacino Nord. Relativamente all’azoto l'obiettivo da perseguire è di contenere gli apporti a lago. 70 t Ptot/a L4 1 Bacino Nord Bacino Sud L4 2 MICROINQUINANTI NELL'ECOSISTEMA LACUSTRE COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Inquinamento delle acque Impatto Concentrazione DEFINIZIONE di inquinanti organici clorurati e metalli potenzialmente tossici Obiettivo Il monitoraggio promosso dalla CIPAIS e finalizzato alla valutazione della compromissione dell'ecosistema da parte di inquinanti organici clorurati e metalli pesanti prevede il biomonitoraggio del comparto ittico e dei molluschi, per questi ultimi non ancora avviato. I grafici qui riportati presentano i risultati delle indagini condotte nel 2009 sul contenuto in DDT totale, i-PCB totale e mercurio nelle specie ittiche agone Alosa fallax lacustris, lavarello Coregonus lavaretus, persico reale Perca fluviatilis e gardon Rutilus rutilus. I risultati delle indagini permettono di apprezzare come il contenuto in DDT totale e i-PCB totale decresca nelle diverse specie ittiche secondo il seguente ordine: agone, lavarello, gardon e persico; testimoniando una correlazione tra i contenuti lipidici e i tenori in DDT e PCB. Da un confronto con quanto riscontrato in altri bacini lacustri, le concentrazioni di DDT totale misurate suggeriscono che la contaminazione nei pesci del Ceresio è di sottofondo. È importante, inoltre, sottolineare che i valori riscontrati risultano lontani dai valori limite normativi elvetici e rispettano i valori massimi indicati dalla normativa italiana per il consumo umano. Per quanto riguarda il PCB totale i risultati confermano che tutte le specie oggetto di monitoraggio, con unica eccezione per l'agone, presentano una contaminazione di sottofondo. L'agone, in relazione al più alto contenuto lipidico, può presentare livelli di PCB vicini al valore massimo normativo come definito dal Regolamento CE 1881/2006, ma comunque molto al di sotto del limite normativo svizzero. Le concentrazioni di mercurio rilevate risultano maggiori nell'agone, le differenze stagionali sono molto marcate nel persico reale con i valori maggiori nel periodo primaverile. Si evidenzia che le concentrazioni di mercurio sono di molto inferiori al valore limite normativo. Obiettivo: rispetto dei limiti normativi (Svizzera - OSoE, 2011) - DDT: 4000 μg/kg Stato attuale - PCB: 1000 μg/kg - Mercurio (Hg): 500 μg/kg DDT PCB Hg NB: lo stato attuale rappresentato fa riferimento alla specie caratterizzata dai valori mediamente più elevati (in questo caso si tratta sempre dell'agone). Il Reg. CE n. 1881/2006 indica, quale valore limite per la somma di diossine e PCB diossina-simili (PCB-DL), 8 pgTEQ/g in peso fresco e per il mercurio 0,5 mg/kg in peso fresco. L'O.M. del 18-07-90 (IT) stabilisce che la concentrazione del composto non possa superare 100 ng/g di peso fresco (per i pesci con più del 5% di grassi) e i 50 ng/g di peso fresco (per i pesci con meno del 5% di grassi). 23 DDT totale in quattro specie ittiche del Lago di Lugano, anno 2009 35 30 25 20 15 10 5 0 Aprile 4 Giugno 6 Alosa fallax lacustris Perca fluviatilis µg/kg peso fresco Stato e tendenza Settembre 9 Dicembre 12 Coregonus lavaretus Rutilus rutilus i-PCB totale in quattro specie ittiche del Lago di Lugano, anno 2009 80 60 40 20 0 Aprile 4 Giugno 6 Alosa fallax lacustris Perca fluviatilis µg/kg peso fresco L'obiettivo che la CIPAIS si propone di perseguire è la riduzione dei livelli di microinquinanti rilevabili nei diversi organismi bioindicatori e, in generale, nell'ecosistema lacustre. µg/kg peso fresco Concentrazione di DDT totale, PCB totale e mercurio nelle specie ittiche del Lago di Lugano, espressa come valore medio 600 Settembre 9 Dicembre 12 Coregonus lavaretus Rutilus rutilus Mercurio in quattro specie ittiche del Lago di Lugano, anno 2009 500 400 300 200 100 0 Aprile 4 Alosa fallax lacustris Perca fluviatilis Giugno 6 Settembre 9 Dicembre 12 Coregonus lavaretus Rutilus rutilus B1 1 USO DEL SUOLO E URBANIZZAZIONE COMPARTO TEMATICA DPSIR Bacino idrografico Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Stato Caratterizzazione dell'uso del suolo e delle zone urbane ricadenti all'interno dei bacini idrografici dei laghi Obiettivo L’evoluzione dell’uso del suolo e dell'urbanizzazione nel bacino imbrifero dei laghi, pur non essendo oggetto di determinati obiettivi futuri da perseguirsi nell’ambito della pianificazione del territorio, rappresenta un importante parametro di riferimento nell’evoluzione futura di molti degli indicatori/indici che sono stati selezionati e per i quali invece sono prevedibili degli specifici obiettivi. Questo tipo di indicatore consentirà di valutare nel tempo le trasformazioni che avvengono sul territorio conseguenti ai cambiamenti nell'uso del suolo e nel grado di urbanizzazione a livello di bacino. Corine Land Cover 1990 24 B1 1 USO DEL SUOLO E URBANIZZAZIONE COMPARTO TEMATICA DPSIR Bacino idrografico Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Stato Caratterizzazione dell'uso del suolo e delle zone urbane ricadenti all'interno dei bacini idrografici dei laghi Stato e tendenza Il bacino idrografico del Lago di Lugano costituisce un sottobacino di quello del Lago Maggiore ed è compreso nei territori della Svizzera (Canton Ticino) e della Lombardia. Rispetto alla superficie Testo59 totale, 242 km² (40%) ricadono in Italia, mentre 368 km² (60%) in Svizzera. La tipologia di uso del suolo prevalente è rappresentata dalle zone boscate (63%), seguita dalle zone a vegetazione arbustiva-erbacea (14%), dalle acque continentali e dalle zone urbanizzate (entrambe circa 8%). Con percentuali inferiori al 3% si trovano le zone industriali/artificiali, le aree agricole, i prati e le zone aperte con vegetazione rada o assente. Analizzando l'uso del suolo nelle porzioni lombarda e svizzera, si osserva una ripartizione delle categorie principali del tutto analoga a quella riscontrata nell'intero territorio del bacino. Si evidenzia come in Svizzera siano presenti le zone industriali, commerciali e infrastrutturali, del tutto trascurabili in Lombardia, dove invece sono presenti le zone agricole eterogenee, assenti in territorio svizzero. Sottobacino svizzero: 368 km² Svizzera 9% Lombardia 2% 8% 1% 13% 0% 1% 0% 0,2% 6,8% 7,5% 15,5% Sottobacino lombardo: 242 km² 2,8% 0,9% 2,0% 1,9% 3% 63% 11 Zone urbanizzate di tipo residenziale 14 Zone verdi artificiali non agricole 22 Colture permanenti 31 Zone boscate 33 Zone aperte con vegetazione rada o assente 62,4% 12 Zone industriali, commerciali e infrastrutturali 21 Seminativi 23 Prati stabili (foraggere permanenti) 32 Zone caratterizzate da vegetazione arbustiva e/o erbacea 51 Acque continentali 25 PERCORRIBILITÀ FLUVIALE DA PARTE DELLE SPECIE ITTICHE COMPARTO TEMATICA Bacino idrografico Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali B1 2 DPSIR Pressioni Lunghezza dei tratti dei corsi d'acqua rientranti nei bacini imbriferi dei laghi utilizzabili dalla comunità ittica (senza sbarramenti) Obiettivo Il parametro in esame non è oggetto di un obiettivo specifico, ma al fine di migliorare lo stato di conservazione delle popolazioni ittiche nel territorio di interesse, è auspicabile considerare quale obiettivo quello di incrementare la lunghezza dei tratti percorribili dalla fauna ittica, attraverso la realizzazione di interventi di deframmentazione del corridoio ecologico fluviale. Stato e tendenza La percorribilità fluviale dei principali tributari del Lago di Lugano risulta nel complesso piuttosto scarsa: la percentuale di percorribilità maggiore si riscontra nel Torrente Cuccio, percorribile fino alla prima discontinuità naturale per il 36% a partire dalla foce a lago; seguono i torrenti Rezzo, Bolletta e Cassarate, percorribili dalla foce per circa il 30% dell'intero tratto potenzialmente percorribile. I restanti corsi d'acqua censiti sono percorribili per meno del 20% dell'intera asta. I torrenti Trallo, Solda, Livone e il Canale Lagadone sono percorribili per poche centinaia di metri dalla foce, con percentuali di percorribilità inferiori al 4%. Il Laveggio presenta una piena percorribilità per i primi 1463 m dalla foce, corrispondenti al 14% dell'intera asta fluviale; infine, il Vedeggio risulta pienamente percorribile per 5387 m a partire dalla foce, ossia per il 19% della sua lunghezza complessiva. In termini di invalicabilità complessivamente censite sui singoli corsi d'acqua, il numero maggiore è riferito al Vedeggio, con un totale di 23 discontinuità; seguono il Trallo, con 9 invalicabilità, il Cuccio, con 8 discontinuità, il Canale Lagadone e il Solda, entrambi con 4 invalicabilità. Tra tto a ttual mente percorri bi l e da l l a foce Tra tto potenzi al mente percorri bi l e Vedeggio Trallo Solda Rezzo Livone Laveggio Lagadone Cuccio Cassarate Bolletta Percentuale (%) 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Percentuale di percorribilità dalla foce nei principali tributari del Lago di Lugano (nel Carta delle discontinuità e della percorribilità fluviale nei principali immissari del Lago di caso di Bolletta, Rezzo e Cuccio la percorribilità potenziale termina con un ostacolo Lugano naturale) 26 LIVELLO DI INQUINAMENTO DA MACRODESCRITTORI PER LO STATO ECOLOGICO B3 1 COMPARTO TEMATICA DPSIR Bacino idrografico Ecologia e biodiversità Stato Indice dello stato chimico ottenuto dall'analisi di quattro parametri o macrodescrittori Obiettivo La legislazione svizzera non prevede, come avviene in Italia, l'applicazione dell'indice LIMeco, ma definisce delle classi di qualità per alcuni parametri chimico-fisici significativi tra cui fosforo totale, azoto ammoniacale e azoto nitrico, che riprendono in parte le esigenze qualitative espresse nell'OPAc. L'obiettivo da perseguire consiste nel raggiungimento di una percentuale superiore al 90% di misurazioni con valori ricadenti nelle classi di qualità "Buono" e/o "Ottimo". Localizzazione delle stazioni di monitoraggio dei tributari del Lago di Lugano Stato e tendenza 100% Gli istogrammi che seguono indicano come i valori dei macrodescrittori fosforo totale, azoto ammoniacale e azoto nitrico, rilevati mensilmente in ciascuna stazione dei tributari del Lugano nel 2000 e nel 2010, si distribuiscono all'interno di intervalli individuati sulla base delle classi stabilite dal modulo chimico "Metodi di analisi e valutazione dei corsi d'acqua" (Confederazione svizzera). Dal confronto risulta evidente il generale miglioramento verificatosi nell'arco dell'ultimo decennio dei valori di azoto ammoniacale e di fosforo. Per quanto riguarda l'azoto nitrico si osserva invece un leggero peggioramento nello stato qualitativo (da 97% a 88% di misure ricadenti nelle classi "Buono" e "Ottimo"), mostrando comunque nel 2010 frequenze nelle classi di qualità prossime all'obiettivo. Obiettivo Stato attuale 90% delle misurazioni corrispondenti alle classi "Buono" e "Ottimo" Fosforo Azoto ammoniacale Azoto nitrico Ripartizione in classi di qualità dei valori mensili di fosforo totale, azoto ammoniacale e azoto nitrico rilevati nelle stazioni di monitoraggio dei tributari del Lago di Lugano: confronto tra il 2000 e il 2010 Azoto ammoniacale (mg/l) 100% 0% 32 80% 70% 60% 50% 20 25 90% 23 7 5 5 12 80% 6 6 25 18 15 40% 30% 26 60 20% 10% 28 0% 2000 2010 Classi di qualità 5Scadente 4Sufficiente 3Mediocre 2Buono 1Ottimo % dei valori rilevati % dei valori rilevati 90% 70% 57 40% 79 30% 20% 10% 4 29 0% 2000 5Scadente 4Sufficiente 3Mediocre 2Buono 1Ottimo 2010 NB: i valori riportati negli istogrammi si riferiscono al numero di misurazioni mensili effettuate ricadenti in una delle classi indicate in legenda 27 1 1 Azoto nitrico (mg/l) 1 90% Classi di qualità 60% 50% 100% % dei valori rilevati Fosforo totale (mg/l) 100% 10 4 80% 70% 60% 87 66 50% 40% 30% 20% 10% 31 40 0% 2000 2010 Classi di qualità 5Scadente 4Sufficiente 3Mediocre 2Buono 1Ottimo LIVELLO DI INQUINAMENTO DA MACRODESCRITTORI PER LO STATO ECOLOGICO B3 1 COMPARTO TEMATICA DPSIR Bacino idrografico Ecologia e biodiversità Stato Indice dello stato chimico ottenuto dall'analisi di quattro parametri o macrodescrittori Stato e tendenza L'andamento dei singoli macrodescrittori illustrato nei grafici è riportato per i tributari del Lago di Lugano ritenuti più significativi. Nell'ultimo decennio l'andamento di ciascun parametro si mantiene nel complesso costante e con valori piuttosto simili nei corsi d'acqua considerati; fanno eccezione i valori di fosforo nel Bolletta, visibilmente superiori e con picchi molto elevati in alcuni casi superiori a 1,5 mg P/l. Da segnalare anche alcuni picchi dei valori di azoto ammoniacale nel caso del Vedeggio, particolarmente elevati tra il 2003 e il 2007, e di fosforo nel caso del Cassarate; i picchi di azoto ammoniacale nel Vedeggio sono verosimilmente ascrivibili a periodi di portate fluviali particolarmente ridotte, costituite in prevalenza dallo scarico del depuratore ubicato a Bioggio, a servizio della Città di Lugano, che recapita i reflui a circa un chilometro dalla foce a lago. Per quanto riguarda l'azoto nitrico invece, i valori più elevati sono riferiti al Laveggio, che presenta anche le maggiori oscillazioni; seguono il Vedeggio, il Bolletta, il Cassarate e il Cuccio, quest'ultimo con valori sempre inferiori a 2 mg N/l. Andamento dei valori mensili di ossigeno, fosforo, azoto ammoniacale e azoto nitrico nei principali tributari del Lugano durante il periodo 2000-2010 Bol l etta Ca s s a rate Cucci o Laveggi o 7 Vedeggi o Azoto ammoniacale (mg/l) 18 Ossigeno (mg/l) 16 14 12 10 8 6 4 2 5 4 3 2 1 18 16 1,5 1 0,5 14 12 Bol l etta Ca s s ara te Cucci o Laveggi o Vedeggi o 10 8 6 4 2 0 gen '00 mag '00 set '00 gen '01 mag '01 set '01 gen '02 mag '02 set '02 gen '03 mag '03 set '03 gen '04 mag '04 set '04 feb '05 giu '05 ott '05 feb '06 giu '06 ott '06 feb '07 giu '07 ott '07 feb '08 giu '08 ott '08 feb '09 giu '09 ott '09 feb '10 giu '10 ott '10 0 gen '00 mag '00 set '00 gen '01 mag '01 set '01 gen '02 mag '02 set '02 gen '03 mag '03 set '03 gen '04 mag '04 set '04 feb '05 giu '05 ott '05 feb '06 giu '06 ott '06 feb '07 giu '07 ott '07 feb '08 giu '08 ott '08 feb '09 giu '09 ott '09 feb '10 giu '10 ott '10 Fosforo (mg/l) 2 Bol l etta Ca s s a rate Cucci o La veggi o Vedeggi o Azoto nitrico (mg/l) 2,5 gen '00 mag '00 set '00 gen '01 mag '01 set '01 gen '02 mag '02 set '02 gen '03 mag '03 set '03 gen '04 mag '04 set '04 feb '05 giu '05 ott '05 feb '06 giu '06 ott '06 feb '07 giu '07 ott '07 feb '08 giu '08 ott '08 feb '09 giu '09 ott '09 feb '10 giu '10 ott '10 0 gen '00 mag '00 set '00 gen '01 mag '01 set '01 gen '02 mag '02 set '02 gen '03 mag '03 set '03 gen '04 mag '04 set '04 feb '05 giu '05 ott '05 feb '06 giu '06 ott '06 feb '07 giu '07 ott '07 feb '08 giu '08 ott '08 feb '09 giu '09 ott '09 feb '10 giu '10 ott '10 0 6 Bol l etta Ca s s ara te Cucci o Laveggi o Vedeggi o 28 L1 L1 1 1 L1 L1 2 2 PRELIEVO AD USO POTABILE ZONE BALNEABILI COMPARTO TEMATICA COMPARTO TEMATICA Ambiente lacustre Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Ambiente lacustre Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali CODICE TIPO DPSIR CODICE TIPO DPSIR L1 1 Determinanti L1 2 Stato Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA SERIE STORICA Annuale 2000-2010 Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA Annuale SERIE STORICA D.Lgs. 152/2006 (IT); Legge sull'approvvigionamento idrico del 22/06/1994 (CH) D.Lgs. 116/2008 (IT); Reg.igiene acque baln. 13/4/1994 (CH) FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO Provincia di Varese, Ufficio Ecologia e Energia; Ufficio Energia-Cantone Ticino; Aziende Industriali di Lugano; Ufficio tecnico del Comune di Paradiso ASL della Provincia di Varese e della Provincia di Como;ARPA Piemonte; Laboratorio Cantonale Bellinzona DESCRIZIONE DESCRIZIONE Il monitoraggio dei quantitativi corrispondenti ai prelievi d’acqua dai bacini lacustri consente di descrivere e analizzare l’andamento dello sfruttamento della risorsa idrica lacustre a fini idropotabili. Parte del volume di acqua che alimenta gli acquedotti pubblici e le reti di distribuzione dell’acqua potabile dei comuni deriva dal prelievo da fonti superficiali. Tuttavia, in molti casi le acque superficiali, presentando parametri di qualità incompatibili con il consumo potabile, necessitano di un idoneo trattamento di potabilizzazione (ad esempio tramite ozonizzazione) con costi elevati. Il prelievo di acque da corpi idrici lacustri a scopo idropotabile deve perciò essere sottoposto a continuo monitoraggio. In futuro i dati raccolti per questo indicatore potranno essere integrati anche con le informazioni relative alla tipologia di trattamento a cui sono sottoposte le acque destinate ad uso potabile. La balneazione costituisce una delle forme più comuni di uso ricreativo delle acque lacustri. La qualità delle acque in relazione alla balneabilità è monitorata periodicamente in corrispondenza delle zone costiere lacustri dagli Enti preposti (ARPA Lombardia, ARPA Piemonte, ASL provinciale, Laboratorio cantonale). Le acque vengono considerate balneabili o meno in relazione alle caratteristiche di qualità batteriologica (Enterecocchi, Escherichia coli) e algale, definite nella normativa di riferimento. La balneabilità delle spiagge è indicatrice di eventuali criticità puntuali presenti lungo le rive; infatti sono frequenti fenomeni di inquinamento batteriologico in corrispondenza di immissari o sfioratori dei collettori fognari. Con la recente normativa italiana, che ha recepito la Direttiva 2006/7/CEE, vengono definite le nuove modalità di classificazione dei tratti balneabili, che riguardano non solo le caratteristiche chimico-biologiche delle acque, ma vengono anche rese pubbliche, attraverso il “profilo” delle acque di balneazione, le informazioni relative agli episodi di inquinamento ed alle potenziali fonti di rischio, nonché i servizi disponibili presenti sulla spiaggia stessa. OBIETTIVO OBIETTIVO È ipotizzabile che i prelievi per la produzione di acqua potabile da acque lacustri possano aumentare nei prossimi anni; di conseguenza, l’andamento dei prelievi e il loro monitoraggio nel tempo rappresentano l’obiettivo per valutare la qualità delle acque lacustri. L'obiettivo per questo indicatore consiste nel miglioramento delle condizioni che consentono l'utilizzo fruizionale della risorsa idrica ai fini della balneabilità in tutti i siti monitorati. Secondo il D.Lgs. 30 maggio 2008 n. 116 (Italia), entro la stagione balneare 2015, le regioni e le province devono assicurare il raggiungimento di un giudizio almeno “sufficiente” per tutte le acque di balneazione. L1 L1 3 3 SUPERFICIE DESTINATA ALL'ORMEGGIO DI IMBARCAZIONI DA DIPORTO L1 L1 4 4 PESCATO COMPARTO TEMATICA COMPARTO TEMATICA Ambiente lacustre Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Ambiente lacustre Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali CODICE TIPO DPSIR CODICE TIPO DPSIR L1 3 Pressioni L1 4 Pressioni Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA Annuale SERIE STORICA Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA SERIE STORICA Annuale Maggiore: 1979-2010; Ceresio: 1978-2010 LR Lombardia 22/1998; LR Piemonte 2/2008; L cantonale del 3/10/1975; RL 22/11/1982 (CH) Conv. pesca acque it-sv 1/4/1989; LR Lomb. 31/2008; LR Piem. 37/2006; L cant. 26/06/1996; RL 15/10/1996 (CH) FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO Consorzio Gest. Ass. dei L. Maggiore, Comabbio, Monate e Varese;Gest. Ass. del Demanio Lacuale Bacino del L. Maggiore, Provincia VCO / Gest. Ass. del Demanio Lacuale Bacino Basso L. Maggiore; Ufficio Demanio-Cantone Ticino Commissione Italo-Svizzera per la Pesca DESCRIZIONE DESCRIZIONE La nautica da diporto rappresenta una componente non trascurabile del turismo nei Laghi Maggiore e Lugano e una fonte di pressione per l’ecosistema lacustre in relazione ad aspetti quali: il moto ondoso generato dalle imbarcazioni, causa di fenomeni erosivi sulle sponde con danni diretti ai canneti e all’ambiente ripariale; il rumore provocato dai natanti, fonte di disturbo per l’avifauna; eventuali fuoriuscite accidentali di idrocarburi; immissione occasionale di inquinanti nelle acque; occupazione di aree in corrispondenza delle sponde spesso intercluse in zone occupate da canneto; ulteriori interferenze con aree naturali protette che interessano l’ambiente lacustre. Le aree concesse per l’ormeggio delle imbarcazioni (marina, cantieri nautici, pontili, singoli ormeggi) rappresentano quindi una misura del grado di incidenza della pressione antropica agente sull’ecosistema lacustre; i cambiamenti nel tempo dei valori delle superfici di specchio d’acqua occupate permettono inoltre sia di stimare il trend evolutivo dell’indicatore, sia di fornire un riferimento significativo agli strumenti di pianificazione e programmatici del settore. La pesca, professionale e sportiva, costituisce una fonte di pressione sulle comunità ittiche dei bacini lacustri; conoscere e monitorare l’andamento del pescato permette di valutare le modalità di gestione della risorsa ittica dal punto di vista conservazionistico e il mantenimento di un equilibrio tra i due tipi di attività alieutica. Inoltre, i dati relativi al pescato forniscono utili informazioni per valutare l’evoluzione delle comunità ittiche anche in relazione allo stato trofico. Un’informazione di maggiore dettaglio in merito alle caratteristiche della pressione esercitata dall’attività di pesca sulle popolazioni ittiche lacustri viene fornita dall’incidenza della stessa sulle specie di pregio, intese come le più interessanti dal punto di vista commerciale (coregonidi, agone, gardon, pesce persico, lucioperca e trota). OBIETTIVO OBIETTIVO L’evoluzione della superficie di specchio d’acqua destinata all’ormeggio di imbarcazioni da diporto rappresenta un importante parametro di riferimento nell’evoluzione delle pressioni agenti sul comparto lacustre. Ai fini della conservazione del patrimonio ittico l'obiettivo principale da perseguire consiste nella tutela e nell'incremento delle specie autoctone, con particolare riguardo per quelle di interesse conservazionistico. L2 L2 1 1 L2 L2 2 2 LIVELLO LACUSTRE TEMPERATURA MEDIA DELLE ACQUE NEGLI STRATI 0-20 m E PROFONDO COMPARTO TEMATICA COMPARTO TEMATICA Ambiente lacustre Idrologia e clima Ambiente lacustre Idrologia e clima CODICE TIPO DPSIR L2 1 Stato Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA SERIE STORICA Annuale Maggiore: 1952-2010; Ceresio: 1928-2010 CODICE TIPO DPSIR L2 2 Stato Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA SERIE STORICA Annuale Maggiore: 1980-2010; Ceresio: 1981-2010 FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO Istituto Scienze della Terra (IST-SUPSI) Istituto Scienze della Terra (IST-SUPSI) DESCRIZIONE DESCRIZIONE L’andamento dei livelli di un lago è un parametro molto importante, non solo dal punto di vista prettamente idrologico, ma anche da quello ecologico. Il livello delle acque lacustri dipende dal bilancio tra le entrate e le uscite e quindi da diversi fattori come afflussi meteorici, evaporazione, apporti dei tributari, deflussi degli emissari, prelievi, ecc. Monitorare questo parametro nel corso degli anni significa registrare le fluttuazioni del livello idrico delineando così una caratterizzazione del corpo idrico, descrivere una tendenza nel tempo ed eventualmente effettuare previsioni sul futuro del lago stesso. La temperatura delle acque lacustri è un parametro molto importante in quanto determina la circolazione delle acque, evento fondamentale ai fini della loro ossigenazione. Essa, inoltre, condiziona i processi vitali che si svolgono all’interno dell’ecosistema lacustre: l'evoluzione dei popolamenti batterici, la successione e la produzione delle specie algali, la struttura e l'abbondanza dei popolamenti zooplanctonici e, infine, l'accrescimento e la riproduzione delle specie ittiche. L’osservazione dell’andamento dei valori di temperatura in superficie e in profondità consente di effettuare valutazioni sugli scambi energetici delle acque lacustri e, quindi, sui loro movimenti. Questa variabile, inolte, è risultata fortemente influenzata dal riscaldamento globale in atto ed è indispensabile il suo monitoraggio, effettuato con continuità e precisione, per valutare il progressivo accumulo di calore nei laghi e le conseguenti variazioni della loro idrodinamica. OBIETTIVO OBIETTIVO L’evoluzione del livello medio lacustre, pur non essendo oggetto di determinati obiettivi futuri da perseguirsi nell’ambito della pianificazione del territorio, rappresenta un importante parametro di riferimento per la valutazione dei fenomeni biologici ed ecologici. Date le caratteristiche intrinseche dell’indicatore non è possibile associare ad esso un obiettivo da perseguire, ma è comunque importante osservare l’andamento delle temperature delle acque lacustri nel tempo, in modo tale da analizzare il comportamento termico dei bacini in relazione alle variazioni meteo-climatiche e valutare parallelamente le conseguenze ecologiche correlate ai cambiamenti registrati. L2 L2 3 3 L3 L3 1 1 MASSIMA PROFONDITÀ DI MESCOLAMENTO COLONIZZAZIONE DELLE SPONDE DA PARTE DEL CANNETO COMPARTO TEMATICA COMPARTO TEMATICA Ambiente lacustre Idrologia e clima Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità CODICE TIPO DPSIR L2 3 Stato Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA SERIE STORICA Annuale Maggiore: 1951-2010; Ceresio: 1981-2010 FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO CODICE TIPO DPSIR L3 1 Stato Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA Annuale SERIE STORICA FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO Istituto Scienze della Terra (IST-SUPSI) DESCRIZIONE DESCRIZIONE La circolazione delle acque è regolata dagli scambi termici che avvengono tra le acque lacustri e l’atmosfera e dai moti convettivi generati dalle variazioni termiche lungo la colonna d’acqua e dall’azione del vento. Il rimescolamento delle acque comporta al contempo l’ossigenazione degli strati profondi e variazioni nella concentrazione dei nutrienti alle diverse profondità. L’osservazione di tale parametro permette di effettuare importanti valutazioni inerenti le componenti biotiche dell’ecosistema lacustre. La vegetazione che si insedia in corrispondenza di habitat litoranei e strettamente acquatici negli ecosistemi di acque dolci superficiali, lotici e lentici, e avente dimensioni macroscopiche, è rappresentata dalle macrofite acquatiche, comprendenti molti taxa vegetali, quali fanerogame erbacee, pteridofite, numerose briofite e alghe macroscopicamente visibili. Si tratta di un gruppo definito su base ecologico-funzionale, cui appartengono anche le specie che vanno a costituire la formazione vegetazionale del canneto. Questo, in particolare, assume estrema importanza quale luogo di riproduzione, rifugio e nicchia trofica per numerose specie ittiche, habitat per la fauna invertebrata ed in relazione allo svolgimento di un'azione depurativa naturale delle acque. L'indicatore è applicato nell'ambito del Pannello di controllo del Lago Maggiore. OBIETTIVO OBIETTIVO Date le caratteristiche intrinseche dell’indicatore non è possibile associare ad esso un obiettivo specifico da perseguire, ma è comunque importante osservare l’andamento della profondità di mescolamento in quanto da essa dipendono fenomeni di carattere chimico e biologico (grado di ossigenazione dell’ipolimnio, riciclo dei nutrienti, migrazioni verticali del popolamento planctonico). È inoltre possibile valutare lo scostamento da condizioni potenzialmente critiche basandosi su riferimenti tratti dalla letterettura scientifica, che definiscono a rischio una condizione in cui l'omogenizzazione delle acque interessa lo strato superficiale fino a solo 50-60 m di profondità. L’evoluzione di questo indicatore, pur non essendo attualmente oggetto di determinati obiettivi nell’ambito della pianificazione del territorio, rappresenta un importante parametro di riferimento, in quanto lo stato ecologico influenza il mantenimento o il ripristino delle comunità vegetali, in particolare del canneto. L3 L3 2 2 L3 L3 3 3 ABBONDANZA RELATIVA DELLE PRINCIPALI MACROFITE MORFOLOGIA DELLE RIVE LACUSTRI COMPARTO TEMATICA COMPARTO TEMATICA Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità CODICE TIPO DPSIR CODICE TIPO DPSIR L3 2 Stato L3 3 Stato Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA Quinquennale SERIE STORICA Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA Una Tantum SERIE STORICA D.M. 08/11/2010 (IT) FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO DESCRIZIONE DESCRIZIONE Le specie macrofitiche assumono un ruolo molto importante all’interno dell’ambiente lacustre. La ricchezza in specie delle comunità vegetali inoltre è indice della buona qualità delle acque. L’andamento del parametro consente quindi di esprimere un giudizio in merito ai cambiamenti che hanno interessato l’ecosistema nel corso del tempo. I caratteri morfologici della fascia perilacuale assumono una notevole importanza per la valutazione della funzionalità delle dinamiche ecologiche e della biodiversità in corrispondenza delle zone litorali. Oltre alle funzioni ecologiche esiste anche quella ricreativa, in quanto le zone costiere dei laghi possiedono una notevole attrattiva turistica; ad esse si associa dunque un valore antropico di tipo naturalistico-estetico, culturale, storico e archeologico. L'indicatore è applicato nell'ambito del Pannello di controllo del Lago Maggiore. OBIETTIVO OBIETTIVO L’evoluzione dell’abbondanza relativa delle principali macrofite acquatiche, pur non essendo oggetto di determinati obiettivi futuri da perseguirsi nell’ambito della pianificazione del territorio, rappresenta un importante parametro di riferimento, in quanto espressione della biodiversità e dello stato ecologico lacustre che influenza il mantenimento o il ripristino delle comunità vegetali. L’osservazione dei caratteri morfologici attuali delle rive permette di effettuare scelte strategiche e pianificatorie che dovrebbero mirare da un lato all’incremento della fruibilità delle sponde e dall’altro alla tutela o al ripristino delle aree di pregio naturalistico. I cambiamenti riscontrati nel tempo forniscono le informazioni circa la buona riuscita delle azioni implementate. L3 L3 4 4 L3 L3 5 5 TRASPARENZA CLOROFILLA a COMPARTO TEMATICA COMPARTO TEMATICA Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità CODICE TIPO DPSIR CODICE TIPO DPSIR L3 4 Stato L3 5 Stato Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA SERIE STORICA Annuale Maggiore: 1981-2010; Ceresio: 1980-2010 Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA SERIE STORICA Annuale Maggiore: 1980-2009; Ceresio: 1981-2010 D.M. 08/11/2010 (IT) D.M. 08/11/2010 (IT) FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO Istituto Scienze della Terra (IST-SUPSI) Istituto Scienze della Terra (IST-SUPSI) DESCRIZIONE DESCRIZIONE La trasparenza delle acque è influenzata dalle proprietà di assorbimento e diffrazione dell'acqua e del materiale disciolto e in sospensione. Il monitoraggio della trasparenza delle acque lacustri fornisce un’indicazione dello stato di qualità dell’acqua, in ambienti molto produttivi l'elevata quantità di organismi fitoplanctonici e zooplanctonici limita la penetrazione della luce. Normalmente la trasparenza è un indice della quantità di microalghe presenti nello strato illuminato per cui, alle nostre latitudini, è massima nel periodo di minor produzione (inverno) e minima in estate-autunno. La trasparenza viene misurata normalmente con il disco di Secchi, attraverso la misurazione della profondità alla quale il disco scompare alla vista. La concentrazione di clorofilla a è considerata uno dei parametri più significativi per la valutazione dello stato trofico di un ambiente lacustre, in quanto rappresenta l’espressione della biomassa algale ed è strettamente correlata alla disponibilità dei nutrienti. OBIETTIVO OBIETTIVO Il monitoraggio del parametro permette di dedurre informazioni in merito allo stato trofico delle acque, a valori medi annui di trasparenza inferiori a 5 m può corrispondere, nel caso di laghi subalpini profondi, una situazione peggiore dal punto di vista qualitativo. L'osservazione nel tempo dell'andamento dei valori medi annui del parametro permette di osservare lo scostamento dalle condizioni pristine dell'ecosistema lacustre descritte dallo stato trofico lacustre. L3 L3 6 6 L3 L3 7 7 STRUTTURA DELLE POPOLAZIONI FITOPLANCTONICHE POPOLAMENTO ZOOPLANCTONICO COMPARTO TEMATICA COMPARTO TEMATICA Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità CODICE TIPO DPSIR CODICE TIPO DPSIR L3 6 Stato L3 7 Stato Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA SERIE STORICA Annuale Maggiore: 1980-2009; Ceresio: 1980-2009 Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA SERIE STORICA Annuale Maggiore: 1948-2010;Ceresio: 1981-2009 FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO Istituto Scienze della Terra (IST-SUPSI) Istituto Scienze della Terra (IST-SUPSI) DESCRIZIONE DESCRIZIONE La struttura delle popolazioni fitoplanctoniche assume il valore di indicatore in relazione alla presenza di specie più o meno sensibili alle alterazioni nello stato e nella qualità delle acque, nonché in relazione ai rapporti di dominanza relativa tra le specie presenti. In particolare attraverso l'applicazione dell'indice di Shannon-Wiener (H'=- Ʃˢj=1 [pj lnpj]; dove s indica il numero di specie e pj la proporzione degli individui della specie j nella comunità) è possibile ricavare informazioni oggettive sulla ripartizione della biomassa totale tra le specie presenti. Particolare rilevanza assumono, inoltre, gli eventi di fioritura di specie algali potenzialmente tossiche. Il monitoraggio dei cambiamenti che possono interessare la composizione in specie del fitoplancton permette quindi di effettuare valutazioni in merito al benessere dell’ecosistema acquatico. Lo zooplancton, quale primo utilizzatore delle energie accumulate dai processi di fotosintesi e quale importantissimo anello di congiunzione ai più elevati livelli della catena alimentare, riveste un ruolo primario per ciò che concerne la caratterizzazione delle acque lacustri. Il patrimonio di dati finora acquisito anche grazie al monitoraggio promosso dalla CIPAIS consente di comprendere il significato dei cambiamenti in atto e di verificare se e come le condizioni attuali del lago si discostino da quelle originarie. OBIETTIVO OBIETTIVO Nell'ambito della tutela e della protezione degli ecosistemi lacustri risulta importante l'osservazione di tale parametro, indice della biodiversità e dello stato di qualità delle acque. L'analisi dei dati pregressi sul Lago Maggiore indica una relazione tra variazione del numero di specie e stato di qualità delle acque lacustri: partendo da questo presupposto ed a titolo indicativo si può individuare in 40 specie algali totali/anno la soglia al di sotto della quale il parametro indica possibili cambiamenti nella struttura del fitoplancton e nella qualità delle acque lacustri. In virtù del suo ruolo ecologico, lo zooplancton rappresenta un indicatore sensibile a diversi fattori di disturbo, conseguenti in misura diretta e indiretta alle attività dell’uomo. La situazione attuale è caratterizzata da un’elevata variabilità e da una spiccata imprevedibilità delle dinamiche annuali: l’attività proposta serve a comprendere i meccanismi attraverso i quali le diverse forzanti agiscono sull’ecosistema lacustre. L3 L3 8 8 DIETA E COMPETIZIONE DELLE SPECIE ITTICHE PER LE RISORSE ALIMENTARI L3 L3 9 9 INDICE DI QUALITÀ MICROBIOLOGICA COMPARTO TEMATICA COMPARTO TEMATICA Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità CODICE TIPO DPSIR CODICE TIPO DPSIR L3 8 Stato L3 9 Stato Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA Annuale SERIE STORICA Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA Annuale SERIE STORICA FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO DESCRIZIONE DESCRIZIONE Uno dei fattori principali che determinano l’evoluzione della fauna ittica in un lago è costituito dalla competizione per le risorse alimentari tra le diverse specie. Nel corso del tempo e in relazione all’evoluzione dello stato trofico lacustre, l’utilizzo delle risorse alimentari da parte dei pesci può modificarsi radicalmente, concorrendo a determinare nuovi equilibri tra le varie specie. Tale processo può essere accentuato dalla presenza di specie alloctone di recente comparsa, al punto da determinare l’affermazione di specie ittiche più tolleranti, plastiche ed adattabili a scapito di specie più esigenti che, molto spesso, sono però quelle con un maggior valore dal punto di vista commerciale. L’indice alfa o indicatore della sovrapposizione della nicchia alimentare consente di rappresentare graficamente il livello di competizione per le risorse. Valori di alfa > 0,8 sono indicatori di una eccessiva competizione per le risorse alimentari. L'indicatore non è ancora stato applicato nei Pannelli di controllo. La componente microbica naturale del Lago Maggiore è estremamente importante dal punto di vista quantitativo, essendo pari a circa 200.000 t di Carbonio, e qualitativo, poichè il numero di specie microbiche presenti nel lago rappresenta oltre il 98% della biodiversità totale. Le attività batteriche, cioè di una enorme biomassa metabolicamente molto plastica, sono, quindi, decisive nel determinare cambiamenti ai livelli superiori della piramide trofica. L'intensità e la direzione dell'effetto delle attività batteriche dipende dalle eventuali modificazioni del popolamento microbico, cioè dal successo di gruppi batterici specifici. Per questa ragione si è individuato un gruppo batterico, Pseudomonas, costantemente presente nelle acque con abbondanze significative, quale ideale indicatore di variazione del popolamento microbico caratterizzante il pelago del Lago Maggiore. Il gruppo Pseudomonas (gamma-proteobatteri) è ubiquitario ma raro nelle acque dolci oligotrofe, risultando raramente superiore al 2-5% del popolamento batterico totale, mentre in ambienti perturbati può raggiungere proporzioni ben più elevate, fino a diventare dominante in termini di abbondanza assoluta. Adeguate tecniche di single cell analysis permettono la quantificazione diretta nelle acque del Lago Maggiore. L'indicatore non è ancora stato applicato nei Pannelli di controllo. OBIETTIVO OBIETTIVO L’obiettivo associato a questo indicatore è il monitoraggio stagionale del livello di competizione per le risorse alimentari tra le specie ittiche più importanti dal punto di vista ecologico e commerciale nel Lago Maggiore, i coregonidi (Coregonus spp.), l’agone (Alosa agone), il pesce persico (Perca fluviatilis) e il rutilo o gardon (Rutilus rutilus). Nell'ambiente pelagico del Lago Maggiore i batteri del gruppo Pseudomonas costituiscono lo 0-5% e nei grandi laghi oligo-mesotrofi subalpini i batteri del gruppo LD12 costituiscono il 2-30% del popolamento totale. Scostamenti da questi intervalli sono indicativi di cambiamenti in atto nell'ecosistema Lago Maggiore, prodromi di possibili variazioni ai livelli superiori della piramide trofica. Inoltre, è nota la correlazione tra il successo di vari ceppi di Pseudomonas e quello dei più pericolosi batteri patogeni: un monitoraggio dettagliato dei popolamenti di Pseudomonas può consentire l'individuazione precoce di possibili invasioni di batteri ben più pericolosi per la salute umana e tali da limitare l'utilizzabilità della risorsa acqua. L3 L3 10 10 L3 L3 11 11 CARBONIO ORGANICO TOTALE PRODUZIONE PRIMARIA COMPARTO TEMATICA COMPARTO TEMATICA Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità CODICE TIPO DPSIR CODICE TIPO DPSIR L3 10 Stato L3 11 Stato Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA SERIE STORICA Annuale Maggiore: 1981-2010 FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO Lago di Lugano PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA SERIE STORICA Annuale 1983-2009 FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO Istituto Scienze della Terra (IST-SUPSI) DESCRIZIONE DESCRIZIONE In un campione d'acqua il carbonio è presente sotto forma di composti inorganici ed organici in fase disciolta e sospesa. La frazione organica costituisce la fonte di nutrimento per i microrganismi che, attraverso il processo di decomposizione, la trasformano in anidride carbonica e in composti più semplici, con contemporaneo consumo di ossigeno. Il Total Organic Carbon (TOC = Carbonio Organico Totale) misura il carbonio organico presente nell'ambiente limnico come risultato netto del bilancio delle attività biologiche di produzione e consumo della sostanza organica. Per questo è un preciso, pur se non specifico, indicatore della qualità delle acque. La misura del TOC tiene conto, oltre che delle sostanze organiche naturalmente presenti nelle acque per effetto delle attività metaboliche degli organismi acquatici, anche di quelle introdotte in lago a seguito di versamenti intenzionali o accidentali da parte di industrie o di comunità (scarichi industriali o civili, acque di raffreddamento o condensa, produzione di acqua ultrapura per l’industria elettronica o farmaceutica). Dalla misura del TOC è possibile, sottraendone la componente particellata, pervenire alla valutazione del DOC (Dissolved Organic Carbon o Carbonio Organico Disciolto), parametro utilizzato per la classificazione dello stato ecologico dei corsi d'acqua, ottenendo per l'intero bacino imbrifero una stima omogena della componente organica. L'indicatore è applicato nell'ambito del Pannello di controllo del Lago Maggiore. La produzione primaria di un corpo idrico corrisponde alla quantità di sostanza organica prodotta dagli organismi autotrofi (alghe planctoniche, piante acquatiche e alcuni batteri) nell’unità di tempo e di superficie. Essa in un lago è principalmente sostenuta dalla componente fitoplanctonica che nel sistema pelagico garantisce il flusso di materia ed energia necessario per il mantenimento degli organismi eterotrofi posti a livelli superiori della catena alimentare. Questo parametro è inoltre direttamente proporzionale alla disponibilità di nutrienti inorganici (C, N, P, micronutrienti) che determinano la capacità portante del sistema. L’indicatore, costruito in base alle informazioni acquisite nell’ambito delle ricerche sull’evoluzione del Lago di Lugano promosse dalla CIPAIS, è espresso come produzione giornaliera, corrispondente alla rata d'assimilazione del carbonio per unità di superficie lacustre (g C m-2 d-1), e come produzione areale annua, stimata sulla base delle 12 misure giornaliere effettuate a scadenza mensile (g C m-2 a-1). OBIETTIVO OBIETTIVO L'obiettivo associato a questo indicatore è il mantenimento della concentrazione di Carbonio Organico Totale sui valori caratteristici per i laghi profondi meso-oligotrofi, cioè compresi nell'intervallo 0.8 – 1.0 mg/l come valore medio annuo integrato sulla colonna d'acqua. Queste concentrazioni sono, d'altronde, quelle rilevate nel Lago Maggiore in anni recenti al raggiungimento della meso-oligotrofia. Superamenti significativi di questa soglia sono indicatori di introduzione a lago di sostanze organiche alloctone o di scostamento dallo stato meso-oligotrofo. L'osservazione nel tempo dell'andamento dei valori di produzione primaria annua permette di osservare lo scostamento dalle condizioni pristine dell'ecosistema lacustre descritte dallo stato trofico lacustre. L3 L3 12 12 L3 L3 13 13 CONCENTRAZIONE MEDIA DI FOSFORO E AZOTO CONCENTRAZIONE DELL'OSSIGENO DI FONDO COMPARTO TEMATICA COMPARTO TEMATICA Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità CODICE TIPO DPSIR CODICE TIPO DPSIR L3 12 Stato L3 13 Stato Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA SERIE STORICA Annuale 1980-2010 Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA SERIE STORICA Annuale Maggiore: 1980-2010; Ceresio: 1984-2010 OPAc 1998, stato 2008 (CH) FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO Istituto Scienze della Terra (IST-SUPSI) Istituto Scienze della Terra (IST-SUPSI) DESCRIZIONE DESCRIZIONE Il fosforo è l’elemento di maggior interesse tra quelli monitorati nei laghi, in relazione alla sua estrema importanza nei processi che regolano la crescita dei microrganismi; spesso infatti costituisce il fattore limitante e il principale fattore eutrofizzante nei bacini lacustri di interesse. La sua abbondanza condiziona la crescita algale e, quando in eccesso, la produzione algale risulta troppo elevata rispetto alla capacità della microflora batterica di mineralizzare adeguatamente la corrispondente biomassa. Anche l’azoto rappresenta un nutriente con effetto eutrofizzante. L’evoluzione temporale di questi parametri permette di definire lo stato trofico dei laghi. La concentrazione dell'ossigeno di fondo è indice dello stato trofico lacustre ed è condizionata dal verificarsi della piena circolazione delle acque. L'ossigenazione delle acque profonde influenza il ritorno in soluzione dei composti del fosforo, fenomeno accentuato in condizioni anossiche, e determina il benessere dei macroinvertebrati, importante e sensibile anello della catena alimentare, che popolano i sedimenti lacustri. L'andamento di tale parametro permette di descrivere, in associazione alla concentrazione di fosforo, l'evolversi dello stato di trofia dei bacini lacustri d'interesse. OBIETTIVO OBIETTIVO La meso-eutrofia (eutrofia) dovrebbe essere la classe trofica considerata come l’obiettivo del risanamento, realisticamente raggiungibile, per il Ceresio, corrispondente a una concentrazione di P pari a 30 µg/l. Per quanto riguarda il Lago Maggiore, lo stato oligotrofo (oligo-mesotrofia) rappresenterebbe l’obiettivo del risanamento, realisticamente raggiungibile, corrispondente a 10 µg/l. Il raggiungimento degli obiettivi di risanamento dello stato trofico, ai fini del miglioramento della qualità biologica delle acque, dovrebbe essere accompagnato dall’incremento dell’ossigenazione sul fondo. Per quanto riguarda il Lago Maggiore, l'obiettivo da perseguire è quello di mantenere valori di concentrazione dell'ossigeno di fondo maggiori di 6 mg/l, per il Lago di Lugano è quello di riscontrare valori di concentrazione pari o superiori a 4 mg/l. L3 L3 14 14 PROFONDITÀ DEL VALORE DI 4 mg/l DI OSSIGENO DISCIOLTO L4 L4 1 1 CARICO DI FOSFORO TOTALE E AZOTO TOTALE IN INGRESSO A LAGO COMPARTO TEMATICA COMPARTO TEMATICA Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Ambiente lacustre Inquinamento delle acque CODICE TIPO DPSIR CODICE TIPO DPSIR L3 14 Stato L4 1 Pressioni Lago di Lugano PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA SERIE STORICA Annuale L. di Lugano: 1981-2010 Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA SERIE STORICA Annuale 1980-2010 OPAc 1998, stato 2008 (CH) FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO Istituto Scienze della Terra (IST-SUPSI) Istituto Scienze della Terra (IST-SUPSI) DESCRIZIONE DESCRIZIONE La concentrazione di 4 mg di ossigeno per litro corrisponde alle esigenze relative della qualità delle acque secondo l’Ordinanza svizzera sulla protezione delle acque (OPAc) del 28 Ottobre 1998. Inoltre, questa concentrazione rappresenta la richiesta minima da parte dei pesci che popolano i bacini lacustri. È quindi importante osservare l’andamento di tale parametro che permette di descrivere l'evolversi dello stato di trofia del bacino lacustre d'interesse e di quantificare lo strato lacustre utile per la vita dei pesci. Il carico di fosforo e azoto totale apportato determina una variazione dello stato trofico dei corpi idrici lacustri. La stima di tale carico nei bacini dei due laghi può essere effettuata attraverso la misura dei carichi in corrispondenza della foce dei principali immissari. OBIETTIVO OBIETTIVO L’ordinanza svizzera sulle protezione delle acque stabilisce che il tenore di ossigeno dell’acqua non debba essere in nessun momento e a nessuna profondità inferiore a 4 mg/l; deve inoltre essere tale che almeno animali poco sensibili popolino il fondo del lago durante tutto l’anno e in quantità il più possibile vicine alla densità naturale. In relazione allo stato di qualità delle acque dei due bacini lacustri risulta quindi valido assumere tale obiettivo da conseguire per il Lago di Lugano, mentre per il Lago Maggiore è importante che si mantenga l’attuale stato di ossigenazione. I limiti proposti dalla CIPAIS per il contenimento dei fenomeni di eutrofizzazione e la salvaguardia della qualità delle acque italo-svizzere sono rappresentati dal carico massimo ammissibile di fosforo totale. Per il Lago Maggiore tale limite è di 200 t/anno di fosforo. Per il bacino sud del Lago di Lugano tale limite è di 22 t/anno di fosforo, per il bacino nord di 18 t/anno. Relativamente all’azoto, non esistendo un livello critico della concentrazione di tale nutriente per le acque lacustri, non è possibile stimare un valore di carico ammissibile, per tale motivo l'obiettivo da perseguire è di tipo qualitativo e non quantitativo, ossia contenere gli apporti di azoto a lago. L4 L4 2 2 B1 B1 1 1 MICROINQUINANTI NELL'ECOSISTEMA LACUSTRE USO DEL SUOLO E URBANIZZAZIONE COMPARTO TEMATICA COMPARTO TEMATICA Ambiente lacustre Inquinamento delle acque Bacino idrografico Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali CODICE TIPO DPSIR CODICE TIPO DPSIR L4 2 Impatto B1 1 Stato Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA SERIE STORICA Annuale Maggiore: 1996-2010; Ceresio: 2008-2010 Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA Una Tantum SERIE STORICA Reg. CE n. 1881/2006; O.M. del 18 luglio 1990 (IT); OSoE 1995, stato 2011 (CH) FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO Ufficio Protezione e Depurazione Acque Cantone Ticino DG Territorio E Urbanistica -Geoportale dell'Infrastruttura per l'Informazione Territoriale;Direzione Pianificazione e Gestione Urbanistica-Settore SIT; Office fédéral de la statistique, site web Statistique DESCRIZIONE DESCRIZIONE La presenza nelle acque di molecole organiche inquinanti costituisce una minaccia per le biocenosi lacustri. Gli inquinanti organici clorurati, tra cui pesticidi e insetticidi, come il DDT, danno origine al fenomeno del bioaccumulo. Il monitoraggio della concentrazione di tali sostanze nelle acque, e soprattutto nei sedimenti e nei tessuti degli organismi lacustri, è di fondamentale importanza per definire lo stato di qualità dell'ecosistema nel suo insieme, soprattutto laddove è nota l'esistenza, anche se passata, di una fonte inquinante puntuale e importante, come nel caso del Lago Maggiore. La caratterizzazione della copertura del suolo del bacino idrografico del Lago Maggiore e del Lago di Lugano, permette di definire le principali tipologie di uso influenti potenzialmente sul carico inquinante gravante sull'ambiente e, in particolare, sul comparto idrico superficiale. La copertura del suolo e le sue modifiche nel tempo sono state definite a scala europea attraverso il progetto Corine Land Cover varato dal Consiglio delle Comunità Europee nel 1985. OBIETTIVO OBIETTIVO La convenzione siglata da Svizzera e Italia ha quale primario obiettivo la protezione delle acque italo-svizzere dall'inquinamento; conseguentemente la contaminazione da DDT delle acque del Verbano e la concentrazione di microinquinanti nelle acque comuni rappresentano parametri importanti che descrivono lo stato degli ecosistemi e delle diverse componenti. Il raggiungimento del principale obiettivo della Commissione è correlato alla riduzione delle fonti inquinanti, alla loro individuazione, nonché al monitoraggio della presenza di sostanze tossiche e pericolose; importante è quindi osservare il comportamento, in riferimento alle diverse componenti, dei composti organoclorurati e di altri microinquinanti. L’evoluzione dell’uso del suolo e dell'urbanizzazione nel bacino imbrifero dei laghi, pur non essendo oggetto di determinati obiettivi futuri da perseguirsi nell’ambito della pianificazione del territorio, rappresenta un importante parametro di riferimento nell’evoluzione futura di molti degli indicatori/indici che sono stati selezionati e per i quali invece sono prevedibili degli specifici obiettivi. Questo tipo di indicatore consentirà di valutare nel tempo le trasformazioni che avvengono sul territorio conseguenti ai cambiamenti nell'uso del suolo e nel grado di urbanizzazione a livello di bacino. B1 B1 2 2 PERCORRIBILITÀ FLUVIALE DA PARTE DELLE SPECIE ITTICHE B3 B3 1 1 LIVELLO DI INQUINAMENTO DA MACRODESCRITTORI PER LO STATO ECOLOGIC COMPARTO TEMATICA COMPARTO TEMATICA Bacino idrografico Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Bacino idrografico Ecologia e biodiversità CODICE TIPO DPSIR CODICE TIPO DPSIR B1 2 Pressioni B3 1 Stato Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA Una Tantum SERIE STORICA Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA SERIE STORICA Annuale 2000-2010 Direttiva 2000/60/CE; D.Lgs.152/2006 (IT) FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO Provincia di Varese ARPA Lombardia, Settore Suolo, Risorse Idriche e Meteoclimatologia;ARPA Piemonte, Qualità delle acque; Ufficio Protezione e Depurazione Acque Cantone Ticino DESCRIZIONE DESCRIZIONE Il monitoraggio nel tempo dei cambiamenti nella percorribilità dei corsi d’acqua da parte della fauna ittica permette di valutare quanto viene realizzato al fine di eliminare gli ostacoli artificiali e ripristinare le connessioni con i laghi, dando inoltre indicazioni in merito alla vocazionalità dei corpi idrici d’interesse. Al fine di classificare lo stato ecologico dei corsi d’acqua secondo il DM dell’8 novembre 2010, a sostegno dell’elemento biologico, si impiega l’analisi di macrodescrittori, dai cui valori si ricava il LIMeco (livello di inquinamento da macrodescrittori per lo stato ecologico). Il LIM si ottiene calcolando un punteggio sulla base della concentrazione dei seguenti parametri: ossigeno disciolto (100-% di saturazione di O2), N-NH4, N-NO3, fosforo totale. Potrebbe inoltre essere utile fare riferimento anche all’azoto organico e al DOC (Dissolved Organic Carbon o Carbonio Organico Disciolto), le cui concentrazioni sono indicative dello stato di contaminazione delle acque. La legislazione svizzera non prevede l'applicazione dell'indice LIMeco, ma definisce classi di qualità per alcuni parametri chimico-fisici quali fosforo, azoto ammoniacale e azoto nitrico. OBIETTIVO OBIETTIVO Il parametro in esame non è oggetto di un obiettivo specifico, ma al fine di migliorare lo stato di conservazione delle popolazioni ittiche nel territorio di interesse, è auspicabile considerare quale obiettivo quello di incrementare la lunghezza dei tratti percorribili dalla fauna ittica, attraverso la realizzazione di interventi di deframmentazione del corridoio ecologico fluviale. La Direttiva Quadro sulle Acque prevede la classificazione dello stato di qualità complessivo dei corsi d’acqua e, quindi, anche dei corpi idrici tributari dei laghi sulla base dello stato chimico e dello stato ecologico secondo uno schema definito. In particolare, lo Stato Ecologico viene definito attraverso il LIMeco, cioè il Livello di Inquinamento da Macrodescrittori, attraverso la valutazione degli Elementi di Qualità Biologica ( macrofite, diatomee, macrobenthos e ittiofauna) e attraverso la verifica degli Standard di Qualità Ambientali (SQA) per specifici inquinanti. L’obiettivo ai sensi della Direttiva 2000/60/CE è quello di conseguire o mantenere uno stato ecologico “buono” su una scala comprendente i seguenti livelli: elevato, buono, sufficiente, scarso o cattivo. B3 B3 2 2 B4 B4 1 1 INDICE MULTIMETRICO STAR DI INTERCALIBRAZIONE STATO DI ALLACCIAMENTO AI SISTEMI DI DEPURAZIONE COMPARTO TEMATICA COMPARTO TEMATICA Bacino idrografico Ecologia e biodiversità Bacino idrografico Inquinamento delle acque CODICE TIPO DPSIR CODICE TIPO DPSIR B3 2 Stato B4 1 Determinanti Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA Annuale SERIE STORICA Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA Una Tantum SERIE STORICA Direttiva 2000/60/CE; D.Lgs.152/2006 (IT) PTUA Regione Lombardia; PTA Regione Piemonte; D.Lgs.152/2006 (IT); OPAc 1998, stato 2008 FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO ARPA Lombardia, Settore Suolo, Risorse Idriche e Meteoclimatologia;ARPA Piemonte, Qualità delle acque; DG Ambiente, Energia e Reti;Regione Piemonte, Settore Regionale Servizio Idrico Integrato Direzione Ambiente; Ufficio Protezione e Depurazione Acque Cantone Ticino DESCRIZIONE DESCRIZIONE La normativa recente (DM dell’8 novembre 2010) individua nel sistema di classificazione MacrOper, basato sul calcolo dell’Indice multimetrico STAR di Intercalibrazione (STAR-ICMi), la modalità di derivazione di una classe di qualità per gli organismi macrobentonici ai fini della definizione dello Stato Ecologico di un corso d’acqua. Tale indice, sulla base della presenza e delle caratteristiche delle comunità macrobentoniche rilevate, permette, assieme ad altri elementi di qualità biologica, di evidenziare l’eventuale grado di alterazione dallo stato naturale di un corso d’acqua e di attribuire a quest’ultimo una delle 5 classi di qualità di Stato Ecologico (cattivo, scarso, sufficiente, buono, elevato). Sarà fatto riferimento a tale indicatore in futuro, mentre per gli anni dal 2000 al 2009 viene fatto riferimento all’Indice Biotico Esteso. L’allacciamento ai sistemi di depurazione delle acque reflue urbane e industriali influisce in modo rilevante sui quantitativi di fosforo totale e azoto totale che giungono a lago; di conseguenza, un alto grado di collettamento agli impianti di depurazione assicura una bassa incidenza della pressione antropica sulle acque lacustri associata al carico inquinante. OBIETTIVO OBIETTIVO La Direttiva Quadro sulle Acque prevede la classificazione dello stato di qualità complessivo dei corsi d’acqua e, quindi, anche dei corpi idrici tributari dei laghi sulla base dello stato chimico e dello stato ecologico secondo uno schema definito. In particolare, lo Stato Ecologico viene definito attraverso il LIMeco, cioè il Livello di Inquinamento da Macrodescrittori, attraverso la valutazione degli Elementi di Qualità Biologica ( macrofite, diatomee, macrobenthos e ittiofauna) e attraverso la verifica degli Standard di Qualità Ambientali (SQA) per specifici inquinanti. L’obiettivo ai sensi della Direttiva 2000/60/CE è quello di conseguire o mantenere uno stato ecologico “buono” su una scala comprendente i seguenti livelli: elevato, buono, sufficiente, scarso o cattivo. L’obiettivo auspicabile è raggiungere la maggior copertura possibile per soddisfare le esigenze degli insediamenti civili. In futuro sarebbe di estremo interesse per la tutela delle acque lacustri conoscere non solo il numero complessivo di abitanti allacciati, ma anche la percentuale di abitanti serviti da reti separate e miste. B4 B4 2 2 B4 B4 3 3 STATO DELLE OPERE DI RISANAMENTO FUNZIONAMENTO DEGLI IMPIANTI DI DEPURAZIONE COMPARTO TEMATICA COMPARTO TEMATICA Bacino idrografico Inquinamento delle acque Bacino idrografico Inquinamento delle acque CODICE TIPO DPSIR CODICE TIPO DPSIR B4 2 Determinanti B4 3 Pressioni Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA Annuale SERIE STORICA Lago di Lugano; Lago Maggiore PROTOCOLLO DI AGGIORNAMENTO DEL PANNELLO DI CONTROLLO NORMATIVA Annuale SERIE STORICA PTUA Regione Lombardia; PTA Regione Piemonte; D.Lgs.152/2006 (IT); OPAc 1998, stato 2008 Dir. 91/271/CEE; D.Lgs. 152/2006 (IT); RR Regione Lombardia 3/2006; ; OPAc 1998, stato 2008 FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO FONTE DATI PANNELLO DI CONTROLLO LAGO DI LUGANO DG Ambiente, Energia e Reti;Regione Piemonte, Settore Regionale Servizio Idrico Integrato Direzione Ambiente; Ufficio Protezione e Depurazione Acque Cantone Ticino DG Ambiente, Energia e Reti;Regione Piemonte, Settore Regionale Servizio Idrico Integrato Direzione Ambiente; Ufficio Protezione e Depurazione Acque Cantone Ticino DESCRIZIONE DESCRIZIONE Lo stato delle opere di risanamento rappresenta la distribuzione dei servizi di fognatura e di depurazione e la loro situazione di esercizio. Fornisce quindi un dato sulla copertura del territorio di tali opere; inoltre, è definito attraverso la quantificazione delle diverse tipologie di trattamento depurativo presenti in corrispondenza degli impianti di depurazione. La quantità di fosforo e azoto all’ingresso e all’uscita dagli impianti di depurazione rappresenta di fatto l’efficienza di abbattimento dei nutrienti di tali sistemi, in funzione anche della popolazione trattata. Inoltre, fornisce un dato sulla quantità di nutrienti che giunge al corpo idrico recettore, fattore determinante le condizioni trofiche di un ecosistema lacustre. Occorre sottolineare che il carico complessivo scaricato dai depuratori nei corpi idrici non corrisponde del tutto al carico effettivo rilevato in ingresso ai corpi idrici, in quanto non considera il contributo dato dagli sfioratori di piena delle reti miste che entrano in funzione durante gli eventi meteorici. Il BOD5 rappresenta il contenuto di materia organica biodegradabile in 5 giorni. Considerando che per convenzione ogni abitante equivalente rappresenta un “produttore” di 60 g/giorno di BOD5, i carichi di questo parametro permettono di stimare la pressione antropica derivante dagli scarichi recapitati ai depuratori. Il COD, domanda chimica di ossigeno, rappresenta la quantità di ossigeno necessaria per la completa ossidazione dei composti organici ed inorganici presenti in un campione di acqua. Rappresenta quindi un indice che misura il grado di inquinamento dell'acqua da parte di sostanze ossidabili. Il monitoraggio di questo parametro, in entrata e in uscita dagli impianti di trattamento delle acque, può essere, analogamente al BOD5 determinante non solo ai fini del buona efficienza del sistema stesso, ma anche a mantenere una buona qualità delle acque. OBIETTIVO OBIETTIVO In prospettiva futura questo indicatore permetterà di valutare l’adozione di tecnologie più performanti ai fini dell’abbattimento non solo dei nutrienti ma anche, per esempio, dei microinquinanti. Per quanto attiene il Lago Maggiore l’indicatore permette di verificare che le efficienze depurative si mantengano comunque al di sopra dell’80%, valore che ha portato il lago a livelli di trofici corrispondenti all’oligotrofia. Per il Lago di Lugano l’obiettivo da conseguire, per quanto riguarda il territorio lombardo, è un abbattimento superiore al 95%, che potrebbe essere conseguito con concentrazioni allo scarico inferiori a 0,5 mg/l (0,3-0,4 mg/l).