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Direttrice A - formazione e orientamento Buone Prassi & ICT Sezione3. Donne e ICT nelle reti di collegamento internazionali Sezione3. Donne e ICT nelle reti di collegamento internazionali metodologia Partendo dalla rilevazione effettuata dalla Dott.ssa Adele Pesce in merito alle reti internazionali delle donne, i cui risultati sono contenuti sia nel report di ricerca "Grow Women in Technology", sono state scelte le reti maggiormente significative in termini di innovatività e di azioni messe in atto o di documentazione presentata per quanto riguarda la relazione donne e nuove tecnologie. In merito alle reti definite si è proceduto al reperimento, alla traduzione e all'analisi del materiale di approfondimento. Le reti presentate sono: § Womenaction § Lobby européenne des femmes della Comunità europea § Les Penelopes Il presente lavoro rappresenta un approfondimento tematico della ricerca "Grow Women in Technology" realizzata da Adele Pesce per EnAIP Emilia Romagna nell'ambito del progetto Grow (Rif. PA 0571/RER/00). Per la conduzione della presente ricerca si è proceduto a: § § § § analizzare e studiare i materiali della ricerca Grow definire i casi di maggiore interesse per innovatività e impatto delle attività realizzate raccogliere, analizzare e tradurre una documentazione di approfondimento relativamente ai casi definiti (vedi allegati) redarre il report di ricerca 45 Womenaction la rete www.womenaction.org La rete Womenaction nasce nel 2000 dopo la conferenza di Pechino + 5 ed è finanziata da Womenwatch - la rete delle Associazioni di donne delle Nazioni Unite - dalla Fondazione Shaler Adams, dal C.I.D.A. - Canadian International Development Agency da Hivos e dalla Swiss Development Agency. Womenaction è una rete di informazione globale e di media che raccoglie le Organizzazioni Non Governative che si sono impegnate nel processo di revisione attivato nell'ambito della conferenza sulle donne di Pechino - Beijing + 5. L'obiettivo a lungo termine della rete è quello di attivare una positiva ricaduta in termini di empowerment, con un focus di attenzione specifico sulla relazione donne e media. Alla rete, inoltre, collaborano attivamente un numero molto elevato di associazioni di donne rappresentative di tutti i continenti. Gli obiettivi strategici della rete sono: § aumentare l'accesso delle donne nelle sfere decisionali e la loro partecipazione alla comunicazione dentro e attraverso i media e le ICT § promuovere un'immagine corretta non stereotipata della donna nei media Le informazioni sulle associazioni che compongono la rete sono organizzate sia per grandi aree geografiche - Africa, Asia Pacifico, Medio Oriente, America Latina, Caraibi, Europa e Nord America - sia per aree tematiche. Womenwatch approfondimento www.un.org/womenwatch/ La rete Womenwatch è un progetto creato nel 1997 dalle Nazioni Unite per costruire una rete su Internet che dia spazio alle Associazioni delle donne. Questo progetto è stato costituito da tre partners: la Division for Advancement of Women (Daw), la United Nations Development Fund for Women (Unifem) e l’International Research and Training Institute for the Advancement of Women (Instraw). Ad essi sono poi associati altri partners come ILO, Unesco e the World Bank, Instituto de la Mujer di Madrid. In questa rete vengono trasmesse le iniziative della Nazioni Unite per le donne, tra cui conferenze, documenti ufficiali e news. Molto importante è il WomenWatch Site Map che raggruppa un numero molto elevato di Associazioni di donne (Cfr. Adele Pesce, report di ricerca "Grow - Women in Technology"). 46 Nel sito la sezione Women and Media offre informazioni e documenti sul tema della relazione tra donne e tecnologie, che rappresenta un punto di interesse centrale delle attività della rete. Women and Media ha la seguente struttura: Women and Media § § § § § § Online Consultations and Reports Alternative Reports on Women and Media Review and Monitoring Activities Policy Documents and Declarations Research and Evaluation Articles and Publications Tra i documenti più interessanti relativi a questa tematica troviamo i rapporti completi WomenAction 2000 e Global Alternative Report che prendono in analisi le diverse tipologie di relazione esistente tra le donne e i media nelle diverse aree del mondo, indicando i risultati raggiunti e gli ostacoli ancora presenti. L'analisi dei risultati raggiunti presenta una dettagliatamente i progetti e gli interventi realizzati o in fase di realizzazione. In quanto agli ostacoli, vengono indicati con estrema precisione. Il rapporto WomenAction è strutturato secondo il seguente indice: § introduzione § risultati della review § buone prassi § ostacoli § le politiche dei media § tematiche emergenti § conclusioni § suggerimenti e raccomandazioni I cinque punti chiave della relazione donne & media § Gli sviluppi e le conquiste realizzate nel settore delle ICT e soprattutto il carattere globale delle reti di comunicazione creano vantaggi e - nel contempo - svantaggi per le donne § L'aumento intermini numerici della presenza delle donne che lavorano nei settori della comunicazione. Questa nuova situazione non ha comportato però per le donne un maggiore accesso e posizioni di potere dentro le organizzazioni del settore. Le donne non sono ancora in grado di influenzare le politiche dei media § La mancanza di una sensibilità e attenzione al genere nei programmi e nelle politiche di genere; per contro si assiste ad un aumento del consumismo § Il perdurare di una rappresentazione stereotipata della donna nei media e l'aumento di immagini violente e pornografiche sulle donne § La presenza di ostacoli che rallentano e rendono maggiormente difficoltoso per le donne l'accesso ai canali elettronici dell'informazione; permane la necessità di coinvolgere le donne nello sviluppo e nella disseminazione delle ICT. 47 Asia un panorama globale Nel rapporto WomenAction 2000 è contenuta una presentazione dello stato attuale della relazione donne&media nei principali continenti. Si riscontra un aumento notevole rispetto alla presenza di donne nelle istituzioni e organizzazioni di tipo educativo centrate sui mass media; ci sono più donne anche nella televisione, nella radio e negli organi di stampa. L'incremento dell'occupazione femminile nei media è la conseguenza della maggiore attenzione alle tematiche delle donne. Sebbene la maggioranza delle donne che lavorano nei media occupano posizioni di scarso rilievo, assistiamo per contro ad un numero di eccezioni che vedono le donne assurgere a livelli più alti di carriera, come ad esempio il livello editoriale o la gestione delle agenzie che si occupano degli annunci economici; i casi più frequenti sono stati rilevati in Indonesia, Malesia e nelle Filippine. La maggiore presenza di donne che lavorano nei media ha portato alla formazione di associazioni professionali; associazioni molto attive di questo tipo si trovano in paesi come la Cina - All China Women’s Journalist Association - in Iran e nella Corea del Sud - South Korea’s Women Journalists Club. La rappresentazione culturale della donna rimane, comunque, complessivamente negativa, forse a seguito di una sostanziale assenza di potere gestionale e direttivo delle donne nelle strutture medianiche. Le ICT consentono alle donne di stare in rete e in contatto tra di loro con maggiore facilità e di scambiarsi informazioni più rapidamente; i mezzi tecnologici sono, infatti, molto usati dalle associazioni di donne asiatiche come strumento di comunicazione per portare avanti la loro causa e per attuare azioni di sensibilizzazione. Un esempio: in Asia centrale la posta elettronica ha assunto un'importanza centrale come strumento di scambio di idee e di informazioni tra le organizzazioni, nel contempo rappresenta un mezzo per combattere l'isolamento dal movimento globale di cui spesso i paesi asiatici soffrono. In molti dei paesi ex-sovietici i mass media sono ancora strettamente censurati e Internet è divenuto un modo per eludere la censura e il controllo dell'informazione. Ma c'è ancora molto da fare per conquistare una piena libertà di informazione; vedi il caso del Kazakhstan, che ha recentemente approvato una legge che rappresenta una vera minaccia nei confronti della liberta d informazione e comunicazione. La sua politica consente agli organi di censura di identificare le informazioni "non gradite! Un altro recente sviluppo riguarda l'utilizzo delle ICT a favore di un utilizzo più sociale della radio. Attualmente, si assiste, infatti, all'adozione di modalità innovative di usare le tecnologie per estendere il raggio di ricezione della radio e per implementare le possibilità di interazione con gli ascoltatori e le ascoltatrici; nel contempo si opera a favore di una maggiore qualità dei programmi in termini culturali. Esempi in questa direzione sono testimoniati da programmi radio fattiva donne che vanno in onda in paesi come lo Shri Lanka e il Nepal. La radio rappresenta la forma di comunicazione più accessibile nel Sud Asia, nelle isole del Pacifico e del Sud-est asiatico; c'è una discreta presenza di programmi radio fatti da donne, nonostante siano scarsi i finanziamenti pubblici e le risorse private. Anche nella stampa sono stati fatti dei progressi: in Cina, attualmente, ci sono 42 periodici e 3 quotidiani “per donne”. In Giappone, tre dei principali quotidiano sono al femminile e durante il boom economico degli anni '90, in Indonesia, Malesia e Tailandia si è assistito ad una crescita considerevole delle riviste per donne, soprattutto nel settore della moda. Sempre più donne, in Asia, utilizzano Internet per collegarsi per reperire e scambiare informazioni. Le donne, inoltre, stanno iniziando ad influire nella definizione dei mezzi tecnologici, attraverso la costruzione di specifici database multilingue, consultabili via web e finalizzati alla diffusione di informazioni su vari temi; i database sono disponibili in giapponese, filippino, coreano ed inglese. 48 America Latina e Caraibi un panorama globale Negli ultimi decenni le donne dell’America Latina e dei Caraibi sono riuscite a raggiungere alcuni importanti obiettivi per quanto riguarda la loro relazione con comunicazione connessa ai mass media. Probabilmente una delle ragioni principali è connessa all’alta percentuale di donne iscritte e laureate delle facoltà di Giornalismo e di Comunicazione. Il fatto di avere una migliore educazione in questi settori consente alle donne di lavorare nei mezzi di comunicazione, pubblici e privati, soprattutto nella radio e nella televisione e non solo in veste di presentatrici ma come giornaliste, conduttrici, intervistatrici. Sempre di più sono le donne che lavorano nella radio e nella tv come produttrici di programmi giornalistici e le principali testate giornalistiche assumono le donne giornaliste per scrivere di politica, economia e temi sociali. Sebbene la loro partecipazione ai livelli decisionali più alti sia effettivamente molto bassa, il fatto che molte donne lavorino nei media contribuisce a rafforzare il loro ruolo di soggetti sociali attivi. Anche i nuovi strumenti di comunicazione, sviluppatisi con le ICT, hanno aperto alle donne ulteriori possibilità di comunicare e di affermare una nuova immagine di identità femminile. Il 1995 segna l'esplosione del fenomeno Interne nel continente. Da allora l'utilizzo della rete è sempre più in aumento, ma ciò riguarda soprattutto i ceti sociali più alti o le persone con un livelli elevati di istruzione. La percentuale delle donne nel web è in crescita, ma rimane sempre molto più bassa rispetto a quella maschile. Alcuni dati: in Brasile solo il 25 % dei fruitori di internet è donna; in Messico invece la percentuale sale al 33% dal 18% di alcuni anni prima. Oltre ad un utilizzo strettamente commerciale di Internet, le diverse organizzazioni della società civile hanno iniziato ad usare la rete come strumento di comunicazione a partire dagli ultimi anni Ottanta; l'uso che viene fatto - in misura sempre maggiore - si riferisce allo scambio di informazioni attraverso la posta elettronica e le mailing list. Le donne sostengono l'importanza di generare e sostenere una nuova cultura "audiovisiva" a favore di una democrazia di genere per promuovere le pari opportunità tra donne e uomini a tutti i livelli, inclusi quelli decisionali a livello politico, economico, culturale e della comunicazione. Le donne, dunque, sono attualmente impegnate nella costruzione di un'immagine della donna che valorizzi il suo ruolo di soggetto sociale attivo. I "Women's Offices", presenti in Colombia e in Venezuela, condividono questo comune obiettivo- la valorizzazione in termini sociali della percezione della figura femminile - e lo perseguono nei programmi televisivo che vengono da loro regolarmente prodotti. Il bisogno di mettere in atto un'azione di difesa dei diritti delle donne nel campo della comunicazione ha portato le donne cilene a sostenere una lotta per ottenere un posto all'interno della Commissione Nazionale Televisiva. Attualmente le donne rivestono ruoli importanti nei settori connessi alla conduzione, alla programmazione, alla direzione e all'amministrazione dei media. La World Association of Community Radio Broadcasters (AMARC) dell'America Latina porta avanti un programma per formare donne che lavorino nella radio e che siano in grado di progettare dei programmi in una prospettiva di genere. Le loro campagne radio - Women’s rights are human rights e We have the right to a life without violence - hanno ricevuto dei riconoscimenti internazionali e sono state trasmesse da migliaia di stazioni radio di tutta l'America Latina. Sebbene nella maggioranza dei paesi latini le stazioni radio e TV stiano lottando per ottenere uno status legale, è significativa la legge che, approvata in Colombia nel 1998, ha legalizzato la comunità dei media. 49 Paesi ONU un panorama globale La situazione - complessivamente negativa - vede però la presenza di eccezioni di un certo rilievo, che sono spesso il risultato di azioni portate avanti da organizzazioni di donne e da gruppi di monitoraggio dei media che hanno avuto un ruolo importante nella promozione del cambiamento. Sebbene le numerose iniziative realizzate dalle donne che lavorano nei media stiano avendo una ricaduta positiva, il cambiamento trae origine dall'affermarsi di modelli educativi e di ruolo positivi. Nell'editoria scolastica e didattica in genere, a partire dagli anni '70 si sta portando avanti un importante azione per combattere gli stereotipi nelle scuole e nei testi. Un segnale positivo in questa direzione viene dal Canada, dove i giornalisti radiotelevisivi in seguito all'affermazione del CBSC (Canadian Broadcasting Standards Council) che screditava il programma in quanto "fondamentalmente sessista"- hanno preso le distanze da un show molto polare che usava un linguaggio sessista e un repertorio di immagini "femminili" con riferimenti forti e violenti al sesso. Ci sono state anche alcune iniziative condotte a livello di governo, ma sono ancora troppo poche. Un eccezione in merito è lo studio, condotto nel 1997 e supportato dalla Commissione Europea, sulle immagini delle donne nei media; a fronte dell'alto numero di indicazioni proposte da questa ricerca ben poche sono state messe in atto. A testimoniare l'attuale situazione interviene la Risoluzione - A4-0258/97 - del Parlamento Europeo che sottolinea come la legislazione nazionale ed europea sia inadeguata a proteggere le donne da immagini degradanti e da una conseguente percezione della donna in negativo; la risoluzione denuncia anche le iniziative pubblicitarie legata al turismo sessuale. Pertanto la Commissione Europea ha richiesto l'adozione di leggi che proibiscano ogni forma di pornografia nei media e nella pubblicità. Altri passi avanti sono la sempre maggiore diffusione delle ICT e le azioni di monitoraggio dei media e dei messaggi trasmessi attuate da specifici gruppi di osservazione dei media, i cosiddetti media watch groups. Interessante anche l'esperienza della rete nazionale canadese WITT - Women In Trades and Technology - che ha lanciato la WinIT Women in Information Technology - che sostiene le ragazze e le donne che desiderano intraprendere una carriera nelle nuove tecnologie. 50 le buone prassi Nel rapporto WomenAction 2000 è contenuta anche una sezione dedicata alle buone prassi realizzate dalle associazioni di donne, dalle istituzioni dei vari governi; i paesi di riferimento sono quelli presi in analisi nella sezione precedente di questa nostra ricerca un panorama globale. In Giappone è stato istituito il forum FCT - Forum for Citizen’s Television and Media - da parte di un gruppo di volontari e mira a cambiare l'ambiente dei media. Il forum si riunisce tre volte all'anno e prende in esame alcuni temi tra i più importanti rilevati nell'ambito dell'attività di ricerca dell'associazione. Si occupa della redazione di una newsletter e attua un'azione di monitoraggio dei programmi televisivi a livello nazionale per sviluppare una maggiore consapevolezza sui media. § In Cambogia, il Women's Media Centre porta avanti delle campagne informative su vari aspetti legati alle donne e realizza programmi specifici per la radio e la televisione; conduce azioni di monitoraggio ed è riconosciuta dal governo cambogiano come partner per supportare la presenza e il ruolo delle donne nei media. § A Manila troviamo l'Isis International, una ONG di donne che ha creato una rete che raggruppa associazioni di donne che operano nei media, singole professioniste, attiviste dei media, decisori politici e studiose provenienti da tutta l'Asia. ISIS organizza conferenze, workshop ed eventi di diversa natura a livello nazionale ed internazionale per discutere il tema della relazione donne e media. Si occupa anche di organizzare azioni formative specifiche rivolte alle donne per fornire competenze relative alla produzione radio, uso delle ICT ecc. Per attuare efficaci azioni di disseminazione e di informazione per le donne di tutto il mondo ha attivato una newsletter a cadenza mensile, una rivista, un sito web e gestisce varie mailing list. § Kali for Women è in India una delle case editrici femministe leader dell'Asia. Uno dei loro primi libri, del 1984, trattava il tema delle donne e i media in Asia. Da allora le loro pubblicazioni affrontano le problematiche delle donne, soprattutto di quelle del sud-est asiatico. Sono libri diffusi a livello internazionale e alcuni sono stati tradotti in altre lingue. Asia § 51 America Latina e Caraibi le buone prassi § Women’s Programme of the World Association of Community Radio Broadcasters, un programma che nelle diverse nazioni latinoamericane sostiene e promuove una formazione realizzata secondo una prospettiva di genere e nel contempo coordina delle campagne in tutto il continente di difesa dei diritti delle donne, soprattutto di lotta alla violenza alle donne. Tutti gli interventi vengono realizzati e diffusi avvalendosi delle ICT. § FIRE (Feminist International Radio Endeavour), una radio tuta al femminile che ha sede in Costa Rica; è la prima stazione radio femminista a trasmettere in Internet in spagnolo e in inglese. Si occupa anche di organizzare azioni di formazione per donne che vogliono lavorare nella radio e nelle ICT. § CLADEM - Latin American Commission on Women’s Rights che ha lanciato una campagna in Internet in difesa dei diritti delle donne § In vari paesi sono stati realizzati diversi interventi di monitoraggio che hanno condotto ad un rafforzamento della posizione delle donne e dei movimenti delle donne nei media e nel contempo hanno saputo aprire nuovi canali di comunicazione e di dialogo sul genere. Alcuni gruppi - come ad esempio la Red Ada in Bolivia, il Grupo Mujer e Chiclayo in Perù - hanno realizzato attività mirate di ricerca e di studio sull'immagine delle donne nei programmi televisivi prodotti o gestiti da donne. 52 Paesi ONU le buone prassi § Il Toplink office è stato istituito nel 1995 nei Paesi Bassi per implementare la partecipazione delle donne nelle agenzie del governo. L'ufficio tiene un database delle donne qualificate a svolgere ruoli di consulenza per le istituzioni, le organizzazioni sociali e la varie compagnie. Il data base annovera attualmente 900 donne e registra un aumento delle donne che occupano posizioni decisionali. Mediamente, l'ufficio media 40-50 posti all'anno. § KILDEN, è un centro di informazione e di documentazione per la ricerca di genere e si trova in Norvegia molto attivo e innovativo § Croazia: B.a.B.e., che nel 1998 ha realizzato una canzone e un video con delle giovani rapper in occasione dei 16 giorni ai attivismo contro la violenza alle donne. La canzone, che propone un modo alternativo e "divertente" di affrontare temi altrimenti difficili e pesanti, ha riscosso un buon successo nei media. Per l'anno seguente optarono per una canzone jazz e il video invece mostrava un presidente e dei ministri tutti al femminile, che sapevano cambiare il sistema politico con misure a favore delle donne. § In Germania l'Associazione Tedesca delle Giornaliste Donne ha prodotto il "kit per i media", che contiene una serie di prototipi di strumenti da utilizzare da parte dei cosiddetti media observation groups, nell'ambito del monitoraggio e dell'analisi dei contenuti dei messaggi diffusi dai mass media § In Canada, MediaWatch Canada - http://www.mediawatch.org - ha organizzato nel 1995 un progetto di monitoraggio globale dei media - il Global Media Monitoring Project - per rilevare e analizzare i temi della rappresentazione e della posizione delle donne nei media. Un team di studiosi - tutti volontari - hanno analizzato più di 15 mila storie della TV, della radio e della stampa di ben 71 paesi. Un'esperienza che è stata ripetuta anche nel 2000 e che ha visto la partecipazione di 85 paesi. § In Francia, Les Penelopes - http://www.penelope.org - una rete che presentiamo anche nella nostra ricerca, ha sviluppato un programma TV interattivo Cyberfemmes, che prevede la conduzione di dibattiti online e la presentazione di testi da elaborare a seconda del contesto. 53 le buone prassi In Siria, la Syrian Women’s Union sta attualmente supervisionando la produzione di programmi radio e Tv sulla famiglia, oltre a produrre regolarmente la rivista Arab Women Magazine. L'associazione, inoltre, conduce un monitoraggio delle attività del Cinema Club e si occupa di scoprire nuovi talenti per il cinema. Nello Yemen una donna occupa la posizione di Segretario Generale del Ministero dell'Informazione. § In Palestina, sono stati prodotti programmi per la radio e la TV per sradicare gli stereotipi connessi all'immagine delle donne nella società palestinese. La General Union of Palestinian Women, collaborazione con alcune ONG, sta utilizzando tutti i media per eliminare i pregiudizi e gli stereotipi di genere nei film, nei giornali, negli studi di diverso genere, nei programmi radio e TV. Il Ministero dell'Informazione si sta inoltre occupando della costruzione di un database che raggruppi informazioni relative a tutti gli aspetti riguardanti la situazione delle donne palestinesi; il database verrà utilizzato per la formulazione di strategie, misure, progetti finalizzati ad abbattere gli stereotipi. § In Kuwait il governo garantisce pari opportunità tra uomini e donne nell'accesso a posizioni dirigenziali nei vari settori dei media. Come ricaduta di tali misure, le donne sono divenute direttrici di vari dipartimenti delle istituzioni del media statali. § Nel 1999 è stato costituito un network di giornaliste arabe per facilitare la comunicazione e la collaborazione tra giornaliste; con sede a Damasco la rete raggruppa 30 giornaliste e mira anche all'implementazione e all'ottimizzazione delle competenze dei suoi membri. Medio-oriente § 54 criticità Quali sono i principali ostacoli che impediscono una piena partecipazione delle donne al mondo dei media? Il report WomenAction 2000 individua i seguenti elementi comuni a tutte le nazioni prese in esame nella ricerca: § § § § le barriere § § § § § la presenza di società patriarcali la concentrazione della proprietà dei media La presenza del sessismo e l’assenza di una politica alternativa un accesso ridotto delle donne alla gestione dei massmedia e l’assenza di una politica di sviluppo professionale delle donne in queste istituzioni un accesso ridotto delle donne alle tecnologie ICT carenze nella presenza di donne nel processo che porta alla diffusione di programma nei mass media assenza di sanzioni efficaci contro chi contravviene a norme a tutele delle donne difficoltà delle donne ad avere una maggiore partecipazione ai mas medie minacce, in nazioni come il Paraguay e l’Uraguay, a donne professioniste di trasmissioni attraverso massmedia Il rapporto termina con questioni aperte, tra cui: § § § § la privatizzazione e concentrazione delle imprese dei massmedia; l’impatto della mondializzazione su i media; la violenza contro le donne; iniziative delle donne nei massmedia. Alcune delle proposte formulate nel report e indirizzate ai governi prevedono la definizione e la gestione di Osservatori, progettati in un ottica di genere e che tengano conto del punto di vista delle donne e degli uomini per quanto riguarda le politiche dei massmedia e lo sviluppo delle tecnologie della informazione e comunicazione. 55 Lobby européenne des femmes della Comunità europea EWL www.womenlobby.org La European Women's Lobby - EWL - è la rete più ampia che coordina le organizzazioni nazionali ed europee delle donne presenti nella Comunità Europea. La rete raggruppa oltre 3000 associazioni in 15 Stati membri con lo scopo di raggiungere le pari opportunità tra uomini e donne e di costituire una connessione tra i decision maker a livello politico e il mondo dell'associazionismo femminile a livello di EU. La rete collega inoltre le ONG di donne della Comunità Europea; la EWL, infatti, fa parte della piattaforma delle ONG europee del settore sociale. Interessante la documentazione contenuta nel sito, tra cui troviamo sia i documenti ufficiali della Comunità Europea sui programmi relativi alla parità tra donne ed uomini sia quelli delle ONG contro la mondializzazione ed il suo modello liberista. Importante e significativa anche la sezione relativa alla relazione tra donne e nuove tecnologie. Ecco i principali temi trattati da EWL e presentati nel sito: Multiple discrimination. Il concetto di discriminazione multipla considera le diverse forme di discriminazione che si innestano sul concetto strutturale della discriminazione basata sul sesso. Le donne, spesso, sono esposte ad una duplice o multipla discriminazione, per il loro essere donne, per la loro razza, per il loro orientamento sessuale o per la loro religione, l’età o eventuali disabilità. Il sito offre esempi e casi significativi delle diverse forme della discriminazione agita contro le donne. Il concetto di discriminazione multipla ha assunto maggiore rilevanza in seguito all’entrata in vigore del Trattato di Amsterdam e alla relativa implementazione dell’articolo 13. Ma l’UE dà sufficiente importanza alla discriminazione di genere e che cosa è stato fatto finora per combattere le forme di discriminazione verso le donne? § Social policies. L’obiettivo è quello di integrare una prospettiva di genere e una logica di pari opportunità nell’agenda delle politiche sociali dell’Unione Europea EWL § 56 European Union gender equality policies and legislation: le politiche e la legislazione dell'Unione Europea per le pari opportunità, ciccando qui troverete l'elenco dei documenti scelti da EWL e delle iniziative attuate dalla rete per promuovere le. P.O. § Women's human rights / Violence against women: Il Centro di Azione sulla violenza contro le donne di EWL lavora sui temi delle violenza alle donne nelle sue diverse manifestazioni, dalla violenza domestica alle mutilazioni ai genitali femminili.Uno degli interventi più interessanti presentati è quello dell'Osservatorio europeo sulla violenza contro le donne che, composto da un gruppo di esperti provenienti dagli stati membri, è stato creato principalmente per identificare ciò che manca nella UE in termini di regolamentazione, statistiche, studi e progetto a favore e a supporto delle donne e di conseguenza per porre rimedio a tali lacune. L'Osservatorio rappresenta uno strumento di monitoraggio delle attività di tipo istituzionale dei vari governi europei § Revision of the treatries / Convention on the future of Europe - la Carta europea dei diritti, la conferenza intergovernamentale, il Trattato di Amsterdam visti in una prospettiva di genere § Employment policies - le misure per le Pari Opportunità nelle politiche per il lavoro europee. A che punto stiamo? Interessante il documento elaborato da EWL che analizza i risultati e la ricaduta in termini occupazionali del piano europeo EES European Employment Strategy - avviato nel 1997 per sostenere politiche di sostegno all'inserimento lavorativo delle donne nel MdL europeo; l'analisi condotta dal suddetto studio intende offrire suggerimenti e possibili linee di sviluppo per rafforzare la dimensione di genere delle misure attuate. § Women and the enlargement of the EU - rafforzare le pari opportunità e sostenere l’attenzione alle differenze di genere nell’attuale processo di allargamento dell’Unione Europea ai paesi del Europa centrale e dell’est è uno dei principi della rete. Interessante il documento relativo agli strumenti politici a favore delle P.O. che l’UE ha elaborato e definito come “kit” obbligatorio per i paesi che vogliono entrare in Europa. § Women and globalisation - il tema della differenza di genere nel dibattito sulla globalizzazione e il ruolo del WTO – World Tarde Organisation. Le espansioni commerciali legate al fenomeno della globalizzazione possono potenzialmente offrire un contributo nella direzione dell’affermazione delle pari opportunità e dello sviluppo umano e nel contempo portano con sé nuove opportunità lavorative per le donne. La sfida attuale è quella di riuscire ad affermare un modello commerciale che sia favorevole per le donne e di identificare le condizioni che meglio supportano un loro accesso ai benefici provenienti dalla globalizzazione. EWL § 57 young women giovani donne al lavoro Un progetto interessante è stato promosso da EWL nel periodo tra ottobre 1999 e giugno 2001: l’intervento - dal titolo Young Women for Equality in Europe, mobilizing young women for equality in Europe – ha inteso sensibilizzare e attivare un’attenzione ai temi e alle problematiche delle giovani donne a livello di politiche nazionali ed europee attraverso una maggiore partecipazione delle ragazze nei progetti e nelle azioni messe in atto a livello di decision makers. I risultati del progetto sono contenuti in una sezione dedicata del sito di EWL, http://youngwomen.womenlobby.org/ Les Penelopes www.penelopes.org la rete Les Penelopes 21, rue Voltaire - 75011 Paris - France Tél : 33 1 43 71 09 37 email: [email protected] Il sito dell'associazione di donne Les Penelopes - associazione molto attiva su più fronti, dalla lotta alla guerra alle azioni di intervento contro le discriminazioni e la violenza sulle donne, solo per citare alcune delle tematiche trattate di cui l'associazione si occupa - è aggiornatissimo rispetto agli eventi culturali e sociali segnalati a livello internazionale e offre una documentazione ampia e documentatasi vari temi; tra questi un'attenzione specifica viene data al tema del rapporto esistente tra le donne e le tecnologie. E' possibile non solo accedere a documenti, rapporti e notizie al livello internazionale ma se viene attivato il motore di ricerca chiedendo di dare documenti sul tema “femmes et technologies” vengono dati ulteriori articoli e saggi che permettono di avere un panorama molto ampio delle principali tendenze e valutazioni. L'associazione, tra l'altro, gestisce anche una televisione interattiva. 58 Come verificare l'efficacia delle ICT sulle donne? intervista a Lenka Simerska di GEM L'intervista è disponibile in italiano sul sito del progetto Portico http://www.porticodonne.it Lenka Simerska una delle coordinatrici regionali del Progetto Gender Evaluation Methodology (Metodologia per la Valutazione di Genere - GEM) dell'Europa Centrale e dell'Est. GEM è una guida per integrare l'analisi di genere nella valutazione delle iniziative che usano le Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione per i cambiamenti sociali. GEM fornisce un mezzo per determinare se le ICT stanno veramente migliorando la vita delle donne e le relazioni tra i generi, promovendo nel contempo cambiamenti positivi a livello individuale, istituzionale, comunitario e sociale. Tuttavia, non è solo strumento di valutazione, ma può anche essere utilizzato per assicurare che gli interessi di genere siano integrati all'interno del processo di pianificazione progettuale. Maggiori informazioni sul progetto possono essere recuperate sul sito: www.apcwomen.org/gem/index.htm., vedi sul sito del progetto Portico http://www.porticodonne.it. § Le donne non sono solo utenti, ma produttrici di tecnologia. Intervista a Catherine Jay Didion dell'Association Women in Science L'intervista è disponibile in italiano sul sito del progetto Portico http://www.porticodonne.it Uno degli stand nella sala dedicata alle ICT del WSIS - World Summit on the Information Society - ha avuto l’obiettivo di sostenere il riconoscimento del contributo delle donne allo sviluppo della tecnologia. Le donne sono usualmente viste come consumatrici ed utenti della tecnologia. Tuttavia, ci sono molte donne nella scienza, nelle università, negli enti di ricerca, ed il loro lavoro non è sufficientemente visibile. Un gruppo di donne, insoddisfatto della rappresentazione femminile in ambito scientifico e tecnologico, ha fondato l’Association Women in Science (AWIS) a Washington D.C., che si concentra sull’uguaglianza e la partecipazione piena delle donne nella scienza, nella matematica, nelle scienze sociali e nell’ingegneria. AWIS è presto diventata una voce, una risorsa ed una rete per sostenere le donne nella scienza", vedi sul sito del progetto Portico http://www.porticodonne.it. § Women's Information Technology Transfer - WiTT Negli ultimi anni il gruppo ENAWA - European North American Women’s Action in collaborazione con ai gruppi e associazioni di donne dell'Europa dell'Est ha sviluppato un programma che utilizza le ICT come strumento strategico per l'attivismo politico e sociale femminile. Dopo numerosi interventi di tipo formativo si è passati a definire l'idea di un centro ICT per donne. Donne & ICT § 59