Il tutor di classe è una figura di riferimento e supporto per un gruppo

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Il tutor di classe è una figura di riferimento e supporto per un gruppo
Anno scolastico 2009/10
Funzione strumentale Area 3 (Sezione Tutoraggio di classe) professor Gaetano Di Fede
Il tutor di classe è una figura di riferimento e supporto per un gruppo, per un singolo e per i
colleghi docenti; è capace di costruire relazione significative all’interno del processo educativo e di
indicare modelli di comportamento e di organizzazione del lavoro scolastico; ascolta, capisce,
interviene sui bisogni del ragazzo e lo aiuta a costruire e rafforzare l’autostima e la motivazione;
collabora con i docenti colleghi; interviene ai consigli di classe.
E’ un facilitatore del raggiungimento degli obiettivi formativi dello studente e garante della sua
centralità di soggetto in apprendimento.
Obiettivi
1) Porsi come figura di riferimento dei docenti tutor e dei coordinatori di classe per l’attivazione di
processi organizzativi razionali ed efficaci.
2) Coordinare le attività e favorire rapporti proficui fra i diversi attori del progetto.
3) Operare per un uso razionale delle risorse della scuola.
4) Diffondere la conoscenza del progetto con l’obiettivo dell’orientamento in ingresso.
5) Tenere collegamenti con altri Istituti sul territorio per eventuali rapporti di collaborazione e/o
confronto (ricaduta del Convegno “Condividere e confrontarsi: un’esperienza di Progetto tutoring”,
15 maggio 2008).
1) Porsi come figura di riferimento dei docenti tutor e dei coordinatori di classe per l’attivazione di
processi organizzativi razionali ed efficaci.
2) Coordinare le attività e favorire rapporti proficui fra i diversi attori del progetto.
3) Operare per un uso razionale delle risorse della scuola.
4) Diffondere la conoscenza del progetto con l’obiettivo dell’orientamento in ingresso.
5) Tenere collegamenti con altri Istituti sul territorio per eventuali rapporti di collaborazione e/o
confronto (ricaduta del convegno “Condividere e confrontarsi: un’esperienza di Progetto tutoring”,
15 maggio 2008).
Attività svolte
1) Attività di formazione di base per i nuovi docenti tutor, ai quali sono stati forniti materiali di
lavoro del corso di specializzazione Il processo di tutoring (anno scol. 2003/04) e del convegno
Condividere e confrontarsi: un’esperienza di progetto tutoring (15 maggio 2008)
2) Programmazione attività di formazione per creare una nuova figura – il mediatore scvolastico fra
pari – attraverso due corsi(il primo propedeutico al secondo), tenuti da esperti esterni alla scuola e
indirizzati ai tutor ma aperti a tutti i docenti dell’Istituto interessati: a) “Il mediatore scolastico fra
pari: una nuova figura” (docente dott.ssa patrizia Valsecchi; ore 6; dal 23 al 30 settembre 2009); b)
“La mediazione fra pari” (équipe formativa: dott,sse Anna Zunino e Paola Cardinali, D.I.S.A.,
Università di Genova; ore 15; dal 9 marzo al 23 aprile 2010)
2) Incontro con i coordinatori di classe: presentazione del progetto e della figura del tutor per i
docenti in servizio nell’Istituto a partire dall’anno scolastico in corso; bilancio dell’attività del
precedente anno scolastico e propste per gli altri. Attività svolta anche con la docente funzione
strumentale dell’Area 3, Sezione tutoraggio degli allievi stranieri, prof.ssa Ludovico
3) Organizzazione del progetto: a) fase iniziale: analisi del contesto; rilevazione dei bisogni degli
allievi e raccolta dati tramite rapporti con i coordinatori di classe; convocazione riunione per
assegnazione classi e/o singoli allievi ai docenti tutors; b) fase intermedia: monitoraggio del
progetto da parte dei tutors (compilazione scheda in collaborazione con il coordinatore di classe
relativa al percorso in atto dell’allievo) e dei tutors con la funzione strumentale (incontro di analisi e
confronto con proposte), c) fase finale: valutazione del progetto da parte degli allievi (scheda) in
forma anonima; analisi dei dati emersi e restituzione grafica
4) Organizzazione e gestione di riunioni periodiche fra tutors sulla base di scadenze concordante:
individuazione dei criteri per l’assegnazione dei tutors alle classi; assegnazione tutors alle classi;
confronto sull’attività svolta; analisi delle problematiche di metodo e di organizzazione;
collegamento fra tutors e coordinatori di classe
5) Contatti frequenti e costanti con la funzione strumentale dell’Area 3 (Tutoraggio degli alunni
stranieri): organizzazione e coordinamento dell’attività; confronto; verifica interna
6) Rapporti con la docente funzione strumentale dell’Area 4 (Orientamento in ingresso):
presentazione della figura del tutor nell’ambito delle iniziative di orientamento in ingresso
(partecipazione al progetto “Scuola aperta”)
7) Organizzazione tecnica dell’attività tramite rapporti con il Dirigente Scolastico
8) Rapporti continui e costanti con il Dirigente Scolastico, i coordinatori di classe, le figure esterne
alla scuola coinvolte nel progetto
Tempi
Tutto l’anno scolastico
Problemi incontrati
Si ritiene di aver approfondito e affinato i processi di organizzazione del progetto, nonché di
confronto fra i diversi attori del progetto stesso, portati avanti nei precedenti anni scolastici. Gli
strumenti sono stati le riunioni periodiche fra tutor, il confronto informale a livello individuale e/o
di piccoli gruppi con i tutor e fra tutor, la valutazione finale.
Il progetto è stato valutato a fine percorso dagli allievi tutorati attraverso schede compilate
individualmente e in modo anonimo.
Il successo dell’intervento viene valutato sulla base di alcuni indicatori individuati nei precedenti
anni scolastici - e formalizzati nella scheda di valutazione finale - dopo lungo, complesso e
articolato confronto fra i tutor e fra questi e i docenti del D.I.S.A., che ha portato ad una seria e
approfondita analisi della propria attività e del progetto. In particolare i docenti tutor hanno
concordato sulla necessità di dare vita ad una diversa cultura della valutazione, con indicatori
differenziati e non solo attinenti al successo scolastico, perché nell’ambito del progetto lavorano
come persone con persone e perché i risultati non possono non essere che su tempi lunghi.
Considerazioni finali
Il progetto presuppone una figura di tutor flessibile, che risponda ai bisogni emergenti all’interno
dell’Istituto (rifiuta, pertanto, un modello statico di riferimento). Ne deriva il carattere di
sperimentazione, che comporta un percorso di costruzione continua nonché di verifica.
Sono stati affrontati alcuni nodi problematici emersi nel precedente anno scolastico, soprattutto il
rapporto tutor-coordinatore di classe. In particolare, in considerazione del numero consistente di
docenti in servizio nell’Istituto per la prima volta, si è posto il duplice problema dell’informazione e
della formazione. I nodi ancora aperti - e che saranno oggetto di analisi nel prossimo anno
scolastico – risultano essere: come coinvolgere i ragazzi nel percorso formativo piuttosto che nella
valutazione di “successo” dell’intervento; come affrontare i casi più difficili; come coinvolgere
realmente e proficuamente le famiglie, sempre più orientate alla delega; come migliorare il rapporto
con i docenti componenti il consiglio di classe.
Sono stati tutorati prevalentemente singoli allievi con modalità di intervento frutto di scelte
individuali dei tutor, maturate sulla base dell’analisi dei bisogni e del contesto, ma sempre
all’interno del progetto elaborato dall’Istituto. Nelle classi prime un numero sempre maggiore di
allievi è portatore di problematiche di crescente complessità, che in alcuni casi richiedono interventi
che esulano dal ruolo e dalle competenze del tutor. In alcune situazioni è stato particolarmente
importante il rapporto fra tutor e funzione strumentale per il tutoraggio degli studenti stranieri.
La collaborazione della figura strumentale è stata positiva sia con i tutor che con i coordinatori di
classe.
E’ interessante sottolineare come l’attività di tutoraggio si configuri anche come una sorta di
“osservatorio sociologico” della realtà così velocemente in trasformazione dei nostri ragazzi.