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La parola castello deriva dal latino “castrum” che, per i romani, era lo spazio chiuso e fortificato dell’accampamento militare. Le conquiste dell’Impero avevano disseminato in tutta Europa questo genere di fortilizi, semplici torri quadrate di legno circondate da fossati e alte palizzate. Le invasioni barbariche ed il crollo dell’Impero romano provocarono una lunga stagione d’instabilità politica: le città furono abbandonate e attorno alle fortificazioni si organizzò la vita delle comunità. Il signore del castello assicurava la protezione dei suoi popolani : in caso d’assedio tutti potevano trovare riparo entro le mura del fortilizio. Il fenomeno dell’incastellamento, ovvero della diffusione dei luoghi di difesa, accompagnò lo sviluppo del sistema feudale. Il castello del XIV secolo era una fortezza piuttosto sicura; c’erano voluti secoli di miglioramenti e aggiustamenti per renderlo inespugnabile. In genere si sceglieva un’altura o promontorio per ostacolare le operazioni di assedio dei nemici; un fossato circostante poteva impedire l’avanzata delle macchine da guerra. Il castello di Somaglia è una fortezza viscontea fatta costruire da Bernabò Visconti nella seconda metà del XIV secolo. Nel 1371 divenne feudatario del castello, investito del signorato, Nicorolo Cavazzi. La casata dei Cavazzi mantenne la proprietà della fortezza fino al 1980, anno in cui il castello fu donato al Comune di Somaglia. La famiglia Cavazzi venne associata al territorio di Somaglia ed è comunemente denominata “Cavazzi della Somaglia”. Possiamo immaginare come si svolgeva la vita nel castello in quei lontani secoli che diedero inizio ad una così straordinaria e longeva casata nobiliare. Nicorolo si svegliava di buon’ora e dopo la messa celebrata nella cappella della corte bassa procedeva al governo dei suoi territori ovvero: Somaglia, Orio, Livraga e Ospedaletto. Servendosi di consiglieri e funzionari dirigeva le attività economiche, come ad esempio la riscossione delle tasse del porto e della taverna sul Po, del Dazio di macinazione dei mulini sulla Guardalobbia e sul Brembiolo e amministrava la giustizia nella sala d’Armi del Castello dando udienza al popolo e passava in rassegna la guarnigione dei soldati che provvedevano alla sorveglianza e alla difesa della Fortezza Vista dell’antico portone principale Stemma dei Cavazzi 1 Saracinesca: una poderosa serranda in ferro chiudeva l’ingresso al castello, veniva abbassata per mezzo di catene che correvano lungo le scalanature delle mura. 2 Torre d’avvistamento: la torre più alta consentiva un’ampia veduta sulla campagna circostante. gli arcieri si riparavano dietro le merlature delle torri e scoccavano le loro frecce dalle feritoie. 5 3 Torre principale: Al piano superiore era situata la residenza dei conti: sono rimasti due stemmi agli angoli frontali della struttura. 6 4 3 2 1 della base del castello serviva a contrastare gli attacchi tenendo la fanteria nemica distante dalle mura. 5 Ricostruzione del Castello di Somaglia nel 1371 La corte alta: era il cuore pulsante della fortificazione deputata alla distribuzione di uomini, materiali e mezzi verso le rispettive zone. 6 4 Scarpa: l’allargamento e l’inclinazione Granaio e magazzino: Il lungo corpo di fabbrica posteriore era adibito a deposito e magazzino; è possibile notare ancora le finestrelle di aerazione nella parte superiore della parete.