PSSE 3-Territorio - Comunità Montana Triangolo Lariano
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PSSE 3-Territorio - Comunità Montana Triangolo Lariano
COMUNITA’ MONTANA DEL TRIANGOLO LARIANO: PIANO di SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO Canzo, Giugno 2000 3 – Territorio, Edilizia, Trasporti e Mobilità: 3.0 Il Territorio 3.1 L’Edilizia 3.2 I Trasporti e La Mobilità 2 Sommario 3.0 Il Territorio 1. Il Territorio come carattere identificativo nelle proposte del Piano Territoriale Paesistico Regionale del 1998 pag. 4 2. La gestione del Territorio da parte dei Comuni e della Comunità pag. 8 3. Lo sviluppo dell’ “Home Office” e la ristrutturazione del Territorio pag. 12 4. Riequilibrio del Territorio e nuove centralità: Il Progetto SPA per allungare la stagione turistica pag. 17 5. Le opportunità offerte dal D.M. 8/10/98 relativo alla Promozione dei “Programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del Territorio” pag. 18 6. Obiettivi della Comunità Montana pag. 19 3.1 Il Territorio e l’Edilizia: Progetto Strategico 1. Il Quadro di riferimento pag. 25 2. Le raccomandazioni per la qualità energetico ambientale degli Edifici e degli spazi aperti del Codice Concordato dall’ENEA pag. 29 3. Verso un’Edilizia Verde pag. 34 4. Le imprese Edilizie locali pag. 35 5. Il Patrimonio edilizio: La struttura edilizia esistente pag. 38 3 6. Le politiche di qualificazione dei nuclei storici e del Patrimonio edilizio pag. 40 7. Un modello di sviluppo edilizio per la C.M. pag. 44 3.2 Il Sistema dei Trasporti e della Mobilità 1. Il Quadro di riferimento 1.1 Obiettivi 2. Mobilità: le indicazioni strategiche 2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 I flussi autoveicolari Analisi dei pendolarismi La SS 583 e l’individuazione degli altri nodi viabilistici I principali sentieri del T.L. Riqualificazione e conservazione dei tracciati storici 3. Il servizio pubblico esistente 3.1 3.2 3.3 3.4 Il ruolo della C.M. nell’attuazione della Legge R.L. N.22 Frequenza dei trasporti nel T.L. con orario inv. ‘98/’99 I flussi di traffico sui servizi pubblici Ipotesi di istituzione di una circolare lacuale 4. L’Accessibilità a Brunate 4.1 Strutture esistenti ed in progetto 4.2 La Funicolare di Brunate 4.3 Il progetto di impianto a fune Brunate-Faro Voltiano –Capanna C.A.O. elaborato dalla G.S.T. 4.4 Il ruolo del sistema di posteggi a Como 4.5 Piano di segnalamento per passeggiate ed escursioni da Brunate pag. 47 pag. 49 pag. 55 pag. 59 pag. 61 pag. 64 pag. 70 pag. 76 pag. 78 pag. 78 pag. 79 pag. 83 pag. 89 pag. 94 pag. 94 pag. 96 pag. 98 pag. 99 pag. 102 5. Indagine sullo stato della viabilità della C.M. pag. 104 6. Gli Obiettivi del Piano Socio-Economico pag. 106 6.1 Gli obiettivi del Piano-Socio-Economico pag. 106 4 3.0 Il Territorio 1. Il Territorio come carattere identificativo nelle proposte del Piano Territoriale Paesistico Regionale del 1998. L’ambito Lario Comasco, in cui è ricompresa dal P.T.P.R. la parte lacuale del Triangolo lariano, è individuato lungo solco bipartito del lago che racchiude paesaggi fra i più celebrati, descritti e raffigurati della regione nei secoli da Plinio il Giovane a Stendhal a Manzoni. Questo paesaggio è il prodotto della combinazione di componenti naturali e antropiche. L’ambiente modificato dall’uomo attraverso l’esercizio delle attività tradizionali della selvicoltura e dell’agricoltura di montagna è addolcito dall’effetto moderatore del clima generato dal lago che è stato anche, grazie alla sua funzione di via di comunicazione, un importante elemento di diffusione oltre che di prodotti commerciali di cultura. Il modello di sviluppo economico aveva indotto lo sviluppo di un modello d’uso del territorio legato ad un sistema agricolo che comportava la creazione di un ambiente molto più strutturato e interessante che altrove. I nuclei abitati con il loro contorno di coltivi terrazzati, la prima fascia boschiva castanile, il maggengo, la seconda fascia boschiva di transizione fra ceduo e aghifoglie e l’alpeggio, con uno sviluppo dei nuclei abitati, integrati dalle abitazioni temporanee più verticale che orizzontale. Lo studio del P.T.P.R. individua delle componenti esemplificative dei caratteri costitutivi del paesaggio locale: riportiamo qui quelle riguardanti il territorio del triangolo lariano: ? per quanto riguarda le componenti del paesaggio fisico fenomeni legati al glacialismo: crinali quali Boletto, Bolettone,Palanzone, Monte San Primo, versanti, orridi come a Nesso e a Molina, massi erratici trovanti come la Pietra Nairola ed la Pietra Pendula; le cavità carsiche come il Buco del Piombo; piramidi di terra come a Rezzago; la grotta Masera a Careno; la grotta dei Bulberi qua Lezzeno; ? componenti del paesaggio agrario particolarmente connotati quali i ripiani roncati di Lezzeno; percorrenze tradizionali lago-monte con relative strutture (selciati, ponti, edicole, gradonate, cippi; equipaggiamenti collettivi “minori” quali lavatoi, acquedotti, “riai” montani e fontane; ? I Monti Lariani come area naturalistica e faunistica; 5 ? Per il paesaggio urbano i Centri Storici di Careno, Bellagio, Nesso, Torno, Pognana, Lezzeno, a cui va aggiunto il centro turistico di tradizione storica di Bellagio ed il nucleo rivierasco di Careno ad andamento longitudinale. Inoltre vengono studiati i nuclei montani di terrazzo o di pendio tramite un’analisi di Palanzo, Lemna, Molina, Zelbio e Veleso. ? Nell’ambito del paesaggio storico-culturale il Piano individua ville, parchi e giardini storici situati: a Torno la villa Pliniana, sulle sponde lariane da Torno a Blevio , a Blevio villa Taverna, a Bellagio le ville Serbelloni e Melzi. Notevole importanza è data ai santuari, ai sacrari come la Madonna del Ghisallo. Non bisogna dimenticare lo studio inerente le infrastrutture storiche di trasporto come la funicolare di Brunate, i siti archeologici, come il Buco del Piombo. ? Dal punto di vista percettivo del paesaggio lo studio regionale, individua come punti di panorama e belvedere: S. Primo, Boletto, la Madonna del Ghisallo e la punta di Bellagio. Per quanto attiene l’ambito storico-geografico del Comasco “entro questo ambito s’intende comprendere…… l’intera cerchia morenica del lago fino al margine meridionale ..Si tratta di un’area variamente coinvolta nei processi urbanizzativi, focalizzati soprattutto lungo alcune direttrici stradali….” e nel quale sono ricompresi i comuni pedemontani della Comunità. “Evidentemente in un’area di così intenso dinamismo, la preservazione dei valori paesaggistici superstiti è operazione urgente e necessaria. Non sarebbe poi da escludere l’eventualità di interventi di ricomposizione formale del paesaggio nei casi più manifesti di compromissione, anche in relazione ad alcune vaste aree interessate da attività di cava. Interessante poi sperimentare programmi di recupero dei solchi vallivi minori, del tutto emarginati dagli sviluppi recenti, e per questo ricchi di notevoli valori storico-culturali.” Nello studio si sottolineano gli ambiti, siti, beni paesaggistici che costituiscono il paesaggio della specifica area. Per quanto riguarda le componenti del paesaggio agricolo si citano le sistemazioni a ronchi e a terrazzi e le dimore rurali ad elementi giustapposti con portico e loggiato, per le componenti storico-culturali si parla: di ville e residenze nobiliari e parchi e giardini presenti ad Albavilla, Albese e a Tavernerio; e di archeologia paleo-industriale riscontrabile nelle filande e opifici a Ponte Lambro e in Valassina. Nelle componenti del paesaggio urbano rientrano i centri storici quali Erba, Ponte Lambro, Castelmarte, Canzo, Asso, Barni, Rezzago; e i nuclei storici di rilevante significato paesaggistico come Civiglio. Tra i caratteri percettivi del paesaggio il“ panorama” di Brunate. 6 “La presenza dei laghi condiziona fortemente il clima e l’abito vegetale dei luoghi assumendo quella specificità - detta insubrica – rappresentata da una flora spontanea o di importazione (dai lecci, all’ulivo, al cipresso) propria degli orizzonti mediterranei. Ma alla presenza delle acque lacustri si devono numerosi altri elementi di singolarità riguardanti l’organizzazione degli spazi (tipo di colture, di insediamento, attività tradizionali come la pesca, interrelazioni per via d’acqua…) e le testimonianze storiche, la percezione e la fruizione del paesaggio come scenario di soggiorno e turismo. Al richiamo del paesaggio lacustre si collega la formazione dell’immagine romantica e pittorica dei luoghi, delle ville e giardini, vero e proprio ‘paesaggio estetico’, declamato nella letteratura classica (Manzoni, Stendhal, Fogazzaro) e di viaggio, raffigurato nel vedutismo e nella pittura di genere. La fascia spondale, così caratterizzata, è poi sovrastata da fasce altitudinali che si svolgono lungo i versanti in modi tradizionalmente non tanto dissimili da quelli delle valli proprie. La mancanza di un fondovalle genera una sorta di lenta aggressione edilizia delle pendici…” Gli indirizzi di tutela che il Piano indica riguardano sia l’ambiente naturale sia “le testimonianze dell’ambiente umano, che spiccano in particolare modo nell’ambito dei laghi (borghi e loro architetture, porti, percorsi, chiese, ville nobiliari e parchi storici…), che vanno tutelate e valorizzate. Anche i livelli altitudinali posti al di sopra delle sponde lacustri vanno protetti nei loro contenuti e nel loro contesto, nella loro panoramicità, nel loro rapporto armonioso con la fascia a lago”. L’acqua è definita “l’elemento naturale dominante del paesaggio nella regione insubrica”. Alcuni elementi “se necessari, darsene e porti turistici si devono realizzare secondo criteri localizzativi accurati, con dimensioni contenute e con l’adozione di elementi decorativi che traggono spunto dalla tradizione.” “Le sponde dei laghi sono l’essenza e il fulcro del paesaggio insubrico” e “in passato, specie nell’800, la costruzione dei lungolaghi e l’infoltimento delle ville borghesi aveva……. generato una sua estetica propria, largamente idealizzata dalla propaganda turistica……occorre qui delineare una nuova filosofia che interpreti il senso di ogni ulteriore trasformazione in questi luoghi, riprendendo magari i criteri che accompagnarono le prime realizzazioni urbane, ricche di decoro, stile e misura. Sono particolarmente criticabili tutti gli interventi ‘fuori scala’ rispetto al contesto ambientale, così minuto e parcellizzato, l’uso di materiali edilizi impropri, tinteggiature insoddisfacenti. Le sponde dei laghi non devono essere ulteriormente alterate, ma al contrario si deve esaltarne la residua naturalità. Si deve evitare la costruzione di infrastrutture di grosso peso o si devono mimetizzare con grande efficacia. 7 Tutte le aree di risulta, rese tali dall’ammodernamento della rete viaria (vecchi tracciati stradali dismessi), devono essere recuperate per uso turistico come piste pedonali o ciclabili valorizzando la loro funzione paesaggistica.” Il Piano indica che “ …parchi e giardini storici…..vanno rispettati nella loro integrità…” Per quanto attiene alle proposte il P.T.P.R. critica “le sinuose ramificazioni delle strade che dal vecchio nucleo risalgono i versanti secondo una disposizione a schiera di lotti edificabili” ciò è causato secondo le analisi del Piano dalla “necessità di fornire a ogni residente un accesso veicolare” inoltre si stima che “l’impiego di parcheggi collettivi……potrebbe comportare una diversa organizzazione urbanistica…” Lo studio prevede che “l’ampliamento e la sistemazione dei lungolaghi devono riprendere i caratteri decorativi tradizionali evitando l’impiego eccessivo di elementi decorativi standardizzati disincentivando la costruzione di strade carrozzabili sulle pendici, propendendo invece per i tracciati che consentano l’accesso a soli mezzi speciali per i frontisti..” La soluzione che viene indicata come da intraprendere è quella di rafforzare l’impianto urbano storico tradizionale che ha connotati di assoluta unicità con andamenti e assi pedonali perpendicolari alla sponda e sistemazioni edilizie a gradonate. Il Piano indica altresì “molti luoghi dei laghi che hanno assunto nel tempo una precisa identificazione collettiva” che lega la loro integrità alla trasmissibilità dell’immagine paesistica insubrica; come Bellagio caratterizzato da “punte e scogli” e il belvedere di Lezzeno. Come risulta evidente nel P.T.P.R. siamo in presenza di una lettura generale dei caratteri individuativi del territorio della Comunità Montana a cui si accompagna un forte elemento di tutela. Tali indicazioni dovrebbero poi calarsi, attraverso studi specifici e puntuali nei singoli contesti, ma la definizione di obbiettivi condivisi dalla Comunità Montana potrebbe portare a strategie evolutive, e non solo meramente conservative, in funzione non solo di una identità ritrovata, ma di una nuova dinamica sociale ed economica. In un contesto di globalizzazione dei mercati la preservazione dell’identità territoriale deve inserirsi nei nuovi processi economici e di dotazione infrastrutturale, al fine di sbloccare quei processi di marginalizzazione che il precedente sviluppo industriale aveva creato a scapito delle aree naturali , e che sono finalmente superabili. 8 2. La Gestione del Territorio da parte dei Comuni e della Comunita’. In questo quadro occorre pertanto valutare, all’interno dei singoli Comuni e delle subaree, la rispondenza alla domanda di abitazioni del patrimonio abitativo esistente, sia ai fini di un suo miglioramento qualitativo, sia per le eventuali nuove esigenze abitative e produttive di sviluppo dei centri urbani, ottimizzando l’uso del territorio e privilegiando il recupero edilizio dei centri storici, del patrimonio di seconde case non utilizzate, e del patrimonio edilizio rurale. L’acquisizione di rustici ad uso residenziale deve essere indirizzata verso gli obiettivi prioritari di salvaguardia delle aree a vocazione agro-silvo-pastorale, assegnando alla residenza un ruolo di presidio del territorio. Così come deve essere attuato un recupero degli elementi strutturali e tipologici tradizionali esistenti e delle aree di pertinenza, vincolandole ad inedificabilità ed obbligo manutentivo in attuazione della L. 93/80. Occorrerà indirizzare le previsioni di espansione dei P.R.G. dei Comuni che dovranno mirare al miglioramento della qualità urbana, non solo con previsioni di espansione dei servizi e degli standard pubblici, culturali, commerciali, artigianali, o di servizio alle imprese, ma definendo la forma futura della città ed i suoi sistemi di relazione. L’associazionismo tra i Comuni potrebbe avviarsi proprio da questi fattori concreti e da progetti specifici in una visione dei ruoli locali dei centri e delle loro reti di connessione, mentre per il turismo e la programmazione di nuove attività produttive occorre una visione complessiva di tutta l’area, e dei suoi rapporti con l’esterno, nell’attuale fenomeno di globalizzazione di tutti i processi, al fine di coordinare gli interventi tra più soggetti con intese ed accordi di programma rendendoli compatibili con le caratteristiche storiche, paesaggistiche, ed ambientali dei luoghi. Per quanto attiene alle potenzialità urbane dei comuni occorrerà, attraverso una valutazione dei diversi fenomeni in atto (necessità residenziali, qualità delle abitazioni, valutazione del patrimonio abitativo non utilizzato, necessità di rilocalizzazione o espansione delle aziende presenti sul territorio, previsioni di espansioni produttive, servizi esistenti e previsioni di nuove localizzazioni, ecc.) da un lato supportare la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente attraverso forme di incentivazione ed attivazione di finanziamenti al riutilizzo, dall’altro occorrerà cercare di dare forma urbana alle attuali conurbazioni di fatto, rendendole reali polarità nel territorio e dotandole di quei servizi a scala intermedia che potranno essere supportati dalla popolazione residente e turistica e dai processi produttivi che si vorranno incentivare. 9 Così la costa lariana orientale da Brunate a Bellaggio, costituente al 1996 il 18,67% degli insediamenti demografici comunitari con il 12,26% al 1991 delle strutture occupazionali, può considerarsi un sistema lineare turistico/insediativo le cui problematiche sono legate alla riqualificazione del sistema delle viabilità e dei trasporti ed all’allungamento della stagione turistica, per i suoi risvolti occupazionali, attraverso un’offerta più organizzata ed articolata anche in tutti quei servizi per il benessere , lo sport e la cura della persona che non solo la clientela internazionale ma anche i fruitore italiano richiede: vedi ed esempio la creazione di campi da golf a Pian del Tivano o di un Wellness and Fitness Center comunitario che allunghi all’intero arco dell’anno le potenzialità di offerta sportiva-natatoria e salutistico-ricreativa. Le problematiche della Vallassina con le polarità di Asso e Canzo circondate da un sistema di centri minori, complessivamente corrispondente al 19,14% del peso demografico e al 15,64% del peso occupazionale, riguardano non solo le possibilità per i residenti di accedere in loco a servizi e opportunità lavorative, ma ad una riqualificazione del patrimonio abitativo (il 57,4% è non occupato e di esso il 79% sono seconde case) per il quale occorre reinventare funzioni, ad esempio sfruttando le potenzialità climatico/ambientali, supportarne il riutilizzo non solo per famiglie, come già avviene, ma anche per anziani o persone in fase di riabilitazione, con servizi sanitari a domicilio collegati ad un centro polivalente di riabilitazione, o per amanti del trekking e del turismo verde che potrebbero sceglierlo come base per escursioni naturalistiche e storiche organizzate non solo sul territorio della Comunità, ma articolate in pacchetti di offerta a tutto il bacino lariano. L’area meridionale del Triangolo Lariano, comprendente il 62,18% del peso demografico e ben il 72% del peso occupazionale, costituisce già di fatto una conurbazione storica lungo l’asse Como-Lecco, addentrandosi fino a Caslino d’Erba nella Vallassina: le sue qualità ambientali non solo devono essere preservate, ma sono e possono essere l’elemento vincente di scelte residenziali che hanno già innestato processi di spopolamento nei due capoluoghi e che non devono incentivare spostamenti di popolazione all’interno della Comunità dovuti al suo ruolo occupazionale. La qualità ambientale va quindi preservata anche con un’attenta fornitura di servizi alla persona e alle attività produttive che riducano i fenomeni, comunque in atto, di pendolarismo: primi fra tutti i servizi alla formazione culturale e professionale e all’utilizzo delle tecnologie informatiche per la riqualificazione del sistema produttivo presente e l’inserimento di processi innovativi. Il riconoscimento storico e culturale di questi tre sistemi insediativi potrebbe dare senso di appartenenza alle Comunità, ed innescare quei processi di riqualificazione urbana e ambientale indispensabili ad un presidio dinamico della popolazione sul territorio. 10 I centri esistenti nella fascia meridionale della Comunità di Erba, Albavilla, Tavernerio, Canzo e Pontelambro, sull’asse Como- Lecco che si incunea verso la Vallassina fino a Canzo, devono divenire i poli, con funzioni diversificate insediative, produttive e terziarie, di un sistema di centri minori vitali, che su di essi gravitano per i servizi e le attività produttive di livello superiore, mantenendo le loro caratteristiche ed il loro ruolo sul territorio. L’attuazione di idonee interrelazioni di queste tra polarità insediative con i capoluoghi di Como e Lecco, il Canton Ticino e l’area metropolitana ne possono garantire la vitalità e la preservazione, rompendo quell’isolamento che altrimenti deriverebbe dalla conformazione insulare e montuosa del suo territorio. Questo in continuità con le impostazioni di base del Piano Territoriale delle Comunità Montane, così sintetizzate dalla Delibera d’approvazione G. R. del 12/10/89 n. IV/1692: “Il Piano fa riferimento al piano Socio-Economico e al Piano di Sviluppo Agricolo adottati ambedue nel 1979 e, pur affermando la necessità di verificarne le scelte da un punto di vista ambientale e di aggiornarle rispetto al nuovo arco temporale, ne ribadisce gli obiettivi che vengono così schematizzati: ? superamento degli squilibri interni evitando l’esodo e il progressivo indebolimento delle sub-aree del Lago e della Valassina e contenendo l’eccessiva crescita delle sub-aree di Erba e di Como; ? sostegno ai livelli occupazionali, elevando i tassi di attività al fine di garantire l’attuale disponibilità di posti di lavoro e di creare nuove possibilità di occupazione per i giovani e le donne; ? sviluppo e crescita delle attività produttive all’interno della Comunità e, in particolare: difesa e sviluppo dell’agricoltura; ? consolidamento e riorganizzazione delle attività industriali e artigiane, che rimangono la componente caratterizzante l’economia della Comunità Montana: riorganizzazione e sviluppo delle attività terziarie, in particolare del turismo.” Per il raggiungimento di questi obiettivi il piano propone una serie di azioni da promuoversi da parte della comunità: ? in collaborazione con il Collegio delle Imprese Edili Comasco e con le Comunità Montana del Canton Ticino la promozione, nell’ambito delle iniziative INTERREG di un progetto per l’aggiornamento professionale e tecnologico degli operatori del settore edile finalizzati alla diffusione delle tecniche di produzione di manufatti edilizi ambientalmente sostenibili ed energicamente efficienti nell’area prealpina; 11 ? la promozione nell’ambito dell’edilizia pubblica di ristrutturazione di edifici utilizzando tecnologie che assicurino un incremento del grado di efficienza energetica, vedi il Codice di Comportamento Enea. Tutte queste azioni non sono ne gestibili ne utili se non vi è un profondo coinvolgimento degli Amministratori e delle Popolazioni a questo progetto in quanto, per essere attuato , deve essere assunto come proprio da tutti gli abitanti della Comunità che devono tradurne in prassi quotidiana gli obiettivi. A tale scopo, per quanto riguarda gli aspetti della partecipazione e trasparenza occorrerà innanzitutto provvedere all’elaborazione del piano con procedure partecipate e trasparenti, redigere elaborati chiari, espliciti e contenuti e scelte documentate in modo da consentire una totale trasparenza delle assunzioni strategiche, dei dati e degli elementi conoscitivi utilizzati e della congruità delle scelte proposte. In aggiunta a questo viene proposta la realizzazione di un progetto di “Solidarietà pratica” rappresentato da un programma per trasformare gli studenti di tutte le scuole della Comunità in promotori e divulgatori dei concetti e delle tecniche di rispetto dell’ambiente e di risparmio energetico. Obiettivo del progetto di “ solidarietà pratica” è la divulgazione dell’informazione e la creazione di una diffusa consapevolezza dell’ambiente come patrimonio collettivo da salvaguardare e come risorsa per il futuro da trasmettere alle nuove generazioni. Il progetto dovrà essere rivolto ai bambini ed ai ragazzi individuati anche come veicoli di diffusione nelle famiglie dei concetti di tutela dell’ambiente e di risparmio energetico. Esiste in Europa almeno una esperienza di questo tipo realizzata in Norvegia che ha dato ottimi risultati. Accanto ai grandi progetti legati al territorio ed alla riqualificazione ed al rilancio del settore edile, nell’ottica di rispetto e di riqualificazione dell’ambiente, la Comunità Montana potrà articolare la sua attività , anche in relazione alle risorse di cui disporrà, in un sistema di progetti che si integrano in questo quadro e che colgano le opportunità che le iniziative regionali, statali e comunitarie possono offrire. Si tratta di realizzare specifici programmi per lo sviluppo di iniziative produttive legate ad iniziative imprenditoriali come il Consorzio Comense Inerti, nell’area dell’ingegneria naturalistica, o per inserirsi in programmi, come il programma Cispel- Enea nel “Comune solarizzato”, le cui iniziative di formazione e qualificazione possono estendersi ad aree diverse del mezzogiorno. 12 Il progetto “ Comune Solarizzato” realizzato dal Cispel e da Enea, rivolto ai giovani in cerca di occupazione, con livello di formazione tecnica adeguato, prevede un percorso formativo che si articola in due moduli: • • • • • • un primo modulo, della durata di circa un mese rivolto alla formazione tecnica; un secondo modulo, della durata di quattro settimane, dal titolo ”fare impresa” per acquisire la competenza necessaria alla gestione delle attività in forma di impresa. Le attività per la quale verranno formati i lavoratori, secondo questo programma, sono le seguenti: progettazione di impianti solari; installazione e manutenzione degli stessi promozione dell’uso delle fonti rinnovabili. Può essere utile, previa verifica dell’intesa all’interno della Comunità utilizzare, eventualmente adeguandoli , i moduli Cispel-Enea per l’incentivazione professionale dei giovani e per la riqualificazione dei lavoratori del settore. 3. Lo sviluppo dell’ “Home Office”1 e la ristrutturazione del territorio. L’evoluzione dei mercati e delle tecnologie, che hanno fatto assumere un crescente ruolo alle attività economiche condotte a casa propria, comprendenti sia l’autoimpiego indipendente che il telelavoro, stanno generando un impatto sulle strutture territoriali innovativo, ma che va’ nel senso della conservazione e riutilizzo del patrimonio edilizio esistente e della stabilità sul territorio della popolazione insediata e del ruolo a rete dei centri, se non in un loro accrescimento. Lo sviluppo di questo modello produttivo, cui appartengono, negli Stati Uniti oltre 30 milioni di imprese, di cui oltre 3 milioni nella sola California, ed in Francia oltre un milione, ha comportato l’avvio di un processo di modificazione delle abitudini residenziali e dei comportamenti sociali che in un contesto di economia globale ha un importante riflesso sull’uso del territorio. 1 “l’ufficio in casa”, che sottintende una attività in proprio svolta a domicilio 13 Questo aspetto del fenomeno è facilmente immaginabile se si tiene conto che il 20% di questi lavoratori a domicilio ha un reddito annuo compreso tra i 170 ed i 700 milioni ed una sostanziale libertà localizzativa, che può essere utilizzata per modificare le abitudini residenziali in assenza dei vincoli che pesavano, ed ancora oggi pesano, sulla maggior parte dei lavoratori e delle loro famiglie generando abbandono o pendolarità. Lo straordinario sviluppo di questo fenomeno, determinante nel ridurre il livello di disoccupazione nei paesi in cui si è sviluppato, ha generato iniziative pubbliche e private per attrarre residenti attivi in centri storici con un patrimonio edilizio dismesso o sottoutilizzato o in nuove localizzazioni. In centri quindi con i problemi connessi alla riduzione dei livelli residenziali, che rendono difficile o oneroso il mantenimento di un adeguato standard di servizi ai cittadini, ma dotati di buone qualità ambientali e climatiche, dove questo fenomeno ha consentito di avviare processi di riorganizzazione strategica del territorio attraverso la realizzazione di specifiche iniziative immobiliari mirate. Questa descrizione si adatta alla realtà dei comuni del triangolo lariano con la variante però di una buona possibilità di riallocazione nell’edilizia esistente non fruita di queste funzioni. Il successo di queste iniziative è stato assicurato dall’attenzione alle condizioni di vita del lavoratore che svolge la sua attività a casa: lavora da solo, collegato con fornitori, clienti, consulenti attraverso la rete ed ha, come principale nemico, la solitudine, sommerso da calcolatori, fax e telefoni:. La sdrammatizzazione di questa situazione, che è in grado di fare emergere tutte le valenze positive del lavoro indipendente, può essere assicurata da due elementi fondamentali: risiedere in centri dove vi sia una parte di popolazione con caratteristiche, ritmi di vita e interessi ( vedi qualità ambientale, tranquillità sociale, ecc.) compatibili con i loro e dove sia possibile gestire in modo collettivo sia servizi di interesse comunitario, sia specifici per questo tipo di imprenditori, o dove la presenza di questi imprenditori stimoli la nascita e lo sviluppo di questi servizi avviando una spirale di crescita e dove il livello di efficienza del sistema di comunicazioni, vitale per questo tipo di attività, sia adeguato allo standard internazionale, che il processo di globalizzazione richiede. La centralità del problema dell’efficienza del sistema delle comunicazione è dimostrata anche dal fatto che, negli Stati Uniti, come in Irlanda, Gran Bretagna e Francia le compagnie telefoniche sono tra i principali promotori di queste iniziative, la cui nascita consente anche a loro di acquisire preziosa esperienza. 14 Le dimensioni e l’importanza assunte da questo fenomeno in tempi così rapidi sono state consentite dallo sviluppo di una quinta dimensione nel mondo delle relazioni sociali ed economiche, quella del cybermondo, con le sue straordinarie opportunità, la sua rapidità di sviluppo e la sua capacità di rendere rapidamente obsoleti interi sistemi produttivi e di farne, con la stessa rapidità esplodere altri.Negli Stati Uniti molte compagnie tra cui AT&T e Pacific Bell hanno partecipato e stanno partecipando ad un numero elevatissimo di iniziative di questo tipo, in cui hanno sviluppato una gamma ampia ed efficiente di servizi per i lavoratori indipendenti e per il telelavoro, con tariffe molto convenienti. In Gran Bretagna e Irlanda le principali iniziative per il riequilibrio dei territori marginali hanno compreso, tra gli interventi strutturali, l’inserimento di questi territori nel progetto “ British and Irish Villages Web Ring” che assicura, con tariffe contenute, accessi molto veloci a Internet e Intranet: organizzando inoltre nei centri interessati un servizio di “villaggio elettronico” che consente ai residenti di collegarsi tra loro utilizzando Internet e di costruire relazioni virtuali che possono estendersi nella vita reale. Il villaggio elettronico collega tutti gli aspetti della Comunità: l’Amministrazione locale, le attività economiche, la scuola e i gruppi di interesse specialistici. In Francia, dove il fenomeno è più recente, ma coinvolge già più di un milione di operatori, sia il governo centrale che i livelli di governo locale hanno fatto uno sforzo importante per stimolarne le sviluppo: nel quadro degli interventi tesi a ridurre il tasso di disoccupazione e di quelli interessati al riequilibrio del territorio. Tra i numerosi progetti, aperti anche agli operatori italiani, due presentano un particolare interesse: quello realizzato a Sophia Antipolis in Provenza, collegato alla rilocalizzazione dell’Università di Nizza e quello realizzato a Pessac, vicino Bordeaux, anch’esso in parte legato al programma di sviluppo di quella università. Questo modello francese di incentivazione dello sviluppo delle SOHO2 è basato su concetti molto semplici: ? 2 le SOHO crescono meglio “al sole” e, non avendo una localizzazione rigida, possono installarsi nel contesto ambientale più gradito all’imprenditore: a condizione che esista un adeguato livello infrastrutturale; “Small office home office” letteralmente traducibile in piccolo ufficio all’interno dell’abitazione, ma che assume i connotati di “attività imprenditoriale in proprio svolta all’interno dell’abitazione” 15 ? in questo contesto di indifferenza localizzativa il “cybervillaggio” può offrire importanti vantaggi come la possibilità di disporre di abitazioni cablate collegate con una rete che consenta: una efficienza e rapidità di comunicazione molto elevate; un sistema di manutenzione molto efficiente, grazie alla concentrazione di utilizzatori, così come un buon sistema di sub fornitura , la possibilità di disporre di servizi collettivi ,e l’opportunità di essere costantemente informati sull’evoluzione delle tecnologie (effetto distretto); ? il cybervillaggio, se correttamente localizzato e realizzato fornisce, soprattutto la possibilità, all’imprenditore individuale, di lottare contro l’isolamento dandogli la possibilità di interagire agevolmente con persone che hanno interessi e problematiche affini, ed alla sua famiglia la possibilità di vivere in un ambiente naturale e gradevole disponendo di tutte le infrastrutture di un centro dinamico. I cybervillaggi francesi si sono rivelati anche un buon investimento immobiliare, in controtendenza rispetto al mercato immobiliare francese di questi ultimi anni. Nei cybervillaggi francesi realizzati, oltre ad avere grande attenzione per questi aspetti, si sono fornite altre opportunità agli imprenditori: come la possibilità di disporre di “incubatoi” per le iniziative che, avviate in un processo di crescita, necessitano di una spazio superiore a quello disponibile all’interno di una abitazione, e per tutti la possibilità di utilizzare i servizi più avanzati offerti da France Telecom che partecipa alla realizzazione e promozione di queste iniziative. Le condizioni offerte da France Telecom, in concreto, consentono ad ogni residente di accedere ad Internet collegandosi ad una presa della rete cablata che consente un accesso estremamente rapido ai siti WEB, spendendo complessivamente, per disporre di un accesso senza limitazioni di volume e di durata a Internet e l’uso e la manutenzione del modem cablato, circa 85.000 lire al mese e 27.000 lire per ogni postazione supplementare. In aggiunta al collegamento Internet gli abitanti del cybervillaggio possono disporre di una serie di collegamenti complementari, sia analogici che digitali. Lo sviluppo di queste iniziative, rivolte ad una utenza attenta ai valori ambientali e culturali, può avere un impatto molto positivo sulla qualità dei rapporti sociali nei centri coinvolti, che vedono riavviare processi di sviluppo e di diffusione culturale da tempo bloccati. 16 Questa possibile ripresa della vitalità dei centri con modalità innovative, per molti motivi si può ritenere non effimera, come non lo è la crescita del lavoro indipendente a distanza coerentemente con il modello di sviluppo delle imprese vincenti nella competizione globale di grandi, ma anche di piccole e medie dimensioni. Vi è infatti una crescente tendenza da parte di queste imprese a ricorrere in misura sempre maggiore all’outsourcing: è questo il principale mercato delle SOHO che forniscono servizi e prodotti al mondo professionale. La competizione globale e la volabilità3 dei capitali costringono infatti in misura crescente gli imprenditori ed i managers ad operare perché il valore della loro azienda si accresca, e questo avviene concentrandosi sempre di più sul “core business”4 ed acquisendo invece servizi e componenti in modo efficiente da produttori per cui questo prodotto o servizio rappresenta, a sua volta, l’oggetto del core business . Il motivo di questa crescita è legato non solo alla necessità di ridurre i costi, non configurandosi necessariamente come un maggiore sfruttamento di chi è impegnato in queste attività, ma anche ai vantaggi derivanti alle società dalla professionalità e dalla competenza dell’outsourcee che spesso fornisce una preziosa consulenza su complessi problemi tecnici e processi produttivi non facenti parte delle “core competences” della società cliente. Questa metodologia produttiva sta interessando sempre nuove attività, come, in questo momento la Web Site Management, che ha una totale libertà localizzativa nel quadro di un efficiente sistema infrastrutturale. Lo sviluppo di una piccola impresa condotta da casa propria e connessa in rete con tutto il mondo, non è un fenomeno generato solo dalla contrazione del numero dei posti di lavoro dipendente che induce a soluzioni di ripiego, ma è un elemento strutturale con un peso sempre crescente nello sviluppo dell’economia globalizzata che può fornire straordinarie opportunità in una realtà quale quella dei comuni del Triangolo Lariano inseriti in un contesto ambientale per buona parte preservato, e come vedremo da preservare, ma limitrofo ai grandi processi evolutivi lombardi. 3 tendenza in atto dei capitali a spostarsi rapidamente, anche territorialmente,sulla base dei profitti attesi 4 qui inteso come attività principale dell’impresa 17 4. Riequilibrio del Territorio e nuove centralità: Il Progetto SPA per allungare la stagione turistica popolazione ed il conseguente innalzamento della speranza di vita in una società che, per effetto dell’accresciuto livello di ricchezza e competitività, richiede di essere “iperperformanti” ( sempre in piena forma fisica e mentale) comporta una serie di ricadute che per la Comunità del Triangolo Lariano possono trasformarsi in opportunità. Il progressivo invecchiamento della Un territorio ricco di valori ambientali ben conservato, con al suo interno un centro turistico di notorietà internazionale, può diventare nell’interesse di tutta la Comunità , residenti ed operatori, una straordinari risorsa se riesce a trasformare l’attuale fruizione turistica, modificandone il modello d’uso ed ampliandone il periodo di utilizzo. In altri termini se riesce ad integrare la clientela esistente con nuove tipologie di clienti allungando l’attuale “stagione turistica”, che peraltro non è quella originaria fruita già nei secoli scorsi nei suoi inverni moderati, ma la sua abbastanza recente evoluzione limitata ai mesi caldi . Tra gli interventi in grado di modificare il modello di fruizione turistica del triangolo lariano uno può essere rappresentato dalla realizzazione di un centro SPA, definito convenzionalmente così dalle iniziali delle parole “Salus Per Aqua”, con cui internazionalmente si indicano i “centri salute” il cui obiettivo è il miglioramento della qualità della vita, coordinando o fornendo servizi sociali, rieducativi ed attività per il tempo libero. Nei casi di maggiore successo l’erogazione di questi servizi avviene attraverso centri che hanno le caratteristiche di ambienti climatizzati tropicali, resi gradevoli dalla presenza di piante fiorite, di giochi d’acqua, di giochi di luce e di suoni dove le attività rieducative si svolgono insieme alle attività ludiche e ricreative ed a quelle semplicemente tonificanti. Questo complesso di attività consente di dare una risposta all’esigenza degli uomini di riappropriarsi del proprio corpo svolgendo attività che sono al contempo rieducative e ludiche in un ambiente con caratteristiche prevalentemente ludiche. L’ambiente climatizzato tropicale, ancorché artificiale, con i suoi vapori, l’acqua, la gradevolezza dei colori e della vegetazione, i suoi suoni e ritmi, costituisce uno spazio che permette una incursione nel proprio passato : in cui è possibile fare coincidere regressione e rivelazione. 18 Il piacere di essere pulito in profondità dal vapore, ammorbidito dalle creme, immerso in profumi gradevoli: ambra, muschio, zafferano, lavanda, eucalipto; rilassato dai massaggi in un rapporto di complicità con i suoi compagni di bagno tende oltre che a dare un profondo senso di benessere all’utilizzatore, tende a trasformarlo in adepto. Questo tipo di strutture possono, in un’area come il triangolo Lariano con equilibri ambientali delicati, avere caratteristiche in qualche modo consortile, nel senso di potere essere rivolte ad una gamma di clienti con caratteristiche diverse: dai clienti internazionali degli alberghi di Bellagio, alla clientela italiana di soggiorno nel verde, alla clientela metropolitana dei wekend, alle esigenze di benessere e relax della popolazione locale, in particolare giovane ed anziana. In grado collettivamente di costituire la massa critica per sostenere economicamente una struttura di queste dimensioni, ma soprattutto di promuovere il riutilizzo del patrimonio edilizio inutilizzato, la conseguente riqualificazione dei nuclei storici, ed un miglioramento nella qualità di vita dei residenti. La fattibilità ambientale e localizzativa di un progetto di questo genere, le convenzioni con gli operatori turistici ed economici comunità locali ed associazioni sportive e ricreative interessate, il reperimento delle risorse necessarie per la sua realizzazione , le scelte tipologiche e la realizzazione di un preprogetto di massima per definirne indicativamente caratteristiche e funzioni e costi, potranno essere tra le attività da svolgersi nel primo anno di attuazione del Piano, mentre negli anni successivi potrà eventualmente essere prevista la sua progettazione e realizzazione. 5. Le Opportunità offerte dal D.M. 8/10/98 relativo alla promozione dei “Programmi di riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del Territorio. Il decreto fornisce, agli Enti Locali più attenti e dinamici, alcune opportunità estremamente interessanti di finanziamento di “Programmi Innovativi di Riqualificazione Urbana e Sviluppo Sostenibile del Territorio”. Questi programmi, perfettamente coerenti con il modello di sviluppo del Triangolo Lariano, hanno anche l’obiettivo di avviare una sperimentazione sulle azioni amministrative e sui moduli operativi più efficaci per attivare i finanziamenti per gli interventi nelle aree urbane che saranno previsti nel nuovo quadro comunitario di sostegno. Questi programmi possono essere promossi da Comuni, Province e Regioni, ma proposti anche, e quello dei proponenti è un ruolo anche proceduralmente importante, da altri soggetti, tra cui le Comunità Montane. 19 I finanziamenti che, per ciascun programma, possono essere dell’importo massimo di quattro miliardi di lire, sono finalizzati alla copertura dei costi per la predisposizione del programma stesso, fino all’importo massimo di un miliardo, alla progettazione degli interventi, alla realizzazione di infrastrutture pubbliche ed agli incentivi per il recupero del patrimonio edilizio residenziale. La documentazione per la partecipazione al finanziamento deve essere trasmessa entro il 27 maggio 1999 al Ministero dei Lavori Pubblici che dovrà entro il 27 settembre individuare i programmi da ammettere al finanziamento. Entro i due mesi successivi il Ministero, i Proponenti e i Promotori dovranno sottoscrivere un protocollo di intesa che consentirà, entro il mese successivo, il trasferimento, dal Ministero al promotore del finanziamento per l’assistenza tecnica e la progettazione. Entro i dodici mesi successivi lo stesso Ministero, i proponenti, i promotori e la Regione dovranno sottoscrivere un accordo quadro. In questo decreto viene, nella sostanza, riprodotto lo schema già utilizzato per ripartire i fondi per il Giubileo che ha premiato i territori delle Province e delle Regioni che hanno fatto il maggiore sforzo di coordinamento e di programmazione. Per il Triangolo Lariano la coincidenza dell’emissione del decreto con la sostanziale conclusione dei lavori per l’elaborazione del PSSE rappresenta una felice coincidenza che può consentire , se la Comunità Montana lo riterrà opportuno, di predisporre le proposte di programma inquadrate in un contesto coerente con gli obiettivi sia regionali che di politica comunitaria . 6. Obiettivi della Comunità Montana. L’avvio di questo modello di sviluppo, basato sul ristabilimento di un ecociclo positivo consentirà di raggiungere questi obiettivi strategici: ? preservare e valorizzare le risorsa ambiente che rappresenta il patrimonio più importante delle comunità locali; ? proteggere la salute monitorando la salubrità edilizia; ? ridare ruoli demografici ed occupazionali diversificati e funzioni di presidio sul territorio ai nuclei urbani storici; 20 ? cogliere le potenzialità turistiche di un territorio che può contare su due tipi di flussi: quello del turismo residenziale lacustre, spesso internazionale, che può estendersi per motivi culturali, per gite ed escursioni all’intero territorio della comunità; quello escursionistico e sportivo dell’area metropolitana che si estende dalla Brianza fino a Milano e che può generare rilevanti flussi di turismo estivo, di fine settimana, culturale e scolastico; ? riscoprire le testimonianze storiche e artistiche del passato (all’edilizia tradizionale e celtica, ai nuclei urbani ed ai sentieri storici, ai monumenti artistici, al patrimonio edilizio art noveaux e liberty )che possono essere collegate da percorsi gradevoli e stimolanti; ? riavviare un processo di sviluppo delle produzioni tradizionali, sia edilizie che di manufatti agricoli ( magari ricollegandosi ai “maestri comacini”), utilizzando un livello di conoscenza e una possibilità di contatto con i mercati che non si era mai prima verificata, quale strumento di “un’immagine globale locale”: dalle qualità abitative alla gastronomia tradizionale; ? fornire nuove possibilità occupazionali in loco adeguate alla preparazione culturale ed alle aspirazioni sociali dei giovani, all’interno di progetti pilota ed associazioni (cooperative, consorzi, centri studi, ecc.) ad alto contenuto innovativo ambientale e sociale. Gli strumenti per raggiungere questi obiettivi, in presenza di risorse locali limitate, avviati nel primo anno di attuazione del Piano e completati nel triennio seguente , possono essere: ? divulgazione dell’informazione per la creazione di una diffusa consapevolezza delle qualità storiche del territorio e del suo patrimonio edilizio e dell’ambiente come patrimonio collettivo da salvaguardare come risorsa per il futuro da trasmettere alle nuove generazioni; ? la realizzazione di un progetto, rivolto a tutte le unità produttive, di informazione, anche multimediale, e di assistenza per ottimizzare le produzioni dal punto di vista ecologico, insediativo e trasportistico; ? la stimolazione da parte della C.M. di forme associative tra le imprese , tra i giovani in cerca di occupazione, tra investitori, su progetti pilota o in consorzi o cooperative finalizzate; 21 ? la creazione di un substrato culturale innovativo che stimoli un “fare impresa” diffuso, (vedi SOHO al capitolo successivo) come alternativa ai grossi insediamenti, territorialmente non idonei, sfruttando le tradizioni locali ed utilizzando le qualità ambientali; ? lo studio per la realizzazione di un centro benessere SPA che fornisca potenzialità occupazionale ed economiche nel rispetto dell’ambiente e migliori la qualità di vita dei residenti. ? elaborazione di un progetto per assicurare la qualità energetico-ambientale degli edifici di nuova costruzione o da ristrutturare, consistente nell’adozione da parte della Comunità di un Codice concertato di suggerimenti e raccomandazioni rivolto alle imprese, mutuato dal Codice ENEA, e rivolto ai Comuni per la redazione degli strumenti urbanistici, la formulazione dei regolamenti edilizi, le metodologie di progettazione degli edifici pubblici e degli interventi infrastrutturali e delle aree pubbliche; ? predisposizione di una analisi della qualità delle reti pubbliche infrastrutturali primarie e monitoraggio ambientale e qualitativo degli interventi di distribuzione o di riadeguamento da realizzare, in funzione anche della preservazione della qualità storica dei luoghi; ? predisposizione di un Piano ed anche il contributo economico, per la realizzazione di progetti “pilota” “ di edilizia verde”, che può essere fornito dalla Comunità Montana per stimolare all’avvio di questo processo e sollecitare i Comuni, per verificarne: i diversi tipi di approcci ecologici, i modelli di gestione delle acque, l’utilizzo passivo e attivo dell’energia solare, lo sviluppo ed applicazione dei concetti di risparmio energetico, la riduzione del consumo di acqua, l’utilizzo di materiali durevoli, la progettazione di spazi flessibili, la progettazione di sistemi di isolamento sonoro, la focalizzazione sui temi della salubrità; ? definizione, in collaborazione con il Collegio delle Imprese Edili di Como ed il Punto Energia di Como, di un Progetto per una maggiore qualificazione sia del prodotto edilizio delle imprese presenti ed attive nella C. M. , su modello del marchio di qualità volontario “COSTRUITO BENE”, che delle imprese stesse.. Modello di stimolo alla qualità costruttiva, e quindi ad una corretta competitività delle imprese sulla base delle prestazioni offerte, inducendo gli operatori del settore liberamente ad adeguarsi alle sue indicazioni garantendo sia il costruttore che l’acquirente. 22 Divenendo un “trampolino” dello sviluppo delle attività ecosostenibili anche al fine di correttamente estrarre gli inerti e poi correttamente riutilizzare il materiale di risulta dell’attività edilizia, vedi attività Consorzio Comense inerti, per il riempimento e il ripristino morfologico di aree degradate della Comunità. All’interno della C.M. individuare per l’edilizia tradizionale e gli interventi ristrutturazione prestazioni idonee stimolerebbe sia la qualità delle prestazioni delle imprese garantendo il cittadino e promuovendone la conoscenza, e pubblicizzerebbe all’esterno una “qualità abitativa lariana” attrattiva e riconoscibile. ? promozione da parte della C.M. in collaborazione con il Collegio delle Imprese Edili Comasco e con le Comunità Montana del Canton Ticino, nell’ambito delle iniziative INTERREG, di un progetto per l’aggiornamento professionale e tecnologico degli operatori del settore edile finalizzati alla diffusione delle tecniche di produzione di manufatti edilizi ambientalmente sostenibili ed energicamente efficienti nell’area prealpina, vedi anche esperienza “ Comune solarizzato” dell’ENEA; ? promozione nell’ambito dell’edilizia pubblica di ristrutturazione di edifici utilizzando tecnologie che assicurino un incremento del grado di efficienza energetica, vedi il Codice di Comportamento Enea; ? In aggiunta a questo viene proposta la realizzazione di un progetto di “Solidarietà pratica” rappresentato da un programma per trasformare gli studenti di tutte le scuole della Comunità in promotori e divulgatori dei concetti e delle tecniche di rispetto dell’ambiente e di risparmio energetico al fine di creare una diffusa consapevolezza dell’ambiente come patrimonio collettivo da salvaguardare e come risorsa per il futuro da trasmettere alle nuove generazioni. I bambini ed i ragazzi vengono individuati, una esperienza di questo tipo realizzata in Norvegia ha dato ottimi risultati, come veicoli di diffusione nelle famiglie dei concetti di tutela dell’ambiente e di risparmio energetico. Alcuni di questi progetti, se realizzati congiuntamente alle Comunità del Cantone Ticino, possono presumibilmente rientrare nei Piani di Finanziamenti Interreg 3 della U.E., di grande interesse per le risorse culturali ed economiche di cui dispongono. 23 Altri progetti presumibilmente finanziabili nell’ambito Interreg, in quanto ampliamenti e approfondimenti locali di più ampi progetti transfrontalieri già finanziati che interessano l’intero arco alpino, sono la rilevazione e la catalogazione delle pitture murali dal XIII al XVI secolo (progetto PREALP promosso dal CNRS francese) e la valorizzazione dei percorsi pedonali storici transfrontalieri che alcune Comunità Montane vicine stanno attuando, ma ai quali ci si potrebbe collegare metodologicamente ed operativamente con i prossimi finanziamenti Interreg. Proprio su questo aspetto, di coordinamento e compattamento delle iniziative su obiettivi e di uniformazione e organizzazione della domanda sulle possibilità di finanziamento esistenti a livello nazionale ed Europeo, la Comunità Montana può svolgere, con l’aiuto della Provincia e delle agenzie regionali di sviluppo, un ruolo importante. Questi interventi possono essere i primi passi di una strategia di sviluppo tesa ad assicurare in un ambiente equilibrato, una alta qualità della vita per le presenti e future generazioni, supportata da un’economia dinamica. Perché questi risultati possano essere raggiunti occorre un processo attivo di pianificazione a lungo termine, una partecipazione attiva e consapevole della popolazione, obiettivi chiari e temporizzati, supportati da un efficiente sistema informativo, una collaborazione attiva tra i livelli di governo e gli operatori economici e sociali ed adeguati livelli di investimento pubblico e privato. Per quanto riguarda le politiche ambientali, questo tipo di approccio ne fissa gli obiettivi in modo conseguente: risparmio di risorse (energia, materiali, uso dell’acqua); protezione della flora e della fauna anche attraverso interventi attivi di eliminazione di processi di degrado; preservazione della qualità di acqua, aria e suolo. Bisogna considerare che non solo in Italia, ma nell’intera Europa, l’accresciuta instabilità dei suoli fa si che ogni temporale violento rischi di provocare danni e disagi: fenomeno causato sia dall’abbandono dei suoli che dalla pratica di colture intensive o inidonee alla particolarità e fragilità dei versanti. Un progetto di sviluppo di un’area delicata come il Triangolo Lariano deve prevedere quindi un modello concreto di utilizzo dei suoli ed un modello di coltivazione delle aree boschive che sia, non solo, ambientalmente ed economicamente sostenibile, ma che comporti un miglioramento e una conservazione delle qualità ambientali. I tentativi di realizzazione di un sistema di coltivazione dei boschi, finalizzato al loro arricchimento ed alla produzione bioenergetica, sono stati analizzati in altra parte di questo Piano per verificarne la loro possibilità di sviluppo all’interno della comunità, così come i programmi di 24 sviluppo delle attività agricole non potranno prescindere dalle verifiche del loro effetto sulla qualità e stabilità del suolo. Si tratta di ambiti e problemi notevolmente complessi per la cui soluzione non esistono formule certe, ma un atteggiamento, che esaminando ogni aspetto e le ricadute di ogni scelta, ne verifica l’impatto ambientale. 25 3.1 Il Territorio e l’Edilizia : Progetto Strategico 1. Il Quadro di riferimento Il modello di sviluppo del territorio della Comunità Montana del Triangolo Lariano vuole essere un modello-obiettivo, articolandone la definizione e costruendo, attraverso un sistema organico di analisi e specifiche ipotesi uno schema di azioni da avviare e condurre per modificare positivamente la situazione. Per avviare questo processo abbiamo preso in considerazione i grandi obiettivi della pianificazione di vasta area definiti in sede europea. Infatti l’art. 130 del trattato di Maastricht definisce nel seguente modo gli obiettivi della pianificazione da perseguire nell’ambito dello sviluppo sostenibile: ? preservare, proteggere e migliorare la qualità dell’ambiente; ? proteggere la salute umana; ? usare in modo prudente e razionale le risorse naturali; ? promuovere iniziative a livello internazionale per affrontare problemi ambientali globali. Per quanto riguarda il Triangolo Lariano riteniamo che possa considerarsi prioritario, e suscettibile di risultati concreti, nell’ambito di questo grande disegno teorico abbozzato dall’Unione Europea, l’individuazione, quale obiettivo strategico, del ristabilimento di un ciclo naturale nell’uso del territorio e delle sue risorse, in particolare tra i nuclei abitati ed il territorio agricolo circostante, e tra l’intero Triangolo Lariano e le aree urbane vicine. Il raggiungimento di questi obiettivi può essere assicurato da una metodologia di elaborazione e gestione del piano coerente, dall’utilizzo cioè di corretti principi di pianificazione. 26 I principi di pianificazione scelti ed utilizzati sono stati, non per coincidenza nominalistica, i “principi di Bellagio” definiti nella Conferenza di Bellagio, organizzata nel novembre del 1996 che rappresenta, ad oggi, la conclusione dei lavori della Commissione Mondiale nell’ambiente e lo sviluppo. L’utilizzo di questi principi di pianificazione dovrebbe consentire il progresso di sviluppo sostenibile, cioè non distruttivo delle risorse in cui si basa. I principi di Bellagio che abbiamo cercato di applicare per la formazione del piano sono i seguenti: ? la definizione di uno scenario di riferimento e di un sistema di obiettivi chiari; ? l’inquadramento di ogni intervento di piano in una prospettiva solistica; ? il raggiungimento di un consenso diffuso sugli elementi essenziali; ? l’individuazione di uno scopo adeguato; ? l’utilizzo di strumenti pratici ed essenziali; ? l’utilizzo di metodologia di elaborazione di strumenti di divulgazioni molto trasparenti; ? il coinvolgimento e la partecipazione della comunità e dei soggetti interessati; ? la definizione di un progetto con obiettivi adeguati alle mutate condizioni di riferimento in fase di attuazione del piano; ? la definizione di procedure e strumenti che assicurino l’efficienza delle istituzioni coinvolte. La traduzione di questi principi negli indirizzi, strategie e progetti che costituiscano il piano consentirà di avviare un processo di sviluppo basato su un modello chiaro: sviluppo attraverso il mantenimento delle qualità ambientali che migliorando le condizioni di vita della popolazione e le opportunità di formazione e di lavoro, incrementino l’attrattività dell’area. 27 Negli ultimi decenni in Europa le tecnologie moderne ed i metodi di produzione centralizzati hanno profondamente cambiato le relazioni tra i centri abitati, le città ed il loro hinterland. I cambiamenti strutturali delle società ed i mercati hanno interrotto i tradizionali legami di reciproche forniture di risorse e prodotti tra le città ed il territorio agricolo circostante. Come conseguenza i produttori agricoli hanno cessato di produrre l’ampia varietà di beni richiesti dal mercato locale, coltivando solo pochi prodotti in relazione alle opportunità offerte dal mercato internazionale o, in alcune aree a bassa produttività, nessun con conseguenti trasporti su lunghe distanze che causano inquinamento ambientale, standardizzazione, e perdita di qualità dei prodotti. Questo sviluppo comporta l’aumento della dipendenza dei centri minori e delle aree circostanti: da fornitori di beni come, prodotti alimentari, energia e servizi, compreso il trattamento dei rifiuti; da strutture produttive distanti e da centri decisionali in genere inaccessibili dalle esigenze locali quali ad esempio occupazione in loco e richiesta di un ambiente sano e naturale. La rottura dei legami tra le città e l’ambiente agricolo ha causato il generale disinteresse nei confronti degli effetti sull’ambiente delle attività della vita quotidiana, inducendo processi di sviluppo controproducenti nei confronti della sostenibilità delle regioni. In questa situazione un progetto relativo al ”Triangolo Lariano” può essere guidato da due idee: ? la convinzione che i problemi ambientali possono essere affrontati a livello locale. Problemi ambientali come il trattamento dei rifiuti o la gestione del ciclo delle acque, o l’uso del suolo e la produzione di prodotti agricoli sono strettamente legati alle condizioni locali ed alla natura del territorio e alla consapevolezza che la loro soluzione sarà legata al rafforzamento ed allo sviluppo di strutture decentralizzate locali; ? la convinzione che un serio tentativo per avviare un processo di sviluppo più sostenibile deve coinvolgere la maggior parte possibile di abitanti per aumentare la consapevolezza ambientale con conseguenti modifiche nei comportamenti. La popolazione locale deve avere ruolo e responsabilità nell’immaginare e sviluppare progetti che possano essere integrati con la loro vita quotidiana. Su queste ipotesi il modello di sviluppo del Triangolo Lariano può essere quello di tendere a realizzare un ciclo naturale di risorse ed un flusso di prodotti interno ed esterno all’area che contribuisca alla fornitura locale di cibo energia e materiali, provveda al riciclaggio degli scarti affinché, allo stesso tempo, migliori l’ambiente naturale nei centri abitati e nelle zone agricole, ottenendo uno sviluppo più sostenibile. 28 Questo obiettivo può essere raggiunto realizzando un sistema di progetti che possano andare dalla compostizzazione o dalla trasformazione in biogas della parte verde dei rifiuti urbani, allo sviluppo di una politica negli spazi verdi che recuperi e sviluppi la biodiversità, allo sviluppo della produzione di prodotti alimentari locali fino alla produzione di bioenergia che riduca la dipendenza energetica e l’emissione di CO2. Per un’area con tradizioni agricole come il Triangolo Lariano, il modello produttivo agricolo centralizzato e monoculturale ha causato sia problemi economici ed ambientali quali per esempio la perdita di posti di lavoro e la riduzione della popolazione, sia gli effetti a ricaduta che questo modello di sviluppo comporta, fabbisogno incrementale di energia per questo tipo di produzione, imballaggio e trasporto e una riduzione dei livelli qualitativi. Contrariamente a questi effetti si può rivitalizzare la produzione di prodotti alimentari locali che può, non solo avviare un processo di sviluppo occupazionale ma, collegarsi a processi di sviluppo nel turismo e nell’artigianato edile (forbici, reti metalliche cestini in legno, cantieri nautici, vetro soffiato, legno). Ad esempio un progetto come la coltivazione dei boschi, in alternativa al loro abbandono, può comportare un miglioramento dell’ambiente, una stabilizzazione del suolo, una riduzione del rischio di incendi; può agevolare lo sviluppo di attività artigianali, costituire un’attrattiva per il turismo e consentire, come avviene in modo sistematico in altre regioni alpine, la produzione di bioenergie (riducendo l’emissione di CO2)e trasformando i costi comunali del fabbisogno energetico in occupazione e miglioramento dell’ambiente. La sostituzione di un ciclo di consumo, che vede generare le risorse economiche dei residenti in gran parte al di fuori dall’area e, per effetto dello stesso modello, fuoriuscirne rapidamente, con un ecociclo, richiede uno sforzo creativo e organizzativo per riportare all’interno dell’area funzioni di produzione e consumo. Si tratta di ribaltare un processo di marginalizzazione e sostituirlo con un processo che ricrei una nuova centralità basata sulle risorse e il patrimonio esistente: fisico, biologico e culturale. Si tratta di attuare un progetto per assicurare la qualità energetico ambientale degli edifici e degli spazi aperti di nuova costruzione ed, attraverso corretti processi di ristrutturazione, consistente nell’adozione, da parte della Comunità, di un codice di suggerimenti e di raccomandazioni ai Comuni per la redazione degli strumenti urbanistici, per le formulazioni dei regolamenti edilizi e per la scelta delle metodologie di progettazione degli interventi che riguardano gli edifici e le aree pubbliche. Il Codice di Raccomandazioni riprende, in prima approssimazione, le proposte del Codice Concordato elaborato dall’ENEA, con molti apporti esterni, in vista della Conferenza Nazionale Energia ed ambiente che si terrà alla fine del 1998. 29 L’attuazione delle raccomandazioni contenute nel codice sarà, naturalmente, limitata agli aspetti che interessano ciascuna specifica realtà e non potrà che avvenire in modo progressivo, legata sia ad una presa di coscienza della popolazione, che alla diffusione delle tecniche di produzione edilizia e gestione del territorio ambientalmente sostenibili. Per quanto riguarda il sistema, in generale, riportiamo qui di seguito le raccomandazioni più significative cui abbiamo fatto cenno. 2. Le raccomandazioni per la qualità energetico ambientale degli edifici e degli spazi aperti del Codice Concordato dell’ENEA (art. 1.1) L’elevata qualità energetico ambientale degli interventi volti a incidere sul territorio costituisce per le Amministrazioni Pubbliche interesse pubblico da soddisfare nell’assolvimento dei propri scopi istituzionali. Costituiscono obiettivi delle A. P. la riduzione dei consumi di risorse ambientali ed energetiche e il controllo degli impatti complessivi sull’ambiente e sul territorio. Le A. P. promuovono e garantiscono anche con riferimento alle attività dei soggetti privati l’elevata qualità energetico ambientale nell’attuazione di programmi di riqualificazione urbana, recupero edilizio e urbano, edilizia di sostituzione, pianificazione di nuovi insediamenti e utilizzo del suolo. (art. 1.3) Le scelte in materia di modifiche del territorio, volte ad assicurare un’elevata qualità energetico-ambientale degli edifici e degli spazi aperti, si attuano con il ricorso, nei singoli comportamenti e provvedimenti di competenza, a diversi criteri. L’esame in termini ecologici, ed in misura adeguata alla dimensione del proprio territorio, della gestione dei sistemi direttamente incidenti sulle risorse ambientali. Nell’ambito di tale esame acquistano rilevanza i sistemi relativi all’energia, all’acqua, ai materiali, ai rifiuti; senza tralasciare l’ecosistema e il paesaggio, i trasporti e inquinamento. Criteri basilari sono sia l’analisi delle risorse ambientali dello specifico territorio e promozione dell’equilibrio fra uso e conservazione che la promozione delle integrazioni funzionali nel territorio urbano e regolamentazione dell’uso del suolo e del sottosuolo, con riferimento alle valenze ambientali. 30 Per quanto riguarda gli edifici è necessaria un’adozione di una congrua politica delle risorse energetiche, un ricorso ad energie rinnovabili e adeguati programmi di sviluppo ed integrazione; a ciò si lega un’adozione di una politica riguardante le risorse idriche per gli edifici, con un miglioramento degli equilibri idrogeologici e una salvaguardia del ciclo naturale delle acque. In aggiunta alle procedure già previste dalla legge e alla previsione di strutture atte a garantire la diffusione di informazioni per il pubblico sulla qualità energeticoambientale degli interventi sugli edifici e relativi spazi aperti, è bene sottolineare l’importanza della promozione della partecipazione della collettività alla gestione del territorio e delle sue trasformazioni, oltre alla promozione di forme di pianificazione partecipata del territorio. Infine tutti questi criteri necessitano di un utilizzo di banche dati e di studi ambientali organizzati da soggetti pubblici e privati che operano nel settore singolarmente o con specifici accordi. Le Amministrazioni Pubbliche adottino i seguenti comportamenti: ? (art. 1.4) Per quanto riguarda l’acqua le A. P. devono predisporre misure atte a garantire la qualità e l’efficienza delle reti di distribuzioni nonché la qualità dell’acqua potabile ed individuare standard ottimali di riferimento per i consumi di acqua potabile e per gli scarichi promuovendo l’utilizzo di tecniche di depurazione naturale e di tecniche per il recupero delle acque grigie. ? (art. 1.5) Per quanto riguarda l’aria le Amministrazioni Pubbliche hanno adottato alcuni comportamenti riguardanti sia una corretta localizzazione degli insediamenti edili in rapporto alle attività industriali, che ad un’individuazione degli intervalli di valori di inquinanti che possono essere immessi nell’atmosfera dagli edifici. Questi ultimi devono avere uno standard ottimale per garantire la qualità dell’aria al suo interno. ? (art. 1.6) Il tema del suolo è legato al ricorso a modelli insediativi compatibili alla morfologia dei luoghi e ad una previsione di interventi che tenga presente alla sua permeabilità. ? (art. 1.7) Per il verde le A. P. devono sia utilizzare come parametro di qualità bioclimatica in ambito urbano che predisporre misure atte a garantire il rispetto delle specie locali ed il loro utilizzo per interventi di riqualificazione del territorio. 31 ? (art. 1.9) Le Amministrazioni Pubbliche adottano o promuovono, anche medianti incentivi, interventi di progettazione, ristrutturazione e manutenzione che, nelle loro diverse fasi, considerino e contemperino obiettivi energetici ed ambientali. Questi interventi devono considerare i dati climatici locali quali materiali primari ed unitamente devono controllare i consumi di energia, il ciclo delle acque, le emissioni e i rifiuti. Per la costruzione degli edifici si utilizzeranno prodotti ecocompatibili, materiali locali e tecnologie energetico-efficienti, tali da far divenire gli spazi esterni parte integrante e non complementare del progetto degli stessi edifici. A ciò va aggiunta una cantierizzazione ispirata a dei principi energetico-ambientali, in questa linea le Amministrazioni Pubbliche incentiveranno i soggetti privati tramite delle agevolazioni tributarie e fiscali, nell’ambito della propria autonomia impositiva, e in materia di oneri di urbanizzazione che rendano conveniente ad essi attenersi a tali principi. In seguito allo sforzo dei comuni vengono banditi dei concorsi di progettazione edilizia di elevata qualità energetico-ambientale. Gli strumenti urbanistici incentivano, ove opportuno, interventi di progettazione e riqualificazione che privilegino l’utilizzo dello spazio delle coperture degli edifici sia a tetto-giardino, sia per il loro recupero a fini abitativi. ? (art. 2.10) Gli strumenti urbanistici favoriscono l’integrazione funzionale e classificano il territorio in aree ove coesistono attività tra loro compatibili ed in aree di specializzazione, le quali comportano incompatibilità con altre attività. La valutazione delle unità di paesaggio deve contribuire alla costruzione dell’apparato conoscitivo di base alla formazione di piani regolatori. Gli strumenti urbanistici attivano processi di densificazione; tale comportamento costituisce criterio per contenere il consumo del suolo anche in relazione alla riduzione dei costi di distribuzione dell’energia e agli spostamenti e rende più flessibile l’utilizzo di edifici e quartieri. Negli strumenti urbanistici i criteri di contabilità ambientale costituiscono uno strumento di bilancio integrativo della contabilità economica e finanziaria. Il recupero ottimale dell’urbanizzazione e dell’edificato esistenti e l’edilizia di sostituzione costituiscono criterio preferenziale rispetto alla creazione di nuovi insediamenti estensivi. 32 Gli strumenti urbanistici sono corredati sia da schemi direttori di bonifica e di gestione delle acque piovane, al fine di garantire la salvaguardia del reticolo idrografico minore, la rinatulizzazione dei corsi d’acqua, consentire l’irrigazione e, ove possibile, la pulizia degli spazi aperti connessi all’edificio, che piani del verde che prevedono anche corridoi ecologici e trame verdi urbane per salvaguardare e promuovere la dotazione di spazi verdi. Questi strumenti utilizzano delle carte redatte servendosi di indici energetici fondiari (rapporti fabbisogno energetico/densità edilizia) per stabilire le priorità di intervento e per prevedere il fabbisogno energetico di edifici e gruppi di edifici. ? (art. 2.12) I mezzi di cui necessita l’urbanistica devono essere adottati, in coerenza con i Piani Urbani del Traffico ove esistenti, anche tenendo conto della fluidità dei percorsi veicolari che possono influenzare la vivibilità degli insediamenti edilizi e devono prevedere piste ciclabili e pedonali, oltre a privilegiare la creazione di parcheggi sotterranei preferibilmente situati al disotto degli edifici. ? (art. 2.13) Devono essere applicate tutte le regole della compatibilità acustica degli insediamenti, con particolare riferimento sia alla remotizzazione delle sorgenti (insediamenti residenziali lontani dalla viabilità principale), sia alla progettazione funzionale dei quartieri, curando una disposizione acusticamente compatibile degli edifici e delle sorgenti e l’interposizioni di elementi naturali o artificiali tra sorgenti e ricettori. ? (art. 2.14) La cofigurazione geometrica dei raggruppamenti di edifici dovrà tenere conto delle interazioni con i venti principali ai fini del raffrescamento passivo di edifici e spazi aperti o, qualora necessario, prevedere elementi di protezione da correnti fredde. ? (art. 3.15) La durabilità del costruito e la conservazione delle risorse costituiscono obiettivi di pubblico interesse in tutti i progetti di trasformazione fisica del territorio. Le fasi di concezione, realizzazione, gestione, trasformazione e demolizione del costruito devono garantire una ottima relazione con il luogo; in particolare serve: ? una gestione ecologica dei caratteri dell’area per il miglior utilizzo delle risorse; ? una congrua utilizzazione delle opportunità del sito; ? un’organizzazione delle superfici oggetto di trasformazioni urbanistiche; 33 ? idonei accorgimenti volti ad ottenere la riduzione dei rischi di inquinamento per edifici; ? un tendenziale azzeramento del bilancio idrico all’interno dell’area di pertinenza degli edifici. Devono essere garantite la adattabilità e durabilità degli edifici, tramite l’uso di tecnologie appropriate, di scelte ottimali dei procedimenti, che involga anche le conoscenze delle tecniche tradizionali locali e delle risorse umane in genere e non per ultimo da scelte dei prodotti con particolare preferenza verso i prodotti ecocompatibili e i materiali locali. ? (art. 3.17) Le Amministrazioni Pubbliche curano che i progetti di intervento contengano prescrizioni volte alla riduzione dei rischi di inquinamento dovuto ai materiali, agli impianti, al loro uso e manutenzione, ai gas nocivi. Queste curano anche progetti di intervento che garantiscano: ? la verifica delle condizioni degli ambienti a maggior rischio di inquinamento indoor; ? la compatibilità elettromagnetica degli impianti; ? il mantenimento e il miglioramento della qualità dell’acqua potabile, il trattamento delle non potabili; ? la stabilità e l’omogeneità delle condizioni di benessere anche in modo diversificato rispetto ad ambienti con caratteristiche termoigrometriche differenti; ? l’isolamento acustico reciproco degli ambienti e rispetto all’esterno e la riduzione di fenomeni di riverberazione, eco, risonanza interni; ? un adeguato utilizzo della luce naturale, la mancanza di fenomeni di abbagliamento o surriscaldamento; ? il corretto illuminamento per la luce artificiale ed il passaggio equilibrato e graduale dalla luce naturale a quella artificiale; ? eliminazione dei cattivi odori derivanti da rifiuti, scarichi in fogna; ? la ventilazione naturale controllata, diretta o indiretta, di tutti gli ambienti con attenta valutazione; ? la previsione obbligatoria dell’inserimento di locali idonei, finalizzati alla raccolta e stivaggio dei rifiuti differenziati destinati al riciclaggio e/o alla eliminazione. 34 ? (art. 3.18) Nei bilanci relativi all’utilizzo delle risorse, contenuti in una relazione ecosistemica, vengono individuati dei limiti massimi di consumo secondo alcune indicazioni, tra le quali spiccano quelle sui materiali e sul paesaggio. Le indicazioni per i materiali sono suddivise in base a: ? il bilancio dei costi energetico-ambientali per l’estrazione, la lavorazione, il trasporto, la posa in opera, l’uso e la dismissione; ? la percentuale di materiali riciclati, riciclabili e materiali che possono contenere il radon; Invece quelle riguardanti il paesaggio sono divise in: ? bilancio ecologico contenente la valutazione degli assetti territoriali; ? percentuale di copertura vegetale; ? bilancio dei trasporti per l’accesso; ? bilancio della biodiversità. In questo quadro di indirizzi e ipotesi metodologiche vi sono alcuni elementi che sono suscettibili, oltre che di avviare processi per il recupero ed il miglioramento dell’ambiente, di stimolare un positivo processo di sviluppo economico. Si tratta degli interventi in grado di stimolare lo sviluppo di un’attività edilizia “verde” e legata agli interventi di ingegneria naturalistica che possono fornire interessanti opportunità professionali ed occupazionali. 3. Verso un’ Edilizia “Verde” La realizzazione di case ambientalmente più sostenibili ed energicamente efficienti parte da una diffusa consapevolezza pubblica e comporta l’utilizzo di materiali da costruzione ecologici, di risorse rinnovabili, la riduzione del consumo di energia e di acqua e la riduzione dei rifiuti. 35 Lo stimolo che può essere fornito dalla Comunità Montana all’avvio di questo processo può comportare la sollecitazione dei Comuni, anche attraverso la realizzazione o il contributo economico, alla realizzazione di progetti “pilota” per verificare: diversi tipi di approcci ecologici, modelli di gestione delle acque, utizzo passivo e attivo dell’energia solare, sviluppo ed applicazione dei concetti di risparmio energetico, riduzione del consumo di acqua, utilizzo di materiali durevoli, progettazione di spazi flessibili, progettazione di sistemi di isolamento sonoro, focalizzazione sui temi della salubrità. L’idea diffusa della coscienza ambientale e del risparmio energetico nella progettazione e costruzione degli edifici risale alla metà degli anni 80’, ma ha avuto una risposta del mercato relativamente lenta rispetto alle crescenti aspettative del pubblico a causa di una serie di elementi come la scarsa abitudine alla collaborazione interdisciplinare nella progettazione, la insufficiente conoscenza di prodotti idonei e la carenza di professionalità sia nella produzione di componenti, che nel settore edilizio vero e proprio. Obiettivo della Comunità Montana in questo settore è avviare, in collaborazione con gli operatori ed utilizzando il sostegno comunitario, una riflessione interna al settore edilizio (progettazione e produzione) su questo tema, per verificare se esistono le condizioni che consentono lo sviluppo di attività compatibili con il mantenimento degli equilibri ambientali e stimolino la creazione di nuove professionalità “verdi” che si tramutino in opportunità di lavoro e di investimento per gli abitanti. La realizzazione di un progetto che tenda a rendere “verde” , cioè sostenibile dall’ambiente il patrimonio edilizio della Comunità, sia attraverso nuove realizzazioni che attraverso interventi di ristrutturazione, comporta alcuni passaggi fondamentali che vanno dall’adozione di adeguate normative edilizie, alla formazione di idonee professionalità, ma che devono partire da un profondo convincimento da parte della popolazione che le qualità ambientali non solo incidono sulla loro salute e comunque sulla qualità della loro vita, ma anche sull’economia dell’area e, conseguentemente delle loro famiglie . 4. Le Imprese Edilizie Locali Il ruolo del settore edilizio all’interno della Comunità Montana è di non poco conto, perché si componeva, al 1997 di 152 imprese, di cui 48 ,con ben 112 categorie di attività, iscritte all’Albo Nazionale dei Costruttori. 36 Di queste imprese infatti: • • • • • • • • • • • 40 operano nella categoria 2 - EDIFICI CIVILI; 24 nella cat.10 - LAVORI IDRAULICI; 17 nella cat. 6 - COSTRUZIONI E PAVIMENTAZIONI STRADALI; 15 nella cat. 1 - LAVORI IN TERRA; 8 nella cat. 5 – IMPIANTI TECNOLOGICI; 2 nella cat.11 - SISTEMAZIONE DEL VERDE e nella cat.9 - LAVORI FERROVIARI; 1 impresa nella cat.16 - IMPIANTI PER L’ENERGIA; 1 nella cat.12° (sollevamento, potabilizzazione e depurazione acque); 1 nella cat.19d (consolidamento dei terreni); 1 nella cat.4 - CEMENTI ARMATI; 1 nella cat.3 - LAVORI DI RESTAURO. Come si vede è un panorama di attività ampio, con in media 3 specializzazioni per impresa iscritta all’Albo, senza contare poi le restanti complessive 104 imprese artigiane non iscritte e che operano in tutta la gamma delle opere: dalla fornitura materiali, alla falegnameria agli impianti ecc…… E’ questo quindi un patrimonio di attività che non solo può costituire un’occasione di specializzazione professionale ed una ulteriore opportunità occupazionale, ma può costituire la base di questo processo di qualificazione ambientale. I comuni che maggiormente sono specializzati nel settore edilizio sono Erba, Canzo e i comuni della Vallassina. Se analizzando le ultime produzioni edilizie rilevate al 1994 e 1995 nella Comunità Montana vediamo infatti che i nuovi fabbricati residenziali al ’94 erano 97, ed 82 al ’95 costituenti il 17% dell’attività edilizia comasca e il 15% della nuova volumetria residenziale, mentre gli ampliamenti di edifici esistenti costituiscono solo l’8,6% dell’attività provinciale. Gli edifici non residenziali, e la relativa volumetria costituiscono invece il 12,4 ed il 14,3% dell’edificato provinciale. La flessione edilizia provinciale da 2.000.000 a 890.000 mc. residenziali tocca quindi molto meno la Comunità Montana che nello stesso periodo passa da 156.000 a 134.000 mc e analogamente avviene nel settore degli ampliamenti residenziali. Segno questo di una tenuta più costante dell’attività edilizia locale che diminuisce dal 94/95 del 20% contro una flessione del 51% provinciale. In totale nel periodo considerato 94/95 vengono realizzate 2600 stanze nella Comunità Montana rispetto alle 25.000 realizzate complessivamente in Provincia. 37 All’interno della C.M. l’attività edilizia residenziale (numero di stanze) si concentra sempre più nella fascia pedemontana che passa dal 26,7% della C.M. nel ’94, al 35,7% nel ’95, anche a scapito della crescita della sub-area dei laghi briantei che diminuiscono dal 28,4 al 10,3% del ’95 e anche la Vallassina diminuisce il suo peso dal 11,1 al 5,7% sul totale delle stanze realizzate. Al censimento 1991 le imprese di costruzioni comasche e lecchesi erano 6790 per un totale di 8201 unità locali che occupavano 23895 addetti dei 24470 addetti complessivi delle imprese, segno quindi della presenza di imprese attive anche fuori dai territori provinciali, pari al 7,6% dei 313002 addetti all’unità locali provinciali. Se analizzando il trend dal 1971 al 1991 delle Provincie di Como/Lecco vediamo come l’aumento delle imprese, pari al più 159% sia stato più contenuto dell’analogo trend lombardo del 177% ed italiano, ma gli addetti sono aumentati del 46% rispetto al 18% lombardo: segno di una maggiore stabilità imprenditoriale e di un maggiore radicamento occupazionale dell’attività edilizia comasca-lecchese. La Cassa Edile ha negli stessi anni rilevato al 1995, 386 ditte industriali operanti nel settore edilizio comasco, 807 artigiane e 3 cooperative : in totale 1196 ditte con 6483 lavoratori attivi che salgono al 1996 a 1333 ditte con 6896 lavoratori. L’INPS rileva al 1995 la presenza di 2168 imprese-artigiane con addetti nel settore delle costruzioni comasco e di 2759 imprese non artigiane con addetti. In questo contesto l’attività edilizia della Comunità Montana può trovare terreno fertile per una maggiore qualificazione sia del prodotto edilizio, che delle imprese stesse, divenendo un “trampolino” dello sviluppo delle attività ecosostenibili. In tal senso, di riqualificazione professionale e di corretto approccio con l’ambiente, si è mosso il Consorzio Comense Inerti, nato nel 1982 e promosso dal Collegio Imprese Edili, che raggruppa 115 imprese al fine di correttamente estrarre gli inerti e poi correttamente riutilizzare il materiale di risulta dell’attività edilizia: che per il 35% viene riciclato a fini produttivi e per il restante 65% viene utilizzato per il riempimento e il ripristino morfologico di aree degradate, su cui si procede al recupero ambientale e morfologico dei luoghi con materiale coltivo derivante da compostaggio dei materiali di scarto vegetali, e successivamente alla eventuale piantumazione. Le imprese presenti ed attive nella C. M., e la C. M. stessa, potrebbero essere stimolata a partecipare a questo o ad analogo approccio organizzativo al fine, non solo di evitare estrazioni di inerti incontrollate e l’inquinamento prodotto dagli scarti edilizi, ma di recuperare aree degradate della Comunità . 38 Modello di stimolo alla qualità costruttiva, e quindi ad una corretta competitività delle imprese sulla base delle prestazioni offerte, può essere invece considerata l’iniziativa dell’API Settore Imprese Edili di Bologna con il sostegno della CCIAA locale del marchio di qualità volontario “COSTRUITO BENE” che vorrebbe attestare le caratteristiche degli edifici in 3 diversi livelli qualitativi, di cui ha già codificato il primo, inducendo gli operatori del settore, liberamente, ad adeguarsi alle sue indicazioni garantendo sia il costruttore che l’acquirente. All’interno della C.M. individuare per l’edilizia tradizionale ed anche per gli interventi ristrutturazione prestazioni idonee, potrebbe essere utile per stimolare sia la qualità delle prestazioni delle imprese e garantire il cittadino promuovendone la conoscenza, sia per far conoscere ( la terminologia pubblicistica utilizzerebbe il termine “vendere”) all’esterno una qualità abitativa lariana attrattiva e riconoscibile. 5. Il patrimonio edilizio: La struttura edilizia esistente Il patrimonio edilizio della C.M. era, al 1991, composto da 37.206 abitazioni delle quali 25.241 occupate e 11.965 non occupate: di queste ben 8.514 risultavano utilizzate per vacanza. L’occupazione media del patrimonio edilizio del Triangolo lariano risulta pertanto essere del 67,8% rispetto ad una media provinciale dell’81 3% , ma le realtà locali riguardanti le diverse subaree evidenziano situazioni diversificate. Mentre la fascia costiera lariana settentrionale, Bellagio compresa, ha un patrimonio edilizio non occupato superiore al 50% le abitazioni non occupate della costiera meridionale costituiscono il 40% : infatti le abitazioni per vacanza o seconde case costituiscono a Bellagio il 76%, mentre su tutta la costiera il 78,9% ( a Blevio il 90%) delle abitazioni non occupate. Nell’area interna questo fenomeno si accentua: in Valassina il patrimonio abitativo non utilizzato come residenza è pari a ben il 57,6% con un’incidenza delle abitazioni turistiche del 79% e similmente Brunate con il 50,8 % di cui l’81,5 % turistico. L’area meridionale delle conurbazioni sfrutta per la residenza il suo patrimonio edilizio : Pusiano, Erba, Tavernerio e Ponte Lambro con percentuali di non occupazione attorno al 10% , mentre Eupilio, Albavilla ed Albese con Cassano sotto il 20% con una presenza proporzionalmente inferiore di abitazioni turistiche che costituiscono il 64,7% nella subarea Laghi Briantei, ma divengono 1l 49% nell’Alto Lambro e solo il 27% nella Fascia pedemontana. 39 L’indice di affollamento medio è di 1,51 stanze per occupato e non scende mai al disotto dello standard minimo 1/1. Poiché al 1991 le famiglie residenti composte da un unico componente erano mediamente il 23,9 % con punte a Veleso del 56% a Zelbio del 46% a Magreglio ed a Sormano del 39% ed a Asso e Rezzago del 37%, la presenza di un patrimonio edilizio occupato composto mediamente da 4,2 stanze per abitazione, e da 3,9 stanze per abitazione non occupata, rispetto alla dimensione media famigliare di 2,64 componenti, e di solo lo 0,9% di monolocali e l’8,9% di bilocali rispetto ad una presenza rilevante delle abitazioni di 3,4,5,6° più locali, evidenzia una situazione abitativa dal punto di vista dimensionale rispondente alle esigenze. Il saldo naturale è inoltre stato in passato quasi sempre negativo, ad eccezione dei Comuni dei Laghi briantei , in totale –1234 persone nel decennio ‘84/’93, ma non sempre veniva ammortizzato dal flusso migratorio che conta reciprocamente + 4263 entrate , producendo quindi saldi complessivi negativi sulla costiera lariana settentrionale, a Bellagio e nei comuni più piccoli della Valassina. Successivamente fino al 1996 siamo i presenza di un lieve +2,9% incremento della popolazione che riguarda tutte le aree sia della costiera, che interne e precipuamente della Vallasina con più 8,2%, che pedemontane: ad eccezione di Bellagio e Brunate, segno di un’evidente perdurare di condizioni negative di contesto alla residenza, e precipuamente di accessibilità e di costi dell’abitare . Il patrimonio edilizio utilizzato dai residenti è spesso decisamente storico, con vantaggi dal punto di vista delle localizzazioni, ma non sempre nella qualità di fruizione. Soprattutto sulla riviera meridionale, a Bellagio e sulla riviera settentrionale, risultano essere state edificate prima del 1919 rispettivamente il 55,8 , il 53,4 ed il 46% : in media nella C.M. circa il 33,3% di queste costruzioni è stato realizzato prima del 1919, l’8,3% tra il 1919 ed il 1945, il 10,5% ( il 52,1% complessivamente edificato prima del dopoguerra) tra il 1946 ed il 1960, il 40,5 % tra il ‘46/’81, mentre solo il 7,4% delle abitazioni risultava costruito dopo il 1982. 40 6. Le politiche di riqualificazione dei nuclei storici e del Patrimonio edilizio Non essendovi nella C.M. fenomeni di pressione abitativa, ne di coabitazione, i fenomeni che presumibilmente si verificheranno, riguarderanno quindi interventi di ristrutturazione e di sostituzione, interventi quindi finalizzati non a rispondere ad un fabbisogno pregresso o a risolvere problemi sociali drammatici ed urgenti, ma ad un desiderio di miglioramento delle proprie condizioni di vita. In questo quadro sembra ipotizzabile che vi sia una sostanziale coincidenza tra gli obiettivi delle famiglie e gli obiettivi complessivi della Comunità. Il ruolo dell’operatore pubblico può essere quello di rendere manifesta questa coincidenza e fornire li strumenti e gli indirizzi che stimolino le forze di mercato ad uscire da qualche situazione di arretratezza ed a diventare protagonisti di un processo di sviluppo con un ampio respiro. Gli enti pubblici quali la C.M. possono, per stimolare l’avvio di questo processo, utilizzare le raccomandazioni specifiche per la qualità degli edifici del Codice Concordato dell’ENEA, che qui riportiamo più sinteticamente: ? (art. 1.3) Le scelte in materia di modifiche del territorio, volte ad assicurare un’elevata qualità energetico-ambientale degli edifici e degli spazi aperti, si attuano con il ricorso, nei singoli comportamenti e provvedimenti di competenza, a diversi criteri. Per quanto riguarda gli edifici è necessaria un’adozione di una congrua politica delle risorse energetiche, un ricorso ad energie rinnovabili e ad adeguati programmi di sviluppo ed integrazione; a ciò si lega un’adozione di una politica riguardante le risorse idriche per gli edifici, con un miglioramento degli equilibri idrogeologici e una salvaguardia del ciclo naturale delle acque. In aggiunta alle procedure già previste dalla legge e alla previsione di strutture atte a garantire la diffusione di informazioni per il pubblico sulla qualità energetico-ambientale degli interventi sugli edifici e relativi spazi aperti, è bene sottolineare l’importanza della promozione della partecipazione alla gestione del territorio e delle sue trasformazioni da parte della collettività. 41 ? (art. 1.5) Per quanto riguarda l’aria le amministrazioni pubbliche hanno adottato alcuni comportamenti riguardanti sia una corretta localizzazione degli insediamenti edilizi in rapporto alle attività industriali, che ad un’individuazione degli intervalli di valori di inquinanti che possono essere immessi nell’atmosfera dagli edifici. Questi ultimi devono avere uno standard ottimale per garantire la qualità dell’aria al suo interno. ? (art. 1.6) Il tema del suolo è legato al ricorso a modelli insediativi compatibili alla morfologia dei luoghi e ad una previsione di interventi che tenga presente alla sua permeabilità. ? (art. 1.9) Le Amministrazioni Pubbliche adottano o promuovono, anche medianti incentivi, interventi di progettazione, ristrutturazione e manutenzione che, nelle loro diverse fasi, considerino e contemperino obiettivi energetici ed ambientali. Questi interventi devono considerare i dati climatici locali quali materiali primari ed unitamente devono controllare i consumi di energia, il ciclo delle acque, le emissioni e i rifiuti. Per la costruzione degli edifici si utilizzeranno prodotti ecocompatibili, materiali locali e tecnologie energetico-efficienti, tali da far divenire gli spazi esterni parte integrante e non complementare del progetto degli stessi edifici. A ciò va aggiunta una cantierizzazione ispirata a dei principi energetico-ambientali, in questa linea le Amministrazioni Pubbliche incentiveranno i soggetti privati tramite delle agevolazioni tributarie e fiscali, nell’ambito della propria autonomia impositiva, e in materia di oneri di urbanizzazione che rendano conveniente ad essi attenersi a tali principi. In seguito allo sforzo dei comuni vengono banditi dei concorsi di progettazione edilizia di elevata qualità energetico-ambientale. Gli strumenti urbanistici incentivano, ove opportuno, interventi di progettazione e riqualificazione che privilegino l’utilizzo dello spazio delle coperture degli edifici sia a tetto-giardino, sia per il loro recupero a fini abitativi. ? (art. 2.10) Gli strumenti urbanistici attivano processi di densificazione; tale comportamento costituisce criterio per contenere il consumo del suolo anche in relazione alla riduzione dei costi di distribuzione dell’energia e agli spostamenti e rende più flessibile l’utilizzo di edifici e quartieri. Il recupero ottimale dell’urbanizzazione e dell’edificato esistenti e l’edilizia di sostituzione costituiscono criterio preferenziale rispetto alla creazione di nuovi insediamenti estensivi. Questi strumenti utilizzano delle carte redatte servendosi di indici energetici fondiari (rapporti fabbisogno energetico/densità edilizia) per stabilire le priorità di intervento e per prevedere il fabbisogno energetico di edifici e gruppi di edifici. 42 ? (art. 2.12) I mezzi di cui necessita l’urbanistica devono essere adottati, in coerenza con i Piani Urbani del Traffico ove esistenti, anche tenendo conto della fluidità dei percorsi veicolari che possono influenzare la vivibilità degli insediamenti edilizi e devono prevedere piste ciclabili e pedonali, oltre a privilegiare la creazione di parcheggi sotterranei preferibilmente situati al disotto degli edifici. ? (art. 2.13) Devono essere applicate tutte le regole della compatibilità acustica degli insediamenti, con particolare riferimento sia alla remotizzazione delle sorgenti (insediamenti residenziali lontani dalla viabilità principale), sia alla progettazione funzionale dei quartieri, curando una disposizione acusticamente compatibile degli edifici e delle sorgenti e l’interposizioni di elementi naturali o artificiali tra sorgenti e ricettori. ? (art. 2.14) La configurazione geometrica dei raggruppamenti di edifici dovrà tenere conto delle interazioni con i venti principali ai fini del raffrescamento passivo di edifici e spazi aperti o, qualora necessario, prevedere elementi di protezione da correnti fredde. ? (art. 3.15) La durabilità del costruito e la conservazione delle risorse costituiscono obiettivi di pubblico interesse in tutti i progetti di trasformazione fisica del territorio. Le fasi di concezione, realizzazione, gestione, trasformazione e demolizione del costruito devono garantire una ottima relazione con il luogo; in particolare serve: ? una gestione ecologica dei caratteri dell’area per il miglior utilizzo delle risorse; ? una congrua utilizzazione delle opportunità del sito; ? un’organizzazione delle superfici oggetto di trasformazioni urbanistiche; ? idonei accorgimenti volti ad ottenere la riduzione dei rischi di inquinamento per edifici; ? un tendenziale azzeramento del bilancio idrico all’interno dell’area di pertinenza degli edifici. Devono essere garantite la adattabilità e durabilità degli edifici, tramite l’uso di tecnologie appropriate, di scelte ottimali dei procedimenti, che involga anche le conoscenze delle tecniche tradizionali locali e delle risorse umane in genere e non per ultimo da scelte dei prodotti con particolare preferenza verso i prodotti ecocompatibili e i materiali locali. 43 ? (art. 3.17) Le Amministrazioni Pubbliche curano che i progetti di intervento contengano prescrizioni volte alla riduzione dei rischi di inquinamento dovuto ai materiali, agli impianti, al loro uso e manutenzione, ai gas nocivi. Queste curano anche progetti di intervento che garantiscano: ? la verifica delle condizioni degli ambienti a maggior rischio di inquinamento indoor; ? la compatibilità elettromagnetica degli impianti; ? il mantenimento e il miglioramento della qualità dell’acqua potabile, il trattamento delle non potabili; ? la stabilità e l’omogeneità delle condizioni di benessere anche in modo diversificato rispetto ad ambienti con caratteristiche termoigrometriche differenti; ? l’isolamento acustico reciproco degli ambienti e rispetto all’esterno e la riduzione di fenomeni di riverberazione, eco, risonanza interni; ? un adeguato utilizzo della luce naturale, la mancanza di fenomeni di abbagliamento o surriscaldamento; ? il corretto illuminamento per la luce artificiale ed il passaggio equilibrato e graduale dalla luce naturale a quella artificiale; ? l’eliminazione dei cattivi odori derivanti da rifiuti, scarichi in fogna; ? la ventilazione naturale controllata, diretta o indiretta, di tutti gli ambienti con attenta valutazione; ? la previsione obbligatoria dell’inserimento di locali idonei, finalizzati alla raccolta e stivaggio dei rifiuti differenziati destinati al riciclaggio e/o alla eliminazione. ? (art. 3.18) Nei bilanci relativi all’utilizzo delle risorse, contenuti in una relazione ecosistemica, vengono individuati dei limiti massimi di consumo secondo alcune indicazioni, tra le quali spiccano quelle sui materiali e sul paesaggio. Le indicazioni per i materiali sono suddivise in base a: ? il bilancio dei costi energetico-ambientali per l’estrazione, la lavorazione, il trasporto, la posa in opera, l’uso e la dismissione; ? la percentuale di materiali riciclati, riciclabili e materiali che possono contenere il radon. 44 La Comunità Montana può farsi carico, con la collaborazione degli operatori del settore, di altri Enti interessati al governo del territorio e di altre Comunità, anche di paesi diversi dall’Italia che da tempo hanno avviato riflessioni sulla gestione di processi di produzione edilizia rispettosi dell’ambiente ed energeticamente efficienti, di stimolare l’avvio di iniziative per la diffusione di queste conoscenze, tecnologie, e prodotti e che consentano agevolmente, di dare una risposta produttiva corretta ai problemi indicati. 7. Un Modello di Sviluppo Edilizio per la Comunità Montana All’interno di un “modello di sviluppo verde” della Comunità montana occorre quindi operare nel rispetto dell’ambiente sia attraverso la sua conservazione sia con produzioni ambientalmente compatibili. In coerenza con questi obiettivi gli interventi della Comunità devono puntare ad una riqualificazione del tessuto edilizio operando affinché gli interventi siano ecocompatibili sia sotto l’aspetto dell’impatto ambientale dei prodotti utilizzati, che sotto l’aspetto del risparmio energetico. Questo comporta un’azione di riqualificazione delle imprese operanti nel settore edilizio. La Comunità Montana può svolgere questi compiti: ? avviare un progetto di formazione destinato agli operatori; ? stimolare la realizzazione di progetti pilota; ? stimolare la realizzazione di consorzi di imprese al fine del riciclaggio dei materiali; ? avviare un processo di sensibilizzazione e di divulgazione. Questi progetti, affrontando tematiche comuni a tutta l’area alpina e prealpina possono essere condotti in collaborazione con altre Comunità Montane sia italiane che dei paesi confinanti, al fine di rientrare nei finanziamenti Interreg, o in altri finanziamenti comunitari. 45 Al fine della formazione diffusione delle tecniche di Ingegneria naturalistica possono inoltre essere coinvolte, anche le scuole agrarie di Minoprio e del Parco di Monza oltre all’Azienda regionale delle foreste e per l’utilizzo attivo e passivo dell’energia solare, il Canton Ticino e la sua Università, ed altre Comunità Montane. Per quanto riguarda la progettazione e la costruzione edilizia la Comunità Montana può promuovere iniziative che diffondano la consapevolezza dell’importanza, nel quadro di un modello di sviluppo ecosostenibile, della diffusione di procedure e tecniche di produzione ambientalmente compatibili anche utilizzando i materiali e le conoscenze progettuali tradizionali locali che stimolino il senso di appartenenza al territorio della popolazione. La compatibilità ambientale delle costruzioni può essere assicurata dal rispetto delle seguenti regole: ? piccolo è meglio: ottimizzare l’uso dello spazio interno attraverso una progettazione accurata al fine di ridurre al minimo necessario l’uso di risorse nella costruzione e nella gestione; ? progettare edifici energeticamente efficienti: con elevati livelli di isolamento, ridotti livelli di dispersione attraverso la scelta di materiali, tecniche e prodotti corretti; ? progettare edifici che utilizzino energie rinnovabili: riscaldamento solare passivo, luce naturale ventilazione naturale possono essere pensati agevolmente nella fase di progettazione per la maggior parte degli edifici. Considerare ad esempio il riscaldamento solare dell’acqua e sistemi fotovoltaici o prevedere la futura installazione di pannelli; ? ? ottimizzare l’uso dei materiali: minimizzare gli scarti attraverso una progettazione accurata e uniformata agli standard di sicurezza, evitare sprechi causati da sovradimensionamenti strutturali, l’utilizzo di prodotti e materiali durevoli, di prodotti locali, di legno europeo, di prodotti realizzati con materiale riciclato, (isolanti a base di cellulosa riciclata) che non emettano gas inquinanti (come la formaldeide e gli inquinanti volatili organici), con il minimo utilizzo di imballaggi; installare impianti elettrici e di illuminazione ad alta efficienza che riducano i consumi, (lampade fluorescenti) e non creino campi magnetici negativi per l’uomo; ? proteggere gli alberi e l’humus superficiale durante i lavori di costruzione; ? progettare edifici che aiutino gli occupanti a riciclare i rifiuti. 46 ? progettare giardini ? che richiedano bassa manutenzione, riparino adeguatamente l’edificio dal sole d’estate e dal vento d’inverno, e con fabbisogno limitato di acqua e concimi sintetici; ? progettare consentendo il riuso futuro: realizzando strutture adattabili ad altri usi ed utilizzando materiali e componenti che possono essere riusati o riciclati. Ripristinare e ristrutturare i vecchi edifici, è senz’altro il metodo più sostenibile, per ottimizzare l’uso del suolo valutando: le risorse del luogo, la sua valenza naturale, l’impatto ambientale degli edifici, la possibilità di usare aree già compromesse al fine di evitare gli sviluppi lineari dei centri, e salvaguardare gli spazi incontaminati e l’habitat naturale riducendo le necessità di trasporti motorizzati. 47 3.2 Il Sistema dei Trasporti e della Mobilità 1. Il quadro di riferimento Premesso che i problemi viabilistici e di circolazione non possono essere risolti solo localmente, occorre siano affrontati con una visione globale, che tenga conto di tutte le modalità in un Piano generale che copra tutto il territorio. Anche per evitare gli effetti secondari non desiderati che interventi puntuali possono comportare: una visione parziale potrebbe spostare il problema invece di risolverlo. Occorre quindi che il P.S.S.E. fornisca un quadro interpretativo delle problematiche per poter definire con gli altri Enti competenti sul territorio un Piano di intervento, e non solo dei singoli progetti , che prenda in considerazione non solo il traffico, ma l’intero ambiente urbano in cui esso si svolge, i suoi valori, i conflitti che la mobilità e l’uso della strada genera sul sistema urbano e sui suoi abitanti : al fine di individuare un sistema di obiettivi da raggiungere per migliorare la fruibilità del territorio e l’uso degli spazi stradali . In questa logica, non è sufficiente effettuare interventi diretti per la qualificazione di una specifica strada o per la pianificazione del sistema dei trasporti, occorre passare ad una metodologia più efficiente per affrontare il tema della circolazione che è quella della pianificazione del sistema globale delle reti di circolazione. Questo anche perché l’inserimento di infrastrutture nel paesaggio è soggetto a condizionare e modificare in modo spesso irreversibile l’assetto territoriale, il sistema ecologico-ambientale e l’aspetto paesistico dei luoghi attraversati. In quest’ottica, riqualificare gli spazi stradali, soprattutto negli insiemi urbani non significa soltanto risolvere i problemi della circolazione, ma anche vivificare l’insieme del tessuto edificato, rendere a questi spazi il loro carattere di spazi pubblici accoglienti, valorizzare gli edifici ed il contesto ambientale, migliorare l’immagine dei centri abitati, la sicurezza e la qualità della vita dei suoi abitanti. Il paesaggio richiede una progettazione integrata che superi la logica dell’intervento mitigante effettuato dopo, quando il danno si è verificato. Il progetto di inserimento paesaggistico ed ambientale deve essere una parte integrante e non marginale dell’intero processo progettuale, anche per definire la compatibilità preventiva tra le soluzioni viabilistiche e le problematiche ambientali coinvolte. 48 In coerenza con la strategia complessiva del PSSE, il modello di intervento nel sistema dei trasporti è quindi finalizzato al raggiungimento di questi obiettivi generali ? il ristabilimento di un ecociclo sostenibile preservando, proteggendo e migliorando la qualità dell’ambiente; ? l’utilizzo delle qualità ambientali come risorse per lo sviluppo, attraverso la loro conservazione ed il loro miglioramento; ? l’accrescimento della qualità di vita locale anche attraverso la protezione della salute umana; ? il rafforzamento di un modello di sviluppo “stellare” dei centri. Questo modello di sviluppo stellare comporta l’esaltazione delle qualità e delle potenzialità di ogni singolo polo, in un rapporto di interrelazione, e non di subalternità, che si basa su dinamiche di mobilità efficienti ma calibrate al contesto urbano e morfologico. Modello che prevede non tanto investimenti per nuove strutture, ma la valorizzazione attiva e sistematica dell’esistente, attraverso una gestione in grado di aggregare istituzioni pubbliche e risorse imprenditoriali. Compito della Comunità Montana è non solo definire questo modello di sviluppo ed un programma di interventi per la sua attuazione, ma svolgere un ruolo di gestione strategica. Per quanto attiene la mobilità ed i trasporti l’analisi approfondita delle problematiche deve necessariamente trasformarsi, per la realizzazione delle opere e delle infrastrutture, in indicazioni e progetti assunti dalla Pianificazione provinciale e regionale. Pur non essendo infatti la concreta realizzazione di infrastrutture tra le competenze della C.M., il conseguimento di risultati in questo settore deve essere uno degli obiettivi del Piano. Per raggiungere questi risultati è necessaria quindi una piena collaborazione con i Comuni e l’assunzione da parte della C.M. di un ruolo, diorganizzazione del consenso e di coordinamento, fondato su una conoscenza del territorio finalizzata a sostenere questa capacità di proposta, di controllo e di promozione dei comportamenti. Le scelte insediative, e localizzative delle strutture di interesse comunitario (servizi sanitari, plessi scolastici, servizi comunali) o produttive o di servizio alle imprese, sono infatti strategiche nel governo di una corretta gestione della mobilità . 49 Queste considerazioni evidenziano come , in presenza di un territorio complesso , articolato e delicato come il triangolo lariano il sistema della Viabilità non possa avere una funzione specializzata: non possono essere cioè essere destinate soltanto a collegamenti veloci, alla connessione tra i centri, o all’attraversamento dei centri abitati . In un territorio con queste caratteristiche le strade devono avere una funzione di integrazione del sistema urbano adattandosi alle diverse componenti dei movimenti viabilistici e pedonali facendo convivere le esigenze trasportistiche e di mobilità con quelle ambientali . 1.1 Obiettivi Gli interventi della Comunità Montana nell’ambito del Sistema dei Trasporti e della Mobilità sono finalizzati al raggiungimento degli obiettivi strategici attraverso “obbiettivi a breve” raggiungibili nel primo anno di attuazione del Piano e costituiti prevalentemente dalla predisposizione di progetti e programmi specifici di intervento in accordo con altri enti (Provincia, Regione, Comunità Europea, ecc.), “obiettivi a tre anni” per la realizzazione dei progetti complessi. 1.1.A Obiettivi ad un anno ? la definizione e predisposizione di un “Piano organico del traffico” che consenta l'articolazione dei flussi, la riduzione della mobilità automobilistica privata, la riduzione degli incidenti stradali, il miglioramento della sicurezza dei residenti, la riduzione delle emissioni di CO2, l’eliminazione delle cause di blocco del traffico; ? intervenire nel “Sistema delle comunicazioni” e nella gestione dell’esistente, razionalizzando e riprogettando i punti di crisi individuati, per migliorarlo tenendo conto che la qualità e l’intensità dei rapporti interpersonali sono inversamente proporzionali all’intensità del traffico automobilistico; ? la predisposizione di un “Piano per la realizzazione e la gestione dei parcheggi” che renda agevole l'accesso e la permanenza nell'area. Questo con riferimento in particolare a situazioni critiche individuate quali: il Pian del Tivano, la partenza della funicolare Como – Brunate, l’accesso da Como e da Erba, ed in generale le aree di grande valenza turistico- ambientale come Bellagio ed i Comuni a lago; 50 ? la verifica di fattibilità dei “Progetti di fruibilità pedonale e di trasporto non motorizzati”, in particolare nell'area a monte della funicolare Como-Brunate che, in relazione sia alle caratteristiche di tipicità della modalità di accesso, sia all'importanza del luogo nell'ambito delle prossime celebrazioni Voltiane, può rappresentare una delle risorse turistiche del Triangolo suscettibile di importante sviluppo e nel comprensorio montano alle spalle di Erba; ? predisposizione di un “Progetto di Comunicazione ai fruitori”, poiché nella programmazione di uno sviluppo dell’accessibilità ai patrimoni culturali un problema può essere rappresentato dalla preservazione del territorio e dei tracciati in condizioni di maggiore fruizione: l’incentivazione di un maggior utilizzo deve andare di pari passo con la diffusione di metodologie di utilizzazione corrette, programmazione di interventi naturalistici per la loro preservazione, pubblicizzazione di comportamenti corretti degli utenti, e di sistemi di controllo. L’erosione dei sentieri è infatti causata sia dall’utilizzo pedonale che dalle mountain bike ed è direttamente proporzionale, oltre che all’intensità d’uso, al loro scorretto utilizzo. Sulle modalità d’uso dei sentieri infatti possibile intervenire sia con misure che ne regolino l’accesso e l’utilizzo, anche predisponendo tracciati alternativi, che soprattutto con una adeguata e motivata politica di comunicazione ai fruitori ? istituzione di un “tavolo di trattativa tra le gestione dei trasporti ( FNME, Navicomo, ditte di trasporto pubblico su gomma) e le esigenze dei pendolari e gli operatori del settore terziario ” coordinato dalla Comunità Montana, per la definizione delle esigenze trasportistiche locali e la razionalizzazione del servizio (orari, interconnessioni, nuovi collegamenti, frequenze) e per la definizione delle potenzialità turistiche non sfruttate e delle connesse esigenze trasportistiche, quali la prestazione di servizi anche in ore serali per l’ampliamento dell’arco orario dell’offerta turistica, o l’individuazione di nuove linee o nuove fermate; ? “Studio di fattibilità e finanziamento, di una circolare lacuale” sulla base delle esigenze locali, nell’ipotesi di istituirla nel primo bacino: di collegamento tra Como e Tavernola con i comuni su di esso affacciati; ? accordo con il Comune di Como per predisporre sulla strada provinciale Tavernerio-Brunate di un parcheggio in località S. Nicola, già previsto dal P.U.P. di Como del '95, per circa 100 macchine, da cui i turisti potrebbero accedere a piedi ai sentieri ed a Brunate, e più in generale sul sistema dei parcheggi a disposizione dei turisti; 51 ? verifica ed ampliamento a tutto il territorio, e successiva attuazione nel triennio, del "Piano di segnalamento" per passeggiate ed escursioni da Brunate, studiato per la Pro Brunate dall'Ing. Lorini e redatto in collaborazione con l'Amministrazione Comunale, per valorizzare il sistema escursionistico e le strutture turistico-ricettive del settore sud-occidentale del Triangolo Lariano; ? studio ed attuazione di una “Politica culturale formativa” per la diffusione della conoscenza del Territorio e delle sue percorrenze storiche; ? predisposizione di una “Indagine sullo stato della viabilità della Comunità Montana” al fine di: verificare il grado di soddisfazione pubblica per il sistema viabilistico esistente, usare i risultati per programmare interventi migliorativi, avviare un processo sistematico di monitoraggio del livello di soddisfazione degli utilizzatori per gli interventi di miglioramento attuati; attraverso la quale la Comunità Montana possa diventare un interlocutore privilegiato con gli Enti di Gestione, la Provincia e la Regione. 1.1.B Obiettivi a tre anni ? L'incentivazione della mobilità non motorizzata attraverso la riqualificazione e messa in sicurezza dei percorsi pedonali e la realizzazione di percorsi ciclabili, riscoprendo le testimonianze del passato attraverso la valorizzazione dei sentieri storici, che ne sono il naturale collegamento, e realizzando piste ciclabili usufruendo dei finanziamento della L.n.336 19-10-98, che li rendano fruibili nel loro contesto naturale e storico, integrando così, senza oneri per l'ambiente, il turismo lacustre con l'agriturismo, il turismo verde, l'escursionismo e l'alpinismo. ( sulle metodologie di gestione vedi scheda sui sentieri); ? L'incentivazione del trasporto pubblico via terra, ma soprattutto via acqua, razionalizzando il servizio sulla base delle necessità non solo pendolari, ma anche turistiche: promuovendo l’interscambio tra la mobilità privata e quella pubblica su mezzi diversi (treni, autobus, funicolare ed impianti di risalita, navette) con pacchetti promozionali; individuando i parcheggi da localizzare e nuove soluzioni per l’accessibilità alle linee di navigazione. 52 Valutando l'ipotesi di utilizzare come base di partenza per le linee al servizio del Triangolo Lariano i pontili esterni a Como e più vicini alla nuova uscita autostradale di Como Nord; ? il coordinamento del sistema degli interventi da parte della C.M. in modo tale da assicurare il mantenimento e l'arricchimento delle qualità economiche dell'area, migliorando l'accessibilità dall'esterno e ottimizzando i collegamenti interni, al fine di rendere più equi i rapporti di quest'area prevalentemente montana con la pianura; ? aumentare la scorrevolezza e la sicurezza dell'attuale sistema stradale sia assicurando la realizzazione degli interventi di miglioramento del tracciato e della sosta indicati nella presente relazione predisposta sulla base delle indicazioni pervenute dalle Comunità locali e dall'Ufficio tecnico della Provincia, sia volte a moderare il traffico nelle percorrenze urbane segnalando l’attraversamento dei centri e mettendo in sicurezza gli attraversamenti non eliminabili; ? il complessivo adeguamento del tracciato della SS.583 Lariana in attuazione degli studi di fattibilità redatti dalla Provincia e finalizzati ad eliminare una serie di problemi puntuali che aggravano i problemi di scorrevolezza della strada e rendono inefficiente il sistema della mobilità, sia dei residenti che dei turisti, con elevati tempi di accessibilità al lago, di percorrenza, e di difficoltà di reperimento dei posteggi: rendendo meno sicuri gli spostamenti dei residenti e meno gradevole la permanenza sul lago; ? riqualificazione ambientale dando alla viabilità una immagine più coordinata a livello di qualità di immagine, di materiali, di scelte progettuali e di impatto visivo, e rinaturalizzando i versanti e i manufatti attualmente cementificati, ove possibile, o mitigandone l’impatto; ? accordo per la realizzazione di un Piano Parcheggi idoneo alle esigenze della Comunità con il comune di Como e con il Comune di Erba nell’ottica di una migliore accessibilità con i mezzi pubblici al Triangolo Lariano. Il Piano dovrà prevedere anche parcheggi di interscambio tra vetture private e Mezzi pubblici di trasporto che potrebbero collocarsi a Como nelle aree già previste e ad Erba vicino a quell’importante catalizzatore di traffico costituito dall’ELMEPE e che l’Amministrazione già pensa di attrezzare con un servizio di circolare urbana; 53 ? definizione di un “Progetto organico di riqualificazione dei servizi ed infrastrutture e del nucleo storico di Brunate” sia dell'edificato, sia delle percorrenze e degli accesi, sia del nucleo urbano e dei suoi servizi turistici, sia dei mezzi di risalita: a supporto dell'incentivazione della vocazione turistica per escursionismo, passeggiate ed ospitalità e della qualità della residenza; ? verifica del preprogetto di impianto a fune tra Brunate e la capanna Cao in tutti i suoi aspetti ambientali ed economici, diretti ed indiretti, al fine di stabilire il collegamento ottimale dal punto di vista della preservazione della qualità ambientale e di vita e dello sviluppo economico. Questo tipo di approccio tende quindi, per quanto riguarda le infrastrutture di collegamento, a far privilegiare la loro riqualificazione e la loro messa in sicurezza, più che nuove iniziative, con interventi di moderazione del traffico e di segnalazione dei centri abitati che siano anche elementi qualitativi dell’immagine e dell’arredo urbano, e con interventi di ingegneria naturalistica o di mitigazione per il recupero dell’ambiente segnato dalla realizzazione di opere viabilistiche e di contenimento attuate nel recente passato con interventi pesanti ed ambientalmente inquinanti. Tende inoltre a recuperare sia il trasporto lacuale sia il sistema dei sentieri pedonali che consentono di muoversi in un ambiente meglio conservato e più ricco di emergenze architettoniche storiche-naturalistiche, definendo i percorsi ciclabili e separandoli da quelli pedonali, evitando i rischi di collisione tra le diverse categorie di utilizzatori, realizzando nello stesso tempo gli interventi per contenere i processi di erosione dei sentieri causati dell’uso pedonale o ciclabile e dalle piogge, riattivando gli imbarcaderi non più in funzione sia con nuove linee sia per usi privati di noleggio o escursione. Dal punto di vista della complessità dei problemi intervenire nel sistema della comunicazioni e nella gestione dell’esistente significa razionalizzare e riprogettare i punti di crisi per migliorarlo, tenendo conto che la qualità e l’intensità dei rapporti interpersonali sono inversamente proporzionali all’intensità del traffico automobilistico. E’ un sistema storico, di collegamenti lacuali o terrestri pedonali e carrozzabili, quello che lega e recupera i centri rivieraschi del Triangolo Lariano con una qualità ambientale che è anche affascinante memoria storica. Questi obiettivi, per realizzare un progetto coerente, devono collegarsi ad altri, quali: ? il coinvolgimento della popolazione nella individuazione delle scelte del P.S.S.E.; 54 ? l’aumento della consapevolezza degli abitanti sull’importanza della qualità ambientale del Triangolo Lariano; ? l’aumento della consapevolezza degli abitanti che il miglioramento della mobilità, stante le caratteristiche morfologiche e viarie esistenti, vuole dire aumento della scorrevolezza con mitigazione della velocità nei centri abitati; ? istituzione di un Tavolo di trattativa coordinato dalla Comunità Montana tra la gestione dei trasporti e le esigenze dei pendolari per la definizione delle esigenze trasportistiche locali e la razionalizzazione dl servizio (orari, interconnessioni, nuovi collegamenti, frequenze) e con gli operatori del settore terziario per la definizione delle potenzialità turistiche non sfruttate e delle esigenze trasportistiche connesse, quali la prestazione di servizi anche in ore serali per l’ampliamento dell’arco orario dell’offerta; ? riqualificazione dei centri storici, del patrimonio artistico-culturale, dei giardini d’epoca e del patrimonio abitativo anche con l’incentivazione all’uso di materiali di costruzione ecologici locali e all’utilizzo di tecniche locali, e di opere di ingegneria naturalistica per gli interventi costruttivi o infrastrutturali; ? l’incentivazione dell’uso di risorse rinnovabili e di tecnologie pulite; ? la riduzione del consumo di energia e la promozione della cogenerazione; ? lo sviluppo della cooperazione anche intersettoriale e dall’associazionismo; ? riqualificazione dell’offerta turistica e sua specializzazione e diversificazione per i diversi segmenti di domanda; ? promozione della diffusione di informazioni sulle promozioni culturali, sulle offerte a pacchetto turistiche, sulle opportunità ricreative e sportive, sull’accessibilità. Per quanto riguarda il sistema dei trasporti e della mobilità il piano non parte dalla obsoleta formula di Gorge Pompidou “bisogna adattare la città all’automobile”, ma dall’attenta considerazione di numerosi studi epidemiologici che mettono in evidenza la correlazione tra livelli medi di inquinamento e problemi di sanità, tra danni alla salute e energia acustica emanata dai veicoli in circolazione, e tra emissioni di anidride carbonica e l’incremento dell’effetto serra, che crea danni alle persone e all’ecosistema difficilmente reversibili quali i danni ai boschi e ai pini neri riscontrati in Val Bova. Per affrontare questi problemi il piano avvia una politica che prevede la comunicazione e l’informazione (con il progetto di solidarietà pratica nelle scuole) ed una strategia di “ispirazione dolce” che riproduce modelli ampiamente praticati in Svizzera di utilizzo delle risorse per la razionalizzazione della rete e l’incentivazione dei metodi di trasporto non motorizzati. 55 2. Mobilità: Le indicazioni strategiche Il documento dell’Unione delle Provincie lombarde “Quadro strategico delle infrastrutture per la mobilità in Lombardia” del 910-98 considera fondamentale, al fine di un’efficienza del sistema complessivo della mobilità che garantisca un reale recupero di competitività del territorio lombardo, una programmazione contestuale delle iniziative relative alla viabilità e relative al sistema ferroviario. Maglia infrastrutturale quindi che faccia riferimento ad un sistema policentrico in cui introdurre elementi innovativi strategici per soddisfare bisogni pregressi e riequilibrare lo sviluppo eliminando come priorità fondamentale le attuali congestioni in cui versa l’accessibilità all’area centrale metropolitana e che condiziona pesantemente la comunicazione e la mobilità delle aree esterne, quali appunto il Triangolo Lariano. La realizzazione di una gronda intermedia che connetta la pianura padana con l’Europa in senso est-ovest si collega all’individuazione di un tracciato Pedemontano Como –Bovisio Masciago la cui individuazione e definizione dei tracciati viene rimandata a successivi studi di fattibilità che valutino i flussi esistenti e quelli indotti da Malpensa 2000 . Per quanto attiene agli indirizzi del “PIANO DIRETTORE DELLA PROVINCIA DI COMO” tra le priorità per il sistema della mobilità che riguardano il Triangolo Lariano e ne migliorerebbero l’accessibilità , viene individuata la Strada Statale 583 Lariana che è stata individuata tra quelle che necessitano di un complessivo adeguamento del tracciato, divenuto ormai obsoleto e caratterizzato da una morfologia dei luoghi assai difficile. E’ ritenuta di notevole importanza soprattutto per i collegamenti urbani e con i capoluoghi degli insediamenti rivieraschi. L’ANAS ha già in corso la progettazione di alcune varianti di tracciato nei punti particolarmente difficili (Limonta, Nesso e Torno) di cui è in atto o si prevede l’attuazione. Il Piano individua inoltre che occorre riqualificare la S.S. 342 e la 639 con puntuali varianti al loro tracciato storico, in particolare lo svincolo di Tavernerio, che può rivestire notevole importanza per i flussi turistici diretti ai comuni lacuali della C.M., mentre nell’area della Provincia di Lecco il tracciato stradale che presenta i problemi maggiori, soprattutto nel primo tratto Milano-Monza, è quello della S.S. 342dir nonostante l’avvenuta riqualificazione e statalizzazione della direttrice Milano-Monza-Verano-Lecco che è divenuta la nuova S.S.36 ed ha mantenuto sostanzialmente invariato il traffico, con rallentamenti e congestioni negli orari di punta. 56 Dal punto di vista dell’accessibilità di livello superiore al contesto provinciale il piano dà fondamentale importanza alla completa attuazione del Servizio Ferroviario Regionale: Como conseguirà i vantaggi maggiori in quanto vedrà aumentare da 69 a 86 i treni giornalieri su Milano, ma anche Lecco potrà contare su un maggiore numero di treni, ed il completamento del doppio binario consentirà ulteriori miglioramenti del servizio, che a ricaduta permetteranno una maggiore accessibilità al nostro territorio. Occorre notare però che, allo stato attuale nessuno dei servizi ferroviari confluiranno nel passante ferroviario milanese, con evidente diminuzione delle opportunità di interscambio e della estensione dei servizi. Tra le altre indicazioni: ? il primo protocollo di accordo tra Como e Lecco con le Ferrovie e la Regione dovrebbe essere di quello del Passante ferroviario milanese: deve essere garantito l’uso del Passante alla linea Milano-Monza con direzioni Lecco e Como; ? deve essere sostenuta con forza la stazione internazionale Como-Chiasso nel progetto Alp Transit, essendo essa il crocevia delle relazioni trasversali tra le valli Alpine ed essendo baricentrica nella logica della riorganizzazione del Sistema Ferroviario Regionale Pedemontano; ? nonché la razionalizzazione dell’itinerario stradale Varese-Como-LeccoBergamo. ? nel Sistema Ferroviario Regionale occorrerebbe integrare le Ferrovie dello Stato e le Ferrovie Nord, con valenze anche transfrontaliere tra Como. S. Giovanni e Bellinzona-Locarno, e con valenze Pedemontane tra VareseComo-Cantù-Mariano, e Cantù-Erba-Molteno-Monza e Molteno-Lecco. ? Il trasporto lacuale potrebbe avere un rilancio, attenuati gli alti costo di gestione, riattivando alcuni pontili con la differenziazione tra il servizio degli aliscafi, con la funzione di trasporto interpolo a medio-lunga distanza, e quello dei battelli che dovrebbero essere di servizio-navetta nell’ambito di ogni polo. Il Piano Direttore per quanto attiene la viabilità viene integrato dal documento “Definizione del Quadro Strategico della Grande Viabilità” del febbraio 1998. La Regione Lombardia oramai da alcuni anni ha inserito nei propri programmi la risoluzione del collegamento est-ovest lungo la direttrice Varese-Como-Bergamo, inserendo tale collegamento nello stralcio attuativo triennale 1994/1996 del Piano decennale della Viabilità di Grande Comunicazione. 57 La Società Autostrada Pedemontana S.p.A. ha, nel corso del 1996, elaborato un “Nuovo Itinerario Pedemontano” così articolato: ? realizzazione della “Gronda intermedia” nel tracciato Legnano-SeregnoDalmine con connessione alla direttrice nord-sud, denominata “Sistema Comasco”, che da Desio prosegue sull’esistente S.P. 44 Milano-Meda fino a Lentate con successiva prosecuzione, su nuovo tracciato aderente a Cantù, fino al capoluogo Lariano; ? lo studio prevede quindi la realizzazione di una pseudo tangenziale di Como con connessione alla S.S. 342 e 639 all’altezza di Tavernerio. Il sistema autostradale Comasco prosegue poi fino al Sistema Tangenziale di Varese mediante un corridoio aderente ai centri abitati posti lungo l’attuale S.S. 342 da Grandate a Binago. Le caratteristiche tecniche sono le seguenti: ? ? autostrada con barriere di esazione pedaggio; larghezza 25 m., due carreggiate a due corsie più emergenza per ogni senso di marcia.5 E’ previsto ad ovest di Desio l’allacciamento con il sistema autostradale A8/A9 finalizzato al potenziamento del collegamento con Malpensa. Le ipotesi progettuali riguardano anche la realizzazione delle cosiddette varianti ai centri abitati tra cui la Tangenziale di Como per il riassetto dell’intero sistema infrastrutturale Provinciale, eliminando la discontinuità di tracciato dell’attuale S.S. 342 “Briantea” che presenta rilevanti fenomeni di congestione del capoluogo. 5 Attualmente si è giunti ad una nuova definizione del tracciato , che ha avuto il consenso di massima sia degli enti locali sia dei soggetti preposti alla realizzazione, la Società autostrade e la Società Milano Serravalle, e su cui la Regione convocherà quanto prima una Conferenza di servizio per approvare il Tracciato e ed i tempi di realizzazione. Il nuovo tracciato autostradale , che si è ampliato all’allacciamento di Malpensa 2000 , quale crocevia delle grandi infrastrutture di comunicazione, si compone di quattro tratte: 1- Dalmine –Vimercate di 20 km di lunghezza dal costo di 460 mld autofinanziabili ;2 –Vimercate –Desio di 16 km dal costo di 660 mld che necessita del finanziamento pubblico di 250 mld ; 3-Desio–Cermenate di 12 km riqualificando la Milano-Meda dal costo di 50 mld di cui la Pedemontana Spa si farebbe carico del finanziamento totale ; 4- Cermenate-Busto Arsizio e connessione con la SS336 per Malpensa 2000 di 22km dal costo di 450 mld finanziaqbili anch’essi con i fondi della società concessionaria. La previsione è di 4/6 anni per la realizzazione, ma occorre che entrino quale nuovi patner sia gli enti locali sia patner istituzionali quali le Camere di Commercio interessate, sia privati quali le associazioni industriali per ricapitalizzare la Spa . 58 Il progetto, già predisposto, prevede un collegamento a quattro corsie (in gran parte in galleria) fra Lazzago e lo svincolo sulle S.S. 342 “Briantea” e S.S. 639 “Per Lecco” in località Tavernerio/Albese nonché assi intermedi di penetrazione alla città, a due corsie, sulle Vie Canturine e Napoleona. L’intero sistema Tangenziale di Como è realizzabile nell’ambito del nuovo itinerario Pedemontano come è confermato nel Piano triennale A.N.A.S. 1997/1999 che indica alla voce “interventi sulla viabilità autostradale”, l’assegnazione di L. 145 miliardi alla Società Pedemontana S.p.A. per la “realizzazione del 1° lotto della Tangenziale di Como ed alla tratta autostradale in Provincia di Varese”. Il nuovo itinerario Pedemontano tuttavia non sembra risolvere il collegamento est-ovest dal capoluogo Lariano verso Lecco e Bergamo. In tal senso è comunque necessario programmare adeguamenti e riqualificazioni delle sedi attuali, sia dal punto di vista trasportistico ma anche per la sicurezza e la qualità della vita dei centri abitati attraversati, ed in particolare: ? il tratto Tavernerio-Erba-Pusiano della S.S. 639 “Per Lecco”; ? il tratto Lipomo-Tavernerio-Lurago d’Erba della S.S. 342 “Briantea”. L’attraversamento di Erba e quello di Pusiano rappresentano le situazioni di più complessa risoluzione. Nel caso di Erba appare problematico ipotizzare una variante alla sede storica. Per Pusiano è già stata valutata la realizzazione di una variante a monte dell’abitato. Per il collegamento dell’area Comasca con Malpensa risultavano elaborate due ipotesi progettuali, attualmente superate dal nuovo tracciato della Pedemontana di cui alla precedente nota, qui riportate : ? la Società Serravalle S.p.A. ipotizzava un nuovo collegamento est-ovest che da Malpensa colleghi con l’esistente arteria della ex S.P. 44 Milano-Meda all’altezza di Lentate sul Seveso/Cermenate; ? la Società Autostrada Pedemontana S.p.A. prevedeva due possibili accessi: da nord utilizzando il nuovo collegamento autostradale Pedemontano ComoVarese e quindi connessione sull’A8 allo svincolo di Gazzada: da sud-ovest (verso Desio) utilizzando l’esistente ex S.P. 44 Milano-Meda e quindi la prevista Gronda intermedia che si sviluppa nel tracciato Saronno-Legnano con allacciamento al sistema autostradale costituito dall’A8 e A9. 59 La S.S. 583 “Lariana” costituisce l’unico asse di penetrazione nel Triangolo Lariano, l’opera più significativa è la realizzazione in atto della galleria di Torno: sul restante tracciato, fino a Bellagio, la situazione morfologica ed ambientale dei luoghi non consente di definire ipotesi di nuove varianti ai centri abitati se non ricorrendo in galleria con i prevedibili costi di realizzazione. A tal fine sembra invece più percorribile la scelta di programmare una serie di riqualificazioni in sede per eliminare viziosità planimetriche e tortuosità del tracciato al fine di garantire maggiore sicurezza nell’attraversamento dei centri abitati, lavori riconducibili nei programmi annuali di intervento A.N.A.S. Su iniziativa della Provincia, l’A.N.A.S. ha manifestato la disponibilità per valutare il passaggio della Statale alla rete di competenza Provinciale. Questo quadro è quindi in sintonia con la volontà della Comunità Montana del Triangolo Lariano di riorganizzare il suo territorio riqualificandone le valenze economiche ed insediative in un contesto di organica interrelazione con la restante Provincia di Como. 2.1 I flussi autoveicolari Le rilevazioni del traffico automobilistico fatte dall’Amministrazione Provinciale di Como sulle strade provinciali che interessano la C.M. sono state fatte nel novembre 1992 rilevando il traffico giornaliero sia complessivo che diurno (7-19) e notturno (19-7) che l’ora di massima percorrenza. Sulla provinciale 37, che collega Tavernerio a Brunate, le stazioni di rilevamento sono state localizzate ad Albese con Cassano e a Solzago: • • a Solzago in direzione Como il traffico diurno rilevato era di 3524 veicoli che scendono a 672 nella notte con punte di traffico di 619 all’ora dalle 7 alle 8, in direzione Erba la punta è al ritorno dalle 18 alle 19 con 490 veicoli ora e con un traffico che aumenta nelle ore notturne a 896 veicoli e diminuisce lievemente nelle ore diurne. In totale 4196 veicoli verso Como e 4275 verso Erba. ad Albese in direzione Como il traffico complessivo era di 6088 veicoli e 5876 in direzione Erba con maggiore presenza di traffico notturno, rispettivamente 1246 e 1307 veicoli e con analoghe punte massime al mattino verso Como dalle 7-8 con 693 veicoli e alla sera verso Erba dalle 18-19 con 573 veicoli. 60 Sulla provinciale 40 Arosio-Canzo: • • a Castelmarte nel cuore dell’area pedemontana sono stati rilevati in media su base annuale ben 9527 veicoli giornalieri complessivamente verso Canzo ed Erba, di cui 7213 diurni e 2314 notturni: con punte di traffico nel mese di Giugno con 8033 veicoli e punte massime tra Ottobre e Gennaio. La composizione del T.G.M. annuale è per il 90% fatta da autovetture private, per il 2,9% da motocicli, per il 4,1% da autocarri fino a 30 q. e per il 2,9% oltre il 30 q. Questo volume di traffico evidenzia e spiega le ridotte fruizioni dei mezzi pubblici sullo stesso percorso. a Carcano, appena fuori dal territorio della Comunità il T.G.M. si riduce a 4442 veicoli verso Orsenigo ed a 4735 verso Erba. Sulla Provinciale 41 della Valassina sono stati rilevati a Barni 696 veicoli diurni, a Canzo 3346 e a Merone 5070, mentre il traffico notturno era composto reciprocamente da 161 veicoli a Barni, 927 a Canzo e 1583 a Merone: con una evidente crescita del flusso in direzione Brianza e Milano. In direzione Nord il traffico medio giornaliero diurno era verso Bellagio da Barni di 592 veicoli diurni e 220 notturni, da Canzo sud verso Canzo 3526 diurni e 1248 notturni e da Merone verso Erba di 5796 diurni e 2970 notturni con una evidente riduzione del traffico nella parte terminale della statale dopo Como verso Bellagio. Le ore di punta risultano essere per tutti i punti di rilevazione tra le 7 e le 8. La rilevazione a Pusiano sulla provinciale 42 Caslino-Pusiano evidenzia un traffico di 1909 veicoli verso Pusiano (ore di punta 7-8), di cui l’80% diurno e di 1791 veicoli verso Canzo (ora di punta 18/19) di cui il 70% diurno. Decisamente inferiore il traffico sulla provinciale 43 Faggeto-Palanzo con 836 veicoli in uscita di cui il 72% diurna con punte tra le 7 e le 8 di 112 veicoli e con 644 veicoli verso Palanzo. Sulla S. P. 44 Pian del Tivano a Nesso, in direzione Como il T.G.M. era di 832 veicoli di cui 589 diurni e in direzione Zelbio di 750, mentre a Sormano in direzione Nesso, con percorso per Pian del Tivano era di 243 veicoli all’85% diurno e verso Asso di altrettanti con punte in andata alle 14-15 e ritorno alle 1718. La provinciale 46 da Asso a Valbrona risulta percorsa a Osigo da 1907 veicoli, di cui 1426 diurni verso Canzo e da 1949 verso Valbrona con ora di punta alle 7-8 con 159 veicoli, presumibilmente diretti a Bellagio e Lecco, e con ritorno verso Asso alle 17-18 con 171 veicoli. 61 Il comune di Erba non solo per il suo ruolo non solo demografico con 17000 residenti , ma per il suo bacino di utenza di 50.000 persone dovuto al suo ruolo di centro industriale, terziario e di servizi scolastici, sta redigendo un Piano urbano del traffico, che ha rilevato pari a 60000 le autovetture giornalmente in attraversamento del centro del comune con raggio di o,5 km. , di cui ben 13500 in entrata ed altrettanti in uscita su Via 25 Aprile e coincidente per il 28% con traffico locale originato all’interno del comune di Erba e per il 15% da traffico di attraversamento, mentre il 57% entra o esce dalla città . Una parte di questi rilevanti flussi è quindi costituita da traffico di scorrimento che non entra in città. Complessivamente i 30000 in uscita e 30000 in entrata, aumentano a 80000 veicoli/giorno se consideriamo un’area di raggio 2 km attorno al centro storico ed a 8000 passeggeri/giorno che utilizzano i mezzi pubblici di trasporto. Le rilevazioni effettuate hanno dato i seguenti valori in direzione nord-sud: 2000 passeggeri/g. FNM; 8000veicoli/g. SP 41 per Longone e 17000 v./g. verso Merone; 6000 v./g. SP 40. In direzione est-ovest : 2000 passeggeri/g. autobus Como-Lecco; 7000v./g. SP 37 verso0 Albavilla; 18000 v./g. SS 639. Più in particolare i pendolari per studio o lavoro sono 8000 verso Erba e 4000 da Erba di cui solo il 20% risultano utilizzare il mezzo pubblico, mentre i restati utilizzano in media (1,25 occupante /auto) 7680 veicoli sia in entrata che in uscita. L’analisi fatta dal Piano Urbano del traffico evidenzia nelle strade interne al centro storico un rapporto portata/capacita del tronco stradale con flussi in circolazione libera o condizionata in misura crescente, e con circolazione sensibilmente limitata, intorno ai 20 km/ora in Corso 25 Aprile e in Via Cesare Battisti , mentre al di fuori del centro le condizioni più pesanti sono riscontrate nel tratto della SP 41, Via Milano, tra il Motel Erba e il ponte Malpensata penalizzato da un semaforo e da altri tratti penalizzati da intersezioni o strettoie come la SP 40 e la SS 639 con interventi previsti di fluidificazione degli incroci e di percorsi alternativi. Rispetto ai 2030 posti di sosta esistenti il Piano calcola una ulteriore necessità che porti la capienza ottimale a 2500 posti , con un’ulteriore capienza di alcune centinaia di posti nell’area adiacente alle FNM, nella zona di Piazza Mercato, della Prepositura, e della contrada di Erba alta. 2.2 Analisi dei pendolarismi esistenti nel Triangolo lariano secondo la rilevazione istat al 1991. Analizziamo qui i dati sui tre livelli di pendolarismo esistenti nei comuni della comunità montana: i movimenti in entrata e uscita dei flussi totali, comprendenti studenti e lavoratori; il movimento origine destinazione dei lavoratori; i movimenti di origine e destinazione degli studenti. 62 ? Primo caso: flussi totali depurati dai movimenti interni ai comuni. I comuni che attirano verso di sé flussi dall’esterno tali da superare il numero di movimenti verso l’esterno ovvero i comuni in cui esiste un saldo positivo di entrate meno uscite sono relativamente pochi: Albese con Cassano (+304), Castelmarte (+68), Erba (+6781), Tavernerio (+652) e Zelbio (+83): si tratta di comuni con specializzazioni industriali,o come nel caso di Erba, di un comune che svolge funzione di capoluogo e centro servizi. In tutti gli altri comuni della Comunità, sulla base dei dati ISTAT 1991, si rilevano dati negativi che toccano le punte massime nei comuni Brunate , Valbrona, Eupilio, Canzo, Albavilla, Nesso, Faggeto Lario e Pognana Lario. In totale su 24.818 pendolari in entrata nei comuni del Triangolo Lariano si contano complessivamente 23.256 in uscita con un saldo positivo di 1562 unità dovuto al ruolo attrattivo di Erba. Con ben 10.360 pendolari in entrata, di cui 8.412 per lavoro e 1.948 per studio, contro un movimento in uscita di 3.579 residenti di cui 2.838 per lavoro e 756 per motivi di studio il capoluogo della C.M. ha un saldo positivo di 6781 unità che, se sottratto al valore comunitario indicherebbe per tutti gli altri comuni un saldo negativo di 5219 pendolari in uscita eccedenti le entrate. In particolare l’area lariana da Bellagio a Brunate è oggetto di flussi pendolari di 1358 persone in entrata e di 4002 in uscita, con un saldo negativo di 2644 unità, così come la Valassina da Civenna a Canzo è percorsa giornalmente da 2931 pendolari in entrata e da 4392 in uscita con saldo negativo di 1461 unità, mentre l’area pedemontana con 20.529 pendolari in entrata e 14862 in uscita ha invece un saldo pendolare positivo di 5667 unità. Al 1991 queste tre aree sono percorse quindi da flussi di rispettivamente 5000, 6000 e 35000 . Pendolari di cui complessivamente l’88% delle entrate e il 67% delle uscite è costituito da movimenti per lavoro, mentre i movimenti in uscita per motivo di studio sono 7700 . pari al 33% . Se verifichiamo il mezzo utilizzato per gli spostamenti vediamo come l’incidenza dei mezzi di trasporto pubblici su ferro o gomma costituisce solo il 7% delle uscite che scende al 3% se consideriamo nelle entrate anche i movimenti interni. Il 67 % dei pendolari in uscita residenti nella Comunità utilizza un autoveicolo privato: in totale 14.800 autoveicoli utilizzati giornalmente, che salgono a 23.700 in entrata se consideriamo anche gli spostamenti interni al comune di origine. 63 ? Secondo caso: flussi di lavoratori. Tenendo conto dei soli flussi pendolari per comune riferibili a motivi di lavoro si presenta una situazione diversa dalla precedente: poli di attrazione della forza lavoro si rivelano infatti i seguenti comuni di Erba (+5591), Tavernerio (+1069), Albese con Cassano (+897), Asso (+37), Bellagio (+112), Caglio (+6), Canzo (+233), Caslino d’Erba (+43), Castelmarte (+236), Longone sul Segrino (+11), Ponte Lambro (+172), Proserpio (+26), Zelbio (+91). Attraverso questa analisi si deduce che quasi la metà esatta dei Comuni costituenti la Comunità Montana sono attrattori di flussi pendolari per lavoro. La distribuzione sul territorio di questi flussi predilige nuovamente l’area costituita dai comuni pedemontani dell’Alto Lambro e dei Laghi Briantei, nonché due comuni della Fascia Pedemontana (Tavernerio e Albese con Cassano). Nell’area lariana caso a sé stante è Bellagio, il cui flusso per lavoro è facilmente collegabile al settore turistico, e Zelbio, sede di una nota industria di integratori dietetici, mentre nella allassina solo Canzo costituisce un polo attrattore e Asso e Caglio pareggiano i flussi. ? Terzo caso: flussi studenti. Analizzando i movimenti degli studenti la situazione cambia drasticamente in quanto l’unico attrattore presente all’interno della Comunità montana è il Comune di Erba dove sono presenti scuole di livello superiore che attraggono 1948 studenti e che ne vede uscire per altre scolarità non presenti 756., mentre complessivamente si spostano giornalmente sul territorio della Comunità 10700 studenti in entrata ed in uscita Se analizziamo l’origine e destinazione dei flussi più significativi vediamo come il 78% del pendolarismo per lavoro in entrata è generato all’interno della Comunità Montana, pari a 8000 persone mentre tra i flussi principali esterni và segnalata la origine da Como di 1180 pendolari, da Merone di 3988 , di 260 da Lipomo e di 124 da Oliveto Lario. Reciprocamente i flussi più significativi in uscita di residenti si dirigono al 40% all’interno della comunità, pari a 4185 unità, e del restante 60% 3765 si dirigono a Como , 828 a Milano e 275 a Merone. Il grafo dei flussi sul territorio evidenzia quindi un forte interscambio in entrata ed in uscita di flussi pendolari interni allaValassina ed all’area Pedemontana da cui partono però anche significati flussi verso Como e verso Milano in particolare da Erba e Ponte Lambro. 64 2.3 La S.S. 583 Lariana e l’individuazione degli altri nodi viabilistici I problemi di scorrevolezza della strada statale lariana rendono inefficiente il sistema della mobilità sia dei residenti che dei turisti, con elevati tempi di accessibilità al lago sia per la percorrenza che per il reperimento dei posteggi, con costi sociali ed onerose disfunzioni che, rendendo meno appetibile la permanenza sul lago. Per promuovere l’uso del trasporto pubblico occorre agire in due direzioni: ? fornire il servizio del trasporto pubblico ad elevato standard qualitativo: ciò è di competenza della concessionaria provinciale che va dalla Comunità Montana in tal senso stimolata; ? sensibilizzare l’utenza potenziale rompendo l’inerzia dei comportamenti abituali. Questa competenza è della C.M. nel senso che il successo di questa sensibilizzazione di base può essere svolta solo con una conoscenza approfondita del contesto locale e sulla base della presenza e dell’immagine dell’Ente e sulla possibilità di interagire con le Amministrazioni e le Associazioni; ? selezionare gli interlocutori: in particolare quelli che non sono attratti dal servizio pubblico (alcune tipologie di viaggiatori, come i lavoratori autonomi, o per alcune motivazioni di spostamento, come per gli acquisti). Necessita quindi individuare nel complesso della Comunità quei segmenti di domanda che possono essere incentivati a modificare tali comportamenti, predisponendo servizi e ricercando canali efficaci. Poiché a seguito della legge 12-2-1958 n. 126, l’Amministrazione Provinciale consegnò all’ANAS numerose strade, tra le quali la S.S 583 “Lariana”; questa, composta dalle provinciali Como-Bellagio e dalla Bellagio-Lecco, è attualmente in carico all’Agenzia statale nel 1969. Per provvedere in modo più sollecito e puntuale alla sua manutenzione e riqualificazione l’amministrazione Provinciale ha appena terminato uno studio per valutare l’opportunità di riprendere in carico tutta la ex Como-Bellagio (escluso un breve tratto in Como) e il tronco della ex SP Bellagio-Lecco in comune Bellagio, lasciando alla Provincia di Lecco il tratto in località Valbrona tra Oliveto Lario e Abbadia Lariana. I comuni attraversati dalla strada sono i seguenti: Como, Blevio, Torno, Faggeto Lario, Pognana Lario, Nesso, Lezzeno e Bellagio; con una lunghezza di circa 27 km. 65 La strada oltre a presentare un tracciato tortuoso, è caratterizzata da una sede viabile molto angusta che non permette, se non in alcuni punti, l’incrocio di due veicoli di grandi dimensioni. L’A.P. ha quindi proceduto ad evidenziare sommariamente le cattive condizioni di manutenzione della S.S 583, che sinteticamente possono così essere descritte: - - notevole crescita di arbusti e alberi ai bordi della strada, con rami sporgenti sulla sede viabile ad un’altezza tale da creare intralcio o pericolo alla circolazione; cunette lungo il lato a monte in genere completamente intasata da materiale terroso o da erbacce; scarichi delle acque meteoriche in alcuni casi ostruiti parzialmente o completamente; pavimentazione stradale con notevoli dissesti per estesi tratti; parapetti stradali non rispondenti a quanto previsto dalle norme in materia di sicurezza; segnaletica carente o confusa, con tre indicazioni di progressive chilometriche non coincidenti tra loro; diffuso senso di disordine e di abbandono, anche al di fuori della sede stradale, testimoniato dalle codizioni di alcune piazzole panoramiche ridotte a discariche. Tutto ciò avviene, malgrado il pregio ambientale dei luoghi che richiamano una rilevante presenza turistica, nonostante la S.S. 583 rappresenti l’unico collegamento fra i paesi della sponda orientale del Lario (ramo di Como). La Provincia ha previsto quindi di doversi attivare per il recupero di questa situazione molto compromessa e per il successivo mantenimento di uno standard manutentivo accettabile ed adatto alle caratteristico della strada che comporta investimenti di rilevante impegno. Prendendo ad esempio quanto fatto sulla rete stradale provinciale è stato ipotizzato di organizzare una manutenzione gestita da un gruppo di cantonieri attrezzati per svolgere: sia la minuta manutenzione che gli appalti annuali per le manutenzioni più rilevante per la manutenzione: dei piani viabili, della segnaletica orizzontale e verticale, delle opere di protezione della strada dalla caduta di materiali dalle pareti sovrastanti, delle presenze arboree e del servizio di sgombero neve e spargimento cloruri. Appalti specifici devono invece essere ipotizzati per dare soluzione ai problemi più complessi e di maggior impegno economico. 66 Viste le caratteristiche della strada la Provincia ritiene opportuno la presenza di un personale a tempo pieno alla manutenzione, quantificato in 5 cantonieri e un capo cantoniere dotati di un veicolo, di un autocarro e di motocarro, oltre all’attrezzatura individuale, ad un ricovero dei mezzi e degli attrezzi ed un approvvigionamento di attrezzatura segnaletica. Al fine di ottenere un risultato ottimale anche come tempestività di intervento ed assiduità di cure, è opportuno che il personale addetto alla manutenzione spicciola sia residente in posto. La spesa totale per la manutenzione e gestione della strada è data da una spesa iniziale, “una tantum”, per l’acquisto di mezzi ed attrezzi dei cantonieri a cui va aggiunta una spesa annuale fissa di manutenzione e gestione. Inoltre sono stati stabiliti sia “interventi, da appaltare, per ripristinare le normali condizioni di sicurezza lungo la strada”, la cui esecuzione dovrebbe essere contemporanea alla presa in carico della strada che interventi, da appaltare, da eseguire anche successivamente alla presa in consegna, finalizzati ad una “miglioria generale del piano viabile e del corpo stradale in genere, anche in considerazione dell’ambiente turistico attraversato dalla strada”. Infine è previsto un primo elenco dei problemi più rilevanti, la cui soluzione comporterà un notevole impegno tecnico e finanziario da rimandare a situazioni economiche favorevoli. E’ stato quindi redatto un elenco delle opere e la relativa previsione di spesa di larga massima. Per l’acquisto di mezzi ed attrezzi (veicoli vari, due ricoveri per attrezzi, lame sgombraneve, attrezzature spargisale e segnaletica) viene previsto un totale di £ 324.000.000. Per le spese annuali fisse di gestione e manutenzione è preventivato un totale di £ 950.000.000, date dai costi del personale, dalla riparazione, l’uso e l’ammortamento dei mezzi e degli attrezzi oltre alla manutenzione generale e all’illuminazione delle gallerie (esclusa quella nuova di Torno). Il costo preventivato negli interventi per il ripristino di normali condizioni di sicurezza è di £ 58.000.000 per la pulizia delle cunette di monte, di £ 39.400.000 per il ciglio di valle, £ 145.500.000 per il taglio degli arbusti e degli alberi, £ 215.000.000 per il controllo e riparazione dei tombini, £ 1.200.000.000 per la sostituzione di parapetti mancanti o fuori norma, £ 60.000.000 per il rifacimento segnaletico e £ 200.000.000 per la manutenzione dei ponti; per un totale ( + IVA) previsto di £ 2.331.600.000. 67 Sono inoltre state considerate aggiuntive le spese di miglioria per il rifacimento di 10 km di pavimentazione £ 450.000.000, per il rifacimento di 8 km di parapetti £ 2.800.000.000, per la sistemazione delle scarpate a monte ed opere di protezione indicativamente £ 1.000.000.000 e per la sistemazione delle piazzole di sosta abbandonate £ 200.000.000; per un ulteriore costo totale (+ IVA) di £ 5.620.000.000. Lo studio predisposto dalla Provincia di Como ai fini di una quantificazione degli interventi da operare sulla S.S. 583 per migliorare la fruibilità e scorrevolezza ha creato una suddivisione del percorso in 8 tratte: ? Como-Blevio di km 2,5 ; il tracciato che si presenta è buono con una pavimentazione sconnessa solo in Blevio con dei parapetti regolari e dei cigli da pulire. Il punto critico di questo tratto è costituito dopo la strettoia di via Torno a Como da quella di Blevio. ? Blevio-Torno di km 2,5 è caratterizzata da un percorso prima buono poi abbastanza tortuoso, una pavimentazione sconnessa, parapetti regolari e dei cigli da pulire. Il punto che provoca i maggiori problemi è vicino all’abitato di Torno superabile solo in parte grazie alla galleria in costruzione per il flusso a lago che immetterà però un traffico veloce direttamente nell’abitato, con conseguenti necessità di interventi di mitigazione, ed ad un altro progetto auspicato, ma difficilmente realizzabile, di una risolvente galleria a monte che oltrepassi l’abitato. ? Torno-bivio per Faggeto di 2,5km; presenta un buon percorso anche se tortuoso, ma con una pavimentazione sconnessa in una corsia e con dei tratti di parapetto non conformi alle norme in materia di sicurezza. Notevoli problemi si verificano in corrispondenza del bivio per Riva. ? Bivio per Faggeto-Pognana di km 2,5 con un tracciato tortuoso, una buona pavimentazione stradale, con tratti di parapetto da rifare e il ciglio stradale da pulire come in tutti i tratti della S.S. 583. Il punto di crisi presente in questo tratto risulta essere nell’abitato di Pognana, ove è presente una strettoia, che si potrebbe allargare con un intervento di demolizione del parapetto ed aumentando quindi la strada dei 40 cm di parapetto recuperati e di altri + 30 cm a sbalzo. ? Pognana-Careno di km 2, presenta un tracciato buono e tortuoso caratterizzato da una pavimentazione buona anche se sono da ripulire i cigli e con dei tratti di parapetto da rifare. La scorrevolezza del tragitto viene messa poi a dura prova prima dell’abitato di Careno. 68 In prossimità delle cave ove occorre valutare, per eventualmente intervenire, la stabilità del pendio e dei manufatti e recuperare un piazzale a lago. ? Careno-Coatesa (Nesso) di 2 km dove ad un buon tracciato si accompagna una pavimentazione più che accettabile, ma con le analoghe migliorie da fare per quanto riguarda i parapetti e il ciglio stradale. Si notano in questa parte di S.S. due strettoie, una in corrispondenza di Nesso ed una seconda nel centro abitato di Careno dove esiste un percorso tortuoso in prossimità della chiesa parrocchiale di difficile soluzione se non tramite una galleria a monte difficilmente finanziabile. ? Coatesa (Nesso)-Lezzeno di 7,5 km di lunghezza con un percorso buono, una pavimentazione buona se si eccettua quella nel paese di Lezzeno, dei parapetti in parte da rifare e il ciglio stradale da ripulire. In questi km è necessario: risistemare la piazzola a lago nei pressi di Cavagnola, rettificare la curva esistente a Pescau per eliminare la strettoia e prima dell’abitato di Lezzeno, oltre al problema del suo attraversamento, esiste la volontà di uno studio del consolidamento idrogeologico del pendio della montagna. ? Lezzeno-Bellagio di km 5,5 caratterizzata da un tracciato e da una pavimentazione buona, da cigli da ripulire e parapetti in parte da rifare. Questo tratto, visto il pericolo idrogeologico presente è già stato sistemato con delle reti di protezione dopo l’abitato di Lezzeno ma occorre valutare se esistono interventi di ingegneria naturalistica da realizzare per diminuire l’impatto visivo. Nel documento Piano Direttore della Provincia di Como per quanto attiene agli indirizzi e priorità per il sistema della mobilità riguardanti il Triangolo Lariano, la Strada Statale 583 Lariana è stata individuata tra quelle che necessitano di un complessivo adeguamento del tracciato, divenuto ormai obsoleto e caratterizzato da una morfologia dei luoghi assai difficile. La sua importanza è notevole soprattutto per i collegamenti urbani e con i capoluoghi degli insediamenti rivieraschi. L’ANAS ha già in corso la progettazione di alcune varianti di tracciato nei punti particolarmente difficili (Limonta, Nesso e Torno) di cui è in atto o si prevede l’attuazione. Nel documento “DEFINIZIONE DEL QUADRO STRATEGICO DELLA GRANDE VIABILITA’ “- Febbraio 1998 - la S.S. 583 “Lariana” viene considerata come l’unico asse di penetrazione nel Triangolo Lariano, e per il suo miglioramento funzionale viene indicata come opera più significativa la realizzazione in atto della galleria di Torno mentre sul restante tracciato, fino a Bellagio, la situazione morfologica ed ambientale dei luoghi non consente di definire ipotesi di nuove varianti ai centri abitati se non ricorrendo in galleria con i prevedibili costi di realizzazione. 69 A tal fine viene proposta invece come più percorribile la scelta di programmare una serie di riqualificazioni in sede per eliminare viziosità planimetriche e tortuosità del tracciato al fine di garantire maggiore sicurezza nell’attraversamento dei centri abitati, lavori riconducibili nei programmi annuali di intervento A.N.A.S. o trasferibili alla Provincia, poiché l’A.N.A.S. ha manifestato la disponibilità per valutare il passaggio della Statale alla rete di competenza Provinciale. . Dalle analisi effettuate e dagli incontri avuti con le Amministrazioni Comunali appare evidente che le problematiche maggiori dal punto viabilistico si hanno nei giorni feriali negli orari di trasferimento mattutini e serali da casa al luogo di studio o lavoro e viceversa, visto l’alto tasso di mobilità della popolazione, congestionando la viabilità nei punti nodali, in particolare Erba, verso le direzioni privilegiate di Como, Lecco e, attraverso la Brianza, fino a Milano. Nei giorni festivi le problematiche maggiori si hanno lungo la statale 583 lariana , le cui complesse situazioni abbiamo precedentemente analizzato e che sono ulteriormente peggiorate dalle difficoltà di parcheggio, per le quali occorrerà che i PRG prevedano nuove dotazioni, e sulla provinciale della Valassina 41, e 44 per Pian del Tivano con provenienza sia dalla valle che dalla litoranea. Nel territorio del comune di Erba, attrattore di flussi per motivi di lavoro e di studio si concentrano quindi sia flussi in entrata, sia flussi in attraversamento, che incidono sulla scorrevolezza e sicurezza della mobilità. Per questo motivo il Comune di Erba nel Piano Generale del traffico urbano in iter ha individuato sulla base delle quantità dei flussi e delle criticità tre ipotesi di attraversamento nord- sud del comune privilegiando negli studi la soluzione che comporta un miglioramento della scorrevolezza della S.P. 40 con sistemazione dell’incrocio a Buccinigo con le vie Cantù e Don Orione, anche prevista nel piano triennale provinciale con doppia rotatoria, e miglioramento del raccordo con la S.S. 639 di via Don Orione all’altezza di Campolasso: realizzati questi interventi obiettivo dell’Amministrazione resta comunque il superamento della strettoia di Via Cantù a Parravicino mediante un tracciato in variante lungo 900mt e un nuovo raccordo con la S.S.639, che per gli elevati costi e la complessità delle competenze è rimandato a tempi futuri. Rimane importante il miglioramento della scorrevolezza anche del tracciato nord-sud lungo la S.P. 41 su cui è previsto dall’Anas nel Programma Triennale la creazione di una rotatoria nello svincolo di Canzo ed il completamento della bretella di collegamento Arosio-Canzo che eviti l’immissione attuale sulla la S.S.639 . Il P.U.T. infatti vuole operare nella direzione auspicabile di allontanare dal centro cittadino il traffico di transito sia sconsigliandone l’attraversamento sia rendendo più fluidi gli itinerari di scorrimento esterni. 70 Purtroppo non è in previsione da parte dell’Anas nessun miglioramento della S.S. 639, nonostante i rallentamenti dovuti alle esondazioni del lago a Pusiano, se non nella sua parte terminale allo svincolo di Tavernerio dove si sta predisponendo uno svincolo su due livelli per il futuro raccordo con la tangenziale di Como. Il Piano prevede inoltre una complessa ed articolata dotazione di posteggi ad integrazione degli esistenti, con a breve nel Centro Città nuovi 329 posti auto nelle aree Porro, Frigerio e Ortalli per un totale di 2366 posti auto che risultano però ancora inferiori alla domanda individuata. Sono quindi in programma azioni di rilevamento della sosta , per poter procedere ad una articolazione del servizio con tariffe temporizzate ed altri accorgimenti, e rilevazioni del traffico. Nell’ottica di una migliore accessibilità con i mezzi pubblici al Triangolo Lariano occorrerà quindi che il Piano preveda anche parcheggi di interscambio tra vetture private e Mezzi pubblici di trasporto che potrebbe collocarsi vicino a quell’importante catalizzatore di traffico costituito dall’ELMEPE e che l’Amministrazione già pensa di attrezzare con un servizio di circolare urbana. Non sono per il momento in programma da parte degli Enti competenti altri interventi strutturali, ma solo interventi di manutenzione, nonostante rimangano di primaria importanza la soluzione di alcuni nodi viabilistici , quali il ponte della Malpensata a Erba, il completamento della provinciale per Brunate, il completamento dello svincolo del ponte di Scarena, la strettoia ProserpioLongone., le esondazioni di Pusiano, le strettoie di Valbrona, Caglio e Sormano, oltre a quelle già descritte della S.S.583. 2.4 I principali sentieri dai comuni del Triangolo Lariano Su un territorio così morfologicamente complesso assumono particolare importanza le vie di accesso pedonali che storicamente collegavano e tuttora collegano le aree naturali preservate ai centri urbani. Il percorso di crinale che partendo da Brunate passa per il Monte Uccellera, Monte Boletto, Monte Bolettone, P. dell’Asino, Monte Palanzone, Monte di Faello, Bocchetta di Caglio, Monte Pianchetta, Capanna Stoppani, Monte Ponciv e Monte S.Primo arriva al parco di monte S.Primo , collegandosi poi automobilisticamente a BELLAGIO, costituisce l’Alta Via del Triangolo Lariano, nel primo tratto chiamato sentiero Italia, che viene definito ”percorso di rilevanza paesistica” . Tale sentiero costituisce infatti l’elemento di congiunzione dei comuni lacuali con i comuni della Valsassina ed il biglietto da visita di tutta la Comunità per le sue valenze panoramiche sul patrimonio ambientale. 71 Elenchiamo qui i principali sentieri all’interno della Comunità montana : Da Bellagio: ? ? ? ? ? ? ? al M. Gamasca, 697 m. (1 ora) con il sentiero che parte da Visgnola, al Monte S.Primo, 1686 m. (2 ore circa) con il sentiero che parte dal Parco Monte S. Primo raggiungibile in auto; Da Nesso: al Dosso del Caslet, 983 m., alla La Forcoletta 1236 m., situata vicino al M. Colmenacco, passando per un agriturismo nei pressi dei Monti di Erno, alla Valle di Nose con partenza del sentiero da località Castello, a Lezzeno costeggiando la sponda del lago; Da Lezzeno: ? ? alla La Forcoletta con partenza del sentiero a Bagnana, al C. Pier Colmenetta, 1058 m.; Da Veleso: ? ? al Dosso del Caslet, alla La Forcoletta passando per Laorno; Da Zelbio: ? ? alle Grotte di Zelbio, a Comei lungo la strada che porta al Piano del Tivano; Da Pognana: ? a Palanzo, attraverso Canzaga e Chignolo; Da Faggeto Lario: ? ? ? ? ? a Riva con partenza del sentiero a Lemna, passeggiando lateralmente al Lago (30 minuti), al Monte Palanzone, 1436 m. ( circa 3 ore) con segnavie da Palanzo, passando per cassine, Bocchetta di Palanzo, al Monte Croce, 1155 m. (2,30 ore circa) con segnavia da Lemna per la Val di Gaggia, passando dalla Bocchette di Lemna, escursione circolare da Cassine passando dalla caverna Guglielmo per Gaggio, dal Monte Palanzone, Bocchette di Palanzo e di Lemna in 5/6 ore; alla Capanna S. Pietro passando per Casa del Monte con partenza del sentiero dalla frazione Molina; 72 Da Brunate: ? ? ? ? ? ? a Como attraverso S.Donato, a Como passando per Carescione, alla chiesa di S. Nicola attraverso Visigna e Scivei, a S. Antonio, a Torno, passando per la Sorgente Pissarottino e il M. Piatto, a S. Maurizio con il sentiero che procede per il Monte Uccellera e per il C.A.O.; Da Torno: ? ? ? ? ? ? al Castello d’Ardona (2,30 ore circa), posto in vicinanza della Croce d’Ardona m.1005, passando per il Monte Piatto, alla Villa Pliniana (30 minuti), al Monte Piatto, 610 m. (1,15 ore circa), al Monte Boletto, 1236 m. seguendo il sentiero per Monte Piatto, Croce d’Ardone, Sopravilla, Baita Bondella e Baita Boletto (3,30 ore circa), a Brunate passando per il Monte Piatto e i monti di Blevio a S. Maurizio passando da Piazzaga, Monte Piatto, Castel d’Argona, Buco del Pertugio; Da Civenna: ? ? ? al santuario del Ghisallo con sentiero in parte lungo la strada (45 minuti), al Piano Rancio, con partenza dal Parco Monte S.Primo (2 ore circa), a Vassena lungo la costiera lariana (1 ora); Da Magreglio: ? ? ? al santuario del Ghisallo (15 minuti), al Monte Ponciv, 1453 m. toccando il Piano Rancio e l’Alpe di Magreglio (2 ore circa), alla Cima del Costone,1614 m. ed al Monte S.Primo (2,30/3 ore circa), Da Barni: ? ? ? alla Madonna del Ghisallo passando per la Mad. Della Boccia, all’Alpe Spessola, 1237 m., al C. Crezza, 817 m.; Da Sormano: ? alla Colma del Bosco con partenza da Diocinisio passando per la Croce di Sormano; 73 Da Caglio: ? ? ? ? alla Colma del Piano posto in vicinanza del rifigio Stoppani (1,15 ore circa), al Monte Palanzone, 1436 m. attraverso la Bocca Vallunga e la Bocchetta di Palanzo (2 ore circa), escursione circolare per Cà del Boschet, Braga di Cavallo, M.Croce, Bocchetta di Caglio, M. Bul, M.Palanzone, Bocchetta di Palanzo, Cà della Valla, Bocca Vallunga e La Fornace in 6/7 ore, alle piramidi di terra partendo da Rezzago raggiungibile in auto (15 minuti); Da Rezzago: ? ? alle piramidi di terra, all’Alpe del Ginestro; Da Asso: ? ? alle piramdi di terra con partenza da Rezzago (20 minuti), al Monte Palanzone, 1436 m. attraverso la Bocca Vallunga e la Bocchetta di Palanzo (3,30 ore circa); Da Valbrona: ? ? ? ? all’Alpe Carolina, alla sponda del lago di Lecco all’Alpe Oneda con sentiero che si snoda fin sotto i Corni di Canzo, ad Onno passando da S. Giorgio; Da Canzo: ? ? ? ? ? ? ? al Monte Cornizzolo, 1240 m. con sentiero per la Val di Pesora (2,30 ore), al M. Rai, 1259 m. con sentiero per Lazzaretto e l’Alpetto (3 ore circa), alla chiesetta di S. Miro al Monte (30 minuti), ai Corni di Canzo attraverso il sentiero per il Corno centrale (1368 m.) e le tre Alpi Grasso (3,30 ore circa), a Castelmarte al M. Alto, 554 m., alla Colletta dei Corni Da Eupilio: ? al Monte Cornizzolo tramite il sentiero che parte da Carella passando per l’Alpe Carella e l’Alpe Fusi; 74 Da Pusiano: ? ? ? al Monte Cornizzolo, 1240 m. attraverso il sentiero per C. Posorello, A. Fusi (3,30 ore circa), al rifugio Marisa Consiglieri nei pressi del M. Cornizzolo, all’oratorio di S. Pietro al Monte, 639 m. in Val dell’Oro tramite il sentiero di mezza costa passante per Cesana di Brianza, Baroncello, Civate, C. Pozzo, C. Oro (2 ore circa); Da Caslino d’Erba: ? ? ? alla Bocchetta di Palanzo passando per l’Alpe del Prina, alla Bocca Vallunga attraverso la Cà della Volta, alla chiesa di S. Salvatore; Da Ponte Lambro: ? all’Alpe del Prina; Da Erba: ? ? ? ? ? ? al lago di Alserio (20 minuti), al lago di Pusiano (30 minuti), al Buco del Piombo, 695 m. (1 ora), al Monte Bolettone, 1317 m. con il sentiero che da Crevenna porta alla Torre del Broncino (3 ore circa), al Monte Croce, 1155 m. con il sentiero che parte da Caslino d’Erba (2 ore circa), al Dosso Mattone, 1048 m. con partenza da Caslino d’Erba (1,45 ore); Da Albavilla: ? ? ? alla Capanna S. Pietro attraverso Baita Patrizi, alla Capanna Mara passando dal Rif. Cacciatori, al Buco del Piombo passando da Crevenna; Da Albese con Cassano: ? alla Capanna S. Pietro; Da Tavernerio: ? ? alla Capanna S.Pietro, dalla quale si snoda anche il sentiero per la Valle di Tavernerio (2 ore circa), a Brunate, 715 m. passando per Solsago, Ponzate e Visigna (1,15 ore), 75 ? ? escursione circolare per la Capanna S. Pietro, M. Bolettone, Torre del Broncino, scendendo ad Albavilla (5 ore circa), alla Baita Bondella con partenza da Ponzate. Così come Brunate costituisce la via di accesso privilegiata al sistema montuoso da ovest ed il Pian del Tivano dal centro, l’Alpe dei Vicerè ne costituisce l’accesso principale dall’area meridionale più fittamente popolata : per tale motivo potrebbe essere in futuro interessante valutare la fattibilità di collegamenti più efficaci, quali un impianto a fune, rispetto agli attuali collegamenti automobilistici di cui sarà però da valutare non solo l’impatto ambientale ma la tipologia di fruizione, in questo caso di massa e non selettiva, e le conseguenti ricadute sul territorio in termini non solo economici ma di preservazione. Uno degli aspetti di cui occorre tenere conto nella programmazione di uno sviluppo dell’accessibilità a questo patrimonio culturale è la loro preservazione ambientale in condizioni di maggiore fruizione: se infatti fruizioni modeste non compromettono il territorio e i tracciati, l’incentivazione di un maggior utilizzo deve andare di pari passo con la programmazione di interventi naturalistici per la loro preservazione, della pubblicizzazione di comportamenti corretti degli utenti, e di sistemi di controllo. Si veda ad esempio le problematiche date dalle intense percorrenze sia veicolari che pedonali verso la capanna Cao. L’erosione dei sentieri è infatti causata sia dall’utilizzo pedonale che dalle mountain bikes ed è direttamente proporzionale oltre che all’intensità d’uno al loro scorretto utilizzo. Sulle modalità d’uso dei sentieri è possibile intervenire sia con misure che ne regolino l’accesso e l’utilizzo, come barriere che impediscano l’accesso a mezzi motorizzati, che soprattutto con una adeguata e motivata comunicazione agli utilizzatori. Obiettivo della comunicazione è di convincere gli utilizzatori ad avere comportamento coerente con la conservazione del sentiero. Occorre da parte degli utilizzatori camminare in fila singola al centro del sentiero, o nel caso in cui sia già in parte eroso, non ai bordi, ma ove possibile ad una distanza di 10-15 metri per permettere il ripristino naturale o artificiale del manto erboso. Evitare inoltre di attraversare perpendicolarmente i sentieri a zig-zag, perchè questo modifica lo scorrere delle acque e causa un forte incremento dell’erosione. E’ molto utile, oltre ad una campagna di sensibilizzazione, incentivare l’utilizzo dei sentieri con analoga destinazione ad anni alterni stimolando l’uso dei tracciati alternativi. Anche lungo i sentieri devono essere ubicati contenitori per i rifiuti, per evitarne la dispersione lungo il percorso . Ove possibile corrette alberature proteggono il sentiero e il terreno circostante rendendone gradevole l’utilizzo. Gli alberi sono da preferirsi ai cespugli perché non limitano la mobilità ed in caso di sentieri di larghezza inferiore ai 5 metri è opportuno siano delimitati da piccoli alberi, mentre se sono più larghi è meglio utilizzare alberi di maggiore dimensione. 76 2.5 Riqualificazione e conservazione dei tracciati storici Riportiamo qui le indicazioni di tutela contenute nelle Norme Tecniche di Attuazione dello studio di P.T.P.R. del 21-05-98 della Regione Lombardia sulla viabilità storica e d’interesse paesistica. Rientrano infatti nei compiti e negli obiettivi della pianificazione paesistica il riconoscimento e la tutela della viabilità che presenta i seguenti requisiti: la rete viaria fondamentale di grande comunicazione, attraverso la quale la Lombardia presenta quotidianamente la propria immagine a milioni di cittadini e visitatori; tracciati viari storici, che costituiscono la matrice sulla quale si è formato nei secoli il sistema insediativo regionale; viabilità di fruizione panoramica e ambientale, attraverso la quale si entra in contatto con i paesaggi della Lombardia. Requisiti che possono essere compresenti nel medesimo tratto viario; in tal caso, si applicano contemporaneamente i disposti relativi alle diverse categorie di viabilità. E’ considerata viabilità storica quella i cui tracciati attuali confermano i tracciati presenti nella prima levata delle tavolette I.G.M. 1/25.000: la permanenza, la continuità e la leggibilità del tracciato antico, anche in presenza di modifiche e varianti, sono considerate di per sé valori meritevoli di tutela; si avrà cura non soltanto di evitare interventi che materialmente lì cancellino e interrompano, ma anche di conservare e mantenere leggibili, per quanto possibile, i segni storicamente legati alla loro presenza, quali allineamenti di edifici, alberature, muri di contenimento, edicole sacre ecc. E’ considerata viabilità di fruizione panoramica e ambientale quella che domina ampie prospettive e quella che attraversa, per tratti di significativa lunghezza, zone agricole e boschive, parchi e riserve naturali, o comunque territori ampiamente dotati di verde, territori che costeggiano corsi d’acqua e laghi o che collega mete di interesse turistico anche minore; rientrano in questa categoria i percorsi e gli itinerari fruibili con mezzi di trasporto ecologicamente compatibili: sentieri escursionistici, pedonali ed ippici, piste ciclabili. Il Piano assume l’obiettivo di mantenerne il carattere di strade panoramiche e di “percorsi verdi”, conseguibile attraverso la definizione di fasce di rispetto di adeguata ampiezza, inedificabili o edificabili secondo opportuni criteri e limitazioni, in relazione allo stato di fatto e al giusto contemperamento delle esigenze di tutela e di funzionalità. 77 Le Provincie, in sede di formazione dei P.T.C., ed in questa possono intervenire con indicazioni e suggerimenti gli enti intermedi quali le Comunità Montane, provvedono: a verificare e integrare le reti viarie di prima applicazione; a meglio definire i valori, le caratteristiche e le esigenze di tutela; a fornire ai Comuni indirizzi per il coordinamento dei loro strumenti urbanistici e a formulare programmi per la riqualificazione paesistica della viabilità, piani urbanistici, norme idonee a tutelarne la riconoscibilità e i rapporti con il contesto mentre le Provincie ed i Comuni, nonché tutti gli Enti interessati alla gestione della viabilità, assumono ogni iniziativa per ridurre la presenza di cartellonistica lungo i percorsi. Su queste indicazioni, tese alla conservazione e riqualificazione delle percorrenze storiche, la Comunità Montana può intervenire come strumento di conoscenza del territorio e delle sue necessità al fine di indirizzare e costituire supporto alla formazione del P.T.C.P. . La legge n.366 del 19-10-1998 prevede un specifico finanziamento per la realizzazione di un sistema di piste ciclabili che possono rendere non episodico, ne pericoloso, l’utilizzo della bicicletta come mezzo di comunicazione. Queste risorse destinate alle opere infrastrutturali potranno essere integrate dai finanziamenti dei fondi strutturali messi a disposizione dall’Unione Europea che dovrebbero consentire la realizzazione di itinerari ciclabili in grado di promuovere la conversione del trasporto motorizzato in trasporto ciclistico. Si tratterà quindi di stabilire un piano organico che individui da un lato i sentieri da dotare delle caratteristiche idonee per una loro fruizione in mountain bikes, da un altro le piste ciclabili che separino, o segnalino in modo idoneo, queste percorrenze dalla viabilità automobilistica: in particolare la prevista pista ciclabile Asso-Bellagio . Occorre infatti ricordare il culto che collega il mondo ciclistico al Santuario della Madonna del Groppallo e che potrebbe sempre più trasformarsi, anche con manifestazioni sportive e popolari, in un momento di aggregazione e di incentivazione all’uso delle due ruote e ad una fruizione sportiva del Triangolo Lariano. 78 3. Il servizio pubblico esistente 3.1 Il Ruolo della Comunità Montana nell’attuazione della legge R.L. n°22 La legge della R. L. n.22 del 29/10/1998, che definisce le linee della riforma del trasporto pubblico in Lombardia, prevede agli articoli 3, 5 e 18 un esplicito coinvolgimento delle Comunità Montane affidando alle stesse sia un ruolo di programmazione che un ruolo di gestione. Nell’ambito della Programmazione le Comunità montane partecipano al “concerto” che le Province devono attuare per adottare il Programma Triennale dei servizi di competenza e che rappresenta, secondo l’art. 18, l’avvio del processo di elaborazione del Piano Triennale dei servizi che dovrà essere approvato dalla Regione. Questo inserimento delle Comunità nel processo di programmazione ha motivato, in sede di elaborazione del PSSE, l’attenzione al settore e la verifica, con tutti gli operatori della situazione del settore e delle sue prospettive. La Comunità possono, eventualmente, avere un ruolo anche come gestori di servizi acquisendo, con il contributo finanziario concesso dalla Regione ai sensi dell’art. 3, i mezzi per integrare i servizi esistenti: in modo da assicurare condizioni di accessibilità, in particolare ai portatori di handicap, invalidi ed anziani. Le Comunità inoltre sono chiamate a svolgere direttamente, o indirettamente nell’ambito di un accordo di programma con la Provincia, le funzioni ed i compiti della Regione in materia di impianti a fune. Questa specifica competenza, prevista dall’art.5, è importante per la Comunità del Triangolo Lariano dove vi è una importante installazione a fune ed esiste un preprogetto sulla fattibilità economica della realizzazione di un impianto in estensione allo stesso: che dovrebbe consentire, nella misura in cui se ne verifichi la compatibilità economica con la salvaguardia degli equilibri ambientali, di rendere più agevolmente utilizzabile un territorio vasto ed interessante. 79 3.2 Frequenza dei trasporti nel Triangolo Lariano con orario invernale 1998-99 Autoline S.P.T. ? La linea C30 Como-Bellagio lungo la sponda orientale lariana effettua in 70 minuti 22 corse feriali e 6 festive; da Bellagio a Como 20 feriali e 7 festive. L’orario feriale copre l’arco della giornata dalle 5.23 da Bellagio fino alle 18.55, mentre da Como dalle 6.25 alle 20.12.mentre nelle giornate festive le corse sono drasticamente ridotte a 4 corse in andata da Como alle ore 8.43 11.07- 12.13 – 14.09 -15.47 – 17.07 e 5 da Bellagio alle ore 7.11 - 10.01 12.36 - 16.11 – 17.06 – 18.55 ? La linea C 31 Como-Palanzo con 7 corse feriali e 2 festive di cui 2 sole dal 04-04-99 e la Palanzo-Como con 11 feriali e 3 festive collega Palanzo e Torno alla stazione F.S di Como in circa 20 minuti di percorso. ? La linea C32 Como-Piano del Tivano con 3 corse giornaliere feriali, e 3 festive, di cui 2 sole dal 04-04-99 e nell’opposto senso di marcia con 4 corse feriali e 3 festive, di cui 2 solo dal 04-04-99 in 90 minuti. L’accessibilità domenicale invernale è quindi limitata a un’andata e un ritorno, mentre in primavera le corse a/r sono 3. Decisamente più servito è il primo tratto della linea che serve Blevio, Faggeto, Careno e Nesso, con 12 corse a/r per la stazione di Como in 43 minuti. ? La linea C43 Como-Ponzate dispone di 22 corse in andata e 22 in ritorno (che si riducono nel periodo estivo a sole 7 corse), collega Como, Lipomo, Tavernerio e Ponzate in circa 25 minuti. ? La linea C40 Como-Erba-Lecco ha 49 corse feriali da Como a Erba (16 festive) e 44 da Erba a Como (15 festive) collegando la stazione F.S di Como a quella F.N.M.E di Erba in 30 minuti dalle 5.35 alle 22.51 con una media di una corsa ogni 30/40 minuti; nella direzione opposta Erba –Lecco vi sono 37 corse feriali e 14 festive e Lecco-Erba 42 corse feriali e 14 festive con inizio alle ore 6,40 in andata e ritorno fino alle 21,30 in 30 minuti di percorso. 80 F.N.M. Autoservizi ? La linea C49 Asso-Como-Stazione F.N.M.E serve non solo i comuni di Canzo, Longone al Segrino ed Erba con 10 corse in andata e 11 in ritorno nei giorni feriali e 4 festive in andata e ritorno ma dispone inoltre di 7 collegamenti Asso – Erba e 8 tra Erba-Asso feriali (2 festivi in andata e 2 in ritorno). L’arco giornaliero del servizio è dalle ore 5.50° alle 18.35r; con un tempo di percorrenza medio di 45 minuti. ? La linea C35 Asso-Onno-Bellagio collega la stazione F.N.M.E di Asso alla sponda occidentale del Ramo di Lecco passando per Visino, Candalino, Osigo e Maisano fermandosi ad Onno con 11 corse feriali in andata e 10 in ritorno, mentre nei giorni festivi le corse divengono 9 in andata (di cui 2 proseguono fino a Bellagio) dalle 6.00 alle 20.00. Il tragitto viene percorso da Bellagio ad Asso in 40 minuti, di cui 20 da Onno ad Asso. ? La linea C36 Asso-Guello-Bellagio collega invece Asso con Bellagio passando in Valsassina per Lasnigo, Barni, Magreglio, Civenna, Guello, Vispola con 2 corse feriali in andata e in ritorno e 4 festive in andata e 3 in ritorno, mentre il tratto Asso – Civenna è servito da altre 9 corse in andata in ritorno feriali e da 4 a/r festive. Con tempi di percorrenza dai due capisaldi eguali (40 minuti) alla linea C35, il servizio viene assicurato a tutti i comuni della Valsassina. ? La linea C37 Asso-Sormano con 10 corse giornaliere andata e ritorno e 9 festive assicura un collegamento circa ogni 80 minuti dalle 6.00 alle 18.00 tra la stazione F.N.M.E e Sormano, Caglio e Rezzago. ? La linea Erba–Cremnago C91 in andata e ritorno dispone di 13 corse feriali e di 2 festive di 20 minuti, con inizio alle 6,17 e termine ale 18,10 quale collegamento prevalentemente scolastico al liceo di Erba dai Comuni di Lurago d’Erba, Careggio e Cremnago. ? La linea circolare Erba–Orsenigo–Erba C 92 anch’essa di prevalente collegamento scolastico al liceo di Erba collega la stazione con Azzano – Orsenigo – Alzate in 25 minuti con 15 corse giornaliere. A.P.T. Lecco ? La linea Lecco – Bellagio D 10 della APT di Lecco collega la stazione di Lecco a Bellagio centro con 6 corse al giorno feriali e 3 festive in circa 60 minuti. 81 Navigazione Lago di Como: Aliscafi ? Sulla linea Como-Bellagio-Colico con fermata sulla sponda orientale anche a Lezzeno vi sono 6 corse feriali e 3 festive, nel senso contrario sempre 6 feriali e 3 festive percorse in 40 minuti. Esistono inoltre corse straordinarie dal 28-09 al 25-10 ? Il tratto Bellagio-Lecco ha due corse al giorno in entrambi i sensi con 22 minuti di percorrenza ? La linea Bellagio-Mandello effettua 2 corse in andata e 2 in ritorno dal lunedì al venerdì in 13 minuti. N.L.C.: Battelli: ? Sulla linea Como-Pognana L. con scalo a Tavernola, Cendia, Moltrasio, Torno e Urio si contano per Torno 18 corse al giorno feriali e 10 nei giorni festivi; nel senso opposto 20 corse feriali e 10 festive percorse in media in 30 minuti mentre per Pognana Lario da Como esiste una sola corsa serale ed in senso contrario 2 corse ( alle 7.10 e 17.56) percorse in circa 50 minuti. N.L.C. : Autotraghetti: ? Cadenabbia-Bellagio 32 servizi feriali dalle ore 6,10 alle 20,55 di cui una serale alle 21,25 fino al 24 Ottobre e 30 festive oltre a 4 corse serali fino al 25 Ottobre in circa 15 minuti . Nel senso opposto 30 feriali di cui una fino al 24 Ottobre e 31 festive a cui si aggiungono 4 corse serali, di cui l’ultima alle ore 23,20, fino al 25 Ottobre. ? Bellagio-Menaggio 15 servizi feriali dalle ore 6,25 alle 18,25 di cui 8 via Varenna, e 5 corse festive comprese 3 via Varenna in 15 minuti di percorso. Nel senso opposto 16 corse feriali con 5 via Varenna e 5corse festive con passaggio da Varenna per 2 di esse. ? Bellagio-Varenna 24 corse feriali dalle 6,25 alle 20 di cui 6 via Menaggio e 29 festive con 2 via Menaggio e 2 valide fino al 25 Ottobre percorse in 15 minuti. Nel senso opposto 25 festive delle quali 11 passando da Menaggio ed 1 da Cadenabbia e 29 festive con 3 via Menaggio e 2 in servizio sino al 25 Ottobre. 82 La linea urbana Como - Tavernola ? con mezzi ogni 20/30 minuti potrebbe interessare la Comunità Montana nella misura in cui Tavernola divenisse porta di accesso lacuale alla sponda orientale lariana: fruita quindi dai locali, oltre che dal turismo esterno proveniente dalla rete autostradale attestato al posteggio. Funicolare Como - Brunate G.S.T. ? Da Como e da Brunate partenze contemporanee con 49 corse festive e 56 feriali ogni 15/30 minuti dalle 6.00 alle 22.30 orario prolungato in estate fino alle 24.30, con 7 minuti di percorrenza, e fermate intermedie su richiesta a Como Alta e a Crescione ? Linea bus Brunate-Faro Voltiano-Capanna Cao in estate 26 corse festive e 17 feriali in andata e ritorno ed in inverno 13 corse festive in andata eritorno. Ferrovie Nord Milano - F.N.M.E. ? Sulla Milano-Seveso -Erba - Ponte Lambro - Asso 21 corse feriali e 18 corse festive dalle 5,52 alle 22.35 e sulla Asso-Ponte Lambro-Erba-Milano con 21 corse feriali e 16 festive dalle ore 4.55. alle 22.17 in 70 minuti di viaggio. Sulla stessa linea viaggiano anche i treni in servizio da Milano a Meda con una media di altre 22 corse a.e 22 r.. Interscambio F.N.M.E / F.S. ? A Merone le due stazioni non hanno interscambio diretto: l’interscambio con la linea FNME Milano-Asso può avvenire con la linea Lecco – Como che ha 6 corse andata e 6 di ritorno: Merone – Como/S. Giovanni in 30/35 minuti, Merone - Lecco in 25/30 minuti 83 Autolinee Erbesi ? Erba - Alpe dei Vicerè (h. s.l.m. 903) C 93 : con 2 corse festive invernali andata e ritorno che aumentano a 7 corse festive dal 01.05 dalle ore 9.30°. alle 18.30r. ? Erba - Bosisio Parini C95 : collega la stazione F.N.M.E di Erba con la stazione F.S di Merone fino a Bosisio Ospedale con 7 corse andata e ritorno dalle ore 6.55°. alle 17.00r. ? Erba – Cremnago C 91 : collega Erba con Monguzzo, Lurago d’Erba e Cremnago con 15 corse giornaliere andata e ritorno dalle ore 6.17°. alle 18.10r. ? Erba – Orsenigo – Erba C 92 : collega la stazione F.N.M.E di Erba con Anzano - Alzate - Albavilla con 15 corse feriali dalle 6.35 alle 19.05 ? Cantù – Anzano stazone – F.N.M.E. Erba C 86: collega Erba stazione con Cantù con 7 corse feriali andata e ritorno dalle ore 6.17 da Cantù alle 17.23 da Erba Peroni ? Erba – Caslino d’Erba - Erba C 94 : collega circolarmente la stazione F.N.M.E di Erba a Ponte Lambro e a Caslino con 7 corse giornaliere dalle ore 7.20°. alle 17.25r. ? La linea CC90 Erba-Mariago serve anche i comuni di Longone al Segrino e Proserpio con 17 corse giornaliere in andata e 16 in ritorno dalle ore 6.35° alle 18.50r in circa 15 minuti di percorrenza. 3.3 Flussi di traffico su Servizi Pubblici Il collegamento ferroviario ASSO-ERBA-MILANO, storicamente il più importante collegamento pubblico della Comunità del triangolo Lariano con il capoluogo, è gestito dalle F.N.M.E.spa. 84 La linea Asso-Bovisa è lunga 46,2 km (48,8 dalla stazione Cadorna) a binario semplice per 29 km doppio per 15 km e triplo per 1,9, con velocità massima 60 km/h Erba-Asso, 70 Arosio-Erba, 80 Arosio-Seveso e 90 Seveso-Bovisa, ha una percorrenza prevista in 63 minuti fino a Milano-Bovisa e in 70 minuti fino alla stazione Cadorna, anche se per problemi di esercizio, collegati all’età del materiale rotabile, sussistono ritardi nel servizio. La media è quindi di soli 46 km/h che non migliora con il servizio bus sostitutivo ASSO-MEDA di km 27,2 ( in 53 minuti contro i previsti 41 ferroviari) e che non è quindi più veloce alle percorrenze automobilistiche che spesso risentono dei rallentamenti dovuti ai semafori lungo il tratto Milano-Monza della superstrada per Lecco e degli incroci della statale per Erba. La media dei mezzi in ritardo è infatti secondo le FNME del 18,6% nel 1997 e di questi il 72% con ritardi fino a 5 minuti e solo del 5,6% con ritardi dai 16 minuti a oltre 30 minut: situazione che va progressivamente peggiorando per i continui guasti sulla linea . I km treni /viaggiatori sulla linea Milano-Asso sono 652.425 pari al 13,4% del totale delle F.N.M.E., con 13.360 corse annue (al giorno 38 feriali, 36 sabato, 31 festive). I dati dell’impianto viaggiatori danno una movimentazione in partenza da Canzo di 92.214 viaggiatori, da Canzo-Asso 172.991 e da Erba 405.040 mentre in arrivo risultano rispettivamente 84.391, 180.520, 402.254: in totale dai tre comuni in partenza 670.245 viaggiatori che corrisponderebbero nei giorni feriali (su 38 corse) a mediamente 1900 viaggiatori in partenza senza calcolare il calo di viaggiatori festivi e nei sabati e le riduzioni estive. I viaggiatori in arrivo nei centri della Comunità Montana sono invece 667.165 che danno, sulle 1336 corse annue una media di almeno 1855 viaggiatori in arrivo nei giorni feriali. Il movimento giornaliero feriale è quindi dell’ordine di almeno 1150 partenze da Erba, 260 partenze da Como e 490 da Canzo-Asso. Le entrate della linea Milano-Asso costituiscono nel dicembre ’97 il 12,3% del totale F.N.M.E.con una diminuzione di ruolo dello 0,2% rispetto all’anno precedente ed una perdita del 4,32%. Se applichiamo questo peso medio al n° passeggeri complessivo delle F.N.M.E. giornaliero pari a 116.000 passeggeri nel 1997 otterremo circa 14.000 passeggeri giornalieri sulla linea Asso-Milano con medie di 368 passeggeri treno che facilmente raddoppiano nelle ore di punta. 85 Con i problemi connessi alla capacità massima dei treni attuali (di 750 posti se con carrozze nuove e di 500 posti a sedere se con carrozze vecchie) e che saranno superati solo con l’inserimento dei nuovi convogli ad Alta Frequenza T.A.F., di cui uno dei primi 5 in arrivo viaggerà dal Maggio ’99 sulla linea AssoMilano, e che porteranno più confort, ma non maggiore velocità, per la vetustà ed il sovraffolamento del tratto Cadorna-Bovisa e dello snodo di Saronno. In totale sono in programma per il 2000, 19 T.A.F. su tutto l’esercizio. Le Nord potranno inoltre assicurare in futuro il nuovo collegamento con Malpensa. Le linee automobilistiche pubbliche che collegano Bellagio, Palanzo, Pian del Tivano, Erba-Lecco, Ponzate con Como sono gestite dalla S.P.T. . Per quanto attiene al servizio automobilistico pubblico, Erba è collegata sia a Como che a Lecco in circa 30 minuti dalla linea C40, che ha trasportato 2.284.086 passeggeri nel 1997 con un trend in lieve e costante diminuzione e con un movimento medio giornaliero di 6.250 fruitori che cala nei mesi estivi a 2150 passeggeri e sale a 7065 in periodo lavorativo distribuiti su 49 corse giornaliere in andata e ritorno verso Como con una frequenza quindi ogni 30/40 minuti, che assicura un collegamento diurno, mentre non esistono collegamenti notturni. La linea Bellagio-Como fornisce solo un servizio diurno di 20 corse feriali e solo 8 festive con termine alle 19 da Bellagio e alle 20 da Como: si tratta quindi di un servizio mirato alla popolazione locale ma che non incentiva ne il turismo residenziale ne quello giornaliero. Le fruizioni riscontrate scendono dai 409466 passeggeri del 1995 ai 369153 del 1997 con un decremento costante ma aumentato ulteriormente nell’ultimo anno all‘8,9% : si tratta di un movimento prevalentemente nei mesi non feriali, ma anche il movimento estivo flette nel 1997 del 10% scendendo a 35930 unità nei 2 mesi di luglio-agosto , quasi pari ad un movimento medio mensile invernale a dimostrare la scarsa integrazione turistica dei flussi estivi. Il collegamento di Como con Pian del Tivano è limitato a 3 corse in andata e 3 in ritorno feriali, mentre in inverno vi è una sola corsa festiva che non incentiva la fruizione da parte degli sciatori del mezzo pubblico: situazione che migliora a 3 corse dall’aprile per l’estate, mentre nelle tratte intermedie Como-Veleso e Como Zelbio le corse aumentano per rispondere alle esigenze dei pendolari . I viaggiatori trasportati dalle 30000 unità aumentano a 39000 unità annue negli ultimi due anni, mentre il flusso estivo cresce da 2105 a 2490 unità nel 1997. Queste due linee forniscono inoltre complessivamente un buon servizio locale ai comuni costieri di Blevio e Torno e Faggeto, assieme a quella per Palanzo. I viaggiatori trasportati su questa linea si aggirano con piccole flessioni attorno alle 70000 unità annue mentre aumenta il flusso estivo da 3260 a 5078 unità dal ’95 al ’97. 86 La linea da Como per Ponzate riduce invece da 57000 a 48500 i propri passeggeri con un calo che riguarda tutti i fruitori:dal 1995 al 1997 infatti la fruizione estiva e turistica passa da 5420 a 1244 unità. Complessivamente la mobilità pubblica su gomma da Como lungo le strade del Lario orientale e verso Erba è diminuita tra il 95/96 da 3.021.562 a 2.951.095 utenti e nel ’97 a 2.810.290: decremento che non ha riguardato la fruizione estiva e turistica che si attesta sui 173.900 utenti . In media quindi nei mesi lavorativi utilizzano questo servizio giornalmente almeno 9.100 persone, ma questo servizio non ha sostituito nuovi settori di domanda che utilizzano ancora il trasporto privato nonostante la difficile accessibilità veicolare dei luoghi . In Valassina le 2 linee della F.N.M. Autoservizi che collegano Asso con Bellagio passando all’interno, o via sponda occidentale del lago di Lecco, servono tutti i comuni del tracciato con frequenze diverse, 10 in andata e in ritorno all’interno, e solo 2 a. e r. feriali per via costiera, ma con altre nove corse fino a Civenna, assicurando sia la prima che la seconda un servizio fruito prevalentemente localmente come dimostra la scarsa consistenza dei flussi estivi, sempre più esigui e corrispondenti al 44% di quelli medi invernali: solo 5180 fruitori al ’97 sulla prima e 7870 sulla seconda con una diminuzione in due anni del 22%/25% . Al 1997 hanno utilizzato questo servizio pubblico 63339 e 115202 fruitori con una diminuzione attorno al 7% negli ultimi due anni: complessivamente quindi 165491 persone durante i mesi lavorativi con una media giornaliera di almeno 542 viaggiatori . La linea Asso Sormano risulta fruita soprattutto da studenti, anche se con un trend in calo tra il ‘96 ed il ’97 del 14%: in totale 50554 nel 1997 di cui 4106 estivi, pari al 50% del flusso medio invernale composto in media da 152 fruitori giornalieri. Il collegamento, solo diurno, con Como stazione FNME ed i comuni di Erba e Longone al Segrino è di 10 corse giornaliere feriali e ha frequenze quasi raddoppiate su Erba di cui 6 festive mentre solo 4 festivi vanno verso il capoluogo: si tratta di un servizio quindi indirizzato al trasporto di redenti che è andato diminuendo da 99447 fruitori nel 1995 a 82232 nel ’97 , con una fruizione estiva dimezzata pari a 3370 viaggiatori e con una media giornaliera negli altri mesi di 258 . Le linee che collegano Erba con i comuni dell’alta Brianza servono prevalentemente alla fruizione scolastica quale il liceo di Erba o sono di collegamento tra le stazioni F.S.e le F.N.M.E.di Merone e Erba, oltre a collegare con l’Alpe dei Vicerè per i fruitori del tempo libero. Sulla linea Cremnago Erba hanno viaggiato nel 1997 109739 persone di cui solo 1255 nei mesi estivi: con una media quindi di 350/380 persone, prevalentemente studenti, nei giorni feriali. 87 Hanno quindi utilizzato l’autoservizio pubblico in Valassina fornito dalle Autolinee F.N.M. per il loro spostamento complessivamente 421066 persone nel 1997 con una tendenza alla diminuzione del 10,5% rispetto all’anno precedente: anno in cui i fruitori erano invece aumentati da 453651 a 470767. La fruizione estiva in particolare cala complessivamente dal ’95 al ’97 del 18% a 21781 fruitori. In totale si sono serviti delle autolinee pubbliche per il loro spostamento 3.231.356 persone nel 1997 con una tendenza alla diminuzione del 5,5% rispetto all’anno precedente: anno in cui i fruitori erano diminuiti del’1,5% da 3.475.213 a 3.421.862. La fruizione estiva in particolare cala, dopo essere aumentata nell’anno precedente, dal ’96 al ’97 del 11,5% a 195.764 fruitori. La media giornaliera degli spostamenti su automezzi pubblici è quindi di almeno 9950 fruitori complessivamente nella Comunità Montana . Le linee lacuali che un tempo costituivano il collegamento principale delle località situate sulla costiera lariana orientale: Blevio, Torno, Riva (Faggeto), Pognana, Careno, Nesso, Lezzeno, Bellagio-S.Giovanni e Bellagio, tutte località che in passato disponevano di un imbarcadero in attività, si sono attualmente ridotte e toccano solamente le località di Bellaggio, Pognana Lario, Torno e Lezzeno, e diversificate. I migliori collegamenti tra Bellagio e la sponda occidentale del lago di Como (Menaggio e Cadenabbia) e orientale del lago di Lecco (Varenna) sono assicurati dal servizio di traghetto che impiega 15 minuti di percorrenza in tutte le 4 tratte con frequenza di un massimo di 32 (Cadenabbia-Bellagio) ad un minimo di 15 feriali (Bellagio-Menaggio) e da un massimo di 30 ad un minimo di 5 festive. La linea di battello che da Como risale il lago arriva solo a Pognana in 50 minuti toccando anche Torno (in 24 minuti), con 18°/20r corse feriali e 10° e r. festive. Bellagio con fermata anche a Lezzeno, è infine collegata a Como in 40 minuti con 6 corse feriali e 3 festive e a Colico in 45 minuti. Esiste infine un collegamento in aliscafo tra Bellagio e Lecco due volte al giorno in 22 minuti di percorrenza e Bellagio Mandello in 13 minuti anch’esso 2 volte al giono. I passeggeri imbarcati nel 1997 dai pontili della Comunità Montana sono stati 416248 e quelli sbarcati 522135 nel tratto di navigazione ascendente, nel tratto discendente rispettivamente 141553 e 34017: segno di una percorrenza di questa ascesa che si distribuisce su tutti i pontili, mentre in discesa si dirige verso il terminale (Como). 88 La media di incidenza del flusso diretto alla Comunità Montana è quindi del 3038% in ascesa e del 33-38% in discesa su tutto il flusso di fruitori della Navigazione Como. Si dirigono e sbarcano a Bellagio 76244 persone e se ne imbarcano 74639, da Torno 45288 e 45779. Lezzeno ha un flusso sulle 5000 persone, Nesso sulle 3500, Pognana sulle 1700, Blevio sulle 700 e Faggeto di sole 44 persone. Manca pertanto un collegamento lacuale tra le diverse località della sponda orientale lariana che faccia interagire i flussi da una località all’altra, quali ad esempio potrebbero essere svolti da piccoli battelli circolari. Potrà assumere sempre più in futuro importanza il collegamento pubblico con l’aeroporto di Malpensa, per il sempre maggiore ruolo di collegamento internazionale oltre che nazionale , attualmente da Como è stato istituito un servizio automobilistico della S.P.T. s.p.a. che collega in circa 60 minuti con 6 coppie di corse giornaliere feriali e 2 festive, con una propensione quindi più al servizio locale che non a quello turistico.E’ interessante, al fine di capirne la concorrenzialità con il mezzo privato, osservare il grafico dei tempi di percorrenza dei servizi pubblici da luogo di origine a luogo di destinazione: così Asso risulta collegata con autobus in 40 minuti sia a Bellagio che ad Erba, mentre la ferrovia impiega 12 minuti. Erba è quasi baricentrica tra Como collegata in 35 minuti e Lecco in 30 minuti, mentre con Milano il tempo si raddoppia a i previsti 60 minuti dalle FNME. Bellagio si collega a Como con l’aliscafo in 40 minuti e con autobus in 70 , mentre si collega, con invero poche corse, a Lecco in 22 minuti con aliscafo ed in 60 con autobus. Como si collega a Milano, e da qui gravitano sul Capoluogo i comuni della sponda lariana e pedemontani, con tempi variabili dai 35-45 minuti con le F.S. diretti in Stazione centrale, ai 60 dei treni pendolari diretti alla Stazione Garibaldi, ai 70 previsti dalle Ferrovie Nord per la Stazione Cadorna. 89 3.4 Ipotesi di Istituzione di una Circolare Lacuale nel primo bacino: Analisi della posizione della direzione di Navicomo L’ipotesi è di istituire una circolare via lago che colleghi a Como le località di : CERNOBBIO, MOLTRASIO, TORNO, BLEVIO E TAVERNOLA. L’orario proposto presenta le seguenti caratteristiche: primo arrivo a Como ore 07.30,ultima partenza da Como ore 19.40, cadenza delle corse15 minuti, nastro lavorativo ore 14.00, battelli necessari compresi quelli di riserva n° 3 motonavi tipo Promessi Sposi e n° 4 motoscafi tipo Rondine, personale necessario compreso le riserve n° 53. Le navi necessarie sarebbero disponibili nell’ambito della flotta di Navicomo, ma rappresenterebbero già la totalità delle navi disponibili per ciascuno dei due tipi,mentre il personale necessario rappresenterebbe il 40% di tutto il personale navigante attualmente e pertanto, per non smantellare servizi già in atto, si dovrebbe assumere altro personale. Il costo totale annuo del servizio ammonterebbe a circa 4-5 miliardi che si ridurrebbe ad alcuni miliardi se il servizio avesse cadenza di 15 minuti durante le fasce orarie di punta e di 30 minuti nelle ore di morbida. Poiché l’istituzione della “circolare”, è finalizzata a risolvere il problema del traffico automobilistico e dell’inquinamento atmosferico da esso determinato, nelle strade di cornice del primo bacino e nelle zone di Como interessate da detto traffico ci si deve domandare quanti autoveicoli devono essere eliminati per considerare risolto il problema e cosa si deve fare e se è possibile ottenere tale risultato. Per procedere nello studio di fattibilità è quindi necessario fissare un parametro di riferimento che quantifichi il numero dei veicoli transitanti, nelle zone prese in esame, durante l’intero arco della giornata e nelle varie fasce orarie e si dovrà quindi fissare il valore percentuale di abbattimento di detto traffico come traguardo da raggiungere rispetto ai costi che devono essere sopportati. Il servizio da istituire è finalizzato all’abbattimento del traffico automobilistico privato sia pendolare che saltuario: è necessario quindi conoscere la composizione di detto traffico per poter valutare quanta utenza possa essere interessata al servizio e quali siano le condizioni per rendere “gradito” detto servizio . L’offerta di un servizio di trasporto alternativo via lago può interessare unicamente quegli utenti che possono raggiungere gli scali della navigazione ed i luoghi di destinazione a piedi oppure con un altro mezzo pubblico e soprattutto quelli per i quali il tratto lacuale rappresenti un tragitto percentuale importante rispetto all’intero tragitto da compiere. 90 L’utente che decide di lasciare l’autoveicolo privato ed utilizzare il trasporto via lago, sa che deve affrontare una o più rotture di carico rivolgersi a più vettori pubblici soprattutto se la destinazione è all’interno del territorio. Quindi l’offerta del servizio per poter risultare gradita e tale da invogliare alcuni utenti ad abbandonare l’uso dell’autoveicolo proprio, deve soddisfare a molti requisiti: ? il trasporto intermodale offerto deve risultare globalmente non più scomodo del trasporto con l’auto privata: questo significa approntare ampi posteggi in prossimità degli scali, stabilire precise coincidenze fra i vettori, installare sale di attesa, facilitare l’acquisto dei documenti di viaggio; ? il trasporto intermodale deve presentare tempi di percorrenza compatibili con quelli ottenibili con l’auto privata: condizione necessaria sarà la perfetta coincidenza fra i vari vettori e la necessità di ottenere velocità commerciali più elevate ricorrendo a mezzi più veloci quali gli scafi plananti. ? il trasporto intermodale pubblico non deve risultare più costoso di quello privato. A tale proposito si deve osservare che tra i vari fattori, alcuni puramente psicologici, che determinano l’attaccamento all’uso dell’autoveicolo di proprietà, vi è anche l’errato modo di considerare il costo dell’impiego. Infatti raramente il proprio autoveicolo viene considerato come mezzo per la produzione del reddito personale e come tale messo in conto nel bilancio familiare. Poiché il trasporto pubblico intermodale comporta necessariamente un costo pari alla somma delle tariffe praticate dai vari vettori interessati, si pone la necessità di considerare l’integrazione tariffaria come elemento importante per il gradimento del servizio pubblico, ed altro elemento da tenere in considerazione è la gratuità del parcheggio, da concedere, ad esempio, dietro presentazione dei documenti di viaggio sui mezzi pubblici. La situazione di ciascun scalo, interessato dalla “circolare”, è stato esaminato dalla Navicomo nel dettaglio pervenendo alle seguenti conclusioni: ? a MOLTRASIO: Non esiste uno spazio vicino allo scalo per la realizzazione di un idoneo parcheggio. Sulle corse di battello effettuate nelle fasce orarie di maggior traffico, la media giornaliera dei passeggeri è di 9 persone. Dette persone provengono tutte dalla parte bassa del paese e, una volta a Como, raggiungono la destinazione finale a piedi. ? a CERNOBBIO: Le possibilità di parcheggio nelle vicinanze dello scalo sono limitate; circa 60-70 autovetture possono trovare posto lungo la via Monti e la via Erba ma su questi posti, attualmente senza limitazione di orario, incombe il preannunciato provvedimento del disco orario. 91 ? a TAVERNOLA: La località in questione rappresenta certamente il punto più interessante del sistema; a Tavernola infatti converge il traffico proveniente dalla via Regina, dalla SS 340, dalla Svizzera e dall’Autostrada. Nelle ore di punta le code verso Como si formano proprio con l’inizio del semaforo di Tavernola posto in prossimità dello scalo. Pertanto la realizzazione del parcheggio, immediatamente a monte del punto di formazione delle code ed in prossimità dello scalo, rappresenta certamente una soluzione ottimale. Purtroppo le capacità del parcheggio sono limitate ed ormai, nelle giornate lavorative, risulta saturato. Attualmente i passeggeri in transito allo scalo nelle ore di punta della mattina, assommano a circa 80 unità; di queste una trentina raggiungono il pontile a piedi e cinquanta lasciano la macchina nel parcheggio predisposto. Relativamente alla provenienza degli utenti del parcheggio, si osserva che anche una certa percentuale proveniente da località più lontane poste in genere sulla SS 340. Sembra quindi che Tavernola, ultimo scalo prima di Como, rappresenti il punto ottimale di interscambio fra auto private e trasporto pubblico; in effetti questo era facilmente intuibile considerando la posizione della località in relazione all’accesso di Como. La realizzazione di un grande parcheggio, circa 400-500 autovetture, avrebbe certamente rappresentato una condizione molto favorevole per la decongestione del traffico veicolare nella zona. ? a TORNO: Da tempo, il baricentro di tutte le attività sociali e lavorative, si è spostato verso la parte alta dell’abitato sviluppandosi, a monte della strada statale 583. La richiesta di trasporto pubblico, derivante in massima parte dalla popolazione studentesca, è soddisfatta interamente dal trasporto su gomma che, fra l’altro, effettua molte fermate lungo l’abitato raccogliendo praticamente gli utenti porta-porta. L’interesse per il trasporto via lago è, allo stato attuale, praticamente inesistente; le persone trasportate quotidianamente con le corse della prima mattina non sono più di 3 o4 e risultano essere tutti abitanti della zona a lago. 92 Non esiste la possibilità di realizzare parcheggi nella zona del pontile e quelli esistenti nella parte alta dell’abitato sono ormai saturi; comunque il percorso da effettuare a piedi dai parcheggi al pontile è disagevole e tale da scoraggiare l’interscambio fra il mezzo privato e quello lacuale. Vi è inoltre da osservare che nel tratto Torno-Como, il tempo di percorrenza via lago è il triplo di quello impiegato con l’automezzo privato. Per quanto sopra si ha motivo di ritenere che proporre lo scalo di Torno come punto di interscambio fra il trasporto privato su gomma e quello pubblico via lago, sia evidentemente insostenibile. ? a BLEVIO: Vale quanto osservato a proposito dello scalo di Torno.In questo caso i passeggeri che usano il battello quotidianamente sono, relativamente a tutta la fascia oraria della mattinata, circa 6-7 persone.” L’indagine condotta da Navicomo prendendo come riferimento il trimestre Ottobre ‘92- Dicembre 92 ed intervistando tutta l’utenza degli scali di Moltrasio, Cernobbio, Tavernola, Torno e Blevio ha fornito i seguenti dati: ? Media giornaliera: delle presenze sulle corse discendenti verso Como delle presenze sulle corse ascendenti da Como dei passeggeri pendolari che usufruiscono delle corse discendenti verso Como nella fascia oraria mattutina ? Distanza dall’abitazione al pontile: - meno di 500 mt. 36% - da 500 mt. A 2 km. 44% - oltre 2 km. 20% ? Come raggiunge il pontile a piedi: con automezzo privato 58% con automezzo pubblico 42% ? Distanza della destinazione finale dallo scalo di Como: meno di 500 mt. da 500 mt. A 2 km 39% 39% oltre 2 km. 8% ? Come raggiungere la destinazione finale a piedi 94% con automezzo pubblico 6% 250 200 150 93 ? Quante volte si reca a Como durante la settimana tutti i giorni 24% tutti i giorni lavorativi 59% i giorni festivi // saltuariamente 17% Le conclusioni a cui giunge la Navicomo sono le seguenti : “il traffico che si svolge nel primo bacino è decisamente contenuto; non più di 450 passaggi giornalieri in tutto il bacino originati da circa 150 passeggeri pendolari provenienti per la quasi totalità dalla riva occidentale (Cernobbio - Tavernola – Moltrasio); insignificante il traffico con la riva orientale (Torno – Blevio). Per quanto riguarda le caratteristiche si può rilevare quanto segue: la maggioranza dei pendolari risiede in località poste entro un raggio di 2 km. dallo scalo, di questi il 42% raggiunge lo scalo con autovettura propria mentre il 58% lo raggiunge a piedi. Il 92% ha come destinazione finale un luogo contenuto entro un raggio di 2 km. dallo scalo di Como ed il 94% raggiunge la destinazione a piedi. Il bacino interessato dalla “circolare” presenta due diverse realtà. La riva orientale, quella dove sono situate Torno e Blevio, è caratterizzata da una organizzazione territoriale il cui baricentro si è collocato decisamente a monte allontanando, di conseguenza, l’interesse della popolazione dal lago nel suo complesso. Le difficoltà nel raggiungere gli scali della Navigazione e l’impossibilità di realizzare parcheggi nelle vicinanze dello scalo, esclude qualsiasi possibilità di considerare Blevio e Torno come punti di interscambio fra l’auto privata ed il mezzo lacuale. Pertanto la richiesta di trasporto via lago è limitata ad alcune unità giornaliere interessate soprattutto all’attraversamento con la sponda di Cernobbio – Tavernola Per quanto riguarda la sponda occidentale si riscontra un certo interesse al servizio la dove esistono posteggi di interscambio, ma con un’utenza limitata di 60,70 automobilisti : il tutto non supporterebbe i costi di questo nuovo servizio. 94 Queste conclusioni fanno riferimento, per come è impostata l’indagine, ad un’utenza solo locale e non turistica, e non considerano apporti innovativi che mutino la situazione, quali potrebbero essere non solo la creazione di nuovi parcheggi collegati con gli scali, ma la creazione e la pubblicizzazione di differenti pacchetto complessivi, differenziati per tipo di domanda ( studentesca, pendolare, saltuaria, turistica) che vendano un servizio con un’immagine efficiente, vantaggiosa, ma anche culturalmente allettante e che in un tempo limitato, supportato dall’investimento pubblico, potrebbero divenire patrimonio di conoscenza diffusa. 4. L’Accessibilità a Brunate 4.1 Strutture esistenti ed in progetto L’accessibilità al Comune di Brunate ed al suo comprensorio montano può essere assicurata a diversi livelli: 1) Il primo e più importante livello è svolto dalla FUNICOLARE che in 7 minuti di percorrenza collega Como a Brunate e che dopo il notevole incremento di fruitori avutoall’inizio degli anni 90’ ( nel 91 erano stati emessi 195.784 biglietti con 874.971 passeggeri: in media 16826 a settimana e 2400 al giorno), aveva visto calare notevolmente il flusso negli anni 92/95, anche a seguito di chiusure per lavori di riqualifucazione dell’impianto, fino a 697487 passeggeri ( in presenza di una emissione stabilizzatasi sui 176408 biglietti) per poi risalire a 763.391 persone trasportate ( 14680 in media a settimana) con un incremento del 9,4% a fronte di un più vistoso incremento, pari al 20%, dell’emissione dei biglietti. Se consideriamo che già nel 1991 erano 339 i lavoratori diretti a Como e 23 a Milano, si presume con mezzi pubblici, ed uscivano dal comune 292 studenti direttia Como,Gerenzano,Bosisio Parini e Milano, ed entravano 42 lavoratori , circa 690 persone avrebbero potuto utilizzare la funicolare giornalmente (pari a 3150000 corse/passeggeri ) mentre risultavano, sempre dalla rilevazione ISTAT del 1991, utilizzare questo mezzo 183 lavoratori e si presume l’80% degli studenti pari a 230 fruitori più i 42 lavoratori in entrata per un totale di 455 fruitori residenti e 209000 corse/passeggeri. Al 1996 il dato di circa 900 residenti con abbonamento mensile o annuo è quindi più che in linea con l’evoluzione delle tendenze in atto e segna un importante sviluppo della fruizione del mezzo poichè nel frattempo la popolazione residente è solo lievemente calata. 95 Se alle 400000 corse dei residenti con abbonamento si sommano gli spostamenti festivi, quelli per altri motivi ( shopping, servizi, ect.), quelli dei residenti che non svolgono attività lavorativa: pensionati, casalinghe, bambini inferiori ai 6 anni ecc..., che potrebbero essere in prima approssimazione, con almeno 2 corse al mese su 500 persone, pari a 12.000 corse aggiuntive e ad un totale di 412.000 corse/passeggeri residenti al ‘ 97. Ne risulta in media che al 1997 3514000 corse/passeggeri riguardano una fruizione (a + r) di altre 175500 persone . Como con una popolazione di 86.000 abitanti potrebbe già offrirne la metà con una visite all’anno per cittadino. Ne deriva che i flussi turistici esterni coprono circa 175.000 corse pari a meno di ¼ dell’attività della funicolare che è anche collegata con le F.N.M.E per speciali biglietti turistici. 2) Un secondo livello è quello della linea urbana automobilistica CC5 ComoCiviglio che collega il lungolago Trieste con Garzola Sup.-Civiglio e da lì è possibile raggiungere a piedi Brunate ed il sistema dei sentieri. 3) Un terzo livello di accesso è la strada provinciale Tavernerio, S. Nicola, Brunate che potrebbe disporre di un parcheggio, già prevista dal P.U.P. di Como del ‘95, per circa 100 macchine in località S. Nicola, località da cui i turisti potrebbero accedere a piedi ai sentieri o a Brunate. 4) Un quarto livello è la fruizione automobilistica privata con destinazione Brunate, da considerare prevalentemente per i residenti e che utilizza prevalentemente la strada Comunale, anche se resta nelle aspettative dell’Amministrazione Comunale il completamento della strada provinciale. Questo accesso automobilistico deve confrontarsi con la realtà oggettiva della conformazione morfologica e storica dell’abitato di Brunate nel quale la sezione delle strade è molto ridotta e i parcheggi a disposizione sono spesso fruiti anche dai residenti che non dispongono di un parcheggio proprio, anche perchè residenti in case antiche, (risultano costruite prima del 1919 il 42,9% delle case occupate al 1991) mentre solo il 26% delle abitazioni occupate è stato costruito dopo il 1961 si presume prevedendo parcheggi interni. Questa situazione e la qualità ambientale dei luoghi sconsiglia per quanto possibile ulteriore accessibilità automobilistica, dirottando la fruizione turistica se possibile sugli altri livelli di accessibilità, magari collegando i posteggio di S. Nicola, Civiglio, quelli previsti nell’area artigianale, con un bus navetta al comune. 96 Potrebbe rimanere invece al servizio delle attività di ristorazione e ricettivo presenti nel comune sia il parcheggio nella piazza a lato della funicolare: per il quale si potrebbe anche prevedere un sistema di prenotazione anche per eventi speciali ( matrimoni, funerali, feste ecc.....) sia in parte il futuro autosilo comunale. In tal senso và ricordato che il sistema dei parcheggi di Como ha attuato nell’area di Viale Geno un’area accessibile a pagamento che prevede 275 posti macchina di cui 150 a disposizione per i visitatori, con tariffe urbane di prima fascia (Centro Storico £ 2000 prima e seconda ora, £ 3000 terza ora), ma con una tariffa urbana di seconda (prima ora £ 1000, seconda £ 2000) o di terza (£ 3000 per 24 ore) esistono o sono in progetto 8 parcheggi in area centrale per più o meno 2800 posti macchina, 3 parcheggi sub-centrali (Como Borghi, zona Ticosa , Stazione S.Giovanni) per 900 posti macchina anche di interscambio con le ferrovie Nord e le F.S., e 6 posteggi di interscambio (Tavernola con oggi 150 posti e in previsione 600; Val Mulini, Scalabrini, Località Laguzza, Località Lazzago, di collegamento con le F.N.M.) che potranno garantire altri 2000 posti. In particolare l’attuazione del parcheggio multipiano a Tavernola potrebbe, in collegamento con il servizio di navigazione (vedi anche attuazione nuova servizio circolare lacuale), diventare un pacchetto di servizio per l’accessibilità turistica privata: auto + battello + funivia per Brunate. Sicuramente un altro elemento portante di pianificazione è quello di stimolare la riqualificazione degli immobili incentivando la realizzazione di posteggi interni ove assenti, anche in cooperativa, ed un rilascio di nuove autorizzazioni edilizie solo sulla base di idonei standard di parcheggio e di accessibilità viabilistica. 4.2 La Funicolare di Brunate Costruita nel 1894, più di cent’anni fa su progetto dell’ing. Venegoni, la funicolare Como-Brunate supera in 1084 mt. di lunghezza un dislivello di circa 500 mt., portando i fruitori dal contesto urbano di Como al bacino naturale che da Brunate si apre sulla dorsale montana del Triangolo Lariano. Le due carrozze da 70 passeggeri superando in alcuni punti una pendenza del 55% coprono il tragitto in 6,30 minuti con 49 corse feriali e 56 festive con una portata massima quindi di 6800/7800 persone al giorno pari a 2.400.000 persone annue. Se si considera che nel 1997 il servizio è stato utilizzato da 763.000 passeggeri la fruizione attuale del servizio è pari al 32% delle potenzialità ed essendo stati emessi 212.574 biglietti si potrebbe considerare che indicativamente 200.000 passeggeri hanno usufruito di andata/ritorno e 8000 di abbonamenti mensili pari a 800 persone annue. 97 In realtà gli abbonamenti mensili sono stati nel 1997 400/450 e quelli annuali 500 pari quindi al 50/53 % della popolazione residente a Brunate. L’impianto della funicolare è stato totalmente rifatto e adeguato alle attuali norme di sicurezza nel 1981 e viene costantemente rinnovato: la sua portata può quindi essere ulteriormente sfruttata dalla fruizione turistica che come vedremo, potrebbe essere incentivata superando gli attuali ostacoli di accessibilità da Como e promuovendo l’integrazione di più sistemi di trasporto, ad esempio ferrovie Nord + funivia o auto + battello + funivia o autobus +- funivia, etc...., con pacchetti turistici a tal fine predisposti. Il piazzale, di proprietà della Funicolare, che è stato rifatto a monte non può che essere considerato, per le ridotte dimensioni (20 posti auto) utile solo per esigenze temporanee ed eccezionali (manifestazioni, cerimonie, ecc....) o su prenotazione per i fruitori degli esercizi di ristorazione o alberghieri. Infatti la nascita della attrattività di Brunate è legata agli alberghi insediatesi alla fine dell’800, ma, dopo che la Società Grandi Alberghi ha ceduto le sue proprietà, attualmente destinati ad altri usi, la struttura alberghiera di Brunate si è notevolmente ridotta. E’ aumentata quindi la funzione residenziale per le qualità climatiche, dovute ad un soleggiamento ottimale, ed ambientali (vedi anche la vastità del panorama) funzione che da un lato può incentivare una riqualificazione del costruito, dall’altro può creare, come negli anni 60/70 situazioni sia urbanistiche che edilizie tipologicamente scorrette. La riqualificazione sia dell’edificato che del nucleo urbano possono costituire, assieme all’incentivazione della vocazione turistica per escursionismo, passeggiate ed ospitalità i punti di forza di una nuova fruizione. Al 1991 risultavano infatti non occupate il 36% delle abitazioni e di queste ben il 82,5% era utilizzata per vacanza: 316 abitazioni quindi su un totale di 1059 costituiscono una vocazione storica che và supportata ed integrata con le nuove necessità ed esigenze del turismo verde moderno. L’Amministrazione Comunale sia per residenti che per i turisti stà predisponendo la realizzazione di un autosilo con due piani interrati e prevede la realizzazione di un altro posteggio nell’area esterna artigianale al fine di decongestionare un sistema viario storico inadeguato alle funzioni di sosta. Il tentativo è di riequilibrare la funzione insediativa e del comune, con una funzione produttiva rivolta prevalentemente alla fornitura di servizi turistici diversificati per le diverse tipologie di fruitori :dal turimo residenziale colto, che apprezza il patrimonio di ville liberty e le iniziative culturali , al turismo verde di escursionismo giornaliero. 98 L’obiettivo è di creare una fidelizzazione nella fruizione legata ad un’immagine di Brunate quale località turistica pregiata, storica ma dinamica, che sostenga economicamente una permanenza di residenti con i servizi sociali, culturali, sportivi che forniscano alla comunità una qualità di vita moderna. Si tratta cioè di riequilibrare il rapporto con Como, specializzandosi ma rendendosi anche in parte indipendenti. In tal senso occorre valutare la molteplicità di progetti esistenti: il nuovo impianto di risalita fino alla Capanna C.A.O., il progetto di segnalamento delle passeggiate predisposto dalla Pro Loco, e il sistema di Parcheggi predisposto dal Comune di Como, ma potranno andare anche le iniziative comunali di sostegno all’attuazione di una riqualificazione ambientale e di incentivazione della fruizione turistica attraverso pacchetti turistici comprensivi sia dei costi dei mezzi di trasporto che degli eventuali parcheggi, che della eventuale ristorazione e ospitalità. 4.3 Il Progetto di Impianto a fune Brunate - Faro Voltiano – Capanna C.A.O. elaborato dalla G.S.T. La società che gestisce la funicolare Como-Brunate e che ha organizzato il servizio di bus sul percorso Brunate-Faro Voltiano-Capanna C.A.O. ha predisposto un pre-progetto per avviare la verifica di fattibilità della realizzazione di un impianto a fune sostitutivo del collegamento automobilistico di Brunate con la capanna C.A.O. L’impianto a fune consentirebbe, ai turisti che raggiungono Brunate con la funicolare, di salire con sistemi di trasporto non motorizzati al faro voltiano ed alla capanna C.A.O., riservando in modo esclusivo l’utilizzo della viabilità esistente ai pedoni ed alle mountain bike con evidenti effetti positivi sia sul mantenimento dell’attuale tracciato, che si sta degradando per l’eccessiva fruizione automobilistica, sia sulla riduzione dell’inquinamento generato nell’ambiente e nella atmosfera dall’utilizzo delle automobile. La lunghezza complessiva dell’impianto ipotizzato è di 1700 metri per il superamento di un dislivello di 250 metri che consente ai turisti di accedere, sostanzialmente in quota, ad un sistema di percorsi pedonali di straordinario interesse. 99 L’impianto non è finalizzato solo al servizio dell’utenza attuale ma, integrandosi con la funicolare e con il sistema dei trasporti della F.N.M.E. a rappresentare nel complesso, una attrattiva in grado di generare essa stessa flussi turistici incrementali. Questi dovrebbero, in una prima fase, essere smaltiti da una capacità oraria di trasporto di 216 persone, incrementabili a 432 persone, valori compatibili con quelli relativi alla funicolare Como-Brunate. Successivi approfondimenti progettuali consentiranno di analizzare tutti gli aspetti dell’impatto ambientale dell’impianto, la sostenibilità economica dei conti che la sua realizzazione ( 7mld ) comporta, ma soprattutto se il sacrificio ambientale richiesto al comune produrrà un contraccambio economico che lo ripaghi, o farà divenire Brunate solo un luogo di passaggio dei flussi di traffico indotti. Attualmente (1996-97) il servizio esterno di autobus che collega Brunate a S.Maurizio porta in un anno più o meno 22.800 persone di cui circa 21.000 tra Gennaio e Settembre: nello stesso periodo del 1998 vi è stata una flessione del flusso a 17231 passeggeri. 4.4 Il ruolo del Sistema di posteggi a Como Como rappresenta una delle porte naturali di ingresso al Triangolo Lariano le cui scelte influenzano l’accessibilità a tutto il comprensorio della costiera orientale. Nel Piano della Mobilità del 1992 il Comune di Como ha affrontato il problema dell’accesso alla riva est del lago definendone la valenza a scala sovracomunale, su cui formulare delle proposte sia perchè costituisce un punto obbligato di accesso alla sponda orientale sia perchè potrebbe essere il Comune stesso il primo beneficiario di un recupero ambientale della zona. L’attuale situazione critica, nei giorni festivi della bella stagione, di attraversamento della città da parte dei traffici turistici diretti al lago è senza dubbio da modificare, ma la realizzazione di una ipotizzata galleria passante che colleghi la via Briantea con la sponda del lago, evitando l’attraversamento della città, viene considerata estremamente pericolosa per il futuro urbanistico ed ambientale della Sponda Est del Lago. “La realizzazione della galleria affermerebbe l’accessibilità automobilistica al lago, accessibilità automobilistica che risulta nettamente in contrasto con la struttura morfologica ed insediativa di questa zona. La sponda est del lago dovrebbe costituire una zona parco e fruibile come tale.” 100 Viene quindi proposto un accesso automobilistico limitato ai soli residenti mentre l’accessibilità turistica dovrebbe avvenire con minibus o con battello, utilizzando le strutture di parcheggio di interscambio già esistenti o previste sulla sponda opposta del lago. “La valenza ambientale di questa ipotesi risulta evidente: la sponda est del lago diverrebbe una zona parco e rappresenterebbe la naturale passeggiata di Como. Ma questa ipotesi può avere anche una forte valenza turistica.” Si considera infatti la vocazione dei luoghi inadatta ad una forte accessibilità autoveicolare. Nel Piano Generale del Traffico Urbano del 1996 la città di Como si è data come obiettivi: ? Miglioramento della mobilità pedonale e ciclabile ampliando la funzione pedonale della Zona a Traffico Limitato, in particolare lavorando sul miglioramento dell’efficienza del controllo degli accessi ed individuando le connessioni tra gli itinerari della pedonalità ricreativa e la zona pedonale centrale. Recupero al privilegio pedonale degli assi e delle aree particolarmente vulnerabili oggi interessate da traffico eccessivo, laddove sia possibile individuare itinerari alternativi per il trasporto privato. ? Miglioramento della mobilità sui mezzi collettivi fondata sulla revisione del sistema di preferenziazione centrale, che deve essenzialmente confermare e rafforzare il percorso centrale e sui principali assi di adduzione a quest’ultimo, confermando il ruolo centrale della Stazione FS di S. Giovanni, quale punto di interscambio ad elevatissima accessibilità internazionale, regionale, provinciale ed urbana del trasporto pubblico, con l’attestamento delle linee su gomma. ? Riorganizzazione della circolazione privata con interventi di fluidificazione concentrati sulla viabilità individuata come primaria dal PUT, liberando spazi per il trasporto pubblico, per la mobilità pedonale e ciclabile. ? Riorganizzazione della sosta in Convalle con gestione della sosta e un suo dimensionamento, regolamentazione e tariffazione che deve favorire la residenza, consentire il recupero di aree di pregio ambientale, favorire le attività economiche del centro. Essa vuole configurarsi inoltre come vero e proprio strumento di governo della domanda. 101 Se si escludono le situazioni di privilegio pedonale del Centro Storico e della passeggiata a lago da Villa Olmo a Villa Geno, passante per la stazione della funicolare di Brunate, poichè la rete stradale urbana non garantisce al traffico pedonale un adeguato livello di sicurezza e confort, è stata individuata la necessità di intervenire con piani particolareggiati per creare un continuo e confortevole sistema pedonale. Prevedendo tra le altre cose l’individualizzazione degli assi forti pedonali (passeggiata villa Geno- villa Olmo, via Milano da S. Rocco a Porta Torre, via Monti ed infine via Garibaldi-Gallio); su tali assi, caratterizzati da forti flussi di pedoni, si interverrà mantenendo una forte caretterizzazione pedonale, eliminando ove possibile le barriere architettoniche, mitigando i conflitti col traffico motorizzato, facilitando e mantenendo con particolare cura gli attraversamenti, garantendo un’ampia sede pedonale e realizzando arredi funzionali adeguati. Il Piano punta inoltre al recupero e alla valorizzazione del sistema dei sentieri della corona collinare che delimita la Convalle: a est quelli che collegano il Centro Storico con gli abitanti di Blevio, Brunate, Civiglio, Garzola e Camnago e che consentono lungo il percorso di crinale del Triangolo Lariano di raggiungere Bellaggio, a sud quelli che attraverso la Val Basca collegano il quartiere di Lora con quello di Albate Trecallo, a ovest quelli della Spina Verde, oggi facilmente accessibili solo da Camerlata, Breccia e Prestino, ma per i quali è importante recuperare gli accessi diretti da Convalle in zona S. Abbondio e S. Marta, a nord quelli di Cardina che si sviluppano fra i quartieri di Tavernola, Sagnino e Monte Olimpino. Nel Programma Urbano dei Parcheggi del 95’ è stata individuata sulla Provinciale Tavernerio-Brunate un’area di parcheggio, qui allegata, limitrofa a S. Nicola per i fruitori dei sentieri del Triangolo Lariano. Per quanto attiene al sistema dei parcheggi esso è stato strutturato su tre zone di pagamento (da centro a periferia) con costi orari che privilegiando nel centro la sosta breve e incentivino il posteggio per più ore nelle aree subcentrali scelte in funzione della loro accessibilità o interscambio con gli altri sistemi di trasporto (dalle £ 2000 per la prima e seconda ora e £ 3000 per la terza in centro, alle £ 1000 per la prima ora e £ 2000 per la seconda ora, alle £ 3000 per tutto il giorno) e garantendo ai residenti posteggi riservati previo pagamento di una quota annua di contrassegno. In totale esistono e sono in parte in progetto: ? 8 parcheggi in zona centrale per circa 2800 posti macchina ? parcheggi subcentrali (Como Borghi, zona Ticosa, stazione S. Giovanni), per 900 posti macchina 102 ? e altri 6 posteggi di interscambio (Val Mulini, Scalabrini) tra i quali estremamente interessante è la previsione di un parcheggio multipiano per 600 posti auto (attualmente 150 p.a.) a Tavernola che potrebbe divenire un accesso privilegiando a Como Nord e via acqua, con la realizzazione di una circolare, a Como-Centro ed a Brunate. 4.5 Piano di segnalamento per passeggiate ed escursioni da Brunate Il “Piano di segnalamento” per passeggiate ed escursioni da Brunate, studiato per la Pro Brunate dall’Ing. PierAntonio Lorini e redatto in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, intende valorizzare il sistema escursionistico e le strutture turistico-ricettive del settore sud-occidentale del Triangolo Lariano. L’area montana del Triangolo Lariano, grazie al servizio offerto dall’impianto funicolare di Brunate, può essere meta, sia di brevi e rilassanti passeggiate (sono in vigore tariffe “urbane” per i residenti nel capoluogo di provincia) che punto di partenza per escursioni anche impegnative lungo la dorsale Brunate - Monte Bolletto - Monte Palanzone - Monte S.Primo - Bellagio. La funicolare, ammodernata alle normative per la sicurezza d’esercizio, consente di superare un dislivello di m. 500 in pochi minuti, favorisce un approccio ecologico, utilizzando energia elettrica, all’ambiente montano, ma è dunque auspicabile che l’attuazione del piano venga anche accompagnata da interventi di limitazione del traffico motorizzato (almeno nei giorni festivi) affinché non solo i sentieri ma anche le strade del paese, di pregio ambientale non di ridotta sezione, siano fruite pedonalmente. In tal senso occorrerà trovare un accordo tra le varie Amministrazioni Comunali territorialmente coinvolte con una intesa che origini poi un accordo di programma sugli interventi. Obiettivo del piano è infatti quello di facilitare la fruizione dei sentieri che collegano Brunate ad altri caratteristici insediamenti di promontorio che si affacciano sul lago (Palanzo , Lemna, Molina, Piazzaga, MontePiatto) o sulla Brianza (Gilesca, Ponzate, Scivei e Visigna). I percorsi storici si diramano dal primo tronco del percorso di crinale BrunateBellagio e sono facilmente accessibili, da Milano e da Como grazie alle Ferrovie Nord Milano - Funicolare - autolinea Brunate/S. Maurizio/ C.A.O. in estate e nei giorni festivi. 103 E’ stato sviluppato fino ad un livello esecutivo un primo lotto funzionale per l’installazione della segnaletica, con facili itinerari dell’area che ha come vertici Como Centro, Civiglio, Scivei, Monte Uccellera, Monte Piatto, Alpi di Blevio e località i “Piani” di Brunate e individuando il grafo dei percorsi, sul quale sono stati identificati gli itinerari e le singole intersezioni principali e dove porre i segnali di indicazione. I punti di partenza e le indicazioni principali sono: ? dalla Stazione Funicolare (m.700 s.l.m.) con indicazioni per: Bellagio; San Maurizio; sorgente Pissarottino; MontePiatto (per Alpi di Blevio); Como (per Falchetto o Carescione); Como (per S. Donato); San Nicola (per Visigna e Scivei) e San Antonio; ? da San Maurizio, fermata bus Brunate-S. Maurizio-C.A.O., m. 875 s.l.m. con indicazione per: Bellagio; Monte Uccellera-C.A.O.; sorgente del Pertugio; sorgente Regonda; Visigna e Brunate (per S. Antonio); ? dal Piazzale C.A.O. (capolinea bus Brunate-S. Maurizio-C.A.O. m. 1000 s.l.m.) con indicazione per: Bellagio; San Nicola; Visigna; Brunate (via S. Antonio); Brunate (via S. Maurizio); ? da Civiglio, Piazzale V° Alpini, capolinea bus Como Civiglio con indicazione: Brunate; San Maurizio (per S. Antonio); Monte Uccellera C.A.O. (per Visigna); Monte Uccellera - C.A.O. (per S. Nicola); ? da San Nicola , parcheggio strada Provinciale n. 37, m. 660 s.l.m. con segnalazione per: Brunate (per Scivei e Visigna); Monte Uccellera - C.A.O. I sentieri individuati sono 17: ? quattro da Brunate per: MontePiatto (per Alpi di Blevio), sorgente Pissarottino, sorgente Regonda, San Maurizio; ? tre da San Maurizio per: sorgente Regonda,C.A.O., sorgente del Pertugio; ? tre da C.A.O. per: San Nicola, Visigna, Brunate verso S. Antonio; ? due da San Maurizio per: Brunate verso San Antonio e verso Visigna; ? una da San Nicola verso Brunate per Scivei e Visigna; ? una da Civiglio verso C.A.O. per S. Nicola; ? tre da Brunate verso Como per S. Donato o per Carescione o per Falchetto). 104 5. Indagine sullo Stato della Viabilità della Comunità Montana Un’indagine potrebbe essere condotta dalla Comunità montana con rilevatori localizzati sulle percorrenze, attraverso la distribuzione di questionari, o effettuata telefonicamente, e potrebbe riguardare i seguenti aspetti del sistema viabilistico di parte o dell’intero territorio della Comunità: ? ? ? ? ? ? ? sicurezza: strumentazione esistente o desiderata; scorrevolezza; stato della superficie stradale; condizione di segnalazione dei punti critici (ponti strettoie o svolte); livello di manutenzione; rispetto ambientale; servizi stradali. Il sistema di quesiti in cui si possono articolare questi temi può essere il seguente: ? Sicurezza ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? ? Situazione della Rete Stradale ? ? ? ? segnalazione dei centri abitati; segnalazioni di pericolo; segnalazione di lavori in corso; larghezza delle strade; segnalazione dello stato sulla superficie stradale; barriere di sicurezza; segnalazione delle deviazioni; larghezza delle banchine; stato della pavimentazione in condizioni di pioggia; illuminazione delle strade; attraversamenti. ripristino dopo gli incidenti; rispetto dei tempi dei lavori di costruzione e manutenzione; livello di congestione; Condizione dei Punti critici (strettoie, curve, ponti, ecc.) ? ? ? rumorosità; ampiezza; segnaletica. 105 ? Lavori di Manutenzione ? riparazione del guard-rail e delle barriere di sicurezza; ? pulizia delle aree di sosta; ? rimozione della neve; ? rimozione della spazzatura; ? riparazione delle buche e, in generale, della pavimentazione. ? Impatto Ambientale ? compatibilità delle opere con la qualità paesaggistica; ? qualità del design delle opere e degli elementi dell’arredo urbano; ? Servizi per gli Utenti segnaletica; ? strumentazioni per la moderazione del traffico; ? percorrenze pedonali protette; ? stazioni di servizio; ? telefoni disponibili; ? aree di sosta. ? Gli obiettivi di una indagine di questo tipo da parte della Comunità montana sono: ? verificare il grado di soddisfazione pubblica del sistema viabilistico esistente; ? usare i risultati per programmare gli interventi per il miglioramento; ? avviare un processo sistematico di rilevazione delle modifiche del livello di soddisfazione degli utilizzatori degli interventi di miglioramento; attraverso i quali poter diventare un interlocutore privilegiato con gli Enti di gestione. 106 6. Gli Obiettivi del Piano Socio-Economico Gli interventi della Comunità Montana nell’ambito del Sistema dei Trasporti e della Mobilità sono finalizzati al raggiungimento degli obiettivi strategici attraverso “obiettivi a breve” raggiungibili nel primo anno di attuazione del Piano e costituiti prevalentemente dalla predisposizione di Progetti e Programmi specifici di intervento in accordo con altri enti (Provincia, Regione, Comunità Europea, ecc...), “obiettivi a tre anni” per la realizzazione dei progetti complessi. 6.1 Obiettivi ad un anno ? la definizione e predisposizione di un “Piano organico del traffico” che consenta l'articolazione dei flussi, la riduzione della mobilità automobilistica privata, la riduzione degli incidenti stradali, il miglioramento della sicurezza dei residenti, la riduzione delle emissioni di CO2, l’eliminazione delle cause di blocco del traffico; ? intervenire nel “Sistema delle comunicazioni” e nella gestione dell’esistente, razionalizzando e riprogettando i punti di crisi individuati, per migliorarlo tenendo conto che la qualità e l’intensità dei rapporti interpersonali sono inversamente proporzionali all’intensità del traffico automobilistico; ? la predisposizione di un “Piano per la realizzazione e la gestione dei parcheggi” che renda agevole l'accesso e la permanenza nell'area. Questo con riferimento in particolare a situazioni critiche individuate quali: il Pian del Tivano, la partenza della funicolare Como – Brunate, l’accesso da Como e da Erba, ed in generale le aree di grande valenza turistico- ambientale come Bellagio ed i Comuni a lago; ? la verifica di fattibilità dei “Progetti di fruibilità pedonale e di trasporto non motorizzati”, in particolare nell'area a monte della funicolare Como-Brunate che, in relazione sia alle caratteristiche di tipicità della modalità di accesso, sia all'importanza del luogo nell'ambito delle prossime celebrazioni Voltiane, può rappresentare una delle risorse turistiche del Triangolo suscettibile di importante sviluppo e nel comprensorio montano alle spalle di Erba; 107 ? predisposizione di un “Progetto di Comunicazione ai fruitori”, poiché nella programmazione di uno sviluppo dell’accessibilità ai patrimoni culturali un problema può essere rappresentato dalla preservazione del territorio e dei tracciati in condizioni di maggiore fruizione: l’incentivazione di un maggior utilizzo deve andare di pari passo con la diffusione di metodologie di utilizzazione corrette, programmazione di interventi naturalistici per la loro preservazione, pubblicizzazione di comportamenti corretti degli utenti, e di sistemi di controllo. L’erosione dei sentieri è infatti causata sia dall’utilizzo pedonale che dalle mountain bike ed è direttamente proporzionale, oltre che all’intensità d’uso, al loro scorretto utilizzo. Sulle modalità d’uso dei sentieri infatti possibile intervenire sia con misure che ne regolino l’accesso e l’utilizzo, anche predisponendo tracciati alternativi, che soprattutto con una adeguata e motivata politica di comunicazione ai fruitori ? istituzione di un “tavolo di trattativa tra le gestione dei trasporti ( FNME, Navicomo, ditte di trasporto pubblico su gomma) e le esigenze dei pendolari e gli operatori del settore terziario” coordinato dalla Comunità Montana, per la definizione delle esigenze trasportistiche locali e la razionalizzazione del servizio (orari, interconnessioni, nuovi collegamenti, frequenze) e per la definizione delle potenzialità turistiche non sfruttate e delle connesse esigenze trasportistiche, quali la prestazione di servizi anche in ore serali per l’ampliamento dell’arco orario dell’offerta turistica, o l’individuazione di nuove linee o nuove fermate; ? “Studio di fattibilità e finanziamento, di una circolare lacuale” sulla base delle esigenze locali, nell’ipotesi di istituirla nel primo bacino: di collegamento tra Como e Tavernola con i comuni su di esso affacciati; ? accordo con il Comune di Como per predisporre sulla strada provinciale Tavernerio-Brunate di un parcheggio in località S. Nicola, già previsto dal P.U.P. di Como del '95, per circa 100 macchine, da cui i turisti potrebbero accedere a piedi ai sentieri ed a Brunate, e più in generale sul sistema dei parcheggi a disposizione dei turisti; ? verifica ed ampliamento a tutto il territorio, e successiva attuazione nel triennio, del "Piano di segnalamento" per passeggiate ed escursioni da Brunate, studiato per la Pro Brunate dall'Ing. Lorini e redatto in collaborazione con l'Amministrazione Comunale, per valorizzare il sistema escursionistico e le strutture turistico-ricettive del settore sud-occidentale del Triangolo Lariano; 108 ? studio ed attuazione di una “Politica culturale formativa” per la diffusione della conoscenza del Territorio e delle sue percorrenze storiche; ? predisposizione di una “indagine sullo stato della viabilità della Comunità Montana” al fine di: verificare il grado di soddisfazione pubblica per il sistema viabilistico esistente, usare i risultati per programmare interventi migliorativi, avviare un processo sistematico di monitoraggio del livello di soddisfazione degli utilizzatori per gli interventi di miglioramento attuati; attraverso la quale la Comunità Montana possa diventare un interlocutore privilegiato con gli Enti di Gestione, la Provincia e la Regione. 6.2 Obiettivi a tre anni ? L'incentivazione della mobilità non motorizzata attraverso la riqualificazione e messa in sicurezza dei percorsi pedonali e la realizzazione di percorsi ciclabili, riscoprendo le testimonianze del passato attraverso la valorizzazione dei sentieri storici, che ne sono il naturale collegamento, e realizzando piste ciclabili usufruendo dei finanziamento della L.n.336 19-10-98, che li rendano fruibili nel loro contesto naturale e storico, integrando così, senza oneri per l'ambiente, il turismo lacustre con l'agriturismo, il turismo verde, l'escursionismo e l'alpinismo. ( sulle metodologie di gestione vedi scheda sui sentieri); ? l'incentivazione del trasporto pubblico via terra, ma soprattutto via acqua, razionalizzando il servizio sulla base delle necessità non solo pendolari, ma anche turistiche: promuovendo l’interscambio tra la mobilità privata e quella pubblica su mezzi diversi (treni, autobus, funicolare ed impianti di risalita, navette) con pacchetti promozionali; individuando i parcheggi da localizzare e nuove soluzioni per l’accessibilità alle linee di navigazione. Valutando l'ipotesi di utilizzare come base di partenza per le linee al servizio del Triangolo Lariano i pontili esterni a Como e più vicini alla nuova uscita autostradale di Como Nord; ? il coordinamento del sistema degli interventi da parte della C.M. in modo tale da assicurare il mantenimento e l'arricchimento delle qualità economiche dell'area, migliorando l'accessibilità dall'esterno e ottimizzando i collegamenti interni, al fine di rendere più equi i rapporti di quest'area prevalentemente montana con la pianura; 109 ? aumentare la scorrevolezza e la sicurezza dell'attuale sistema stradale sia assicurando la realizzazione degli interventi di miglioramento del tracciato e della sosta indicati nella presente relazione predisposta sulla base delle indicazioni pervenute dalle Comunità locali e dall'Ufficio tecnico della Provincia, sia volte a moderare il traffico nelle percorrenze urbane segnalando l’attraversamento dei centri e mettendo in sicurezza gli attraversamenti non eliminabili; ? il complessivo adeguamento del tracciato della SS.583 Lariana in attuazione degli studi di fattibilità redatti dalla Provincia e finalizzati ad eliminare una serie di problemi puntuali che aggravano i problemi di scorrevolezza della strada e rendono inefficiente il sistema della mobilità, sia dei residenti che dei turisti, con elevati tempi di accessibilità al lago, di percorrenza, e di difficoltà di reperimento dei posteggi: rendendo meno sicuri gli spostamenti dei residenti e meno gradevole la permanenza sul lago; ? riqualificazione ambientale dando alla viabilità una immagine più coordinata a livello di qualità di immagine, di materiali, di scelte progettuali e di impatto visivo, e rinaturalizzando i versanti e i manufatti attualmente cementificati, ove possibile, o mitigandone l’impatto; ? accordo per la realizzazione di un Piano Parcheggi idoneo alle esigenze della Comunità con il comune di Como e con il Comune di Erba nell’ottica di una migliore accessibilità con i mezzi pubblici al Triangolo Lariano. Il Piano dovrà prevedere anche parcheggi di interscambio tra vetture private e Mezzi pubblici di trasporto che potrebbero collocarsi a Como nelle aree già previste e ad Erba vicino a quell’importante catalizzatore di traffico costituito dall’ELMEPE e che l’Amministrazione già pensa di attrezzare con un servizio di circolare urbana; ? definizione di un “Progetto organico di riqualificazione dei servizi ed infrastrutture e del nucleo storico di Brunate” sia dell'edificato, sia delle percorrenze e degli accesi, sia del nucleo urbano e dei suoi servizi turistici, sia dei mezzi di risalita: a supporto dell'incentivazione della vocazione turistica per escursionismo, passeggiate ed ospitalità e della qualità della residenza; ? verifica del preprogetto di impianto a fune tra Brunate e la capanna Cao in tutti i suoi aspetti ambientali ed economici, diretti ed indiretti, al fine di stabilire il collegamento ottimale dal punto di vista della preservazione della qualità ambientale e di vita e dello sviluppo economico.