613 Versione ristampa Marzo 2007.qxd
Transcript
613 Versione ristampa Marzo 2007.qxd
Estratto dal Sèfer HaMitzvòt di Maimonide ,Ium¦N©v rp¥x o C§n©r¨vk a cura di Moise Levy Lamed Edizioni via Rubattino 1, Roma 5 PREMESSA Circa un mese prima del suo bar mitzvà, mio figlio Davide ha avuto una iniziativa del tutto autonoma: ha preso dalla libreria un volume, quello dei precetti di Maimonide tradotto in italiano da Menachem Emanuele Artom, e si è messo a studiare a memoria i positivi, al ritmo di dieci al giorno. Ho apprezzato molto la sua scelta perché noi ebrei leggiamo tre volte al giorno lo Shemà nel quale ripetiamo che dobbiamo ricordare tutti i precetti del Signore, ma ben pochi, credo, possono affermare di essere in grado di saperli elencare, per lo meno senza un testo di aiuto. Con un certo stupore ho visto che Davide ha portato a termine il progetto e questo suo impegno mi ha indotto a preparare per l’occasione un manualetto nel quale ogni precetto fosse chiaramente indicato e ordinato, così da poterlo studiare più facilmente e reperire nella Torà o nello Shulchàn Arùch. Mentre raccoglievo il materiale, ho notato che alcuni libri (Sèfer HaChinnùch) presentano le mitzvòt~i precetti di Maimonide seguendo l’ordine di comparsa nella Torà, allora ho voluto verificare la corrispondenza dei precetti nelle due forme e inserire anche quel metodo di presentazione. Intanto si faceva imminente la festa del bar mitzvà e con pochissimo tempo a disposizione mi sono trovato coinvolto in un lavoro molto complesso di traduzione, di verifica e di impostazione editoriale nel quale a stento mi raccapezzavo. Pur con qualche imperfezione il libro è uscito ed è stato molto apprezzato così, giunto a questa seconda edizione, ho pensato di arricchire il testo con le fonti di studio (in ebraico!) dal Sèfer Mishnè Torà di Ràmbam e dallo Shulchàn Arùch convinto di fare cosa gradita a tutti i lettori. A quanti si serviranno di questa pubblicazione giunga il mio più sincero e cordiale shalòm. Mosè Levy ubtkhn e e COMUNITÀ EBRAICA DI MILANO UFFICIO RABBINICO vc 29 NOVEMBRE 2002 - 24 CHESHVÀN 5763 Il sèfer HaMitzvòt si può dire costituisca una sorta di anticipazione o lavoro preparatorio del mishnè Torà, fondamentale opera di codificazione normativa di Maimonide. Il sèfer HaMitzvòt infatti, con la sua esposizione sintetica ma argomentata dei 613 precetti della Torà mette in condizione il lettore di entrare senza difficoltà all’interno del mondo delle mitzvòt e della loro osservanza. In altre parole, con questa opera preparatoria si vengono ad apprendere alcuni concetti fondamentali dell’ebraismo talmudico e dei suoi sistemi esegetici, condizione necessaria, questa, per la comprensione dell’opera maimonidea nel campo della halachà. Il lavoro che viene qui presentato, dovuto alla benemerita e instancabile attività del dr. Moise Levy a favore del pubblico ebraico non contiene in traduzione italiana l’opera nella sua integralità, ma i titoli o sintesi iniziale di ciascuna mitzvà esaminata, il tutto in una eccellente versione italiana, corredata di note essenziali. In più, nel volume compare anche l’elenco dei 7 precetti di Noè e quello dei 7 precetti di istituzione rabbinica (mitzvòt miDerabbanàn). Auguriamo ogni miglior successo. Dott. Prof. Giuseppe Laras Rabbino capo della comunità ebraica di Milano via Guastalla 19 9 PREFAZIONE Questo libro si propone di costituire un utile strumento per lo studio e l’approfondimento dei 613 precetti e delle modalità di applicazione; si apre per questo con due brevi preghiere da recitare quando si entra e quando si esce da un luogo di studio [p. 14 e 15]. Segue l’esposizione dei criteri di catalogazione, tratta dal libro di Ràmbam, che rendono la sua raccolta vera e unica, a differenza di quanto altri autori avevano fatto nel passato [p. 17]. Vi è poi l’elenco dei 613 precetti della Torà suddivisi come nel Sèfer HaMizvòt di Ràmbam, tra quelli positivi [p. 19] e quelli negativi [p. 55], con l’argomento di ciascuno e la traduzione letterale del brano da cui sono tratti. A questo segue l’elenco dei 613 precetti ordinati secondo la loro posizione nella Torà [p. 109] tratto dal Sèfer HaChinnùch, suddivisi per parashòt e con l’indicazione delle circostanze in cui hanno validità e delle persone che sono tenute a osservarli. Per facilitarne la lettura, in questa sezione del libro i precetti negativi sono indicati dal simbolo z e quelli positivi da . Oltre alla traduzione è riportato anche il testo ebraico e sono citate le fonti di studio nel Mishnè Torà di Ràmbam e nello Shulchàn Arùch. Nei primi due elenchi ogni precetto riporta anche un numero che corrisponde a quello dei precetti in ordine, così da permettere eventuali confronti. Poiché molti di essi si riferiscono a situazioni non attuali in quanto non abbiamo più il Santuario e non esiste comunque la condizione di purità richiesta dalla Torà per accedervi, Ràmbam ha redatto una nota nella quale riassume quali sono i precetti positivi che competono all’uomo moderno. Essi, per gli uomini non sono più di sessanta, mentre per le donne sono in numero ancora inferiore, quarantadue [p. 243]. 10 Prefazione Segue un indice analitico per argomenti, grazie al quale chi fosse interessato può risalire al precetto corrispondente [p. 249]. A questi, che erano gli elementi già presenti nella precedente edizione, sono state aggiunte cinque appendici, per ricordare i sette precetti miDerabbanàn~dei rabbini, i sette dei benè Nòach~figli di Noè, una rapida sintesi dei vari tipi di sacrifici che si compivano nel Santuario, un glossario con la spiegazione di tutti i termini ebraici citati e una breve nota biografica su rabbì Moshè ben Maimòn, Ràmbam. Lo scopo principale di questo libro è permettere di ripassare in modo agevole le mitzvòt che la Torà ci ha comandato e se anche solo una persona, grazie a questo lavoro, vorrà tentare di metterne in pratica una, lo sforzo impiegato per realizzarlo non sarà stato vano. Avvertenza Nel suo libro, l’autore del Sèfer HaChinnùch, Aròn HaLevi, scrive che il conteggio dei precetti che egli riporta è basato sul lavoro del Ràmbam, il Sèfer HaMizvòt. Nel suo libro i precetti sono quindi i medesimi tranne il fatto che vengono ordinati in base alla loro comparsa nella Torà. Malgrado ciò, vi è una discordanza: il precetto n. 487 del Sèfer HaChinnùch (“divieto di presentare sacrifici pasquali su un altare provvisorio”) non è presente nel lavoro del Ràmbam, anche se questa proibizione è menzionata nel Mishnè Torà (,ufkv d vfkv t jxp icre). È pertanto chiaro che nel Sèfer HaChinnùch manca un precetto negativo del Sèfer HaMizvòt, e questo è il n. 149 (“divieto a una persona che non sia di stirpe sacerdotale di mangiare la carne di alcuni sacrifici”). A nostro figlio Davide va il merito di aver ispirato l’idea di redigere questo testo e l’augurio di non dimenticare mai quanto ha imparato, anzi, di proseguire nello studio, anche se il compito non è sempre gradito a un ragazzo. Ma già, ora è un uomo! Mazàl tòv! Ester e Moise Levy 14 Benedizione da recitare quando si entra in un luogo di studio rx`i `øW izFa` iw÷`e iw÷` 'd Lipt ¨ N§ n oFvx idi iA ¦ EgnUie dk ¨ l¨ d xa © cA ¦ lWM ¨ ` `÷e ici lr© dl¨ TY xa © C `nh xFdh lr © `÷e xFdh `nh lr © xn` Ÿ `÷e ixa ¥ g ElWM ¨ i `÷e xYn xE q` lr © `÷e xE q` xYn lr © `÷e eiR ¦ n dnk § g oYi 'd iM ¦ .mdA ¨ gnU`e dk ¨ l¨ d xa © cA ¦ ixa ¥ g :LzxFYn zF`l ¨ t § p dhiA ¦ `e ipir ¥ lB .dpEazE zr © C Possa essere Tuo volere, o Signore mio D-o e D-o dei miei padri, che non si crei nessun ostacolo a causa mia e che io non inciampi in qualche argomento di halachà, così che i miei compagni ridano di me; che non mi capiti di affermare che una cosa pura è impura o che una cosa impura è pura, né di dire che una cosa permessa è vietata e che una cosa vietata è permessa, che i miei compagni non si trovino in difficoltà riguardo qualche argomento normativo cosìcché io possa ridere di loro. Possa il Signore concedermi dalla Sua bocca saggezza, conoscenza e comprensione. Apri i miei occhi così che io possa scrutare nelle meraviglie contenute nella Tua Torà. 15 Benedizione da recitare quando si esce da un luogo di studio iwl§ g YnVW izFa` iw÷`e iw÷` 'd Lipt ¨ l§ ip` dcFn ip`W z F pxw ia ¥ W F In iwl § g YnU ` ÷e WxcOd z iA ¥ ia ¥ WFIn dxFY ixa § cl§ miM ¦ Wn ip` .miniM ¦ Wn mde miM ¦ Wn xk ¨ U lA ¥ wnE lnr¨ ip` .mil¦ hA § mixa ¨ cl¦ miniM ¦ Wn mde .miv ¦ x mde ux ip` .xk ¨ U mil¦ A § wn mpi`e mil¦ nr£ mde zgW x`a § l ¦ miv ¦ x mde `A ¨ d ml ¨ Frd iIgl § ux ip` i W p ` zgW x`§a¦l mci xF Y mi w÷ ` d Y`e xn`P W KA ¨ gha § ` ip`e mdini Evgi `÷ dnxnE minC Io ti ringrazio, o Signore mio D-o e D-o dei miei padri, che mi hai concesso di far parte di coloro che frequentano la casa di studio e non invece di coloro che siedono oziosi agli angoli della via. Infatti io mi alzo presto come loro, ma mentre mi levo presto al mattino per mettermi a studiare, loro si alzano presto per fare cose vane; io mi sforzo, come fanno anche loro, ma mentre io mi sforzo e ricevo una ricompensa, loro si danno da fare e non ricevono alcuna ricompensa. Io corro e anche loro corrono. Io corro verso il mondo a venire mentre loro corrono verso il baratro della perdizione, come è scritto: «e Tu, o Signore, li farai scendere verso il pozzo della distruzione, uomini sanguinari e ingannatori, essi non porteranno a compimento la metà dei loro giorni. Io invece confiderò in Te» (Salmi 55, 24). 17 Dall’introduzione al Sèfer HaMitzvòt di Ràmbam I criteri di catalogazione per i precetti della Torà […] e ora comincerò col riportare le regole su cui è bene basarsi quando si fa il conto dei precetti, e si tratta di quattordici regole, ma premetterò che il numero complessivo dei precetti compresi nel libro della Torà, che il Signore ci ha imposto, è di 613, di cui 248 positivi, secondo il numero delle membra del corpo umano, e 365 negativi, secondo il numero dei giorni dell’anno solare. Questo numero viene citato nel testo del talmùd, alla fine di Makkòt. In esso viene precisato che il numero 248 corrisponde alle membra del corpo umano e sta a significare che ogni componente dell’uomo gli dice: esegui un precetto per mezzo mio. Il fatto che il precetti negativi corrispondano al numero dei giorni dell’anno significa inoltre che ogni singolo giorno dice all’uomo: oggi non commettere una trasgressione. Questo brano del talmùd è stato sicuramente presente a tutti quelli che hanno enumerato i precetti finora, e cioè che questo è il loro numero totale, ma essi hanno sbagliato per quanto riguarda il sistema per contarli, come si chiarirà in questo mio lavoro, e ciò è avvenuto perché non conoscevano le quattordici regole che ora spiegherò: Prima regola: in questo totale non si devono comprendere i precetti di istituzione rabbinica. Seconda regola: non va contato tutto ciò che si apprende per mezzo delle tredici norme di interpretazione della Torà o da un’espressione ridondante del testo. Terza regola: non si devono contare precetti che non valgono per tutte le generazioni. Quarta regola: non si devono contare ordini relativi a tutti i precetti di tutta la Torà (collettivi). 18 Regole di catalogazione Quinta regola: non si deve contare come un precetto a sé stante la motivazione di un precetto. Sesta regola: qualora un precetto comprenda un ordine e un divieto, il comando va contato con i precetti positivi e la proibizione insieme a quelli negativi. Settima regola: non si devono contare i particolari applicativi delle norme di un precetto. Ottava regola: non si deve contare come precetto negativo un’espressione negativa. Nona regola: non si devono contare dettagliatamente tutti i divieti e gli ordini, ma gli argomenti che ci vengono proibiti e ci vengono comandati. Decima regola: non si devono contare le introduzioni destinate a qualsiasi scopo. Undicesima regola: non si devono contare le parti di un precetto nelle sue varie componenti, se esse sono comprese in un unico precetto. Dodicesima regola: in un’azione, che abbiamo l’ordine di eseguire, non si deve contare da solo ogni particolare compreso in essa. Tredicesima regola: il numero dei precetti non aumenta se questo viene eseguito nell’arco di diversi giorni. Quattordicesima regola: non si deve contare come un precetto affermativo l’esecuzione delle pene per alcune trasgressioni. I 248 PRECETTI POSITIVI 21 PREGHIERA E PROFESSIONE DI FEDE 1 @ Credere nel Signore Io sono il Signore tuo D-o (Shemòt 20, 2) [25]. 2 @ Il Signore è uno Ascolta Israele, il Signore il nostro D-o, il Signore è uno (Devarìm 6, 4) [417]. 3 @ Amare il Signore E amerai il Signore tuo D-o (Devarìm 6, 5) [418]. 4 @ Provare timore reverenziale per il Signore Tu temerai il Signore tuo D-o (Devarìm 10, 20) [432]. 5 @ Prestare culto al Signore: pregare …Lo servirai (Devarìm 10, 20) [433]. 6 @ Rimanere uniti al Signore: frequentare i maestri di Torà e cercare di assimilare il loro comportamento …e rimarrai unito a Lui (Devarìm 10, 20) [434]. 7 @ Chiunque si trovi nella condizione di dover giurare deve farlo nel nome del Signore E giurerai nel Suo Nome (Devarìm 10, 20) [435]. 8 @ Seguire e imitare il comportamento del Signore E procederai nelle Sue strade (Devarìm 28, 9) [611]. PRECETTI POSITIVI Precetti positivi 22 Precetti positivi PRECETTI 9 @ Santificare il nome dell’Onnipotente E sarò santificato in mezzo ai figli di Israele (Vaikrà 22, 32) [296]. POSITIVI 10 @ Recitare le parole dello shemà ogni mattina e ogni sera E parlerai di esse, quando siedi in casa tua, quando viaggi per strada, nel tuo coricarti e nel tuo alzarti (Devarìm 6, 7) [420]. 11 @ Studiare e insegnare le parole della Torà E le insegnerai ai tuoi figli (Devarìm 6, 7) [419]. 12 @ Indossare i tefillìn sul braccio E li legherai come segno sul tuo braccio (mano) (Devarìm 6, 8) [421]. 13 @ Indossare i tefillìn sul capo Ed essi saranno come un segno tra i tuoi occhi (Devarìm 6, 8) [422]. 14 @ Applicare gli tzitzìt sui vestiti che hanno quattro angoli Ed essi faranno per sé degli tzitzìt sugli angoli dei loro vestiti (Bemidbàr 15, 38) [386]. 15 @ Porre la mezuzà sugli stipiti delle porte E (queste parole) le scriverai sugli stipiti della tua casa e delle porte della tua città (Devarìm 6, 9) [423]. 16 Precetto di Hakèl, che consiste nel radunare tutto il popolo di Israele per ascoltare la lettura della Torà al termine dell’anno sabbatico Raduna tutto il popolo, uomini, donne e bambini (Devarìm 31, 12) [612]. 17 Obbligo per un re di scrivere un rotolo della Torà in più rispetto agli altri ebrei I 365 PRECETTI NEGATIVI Precetti negativi IDOLATRIA E 57 CULTI PAGANI 1 @ Non credere che esista alcuna divinità oltre l’Eterno Signore Non avrai altro D-o all’infuori di Me (Shemòt 20, 3) [26]. 4 @ Non realizzare nessuna immagine umana o di animali, neppure per un utilizzo non religioso E non farete presso di Me divinità d’argento né farete per voi divinità d’oro (Shemòt 20, 20) [39]. 5 @ Non inchinarsi davanti agli idoli E non ti inchinerai a loro (Shemòt 20, 5) [28]. 6 @ Non attuare nessun altro tipo di culto per un idolo E non presterai loro culto (Shemòt 20, 5) [29]. 7 @ Non attuare il culto all’idolo Mòlech Non offrire nessuno dei tuoi figli all’idolo Mòlech (Vaikrà 18, 21) [208]. 8 @ Non agire come gli ovòt~medium (per comunicare con i defunti) Non vi rivolgerete agli ovòt (Vaikrà 19, 31) [255]. N E G AT I V I 3 @ Non creare immagini neppure per altre persone E non farete per loro idoli di metallo (Vaikrà 19, 4) [214]. z N E G A T I V I PRECETTI 2 @ Non realizzare immagini scolpite Non farai immagini scolpite per te (Shemòt 20, 4) [27]. 58 Precetti negativi 9 @ Non agire come gli ideonìm, specie di oracoli E (non vi rivolgerete) agli ideonìm (Vaikrà 19, 31) [256]. 10 @ Non interessarsi in alcun modo del culto idolatra Non rivolgetevi alle altre divinità (Vaikrà 19, 4) [213]. 11 @ Non erigere delle matzevòt~steli per idolatria Non erigerti una stele (Devarìm 16, 22) [493]. 12 @ Non preparare delle pietre per inchinarsi su di esse (anche se si prega il Signore) Non predisporrete nel vostro territorio una pietra da pavimento per prostrarvi su di essa (Vaikrà 26, 1) [349]. PRECETTI N E G AT I V I 13 @ Non piantare una asherà~pianta incantevole nel Santuario o presso l’altare per decorarlo e abbellirlo Non pianterai una asherà, di qualsiasi tipo di albero, vicino all’altare del Signore tuo D-o (Devarìm 16, 21) [492]. 14 @ Non giurare nel nome di false divinità Non farai menzione del nome di altre divinità (Shemòt 23, 13) [86]. 15 @ Non indurre altre persone all’idolatria …e che non si senta sulla tua bocca (Shemòt 23, 13) [87]. 16 @ Non istigare un altro ebreo a compiere atti di idolatria (chi si comporta in questo modo viene indicato con il termine masìt) E non continueranno a comportarsi in questo cattivo modo in mezzo a te (Devarìm 13, 12) [462]. 17 @ Non ascoltare un masìt~istigatore all’idolatria e non mostrare affetto per lui E non sarai attratto da lui (Devarìm 13, 9) [457]. Tabella con il numero dei precetti contenuti nelle parashòt della Torà 106 Tabella delle parashòt della Torà Nome parashà Posizione nella Torà Precetti contenuti totali z Numero ordinale Bereshìt Ber 1, 1-6, 81 1 1 - Nòach Ber 6, 9-11, 32 - - - Lèch Lechà Ber 12, 1-17, 27 1 1 - Vayerà Ber 18, 1-22, 24 - - - Chayè Sarà Ber 23, 1-25, 18 - - - Toledòt Ber 25, 19-28, 9 - - - Vayetzè Ber 28, 10-32, 3 - - - VaYishlàch Ber 32, 4-36, 43 1 - 1 VaYèshev Ber 37, 1-40, 23 - - - Mikkètz Ber 41, 1-44, 17 - - - VaYiggàsh Ber 44, 18-47, 27 - - - VaYechì Ber 47, 28-50, 26 - - - Shemòt She 1, 1-6, 1 - - - Va'erà She 6, 2-9, 35 - - - Bò She 10, 1-13, 16 20 9 11 (4-23) BeShallàch She 13, 17-17, 16 1 - 1 (24) Yitrò She 18, 1-20, 23 17 3 14 (25-41) Mishpatìm She 21, 1-24, 18 53 23 30 (42-94) Terumà She 25, 1-27, 19 3 2 1 (95-97) Tetzavvè She 27, 20-30, 10 7 4 3 (98-104) Kì Tissà She 30, 11-34, 35 9 4 5 (105-113) VaYakhèl She 35, 1-38, 20 1 - 1 (114) Pekudè She 38, 21-40, 38 - - - VaYikrà Vaik 1, 1-5, 26 16 11 5 (115-130) Tzàv Vaik 6, 1-8, 36 18 9 9 (131-148) Sheminì Vaik 9, 1-11, 47 17 6 11 (149-165) Tazrìa Vaik 12, 1-13, 59 7 5 2 (166-172) (1) (2) (3) I 613 precetti ordinati secondo la loro posizione nella Torà Come leggere le indicazioni dell’elenco dei “precetti in ordine” NUMERO PROGRESSIVO DI COMPARSA DEL PRECETTO NELLA TORÀ NUMERO CORRISPONDENTE DEL PRECETTO NELLA SUDDIVISIONE IN POSITIVI E NEGATIVI INDICAZIONI SULLE CONDIZIONI DI APPLICAZIONE DEL PRECETTO 1 @ solo uomini Precetto di procreazione 212 Uc§rU UrP oh¦eO¡t o¤v k r¤nt« H³u E il Signore disse loro: «Crescete e moltiplicatevi» (Bereshìt 1, 28) DESCRIZIONE DEL PRECETTO t t g vt g a (c-t)uy ,uaht ohab hhn INDICAZIONE BIBLIOGRAFICA NELLO SHULCHÀN ARÙCH O NEL MISHNÈ TORÀ DOVE VIENE TRATTATO IL PRECETTO Legenda: precetto positivo z precetto negativo @ precetto che si deve eseguire anche oggi (...) nelle parentesi tonde il libro della Torà e il numero del capitolo e versetto -------------------Mishnè Torà (Yad haChazakà) vru, vban = hhn Shulchàn Arùch lurg ijkua = g a Òrach Chayìm ohhj jrut = j ut Yorè Deà vgs vruh = s uh Chòshen Mishpàt ypan iauj = n j Èven Ha’èzer rzgv ict = g vt 111 Precetti in ordine Bereshìt (Bereshìt 1, 1-6, 8) 1 positivo 1 @ solo uomini Precetto di procreazione 212 Uc§rU UrP oh¦eO¡t o¤v k r¤nt« H³u E il Signore disse loro: «Crescete e moltiplicatevi» (Bereshìt 1, 28) t t g vt g a (c-t)uy ,uaht ohab hhn Lèch Lechà (Bereshìt 12, 1-17, 27) 1 positivo 2 @ solo uomini Precetto della circoncisione 215 rf²z kF ofk kIN¦v Ogni maschio presso di voi sarà circonciso (Bereshìt 17, 10) 1 negativo z3 @ Non mangiare il nervo ischiatico z 183 r¤Jt £ v¤JB² v © sh°D ,¤t k¥tr¨ G § h° h¯bc Ukft«h tO iF kg Qº¥r²H©v ;F kg Pertanto, i figli di Israele non mangeranno il nervo della vena della coscia (Bereshìt 32, 33) v vx s uh g a (t)j ,uruxt ,ukftn vause hhn PRECETTI VaYishlàch (Bereshìt 32, 4-36, 42) IN ORDINE t zxr/ t xr s uh g a (t)t vkhn vcvt hhn 112 Precetti in ordine Bò (Shemòt 10, 1-13, 16) 9 positivi e 11 negativi 4 bet dìn Santificare la luna nuova 153 oh·¦J¨s¢j Jt«r ofk v®Z©v J¤s«j©v Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi (Shemòt 12, 2) (z t)t asujv aushe ohbnz hhn 5 bet HaMikdàsh Macellare l’agnello pasquale 55 o°hC§rg¨v ihC k¥t¨r§G°h ,©sg k©v§e k«F I,«t Uy£j¨J±u E tutti i convenuti dell’assemblea di Israele lo macelleranno, verso sera (Shemòt 12, 6) (t)t jxp icre ,ubcrue hhn 6 bèt HaMikdàsh Mangiare l’agnello pasquale nella notte di Pésach 56 v·®Z©v vk±hKC r¨GC©v ,¤t Ukf¨t±u Ed essi ne mangeranno la carne in quella notte (Shemòt 12, 8) (t)j jxp icre ,ubcrue hhn PRECETTI z7 z 125 bet HaMikdàsh Non mangiare l’agnello pasquale crudo, arrostito solo parzialmente o bollito o°h·¨NC k¨ c§n k¥JcU tº²b UB¤N¦n Ukft«T k©t Non mangerete di esso quando è crudo né se è stato bollito dentro l’acqua (Shemòt 12, 9) (s)t jxp icre ,ubcrue hhn IN ORDINE z8 z 117 bet HaMikdàsh Non lasciare avanzi dell’agnello pasquale fino al giorno successivo r¤e«·C sg UB¤N¦n Urh¦,I, tO±u Non ne farete avanzare fino al mattino (Shemòt 12, 10) (th)h jxp icre ,ubcrue hhn 243 DALLA CONCLUSIONE ALLA DESCRIZIONE DEI PRECETTI POSITIVI DEL SÈFER HAMITZVÒT DI RÀMBAM (Elenco dei “precetti necessari” tra quelli positivi della Torà) Se porrai mente a tutti questi precetti, ricordati finora che troverai che alcuni di essi costituiscono obbligo solo per la collettività, ma non per ogni singolo, come per esempio: la costruzione del Santuario (20) e la nomina del re (173) oppure la distruzione della stirpe di Amalèk (188). Alcuni sono precetti obbligatori per il singolo, nel caso abbia compiuto una certa azione oppure che si sia trovato in una determinata situazione, come ad esempio offrire un sacrificio dopo aver peccato per errore (69) o dopo aver avuto una perdita venerea (74), ed è possibile che un uomo resti per tutta la sua vita senza compiere quell’azione o che gli capiti quella condizione. Tra questi precetti vi sono anche norme, come abbiamo studiato, quali quella dello schiavo ebreo (232), della schiava ebrea (234), dello schiavo cananeo (235), la norma relativa al custode non retribuito (242) o quella di chi prende un oggetto in prestito (244). E può succedere che un uomo per tutta la sua vita non debba trattare un certo argomento o compiere un certo precetto. Vi sono anche dei precetti che costituiscono obbligo solo se esiste il Santuario, come il sacrificio festivo (52), la presentazione al Santuario (53) e il precetto dell’assemblea del popolo (16). Ve ne sono altri che costituiscono obbligo solo per chi abbia dei beni come le decime (78, 127, 128, 130), la terumà (126), i doni per i sacerdoti (143, 144), i doni per i poveri, cioè le spighe cadute (121), i resti della vigna (124), il fascio di spighe dimenticato (122), l’angolo del campo (120) e ciò che sia caduto durante la vendemmia (123). Se uno non ha questi beni, passa tutta la sua vita senza dover compiere nessuno dei precetti relativi. La beneficenza invece non rientra in questa categoria, perché è obbligatoria anche per il povero che vive di carità (195). Vi sono dei precetti 244 Precetti necessari assolutamente obbligatori per ogni uomo, in qualsiasi tempo, in qualsiasi luogo e in qualsiasi situazione, come gli tziztit (14), i tefillìn (12 e 13) e l’osservanza dello Shabbàt (154); chiameremo i precetti di questa categoria precetti necessari, perché sono obbligatori e indispensabili per ogni ebreo adulto, in ogni tempo, in ogni luogo e in ogni situazione. Se porrai mente ai 248 precetti positivi troverai, che i precetti necessari sono 60, perché supponiamo che l’uomo di cui abbiamo detto che è tenuto a osservarli abiti in una città, mangi tipi di cibi noti come cibo umano, cioè pane e carne e commerci con altri uomini, si sposi e abbia figli. Questi 60 precetti sono, secondo l’ordine che abbiamo sistemato in questo nostro elenco: i precetti 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10 e le donne non sono tenute a osservare questo decimo; 11, 12, 13, 14, 15, 18; 19, 26 e quest’ultimo è obbligatorio solo per i sacerdoti; 32, 54, 73, 94, 143, 146, 147, 149, 150, 152, 154, 155, 156, 157, 158, 159, 160, 161 e l’ultimo non è obbligatorio per le donne; 162, 163, 164, 165, 166, 167; 168; 169, 170 che non sono obbligatori per le donne; 172, 175, 184, 195, 197, 206, 207, 208, 209, 210, 211, 212 e questo non è obbligatorio per le donne; 213, 214, che sono riservati ai maschi; 215 che è riservato ai maschi. Resta chiaro allora che di questi 60 precetti necessari, 46 sono obbligatori anche per le donne e 14 no. Come promemoria di questi 60 precetti obbligatori ti sia l’espressione v¨N¥v oh¦ ¦J ,Ifk§N shishìm hèmma melachòt~sessanta sono le regine (Cantico dei Cantici 6, 8) mentre, per l’esclusione di 14 di essi, dalle donne sia il detto s²h ,k±zt ¨ hF kì azelàt yàd~impotente è la mano (Devarìm 32, 36) ( s²h yàd = 14) e il segno dell’obbligatorietà di soli 46 precetti per le donne sia l’espressione Q¥,h¦rC o©sC §T©t o³D gàm àt beDàm beritècha~anche tu col sangue del tuo patto (Zaccaria 9, 11) cioè il valore del detto o©sC beDàm~col sangue equivale a 46 e indica il numero dei precetti imposti alle donne ed essi costituiscono il patto necessariamente riservato alla donna. Questo è quanto abbiamo ritenuto opportuno annotare a proposito del numero dei precetti positivi. 245 ELENCO DEI PRECETTI NECESSARI CITATI DA RÀMBAM 1 Credere nel Signore 2 Unicità del Signore 3 Amare il Signore 4 Provare timore reverenziale per il Signore 5 Prestare culto al Signore, cioè pregare 6 Rimanere uniti agli studiosi di Torà ed essere loro fedeli 7 Chiunque debba giurare, deve farlo nel nome del Signore 8 Seguire e imitare il comportamento del Signore 9 Santificare il nome dell’Onnipotente 10 Recitare lo shemà ogni mattina e ogni sera (non è obbligatorio per le donne) 11 Studiare e insegnare la Torà (non è obbligatorio per le donne) 12 Indossare i tefillìn sul braccio (non è obbligatorio per le donne) 13 Indossare i tefillìn sul capo (non è obbligatorio per le donne) 14 Indossare gli tzitzìt, i fiocchi sui vestiti che hanno quattro angoli (non è obbligatorio per le donne) 15 Porre la mezuzà sugli stipiti delle porte 18 Ogni ebreo deve scrivere un rotolo della Torà per se stesso (non è obbligatorio per le donne) 19 Benedire il Signore per il cibo che riceviamo, dopo aver mangiato 249 INDICE PER ARGOMENTI Legenda: : precetti positivi z: precetti negativi Affari: 245 imbrogliare: z247, 248, 250, 251, 252, 253, 255 misure: 208; z271, 272 non ebreo: 142, 198 garanzia: 199; z239, 240, 242 Anno sabbatico: 16, 134, 135; z220, 221, 222, 223, 230, 231 Articoli religiosi profanazione: z65 mezuzà: 15 sèfer Torà: 18 tefillìn: 12, 13 tzitzìt: 14 Assassino z239, 292, 293, 295, 296 Assassinio di ignoti: 181; z309 Campi e raccolti primizie: 125, 132; z148 chadàsh (nuovo raccolto): z189, 190, 191 challà (offerta dell’impasto): 133 prodotto del quarto anno: 119 decime da animali: 78; z109 decime per i poveri: 130 prima decima: 127 seconda decima: 128, 131; z141, 142, 143, 150, 151, 152 ordine dei doni: z154 orlà (frutti proibiti): z192 vendita della terra: z227 terumà: 126; z133, 134, 135, 136, 137 dalle decime: 129 tével (cibi proibiti): z153 Circoncisione: 215 kohanìm~sacerdoti benedizione: 26 vestiti: 33; z87, 88, 164 doni: 133, 144 impurità: 37; z69, 75, 76, 166 sommo sacerdote: 38, 40; z161, 162, 167, 168 matrimonio: z158, 159, 160 rispetto: 32 servizio nel Santuario: 24, 36; z68, 72, 163, 165 Danni: 236, 237, 238, 240, 241; z188 prevenzione: 184; z298, 299 255 Appendice I I sette precetti miDerabbanàn~dei rabbini In aggiunta ai 613 precetti della Torà, i nostri Maestri hanno stabilito l’obbligo di osservarne altri sette che sono conosciuti con il nome di shèva mitzvòt deRabbanàn~sette precetti dei rabbini; essi sono: 1) Leggere l’hallèl, il gruppo di Salmi dal 113 al 118, nei giorni prescritti dai nostri Saggi. In Israele, nel corso dell’anno si legge l’hallèl completo in 18 occasioni, mentre fuori da Israele in 21 in quanto le shalòsh regalìm~tre ricorrenze liete, Pésach, Shavuòt e Sukkòt, durano un giorno di più. I 18 giorni in cui si legge l’hallèl sono: — Sukkòt (7 giorni) — Sheminì Atzèret — Chanukkà (8 giorni) — il primo giorno di Pésach — il primo giorno di Shavu’òt. Fuori da Israele si legge l’hallèl completo anche a Simchà Torà (che in Israele si festeggia nello stesso giorno di Sheminì Atzèret), il secondo giorno di Pésach e il secondo di Shavu’òt. Di ròsh chòdesh e nei rimanenti giorni di Pésach si recita invece l’hallèl accorciato, escludendo cioè i Salmi 115 e 116. La differenza dipende dal fatto che questi giorni sono stati aggiunti in un periodo successivo rispetto ai primi e sono stati differenziati in questo modo per la loro minore importanza. 2) Il 14 del mese di Adàr, di Purìm, è obbligatorio leggere la meghillà di Ester in pubblico. La lettura della meghillà deve essere eseguita per due volte, la sera del 14 e la mattina seguente, e anche le donne sono tenute ad assistervi. Questo precetto ha la precedenza su qualsiasi altro, tranne quello di seppellire un defunto che non abbia lasciato parenti in grado di I sette precetti miDerabbanàn~dei rabbini 257 centro abitato superiore a quello consentito normalmente durante Shabbàt. Il secondo permette a persone che abitano vicine di portare oggetti nelle parti comuni delle abitazioni. Il terzo viene fatto quando Yom Tov precede Shabbàt e consente di cucinare un cibo di Yom Tov per il Sabato. 259 Appendice II I sette precetti dei benè Nòach~figli di Noè Secondo la tradizione ebraica il Signore, dopo aver salvato Noè dal diluvio, diede a lui e alla sua famiglia sette comandamenti da osservare tratti dal testo biblico di Bereshìt, capitolo 9, e riguardano tutti gli esseri umani, compresi i non ebrei. Questo l’elenco: (le indicazioni che precedono il testo si riferiscono all’elenco suddiviso in precetti positivi e negativi) 1) È proibito mangiare un membro o un qualsiasi pezzo di carne che sia stato prelevato da un animale vivo: z 182 Non mangiare carne che è stata prelevata da un animale vivo: Non mangerai la vita insieme con la carne (Devarìm 12, 23) 2) È proibito bestemmiare: z 60 Non pronunciare (in modo blasfemo) il nome di D-o: Non maledirai il Signore (Shemòt 22, 27) 3) È proibito rubare: z 244 È vietato rubare qualsiasi cosa: Non ruberete (Vaikrà 19, 11); z 247 Non trattenere il denaro di qualcuno: Non dovrai defraudare il tuo compagno (Vaikrà 19, 13) 4) È obbligatorio nominare dei giudici e formare delle corti di giustizia: 246 Norme da seguire quando vi sia una lite tra un querelante e un querelato: In ogni caso di colpa… in cui una persona possa dire: «È lui!» (Shemòt 22, 8); Appendice III Descrizione dei vari tipi di sacrifici Korbanòt~sacrifici Nel passato il rituale ebraico prevalente era rappresentato dall’offerta dei korbanòt. A questo argomento è dedicato un intero trattato del talmùd che ha il nome kodashìm~cose sacre. Il termine korbanòt è usualmente tradotto con “offerte” o “sacrifici”, vocaboli che indicano una perdita o la rinuncia di qualcosa. Invece la parola ebraica proviene dalla radice Kòf-Rèsh-Bèt che significa avvicinare e indica lo scopo primario dell’offerta: avvicinare l’offerente al Signore. Parte del rituale connesso con l’offerta dei sacrifici, che si svolgeva solo nel Tempio di Gerusalemme, era effettuato esclusivamente dai kohanìm~sacerdoti. I korbanòt hanno tre significati fondamentali. Il primo è quello di donare. Il korbàn richiede che l’offerente rinunci a qualcosa che gli appartiene per esprimere un sentimento di gratitudine, amore o devozione a D-o. Questo è il motivo per cui i sacrifici sono costituiti da animali domestici, non selvaggi (perché gli animali della foresta non appartengono a nessuno). Analogamente, le offerte di cibo sono normalmente rappresentare da prodotti farinacei, che richiedono un certo lavoro di preparazione da parte dell’uomo. Altro importante concetto rappresentato dai korbanòt è quello dell’atto sostitutivo. Occorre comprendere che quanto viene offerto fa le veci della persona che presenta l’offerta e che ciò che viene fatto alla cosa o all’animale avrebbe dovuto essere fatto alla persona che compie l’offerta. L’offerta è in un certo senso punita al posto dell’offerente. È interessante in questo contesto notare che ovunque nella Torà si parli di korbanòt il nome del Signore che compare è il tetragramma, che indica la misericordia. Il terzo significato dei sacrifici è quello dell’avvicinamento. Scopo del sacrificio è rafforzare il rapporto di una persona con il Signore. 265 Appendice IV Glossario dei termini amidà – Dalla radice ebraica Àin-Mèm-Dàlet, significa letteralmente “stare in piedi”. Essa costituisce la preghiera delle diciotto benedizioni che si recita nelle tre preghiere quotidiane. La amidà sostituisce i tre sacrifici che venivano fatti ogni giorno nel Bet HaMikdàsh, rappresenta la parte centrale del formulario di preghiere e viene spesso indicata anche con il termine di tefillà~preghiera. ashàm~colpevole (vedi nella Appendice III). asherà~pianta incantevole – Con questo termine la Torà (Shemòt 34, 13; Devarìm 7, 5; 12, 3; 16, 21) indica gli alberi o le steli votive che nel Medio Oriente erano oggetto di culto quali divinità della fertilità. Troviamo menzione di essa anche a proposito degli abitanti di Sidone (I Re 11, 5 e 33). La asherà è da alcuni identificata con la divintà pagana Astarte o Afrodite mentre altri dicono che asherà si riferisce a qualsiasi albero posto accanto all’ingresso di un luogo di culto pagano. bar/bat mitzvà~figlio/figlia del precetto – Secondo la legge ebraica i bambini non sono obbligati a osservare i comandamenti, anche se devono essere incoraggiati il più possibile ad apprendere gli obblighi che avranno da adulti. I maschi diventano soggetti all’osservanza dei precetti all’età di 13 anni, le femmine a 12. La cerimonia del bar mitzvà segna formalmente l’assunzione di tale obbligo, assieme al corrispondente diritto di prendere parte alle cerimonie religiose, a essere contati nel miniàn (quorum di persone necessario per compiere alcune cerimonie religiose e alcune preghiere), stipulare contratti validi, testimoniare 297 Appendice V Biografia di Ràmbam RABBÌ MOSHÈ BEN MAIMÒN detto Ràmbam o Maimonide [4898-4965/1138-1204] Nacque a Cordoba, in Spagna, nel 1138. Il suo primo maestro fu il padre. Ràmbam fu allievo anche di rabbì Yosèf Migàsh, discepolo del Rif, che notò subito l’acuta intelligenza del giovane rabbì Moshè e intuì che sarebbe diventato una grande personalità. Ràmbam aveva 13 anni quando le tribù berbere degli Almohadi conquistarono Cordoba e obbligarono gli ebrei a convertirsi all’islam o ad abbandonare il paese. Per molti anni vagò di città in città in situazione di pericolo e di permanente instabilità fino a quando emigrò con la famiglia in Marocco, a Fez, dove si stabilì nel 1159. In quella città risiedevano degli Almohadi che, pur tolleranti al principio, in seguito ripresero le loro persecuzioni religiose e il grande rabbino della città, rabbì Yehudàh haKohèn, fu giustiziato in quanto irriducibile fedele dell’ebraismo. Fu allora che Ràmbam e la sua famiglia si trasferirono in Èretz Israèl. Per motivi che non ci sono noti non vi si poté stabilire e, dopo un breve soggiorno di sei mesi ad Acco, lasciò il paese insieme al fratello. Risiedette in Egitto, dapprima ad Alessandria e in seguito a Fostat (antico nome del Cairo) dove poté godere di qualche anno di tranquillità studiando la Torà grazie all’aiuto del fratello, commerciante il pietre preziose, che provvedeva alle sue necessità in modo molto decoroso. Quando perse il fratello in un incidente iniziò a esercitare la professione di medico per mantenere la propria famiglia e quella del fratello. In poco tempo si guadagnò una grande celebrità fino a divenire il medico di corte. Malgrado le pesanti responsabilità professionali e comunitarie, Indice p. 9 Prefazione 14 Benedizione da recitare quando si entra in un luogo di studio 15 Benedizione da recitare quando si esce da un luogo di studio 17 Criteri di catalogazione dei precetti di Ràmbam 19 I 248 precetti positivi 55 I 365 precetti negativi 105 Tabella con il numero dei precetti contenuti nelle parashòt 109 I 613 precetti ordinati secondo la loro posizione nella Torà 243 Brano di Ràmbam sui precetti necessari 245 Elenco dei precetti necessari 249 Indice per argomenti 257 Appendice I: i sette precetti miDerabbanàn~dei rabbini 259 Appendice II: i sette precetti dei benè Nòach~figli di Noè 261 Appendice III: Descrizione dei vari tipi di sacrifici 265 Appendice IV: Glossario dei termini 297 Appendice V: Biografia di Ràmbam