Economia e gestione delle imprese

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Economia e gestione delle imprese
Economia e gestione delle imprese
Approcci aziendali alla sicurezza sul lavoro
Analisi dei rischi di safety
dott. Matteo Rossi
Benevento, 3 marzo 2008
Le istanze sociali e gli indirizzi strategici
La gestione delle problematiche di safety incide sulla
redditività e sul valore dell’azienda sia attraverso la
riduzione dei costi associati al verificarsi di infortuni o
malattie professionali, sia nella misura in cui condiziona i
rapporti con i diversi stakeholder
A tal proposito è possibile classificare i diversi interlocutori
aziendali in due grandi categorie:
• interni (principalmente i lavoratori)
• esterni (organizzazioni sindacali, clienti, fornitori,
finanziatori, associazioni di categoria, opinione pubblica)
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Gli stakeholder esterni: le organizzazioni sindacali
I sindacati hanno avuto un ruolo fondamentale nello
sviluppo della maggiore sensibilità al tema della salute.
Nel comportamento sindacale è possibile riconoscere due
momenti fondamentali, caratterizzati da:
• monetizzazione del rischio
• rifiuto della monetizzazione
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1
I sindacati nel periodo della “monetizzazione del rischio”
Questo comportamento nasceva dal fatto che i rischi di
infortunio e malattia professionale erano considerati
inevitabili
Le rivendicazioni sindacali, pertanto, si concentravano nel
risarcimento dei lavoratori esposti al rischio
I sindacati rinunciavano esplicitamente a richieste di
miglioramento dell’igiene e della sicurezza sul lavoro
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I sindacati nel periodo del rifiuto della “monetizzazione”
A partire dal 1968 è mutato l’atteggiamento dei sindacati.
In questo periodo si assiste ad una crisi della produzione
di massa e ad una crisi di legittimazione dell’impresa
stessa
In questo periodo l’impegno del sindacato è stato
articolato in due direzioni:
• in uno sforzo di sensibilizzazione dei lavoratori sui
problemi relativi alla propria salute
• in un mutamento delle richieste a livello contrattuale
I sindacati individuano quattro categorie di fattori di
nocività che vanno da fattori presenti in qualsiasi tipologia
di ambiente (lavorativo e non), alle caratteristiche delle
mansioni
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I fattori di nocività
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Gli altri stakeholder esterni
Opinione pubblica: è possibile notare un accrescimento nel
tempo dell’interesse verso temi di safety, ma comunque in
misura minore rispetto ad altre tematiche come la tutela
dell’ambiente e alla qualità
Clienti e finanziatori: vi sono gruppi di operatori sempre
più interessati alla politica di responsabilità sociale
dell’impresa e tendenzialmente propensi a privilegiare
aziende responsabili su questi temi
Comunità locale: sempre più spesso le aziende si trovano
a dover fronteggiare l’ostilità della popolazione locale,
dovuta alla rischiosità degli stabilimenti produttivi
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Gli stakeholder interni 1/2
Il bisogno di sicurezza ha rappresentato, negli ultimi
cinquanta anni, uno dei fattori basilari delle
rivendicazioni in materia di soddisfazione dei lavoratori.
Sulla esigenza di soddisfare il bisogno di sicurezza, già
negli anni ’60, furono elaborati alcuni modelli
motivazionali (Maslow, 1964; Herzberg, 1966): Maslow
individua ai livelli più bassi le condizioni di igiene e
sicurezza sul lavoro; Herzberg (1966) ricomprendendo le
condizioni fisiche di lavoro fra i fattori igienici, fa
discendere l’esigenza di garantire livelli accettabili di
rischio, innanzitutto quale premessa necessaria ad un
positivo rapporto con i lavoratori.
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Gli stakeholder interni 2/2
Il concetto di soddisfazione per il lavoro, tuttavia, va
correlato, positivamente, con quello di motivazione: i
lavoratori più soddisfatti tendono ad essere anche i più
motivati. Alcuni studi (Tsui, Pearce, Porter e Tripoli,
1997; Lind & Tyler, 1988) hanno evidenziato che i
lavoratori delle aziende che investono di più nella
sicurezza, hanno una maggiore partecipazione affettiva
all’organizzazione e tendono ad essere più soddisfatti
perchè percepiscono di essere importanti per l’impresa.
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3
Gli approcci aziendali alla sicurezza del lavoro
Come per le problematiche ambientali, anche nella
gestione della sicurezza sul lavoro, le imprese possono
adottare un approccio di tipo:
•
•
•
•
passivo
adattivo
reattivo
attivo
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L’approccio alla sicurezza sul lavoro
Tipologia
di
impresa
Motivazione
Aree di
intervento
Trasformazioni
necessarie
Livelli di
sensibilità e
consapevolezz
a verso la SSL
Livello di
organizzazio
ne delle
funzioni SSL
Rischi verso
il business e
la
competitività
di impresa
Nulla
Nullo
Da molto alti
a alti
Passiva
Normativa
Pressione
pubblica
Messa
a
norma ove
indispensabil
e
Evasione
Responsabilità
tecniche
Adattiva
Normativa
Pressione parti
interessate
Messa
a
norma
Tecnologie
consolidate
di processo
Responsabili
SSL
produzione
di
in
Bassa
Basso
Da alti a medi
Reattiva
Regolamentazio
ne
Sensibilità
di
mercato
Opinione
pubblica
Processi e
prodotti
Tecnologie
di sicurezza
Tecnologie
pulite
Sistema
di
comunicazione
interna/esterna
Funzione di SSL
in staff
Bassa
Medio
Da medio a
medio bassi
Attiva
Opportunità
competitive
Responsabilità
sociale
Sviluppo
di
medio periodo
Tutte le aree
Mktg e R&S
Responsabilizza
zione a tutti i
livelli
Specialisti nelle
diverse
attività
chiave
Alta
Alto
Da bassi a
molto bassi
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L’approccio adattivo …
… si concretizza nella mera osservanza degli obblighi di
legge. Gli obiettivi aziendali relativi alla sicurezza sul
lavoro coincidono con i vincoli imposti dalla legge.
Un tale approccio presenta, però, i seguenti limiti:
• inadeguatezza dei comportamenti rispetto alla continua
e rapida evoluzione del quadro normativo di riferimento
• inadeguatezza dei comportamenti rispetto alle istanze
sociali che possono precedere gli interventi di tipo
normativo
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4
L’approccio reattivo …
… può risultare estremamente onerosa poiché richiede
continui interventi di tipo tecnico ed organizzativo, ma
permette all’impresa di rispondere prontamente alle
esigenze degli stakeholder aziendali e di essere
all’avanguardia rispetto alla normativa di riferimento
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Il rapporto tra la sicurezza aziendale e le finalità
imprenditoriali
Se si accetta l’impostazione che il fine dell’impresa non è la
massimizzazione del profitto, ma la creazione di valore, è
necessario considerare tre aspetti congiuntamente ai fini della
determinazione degli obiettivi strategici:
• risultati economici
• risultati competitivi
• risultati sociali
Il comportamento dei lavoratori, dal quale dipendono le
performance aziendali, è a sua volta condizionato dalla
soddisfazione dei bisogni dei lavoratori stessi, tra i quali quello
di sicurezza assume una importanza rilevante. Non bisogna
dimenticare che ai rischi di infortunio sono legati costi che,
direttamente o indirettamente, gravano sull’impresa
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Il rapporto tra la sicurezza aziendale e la creazione del
valore
I costi associati alla sicurezza aziendale hanno un impatto
notevole sulla determinazione del reddito di impresa. In
particolare è possibile distinguere due differenti tipologie di
costo:
1. il complesso di costi associati ai rischi di safety e ad
eventuali infortuni e malattie
2. i costi ricadono da sostenere per la gestione della sicurezza e
per realizzare gli interventi ed il controllo del rischio
L’impatto delle politiche di safety sui risultati aziendali dipende
dalla riduzione di queste due voci di costo
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La definizione del livello di rischio accettabile
Nella realtà vi è l’impossibilità concreta (o la mancata
convenienza) ad annullare i rischi aziendali.
Le politiche aziendali, pertanto, dovranno mirare non
all’annullamento del rischio, ma al raggiungimento di specifici
obiettivi di sicurezza.
Si pone, pertanto, il problema di riuscire a determinare il livello
di rischio accettabile che costituisce, da un lato, l’output del
processo di valutazione (analisi costi-benefici) e , dall’altro, il
punto di partenza per la determinazione delle politiche da
adottare.
La determinazione del livello di rischi accettabile è,
generalmente, frutto di un confronto che può assumere
differenti modalità tra l’impresa e gli stakeholder.
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I criteri di accettabilità
• legale: il rischio viene ritenuto accettabile sulla base di
quanto stabilito dalla legge;
• manageriale: il rischio viene ritenuto accettabile sulla base
degli standard;
• culturale: il rischio viene ritenuto accettabile sulla base
dell’accettazione sociale;
• competitivo: il rischio viene ritenuto accettabile sulla base
dell’impatto sulla competitività aziendale;
• politico: il rischio viene ritenuto accettabile sulla base del
prezzo politico che bisogna sostenere;
• pubblico: il rischio viene ritenuto accettabile sulla base delle
aspettative e delle richieste dell’opinione pubblica.
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Gli aspetti gestionali
Le tematiche attinenti la sicurezza sul lavoro richiedono:
• la necessità di adottare una politica della sicurezza proattiva,
volta ad anticipare l’evoluzione normativa,
• la necessità di un approccio sistemico, che si traduca in un
sistema integrato e coerente di procedure, metodologie e
soluzioni,
• il ricorso all’analisi costi-benefici, ossia alla identificazione e
quantificazione dei costi legati sia agli interventi di safety, sia ai
rischi residuali.
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Il sistema di gestione della sicurezza …
… deve essere integrato nel sistema di gestione aziendale. La
struttura dedicata alla safety deve trovare adeguata
collocazione nell’ambito dell’organigramma aziendale, essere
coordinata con le altre funzioni e con i differenti livelli
gerarchici.
Analogamente l’attribuzione ai diversi soggetti aziendali di
compiti e responsabilità in materia di sicurezza sul lavoro deve
necessariamente risultare coerente e integrata con le
mansioni, gli obiettivi ed il sistema di valutazione definito per i
singoli soggetti.
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Gli aspetti organizzativi
• attribuzione di ruoli, compiti e responsabilità in materia di
sicurezza,
• informazione, formazione e addestramento dei lavoratori,
• creazione di una cultura aziendale della sicurezza attraverso
il coinvolgimento dei dipendenti,
• l’impegno del management nella gestione della sicurezza.
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L’applicazione delle metodologie di risk management alle
problematiche di safety
Il risk management prevede
essenzialmente tre fasi:
• identificazione del rischio,
• valutazione del rischio,
• trattamento del rischio.
Momento di analisi,
premessa di ogni decisione.
Consta di due momenti:
- Processo decisionale relativo alle misure da adottare,
- Implementazione
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L’analisi dei rischi di safety
Due sono le criticità in questa fase:
1. l’identificazione e l’individuazione delle concause che
possono determinare il verificarsi dell’evento,
2. la difficoltà di quantificare la frequenza e la gravità dei rischi
dove:
R=FxM
R = rischio,
F = frequenza,
M = magnitudo (gravità delle conseguenze)
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Scala quali-quantitativa per la valutazione dei rischi
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Matrice dei rischi
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I risultati di una indagine empirica (1)
Dall’indagine è emerso che nella gran parte delle aziende intervistate
la gestione della safety è demandata ad un unico responsabile,
l’imprenditore, senza che questi si avvalga delle competenze di altre
figure professionali. Pochissime, infatti, sono le imprese che
prevedono anche l’individuazione di un medico competente
all’interno della struttura organizzativa.
Imprenditore
13,04%
Responsabile del
servizio prevenzione
8,70% 4,35%
Medico competente
65,22%
39,13%
Rappresentate dei
lavoratori per la
sicurezza
Lavoratori
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I risultati di una indagine empirica (2)
La tutela della salute dei lavoratori non viene vissuta allo stesso modo in
tutte le aziende. La gran parte di esse sostiene che il rispetto della
disciplina sulla SSL sia un dovere sociale e non un obbligo legislativo, poche
sono quelle che intravedono nella tutela della salute dei lavoratori un
obiettivo economico (26,09%). L’attenzione alle istanze di sicurezza non è
ancora percepita come uno strumento per l’abbattimento dei costi; ancora
oggi molti imprenditori non riescono a quantificare l’impatto sulla redditività
aziendale
26,09%
8,70%
Obbligo legislativo
Dovere sociale
39,13%
56,22%
Opportunità strategica
Obiettivo economico
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I risultati di una indagine empirica (3)
Risultati confortanti emergono dall’analisi degli effetti del rispetto
della legge 626/94, la disciplina maggiormente conosciuta dalle
aziende. Questa, infatti, non viene vista come un obbligo da
rispettare, ma come un mezzo per la riduzione dei rischi o
addirittura come una opportunità per la creazione di migliori
condizioni di lavoro. Molto spesso gli intervistati individuano una
correlazione positiva tra la possibilità di ridurre i rischi e l’opportunità
di creare condizioni migliori per i lavoratori.
L’86,96% delle imprese afferma di realizzare tutte le fasi di una
corretta gestione della safety aziendale: valutazione del rischio,
individuazione delle misure di prevenzione e protezione,
predisposizione dei dispositivi di protezione individuale,
programmazione delle misure ritenute opportune per garantire il
miglioramento dei livelli di sicurezza.
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I risultati di una indagine empirica (4)
Incremento dei costi
4,35%
78,26%
91,30%
Mezzo per la riduzione
dei rischi
Opportunità per migliori
condizioni di lavoro
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I risultati di una indagine empirica (5)
Accade spesso che gli imprenditori non siano capaci di verbalizzare gli
elementi chiave della loro strategia e questo risulta essere ancora più vero
per quanto attiene alla sicurezza sul lavoro.
Nella gran parte dei casi non si procede (91,30%) a riunioni periodiche in
materia di sicurezza: questo dimostra una difficoltà evidente di coinvolgere
i lavoratori che spesso vengono lasciati all’oscuro degli interventi in materia
di SSL e divengono semplicemente dei soggetti passivi. La realizzazione di
visite periodiche sui luoghi di lavoro, rappresenta, invece, una prassi ben
consolidata nella stragrande maggioranza delle aziende intervistate
(73,29%).
La mancanza di strategicità in materia di sicurezza è dimostrata anche dal
fatto che sono pochissime le aziende che hanno richiesto ed ottenuto una
certificazione del proprio processo. E andando ad analizzare la tipologia di
certificazione, i risultati sono ancora più deludenti. Nessuna delle imprese
del campione, infatti, realizza una certificazione, nazionale o internazionale,
specifica sulla sicurezza (OHSAS 18001, UNI 10616, UNI 10617, UNI
10672). Il 71,43% ha ottenuto una certificazione del tipo ISO 9000, il
28,57% ha ottenuto una certificazione del tipo ISO 14000.
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Conclusioni (6)
Il comparto vitivinicolo regionale si caratterizza:
• per la presenza di imprese molto piccole che influisce sulla
competitività e sulla valenza riconosciuta alla sicurezza;
• le problematiche di safety vengono realizzate molto spesso dallo
stesso imprenditore, lasciando così all’oscuro un po’ tutti i
collaboratori;
• si tratta di imprese che pur non dichiarando esplicitamente il
rispetto della disciplina come un obbligo legislativo, non riconosco
strategicità alla disciplina sulla SSL;
• estemporaneità nella gestione della safety che si concretizza nella
realizzazione di visite periodiche ai locali dove viene svolta l’attività,
senza realizzare degli incontri con i lavoratori per metterli al corrente
delle decisioni sulla materia;
• molto spesso le imprese hanno una struttura organizzativa
inadeguata per una gestione integrata della sicurezza;
• in questo quadro generale emergono, però, delle realtà che stanno
cercando di adottare una visione ispirata alla qualità totale,
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attraverso la gestione integrata di tipo HSE.
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