Le Birre Trappiste - Andrea Biancalani On-line

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Le Birre Trappiste - Andrea Biancalani On-line
Meglio
conosciuta come Chimay, dal nome di una cittadina a sei miglia di
distanza, l’abbazia di Nostra Signora dell’Abbazia di Scormount, abitata dai
monaci trappisti, possiede la fabbrica di birra trappista più famosa e,
commercialmente, più diffusa. L’abbazia venne fondata nel 1850 a Forges, ma
ben presto lo scarso raccolto dei suoi terreni si rivelò insufficiente a sostenere il monastero. Questa
evidenza portò all’apertura, nel 1862, di una fabbrica di birra che fin da quel momento contribuì a
risollevare le sorti non solo del monastero ma anche dell’economia locale.
Chimay
White cap
0 ,3 3
11°
Chimay
Red
Cap
0 ,3 3
11°
Chimay
Blu
Cap
0 ,3 3
13°
Trappista
Doppio malto
Chiara
8°
Trappista
Scura
Doppio
Malto
7°
Trappista
Ambrata
Doppio
Malto
9°
Birra nata intorno agli anni ’60, per arricchire la gamma di
birre scure e dolci con un prodotto più secco
Sembra quasi una ale inglese. Il giallo carico è quasi
ambra, schiuma fitta e persistente, profumi fini ed intensi,
sembra di mettere il naso in un panettone: lieviti, uva passa,
canditi, insieme a note vegetali di frutta esotica. In bocca è
morbida e dolce (miele di castagno), ma nel lungo e
armonico finale emerge amaricante del luppolo e del
ginepro. E’ di corpo solido e secco, magro per una simile
gravità, ed è ricca di luppolo nel finale, con un tocco
dissetante di acidità. Questa birra è l’orgoglio dei frati,
anche se non ha il carattere più tipico delle Chimay. Da
abbinare a vellutata di gamberi, carni bianche e pesce
Di colore rosso mogano, schiuma compatta e persistente.
Profumi intensi e durevoli: si percepiscono frutti di bosco,
spezie e quel sentore animale che nel vino viene definito
foxy. Al palato è dolce di malto, elegante e morbida; il finale
è lungo, con note amare del luppolo ben bilanciate. Ha
anche un tocco di ribes
Provarla con mozzarella di bufala DOP.
Ricca e vivace, colore come quello della corniola; schiuma
cremosa e fitta; profumi delicati ma persistenti, con note
fresche e fruttate in armonia con quelle dolci del malto.
Corpo e struttura impressionanti, mediamente dolce, si
possono avvertire note tanniche di noci, fieno, timo, pepe,
sandalo e noce moscata. Ricorda vini liquorosi iberici.
Fruttata aromatica, uno Zinfandel, per non dire un Porto (le
note di Porto sono merito di una maturazione superiore ai 5
anni) tra le birre
Da bere con zuppa di farro, roquefort, ma anche da sola
dopo 2 o 3 anni invecchiamento, che la fanno migliorare.
Andrea Biancalani per gentile concessione del Prof. Alberto Laschi
1
Le
origini dell’Abbazia di Saint-Rémy risalgono al 1230, quando nel monastero
posto nella regione francese del Belgio, nella provincia di Hainault a ridosso del
Lussemburgo, trovarono riparo dal clima rigido delle Ardenne alcune monache,
che si adoprarono per sfruttare le risorse di quel suolo povero. Nel 1464 esse
vennero sostituite dai monaci cistercensi, che vi rimasero fino al 1794. L’abbazia
venne abbandonata per un certo numero di anni, ma poi tornò ad essere abitata nel 1887. I
registri del monastero rivelano che Saint-Rémy aveva al suo interno un piccolo birrificio già nel
1595; l’orzo e il luppolo crescevano nei terreni dell’abbazia. La piccola fabbrica di birra oggi in
funzione fu costruita nel 1899, rimodernata poi nel 1960 e successivamente anche nel 1974
Rochefort
6°
0 ,3 3
Rochefort
8°
0 ,3 3
11°
Rochefort
10°
0 ,3 3
14°
Color ruggine o tonaca di frate; in bocca sapore erbaceo, di
“legno” e molto terrosa. Schiuma compatta e persistente,
lascia i merletti; non ha un gran naso, anche se rivela
sentori erbacei; corpo morbido ma non “grasso”,
dolcemente frizzante, con un amaro appena accennato.
Finisce lunga, lasciando un buon sapore caldo, quasi di
cioccolato.
Colore ambra intenso, spuma compatta e persistente. Aroma
Trappista
Doppio malto netto di buccia di agrumi. Di corpo medio, impatto
piacevolmente frizzante, sapore iniziale di liquirizia e spezie
Ambrata
che muta ad ogni sorso. Finale insieme fresco e piccante.
8°
Birra di forte personalità, con alcune vette squilibrate. Da
bere sola o con formaggi stagionati.
Colore ambrato mogano con schiuma scura e persistente. Al
Trappista
naso si apre con profumi di banana, frutta secca, caffè
Doppio
tostato, liquirizia e pepe. In bocca è calda e strutturata,
Malto
morbida e avvolgente e non nasconde la sua potenza. Non
Bionda
molto frizzante, lascia in bocca sentori maltati e amari
1 1 ,3 °
molto persistenti. Da provare con formaggi erborinati
Trappista
Doppio malto
Tonaca di
frate
6°
Andrea Biancalani per gentile concessione del Prof. Alberto Laschi
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L’abbazia di Nostra Signora del Sacro Cuore a Westmalle venne fondata il 22 Aprile
1794 dai monaci del monastero di La Trappe, in Francia. Dal 1794 al 1836 i monaci
bevvero solo acqua, cosa che, alla lunga, non risultò molto gradevole. Il 22 aprile
1836, Abbot de Rancé decretò che ai monaci fosse concesso di passare dall’acqua alla birra.
Aderendo alla regola di San Benedetto, che imponeva fra l’altro l’autosufficienza, i monaci
decisero di prodursi da soli la birra. Costruirono così una fabbrica di birra e il 10 dicembre 1836
poterono gustare per la prima volta la loro birra, venduta gradualmente poi anche agli abitanti del
luogo a partire dal 1860. Con il passare del tempo le 2 birre prodotte dai monaci divennero così
famose e richieste che nel 1934 si rese necessaria la costruzione di un nuovo stabilimento, che subì
trasformazioni fino al 1991. I monaci producono anche una serie di prodotti caseari, ma il punto
di forza per il mantenimento dell’abbazia e della loro opera di carità rimane il birrificio. Le birre
vengono prodotte con una miscela di tipi d’orzo estivo e luppolo Hallertau, Poperinge, austriaco e
sloveno. Sono birre ad alta fermentazione, condizionate in bottiglia ed invecchiate per 3 mesi.
Westmalle
Double
0 ,3 3
Westmalle
Triple
0 ,3 3
13°
Di colore bruno scuro, straordinariamente secca e presenta
un buon carattere maltato. Aroma fruttato e luppolato denso
e a strati e un palato ugualmente deciso di frutta secca,
malto cioccolato e luppolo speziato. Termina con un
retrogusto delicato di malto secco tostato e frutta (banana e
frutta passita)
Spuma compatta e persistente, profumo sorprendentemente
Trappista
Doppio malto ricco e complesso (al naso arriva una freschezza quasi
marina, dovuta al luppolo Saaz), con sentori di vaniglia,
Chiara
tabacco aromatico, salvia, scorze d’agrumi e frutta. Impatto
9°
in bocca forte e piacevole, con i vigorosi aspetti del malto in
equilibrio con l’alcool e la secchezza del luppolo. Si apre
con alternanza di sapori ed un finale morbido, di miele
amaro piacevole e persistente. Perfetta con gli asparagi
Trappista
Doppio malto
Ambrata
7°
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Nel 1070 un gruppo di monaci benedettini provenienti dalla Calabria fondò
un’abbazia nella Valle d’Oro, il cui nome fu trasformato in Orval. Nel XII sec., su
richiesta del conte Alberto di Chiny (St. Bernard di Clairvaux), la Chiesa inviò dei
monaci di Tres-Fontaines. Fedeli alla tradizione csistercense, questi monaci
provenienti dalla regione di Champagne, costruirono la loro abbazia lungo l’arteria romana tra
Rheims e Treviri. Orval è stata una delle abbazie che guidarono la riforma trappista dell’ordine
cistercense nel tardo ‘600 per riportare i monasteri all’osservanza delle regole. Raggiunse l’apice
della propria fama e della prosperità alla fine del ‘700. Il rovescio della fortuna arrivò dopo la
rivoluzione francese, quando fu bollata come antirivoluzionaria per aver ospitato emigres
dell’aristocrazia in fuga dalla capitale; i cannoni dell’armata francese agli ordini del generale
Loison la ridussero ad un cumulo di rovine nel 1793 e tale rimase per quasi 100 anni, finchè un
ufficiale dell’armata belga ferito nella grande guerra e divenuto monaco trappista concepì l’idea di
rifondarla e di ricostruirla quasi dal nulla. Il progetto dell’attuale edificio risale al 1926 (sotto la
spinta di Dom Marie-Albert van der Cruyssen) ma 5 anni più tardi l’edificio non era ancora
terminato. Per ricavare fondi da destinare al completamento dell’abbazia la comunità dei monaci
decise di destinarne un’ala alla produzione della birra. L’impianto fu inaugurato nel 1931 ed è
ancor oggi attivo, con più di 40 monaci che vi lavorano attualmente.
Il laghetto dalle acque limpide e gelide, situato vicino al portale dell’abbazia, deve il suo nome alla
leggenda immortalata dall’illustrazione che appare sull’etichetta della birra. Nell’XI secolo la
regione era governata dalla contessa Matilda, duchessa di Toscana e zia di Goffredo di Bouillon.
Nel 1076 questa decise di conoscere i coraggiosi coloni provenienti dalla Calabria. Seduta ai
margini della sorgente che forniva acqua al monastero, Matilda fece accidentalmente cadere nel
laghetto l’anello nuziale, ricordo del marito scomparso. Disperata per aver perduto un così caro
ricordo, implorò la Vergine Maria. Improvvisamente una trota sbucò fuori dall’acqua e le restituì
il prezioso anello. In soggezione per quanto era successo, la contessa esclamò: “questa è davvero
una valle d’oro!”
Orval
0 ,3 3
Trappista
Doppio malto
Ambrata
6 ,2 °
Doppia fermentazione, con tripla in bottiglia. Colore
ambrato (che varia e deriva dalla qualità del malto usato) e
i profumi, fini ed intensi, ricordano le prugne, la scorza
d’arancio, il pepe bianco e le foglie di tabacco (l’aroma è
dovuto all’uso di lievito semispontaneo Brettanomyces che
dà un tocco di corpo e acidità nel finale). In bocca è molto
asciutta, fruttata e alterna le note agrumate a quelle
speziate e al luppolo (che è aggiunto a secco), in una corsa
lunga che termina in un finale amaro giocato sui toni del
rabarbaro, della china e della liquirizia. Da bere con carni
arrosto o trota affumicata; da usare nella preparazione di
una zuppa di cipolle.. Birre simili sono quelle di un
microbirraio di Montignies sur Roc e, nelle Fiandrea, La
Augustijn prodotta dalla van Steenbergen
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Trappisti di St. Sixtus a Westvleteren. E’ il più piccolo fra i 5 monasteri belgi che
producono birre trappiste. Fondato nel 1830, Si trova nelle Fiandre vicino alla
città di Poperinge, presso il confine francese, tra la costa e la città nota con il nome
francese di Ypres (Iper in fiammingo). Cominciò a produrre birra pochi anni dopo,
nel 1838, per il solo fabbisogno interno. Nel 1920 l’abate Bonaventura de Groote
rimodernò la brasserie interna secondo lo stile artigianale delle Fiandre Belghe, e si cominciò a
parlare di produrre anche per l’esterno. Ciò diede vita ad un forte dibattito interno alla comunità,
che comunque decise di dare vita alla produzione commerciale. Dopo la II Guerra mondiale la
produzione si aggirava intorno ai 3500 ettolitri, parte destinati al consumo interno e parte al
commercio. Per molti anni l’abbazia ha concesso a un birrificio locale vicino St. Bernardus di
Watou, di usare il nome st. Sixtus per un’analoga gamma di birre, ma dal 1992, dopo che nel
1989 il reparto di produzione interno al monastero fu ancora rinnovato, il monastero ha
ricominciato a produrre in proprio le birre; questa produzione è di fatto modestissima, soddisfa
poco più del fabbisogno interno (i monaci hanno diritto ad una birra al giorno, secondo la regola).
I prodotti sono venduti solo nel negozio del monastero e al caffè De Vrede di fronte. Una
segreteria telefonica (057-401057) elenca i “colori” disponibili.
Pur dominando un campo di luppolo, il monastero produce birre la cui caratteristica prevalente è
la dolcezza del malto, accompagnata da percettibili note speziate e fruttate. Di alta
fermentazione, stabilizzate in bottiglia, non filtrate né centrifugate, hanno un gusto particolare,
un po’ piccante. Le bottiglie non sono etichettate, sul tappo è riportata la gradazione alcolica
secondo il sistema belga, che dà un’indicazione molto sommaria del contenuto alcolico per volume.
Tappo Verde
Trappista
0,33 Doppio
malto
Dorata
5,8°
Westvleteren 8°
(Tappo Blu)
Trappista
0,33 Doppio
malto
Borgogna
8°
Westvleteren 12
(Tappo Giallo)
Trappista
Doppio
0,33 malto
Mogano
11°
Schiuma abbondantissima, cremosa e persistente. Dal bel
colore biondo limpido con riflessi dorati, ha un naso secco e
astringente, di luppolo mandorla e di fiori secchi nel finale.
Leggera e secca, lascia uno splendido palato, ripulito e
asciutto, con esplosione finale dell’amaro del luppolo.
Finisce alquanto lunga, con in fondo all’amaro del luppolo
una vena leggermente dolciastra, che lascia piacevolmente
sorpresi.
Assomiglia molto alla St. Bernardus 8°, splendide entrambi;
questa è forse un capellino meno speziata e leggermente più
morbida
Color Borgogna, spuma abbondante, fine e abbastanza
persistente; aroma piacevole di malto tostato e leggermente
speziata. Al palato si apre dolce fruttata, con venature di
prugnolo o brandy, e con un finale secco di mandorla. Da
provare con un formaggio dolce e morbido. Splendida
Splendida birra “trappista”, sorella per gradazione della
Rochefort 10° e della St. Bernardus Abt, ma di entrambi più
equilibrata, morbida e vellutata.
Ha un bel colore mogano, una spuma ricca, cremosa e
persistente; al naso si apre con delicati sentori abboccati e
maltati, con una punta di nota speziata. Ha corpo
sorprendentemente morbido e snello, nonostante la forte
gradazione, al palato si apre con note di malto e frutta
matura, ma si notano anche le piacevolissime note speziate
(zenzero?). Finisce molto lunga, equilibrata e ancora
morbida. Eccezionale.
Andrea Biancalani per gentile concessione del Prof. Alberto Laschi
5
Una
delle sei fabbriche di birra trappista nel mondo, De Schaapskooi («l’Ovile
chiuso”) della Abbazia di Onze Lieve Vrouw (“penna di pecora”) di Koningshoeven
(“giardino del re”), l’unica a non essere situata in Belgio. Fu fondata intorno alla
fine del secolo scorso, nel 1880 ca., e subito fu creata la fabbrica di birra per andare
incontro alle necessità finanziarie del monastero. Le birre La Trappe sono prodotte con luppolo,
lievito, malto e acqua del pozzo dell’abbazia. Sono tutte ad alta fermentazione, condizionate in
bottiglia con zucchero e una dose di lievito puro. I monaci invitano a bere la birra nello stesso
modo in cui la producono: «in pace».
La produzione è però stata acqiuistata nel 1998-99 dalla brewery olandese Bavaria.
La Trappe
Triple
0 ,3 3
13°
La Trappe
Dubbel
0 ,3 3
12°
Trappista
Doppio
Malto
O ro
8°
0 ,3 3
Trappista
Doppio
Malto
Ambrata
6,5°
Birra dal colore biondo velato con riflessi aranciati e
schiuma abbondantissima. Al naso offre profumi intensi di
mela cotogna, confettura di pesca ed albicocca. Al palato
invece si presenta morbida, grassa, ben strutturata ed
equilibrata, con un retrogusto molto persistente. Lascia a
lungo in bocca aromi di luppolo e di coriandolo. Abbinabile
ad una selezione di formaggi
Prodotta secondo una ricetta del 1884, include malto
aromatico pale ale, Kleur e di Monaco, e luppolo Northern
Brewer di Hallertau .
Colore ambrato carico, quasi rubino e profumi intensi con
note di mela cotta, datteri e chiodi di garofano. In bocca è
gradevole, strutturata e consistente, con sentori dolci di
malto e note di confettura di ciliegie e liquirizia, sul finale.
Molto aromatica e persistente, da gustare in abbinamento a
carni rosse e cacciagione
Andrea Biancalani per gentile concessione del Prof. Alberto Laschi
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