2012 09 settembre 2012 NOTIZIARIO DS
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2012 09 settembre 2012 NOTIZIARIO DS
Dirigenti Scolastici N. 57/ 2012 – 11 Settembre 2012 E’ on line il sito web della FLC CGIL Lombardia, all’indirizzo www.flccgil.lombardia.it Nel sito un’ampia sezione dedicata ai DIRIGENTI SCOLASTICI, con una raccolta normativa, spazio FAQ, notizie ed informazioni utili per tutti i colleghi PER LA CONSULENZA MAIL , SCHEDE CONSULENZA, ALTRI SERVIZI (CEDOLINO, PENSIONI ECC..) I SOLI DIRIGENTI ISCRITTI ALLA FLC LOMBARDIA POSSONO RIVOLGERSI A [email protected] - tel 3357322206 RESPONSABILE REGIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI LOMBARDIA Coordinamento Nazionale STRUTTURA COMPARTO NAZIONALE DIRIGENTI SCOLASTICI SEGRETARIO REGIONALE FLC LOMBARDIA IN PRIMO PIANO 01. Dirigenti scolastici: trasparenza sulle assunzioni dei vincitori del concorso e fondi per la contrattazione regionale 02. Comunicato stampa USR sul concorso per dirigenti scolastici Lombardia 03. Dirigenti Scolastici. Annullamento del Concorso Lombardia. Positivo l'esito dell'incontro presso Regione Lombardia. 04. LA SCUOLA NON PUÒ ASPETTARE APPELLO pubblico MANOVRA E RAPPORTI STATO REGIONI 05. Comunicato su incontro del 4 settembre presso il Ministero Funzione Pubblica. 06. Personale supplente: sbloccato il pagamento delle ferie non godute sino al 6 luglio 2012 07. Scuola: Pantaleo, spending review getta nel caos le segreterie 08. Scuola: il bluff del registro on line NOTIZIE NAZIONALI 09. Quadro Europeo delle qualificazioni (EQF): lo stato dell’arte in Italia 10. Indicazioni per il curricolo: il MIUR invia alle scuole la versione provvisoria 11. Docenti inidonei e passaggio nei ruoli ATA 12. Ancora tagli sugli ATA. Se la scuola paga, non c’è risparmio 13. Personale ATA: procedure avvio anno scolastico 2012/2013, istruzioni dal MIUR 14. Concorso 24 mesi ATA 2011/2012: il Miur riconosce il servizio da graduatorie prioritarie 15. Formazione iniziale: prorogati i supervisori di tirocinio per Scienze della formazione primaria anche per il 2012/2013 NOTIZIE REGIONALI 16. Formazione in servizio dei Autoaggiornamento per l’a.s. 2011-12. dirigenti scolastici. Iniziative di 17. ferie/assenze Dirigenti Scolastici 18. assistenti amministrativi e tecnici - precisazioni 19. NARRARE, ASCOLTARE, Facilitatore Narrativo ACCOGLIERE Percorso di formazione per SPAZIO FAQ E GIURISPRUDENZA 20. Scuola: Dal garante arrivano regole per la privacy 21. Sempre lecite le riprese video per indagini a scuola NAVIGANDO IN RETE 22. Il disegno di legge per l'autogoverno delle scuole - di Franco De Anna PavoneRisorse IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE FLC in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO : http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3515 • documento unitario concorso DS reg lombardia –PD- PDL-OO.SS.-ASSOCIAZIONI DIRIGENTI • mozione pdl – lega concorso ds lombardia • mozione pd concorso ds lombardia • Appello la scuola non può aspettare concorso ds lombardia • messaggio 135 del 6 settembre 2012 liquidazione ferie non fruite • il rapporto italiano eqf giugno 2012 • nota 5559 del 5 settembre 2012 indicazioni nazionali scuola infanzia e primo ciclo • indicazioni nazionali 2012 per il curricolo di scuola infanzia e primo ciclo del 4 settembre 2012 • indicazioni nazionali 2012 per il curricolo di scuola infanzia e primo ciclo sintesi consultazione scuole • nota 6522 del 5 settembre 2012 procedure avvio a s personale ata e dsga • decreto ministeriale 66 del 27 luglio 2012 proroga supervisori scienze della formazione primaria • volantino corso per facilitatore narrativo • la privacy a scuola documento garante privacy • 2012 09 uso delle immagini nella scuola anna armone edscuola • VI Sezione Penale Cassazione sentenza 33593/2012 lecite videoriprese A SCUOLA ************** IN PRIMO PIANO 01. Dirigenti scolastici: trasparenza sulle assunzioni dei vincitori del concorso e fondi per la contrattazione regionale La FCL CGIL chiede che sia attivato urgentemente il tavolo di informazione sindacale sul concorso e sui fondi regionali per la retribuzione dei dirigenti scolastici. La FLC CGIL ha chiesto, insieme alle altre Organizzazioni Sindacali rappresentative dell’Area V, un incontro al Direttore Generale del personale del MIUR per una informativa sindacale sulla situazione del concorso per dirigenti scolastici e sulle assunzioni e al Direttore Generale per le politiche finanziere e il bilancio sul fondo nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato. Negli ultimi giorni sono state effettuate le assunzioni di dirigenti scolastici autorizzate e ripartite fra le regioni con comportamenti e scelte diverse da parte dei Direttori Generali nelle diverse regioni; deve essere affrontato dal MIUR il problema della mancata assunzione dei 355 vincitori del concorso in Lombardia assicurando la funzionalità delle scuole e rispettando i diritti dei lavoratori coinvolti. Il MIUR deve dare l’informazione dovuta alle Organizzazioni Sindacali rappresentative dei dirigenti, ai sensi del contratto vigente, sulle procedure di reclutamento del personale e deve assumere del responsabilità dei procedimenti in corso garantendone trasparenza, correttezza e omogeneità. I neo dirigenti, che nella quasi totalità dei casi stanno affrontando situazioni complesse e nuove, in conseguenza del processo di dimensionamento che ha stravolto gli assetti organizzativi di migliaia di scuole, dovranno seguire i percorsi di formazione ed effettuare il tirocinio. La FLC CGIL ritiene che la formazione non deve ripetere contenuti già ampiamente noti ai neo dirigenti, ma deve sostenerli nel nuovo difficile compito di dirigere le scuole e il tirocinio non deve aggiungere altre difficoltà ed inutili perdite di tempo per dirigenti che hanno già il “loro da fare” nelle proprie scuole. Per quanto riguarda l’informazione sul fondo nazionale per la retribuzione di posizione e di risultato e la sua ripartizione alle regioni, i termini sono scaduti il 31 luglio 2012 e deve essere avviata quanto prima in tutte le regioni la contrattazione integrativa per far corrispondere le retribuzioni dei dirigenti al nuovo assetto organizzativo della scuola determinato dai dimensionamenti. Riportiamo di seguito la richiesta di incontro. _________________________________________ Roma, 5 settembre 2012 Prot. n. 337/2012 GC-stm Dott. Luciano Chiappetta Direttore Generale Pers. Scolastico MIUR Dott. Marco Ugo Filisetti Direttore Generale Politica Finanziaria e Bilancio Oggetto: Richiesta di incontro di informativa Le scriventi Organizzazioni Sindacali rappresentative dell’Area V della dirigenza scolastica chiedono ai sensi dell’art. 5 comma 1 del CCNL dell’Area V dell’11/4/06 che sia effettuato con urgenza un incontro di informativa sui seguenti punti: • Concorso per Dirigenti scolastici: situazione nelle varie regioni in relazione all’assunzione dei neo Dirigenti scolastici ed al periodo di formazione e tirocinio previsti dall’ art. 17 del bando e dall’ Allegato tecnico; • Ripartizione tra gli USR delle risorse destinate alla retribuzione di posizione e di risultato per l’a.s. 2012-2013. In attesa di rapido riscontro, si inviano distinti saluti. I coordinatori nazionali Area V FLC CGIL - CISL SCUOLA - UIL SCUOLA - SNALS CONFSAL – ANP - CIDA ************* 02. Comunicato stampa USR sul concorso per dirigenti scolastici Lombardia Comunicato stampa del direttore generale Giuseppe Colosio. Comunicato stampa sul concorso per dirigenti scolastici Dopo aver terminato le operazioni di assegnazione dei dirigenti scolastici alle scuole per garantirne la funzionalità con un numero anomalo di reggenze, voglio esprimere un ringraziamento ai dirigenti scolastici che hanno dovuto assumersi un onere e una responsabilità aggiuntiva, con l’auspicio che questa situazione non si prolunghi ingiustamente e pericolosamente nel tempo. Voglio anche esprimere ai docenti risultati meritatamente idonei nel concorso per dirigenti scolastici solidarietà e comprensione del disagio che stanno vivendo: le loro legittime aspettative coincidono totalmente con quelle dell’Ufficio scolastico regionale e con quelle delle scuole lombarde. Il rammarico per non aver potuto stipulare i contratti di direzione delle scuole è grande e nasce dalla coscienza di aver condotto il concorso nella piena legalità, con serietà e con la rapidità necessaria alle esigenze della scuola. Siamo convinti che anche la magistratura amministrativa non mancherà di valutare la correttezza tenuta dagli uffici e dalla commissione e la rilevanza delle conseguenze per la qualità della nostra scuola. Con questa convinzione non lasceremo nulla di intentato per raggiungere l’obiettivo per il quale il concorso è stato indetto. Perciò ci stiamo attivamente adoperando, in accordo con il Ministero e con l’Avvocatura dello Stato e con il sostegno di molte istituzioni, affinché siano soddisfatte le legittime attese degli idonei nel concorso e affinché questi docenti possano diventare risorse effettive di sviluppo qualitativo della scuola della Lombardia. Il direttore generale Giuseppe Colosio Milano, 6 settembre 2012 ************* 03. Dirigenti Scolastici. Annullamento del Concorso Positivo l'esito dell'incontro presso Regione Lombardia. Lombardia. Ha avuto luogo oggi pomeriggio il programmato incontro, su convocazione dell'Assessorato regionale, sul tema dell'annullamento del Concorso per Dirigenti Scolastici della Lombardia. L'incontro si è svolto alla presenza dell'Assessore Aprea e dei dirigenti dell'U.O.R. Istruzione, Formazione e Cultura, di tutte le OO. SS. regionali, di diverse sigle di Associazioni Professionali sia docenti che Dirigenti, Associazioni genitori, Partiti sia della maggioranza che dell'opposizione regionale. L’incontro è stata occasione per condividere un documento “unitario” su alcuni punti condivisi sulla vicenda concorsuale, in conseguenza dei pronunciamenti, in merito al concorso ordinario DS, del TAR Lombardia e del Consiglio di Stato. Il documento sicuramente non rispecchia a pieno la nostra posizione sulla vicenda, ma ne diamo un giudizio positivo, perché frutto di un complesso lavoro di sintesi e condivisione di tutti i convenuti che di fatto si schiera ad unanimità a difesa degli idonei e della scuola Lombarda. La sintesi ha portato naturalmente all’accantonamento delle posizioni specifiche di ognuno concentrandosi sui soli aspetti condivisi da tutti. Le questioni principali: • il Consiglio di Stato faccia prevalere l’interesse generale del sistema scolastico su questioni di forma che solo in via astratta avrebbero potuto contrastare con il principio dell’anonimato; • siano garantite forme di riconoscimento professionale per chi ha superato le prove concorsuali sulla base di criteri di merito; • il Ministro Profumo che si attivi ai sensi dell’art. 53 del D.lgs. 104/2010, affinché il Consiglio di Stato anticipi la data dell’udienza di merito. • si proceda immediatamente all’assunzione nel ruolo di dirigenti scolastici dei vincitori qualora la sentenza di merito rigetti la decisione del TAR; in subordine: • “qualora la sentenza di merito confermi la decisione del TAR, assicuri l’immediata attivazione della rinnovazione concorsuale al fine di concludere il procedimento entro il termine dell’anno scolastico; a conclusione della procedura concorsuale • valuti entro la fine dell’anno 2012, l’opportunità di bandire un nuovo concorso a totale copertura di tutti i posti disponibili e vacanti nelle diverse regioni per l’anno scolastico 2013-2014 in considerazione del fatto che l’autonomia scolastica esige un dirigente scolastico effettivo. Infine • considerata la gravità ed eccezionalità della situazione, si sostiene la richiesta già avanzata dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia di assegnazione di almeno ulteriori 250 posti in organico di fatto per sostenere la regolare gestione delle scuole Il documento prodotto verrà consegnato direttamente dalla presidenza della Regione al Ministro Profumo in occasione della sua visita nella nostra Regione. Alleghiamo anche le due mozioni in proposito, di maggioranza e opposizione, approvate nella seduta del mattino da parte del Consiglio regionale. IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE FLC in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO : http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3515 • documento unitario concorso DS reg lombardia –PD- PDL-OO.SS.-ASSOCIAZIONI DIRIGENTI • mozione pdl – lega • mozione pd ************* 04. LA SCUOLA NON PUÒ ASPETTARE APPELLO pubblico In Lombardia, le istituzioni scolastiche sono 1.224; in questi giorni 448 di esse iniziano l’anno scolastico senza un dirigente titolare. Il concorso bandito dal Ministro dell’Istruzione per il reclutamento dei dirigenti scolastici ha concluso il suo iter: una prova preselettiva, due scritti e un orale hanno selezionato 406 idonei. Il TAR di Milano lo ha bloccato per presunti vizi procedurali attribuibili all’amministrazione, non certo ai partecipanti. Il Consiglio di Stato ha rimandato la decisione sul merito a novembre; non sono stati possibili pertanto l’immissione in ruolo dei neodirigenti e un regolare avvio dell’anno scolastico. L’assemblea degli idonei al concorso DS Lombardia chiede che l’amministrazione scolastica si adoperi per sostenere avanti al Consiglio di Stato la necessità giuridica e l’opportunità pratica di consentire la revisione della decisione del TAR: il concorso appena concluso deve essere restituito alla sua piena legittimità. Per firmare Vai al link http://www.appelloscuola.it/ IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE FLC in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO : http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3515 • Appello la scuola non può aspettare ************** MANOVRA E RAPPORTI STATO REGIONI 05. Comunicato su incontro del 4 settembre presso il Ministero Funzione Pubblica. Pubblichiamo in allegato il comunicato della CGIL, FP CGIL e FLC CGIL relativo all'incontro che si è svolto oggi, 4 settembre 2012, presso il Ministero della Funzione Pubblica. “Le argomentazioni offerte dal ministro Patroni Griffi non hanno mutato né il giudizio negativo già espresso dalla CGIL, né le decisioni già assunte”. E' quanto afferma il Segretario Confederale del sindacato di Corso d'Italia, Nicola Nicolosi, in merito all'incontro di oggi con il titolare della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, a palazzo Vidoni, confermando così lo sciopero degli statali per il 28 settembre insieme alla UIL (per i comparti della conoscenza la data è ancora da stabilire n.d.r). La CGIL, fa sapere Nicolosi, “nel corso del suo intervento ha confermato la propria contrarietà, di metodo e di merito, rispetto alle scelte del Governo. Di metodo - spiega - perché, nonostante l'accordo del 3 maggio, il Governo ha proseguito con l'assunzione di decisioni unilaterali senza confronto, in una scelta di negazione delle relazioni sindacali e del ruolo delle rappresentanze sociali”. Di merito invece, aggiunge, “perché i provvedimenti della Spending Review, a cominciare dai tagli previsti sul personale, sono destinati a creare problemi gravi e di difficile soluzione per le persone e per i servizi, aumentando le tensioni sociali. Le decisioni di sciopero già assunte per fine settembre sono coerenti con tale giudizio e vengono confermate”. Inoltre il sindacato di Corso d'Italia ha posto “la necessità di dare seguito al confronto annunciato sul tema del precariato, che va riportato al centro dell'attenzione nel settore pubblico, in modo da evitare ulteriori conseguenze sui lavoratori non garantiti; e ha inoltre ricordato la necessità, nello spirito dell'accordo del 3 maggio, di coinvolgere nel confronto le Regioni e le Autonomie Locali, che sono destinatarie di parte non marginale dei provvedimenti di riorganizzazione”. Nicolosi afferma inoltre che Patroni Griffi “ha confermato l'avvio del confronto sull'applicazione della Spending Review e il coinvolgimento dei sindacati attraverso lo strumento dell'esame congiunto, a partire dalla prossima settimana, e ha recepito la richiesta di prosecuzione del tavolo sul precariato, impegnandosi in tal senso”. ************** 06. Personale supplente: sbloccato il pagamento delle ferie non godute sino al 6 luglio 2012 Confermata la giustezza delle nostre posizioni. Si pone fine all'incredibile paradosso che si era creato dopo che gli uffici di Ragioneria avevano bloccati i pagamenti delle ferie dei supplenti della scuola. Risolto il pregresso, resta il nostro impegno a cambiare una norma ingiusta. Le ferie non godute fino al 6 luglio vanno pagate. Lo stabilisce il messaggio 135 del 6 settembre 2012 pubblicato sul sito di SPT. Va a buon fine, grazie anche alle nostre pressioni e alle numerose diffide legali inviate dai supplenti, una vicenda paradossale che per un'errata interpretazione della norma (articolo 5, comma 8, del decreto legge 6 luglio 2012, n. 95) aveva bloccato, con effetto retroattivo, il pagamento delle ferie. Continua il nostro impegno a ottenere la modifica della norma in questione al fine di ripristinare questo diritto. Se la norma non verrà modificata ci sarebbe una ingiustificata penalizzazione dei precari scuola che, nella maggior parte dei casi, sono impossibilitati per ragioni didattiche e di servizio a fruire delle ferie, durante il rapporto di lavoro. IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE FLC in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO : http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3515 • messaggio 135 del 6 settembre 2012 liquidazione ferie non fruite ************** 07. Scuola: Pantaleo, spending review getta nel caos le segreterie Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL. Segretario generale della Non possiamo accettare che le segreterie scolastiche siano sguarnite di personale che per anni si è impegnato, svolgendo con competenza e responsabilità un gravoso lavoro. Tra pochi giorni inizia l'anno scolastico e il MIUR rinvia la copertura dei posti amministrativi e tecnico vacanti perché la legge sulla spesa pubblica impone che quei posti vengano occupati da docenti inidonei per motivi di salute all'insegnamento. Non è umanamente accettabile che persone con gravi malattie vengano costretti a svolgere mansioni complesse e faticose senza peraltro alcuna preparazione specifica. È certo che l'apertura delle scuole significherà nei fatti una mole di lavoro impossibile per i pochi amministrativi e tecnici di ruolo che non avranno l'appoggio dei colleghi precari. È un caos annunciato e il personale ATA è disperato e indignato. La FLC CGIL ritiene che l'operazione imposta dalla spending review debba essere rinviata nell'interesse generale della scuola che non può sopportare altri tagli. Incontreremo i rappresentanti del MIUR la prossima settimana. La FLC CGIL ha delle proposte di immediata fattibilità e di sicuro risparmio, come - tra le altre - incaricare il personale in esubero, che abbia i requisiti, del revisorato. Questa operazione porterebbe a un risparmio di 15 milioni di euro e permetterebbe di rinviare l'operazione inidonei e accelerare la copertura dei posti vacanti. Perché il Ministro del Tesoro la contrasta? Perché non vuole tagliare gli incarichi ai propri revisori, già titolari di altri stipendi? Non è anche questa revisione della spesa pubblica? Perché non si attiva la dispensa per i docenti inidonei? La FLC CGIL continuerà con le mobilitazioni fino alla grande manifestazione del 20 ottobre per chiedere al Governo Monti una radicale svolta rispetto a scelte disastrose che stanno impoverendo ulteriormente la scuola pubblica. ************** 08. Scuola: il bluff del registro on line Ricordate le grandi innovazioni tecnologiche per la scuola rivendicate dal Governo, con la spending review? Il testo del DL 6 luglio 2012 n.95 convertito dalla legge 7 agosto 2012 n.135 al Titolo secondo specifica in sostanza che “Le istituzioni scolastiche ed educative redigono la pagella degli alunni in formato elettronico" e "i docenti adottano registri on line e inviano le comunicazioni agli alunni e alle famiglie in formato elettronico" Soffermandoci in particolar modo sulla questioneregistro on line, secondo questo testo di Legge, a a decorrere dall’anno scolastico 2012-2013 le istituzioni scolastiche e i docenti adottano registri on line e inviano le comunicazioni agli alunni e alle famiglie in formato elettronico. Il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, sempre in base al dettato normativo, predispone entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto un Piano per la dematerializzazione delle procedure amministrative in materia di istruzione, università e ricerca e dei rapporti con le comunità dei docenti, del personale, studenti e famiglie. Il tutto ovviamente a costo zero per la finanza pubblica, ma non per le casse delle scuole, le quali per l'attuazione di questa disposizione, dovranno attingere dal noto Fondo d'Istituto, per retribuire il tecnico o l'esperto informatico che dovrà formare il personale scolastico per l'utilizzo di questa nuova procedura, per non parlare della problematica computer, poiché quasi certamente i docenti saranno costretti a compilare il registro on line da casa e con il proprio computer, dunque, chi non sarà in possesso di un computer dovrà comprarlo? E dovrà ancora una volta lavorare, gratis, da casa? Ma il problema per questo anno scolastico forse non si porrà. Infatti, chi ben conosce il mondo della scuola, certamente non chi tende a legiferare, saprà che i collegi docenti hanno già deliberato autonomamente l’organizzazione e la struttura di questo fondamentale strumento di lavoro per la scuola. E visto che lo scopo di quella norma era di attuare un risparmio per le casse dell'amministrazione, che fine faranno i registri che sono già a disposizione delle scuole? Verranno gettati via? E questo lo chiamiamo risparmio o spreco? Ancora una volta si assiste ad una sorta di operazione di mera demagogia. Non si innova la scuola a parole, non si innova la scuola con testi normativi, non si innova la scuola con le imposizioni. Una cosa è certa, ad oggi, i Dirigenti Scolastici non possono obbligare i docenti a ricorrere al registro on line, perché manca il provvedimento attuativo della citata Legge, visto e rilevato che il MIUR non ha predisposto il piano per la dematerializzazione delle procedure amministrative in materia di istruzione, università e ricerca e dei rapporti con le comunità dei docenti, del personale, studenti e famiglie, perchè deve tener conto di quanto deliberato in tal senso dal collegio docenti e certamente non si può iniziare l'anno scolastico senza registro, rilevato che ad esempio le presenze o le assenze degli studenti da qualche parte andranno pur segnate. Potrebbe però accadere che durante questo anno scolastico si cercherà di porre rimedio a tale pasticcio, se così possiamo definirlo, obbligando i docenti, visto il dettato normativo previsto dalla spending review, a compilare anche il registro on line, in corso d'opera, non appena questo sarà tecnicamente pronto. Dunque i docenti in sostanza rischierebbero di trovarsi nella situazione di effettuare due volte lo stesso lavoro. Ciò è palesemente illegittimo e certamente illogico e non rispettoso dello scopo fondante quella disposizione legislativa, ovvero il risparmio di spesa. Ma visto che per questo anno scolastico, per quanto concerne i registri, tale scopo è certamente venuto meno, una volontà del genere, consistente nell'imporre il ricorso al registro on line quando è stato già acquistato il registro cartaceo, sarebbe idonea a realizzare l'ennesimo conflitto nella scuola. ************** NOTIZIE NAZIONALI 09. Quadro Europeo delle qualificazioni (EQF): lo stato dell’arte in Italia Pubblicato il primo “rapporto” a cura dell’ISFOL. Molte le criticità. La Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea del 23 aprile 2008 ha istituito l’European Qualification Framework (EQF), a seguito di un lungo processo avviato con il Consiglio Europeo di Lisbona del marzo del 2000. L'obiettivo della raccomandazione è quello “di istituire un quadro di riferimento comune che funga da dispositivo di traduzione tra i diversi sistemi delle qualifiche e i rispettivi livelli, sia per l'istruzione generale e superiore sia per l'istruzione e la formazione professionale.” Ciò comporta l’impegno degli Stati membri ad usare il Quadro europeo delle qualificazioni come strumento di riferimento per confrontare i livelli delle qualificazioni dei diversi sistemi nazionali e “per promuovere sia l'apprendimento permanente sia le pari opportunità nella società basata sulla conoscenza” La Raccomandazione ha tre importanti allegati. In particolare l’Allegato II prevede otto livelli di qualificazione definiti da appositi descrittori declinati in termini di conoscenze, abilità, competenze. La Raccomandazione prevede una serie di adempimenti per gli Stati membri dell’UE. In particolare si raccomanda di: 1. designare punti nazionali di coordinamento, che sostengano e orientino la correlazione tra sistemi nazionali delle qualifiche e l’EQF, per promuovere la qualità e la trasparenza di tale correlazione 2. rapportare i sistemi nazionali delle qualificazioni all’EQF entro il 2010 3. adottare misure, se del caso, affinché entro il 2012 tutti i nuovi certificati di qualifica, i diplomi e i documenti Europass rilasciati dalle autorità competenti contengano un chiaro riferimento — in base ai sistemi nazionali delle qualifiche — all'appropriato livello EQF. Contestualmente il Parlamento Europeo e il Consiglio dell’Unione Europea approvavano la proposta della Commissione Europea di: 1. istituire, entro 23 aprile 2009, un gruppo consultivo per l’EQF, composto da rappresentanti degli Stati membri e che associ le parti sociali europee e, se del caso, altre parti interessate, incaricato di garantire la coerenza complessiva e promuovere la trasparenza del processo volto a correlare i sistemi di qualifica e l’EQF 2. esaminare e valutare, in cooperazione con gli Stati membri e previa consultazione delle parti interessate, i provvedimenti presi in risposta alla Raccomandazione e riferire entro 23 aprile 2013 al Parlamento europeo e al Consiglio sull'esperienza acquisita e sulle implicazioni future, compresi l'eventuale riesame e revisione della Raccomandazione. L’ISFOL, presso il quale opera il “Punto Nazionale di Coordinamento”, ha pubblicato nelle settimane scorse il “Primo rapporto italiano di referenziazione delle qualificazioni al quadro europeo EQF”. Questo primo contributo è il frutto del lavoro di un gruppo tecnico, che ha guidato il processo di referenziazione, composto da rappresentanti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, del MIUR, del Dipartimento delle Politiche Europee e dell’ISFOL, il quale ha promosso confronti con le Regioni e le Parti Sociali. La posizione della FLC CGIL Le correlazioni tra titoli, attestati, ecc italiani e l’EQF presentano a parere della FLC notevoli criticità. Queste le più rilevanti (l’elenco non è esaustivo): • il Diploma quadriennale di tecnico dell’IeFP viene collocato allo stesso livello EQF della maturità quinquennale; • il Master universitario di I livello è allo stesso livello EQF della Laurea Magistrale; • il Master universitario di II livello insieme al Dottorato di ricerca • il Master di I livello del’AFAM con il Diploma Accademico di II livello. Inoltre non appare convincente la correlazione tra il Diploma conseguito al termine del ciclo di istruzione con il Livello 1 EQF. Tenuto conto: • della rilevanza e delle ricadute del processo di referenziazione • dello scarso coinvolgimento dei lavoratori che operano nei settori della conoscenza e delle loro rappresentanze sindacali (al questionario pubblicato sul sito dell’ISFOL, scadenza lo scorso 17 agosto, hanno risposto 150 persone!) • dei tempi ormai assai ristretti previsti dalla Raccomandazione del 2008 • del carattere interlocutorio del documento ISFOL. La FLC CGIL chiederà la convocazione urgente presso il MIUR e il Ministero del Lavoro di uno specifico incontro che affronti in maniera trasparente tutte le problematiche connesse alla concreta applicazione dell’EQF nel nostro paese. IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE FLC in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO : http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3515 • il rapporto italiano eqf giugno 2012 ************** 09. Indicazioni per il curricolo: il MIUR invia alle scuole la versione provvisoria Resi noti anche i dati della consultazione delle scuole. Com'era facilmente prevedibile il MIUR non è stato in grado di pubblicare entro il 31 agosto 2012, il decreto di recepimento della revisione delle Indicazioni per il curricolo per la scuola dell'infanzia e il primo ciclo d'istruzione. Tenuto conto che in questi giorni le scuole stanno espletando tutti gli adempimenti concernenti l'avvio dell'anno scolastico, la Direzione Generale degli ordinamenti con la nota 5559 del 5 settembre 2012, trasmette alle scuole la versione delle Indicazioni per il curricolo inviata al CNPI per il parere previsto per Legge. Ribadiamo le richieste (vedi correlati) già inviate al MIUR. In particolare, occorre prevedere: • un serio e qualificato monitoraggio delle modalità di recepimento e interpretazione del testo nelle scuole; • una sua "manutenzione", impegnandosi fin da ora ad intervenire su singoli aspetti del testo qualora ne emergesse l'esigenza; • un piano di formazione, che è cosa assai diversa dalla informazione, poiché la formazione è finalizzata a costruire consapevolezze, a garantire informazione completa e approfondita, a stimolare processi di innovazione, a supportare la ricerca azione. Contestualmente il MIUR rende nota la sintesi dei risultati della consultazione delle scuole effettuata secondo i criteri stabiliti con la Circolare ministeriale n. 31 del 18 aprile 2012. A tal proposito ribadiamo le perplessità sia sui tempi concessi alle scuole per compilare i questionari, che hanno impedito, tra l'altro, una partecipazione larga di tutti i docenti, sia sul merito degli item decisamente orientati verso una valutazione positiva della nuova versione delle Indicazioni. Nonostante questo, ben 2200 scuole hanno inviato osservazioni e documenti al MIUR, così come da noi suggerito (vedi correlati), di cui però non vi è alcuna traccia nella sintesi ministeriale. IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE FLC in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO : http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3515 • nota 5559 del 5 settembre 2012 indicazioni nazionali scuola infanzia e primo ciclo • indicazioni nazionali 2012 per il curricolo di scuola infanzia e primo ciclo del 4 settembre 2012 • indicazioni nazionali 2012 per il curricolo di scuola infanzia e primo ciclo sintesi consultazione scuole ************** 11. Docenti inidonei e passaggio nei ruoli ATA I sindacati hanno invitato ancora una volta il Ministro a non firmare il decreto. Nell’incontro di ieri pomeriggio al ministero con la Direzione del Personale sui vari problemi di avvio dell’anno scolastico, la FLC CGIL e tutti i sindacati presenti hanno di nuovo espresso un forte invito al Ministro a non firmare il “decreto interministeriale” per dare attuazione al passaggio dei docenti inidonei e dei docenti delle classi di concorso C999 e C555 nei ruolo ATA, per effetto del Dl n. 95 del luglio 2012, convertito in legge n. 135 del 7 agosto 2012 . Un decreto che, se firmato del Ministro Profumo, dovrà poi avere l’avallo anche da parte del ministero dell’economia e finanze e del ministero della funzione pubblica. Come già più volte denunciato dalla FLC, si tratta di un provvedimento vergognoso, che penalizza innanzitutto questi docenti che verranno assegnati anche d’ufficio a sedi sicuramente scomode e lontane nonostante gravi problemi di salute, che penalizza ancora una volta la scuola, che taglia altri 3.500 posti di assistenti amministrativi e tecnici mettendo in mezzo alla strada altrettanti precari che da anni hanno garantito il funzionamento amministrativo delle scuole ed il funzionamento dei laboratori. Getterà nel caos le segreterie delle scuole nella fase complessa di avvio dell’anno scolastico per l’ulteriore carenza di personale cui non può certo sopperire l’utilizzo di questi docenti, che non hanno alcuna competenza e preparazione nelle funzioni e nei ruoli che dovrebbero ricoprire. A ben poco serve una possibile migliore stesura del testo (obiettivo a cui si è lavorato nell’incontro di ieri) se è il provvedimento in sè ad essere inaccettabile per il personale e dannoso per la scuola. La FLC CGIL ha ribadito che impugnerà tutti gli atti che l’amministrazione emanerà, fino alla Corte di giustizia Europea e alla Corte Costituzionale, se necessario. Nell’incontro la FLC CGIL e tutti gli altri sindacati hanno sollecitato l’Amministrazione a completare tutte le procedure di utilizzazione e assegnazione provvisoria del personale, a definire il contingente per le assunzioni in ruolo anche per il personale ATA sulla base del tourn over senza ulteriori decurtazioni e ad effettuare tutte le nomine dei supplenti sui posti vacanti. La scuola ha bisogno ora che tutti i posti, già pesantemente tagliati negli anni scorsi, siano coperti. Nei prossimi giorni sapremo se l’appello verrà raccolto o meno dal ministro! ************** 12. Ancora tagli sugli ATA. Se la scuola paga, non c’è risparmio La prossima apertura delle scuole e l’impossibilità delle segreterie di lavorare senza i 3.900 precari ATA. Le proposte concrete per far funzionare la scuola senza aggravi di spesa. Le scuole riaprono i battenti, ma molte segreterie sono sguarnite di personale a causa di una norma, voluta dal governo dei professori, che licenzia migliaia di precari ATA anche con esperienza decennale. Un taglio di 3.900 posti che dovrebbero essere coperti in gran parte da docenti, dichiarati inidonei all’insegnamento per motivi di salute e quasi alle soglie della pensione. Tutti saranno costretti a svolgere un lavoro per cui non sono stati formati e in molti casi non potranno svolgere per motivi di salute. L’apertura dell’anno scolastico è aggravata anche dall’ultima circolare del Miur sulle supplenze ATA che rende tutto incerto e, nel caso degli assistenti amministrativi e tecnici, rinvia senza termine la copertura dei posti liberi. Le complesse operazioni di inizio anno saranno scaricate sulle spalle delle poche unità di personale rimasto in servizio (AA, AT). A tutto ciò si aggiunge la gravità del dimensionamento che ha privato 1.158 scuole autonome di un Dirigente scolastico e Dsga in pianta stabile. Le ragioni che hanno portato il Miur a non autorizzare da subito le nomine in ruolo dei collaboratori scolastici (e altri profili) si spiegano solo con un particolare accanimento nei confronti di questi lavoratori che invece sono indispensabili per aprire le scuole e fare in modo che esse siano pronte e accoglienti all’inizio delle lezioni. La revisione della spesa pubblica è giusta se serve ad utilizzare meglio le risorse pubbliche a vantaggio dei cittadini. Non è così nel caso del D.L. 95/2012 (ora L. 135 del 7 agosto 2012), questo non avviene. La FLC ha duramente contestato sin dal primo momento l’applicazione di questa norma, che sta producendo guasti profondi alla funzionalità delle scuole, proponendo, sin dal mese di luglio, misure alternative: • affidare il revisorato al personale della scuola in esubero come compito di istituto. Ci sono molti Ds, dsga e docenti di materie economiche e giuridiche che potrebbero essere utilizzati a tale scopo senza costi aggiuntivi, ma con un risparmio strutturale di oltre 15 milioni di euro. • Consentire la dispensa dal servizio del personale docente che a suo tempo era già stato dichiarato permanentemente inidoneo all’insegnamento. Non si tratta di derogare alle norme Fornero, ma di applicare correttamente quelle già esistenti presenti nel T.U. della scuola (297/94) e ancora vigente. • Cancellare tutti i progetti a carattere nazionale attualmente gestiti dal Miur che porterebbero a un recupero di circa 30 milioni di euro. • Utilizzare le economie del FIS degli anni 2011 e 2012. Si tratta rispettivamente di 31,84 e di 63,68 milioni di euro (dati fonte Miur). Poche e semplici misure che, senza incidere sui saldi di finanza pubblica, servirebbero a salvaguardare le professionalità acquisite dagli ATA dopo anni di precariato, a ridare serenità ai docenti inidonei e agli ITP coinvolti, loro malgrado, in questa scellerata operazione. Purtroppo non siamo stati ascoltati e ora temiamo conseguenze preoccupanti: • sui livelli occupazionali dei precari ATA • sulle condizioni di lavoro e di salute degli inidonei • sui livelli delle prestazioni nelle segreterie • sul settore ATA in generale (nei fatti si tratta di un ulteriore taglio agli organici). Ai ministeri interessati (Miur, Mef, Ministero del lavoro) chiediamo di avere la forza e la volontà politica di mettersi intorno ad un tavolo per trovare soluzioni alternative per il bene della scuola pubblica. La FLC ritiene che ci siano ancora spazi per fare scelte diverse, evitando l’applicazione draconiana della norma. Se questo non avverrà la nostra reazione sarà decisa. Condurremo questa battaglia di civiltà nelle sedi politiche e giudiziarie. ************** 13. Personale ATA: procedure avvio anno scolastico 2012/2013, istruzioni dal MIUR Una nota confusa che non risolve i tanti problemi legati alle assunzioni degli ATA. La FLC CGIL chiede l'integrazione al fine di coprire tutti i posti liberi e mettere le scuole nelle condizioni di funzionare. Il MIUR ha pubblicato la nota 6522 del 5 settembre 2012 sulle operazioni di inizio d'anno del personale ATA. La nota è stata diramata dopo che avevamo sollecitato più volte istruzioni precise per consentire il corretto svolgimento dell'avvio dell'anno scolastico e l'assunzione dei precari. Contenuti della circolare Nella nota viene elencato il dettaglio delle varie casistiche, riguardanti l'ordine delle operazioni da mettere in atto prima del conferimento delle supplenze, con particolare riferimento all'utilizzazione dei DSGA, poiché dal 1 settembre 2012 le scuole sottodimensionate non avranno più diritto al mantenimento di un dirigente scolastico e DSGA in pianta stabile (comma 70, art. 4 legge 183/2011). Il nostro giudizio Tale circolare esplicativa, che è tardiva rispetto all'inizio dell'anno scolastico, così come formulata, lungi dal dare certezza al personale e alle scuole, corre il rischio di provocare la paralisi degli uffici territoriali i quali, in molti casi stanno bloccando le operazioni di conferimento delle supplenze, in attesa della sottoscrizione da parte dei ministri competenti (MIUR, MEF e Funzione Pubblica) del decreto sul passaggio forzoso degli inidonei e degli ITP verso i profili ATA. Avevamo chiesto al MIUR di dare indicazioni precise e puntuali nei contenuti per rendere, in tal modo, possibile il regolare funzionamento delle scuole. Esse in molti casi non hanno ancora a disposizione personale sia per l'apertura dei plessi sia per lo svolgimento delle operazioni amministrative. La circolare, nonostante il preventivo confronto con il sindacato, è stata emanata senza prendere in considerazione le nostre osservazioni e sembra, pertanto, non aver sortito l'effetto di chiarezza desiderato. Cioè quello di procedere anzitutto e sollecitamente con utilizzazioni e assegnazioni, nonché con le nomine del personale ATA supplente, consentendo in tal modo alle scuole di garantire il servizio all'utenza. Siamo intervenuti tempestivamente chiedendo al MIUR un'integrazione alla suddetta circolare in modo da sbloccare questa situazione di stallo, ottenendo una convocazione per lunedì 10 settembre. Queste le integrazioni che abbiamo chiesto e che ribadiremo in occasione del prossimo incontro: • copertura dei posti liberi. Nomina immediata dei supplenti sui profili di collaboratore, guardarobiere, infermiere, addetto all'azienda agraria e cuoco. Mentre sui posti di assistente tecnico e assistente amministrativo conferimento delle nomine fino all'avente diritto. Accettabili dal personale di ruolo in altro profilo ai sensi dell'art. 59. • Ripristino dell'autonomia con diritto a dirigente scolastico e DSGA in via esclusiva. Va prioritariamente verificato se ci sono scuole che hanno recuperato un numero sufficiente di iscrizioni (401/601), tale da garantire il diritto della scuola ad avere DSGA e dirigente scolastico in via esclusiva. Allo stato attuale ci risulta che alcuni Uffici Scolastici Regionali non sempre hanno recepito questa indicazione, nonostante ci siano scuole rientrate nei parametri con un numero sufficiente di alunni. • Copertura dei posti liberi di DSGA in organico di fatto. Restano valide le regole sul conferimento di incarichi agli assistenti amministrativi che hanno fatto domanda o che si trovano in particolari condizioni (superamento concorso riservato per DSGA, superamento test preselettivo per DSGA, beneficiari seconda posizione economica, incarichi ai sensi del contratto sulle utilizzazioni (Art. 14). • Conferimento incarico ai DSGA presso scuole sottodimensionate. Apertura immediata della sessione negoziale all'Aran per definire il compenso che spetta al DSGA già titolare che assume l'incarico in una scuola sottodimensionata. Tale conferimento deve necessariamente avvenire solo su base volontaria, dal momento che per il DSGA né il Ccnl né la legge prevedono tale obbligo. Resta fermo l'impegno della FLC CGIL a fermare l'approvazione del Decreto sul passaggio forzato degli inidonei e ITP nei profili ATA al fine di ottenere la stabilizzazione dei precari ATA su tutti i posti liberi. IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE FLC in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO : http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3515 • nota 6522 del 5 settembre 2012 procedure avvio a s personale ata e dsga ************** 14. Concorso 24 mesi ATA 2011/2012: il Miur riconosce il servizio da graduatorie prioritarie Dopo le nostre sollecitazione corretta l'interpretazione restrittiva. Il Miur con la nota 6513/12 ripristina la valutazione del servizio giuridico da graduatorie per coloro che hanno cambiato provincia. La nota 5837/12 (vedi correlati) del Miur dichiarava la non valutabilità del servizio giuridico derivante dall'inclusione nelle graduatorie prioritarie per chi ha cambiato provincia. Si trattava di un interpretazione restrittiva e lesiva dei diritti dei lavoratori costretti a scelte difficili a causa dei tagli del personale ATA e sulla quale eravamo intervenuti con una lettera del Segretario generale (vedi correlati). Con questa nota si ripristina la situazione e si garantisce a tutti coloro che avevano maturato il diritto all'inclusione nelle graduatorie prioritarie il pieno riconoscimento del servizio giuridico. IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE FLC in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO : http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3515 • nota 6513 del 4 settembre 2012 24 mesi ata valuatazione punteggio prioritarie ************** 15. Formazione iniziale: prorogati i supervisori di tirocinio per Scienze della formazione primaria anche per il 2012/2013 Dopo l'attivazione dei corsi per il 2012/13 confermata la proroga per i supervisori. Il MIURcon il DM 66/12 ha prorogato l'utilizzazione dei docenti e dirigenti, supervisori di tirocinio di Scienze della formazione primaria anche per il prossimo anno scolastico. Con il medesimo decreto viene prevista la possibilità di surroga del personale che, per qualunque ragione risulta decaduto, attingendo dalle graduatorie ancora utili. Sono previste altresì nuove procedure di selezione nei casi in cui vi sia esigenza di nuove utilizzazioni, e le graduatorie risultino esaurite. La proroga era un atto dovuto, dopo il decreto di attivazione del nuovo corso di laurea in Scienze della formazione primaria per il quale le attività di tirocinio partono dal secondo anno di corso con le nuove modalità di individuazione dei "tutor", al fine di consentire il completamento dei precedenti corsi. IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE FLC in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO : http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3515 • decreto ministeriale 66 del 27 luglio 2012 proroga supervisori scienze della formazione primaria ************** NOTIZIE REGIONALI 16. Formazione in servizio dei dirigenti scolastici. Autoaggiornamento per l’a.s. 2011-12. Prot. MIUR AOODRLO R.U. 11905 del 3 Iniziative di settembre 2012 A tutti i Dirigente Scolastici delle Scuole Statali di ogni ordine e grado della Lombardia LORO SEDI e,p.c. Alle OO.SS. Area V Dirigenza Scolastica LORO SEDI OGGETTO: Formazione in servizio dei dirigenti scolastici. Iniziative di Autoaggiornamento per l’a.s. 2011-12. Chiusura termine compilazione modulo online sul sito dell’USR Lombardia. Si informano le SS.LL. che la funzione on-line per la compilazione del modulo di rimborso spese per l’Autoaggiornamento 2011-12 verrà chiusa il 15 settembre 2012, fino a tale data l’area on- line sarà attiva al link sotto indicato: http://old.istruzione.lombardia.it/questionari/autoagg/index.php Si ringrazia per la consueta collaborazione. Il dirigente Mario Maviglia MM/gs Referente: Giusi Scordo Tel. 02-574627-299 e-mail [email protected] ************** 17. ferie/assenze Dirigenti Scolastici Prot. n. MIUR AOODRLO R.U. 11914 del 3 settembre 2012 Ai Dirigenti Scolastici delle scuole di ogni ordine e grado della Lombardia LORO SEDI Oggetto: Avviso comunicazione ferie/assenze Dirigenti Scolastici Si dà avviso che, a partire dal 3 settembre 2011, la procedura telematica per la comunicazione di giorni/periodi di ferie o di altra tipologia di assenza è temporaneamente sospesa per aggiornamento e manutenzione del sistema. I dirigenti sono invitati, pertanto, a sospendere temporaneamente l’inserimento telematico dei giorni/periodi di ferie o di altra topologia di assenza, e di comunicarli a questo Ufficio a mezzo fax (02.574627246) fino al ripristino della suddetta procedura. Con l'occasione si invitano i dirigenti scolastici a voler cortesemente procedere ad un attento controllo dei periodi di assenza e, in particolare, del residuo giorni ferie, alla luce delle disposizioni contrattuali in materia. Il dirigente Mario Maviglia MM/ag Per informazioni Antonella Gentile Tel 02 574 627 297 Fax 02 574 627 246 Email [email protected] ************** 18. assistenti amministrativi e tecnici - precisazioni Prot. n. MIUR AOODRLO R.U. 11987 del 05 settembre 2012 Ai dirigenti delle scuole statali di ogni ordine e grado della Lombardia e, p. c., Ai dirigenti degli Uffici scolastici territoriali della Lombardia Oggetto : assistenti amministrativi e tecnici - precisazioni Con nota 30 agosto 2012, prot. DRLO 11100, questo Ufficio ha fornito puntuali indicazioni in merito alla copertura dei posti di assistente amministrativo e assistente tecnico tramite la conferma, fino all’individuazione dell’avente titolo, del personale già in servizio fino al termine dell’anno scolastico o fino al termine delle attività didattiche nell’a.s. 2011/2012. In data 31.08.12 è pervenuta la nota ministeriale 30 agosto 2012, prot. DGPER 6340bis, con la quale le Direzione Generale del personale della scuola invita i Direttori Generali degli Uffici scolastici regionali ad autorizzare i dirigenti scolastici a nominare supplenti fino all’individuazione dell’avente titolo sui posto di assistente amministrativo. Si sottolinea che il contenuto delle due note non è in contrasto, poiché la nota dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia – vincolante per i dirigenti scolastici delle scuole lombarde - fornisce specifiche indicazioni applicative del principio generale sottolineato anche dalla nota ministeriale, che comunque non è rivolta ai dirigenti scolastici. Le SS.LL. vorranno pertanto attenersi puntualmente alle indicazioni impartite da questa Direzione Generale. Si coglie l’occasione per sottolineare anche che, come già indicato nella nota sopra citata, i collaboratori scolastici con contratto a tempo indeterminato non potranno fruire della proroga; a tal proposito si sottolinea la non applicabilità delle indicazioni ministeriali, riferite a pregressi anni scolastici, in merito alla possibilità per detto personale di fruire dell’aspettativa ex art. 59 CCNL in caso di nomina fino all’individuazione dell’avente titolo a motivo della tardiva pubblicazione delle graduatorie di istituto. L’occasione è gradita per porgere distinti saluti. Il Direttore Generale Giuseppe Colosio ************** 19. NARRARE, ASCOLTARE, ACCOGLIERE Percorso di formazione per Facilitatore Narrativo NARRARE, ASCOLTARE, ACCOGLIERE… Percorso di formazione per Facilitatore Narrativo I edizione in Brianza a cura della dott.ssa Beatrice Balsamo Desio presso IC “Via Prati” (P.za Nenni, 1) ottobre 2012 – maggio 2013 IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE FLC in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO : http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3515 • volantino corso per facilitatore narrativo SPAZIO FAQ E GIURISPRUDENZA 20. Scuola: Dal garante arrivano regole per la privacy ROMA ANSA Sì alle foto di recite e gite scolastiche. No alla pubblicazione on line dei nomi e cognomi degli studenti non in regola coi pagamenti della retta. Obbligo del consenso per video e foto sui social network. Scrutini e voti pubblici, mentre sull'uso di cellulari e tablet in classe l'ultima parola spetta alle scuole. Mancano pochi giorni all'apertura e il Garante per la protezione dei dati personali, presieduto da Antonello Soro, fornisce a professori, genitori e studenti, sulla base dei provvedimenti adottati e dei pareri resi, alcune indicazioni generali in materia di tutela della privacy. TEMI IN CLASSE Non lede la privacy l'insegnante che assegna ai propri alunni lo svolgimento di temi in classe riguardati il loro mondo personale. Sta invece nella sensibilità dell'insegnante, nel momento in cui gli elaborati vengono letti in classe, trovare l'equilibrio tra esigenze didattiche e tutela della riservatezza, specialmente se si tratta di argomenti delicati. CELLULARI E TABLET L'uso di cellulari e smartphone è in genere consentito per fini strettamente personali, ad esempio per registrare le lezioni, e sempre nel rispetto delle persone. Spetta comunque agli istituti scolastici decidere nella loro autonomia come regolamentare o se vietare del tutto l'uso dei cellulari. Non si possono diffondere immagini, video o foto sul web se non con il consenso delle persone riprese. E' bene ricordare che la diffusione di filmati e foto che ledono la riservatezza e la dignità delle persone può far incorrere lo studente in sanzioni disciplinari e pecuniarie o perfino in veri e propri reati. Stesse cautele vanno previste per l'uso dei tablet, se usati a fini di registrazione e non soltanto per fini didattici o per consultare in classe libri elettronici e testi on line. RECITE E GITE SCOLASTICHE Non violano la privacy le riprese video e le fotografie raccolte dai genitori durante le recite, le gite e i saggi scolastici. Le immagini in questi casi sono raccolte a fini personali e destinati ad un ambito familiare o amicale. Nel caso si intendesse pubblicarle o diffonderle in rete, anche sui social network, è necessario ottenere il consenso delle persone presenti nei video o nelle foto. RETTA E MENSA E' illecito pubblicare sul sito della scuola il nome e cognome degli studenti i cui genitori sono in ritardo nel pagamento della retta o del servizio mensa. Lo stesso vale per gli studenti che usufruiscono gratuitamente del servizio mensa in quanto appartenenti a famiglie con reddito minimo o a fasce deboli. Gli avvisi messi on line devono avere carattere generale, mentre alle singole persone ci si deve rivolgere con comunicazioni di carattere individuale. A salvaguardia della trasparenza sulla gestione delle risorse scolastiche, restano ferme le regole sull'accesso ai documenti amministrativi da parte delle persone interessate. TELECAMERE Si possono in generale installare telecamere all'interno degli istituti scolastici, ma devono funzionare solo negli orari di chiusura degli istituti e la loro presenza deve essere segnalata con cartelli. Se le riprese riguardano l'esterno della scuola, l'angolo visuale delle telecamere deve essere opportunamente delimitato. Le immagini registrare devono essere cancellate in generale dopo 24 ore. LAVORO E INSERIMENTO PROFESSIONALE – Al fine di agevolare l'orientamento, la formazione e l'inserimento professionale le scuole, su richiesta degli studenti, possono comunicare e diffondere alle aziende private e alle pubbliche amministrazioni i dati personali dei ragazzi. QUESTIONARI E ATTIVITA' DI RICERCA L'attività di ricerca con la raccolta di informazioni personali tramite questionari da sottoporre agli studenti è consentita solo se ragazzi e genitori sono stati prima informati sugli scopi delle ricerca, le modalità del trattamento e le misure di sicurezza adottate. Gli studenti e i genitori devono essere lasciati liberi di non aderire all'iniziativa. ISCRIZIONE E REGISTRI ON LINE, PAGELLA ELETTRONICA. In attesa di poter esprimere il previsto parere sui provvedimenti attuativi del Ministero dell'istruzione riguardo all'iscrizione on line degli studenti, all'adozione dei registri on line e alla consultazione della pagella via web, il Garante auspica l'adozione di adeguate misure di sicurezza a protezione dei dati. VOTI, SCRUTINI, ESAMI DI STATO I voti dei compiti in classe e delle interrogazioni, gli esiti degli scrutini o degli esami di Stato sono pubblici. Le informazioni sul rendimento scolastico sono soggette ad un regime di trasparenza e il regime della loro conoscibilità è stabilito dal Ministero dell'istruzione. E' necessario però, nel pubblicare voti degli scrutini e degli esami nei tabelloni, che l'istituto eviti di fornire, anche indirettamente, informazioni sulle condizioni di salute degli studenti: il riferimento alle "prove differenziate" sostenute dagli studenti portatori di handicap, ad esempio, non va inserito nei tabelloni, ma deve essere indicato solamente nell'attestazione da rilasciare allo studente. DATI PERSONALI Le scuole devono rendere noto alle famiglie e ai ragazzi, attraverso un'adeguata informativa, quali dati raccolgono e come li utilizzano. Spesso le scuole utilizzano nella loro attività quotidiana dati delicati - come quelli riguardanti le origini etniche, le convinzioni religiose, lo stato di salute - anche per fornire semplici servizi, come ad esempio la mensa. È bene ricordare che nel trattare queste categorie di informazioni gli istituti scolastici devono porre estrema cautela, in conformità al regolamento sui dati sensibili adottato dal Ministero dell'istruzione. Famiglie e studenti hanno diritto di conoscere quali informazioni sono trattate dall'istituto scolastico, farle rettificare se inesatte, incomplete o non aggiornate. Interessante anche il documento di Anna Armone sull’uso delle immagini nella scuola. IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE FLC in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO : http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3515 • la privacy a scuola documento garante privacy • 2012 09 uso delle immagini nella scuola anna armone edscuola ************** 21. Sempre lecite le riprese video per indagini a scuola L'aula di una scuola non può essere considerata come una dimora privata, perché è un luogo aperto al pubblico. Per questo la Sesta Sezione Penale della Cassazione, sentenza 33593/2012, ha considerato lecite le videoriprese, disposte direttamente dal pm, senza l'autorizzazione di un Gip, per incastrare una maestra di 54 anni accusata di aver maltrattato per mesi i suoi alunni, in una scuola elementare della provincia di Brescia. La difesa dell'insegnante aveva fatto ricorso in Cassazione contro l'ordinanza (del 5 aprile 2012) del Tribunale del Riesame di Brescia, che stabiliva l'obbligo di dimora per la maestra, sostenendo l'inutilizzabilità di quelle riprese video. Le indagini erano scattate dopo la segnalazione dei genitori di tre alunni che avevano detto di aver subito "punizioni corporali" da parte della maestra per diversi mesi. Le riprese video, disposte dal pm (effettuate dal 3 al 19 marzo 2012), avevano dimostrato come la maestra aveva ripetutamente dato "schiaffi al volto e alla nuca, strattoni, poderose tirate d'orecchi e di capelli" ai suoi alunni e il 20 marzo venne arrestata. In Cassazione i legali dell'insegnante avevano sostenuto l'inutilizzabilità delle riprese perché la scuola era paragonabile ad un domicilio, dove vige la riservatezza e l'autonomia, in quanto l'insegnante durante le lezioni esercita il potere di non far entrare estranei. Per questo, secondo loro, serviva un'autorizzazione del Gip per le riprese. Non così per la Cassazione che ha confermato l'obbligo di dimora: "nel caso in esame deve escludersi che un'aula scolastica possa essere considerata un domicilio trattandosi, infatti, di un luogo dove può entrare un numero indeterminato di persone (alunni, professori, preposti alla sorveglianza e alla direzione dell'istituto, familiari degli alunni), essa va qualificata come luogo aperto al pubblico". Per questo il pm ha potuto procedere "senza alcuna necessità di chiedere l'autorizzazione al gip". IN ALLEGATO SUL SITO REGIONALE FLC in sezione dirigenti scolastici INSIEME AL NOTIZIARIO : http://www.flccgil.lombardia.it/cms/view.php?&dir_pk=123&cms_pk=3515 • VI Sezione Penale Cassazione sentenza 33593/2012 lecite videoriprese A SCUOLA NAVIGANDO IN RETE 22. Il disegno di legge per l'autogoverno delle scuole - di Franco De Anna - PavoneRisorse Confesso imbarazzo nel commentare sia il Disegno di legge di riforma degli organi di governo della scuola, sia il parere che su di esso ha fornito il CNPI. Considerando il testo del Disegno di legge verrebbe da appezzarne un certo equilibrio e il suo essere esito di un lungo processo di mediazione e di confronto tra diverse proposte provenienti da diverse formazioni politiche. Le proposte di merito dovrebbero essere inevitabilmente oggetto di analisi più puntuali, e dunque di più puntuali proposte di modifica e/o di convalida, di specificazione di ulteriori dettagli. Ma anche in tal caso, pur riconoscendone la necessità (e proverò a misurarmici più avanti) l’imbarazzo al commento non cessa. Ciò che condiziona l’approccio è la considerazione che tale proposta arriva, oggi, a colmare una assenza che si prolunga da 35 anni (dalla prima definizione degli Organi Collegiali), e dopo oltre un decennio che è iniziato con due veri e propri break point per quanto riguarda il “Sistema Nazionale di Educazione, Istruzione e formazione” costituiti dalla istituzione dell’autonomia scolastica da un lato e dalla riforma del Titolo V della Costituzione. Tale condizionamento opera quasi costringendo a misurare il senso e l’appropriatezza di questo nuovo provvedimento, non tanto o non solo per il suo dettato; ma soprattutto nel confronto con quanto maturato in quel lungo processo di transizione istituzionale incompiuta. Lungo tale incompiutezza l’assenza del legislatore si è accompagnata alla costruzione di una “costituzione materiale” che ha interpretato la transizione stessa attraverso “prassi” più o meno consolidate e contingenti, o applicazione di principi e criteri tradizionali, o come esito della dialettica di interessi più o meno conservativi, a fronte di condizioni di potenziale grandissima portata innovativa (i due break point segnalati per i quali non si sono attivati percorsi, regole, opportunità di break througth, di attraversamento, per realizzare l’innovazione potenziale). Ovviamente non si è trattato della sola assenza legislativa nell’accompagnare e tradurre il processo di innovazione potenzialmente contenuto sia nell’autonomia scolastica sia in quel tentativo che potremmo chiamare (con termini impropri, ma che propongo per sintesi in prima istanza) di “federalismo scolastico” o di applicazione di quel tanto di federalismo compreso nel Titolo V Cost. al sistema di istruzione.Sono altrettanto mancati i contributi della “cultura scolastica” e della sua organizzazione (i soggetti politici, quelli dell’associazionismo, il sindacalismo) che, con diverse rappresentazioni e “narrazioni”, hanno in genere assunto, rispetto ai due temi innovativi posizioni di cautela e salvaguardia degli assetti tradizionali spesso coniugati con dichiarazioni generali di segno opposto (a parole, per esempio, tutti sono per l’autonomia scolastica). Ma, come ovvio, le responsabilità dell’assenza del legislatore sono le più evidenti. Tutte le fasi storiche di transizione sono animate come noto, da una contraddizione fondamentale tra i processi reali che modificano la materialità storica e gli assetti istituzionali e formali che la vorrebbero “descrivere” e catalogare. Il compito specifico del legislatore, specie se si auto attribuisce il ruolo “riformatore” è proprio quello di accompagnare la transizione attraverso il progressivo adeguamento degli apparati normativi, delle regole, dei “contenitori” che determinano le condizioni di operatività dell’innovazione. Quando ciò non accada l’esito incompiuto della transizione è soprattutto il frutto dell’azione congiunta degli apparati tradizionali (la Pubblica Amministrazione nel nostro caso) che sarebbero altrimenti sottoposti ad un processo di decostruzione, e della rappresentazione di interessi (prima di ogni altro delle persone che lavorano nel sistema) che non trovando diverse rappresentazioni delle proprie convenienze rifluiscono sulle certezze passate (molto sindacalismo scolastico ha così reagito lungo quella che abbiamo indicato come transizione incompiuta). Sicchè, questo è il senso di una esitazione al commento, questa iniziativa ritardata del legislatore si situa in una situazione reale che è il frutto odierno di tale incompiuta. Si misura cioè, al di là del dettato specifico di nuove norme, con gli interrogativi e con un contesto segnati da una fase di “disillusione” rispetto alle speranze di mutamento disegnate un decennio fa. Gli irrisolti fanno riferimento a questioni nodali. 1. La fase di break point dell’autonomia scolastica fu contrassegnata dalla applicazione della Legge 59/97 e dunque la collocava in continuità e applicazione dei principi e della filosofia di un disegno complessivo di riforma della Pubblica Amministrazione. Di seguito vi fu la riforma del Titolo V che ricollocava spirito e lettera della Bassanini entro un quadro istituzionale nuovo e coerente. La scuola ne era pienamente investita, dunque proiettava le proprie prospettive in un ambito di senso più ampio e mobilitante. 2. Il Regolamento dell’Autonomia recepiva elementi sostanziali dello spirito di riforma della Pubblica Amministrazione rispetto al riassetto delle Istituzioni scolastiche. Dalla definizione stretta ed essenziale delle materie di esclusiva competenza del Ministero a un larghissimo disegno di potenzialità ancora inesplorate che andavano dall’autonomia organizzativa, al carattere budgetario del modello di gestione delle risorse; dalla autonomia di ricerca e sviluppo alla potenzialità delle reti; dall’autonomia di progettazione alla possibilità di “organici di rete. 3. La riforma del Titolo V Cost riconosce il ruolo dell’autonomia scolastica non a livello di “principi generali” (come l’autonomia della cultura e della scienza che fonda l’autonomia delle Università) ma in sede di definizione dei poteri normativi e amministrativi ripartiti tra Stato e Regioni. Dunque è una autonomia ascritta alle fasi di “governo” del sistema e della produzione finale dei servizi al diritto di cittadinanza all’istruzione. Si configura così un potenziale ruolo delle istituzioni scolastiche nelle conseguenti strutture di governance di un sistema a titolarità miste e concorrenti. 4. Il nuovo soggetto pubblico (in termini classificatori un nuovo Ente Pubblico), sfuggendo in parte a repertori consolidati di tassonomie del Diritto Amministrativo (vedi le esercitazioni di “scuola” che pervennero ad una classificazione di “ente funzionale” per altro priva di conseguenze nel passare dalla tassonomia alla individuazione di organi, strutture operative conseguenti e regole di gestione effettivamente “funzionali”) dava origine a una duplice semantica. Da un lato Ente Pubblico servente del Ministero della Pubblica Istruzione, secondo le istanze del decentramento e della razionalizzazione della catena di comando di un macrosistema non più governabile secondo il modello tradizionale di accentramento (una filiale del ministero per essere sintetici). Dall’altro soggetto pubblico operante in diretta prossimità dei cittadini e dunque capace di interpretare i principi e la filosofia della sussidiarietà (uno dei principi ispiratori del “federalismo possibile” delle nostre istituzioni) rispetto alla produzione dei servizi corrispondenti al diritto di cittadinanza all’istruzione nei confronti della comunità locale. 5. Lo sviluppo di tale dialettica, ha segnato, negli anni successivi il prevalere della prima interpretazione. L’azione amministrativa, in questi anni di transizione è stata sempre diretta a “delimitare” lo spazio e gli ambiti dell’autonomia e probabilmente, nel gioco delle parti della dialettica citata, non poteva che essere così. In particolare 6. Non è stata data attuazione coerente alle parti del Regolamento dell’Autonomia che riguardavano i livelli di “padronanza” delle risorse materiali, umane e organizzative. (Carattere budgetario del Bilancio, flessibilità organizzativa interna per quanto attiene a tempi, spazi, utilizzazione del personale, solo per fare qualche esempio). Sono state al contrario decentrate alle scuole numerose incombenze burocratiche, mentre la struttura dell’Amministrazione, centrale e periferica, ha mantenuto un peso specifico notevole ed è aumentata la produzione “normativa” che ha alimentato la catena di comando tradizionale (circolari, note, monitoraggi, ordinanze ecc…) L’amministrazione ha consolidato un intervento diretto proprio sul piano della progettazione culturale e didattica che il Regolamento intesta alla istituzione scolastica autonoma. In questi dieci anni è aumentato il numero e il peso dei progetti (culturali e didattici) promossi dal Centro e ai quali le scuole venivano invitate ad aderire, su un ventaglio estesissimo di materie: dai patentini per ciclomotore ed educazione stradale, alle attività di apertura pomeridiana delle scuole; dalle “letture di Dante” alla “cultura della sicurezza”, alla musica, alla diffusione delle TIC. A tale impropria attività di progettazione culturale ministeriale (altra è la mission dell’amministrazione) ha corrisposto una sottrazione di risorse alla gestione diretta delle scuole e affidate alle direzioni generali (il MIUR ha 12 Direzioni Generali centrali ed una in ogni Regione: non proprio un esempio di deconcentrazione di potere); ma soprattutto uno strumento di consolidamento della “potestà di erogazione” esercitata dell’amministrazione centrale. Potere di erogazione di risorse e di autorizzazioni. L’antico potere “della borsa e della firma” di cui parla Cassese, rideclinato attraverso lo strumento di controllo di elementi di progettazione didattica e culturale, che si aggiunge a quello relativo al controllo delle risorse umane, delle procedure amministrative, dei vincoli nelle norme di gestione economica. A tutto ciò si somma il progressivo contrarsi assoluto delle risorse, che ha ovviamente altre responsabilità. Incertezze, lentezze, contraddizioni, confronto irrisolto di interessi, permanere di stratificazioni storico-culturali-politiche, hanno contrassegnato parimenti il decennio di applicazione del Titolo V Cost. al sistema di Istruzione. Un decennio contrassegnato da § Forte contenzioso interpretativo presso la Corte Costituzionale riguardante leggi Regionali e Leggi dello Stato. § Il legislatore regionale non ha provveduto coerentemente ai suoi compiti legislativi o lo ha fatto con tali elementi differenziali tra le regioni che non consentivano effettivi trasferimenti di potestà (si vedano riferimenti nelle pronunce della stessa Corte Costituzionale). D’altro canto il legislatore statale ha emanato una sola legge di carattere generale, come previsto dalla Costituzione (la Legge 53/2003) le cui deleghe per altro sono ancora non completate (si pensi alle indicazioni per i curricoli); mentre è intervenuto anche “strutturalmente” nel sistema di istruzione attraverso strumenti normativi impropri o di tipo regolamentare(basti rammentare la modifica dell’obbligo scolastico attraverso una finanziaria). La sfida sostanziale contenuta nel Titolo V a carico dello Stato (la definizione dei livelli essenziali di prestazione da garantire a tutti i cittadini) non è neppure stata affrontata. § L’istanza di governance (la Conferenza unificata) ha definito un masterplan nel 2008 ed è ancora alle prese con una raod map per giungere ad affrontare alcuni problemi nodali, tra i quali la gestione del personale e il trasferimento di funzioni, ruoli e potere dai terminali periferici dell’Amministrazione alla Regioni. Ma tra tali problemi vi è anche quello della rappresentanza, nello stesso sistema di governance, delle scuole autonome (e vi si tenta di rispondere con il Disegno di Legge che stiamo commentando). § Le stesse Regioni, anche nell’esercizio delle competenze ristrette per ora disponibili non hanno dato certamente prova di appropriatezza nella programmazione territoriale. Per molti versi hanno convalidato una idea di un necessario “federalismo differenziato” (si pensi ad una vicenda come il dimensionamento). Più in generale non pare siano in grado, o non tutte con la medesima capacità politico-amministrativa di interpretare il “federalismo possibile”. Il federalismo non semplifica affatto la catena gestionale che parte dalla definizione della politiche, procede al reperimento delle risorse per terminare con la generazione di servizi pubblici. Dal punto di vista “funzionale” esso sostituisce un soggetto centrale (lo Stato) con tanti soggetti decentrati, le Regioni. Sempre in termini funzionali non è affatto scontato che le Regioni sappiano gestire le loro competenze meglio di quanto lo Stato o altri livelli amministrativi sappiano fare, mentre è certo che si moltiplicano i punti decisionali, i livelli di partecipazione, di mediazione e i relativi costi. Due problemi dunque che rischiano di contrapporsi: la “narrazione democratica” della vicinanza ai cittadini da un lato e l’efficienza della produzione di servizi dall’altro; la scommessa che tale vicinanza sia in grado di sviluppare efficienza capace di “più che compensare” l’aumento dei costi connessi alla mediazione è la sfida democratica di questa fase. Inutile rammentare che, in questa sfida si confrontino il costrutto della “governance” con quello più tradizionale (e rassicurante) del “government”. Sarebbe ingeneroso gravare di tale insieme di problemi irrisolti un disegno di Legge sugli organi di governo della scuola; e tuttavia alcune delle sue norme si inseriscono direttamente nelle problematiche rammentate più sopra, e dunque il commento non può astenersi da tali riferimenti. Mi limito perciò ad indicare alcune riflessioni relative a tali “snodi”, molti dei quali si articolano sul riconoscimento della potestà statutaria da parte delle scuole autonome. 1. Già si è rammentata la difficile definizione “istituzionale” di quell’atipico Ente Pubblico che è la scuola autonoma (ma forse gran parte degli Enti Pubblici sono “atipici”. Si vedano i riferimenti a S. Cassese), e i “due sguardi” che hanno caratterizzato il decennio di applicazione dell’autonomia (ente strumentale del Ministero o soggetto pubblico della sussidiarietà?). Qui si aggiunge un ingrediente ulteriore e della massima importanza. L’estensione della potestà statutaria sembrerebbe assimilare la scuola autonoma all’Università e/o agli enti territoriali. Si introduce ad un “modello” di soggetto pubblico che potrebbe avere ampie conseguenze sia in rapporto alla determinazione delle sue “regole” di funzionamento interno, sia delle rappresentanze, sia del suo rapporto con i più ampio sistema di governance esterno (si pensi appunto alla assimilazione con l’Università o con gli enti territoriali); sia in particolare del suo rapporto con il Ministero. Ma si riflette ovviamente anche sul ruolo e le attribuzioni di figure essenziali come il Dirigente Scolastico o il Collegio dei Docenti. Ma cosa ha “davvero in mente” il legislatore? La proposta si misura con condizioni reali in atto? Cito solo un esempio per provocazione: a un ente con potestà statutaria può essere impedito di avere un Conto Corrente Bancario per la propria gestione? L’interesse per tale innovazione, le sue prospettive rischiano di essere compromessi proprio dalle contraddizioni che si aprono tra l’enunciato e la realtà. 2. Normalmente il “rappresentante” di un Ente a potestà statutaria è elettivo (ciò vale per i Rettori di Università, come per i sindaci ecc…). Nel nostro caso la rappresentanza è mantenuta ad un dirigente pubblico che risponde, nel suo rapporto di lavoro e nelle sue attribuzioni, al Ministero. Occorrerà riaprire una riflessione sul ruolo dei Dirigenti Scolastici già oggi segnato da “atipicità” classificatorie (sono gli unici Dirigenti pubblici che nelle loro attività e responsabilità devono misurarsi con organismi di diversa potestà, come il Consiglio di Istituto o il Collegio dei Docenti. Ora avrebbero interlocuzione con un organismo che esprime anche potestà statutaria). Si delinea qui una contraddizione che rischia di mortificare o invalidare la portata innovativa della potestà di statuto. O comunque si è in presenza di una norma che non risolve, ma apre problemi. 3. L’autonomia statutaria non può che rafforzare il ruolo del “Consiglio dell’autonomia” che sostituisce il vecchio “consiglio di Istituto” e, se non si tratta di semplice “cosmesi”, ciò non può che ridisegnare diversi equilibri tra ruoli e funzioni tradizionali. In particolare rispetto al Collegio dei Docenti. Si veda comma 4 dell’art. 1 del Disegno di Legge: “Gli statuti delle istituzioni scolastiche regolano l'istituzione, la composizione e il funzionamento degli organi interni nonché le forme e le modalità di partecipazione della comunità scolastica”. E ancora (art.6) “Al fine di programmare le attività didattiche e di valutazione collegiale degli alunni, lo Statuto disciplina l'attività del Consiglio dei docenti e delle sue articolazioni”. Io non ho, al contrario di molti (si vedano le precisazioni e le riserve di qualche sindacato) alcuna preclusione rispetto a ciò. Mi limito a rammentare, a proposito di capacità di governare le transizioni, che si tratta di una “nuova narrazione” che mette in gioco modelli stratificati, significati, identità professionali. Mi preoccupa il fatto che il legislatore abbia davvero contezza di ciò, e sappia perciò rispondere alle reazioni che la novità produrrà. 4. L’autonomia statutaria che investe la determinazione delle regole del proprio funzionamento concreto, si rapporta direttamente con la realtà attuale di un “ente strumentale” del Ministero. All’autonomia statutaria, sempre se non se ne vuole praticare una versione “cosmetica”, non possono che corrispondere effettivi livelli di maggiore padronanza dei “fattori della produzione del servizio” (risorse umane, risorse materiali, regole procedurali, modalità e vincoli della gestione ecc..). Voglio, per provocazione, fare un esempio. Supponiamo che uno Statuto approvato da un Consiglio dell’autonomia si articoli nelle sue parti nel modo seguente (i titoli del suo articolato) § Principi di libertà, autonomia professionale § Rispetto degli standard nazionali e promozione dell’arricchimento quantitativo e qualitativo del servizio di istruzione per il territorio e la comunità locale. § Perseguimento dell’efficacia e dell’efficienza nell’uso delle risorse economiche ed umane § Rapporto tra pubblico e privato per perseguire l’arricchimento dell’offerta formativa § Programmazione e dialogo permanente con i soggetti economici e sociali del territorio § Favorire e organizzare la partecipazione degli utenti e dei cittadini. § Rendicontazione sociale Quanto nella declinazione di tali capitoli è effettivamente nella “padronanza” dello Statuto dell’Autonomia? E non si tratta solamente del rapporto con il Ministero, ma più complessivamente con la “cultura scolastica disponibile”, come più sopra ricordato. Non sfuggiranno ai lettori le cautele e le riserve espresse per esempio dal sindacalismo scolastico, che richiamano anche esplicitamente la necessità di avere “modelli standard” di statuto o procedure di “approvazione specifica”, mentre il disegno di legge prevede solo interventi ex post di carattere cautelativo e da parte dell’interlocutore regionale (solo provvisoriamente USR). 5. Il valore della “partecipazione”, nell’autonomia statutaria, esige rideclinazione opportuna. La realtà attuale, in tutte le indagini sul campo, testimonia una diffusa contraddizione tra la partecipazione dei genitori che è massima nei momenti, spesso poco formalizzati o informali, dei colloqui, dei consigli di classe o comunque laddove si affronta la “materialità immediata” degli interessi in gioco, ed è minima nelle fasi elettorali di definizione dei Consigli di Istituto. Il testo del disegno di legge affida allo Statuto il compito di regolare le modalità di partecipazione, compresi gli strumenti elettorali e di formalizzazione delle rappresentanze. Si apre un terreno importante per sperimentare forme e modalità nuove. Ma temo che, sic stantibus rebus, sia più che presente la tentazione di “riformalizzare” (secondo tradizionali canoni elettorali) invece che di “riformare”. Accenno solo alla considerazione che le istanze attuali alla partecipazione sono assai diverse da quelle che si tentò di interpretare negli anni ’70 con gli Organi Collegiali. Allora si pensò di rispondervi articolando fasi ed istituti della “intermediazione” attraverso i quali rielaborare consenso e significati comuni. Oggi le persone tendono a guardare alla partecipazione attraverso la metafora della “rete”. E la rete, per definizione è percepita come “disintermediazione”. (Vale più, in termini di partecipazione, un buon sito della scuola visitato giornalmente da qualche centinaio di genitori, per le informazioni puntuali che fornisce e le discussioni che stimola, o il numero di elettori, sempre più scarso nelle elezioni del Consiglio di Istituto? Come sapremo rideclinare le due forme, posto che siano entrambe necessarie). Anche in tale caso un interessante prospettiva di cambiamento, che va ben al di là delle minute prescrizioni di salvaguardia “corporativa” (absit iniuria verbis) che molti commentatori avanzano. La sfida della transizione continua. 6. L’art. 1 del disegno di legge contiene una affermazione di grande (potenziale) interesse per tentare di rimodellizzare il ruolo della scuola nel sistema di governance e dunque i suoi rapporti tanto con il Ministero, quanto con il sistema delle autonomia territoriali. Testualmente “Ogni istituzione scolastica autonoma, che è parte del sistema nazionale di istruzione….”. Sembra una ovvietà. Ma si consideri questa affermazione “…per amministrazioni pubbliche si intendono tutte le amministrazioni dello Stato, ivi compresi gli istituti e scuole di ogni ordine e grado e le istituzioni educative…” dal D. Lgs.vo 165/2001, che disciplina “l’organizzazione degli uffici e i rapporti di lavoro e di impiego alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche” (e sappiamo la sua influenza nel determinare gli assetti reali degli Enti Pubblici ed il loro funzionamento. Per esempio per inquadrare il ruolo dei Dirigenti Scolastici). Le due affermazioni corrispondono evidentemente a due “filosofie” non solo diverse, ma contrastanti che bene rappresentano un irrisolto già citato (la configurazione delle scuole autonome come enti pubblici). Voglio assumere l’inciso dell’art. 1 del Disegno di Legge sull’autogoverno delle scuole, come una provocazione e rilanciare. Uso la configurazione del Servizio Sanitario Nazionale (dunque qualche cosa di esistente e di facente parte del settore pubblico e parimenti rispondente ad un diritto di cittadinanza) come metafora che mi risparmia il dettaglio analitico qui impossibile. Alla “fondazione” del servizio Sanitario Nazionale sta una affermazione fondamentale (Legge 833/1978) “il servizio sanitario nazionale è costituito dal complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi, e delle attività destinati alla promozione, al mantenimento e al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione…. L’attuazione del servizio sanitario nazionale compete allo Stato, alle Regioni e agli enti locali territoriali, garantendo la partecipazione dei cittadini”. Tele impostazione fu ribadita successivamente (D.Lgs. 502/1992), quasi con le medesime parole. Secondo tale impostazione il servizio sanitario non è una funzione, una struttura, un servizio dello Stato; ma non è neppure un ente pubblico o una persona giuridica (e così si fuoriesce dalle strettoie definitorie del tradizionale Diritto Amministrativo[1]); è invece una organizzazione complessa cui lo Stato ed altri soggetti danno vita per garantire un diritto costituzionale. E si disegna così il territorio di un “governo misto” per la produzione di un servizio ai cittadini. (Come si vede le affermazioni del Titolo V hanno illustri precedenti). Attendo (una sfida) che il legislatore ponga in qualche suo intervento una dichiarazione fondativa simile rispetto al “Sistema Nazionale di educazione, istruzione e formazione”, e da lì faccia conseguire lo sforzo di ridefinizione di soggetti, enti ambiti di decisionalità, di governo, e di produzione del servizio concreto, ridisegnando radicalmente competenze, attribuzioni, responsabilità. Per ora ci si esercita “cominciando dalla coda”. Nulla di male, ma si rischia di perdersi in particolari (e “occhiuti” e parziali interessi) e trascurare l’essenziale. Mi basterebbe anche una affermazione di principio che sancisse che l’autonomia, da singolo requisito della singola organizzazione scolastica costituisce invece una “regola di funzionamento” dell’intero sistema. 7. E’ di grande interesse il tentativo di riorganizzare la dimensione “territoriale”, e trovo corretto che tale ridefinizione sia affidata alle Regioni. Ovviamente si aprono diverse questioni di dettaglio (rappresentanze, organismi più o meno formalizzati, Consulte o Consigli, ecc…). Anche tali questioni vanno affrontate tenendo conto dei principi generali (quelli ai quali si è tentato di raccordare l’argomentazione precedente) ma con la preoccupazione di “inverarli” nelle condizioni materiali del sistema. Qui molto dipenderà dalle culture di governo delle Regioni. Accanto livello delle corrette definizioni istituzionali e del passaggio effettivo di poteri e competenze, vi è quello essenziale degli assetti amministrativi, l’organizzazione concreta dell’amministrazione regionale. Mi limito solamente ad alcune considerazioni generali che riguardano l’impresa che ogni Regione deve affrontare a fronte dell’ampliamento delle sue competenze § Maggiore è il trasferimento di funzioni (e di risorse) più essenziale diviene il problema di comprendere, dal punto di vista tecnico, politico ed economico, se l’assetto organizzativo sia adeguato. Soprattutto nei casi in cui le classi dimensionali dei soggetti non riescano a garantire, possibili economie di scala. § Regioni con prerogative e forti e dichiarate ambizioni “programmatorie” e con deleghe operative a livelli inferiori, (Provincie, Comuni, ambiti territoriali di servizi…) misurano la propria funzionalità non negli “istituti” formali, ma nelle effettive economie di scala nella produzione di servizi di cui hanno la competenza esclusiva sul piano programmatorio. Definire i medesimi contenitori territoriali attraverso “organismi formali” in territori di scala dimensionale assolutamente diversa significa solamente introdurre elementi di costo e di inefficienza in più. Dunque, poste alcune affermazioni generali di valore, l’intera materia delle rappresentanze e dei ruoli territoriali (reti, organismi di governance locale, ecc) deve essere filtrata dalle condizioni materiali di economia di scala, o che comunque tengano conto della variabile dimensionale che condiziona la produttività e qualità dei servizi (la “sussidiarietà praticata”). Non possiamo predefinire per legge nazionale gli stessi organismi, e individuati con il medesimo meccanismo, per la Lombardia e per una Regione con meno abitanti complessivi di un quartiere di Milano. Naturalmente su questo piano il dato “tecnico” si confronta con la narrazione storico istituzionale e con un passato e tradizione che è diversa da Regione a Regione. Ma appunto ciò che non si può pensare è l’uniformità di dettaglio di una norma nazionale. 8. Della questione che sembra più far discutere (l’organismo di valutazione interna) non entro. Si tratta di tradurre un obbligo esistente da tempo, per tutti gli enti pubblici, e sempre disatteso. Semmai va detto che laddove le scuole lo hanno sperimentato si tratta di cosa assi più complessa di quanto descritto dalla legge in discussione. Si tenga conto della ricchezza di quelle esperienze nella traduzione operativa della norma [1] Un vecchio maestro mi diceva sempre, provocando: “il diritto civile si occupa degli interessi delle persone, il diritto penale si misura con le passioni.. il diritto amministrativo è il “nulla”, la pura forma. Peccato che ad esso si affidi la “produzione reale” di cose importanti per i cittadini” **************