CONSENSO INFORMATO MEATOPLASTICA URETRALE COS`È LA

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CONSENSO INFORMATO MEATOPLASTICA URETRALE COS`È LA
AZIENDA OSPEDALIERA UNIVERSITARIA PISANA
Nuovo Ospedale Santa Chiara - Cisanello
Ospedale di Rilievo Nazionale e di alta Specializzazione
DIPARTIMENTO DI ONCOLOGIA, DEI TRAPIANTI E NUOVE TECNOLOGIE
U.O. UROLOGIA 1 UNIVERSITARIA
Scuola di Specializzazione in Urologia
Direttore: Prof. Cesare Selli
CONSENSO INFORMATO MEATOPLASTICA URETRALE
COS’È LA STENOSI DEL MEATO URETRALE?
Qualsiasi restringimento congenito o acquisito che impedisca la dilatazione fisiologica del condotto urinario
terminale (meato o uretra balanica, quel tratto che attraversa il glande) sotto la spinta dell’urina durante la
minzione, causa un ostacolo idraulico che disturba lo svuotamento della vescica e conseguentemente
provoca sintomi delle basse vie urinarie.
COME SI ARRIVA ALLA DIAGNOSI E QUINDI AL RICOVERO?
Si assiste ad una progressiva difficoltà ad urinare: il getto diventa debole, spesso intermittente, con
prolungato gocciolio al termine della minzione e sensazione di non avere svuotato completamente la vescica;
a volte è necessario aspettare alcuni secondi prima di riuscire ad urinare, o bisogna aiutarsi “spingendo” con
i muscoli dell’addome. A questi sintomi possono associarsene altri, secondari all’irritazione della vescica che
deve contrarsi più frequentemente per cercare di espellere l’urina: bisogno di urinare spesso, necessità di
alzarsi per urinare una o più volte durante la notte, bisogno improvviso ed irrefrenabile di urinare, fino alla
vera e propria perdita di urina, o fino all’incapacità di urinare (ritenzione d’urina). Un’indagine diagnostica
strumentale permette di individuare il problema.
COSA ACCADE PRIMA DEL RICOVERO?
Prima del ricovero verranno eseguiti gli Esami Pre-Operatori (EPO): il paziente attenderà la telefonata con
cui gli si comunicherà la data in cui eseguirà gli esami (esami del sangue, quando necessario
elettrocardiogramma e radiografia del torace) la visita anestesiologica ed il controllo urologico.
COSA ACCADE AL MOMENTO DEL RICOVERO?
Verrà ricoverato il giorno stesso dell’intervento, o la sera precedente, e pertanto dovrà rimanere digiuno
dalla mezzanotte del giorno prima, consumare una cena leggera la sera precedente. Al momento del
ricovero, il personale infermieristico, oltre a provvedere alle formalità burocratiche di ricovero, controllerà
l’adeguatezza delle procedure sopra descritte e l’accompagnerà a letto. Dovrà essere sottoposto alla
depilazione di torace ed addome. Dovrà essere richiesto il consenso a possibili trasfusioni di sangue. Verrà
quindi accompagnato in sala operatoria avendo lasciato eventuali protesi dentarie, orologio, gioielli,
piercing, ecc. Generalmente non è indicata alcuna profilassi se non quella antibiotica in caso di infezioni
urinarie ricorrenti.
CHE TIPO DI INTERVENTO VERRA’ ESEGUITO?
L’intervento può essere effettuato con diverse tecniche, che sostanzialmente si raggruppano in “semplici” e
“complesse”, consistenti in tempo unico o in due tempi chirurgici, con o senza l’impiego di innesti (cute o
mucosa) o lembi prepuziali. Nel secondo caso si rende spesso necessaria la circoncisione. Tra le
meatoplastiche con l’utilizzo di lembi va fatta un’ulteriore distinzione fra una meatoplastica a lembo libero
ed una meatoplastica a lembo peduncolato. La prima prevede, dopo l’incisione longitudinale della faccia
ventrale del glande, dal meato uretrale esterno al solco balanico, l’utilizzo di un lembo cutaneo libero,
solitamente prelevato dal prepuzio, che viene preparato e traforato sulla superficie epidermica, suturandone
poi i margini a quelli della mucosa uretrale esposta con l’incisione. Il tessuto spongioso del glande viene alla
fine suturato al di sopra del lembo, che avrà la superficie epidermica rivolta all’interno del lume uretrale.
Questo avrà un tutore, rappresentato da un catetere di Foley scanalato 12 Ch, che andrà rimosso dopo 7
giorni. Indicazioni: stenosi di un’uretra navicolare ricoperta dal glande, il cui tessuto spongioso garantisca
poi il supporto nutritizio al lembo.
Presidio di Cisanello, Edificio 30, ingresso C, via Paradisa 2, 56124 Pisa
Caposala: tel e fax 050 997 777; Reparto: 050 997 758 - 760, fax 050 997 7
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Mail: [email protected] Sito web: www.urologia.unipi.it
La meatoplastica a lembo peduncolato prevede invece, dopo l’incisione longitudinale della faccia ventrale del
glande, dal meato uretrale esterno al solco balanico ed eventualmente oltre, l’utilizzo di un lembo cutaneo
(prepuziale o penieno) con peduncolo vascolare laterale, che viene completamente mobilizzato e
successivamente suturato ai margini mucosi dell’uretra, con la faccia epidermica rivolta verso il lume. Va
posta molta attenzione nella preparazione del lembo, ad evitare possibili edemi e raccolte ematiche.
Ricostruito il prepuzio e/o riavvicinati i margini della cute peniena, si sutura il tessuto spongioso del glande
al di sopra del lembo cutaneo trapiantato; si lascia a dimora per 7 giorni un catetere di Foley scanalato.
Indicazioni: stenosi dell’uretra navicolare eventualmente estese anche all’uretra peniena, soprattutto nei
casi in cui è indispensabile garantirsi da fistole uretrali di natura ischemica (vedi Balanite Xerotica
Obliterans).
QUANTO DURA L’INTERVENTO?
La durata varia da 30 minuti a più di un’ora e dipende dalla tecnica utilizzata.
QUALI ALTERNATIVE ESISTONO A QUESTO TIPO DI INTERVENTO?
Le alternative alla meatoplastica chirurgica sono la meatotomia chirurgica e la dilatazione, con cateteri o con
uno strumento dilatatore progressivo, che ha due svantaggi: la durata del risultato ridotta nel tempo e quindi
il ripresentarsi del problema, e la rigidità dell’uretra dilatata che comunque realizza un ostacolo con
conseguente perdurare dei disturbi. La meatoplastica rispetto alla semplice meatotomia riesce a garantire
un migliore risultato sia estetico che funzionale.
QUALI SONO I RISCHI E LE POSSIBILI COMPLICANZE?
E’ un intervento con elevata percentuale di successo, laddove si riesca a preparare adeguatamente un lembo
ben vascolarizzato. In caso di lembo libero diviene fondamentale il supporto vascolare offerto dal tessuto
spongioso del glande. Diversamente dalla sola meatotomia si riesce a garantire un migliore risultato sia
estetico che funzionale. Possibile, dopo l’intervento, una rotazione del pene in stato flaccido verso il lato da
cui si è prelevato il lembo cutaneo: migliorerà con la ripresa dell’attività sessuale. Nell’arco di pochi giorni si
potrà manifestare la comparsa di fistole uretro-cutanee o l’ischemia completa del lembo utilizzato, con
l’esito, se cede anche la sutura del corpo spongioso del glande, in un quadro paragonabile ad una ipospadia
balanica. Altre possibili complicanze:
- Ematoma ed edema del pene: si risolve spontaneamente nell’arco di alcuni giorni.
- Deiscenza della ferita: guarisce per seconda intenzione.
- Cicatrice peniena: può essere necessaria una plastica di correzione.
- Stenosi del neomeato uretrale: si ricorre alla riparazione chirurgica.
La minzione dopo l’intervento può avvenire per qualche tempo a ventaglio.
COSA SUCCEDE DOPO L’INTERVENTO?
Dopo l’intervento al ritorno in camera di degenza si potrà avere una fleboclisi per l’idratazione e l’eventuale
somministrazione di terapia. Dopo controllo medico potrà alzarsi, camminare e alimentarsi normalmente.
Durante l’intervento viene applicato un catetere vescicale che verrà rimosso dopo 1 o 15 giorni a seconda del
tipo di tecnica chirurgica impiegata. Benché lo si possa proporre anche in Day-Surgery, la necessità di
seguire nei primi giorni la “vitalità” del lembo peduncolato può indurre a trattenere il paziente per due-tre
giorni.
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COSA AVVERRÀ DOPO LE DIMISSIONI?
Occorre garantire la pervietà del catetere per i 7-8 giorni che lo stesso rimane a dimora; rimuovere le
secrezioni uretrali che si accumulano sul neomeato uretrale; evitare il decubito del catetere sulla linea
ventrale di sutura,
mantenendo il pene adagiato sulla regione ipogastrica e il catetere fissato a questa con un cerotto. Evitare
l’attività sessuale per circa 30 giorni dopo l’intervento. A domicilio in caso di febbre, di improvvisa
emorragia, di dolori o di gonfiori abnormi e persistenti contattare il reparto di urologia.
Dovrà essere effettuata una valutazione ambulatoriale a 7 e 15 giorni dall’intervento; successive
rivalutazioni periodiche per verificare la pervietà del lume uretrale e l’assenza di fistole uretrocutanee.
CHE COSA ACCADE SE NON MI SOTTOPONGO ALL’INTERVENTO?
Quando una stenosi non viene trattata, questa progredisce in modo progressivo fino a chiudere
completamente il meato e provocando così l’impossibilità a urinare.
Data: ______ / _____ / _____
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