DAGAMENTO PRIMO ATTO La scena si apre su un ambiente

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DAGAMENTO PRIMO ATTO La scena si apre su un ambiente
DAGAMENTO
PRIMO ATTO
La scena si apre su un ambiente giovanile: sulla sinistra un mobiletto bianco, al centro un divano, davanti al divano
un tavolinetto da thè, sulla destra un letto, dietro il letto una scrivania. C’è molto disordine: libri, vestiti, dischi e
bicchieri sparsi a terra, un vaso da fiori rovesciato. Pagine gialle, una pallina da tennis, un pallone. Una trombetta
sulla scrivania. Un secchio accanto al divano sulla sinistra. Si sente una musica. Michele sta dormendo sul divano; ai
piedi del divano, sulla sinistra, Tamara. Entrambi sono vestiti. Sulla destra, Fabrizio sta russando abbracciato a un
pupazzo, sdraiato sul letto; ha indosso soltanto un paio di mutande. E’ buio. Dopo qualche istante, entra Brunello
visibilmente sorpreso. Accende la luce, volta il mobiletto verso il pubblico: vi è disegnato sopra un enorme membro
virile. Spegne il giradischi. A questo punto l’unico rumore è il russare di Fabrizio e di Michele.
BRUNELLO- Ma guarda qua che casino! Guarda come hanno ridotto la mia stanza! Uno sta via una settimana e
quando torna… (è arrabbiato ma ogni tanto si fa prendere dalla musica e accenna un balletto, si precipita sui libri,
scavalcando il divano, poi guarda il secchio). Guarda i miei libri! Bleah! Che schifo! Ma che stronzi! (riesce a spegnere
la luce) Oh, sveglia… (Brunello scuote Michele ). Allora?
MICHELE- (come svegliandosi da un incubo) Eh? No, lo giuro, non sono mai stato socialdemocratico.
TAMARA- (un po’ assonnata)- Buongiorno!
BRUNELLO- Buongiorno? Ma cosa c’è stato qua dentro, eh? Cosa cavolo avete fatto?
MICHELE(assonnato)- Chi?
BRUNELLO- Come chi? Di chi stiamo parlando?
MICHELE- Ah, Brunello… Buongiorno!
BRUNELLO- Sì, buongiorno! (Brunello si avvicina alla scrivania e trova un libro tutto sporco di maionese) No!!! Il
libro di filosofia morale. Ma che schifo! Cos’è? Maionese?! O Michele, la maionese!
MICHELE- Ah, grazie (lo lecca e lo restituisce a Brunello) Buona.
BRUNELLO- Beh, almeno adesso è pulito.
MICHELE- Dio, che mal di testa. Ma cosa cazzo è successo?
BRUNELLO- Te me lo devi spiegare!
MICHELE- M A non lo so, non mi ricordo.
BRUNELLO- Non ti ricordi? Fai mente locale. Una settimana fa io sono uscito di casa per andare da mia madre, ti
ricordi?
TAMARA- Sì.
BRUNELLO- Non devi rispondere te, te chi t’sen? Camina, vacatoa1! Tu non abiti qua, non vale. Lascia rispondere a
lui.
MICHELE- Mi duole alquanto la testa.
BRUNELLO- Vedi che non se lo ricorda? Quando ho lasciato la casa era tutto in ordine. Poi cosa è successo?
MICHELE(rivolgendosi ad Tamara) – Te te lo ricordi?
TAMARA- Beh, ieri sera… Abbiamo fatto un po’ di casino con qualche amico e poi la notte…
BRUNELLO- Basta non voglio più sapere non m’interessa più. Comunque adesso rimettete tutto a posto. Dove
sono Clara e Fosca?
MICHELE- Non so…
TAMARA- Ma sono quelle due amiche che abitano con voi?
BRUNELLO- Eh, proprio loro.
TAMARA- Ma non mi avevi detto che sono andate agli studi cinematografici?
MICHELE- Agli studi cii…?
TAMARA- Ma sì, per andare a trovare quel produttore cinematografico.
MICHELE- Ti risulta?
BRUNELLO- Come mi risulta? Che ne so! Conoscendo Clara, non sarebbe nuova a queste cose. Ma quando
tornano?
MICHELE- (a Tamara)Quando tornano?
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Te chi t’sen? Camina, va a cà toa.= Tu chi sei? Cammina, va a casa tua (espressione dialettale).
TAMARA- Ieri mi hai detto che sarebbero tornate oggi.
BRUNELLO- Va beh, comunque adesso sloggiate perché c’ho da studiare.
MICHELE- Che mal di testa!
TAMARA- Michelino, andiamo in cucina a farci un caffè?
MICHELE- Sì, sarà meglio. Ma io colazione l’ho già fatta. Ho già preso un po’ di maionese prima.
TAMARA- Beh, lo faccio per me.
MICHELE- Scusa, ma posso farti una domanda?
TAMARA- Certo.
MICHELE- Ma tu…chi sei?
TAMARA- Come chi sono? Non ricordi? Ci siamo conosciuti ieri al bar della stazione.
MICHELE- Ah, sì, ora ricordo…ma…abbiamo fatto l’amore?
TAMARA- Beh, sì.
MICHELE- Ed è stato bello?
TAMARA- Beh, sì.
MICHELE- Modestamente.
BRUNELLO- E portatevi via quel secchio.
MICHELE- Quale secchio? (si avvicina al secchio) Bleah!
TAMARA- Ma cosa c’è? (si avvicina al secchio) Oddio! ( salta in braccio a Michele)
MICHELE- Ma è il tuo!
TAMARA- E per forza. Ieri mi hai fatto bere la mescalina mescolata al gatorade lemon blu. Mi son sentita male.
MICHELE- Sai che ti dico? (la mette giù e prende il secchio) Mi è venuta fame. TAMARA- Michelino, me lo fai una
caffè?
MICHELE- Ma va a cagare! (escono)
Brunello si era intanto già messo dietro la scrivania per cercare di studiare. Ora è molto infastidito dal russare di
Fabrizio. Si alza, lo scuote senza risultato, esce e rientra con una trombetta. La suona ma senza successo. Posa sulla
scrivania la trombetta poi esce a prendere un tamburo. Fabrizio russa ancora. Disperato, Brunello si piazza dietro alla
scrivania con la testa tra le braccia. Appallottola un foglio di carta e lo getta a terra. Solo per il rumore della palla di
carta gettata a terra, Fabrizio si sveglia e si avvicina alla scrivania di Brunello, tenendo in braccio un pupazzo.
FABRIZIO – Deh, ma non l’hai ancora finita di fare tutto ‘sto casino con le palle di carta? Non si può manco
dormire!
Fabrizio fa uno sbadiglio sovrumano. Tiene sempre in braccio il pupazzo.
FABRIZIO- Come va?
BRUNELLO- (tentando di prendere il pupazzo)Ascoltami bene, mr. Bradipo…
FABRIZIO- Lascia stare Piergiorgio!
BRUNELLO- Ascolta bene, io ho da fare un esame dopodomani, devo concentrarmi. Potresti gentilmente smettere
di russare, visto, tra l’altro, che sono le 11 passate?
FABRIZIO- Oh, sterco umano, abbassa la cresta. Non vorrei ricordarti che questa è casa mia, che l’unico stipendio
che entra in questa casa è il mio, che sono io a mantenere voialtri fancazzisti, chiaro?
BRUNELLO- Io ho soltanto chiesto gentilmente…
FABRIZIO- Quindi, mio caro stercoman, se io in questa casa voglio russare russo. Se voglio mettere la gamba così la
metto così, se voglio dire anguana dico anguana, chiaro?
BRUNELLO- Il concetto è stato esplicitato abbastanza chiaramente.
FABRIZIO- Studia lui, te ghè 2 trent’anni e sei ancora a studiare ‘ste belinate! (avvicinandosi a Brunello) Cos’è,
Hegel? A trent’anni e ancora leggi queste cose, ma, dico, te ne rendi conto?
Entrano Michele e Tamara.
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Te ghè= Hai (espressione dialettale).
MICHELE- Uelà, il dormiglione s’è svegliato. Buongiorno.
FABRIZIO- Ecco, iearivà3. L’altro lavoratore. (lancia sul letto il pupazzo)
MICHELE- Lavoratore, io? Giammai, per carità. No, io ho provato qualche volta a lavorare. Non è per me. Mi ha
fatto venire certe piaghe nella pelle. C’ho messo un’eternità a guarire.
FABRIZIO- Poverino! E la manza chi è? (indicando Tamara)
MICHELE- Ah, già, vi presento Stefania.
TAMARA- Tamara!
MICHELE- Vi presento Tamara. Tamara, ti presento il grande presentatore Fabrizio Miletti.
TAMARA- Piacere! Sono una sua ammiratrice! Ma ci siamo già presentati ieri. Non ricorda?
FABRIZIO- Ieri? Ieri mi ricordo soltanto che ho pestato una merda. Hey, non mi dire che eri tu.
TAMARA- Non capisco.
FABRIZIO- Lascia perdere. Ti piace il programma che conduco?
TAMARA- Moltissimo!
FABRIZIO- Infatti, si vede subito che te di arte e di cultura non capisci un cazzo. Ma dimmi un po’…(a Michele) te
l’ha data, almeno?
MICHELE- Mah, sono cose che non si dicono e poi…
FABRIZIO- Te l’ha data o no?
MICHELE- Modestamente.
FABRIZIO- Meno male, alm eno quello. (si ributta sul letto)
Entra Fosca con una borsa della spesa in mano. Mentre lei entra Tamara prende le Pagine Gialle e si mette a leggerle
sdraiata accanto al mobiletto.
FOSCA- Buongiorno a tutti,
BRUNELLO- Ciao Fosca, io devo studiare.
FOSCA- Ma c’è ancora tutto questo disordine? Alla sera fate casino e poi devo rimettere a posto io!
MICHELE- Ma dove siete state ieri? E poi dov’è Clara?
FOSCA- E che ne so!
MICHELE- Come non lo sai? Non siete andate agli studi ci…
TAMARA- Cinematografici.
MICHELE- Eh, non ci siete state insieme?
FOSCA- Veramente, per tua norma e regola, io vengo dal comune.
BRUNELLO- Dal comune? Beh, dal comune, mezzo gaudio.
FABRIZIO- Belan che battuta! Tè capì, Pierzorzo? Lulì studia Hegel mica belinate. Madonna me ‘sto a pisare adoso
dal ridere che devo andare al cesso4.
FOSCA- Per quanto riguarda dove sono stata ieri, sono fatti miei, che diamine, non si può avere una vita privata in
questa casa? So che Clara doveva incontrare un produttore, un certo…non ricordo il nome.
FABRIZIO- Beh, non è che tu sia molto informata su Clara.
MICHELE- Effettivamente, noto delle lacune.
BRUNELLO- Delle lacune? Secondo me si sta proprio arrampicando sugli specchi. Non lo sa proprio dov’è Clara,
quella. Come mi danno sui nervi le persone che fanno così!
FOSCA- Ragazzi, ma siete scemi? Vi siete svegliati male?
FABRIZIO- Io sì.
MICHELE- Ma sei ancora in mutande, Fabri? Perché non ti vai a vestire?
FABRIZIO- Anche te? (si alza) O Rintintin, ho già detto che se io voglio dire anguana dico anguana. Hai capito?
Anguana anguana anguana, non ti sta bene? Prendi i tuoi quattro stracci…
BRUNELLO (alzandosi) …puzzolenti. (si siede)
FABRIZIO- …e te ne esci, capito? Prendi i tuoi quattro stracci…
BRUNELLO- (alzandosi)…puzzolenti…(si siede).
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Iearivà = E’ arrivato ( espressione dialettale).
Belan ecc.= Cavolo che battuta! Hai capito, Piegiorgio? Lui studia Hegel mica castronerie. Oddio, sto ad urinarmi addosso
dal ridere. Devo assolutemente andare al bagno (espressione dialettale).
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FABRIZIO- …e te ne esci, chiaro? Io, qua dentro, faccio quello che voglio, visto che sono l’unico a portare lo
stipendio.
FOSCA- Beh, veramente, non sei l’unico, anch’io lavoro e quindi anch’io contribuisco.
FABRIZIO- Sapete cosa c’è? Ho un po’ di fame.
MICHELE- Eh, anch’io. Prima di là non ho trovato niente.
BRUNELLO- Anche a me mi sta venendo un languorino, sarà per lo studio.
TAMARA- (alzandosi)- Io ho una fame da lupi. Ci vorrebbe un bel Maraguino.
TUTTI (tranne Tamara)- Il Maraguino?
TAMARA- Sì, il Maraguino. E’ l’ultima novità del Mac Carlos. Praticamente si tratta di un panino con dentro una
carne speciale. L’hanno fatta unendo il dna di un pinguino al dna di Maradona.
TUTTI (tranne Tamara)- Il Maraguino?
TAMARA- Il Maraguino. Guardate che è buonissimo. Come dice anche la pubblicità, è un prodotto che unisce forza
e dinamismo a un tocco di fantasia.
Parte la “Canzone del Maraguino”
Sì, il Maraguino
Lo può mangiare il più grande e il più piccino
E se ne ingurgiti in grande quantità
Dietro l’angolo c’è la felicità.
Non insultateci noi del Maraguino
Abbiamo gli occhi innocenti di un bambino
E il nostro cuore vola come un aereoplano.
Siamo felici perché tanto non pensiamo.
E non parlateci più di rivoluzioni
Di utopie, poesie, sogni ed illusioni.
Chi credeva in un mondo da cambiare
Ora è al governo e non ha tempo di ricordare.
E non pensate che noi del Maraguino
Passiamo il tempo a trangugiare un panino
Perché a volte, infatti, di fronte al mare
Ci stringe il cuore e cominciamo a lacrimare.
FABRIZIO- Ma non date retta a questa lobotomica. Per me spaghetti aglio oglio e peperoncino.
Tutti si rivolgono a Fosca con frasi tipo “Sì, buona, anch’io la voglio” ecc.
FOSCA- Beh, perché mi guardate così? Devo farveli io? E poi lei chi è? (indicando Tamara)
MICHELE- Fosca, ti presento Daniela.
TAMARA- Tamara!
MICHELE- Tamara. Tamara, ti presento la mia carissima amica Fosca. Grande lavoratrice e soprattutto grande
cuoca.
FOSCA- Adesso vado. Certo che mi trattate come una serva, qua dentro. (sottovoce a Michele) Ma, Michele, te la sei
portata a letto?
MICHELE (sottovoce) – Modestamente.
FOSCA- Ci avrei giurato! (esce) Da fuori: Bleahh! (ha visto evidentemente il secchio)
MICHELE- Ah, sì. E’ che ieri questa qui si è sentita male. Non potresti darci una lavata al secchio e riportarl o qui
che mi serve? (si sdraia sul divano)
BRUNELLO- (alzandosi) Già che ci sei, mi prenderesti anche lo staffilococco della serigatta nella saracca
vermigliata. Lì, vicino al fico del buco del bigoncio. (si siede)
Mentre Brunello parla Tamara si rimette a leggere.
FABRIZIO- Va beh, visto che non si può dormire, vado a lavarmi. Hegel, se c’è uno che mi sta sul cazzo è proprio
Hegel (uscendo)
BRUNELLO- A proposito, Michele, mi passi il mio telefonino che devo telefonare?
MICHELE- Non ti sembra un pochino pleonastica la seconda parte della tua frase?
BRUNELLO- In che senso?
MICHELE- Sei pleonastico!
TAMARA- Sì, ma io ci metterei un pizzico di rucola!
Brunello e Michele guardano il pubblico allibiti.
BRUNELLO- Devo telefonare a mia madre. Me lo passi il mio telefonino, per piacere?
Michele si alza, si guarda intorno senza trovare il telefonino.
MICHELE- Scusa, ma non lo trovo. Non puoi usare il mio?
BRUNELLO- No, voglio il mio. Eccolo lì.
MICHELE- Sì, eccolo lì. (guarda sotto il letto) Che casino c’è qui sotto. Bisogna nuotare qua sotto. (va sotto il letto)
BRUNELLO- Ma lo vedo io da qui.
Tamara trova il telefono fra le pagine gialle.
TAMARA- Eccolo qua! (si alza, lo porta a Brunello. Poi ritorna al suo posto per rimettersi a leggere).
Michele sbuca fuori dal letto con indosso un tubo e una maschera da mare.
MICHELE- Ma poi sei sempre a telefonare a tua madre? La sentirai 40 volte al giorno. (sdraiandosi sul divano)
BRUNELLO(avvicinandosi a Michele con aggressività) - Perché hai qualcosa contro alla mia mamma?
MICHELE- Ma non ho niente contro la tua mamma.
BRUNELLO- Hai qualcosa contro la mia mamma?
MICHELE- Seh…
BRUNELLO- Hai qualcosa
MICHELE- Nooo!!!
BRUNELLO(facendo il numero)- Ah, credevo…Pronto, mamma? Ciao, sono Brunello. Ti sei tolto un dente
stamattina? Interessante! Non gliel’ho ancora detto. Non me ne frega niente se ti sei tolta un dente! Stammi a sentire.
Non ho ancora avuto il coraggio di… Sì, che me le sono lavate le orecchie, non preoccuparti. Senti, io non gliel’ho
ancora detto, non ho ancora avuto il…ma sì, che me le sono lavate le orecchie, non ho ancora avuto il coraggio, mà.
Come perché? (esce)
Entra Clara.
CLARA- E voilà, eccomi.
MICHELE- (alzandosi dal divano) Oh, la donzella che più m’aggrada.
CLARA- Notizia bomba. Verrà qui.
MIC HELE- Quando?
CLARA- Come quando? Innanzitutto chiedimi chi verrà.
MICHELE- Chi verrà?
CLARA- Artemio Arcaico, grande produttore cinematografico.
TAMARA- Un produttore cinematografico verrà qui?
CLARA- Già.
TAMARA- Allora devo farmi bella?
CLARA- Che farti bella, bimba. Per me viene, non per te. Chi è la piccola?
MICHELE- Clara ti presento Cinzia.
TAMARA- Tamara!
MICHELE- Tamara ti presento Cinzia.
CLARA- Io mi chiamo Clara, veramente.
MICHELA- E andate a fare in culo tutti quanti.
CLARA- Piacere. (a Michele) Ci sei già stato a letto?
MICHELE- Eh, eh, modestamente.
TAMARA- Come mai tutti sono maledettamente interessati a questa cosa?
BRUNELLO(rientrando) – Sì, vado a comprare i cotton fioc. (chiude il telefonino e se lo mette in tasca) Ma cosa
vedono i miei occhi? La divina Clara.