Chissà...di Teresa Zuffanelli

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Chissà...di Teresa Zuffanelli
Chissà…
Il Bus è una grande finestra sul mondo; il vero modo di viaggiare nella nostra società frenetica in
cui aerei e treni superveloci hanno annullato la possibilità di guardarsi intorno.
In bus hai la possibilità di entrare, per un momento, nel mondo di chi ti trovi vicino, materialmente
o solo con la fantasia…
Una bella e anziana signora , con le buste della spesa, si siede di fronte a me: può essere stata un
attrice di teatro e quando il bus passa davanti alla Pergola sembra fare un dolce sorriso ricordandosi
la tremarella prima di salire sul palco e la soddisfazione durante gli applausi.
Un anziano sale alla fermata davanti al supermercato, con la sua misera busta della spesa e per un
attimo mi porta nella sua desolante solitudine.
Il gruppo di adolescenti esce festante da scuola; se li guardo attentamente scovo amori non
confessati, antipatie profonde e scherzi che feriscono.
Un ragazzo, con la musica nelle orecchie, guarda fisso fuori dal finestrino… forse pensa al senso
della vita, o forse a che modello di pantaloni indossare per andare in discoteca…
Alla stazione sale una ragazza con un enorme valigia, si guarda intono impaurita ed in mano tiene
stretto un foglietto sgualcito. Penso sia arrivata da un’altra città, non conosce i luoghi e i rumori che
la circondano, sa solo che autobus prendere per raggiungere la casa dove ha affittato una camera.
Chissà cosa prova? Sarà più forte la malinconia per la vita lasciata alle spalle o la curiosità per le
novità che l’aspettano?
A tutte le fermate vedo donne che aguzzano lo sguardo e sbuffano quando si accorgono che
l’autobus che arriva non è quello che serve loro; devono correre a prendere i bambini a scuola,
pagare le bollette e poi preparare la cena per gli zii invitati a cena.
Come faranno a fare tutto?!
L’autista è un signore sulla cinquantina, saluta con un buon giorno tutti quelli che salgono. Dietro di
sé ha attaccata la comunicazione di una riunione sindacale, lo sa che tutto è cambiato da quando
aveva venti anni e alle assemblee c’erano centinaia di persone però non rinuncia. Ha visto assumere
tanti nuovi ragazzi e ragazze (finalmente!) che non sanno nemmeno cosa sia il sindacato ma
s’impegna proprio per loro, perché capiscano che il lavoro è un diritto e non un privilegio.
Seduta accanto a me c’è una ragazza profumatissima, sembra essere dell’est Europa. Oggi deve
essere il suo giorno libero, ha lasciato l’anziano che assiste ai suoi figli, si è fatta bella e adesso può
finalmente raggiungere le sue amiche; dopo una lunga settimana potrà parlare la propria lingua,
camminare speditamente senza tenere “nonno” a braccetto e mangiare qualcosa che le ricordi casa.
…Forse niente di quello che immagino è reale ma mentre le fermate scorrono sono sempre più
convinta di far parte di un buffo mondo in cui ognuno ha la sua parte di malinconia e gioia da
condividere con gli altri.