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Commiato per Nick
Se permettete vorrei dire due parole.
Non voglio arrogarmi il diritto di raccontarvi quanto Nick
fosse una persona speciale e dal punto di vista agonistico e
dal punto di vista umano. Ci sono persone qui presenti che
potrebbero farlo molto meglio di me. Né voglio tentare di
consolare la famiglia Meringolo chè non saprei che parole
trovare dato che neanche con la più fervida immaginazione
potrei immaginare il loro dolore.
Ho preso la parola semplicemente perché volevo invitare i
presenti ad una riflessione sulla caducità della Vita.
Quante volte ci sentiamo invincibili, immortali, saldi delle
nostre convinzioni e dei nostri obiettivi! Poi, in un attimo
rapido come una sua terza e schiena, veniamo bruscamente
risvegliati dal nostro delirio d’onnipotenza. I latini
dicevano “Memento Mori”, ricordati che devi morire. Io,
più ottimisticamente parlando, direi: Ricordati che devi
vivere! Quanto tempo sprechiamo cercando di sopraffarci
l’un l’altro, litigandoci miseri premi, cercando di inseguire
obiettivi e risultati compiacenti e vuoti! Quanti minuti della
nostra vita scivolano via senza una ragion d’essere! Quante
volte ho visto Nick scendere quelle scale e quante volte l’ho
appena salutato, per poi continuare ad allenarmi! E così
quella parte di me che avrebbe voluto conoscerlo meglio è
morta sabato sera. Io nella sua vita sono stato una comparsa
e mai più avrò la possibilità di riscattarmi. Questo è ciò che
mi rende gonfio di rabbia, di frustrazione, di amarezza e di
autocommiserazione. Conoscevo il suo medagliere, ma lui
no, non lo conoscevo davvero.
Pablo Neruda, nell’”Ode alla Vita” scrive: “lentamente
muore chi diventa schiavo dell’abitudine,…, chi non parla a
chi non conosce. Lentamente muore chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle “I” piuttosto
che un insieme di emozioni … Lentamente muore chi non
rischia la certezza per l’incertezza, per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati…
EVITIAMO LA MORTE A PICCOLE DOSI,
RICORDANDO SEMPRE CHE L’ESSERE VIVO
RICHIEDE UNO SFORZO DI GRAN LUNGA
MAGGIORE DEL SEMPLICE FATTO DI RESPIRARE”.
Ecco io questo chiedo ai presenti, di non lasciare che questa
tragedia resti un’agghiacciante, tremenda tragedia.
Cerchiamo di andare più a fondo, cerchiamo di preservare
nella memoria, marcato a fuoco, il ricordo di questo
ingiustissimo momento. E che questo ci costringa a vivere,
ma a vivere davvero, amandoci gli uni gli altri, unico vero
modo per conoscerci fino in fondo. Infatti non verremo
ricordati per i risultati ottenuti nello sport, nella scuola, nel
lavoro, ma verremo ricordati per i momenti passati insieme.
Perché questa è davvero la Vita, il tempo trascorso con gli
altri.
Per me Nick non sarà una medaglia d’oro agli europei o una
medaglia di bronzo ai mondiali, ma sarà un amico, e un
buon amico mancato. Ma di questo posso solo incolpare me
stesso. Grazie.

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