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SUSANNE HOUD
- EMERGENZE NEL PARTO RICONOSCERLE E GESTIRLE IN TEAM
NUMERI PRIMI EDITORE
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Titolo: EMERGENZE NEL PARTO, riconoscerle e gestirle
Autrice Susanne Houd
Traduzione italiana a cura di Piera Maghella
Disegni di Ina Pocorobba
Impaginazione e grafica a cura di Domenico Piraino
Prima Edizione: luglio 2013
© Numeri Primi Editore
Via Castello 183, 25080 Serle (Brescia) Italia
Redazione: tel Fax 030 6896597
Web: www.mipaonline.com
ISBN 978-88-97456-02-5
Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del libro può essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi,
fotocopie, microfilm o altro, senza il permesso scritto dell’editore.
Finito di stampare nel mese di luglio 2013 presso
Grafiche Artigianelli (Brescia)
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- RINGRAZIAMENTI Questo manuale è stato realizzato grazie alla collaborazione sinergica di:
Autrice:
Susanne Houd: ostetrica danese dal 1967, psicoterapeuta, MPH dottorato in Salute Pubblica presso
Università Svedese. Ha collaborato per oltre 15 anni con OMS (Organizzazione Mondiale Sanità). Ha
lavorato in Ospedali, nelle Case da Parto e nei Parti in Casa anche in zone molte remote. È stata direttrice
della Scuola Danese per Ostetriche e tuttora formatrice.
Traduzione:
Piera Maghella: Educatrice perinatale, IBCLC, Formatrice, Consulente Istituto Superiore Sanità per la
conduzione degli incontri di accompagnamento alla nascita. Traduttrice nei corsi di formazione sul parto
attivo e sull’emergenza nel parto condotti da Susanne Houd da oltre 20 anni in Italia.
Disegni:
Ina Pocorobba: ostetrica dal 1984 lavora presso un ospedale della provincia di Messina, dove conduce
anche corsi di accompagnamento alla nascita, educatrice perinatale formata presso il MIPA. E’ insegnante
AIMI di massaggio infantile e spesso lavora in TIN con le mamme di bimbi pretermine.
Revisione tecnico-scientifica:
Maita Sartori: medico ostetrico ginecologo. È responsabile delle Attività Consultoriali di una ASL in
provincia di Torino. Criteri guida: centralità e rispetto di madre e bambino, Evidence Based Medicine,
miglioramento della qualità a parità di risorse, promozione della rete territorio-ospedale.
Pietro Lombardo: medico chirurgo ostetrico ginecologo di Torino. Si occupa di ostetricia basata sulle
prove di efficacia. È referente e formatore nell’ambito del “Progetto di sorveglianza della mortalità
materna in Italia” del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità.
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Alessandro Volta: neonatologo. E’ responsabile del Servizio Salute Donna ed Infanzia del Distretto
Montecchio Emilia (RE). Formatore OMS-Unicef per Allattamento al Seno. Formatore per Rianimazione
Neonatale Regione Emilia Romagna. Membro Società Italiana Neonatologi e della Commissione Nascita
Regione Emilia Romagna. Autore.
Fotografia della copertina:
Peter Holst, fotografo professionista. Abita e lavora a Vancouver in Canada. Ha ricevuto numerosi premi
per la sua fotografia innovativa. E’ il terzo figlio di Susanne.
Paolo Amati, foto-ritoccatore e post-produttore di immagini atte alla comunicazione pubblicitaria e
modellatore 3D con software dedicati.
Grafica ed impaginazione:
Domenico Piraino, Graphic Designer/Fotografo, conoscenza della brand indentity e la corporate image di
un’azienda, specializzato nell’ambito della grafica editoriale e lo studio della comunicazione pubblicitaria.
Ha realizzato integralmente il concept di questo libro cercando di mantenere equilibrio fra estetica,
funzionalità e serietà dei temi trattati.
Revisione ortografica e lessicale:
Giorgio Maghella, laureato in Lettere e docente di lingua e letteratura italiana presso il Liceo Classico
“C. Arici” di Brescia.
Responsabile della produzione:
Pino Cirullo, sociologo, co-direttore del MIPA Centro Studi.
Ringraziamo anche tutte le ostetriche ed i medici che hanno partecipato ai tanti corsi di formazione
stimolandoci a concretizzare questo libro.
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- INDICE Prefazione
pag. 9
Capitolo 1
Introduzione
pag. 11
Capitolo 2
Mantenere normale il parto
pag. 15
Capitolo 3
Regole generali per la gestione delle emergenze
pag. 29
Capitolo 4
Perdita ematica nel terzo trimestre in gravidanza
pag. 39
Capitolo 5
Presentazioni anomale
pag. 49
Occipito Posteriore
pag. 50
Podalico
pag. 57
Capitolo 6
Prolasso del funicolo
pag. 65
Capitolo 7
Travaglio protratto
pag. 69
Capitolo 8
Quando le sopravvissute partoriscono:
pag. 91
donne che hanno subito abusi
Capitolo 9
Distocia di spalle
pag. 101
Capitolo 10
Emorragia Post Partum
pag. 111
Capitolo 11
Rianimazione Neonatale
pag. 121
Capitolo 12
La vita prosegue, gestione delle emozioni
pag. 127
Schede Riassuntive
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- PREFAZIONE A cura di Maita Sartori e Pietro Lombardo
Lo sviluppo della tecnologia sta influenzando drasticamente e rapidamente il
nostro modo di vivere, l’hardware ed il software dei nostri comportamenti, anche
professionali. Stabili nel tempo rimangono invece il modo di nascere dal corpo della
donna, l’emozione della nascita, le sue terribili complicanze.
Il libro sulle emergenze ostetriche di Susanne Houd raccoglie, come ciò che circonda
la sua visione della nascita, la spiritualità dell’evento, l’amore verso la madre ed
il figlio, la logica ostetrica di rendere normali o meno complicati fenomeni avversi
che potrebbero solo peggiorare. L’emozione e la professionalità ricordano un’altra
ostetrica, Ina May Gaskin: il trattamento della distocia di spalla proposto da Susanne
ha la prospettiva carponi della manovra guatemalteca diffusa da Gaskin, la gioia di
Ina May nel descrivere l’assistenza al parto ricorda la passione di Houd nel prevenire
e risolvere l’emergenza ostetrica.
Abbiamo incontrato Susanne per la prima volta al convegno “Partorire in casa” del 1996
a Torino. Ci aveva incantato la sua normalità nel descrivere il successo dell’assistenza
ostetrica domiciliare a confronto dei messaggi ingannevoli degli opinion maker
ospedalieri, degli economisti e dei politici. Il suo linguaggio professionale chiaro
derivava dall’esperienza ottenuta assistendo nascite in varie parti del mondo, dalla
conoscenza del mondo universitario, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, della
Cochrane Collaboration.
Abbiamo incontrato nuovamente Susanne al corso “Emergenze in sala parto” del
2005 ad Abano Terme. Lei era docente full-time, noi senza tempo di respirare per
quattro giorni, a capire, ripetere e simulare. Lei semplice e gradevole sgretolava le
nostre convinzioni mediche, noi turbati e stupiti fra una lezione ed un’emozione. Con
quale bagaglio ricco di conoscenze, di umiltà professionale e di contentezza eravamo
tornati alle sale parto di Torino!
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Emergenze nel parto - riconoscerle e gestirle
Solo due anni fa, finalmente un corso sull’assistenza al travaglio e parto attivo a
Torino. Altri 4 giorni con lei docente ad aiutarci a cambiare prospettiva professionale:
da quella centrata sull’ospedale, sui farmaci e sulla tecnologia a quella di servizio alle
madri, di sostegno alla competenza delle madri. È stato come cambiare la prospettiva
nell’assistenza alla distocia di spalla: da quella con donna supina (che mostra
obbedienza) sul lettino ginecologico a quella con donna che guadagna in modo attivo
la posizione carponi.
Adesso l’occasione di collaborare con Piera Maghella alla revisione di alcuni capitoli
del libro di Susanne ci ha reso felici. Tradurre ha voluto dire anche discutere tra noi e
con la maestra Susanne Houd.
Non c’è niente di più bello e normale di un neonato che sta bene, assistito dalla madre
amorevole che sta bene e non c’è niente di più anomalo e disperato della nascita di
un bambino morto o che sta male oppure di una madre che sta perdendo l’utero o
rischiando la vita.
Essere operatori preparati, pronti, esercitati, coordinati a prevenire la complicanza e
ad affrontare l’emergenza ostetrica fa la differenza, salva la vita a madre e figlio. È
nostra opinione che il libro di Susanne sia un importante contributo in tal senso.
Siamo testimoni dell’incremento dell’età materna al parto, dell’epidemia di obesità
materna, dell’abitudine alla vita sedentaria, dell’abuso di fumo di sigaretta, alcool e
droghe, dei casi di violenza domestica, dell’eccesso dei tagli cesarei, dell’aumento
progressivo degli interventi ostetrici. Siamo testimoni dell’aumento di complicanze
ostetriche che questi fattori contribuiscono a determinare e del conseguente
incremento delle emergenze ostetriche. Per tali motivi, l’assistenza attuale alla nascita
ci richiede sempre maggiori conoscenze, organizzazione e rapidità d’intervento. Il
libro di Susanne è il supporto necessario a farci raggiungere l’obiettivo e sarà utile a
noi operatori della nascita.
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- Introduzione
Capitolo 1
INTRODUZIONE
Sono ostetrica dal 1967, ho tre figli e tre nipoti.
Uno dei miei nipoti, il primo bambino di mia figlia,
è nato a casa in acqua. Sono stata presente,
come nonna, a tutte le nascite dei miei nipotini.
stati stanziati soldi per costruire ospedali, i
medici hanno ottenuto nuove area di ricerca e
l’ostetricia è diventata un promettente ambito
lavorativo.
I medici volevano avere un coinvolgimento
maggiore attorno alla nascita e necessitavano
quindi delle donne in ospedale. Anche il settore
delle ostetriche era stato strutturato in modo
diverso: erano diventate dipendenti pubbliche
e non vi era più la scelta di seguire le donne, a
carico del Comune oppure privatamente, durante
la gravidanza, il parto ed il puerperio. Inoltre le
donne dimostravano di apprezzare dell’ospedale
il servizio di degenza dopo la nascita, con addetti
che si occupavano del bambino al nido e con il
servizio dei pasti. Nonostante questo repentino
Quando sono diventata ostetrica, ho lavorato
per alcuni anni in ospedale, sia in Danimarca
che in Nuova Zelanda, ed in quegli anni solo le
donne con gravidanze complicate partorivano
in ospedale. Nel 1967, in Danimarca, il 40% circa
di tutte le nascite avveniva a casa; un altro 40%
in case da parto ed il 20% in ospedale. Ma nel
1972 la situazione cambiò completamente: solo
l’1% partoriva a casa e la percentuale dei parti
nelle case da parto ha continuato a diminuire.
Perché? Più fattori: nascevano meno figli, sono
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- Perdita ematica nel terzo trimestre in gravidanza
Cause:
Kristeller (2).
Ipertensione.
Fumo di sigaretta.
Dipendenza da alcool e cocaina.
Violenza.
Iperdistensione dell’utero.
Precedente distacco.
Insufficienza placentare.
Taglio Cesareo pregresso (1).
Diagnosi:
Dolore costante, anche tra le contrazioni.
Utero appare molto duro, come un tavolo.
Se ci sono perdite, sono per lo più di color rosso scuro.
Può non esserci correlazione tra perdita ematica e le condizioni della donna.
Segni di shock.
BCF anomalo.
Azioni:
Dipenderà dai sintomi!
Classe O:
Asintomatico, diagnosi fatta retrospettivamente durante l’esame della placenta.
Classe 1:
Sintomatologia lieve; 48% circa dei casi.
Quadro clinico:
Assenza di perdita vaginale o molto lieve.
Utero soffice.
Madre in buone condizioni.
Coagulazione normale.
BCF normale.
Distacco con
perdita libera
Distacco con
perdita occulta
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Emergenze nel parto - riconoscerle e gestirle
Classe 2:
Distacco moderato (27%).
Quadro clinico:
Assenza o poca perdita.
Utero morbido, ma con contrazioni più forti, dolore.
Tachicardia nella madre, pressione si abbassa.
Distress fetale.
Cominciano le alterazioni della coagulazione.
Classe 3:
Distacco grave (24%).
Quadro clinico:
Perdita ematica massiva o scarsa, o anche assente.
Utero costantemente duro e doloroso.
Madre in shock.
Possibile evoluzione verso la Coagulazione Intravascolare Disseminata (CID) e la
morte fetale.
Azioni:
Esame esterno – controllare il tono e l’altezza dell’utero.
Dov’è localizzato il dolore?
Ecografia, difficile che sia di aiuto.
Se non ci sono contrazioni, aspettare e osservare.
Se ci sono contrazioni, dipenderà dal tono dell’utero nelle pause tra una contrazione
e l’altra e dal BCF.
Fleboclisi con soluzione fisiologica o trasfusione di sangue.
Emocromo, coagulazione, type and screen per trasfusione.
Se il bimbo sta bene, Taglio Cesareo.
Se il travaglio procede velocemente, se ci sono problemi di coagulazione o il feto
morto, si raccomanda di eseguire amnioressi, somministrare ossitocina in fleboclisi
ed assistere il parto vaginale.
Se Rh negativo, somministrare profilassi anti Rh D.
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- Presentazioni anomale
Capitolo 5
PRESENTAZIONI ANOMALE
Definizione:
Quando il feto si presenta in posizioni diverse da quella cefalica di vertice, diverse
dall’ Occipito Anteriore (OA).
Incidenza:
Occipito Posteriore OP
Podalico
Spalle
Cefalica di faccia
Cefalica di fronte
Composta
5% - 10%
3% - 4%
03% - 0,23%
0,2% - 0,08%
0,02%
0,14% - 0,047%
Cause:
Le cause più comuni per le presentazioni anomale possono essere:
Prematurità.
Idrocefalo.
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Polidramnios.
Oligoidramnios.
Gemelli.
Trigemini.
Problemi strutturali del bacino.
Donna che ha avuto un precedente podalico.
Vita sedentaria (per OP).
Donna attempata.
Uno squilibrio corporeo può portare ad una presentazione podalica. Rilevante per
chi pratica la Medicina Cinese.
Effetto iatrogeno: una precoce amnioressi, posizione supina, induzione o
accellerazione del travaglio.
Prevenzione:
In gravidanza è importante incoraggiare le donne a non stare troppo sedute. Il
movimento promuove salute. Una donna può mettersi a carponi con il bacino
verso l’alto appoggiandosi sugli avambracci per leggere o telefonare. Alla fine
della gravidanza può immaginare il bambino ben posizionato sulla cervice. Per il
travaglio è estremamente importate creare l’ambiente e le condizioni affinchè una
donna possa muoversi liberamente e per la fase espulsiva creare la possibilità di
assumere le posizioni che ritiene più comode.
OP PRESENTAZIONE OCCIPITO POSTERIORE
Definizione:
Quando la schiena del bambino è verso la schiena della madre, quando la nuca
del bambino è vicina all’articolazione sacro-iliaca; questa è da posizione anomala
più frequente.
Incidenza:
15% - 32% all’inizio del travaglio
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- Presentazioni anomale
5,5%
7%
4%
13%
nasce in OP
nullipare
multipare
con epidurale
La presentazione OP sta diventando sempre più comune, forse perché il nostro
stile di vita è così tanto sedentario. Nei vecchi tempi, ed ancora oggi nelle culture
rurali, le donne si piegavano in avanti per lavorare la terra o raccoglierne i frutti.
I bambini si collocavano più facilmente in OA (Occipito Anteriore).
La posizione OP è sottovalutata. Vi è in genere poca attenzione da parte delle
ostetriche e dei medici, tuttavia è una posizione che crea molte difficoltà
come per esempio un lungo travaglio e parto e può portare ad un cesareo. (1).
Anche per il bimbo questa è una posizione che può portare ad un esito meno
favorevole. (2) Cercare di cambiare la posizione OP in OA permette alla donna
di avere un travaglio completamente diverso, evitandole un travaglio protratto,
molto doloroso ed evitando procedure ed interventi come accelerazione, ventosa
e persino il TC.
Diagnosi in gravidanza:
Già in gravidanza è possibile diagnosticare la posizione del feto. Quando è in OP
l’utero è meno arrotondato sopra la sinfisi pubica. (3)
Presentazione OA
Presentazione OP
Cosa fare in gravidanza:
Sdraiata di lato
Quando viene diagnosticato il bimbo in presentazione OP in gravidanza, chiedere
alla donna di sdraiarsi di lato, molto lateralmente, collocandosi sul bordo del
letto o del divano. Qualcuno la sostiene, collocando le mani sulla spina iliaca
antero-superiore, perché non cada.
Inversione
La donna è a carponi con le ginocchia sul divano o sul letto e con la testa in
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direzione del pavimento, appoggiata sugli avambracci. Da proporre nell’ultima
settimana di gravidanza, ogni giorno per massimo 2 minuti. L’intento è di
distendere la tensione nell’area, di permettere al segmento uterino inferiore di
diventare simmetrico e di facilitare il corretto posizionamento della testa.
Movimento:
Muovere e ruotare il bacino a carponi per 10 - 20 minuti al giorno.
A carponi per 10 - 20 minuti al giorno.
Sollevare la pancia, l’utero, con la mano collocata all’altezza dell’osso pubico.
Fare le scale, salendo lateralmente.
Camminare sul posto, sollevando molto le gambe.
* Anna è al primo figlio. Sono le 5 del mattino e sono quasi 24 ore di travaglio.
È a 7 cm di dilatazione ed è molto stanca. Il mal di schiena peggiora sempre di
più. L’ostetrica ha diagnosticato una presentazione posteriore. Le contrazioni
sono diventate ora più irregolari. Anna ha potuto muoversi liberamente ma
ora l’ostetrica le chiede di mettersi a carponi con il sedere molto in alto e la
testa appoggiata sul materassino. Anna non gradisce molto questa posizione
e l’ostetrica le spiega che questa posizione potrebbe aiutare di più il bambino
a ruotare. Anna rimane in questa posizione per almeno 3 contrazioni e relative
pause ma poi sente che si deve alzare in piedi ed appoggiare in avanti con
le gambe un poco piegate. L’ostetrica le propone un piccolo sgabello su cui
appoggiare una gamba, alternando. Dopo circa 20 minuti Anna sente il bisogno
di spingere. Spinge per 15 minuti ed il bimbo nasce in OA (posizione occipito
anteriore)!
Diagnosi durante il travaglio:
Forte dolore alla schiena.
Un lungo travaglio, soprattutto dopo i 7 cm di dilatazione.
Esternamente tramite le manovre di Leopold.
Internamente tramite visita vaginale.
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- Distocia di spalle
Capitolo 9
DISTOCIA DI SPALLE
Definizione:
Mancato disimpegno della spalla anteriore, bloccata sopra la sinfisi pubica, dopo
l’espulsione della testa. Il bimbo non riesce a nascere nonostante i normali sforzi di
spinta ed una leggera trazione.
Incidenza:
0,23% - 2,09 % di tutti i parti
ma
0,3% in bambini che pesano tra i 2.500 gr e 4.000 gr
5% - 7% in bambini che pesano tra i 4.000 gr e 4.500 gr
più del 50% succede a bimbi di peso normale
Cause: (1)
Precedente distocia di spalle.
Diabete gestazionale.
Gravidanza protratta.
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Macrosomia.
Madre sovrappeso e aumento considerevole in gravidanza.
Donna minuta.
Struttura pelvica con problemi.
Posizione litotomica in fase espulsiva.
Kristeller.
Diagnosi:
Travaglio protratto, spesso bloccato tra i 7 ed i 10 cm di dilatazione (2).
Fase espulsiva prolungata, 1-2 ore con poca progressione
Durante la fase espulsiva la testa scende durante le contrazioni e poi risale
durante le pause. Palleggia.
Il bimbo fuoriesce fino alla bocca, come se avesse una maglietta col collo a
dolcevita, e la testa non ruota in alcuna direzione. Segno della tartaruga.
Prevenzione:
“ Aumentare l’apertura pelvica.
“La donna dovrebbe essere in posizione eretta e non supina.
“Aiutare il bacino ad aprirsi, osservare se il rombo di Michaelis si gonfia.
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- La vita prosegue
garantire a tutti la possibilità protetta di parlare.
L’obiettivo è di ridurre l’impatto dell’evento,
evitando le conseguenze non costruttive e
favorire il recupero. Questa tecnica serve anche
a normalizzare, a contenere la convinzione
dell’unicità o dell’anormalità dell’evento, ad
aumentare l’interazione del gruppo e la coesione,
accrescendo la fiducia e la collaborazione. In
questa fase è possibile anche fornire informazioni
e rassicurazioni, facilitando eventuali followup. L’incontro prevede un cauto inizio, dai fatti
ai pensieri, una volta espresse le emozioni e gli
effetti si ritorna ai fatti ed alle informazioni.
state le reazioni. Ognuno reagisce in modo anche
molto diverso (iperattività o congelamento). La
reazione è caricata da esperienze antecedenti,
anche se non hanno collegamento con l’evento
in questione.
“ 5PbT STX pensieri: si invitano le persone del
gruppo a condividere i primi pensieri o forse
quelli più intensi. E’ comune sentire dire: “quando
ho cominciato a capire… il mio primo pensiero è
stato…..”. I pensieri portano a galla le emozioni ed
i sentimenti provati.
“5PbTST[[Temozioni: in questa fase le persone
esprimono, se lo vogliono, i propri sentimenti ed
a volte lo fanno in modo intenso ed immediato,
altre volte la condivisione si avvia con difficoltà.
È un delicato equilibrio, perché le persone
vorrebbero contenere le proprie emozioni, ed è
in effetti importante che non si sentano troppo
esposte e vulnerabili, ma vorrebbero anche
liberarsi. Alcune domande potrebbero aiutare ad
esternare, come per esempio: “Qual è stato il
momento peggiore di questa situazione? Quali
sono i ricordi che vorreste dimenticare?” A volte,
basterà che qualcuno esprima la propria paura,
rabbia o tristezza e dopo breve tempo saranno
più numerosi i partecipanti che diranno qualcosa.
Quando la discussione si spegne è il momento di
passare alla fase successiva.
“ 5PbT STV[X effetti: il facilitatore invita le
persone a descrivere i cambiamenti avvenuti
nei loro pensieri, sentimenti, comportamenti,
L’incontro può essere strutturato come segue:
“ Fase introduttiva: motivare l’incontro
ricordando che non è un trattamento di
psicoterapia e descrivere lo svolgimento. Si
concordano il tempo e le regole, tra cui la
riservatezza e il rispetto, oltre alla disponibilità
di ulteriore sostegno dopo l’incontro di gruppo.
“ 5PbT ST[ aPRR^]c^ STX fatti: ogni persona
ha un tempo dedicato, se lo vuole, per parlare
dell’accaduto dal proprio punto di vista e ruolo.
Parlare dei fatti è meno penoso che parlare dei
propri sentimenti. Il facilitatore deve controllare
che non vi siano interruzioni da parte degli altri,
viene richiesto ascolto e rispetto per ciascuna
versione. Durante la condivisione diventa evidente
che ogni persona ha esperito la situazione in
modo diverso e che diverse possono essere
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Emergenze nel parto - riconoscerle e gestirle
“ 5PbT ST[[P conclusione dell’incontro: il
facilitatore riassume lo svolgimento dell’incontro
e le parole chiave emerse. Può proporre
ulteriori incontri o programmare altri tipi di
meeting secondo le esigenze delle persone.
Frequentemente i componenti del gruppo
richiedono la discussione di un protocollo preciso
per le diverse emergenze.
“8[UPRX[XcPc^aTRWTWPR^]S^cc^X[STQaXTUX]V_d†
contattare le persone che hanno dimostrato più
bisogno di sostegno individuale, indirizzandole a
specialisti.
effetti o sintomi fisici. Può essere utile elencare
alcuni normali effetti dopo un’emergenza, come
il tremore alle mani, il disturbo del sonno o
dell’appetito, la difficoltà a prendere decisioni,
il fumo, l’alcool, i mal di testa, gli attacchi di
panico…. Qualora la discussione non si avviasse,
il facilitatore può chiedere ai membri del gruppo
di alzare la mano durante l’elenco dei possibili
effetti o comportamenti, se hanno o non hanno
avuto reazioni simili. Molto probabilmente ci
saranno persone del gruppo che cominceranno
ad alzare la mano ed ognuno si renderà conto di
non essere da solo e sarà forse più disponibile a
parlarne.
“ 5PbT ST[[T informazioni: è utile informare sui
sintomi che hanno vissuto e che potrebbero
manifestarsi in un secondo tempo. In questa fase
è importante avvicinare gli operatori alle strategie
e modalità che aiutano. Tra queste strategie ci
sono il movimento fisico, le camminate, le tecniche
di rilassamento, il focalizzarsi sul respiro, l’igiene
di vita, una alimentazione corretta, dialogo e
sostegno affettivo. È bene offrire la possibilità
di rincontri anche individuali. Nell’offrire poi
materiale ed indirizzi utili potete informare che
esiste un’efficace tecnica terapeutica specifica
per l’elaborazione di esperienze traumatiche
chiamata E.M.D.R. Anche in Italia sono sempre
più numerosi gli psicoterapeuti che utilizzano
questa valida tecnica che con poche sessioni
offre un’efficace elaborazione e sollievo.
Riferimenti bibliografici:
1. Plutnik R. Emotions and life: perspectives from
psychology, biology and evolution. Washington DC
American Psychological Association. 2002
2. Hunt S. Symonds A. The social meaning of
midwifery. London Macmillian Press. 1995
3. Scott SD. Hirschinger LE. Cox KR. McCoig M.
Brandt J. Hall LW. The natural history of recovery
for the healthcare provider “second victim” after
adverse patient events. BMJ Quality & Safety
Health Care. June 2009
4. Venuti S. Tecniche di gestione dello stress da
evento critico. Dispensa Corso di formazione
Emergenze in sala parto. MIPA. 2008
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