il manuale cercare lavoro
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IL MANUALE CERCARE LAVORO A cura di Roberto Corno Corno Consulting Group Srl Milano - Roma - Varese www.cornoconsulting.it Cercare lavoro “Cercare lavoro significa puntare a realizzare se stessi, pertanto a tale attività devono essere dedicati l’attenzione e il tempo necessari. Fondamentale è cercare quello che veramente si vuole. L’evoluzione del mercato del lavoro, sotto la spinta dell’invecchiamento della popolazione, favorisce scelte coraggiose e rigorose. La disoccupazione odierna è causata in misura sempre maggiore, non dall’assenza di posti di lavoro, ma dal divario tra richiesta e disponibilità di competenze, un divario che ciascuno può superare con preparazione e volontà” Roberto Corno Varese, maggio 2008 Corno Consulting Group Srl 2 SOMMARIO CAPITOLO 1 L’EMERGENZA DEL CAPITALE UMANO 4 1.1 PREMESSA: CERCARE LAVORO È UNA NECESSITÀ UMANA 1.2 LA PROSSIMA EMERGENZA “ENERGETICA” ITALIANA ED EUROPEA SARÀ QUELLA DEL CAPITALE UMANO 1.3 UNA BUONA NOTIZIA: L’OCCUPAZIONE DIMINUIRÀ 5 5 7 CAPITOLO 2 CERCARE LAVORO: IL METODO 10 2.1 IL PIANO DI AZIONE 2.2 COME INDIVIDUARE E MISURARE LE PROPRIE CAPACITÀ E COMPETENZE APPENDICI 11 16 19 CAPITOLO 3 INFORMARSI E PROMUOVERSI. IL CURRICULUM VITAE 41 3.1 INDIVIDUARE L’OBIETTIVO 3.2 I CANALI PER TROVARE LAVORO 3.3 GLI STRUMENTI 3.4 IL CURRICULUM VITAE 42 45 48 48 CAPITOLO 4 PRESENTARSI E PROMUOVERSI. IL COLLOQUIO 54 4.1 PRESENTARSI 4.2 LA CONDUZIONE DEL COLLOQUIO 4.3 ALTRE STRADE 55 55 57 RIEPILOGO 59 Corno Consulting Group Srl 3 CAPITOLO 1 L’emergenza del Capitale Umano Emergenza occupazione La popolazione italiana (ed europea) è in costante calo al lordo dell’immigrazione. La carenza di persone - di persone preparate e di persone disponibili a lavorare costituirà nel prossimo futuro il più pesante handicap nei confronti del resto del mondo. Non è quindi azzardato dire che la prossima emergenza italiana ed europea sarà quella del “capitale umano”. Una buona notizia: l’occupazione diminuirà Per chi cerca lavoro oggi (e in futuro) è importante sapere che le aziende saranno sempre più affatate di lavoratori, specie se adeguatamente preparati ed esperti. Corno Consulting Group Srl 4 1.1 Premessa: Cercare lavoro è una necessità umana Il lavoro costituisce buona parte della nostra vita. A volte esso prende anche spazi non suoi, diventa il senso della vita, ci dà un’identità e un ruolo e non possiamo farne a meno, non solo per ragioni economiche, ma in primo luogo perché in esso troviamo quelle sicurezze che in altri ambiti non abbiamo. Il lavoro è infatti la principale e più diffusa fonte di sostentamento, ma è anche lo status “adulto” di un individuo. È ad esso che ci si prepara in lunghi anni di formazione scolastica e professionale. Con esso ed in esso ciascuno spende i propri talenti e opera la propria trasformazione del mondo. Per tali ragioni il lavoro è un elemento essenziale nella storia e nello sviluppo della personalità di un individuo. Per questo cercare lavoro e possibilmente il lavoro in cui “ci si realizza”, non può essere considerata una situazione contingente e spesso sgradevole, che capita a ciascuno una o più volte nella propria esistenza. Cercare lavoro, cambiare lavoro, migliorare la propria condizione professionale e il proprio ruolo costituiscono un obiettivo per tutti. Significativo a questo proposito è quanto avviene in una delle più prestigiose università americane, la Harvard Business School, in cui viene insegnato agli studenti come costruire e mantenere nel tempo una rete di relazioni personali e professionali utili per cambiare lavoro e mantenersi “sul mercato”. Il solito pragmatismo americano sottolinea, elevandola al rango di corso universitario, la buona prassi dei migliori manager, consistente nel valorizzare e mantenere visibile il proprio patrimonio di competenze ed esperienze, al fine di mantenerne e, se possibile, incrementarne il valore. In questa chiave la tematica del cercare lavoro contempla non solo possibili percorsi, strategie e tecniche, ma soprattutto un atteggiamento, una preparazione e una volontà. Poiché cercare lavoro significa cercare di realizzare la propria persona, a tale attività deve essere dedicata un’attenzione particolare. Non si può improvvisare né procedere per tentativi. Occorre decidere cosa si vuole cercare, pianificare i passi e gli investimenti, individuare parametri di valutazione e le azioni di miglioramento, dedicare tempo ed energie e soprattutto determinazione. Ma principalmente occorre cercare quello che veramente si vuole. Ha scritto Albert Camus: “siate realisti, chiedete l’impossibile”, un’esortazione a guardare oltre a quello che il “buon senso” e i luoghi comuni identificano come possibile, a lanciare il cuore oltre gli schematismi e le autolimitazioni di comodo, a non abdicare rispetto al proprio desiderio. 1.2 La prossima emergenza “energetica” italiana ed europea sarà quella del capitale umano Prima di addentrarci nel merito delle tecniche per la ricerca di un lavoro, anche per confutare le tendenze “rinunciatarie” appena accennate1, è opportuno riflettere sul contesto e i trend per quanto concerne il lavoro e il suo mercato nei primi anni del nuovo millennio. (Le considerazioni che seguono traggono origine dalla realtà italiana, tuttavia la crescente e sempre più forte globalizzazione ci permette di considerarle valide anche in altri contesti e paesi, per lo meno in Europa.) La prima considerazione riguarda il trend complessivo del mercato del lavoro. Sebbene ciascuno abbia una percezione squisitamente personale del proprio problema lavorativo, che lo voglia o meno è inserito in un sistema complesso e articolato le cui dinamiche sono “collettive”. 1 L’opinione che oggi sia difficile trovare lavoro si è diffusa nella società italiana a partire dalla fine degli anni Settanta quando i figli del baby boom si sono affacciati sul mondo del lavoro “premendo” per entrare in un sistema “dimensionato”, in termini di posti di lavoro, sulla disponibilità di manodopera dei loro padri, ovvero molto più esigua. Da allora non ha più abbandonato il “sentire” comune, anche se i numeri oggi non sostengono più tale tesi come dimostriamo in queste pagine. Corno Consulting Group Srl 5 I fenomeni che avvengono in tale sistema possono essere osservati e interpretati utilizzando gli strumenti della statistica e della sociologia allo scopo di conoscerne le possibili evoluzioni e, conoscendole, guidare la propria traiettoria in esse. Per tale ragione, pur condividendo la convinzione secondo la quale “il mercato del lavoro non esiste”2, ossia che non vi è alcuna entità reale corrispondente a questa nozione, ritengo valga la pena di conoscere le dinamiche demografiche ed economiche che vi si riferiscono in quanto i fenomeni che andremo a studiare determinano e influenzano pesantemente chi in questo “pseudomercato” deve muoversi e quindi tutti coloro che sono o saranno alla ricerca di un lavoro. Da questo punto di vista, occorre osservare innanzitutto che la popolazione italiana (ed europea – compresa quella dei paesi neo-comunitari – quindi dell’Europa a 25) è in costante calo al lordo dell’immigrazione. Figura 6.1 Il declino della popolazione europea (Eu-25) al lordo dell’immigrazione Questo deficit condiziona già oggi, e condizionerà sempre di più in futuro, lo sviluppo dell’economia dei paesi europei. Non è quindi azzardato dire che la prossima emergenza energetica italiana ed europea sarà quella del “capitale umano”. La carenza di persone - di persone preparate e di persone disponibili a lavorare - costituirà infatti nel prossimo futuro il più pesante handicap dell’Europa nei confronti del mondo intero. E tale gap sarà più intenso nei confronti delle economie in sviluppo: dell’Asia ma anche dell’Africa in cui l’indice di produttività è destinato a crescere proprio in diretto rapporto con la crescita della popolazione e l’aumento delle attese di vita delle persone. Ma questo confronto per l’Europa è perdente anche in rapporto con gli Stati Uniti, che vantano un indice di produttività superiore a quello di ogni altro paese al mondo, e riescono a mantenere in crescita la popolazione complessiva (che nel 2020 sfonderà quota 400 milioni). 2 “In quanto non esiste una ‘borsa’ in cui si scambiano azioni e si definiscono i prezzi del lavoro” (G.Barbetta, Conversazioni imprenditoriali 2002, organizzate dalla Compagnia delle Opere di Milano e Provincia). Corno Consulting Group Srl 6 1.3 Una buona notizia: l’occupazione diminuirà Tutto questo rappresenta, quindi, nello stesso tempo, una buona notizia e una pessima notizia. Si tratta infatti, con ogni evidenza, di una buona notizia per chi cerca lavoro oggi (e in futuro) in Italia ed in Europa sapere che le aziende saranno sempre più “affamate” di lavoratori, specie se adeguatamente preparati e competenti. Si tratta di una pessima notizia se si riflette sul fatto che associato direttamente al trend demografico è l’indice di produttività di un paese, che non può svilupparsi oltre un certo limite se non ha persone in grado di “fare” lo sviluppo, e ogni azione rivolta a modificare tale trend richiede inesorabilmente lunghi anni di investimento (politico, economico e soprattutto personale). In Italia la costante decrescita della natalità, avviatasi dopo la fase del “baby boom” degli anni 1948-1964, ha portato oggi il paese in una situazione di gravissimo deficit di popolazione in relazione al numero di posti di lavoro disponibili. La popolazione italiana è tra le la più vecchie al mondo e fino al 2030 il numero di persone che lasceranno il lavoro - uscendo da quella che viene identificata come la “popolazione attiva” (ovvero gli individui compresi tra i 15 e i 64 anni e quindi potenziali lavoratori) - sarà superiore a quello di coloro che vi entreranno, ossia giovani che, in uscita dai percorsi formativi, si renderanno disponibili per fare ingresso nel mondo del lavoro. Figura 6.2 Tasso annuale di crescita demografica delle persone oltre i 65 anni e tra i 15 e i 64 anni (Eu-25), 2000-2040 Di conseguenza, un considerevole numero di posti di lavoro, creatisi negli anni scorsi sulla spinta di un mercato del lavoro in cui l’offerta superava la domanda, sono destinati a restare vuoti. Le aziende italiane dovranno imparare a convivere con l’emergenza demografica. Questa situazione si rivelerà un ottima base di partenza per chi cerca lavoro perché ci saranno inevitabilmente più occasioni per tutti. Infatti, è evidente che il proprio valore sale quando si diventa rari e quindi preziosi. Come già osservato, però, tale fenomeno ha anche risvolti drammatici che non vanno sottostimati. Infatti, la costante diminuzione della forza lavoro porterà il paese a un depauperamento della propria capacità produttiva con conseguenze gravissime se non vi si pone rimedio per tempo. L’indice di produttività europeo è già oggi minato da tale situazione che colpisce tutti i paesi della Comunità, ma con maggior virulenza l’Italia. Corno Consulting Group Srl 7 I dati parlano chiaro: la popolazione europea over 65 supererà per un lungo arco di tempo quella degli under 15. Figura 6.4 Variazione annuale passata e prevista nella popolazione in età lavorativa in UE e in USA Per precisare meglio questo scenario va osservato che la “carenza” di persone riguarderà in particolare le generazioni che oggi vengono definite under 40 ossia che non hanno ancora compiuto i 40 anni. Per gli altri, ovvero per gli over 40, le cose invece sono destinate a restare un po’ meno rosee. Essi infatti sono ancora oggi il “grosso” della forza lavoro attiva3 e la loro presenza sul mercato del lavoro è ancora, almeno in parte, esuberante rispetto ai posti di lavoro disponibili. Inoltre la crescita anagrafica e l’aumento delle aspettative di carriera di questo gruppo possono scontrarsi con l’inevitabile “restringersi”, numericamente parlando, di posizioni di responsabilità e di vertice nelle imprese sia private sia pubbliche. I luoghi comuni che spesso informano le ricerche di personale da parte di coloro (aziende e manager) che non conoscono i trend di cui ci stiamo occupando o fanno finta di ignorarli, prescrivono di assumere solo persone con meno di 35 anni di età. Tutto questo rende per gli over 40 più difficile, rispetto ai propri più giovani colleghi, cambiare lavoro o ritrovarne uno se lo si è perso. Per essi “perdere il posto” significherà anche in futuro, e forse ancor più che nel passato, faticare non poco nella ricerca di una nuova occupazione. Ovviamente in questo quadro dalle tinte fosche va ridato spazio alla “creatività” italiana che potrebbe aiutarci a superare anche questa emergenza e, come in altri casi, è lecito attendersi un maggior successo dalle aziende che per prime sapranno trasformare questo problema in opportunità. E proprio a queste aziende ci rivolgiamo suggerendo, per esempio, l’adozione di specifiche politiche per valorizzare la seniority, evitando di pubblicare inserzioni in cui si cercano solo gli ormai “introvabili” under 35, aumentando le occasioni per recuperare al lavoro le donne, magari facilitando il part time, e gli stranieri (che, per inciso, hanno spesso un livello di scolarità molto elevato). La disoccupazione come emergenza nazionale è dunque un fenomeno che, salvo non auspicabili eventi ad oggi non prevedibili, è destinato a ridursi costantemente, come ormai sta facendo da diversi anni. 3 Anche alla numerosità di questa classe di età vanno ascritte la difficoltà del ricambio generazionale e la crescente gerontocratizzazione della vita pubblica e politica. Corno Consulting Group Srl 8 Le frange di disoccupazione ancora oggi esistenti possono essere collegate quindi più che ad una generalizzata mancanza di lavoro a : • scarsa comunicazione tra le offerte di lavoro e coloro che cercano lavoro. Si tratta in realtà di un problema endemico di tutti i mercati del lavoro su cui privati e istituzioni stanno investendo, sia con sistemi online come la Borsa Lavoro italiana sia con la diffusione degli sportelli delle agenzie per il lavoro; • gap tra competenze richieste dalle imprese e competenze possedute dai lavoratori in cerca di lavoro (per esempio, i lavoratori italiani spesso sono impreparati linguisticamente, all’utilizzo di strumenti informatici evoluti); • scarsa preparazione e bassa professionalità4: già oggi il tasso di laureati sulla popolazione attiva tra gli immigrati (17%) supera quello degli italiani nello stesso arco di età (13%) ; • gap tra i requisiti di età richiesti dalle imprese (alcuni imprenditori “figli del baby boom” ritengono ancora, con un forte errore di prospettiva, di vivere in una situazione di eccesso di offerta di personale e si permettono il “lusso” di discriminare sull’età senza riferimenti oggettivi ad esigenze della posizione di lavoro); • scarsa mobilità dei lavoratori che spesso rifiutano lavori a 20/30 km di distanza da casa; • scarsa compatibilità del lavoro con il proprio impegno familiare. In altre parole, la disoccupazione odierna, diversamente da quello che accadeva in passato, è sempre più raramente causata dall’assenza di posti di lavoro e sempre più collegata a un gap tra richieste e disponibilità di competenze. E, questa è una buona notizia, a questo divario si può porre rimedio anche impegnandosi personalmente. 4 Si sta accentuando il fenomeno dell’abbandono scolastico, provocato dalla facilità di trovare un lavoro durante il percorso di studi che porta molti studenti a preferire un lavoro immediato e spesso sufficientemente remunerato a un percorso scolastico dall’esito e dai ritorni incerti. Corno Consulting Group Srl 9 CAPITOLO 2 Cercare Lavoro: il metodo “Cercare lavoro è un lavoro” La ricerca richiede un’attenta pianificazione e progettazione di obiettivi, tempi, risorse e mezzi da mettere in campo. Identificare cosa si vuole È più facile trovare un lavoro che soddisfa le nostre aspirazioni piuttosto che un lavoro qualsiasi. Il bilancio delle competenze È fondamentale comprendere che le imprese non sono interessate al nostro bisogno, ma al nostro valore aggiunto. Esso è costituito da competenze tecniche e professionali acquisite nella scuola o nel lavoro. Individuare il proprio valore aggiunto è un passaggio obbligato. Corno Consulting Group Srl 10 Passato in rassegna il mercato e le sue dinamiche e problematiche, è più semplice comprendere come affrontare direttamente e personalmente la ricerca di un lavoro. Come abbiamo avuto modo di dire all’inizio del capitolo precedente, la ricerca di un lavoro non è un’attività che si possa improvvisare: va affrontata con determinazione e competenza, preparandola adeguatamente e seguendo un itinerario ben costruito. Per essere ragionevolmente essere certi di arrivare alla meta, ci vuole un metodo! L’alternativa è sperare di essere fortunati. Noi viceversa, auspicando in ogni caso di essere fortunati, cercheremo di seguire un metodo preciso e sperimentato, premessa e garanzia di un risultato adeguato alle nostre attese ed esigenze. Si tratta innanzitutto di delineare un percorso, articolato in quattro passi : 1. identificare cosa si vuole, 2. comunicare e raccogliere informazioni, 3. promuoversi, 4. presentarsi, promuoversi e partire. 2.1 Il piano di azione Quanto ci accingiamo a esporre, per avere successo, deve essere messo in pratica sistematicamente e con continuità. Occorre partire dalla constatazione che “cercare lavoro è un lavoro” e richiede quindi un’attenta pianificazione e progettazione di obiettivi, tempi, risorse e mezzi da mettere in campo. Fondamentale è, innanzitutto, identificare cosa si vuole. L’atteggiamento realistico in questo caso consiste nell’immaginare un lavoro che fa per me, non un lavoro purchessia: un lavoro in cui possa realizzare me stesso! Per fare questo occorre anche essere consapevoli del proprio valore per le imprese che potranno essere il nostro obiettivo. Individuare il proprio valore aggiunto è un passaggio obbligato per chiunque voglia seriamente affrontare il tema di una ricerca di lavoro.Tale valore aggiunto è costituito da competenze tecniche e professionali acquisite nella scuola o nel lavoro, ovvero dal know how pratico attinente a specifiche attività lavorative e mestieri; dalle proprie motivazioni verso particolari professioni, prodotti e settori e dalle capacità dimostrate in passato. Occorrerà quindi procedere a comunicare il nostro valore con gli strumenti più adeguati e nel modo più convincente proprio a quelle organizzazioni (aziende e non solo) che adesso possono essere interessate. È il caso di sottolineare che le imprese non sono interessate al nostro bisogno, ma al nostro valore aggiunto. Per procedere, cogliendo un’analogia che ha trovato molte conferme nell’esperienza, è opportuno prendere a prestito le nozioni del marketing. Consideriamo allora la ricerca di un lavoro come un’operazione di marketing intesa a lanciare un prodotto/servizio innovativo. Per fare ciò occorre individuare le 4P del marketing : • • • • Prodotto: io, con le mie peculiari caratteristiche. Posto: ovvero le aziende in cui queste caratteristiche possono essere maggiormente apprezzate. Promozione: come posso promuovermi presso le aziende, attraverso quale canale arrivarci e come far percepire loro il mio valore. Prezzo: quale sarà il controvalore che considererò corretto per mettere a disposizione di altri le mie capacità ? Corno Consulting Group Srl 11 Identificare cosa si vuole Per quanto paradossale possa apparire, rispetto alla opinione “normale” che si ha delle difficoltà della ricerca di un lavoro, è dimostrato che è più facile trovare un lavoro adatto e piacevole che non un lavoro qualsiasi. Nella situazione di mercato che si va delineando, come abbiamo visto, non è più una missione impossibile. Il primo problema che chi cerca lavoro si trova ad affrontare è dunque decidere cosa e dove cercare. Impostare adeguatamente tale problema, secondo la totalità dei fattori in gioco, è la premessa di arrivare presto e nel miglior modo alla meta. Occorre superare l’apparente buon senso di chi sostiene che “va bene sognare ma poi il realismo impone di ricercare quello che il mercato offre non quello che desideri”, ossia che occorra essere disponibili ad accettare ogni occasione. Al contrario, l’essenziale è decidere: decidere di partire e decidere dove si vuole arrivare! L’atteggiamento personale : disponibilità o determinazione – Si trova ciò che si cerca mentre, se non si cerca, non si trova nulla. La peggior presentazione di sé che un candidato può dare in occasione di un colloquio consiste nel dimostrarsi privi di determinazione e di una specifica motivazione al lavoro proposto. Come sa chiunque abbia fatto l’esperienza del colloquio, se vi è una cosa che è difficile da nascondere, questa è proprio il genuino interesse per la posizione di lavoro. Una frase di Papa Giovanni Paolo II fotografa bene l’atteggiamento ideale di chi cerca lavoro: “la vita è la realizzazione del sogno della giovinezza”. In oltre venti anni di esperienza in qualità di selezionatore all’interno di alcune aziende italiane e multinazionali e di consulente per decine di aziende posso affermare che vi è una diretta correlazione tra la determinazione dimostrata dal candidato in sede di selezione e la rapidità della carriera e del successo che lo aspettano. Chi si presenta in sede di colloquio con una chiara visione di ciò che desidera ha più probabilità di essere valutato positivamente e, se inserito, di fare carriera rapidamente rispetto a chi si è presentato per un “posto di lavoro qualunque” dimostrando disponibilità ma mancanza di motivazione e poca determinazione. D’altra parte, seguire il consiglio di chi “saggiamente” suggerisce di adattarsi a cercare ciò che il mercato chiede è molto difficile per non dire impossibile. Intanto perché identificare con precisione cosa richieda il mercato in un determinato periodo storico e/o in una specifica area geografica risulta molto complesso ed è sempre un’astrazione rispetto alle competenze e alle esigenze individuali. In secondo luogo, perché, se questo ha senso quando si tratta di indirizzare i giovani nel percorso formativo più promettente, al contrario il singolo con alcuni anni di esperienza alle spalle per essere interessante sul mercato deve valorizzare le proprie competenze adattandole ma non negandole. Il mercato del lavoro inoltre evolve con straordinaria velocità ed è sempre molto “localizzato” Si consideri, infine, che il panorama delle imprese italiane è costituito in larga parte da imprese di medio-piccole e piccolissime dimensioni, ciascuna con una peculiare organizzazione e uno specifico mercato, esigenze particolari ecc. difficilmente inquadrabili in categorie economiche organizzative o sociologiche. Queste imprese sono un target molto difficile da classificare a causa della difficoltà di realizzare astrazioni e statistiche circa la loro esigenza di nuovo personale. Eppure, oltre il 54 per cento dei lavoratori dipendenti in Italia è occupato in piccole e micro imprese. Cercare di “adattarsi” a ciò che il mercato richiede rischia di risultare una vana chimera, in quanto una volta identificate le professioni richieste dalle grandi aziende, quelle che fanno “tendenza” nell’evoluzione delle professioni e che sono monitorate e descritte dai mass media, resta il fatto che le probabilità di essere assunti da una PMI sono maggiori. Questa specifica situazione del mercato italiano porta con sé un ulteriore elemento di complessità. La scarsa conoscenza da parte dei possibili candidati dell’esistenza e delle caratteristiche delle PMI rende difficile a queste ultime la raccolta di curriculum vitae (cv). Mentre tutti coloro che cercano lavoro inviano i propri cv alle aziende note (in particolare, al Corno Consulting Group Srl 12 pubblico di consumatori), inondando i loro uffici del personale, solo pochi cv utili giungono alle piccole imprese. La dinamicità propria di queste imprese e la loro spiccata volontà di restare “snelle” sotto il profilo del numero di collaboratori impiegati rende quindi particolarmente complessa per il candidato l’interpretazione delle loro esigenze prossime future e quindi le decisioni relative a quale azienda, come e quando proporsi. Il panorama delle imprese italiane è quindi estremamente difficile da inquadrare in termini di esigenze di personale. Ecco perché affrontare il mercato partendo da quest’ultimo e non da se stessi e dal proprio desiderio rischia di rivelarsi un’illusione e un grave errore di prospettiva. Decisamente più utile si rivela allora un altro atteggiamento, quello di valorizzare le proprie capacità e immaginare dove e come poterle applicare. Con un pizzico di fantasia e molta informazione. Il modello delle competenze per la ricerca di un lavoro - Abbiamo visto che (pur senza dimenticare il “mercato”) occorre partire da sé, dalle proprie capacità e dalle proprie competenze. La competenza è definita come l’insieme di : • • • sapere saper fare saper essere Il primo livello identifica le capacità apprese durante i percorsi di studio, le conoscenze teoriche. Il secondo livello identifica le capacità operative, il saper mettere in atto le capacità e le cognizioni teoriche apprese. Il terzo livello identifica le capacità comportamentali, il saper agire in ambienti complessi con diversi interlocutori nonché saper mettere in atto le proprie capacità in contesti lavorativi e sociali diversi gli uni dagli altri. Ciascuno di noi possiede e matura in continuazione un set di competenze che evolvono, spesso sollecitate dalle situazioni lavorative, altre volte da interessi e passioni personali. Così il proprio profilo professionale può essere raffigurato anche come un insieme di competenze di minori e maggiori dimensioni. E questa rappresentazione ci può aiutare in modo sostanziale nella nostra ricerca di un nuovo lavoro. Identificare ciascuna competenza, considerandola a se stante, ci permette di paragonare il “set” di competenze di cui è costituito il nostro profilo professionale con altri simili, anche se il titolo della posizione, il percorso di studi o altre caratteristiche fanno apparire quella professione molto lontana dalla nostra. Nella figura 1 si evidenzia come in alcune situazioni colui che ha sempre fatto il responsabile della produzione possieda in realtà un set di competenze molto vicino, analogo per circa i 2/3, a quello di un responsabile della logistica di una PMI. Competenza A Utilizzo macchine utensili Figura 7.1 Set di competenze a confronto 1A Competenza B Pianificazione produzione 1B Competenza B1 Pianificazione produzione Competenza D gestione dei vettori Responsabile della produzione Competenza C gestione del personale Responsabile della logistica Competenza C gestione del personale Corno Consulting Group Srl 13 Questo modo di rappresentare il “sé professionale” permette quindi all’ex responsabile di produzione di prendere in considerazione, all’avvio della propria ricerca, anche posizioni che non rientrano strettamente nel concetto a lui familiare di “responsabile della produzione”, allargando così il numero di posizioni target della propria ricerca, nella consapevolezza di avere le carte in regola. Un’analogia può spiegare meglio il metodo qui proposto: quella dei mattoncini Lego. Un oggetto costituito da mattoncini Lego (per esempio, una casetta, un’automobilina) può essere scomposto in componenti elementari – i mattoncini appunto – , alcuni standard, altri particolari per quell’oggetto (l’antenna della casetta, le ruote dell’auto) costituendo la base di partenza di un altro oggetto. Con i mattoncini di una casetta posso costruire un’automobilina, togliendo le antenne e aggiungendo le ruote! Così il bambino, per esercitare la propria fantasia creativa, costruisce oggetti diversi sempre con gli stessi elementi, aggiungendone o togliendone solo alcuni in relazione alle specifiche esigenze di ciascun oggetto. Analogamente, un responsabile di produzione potrà utilizzare la maggior parte delle proprie competenze per adattarle a un diverso contesto, lasciandone da parte alcune e acquisendone altre. Prima di addentrarci nella vera e propria ricerca di un lavoro occorre, dunque, procedere a individuare i “mattoncini” costitutivi della nostra professionalità: le competenze chiave che, opportunamente pesate e valutate, possono aiutarci a immaginare il nostro sviluppo professionale in attività e posizioni lavorative del tutto diverse da quelle riconducibili agli schemi classici cui ci siamo abituati all’inizio della nostra carriera. Si tratta quindi di avviare un processo creativo del proprio sé professionale. Questo ci aiuterà sia ad adeguare il nostro profilo al mutare del contesto lavorativo (le professioni mutano con rapidità seguendo le cangianti esigenze del lavoro e dell’economia) sia a valorizzare le nostre competenze capitalizzando quanto si è appreso e sviluppato in anni di esperienze e impegno senza buttare via niente anche se si vuole o si deve cambiare strada. Aggiornare la propria conoscenza del mercato del lavoro - Ovviamente per realizzare tale processo, teso a individuare dove le nostre competenze ed esperienze possono essere spese al meglio, è necessario conoscere le esigenze delle aziende. A questa conoscenza si può pervenire in diversi modi : 1) Le inserzioni. Attraverso una lettura attenta e profonda delle inserzioni che le aziende pubblicano sia sui giornali sia su Internet per la ricerca di nuovi collaboratori. Le inserzioni spesso non sono chiare e a volte sono troppo sintetiche perchè si possa comprendere con precisione cosa l’azienda sta cercando, ma molte altre volte si rivelano viceversa molto utili per la ricerca. Occorre imparare a leggerle. La tabella 1 illustra le informazioni che un’inserzione dovrebbe fornire e come leggerla. TABELLA 7.1 Guida all’analisi delle inserzioni Spazio Informazione Intestazione Il “chi è” della selezione. Dovremmo trovarci il nome dell’azienda o dell’agenzia del lavoro che cura la selezione e, in questo caso, una breve descrizione dell’azienda e delle sue caratteristiche Titolo della posizione Il titolo identifica la mission Corno Consulting Group Srl Come leggerla Fare attenzione al nome, alle caratteristiche organizzative e al mercato in cui l’azienda richiedente opera. Occorre comprendere quali sono, 14 principale del titolare della posizione, in modo sintetico descrive i principali risultati attesi dal titolare Requisiti richiesti Di norma le aziende li inseriscono sperando di “preselezionare i candidati in base alle competenze ed esperienze possedute Offerta In questa parte dell’inserzione vengono messe in evidenza le caratteristiche della remunerazione prevista per la posizione all’interno del contesto organizzativo e di mercato in cui opera l’azienda, come ricavabile dall’intestazione, le caratteristiche principali degli obiettivi che verranno posti a chi ricoprirà la posizione, le dimensioni dei problemi da gestire, la complessità del set di interlocutori con cui si avrà a che fare ecc. Sono informazioni molto utili per comprendere se le esperienze sin qui maturate e le competenze possedute ci danno una ragionevole probabilità di successo nella posizione o in posizioni analoghe. Nello stesso tempo, non vanno interpretare alla stregua di limiti invalicabili. Spesso le aziende, seguendo luoghi comuni infondati, limitano (contra legem) le ricerche a candidati al di sotto di determinate età, oppure indicano percorsi professionali che si sono rivelati fruttuosi in passato ma che non sono vincolanti per tutti i candidati. Si tratta quindi di leggere tali requisiti come utili informazioni di riferimento e non come vincoli imprescindibili Ad essa occorre fare riferimento per comprendere cosa l’azienda intende investire su quella posizione, il valore che vi attribuisce, le prospettive che si offrono al suo titolare. Se tali caratteristiche sono coerenti con ciò che stiamo ricercando e con le nostre esigenze personali così come verranno evidenziate dai paragrafi successivi, questa posizione o posizioni simili possono diventare il target delle nostre ricerche 2) La rete dei contatti personali. Ognuno di noi ha una rete di contatti personali più ampia di quanto si pensa di solito. Tale rete è costituita da colleghi di lavoro, da amici, da parenti, ma anche da tutte le relazioni intrattenute attualmente e in passato per ragioni di lavoro, spesso poco considerati quando si affronta la ricerca di un nuovo lavoro, ma molto utili e quindi da valorizzare, specialmente nella fase che precede la ricerca vera e propria. La rete di rapporti e contatti di ciascuno è spesso sottostimata in quanto sembra difficile chiedere a persone spesso conosciute solo superficialmente e occasionalmente di aiutarci a trovare un nuovo lavoro. In realtà non si tratta di chiedere – almeno in prima battuta – aiuto per la ricerca di un lavoro ma di raccogliere informazioni sulle esigenze del mercato del lavoro in quel particolare momento. Di solito gli altri sono abbastanza orgogliosi delle loro esperienze e disponibili ad aiutarci a “mettere a fuoco” il loro ambito di competenza, esponendoci il loro punto di vista sulle cose che ci circondano o nelle quali agiamo. Facendo leva su questa naturale propensione a raccontare e raccontarsi si possono raccogliere molte utili informazioni per mettere a punto l’obiettivo della nostra ricerca ampliando i nostri orizzonti in modo spesso stupefacente. 3) Leggere riviste di settore. La lettura di riviste di settori analoghi o vicini al nostro e di newsletter di associazioni o professionali sia su carta sia su web ci permette anch’essa di captare le esigenze di contesti lavorativi diversi da quello cui siamo abituati e comprendere così se e dove sia possibile immaginare una nostra collocazione diversa da quella di oggi. Corno Consulting Group Srl 15 2.2 Come individuare e misurare le proprie capacità e competenze Una volta compreso come il nostro bagaglio di competenze ed esperienze sia più prezioso di quanto comunemente siamo portati a pensare, occorre approfondire la conoscenza nel modo il più oggettivo possibile di queste nostre caratteristiche, senza dimenticare i limiti e il contesto in cui vogliamo che esse siano spese. Occorre quindi costruire un sistema che ci consenta di mettere a fuoco con facilità e oggettività proprio quelle competenze che costituiscono il set fondamentale del nostro profilo professionale. Ma, nello stesso tempo, dovremo essere in grado di comprendere in quale contesto organizzativo ed economico, e a quali costi (in termini di tempo e denaro), siamo disposti a spendere tali competenze e capacità. Poiché è indubbiamente più facile ottenere un lavoro che piace e in cui si riesce meglio che non un lavoro che non si desidera e che contrasta con le proprie caratteristiche professionali e personali, occorre mettere a fuoco le proprie peculiari capacità e competenze. Il bilancio delle competenze Il bilancio delle competenze è una tecnica complessa, di norma impiegata da specialisti dell’orientamento all’interno di percorsi formativi realizzati da imprese e istituzioni per favorire il corretto indirizzamento (verso specifici percorsi di studio e professionalizzazione) di persone che a loro si sono rivolte. È anche la tecnica utilizzata dagli specialisti dell’outplacement per impostare nel migliore dei modi l’attività di ricerca attiva di un nuovo lavoro da parte delle persone che a loro si rivolgono. Ed è soprattutto questa esperienza che attingeremo per suggerire alcuni strumenti e percorsi specifici. Nonostante la sua complessità, è possibile realizzare almeno parzialmente “in casa” il bilancio delle competenze, utilizzando proprio le esperienze maturate nel conteso dell’outplacement per costruirsi una idea di “sé professionale” sufficientemente accurata e professionale da costituire la base della successiva ricerca. Per comprendere le proprie competenze occorre partire dalla realtà concreta. Ognuno agisce nel proprio quotidiano mettendo a frutto le competenze e le esperienze apprese. Con metodo induttivo è possibile procedere a individuare le proprie competenze partendo dai risultati ottenuti anziché da una astratta analisi. E questo metodo dà una “fotografia” di sé dal punto di vista professionale decisamente attendibile ed efficace. L’analisi delle esperienze - Procederemo partendo dall’analisi delle esperienze maturate, utilizzando un semplice schema, come quello riportato nella tabella, in cui ognuno può elencare le proprie peculiari caratteristiche professionali traendole dall’analisi delle esperienze maturate, dei successi e degli insuccessi avuti in esse ecc. Una volta completato l’elenco, è consigliabile condividerlo con interlocutori equanimi e fidati come il coniuge o un amico. Tabella 7.2 Esperienze maturate e competenze professionali I miei migliori risultati negli ultimi 5 anni In quale contesto/ambiente Grazie a quale competenza o capacità Competenza o capacità posseduta I miei peggiori risultati negli ultimi 5 anni In quale contesto/ambiente Quale competenza capacità è mancata Competenza o capacità da sviluppare Corno Consulting Group Srl 16 Tale analisi può anche essere condotta, in alternativa o in aggiunta allo schema presentato nell’Appendice 1 (“Le vostre realizzazioni”). Individuare le proprie caratteristiche personali e professionali -Il secondo passo consiste nel cercare di comprendere quali caratteristiche professionali e personali ci abbiano condotto al successo o all’insuccesso e quindi di quali competenze siamo in possesso. In questa analisi occorre essere in grado di individuare, oltre alle competenze specifiche, tecniche specialistiche, legate alla professione e alla attività svolta, anche le competenze “trasversali”, che hanno valore indipendentemente dall’azienda e dal settore aziendale in cui siamo stati o potremo essere impiegati. Tra queste: • la capacità di gestire e motivare i collaboratori, • la capacità di organizzare attività e programmi all’interno di fasi organiche a un progetto, • la capacità di raggiungere gli obiettivi con caparbietà, • la capacità di porsi in modo proattivo di fronte ai problemi, individuando una o più soluzioni. Una volta individuate le principali competenze di natura professionale e quelle trasversali, occorrerà anche classificarle e valutarle allo scopo di poter avere di noi stessi una mappa il più possibile precisa, accurata e oggettiva in termini di competenze, utilizzando il questionario riportato nell’Appendice 2. Capacità personali - L’altro lato della valutazione riguarda le capacità personali più legate alla nostra personalità di base. Per facilitare la comprensione di tali capacità personali abbiamo riportato nell’Appendice 5 un esempio di questionario per una autovalutazione di "ambizione", "fiducia in se stesso" e "resistenza psicologica” di ciascuno di noi. Poiché tale valutazione non è semplice, suggeriamo di utilizzare lo schema riportato Valori - Analogamente vanno individuati i valori professionali in cui si crede e che costituiscono un elemento imprescindibile del nostro rapporto con il lavoro e con l’ambiente in cui questo si realizzerà. Per poter valutare con precisione il lavoro che meglio si adatta a noi e nel quale certamente saremo riconosciuti come coerenti e portatori di valore aggiunto, non si può non passare in rassegna anche questo ambito. Allo scopo si riporta il questionario “I valori legati al lavoro” (Appendice 3) Desideri e vincoli -Diverso discorso va fatto per i vincoli e le esigenze che ciascuno di noi ha. Occorre essere realisti e generosi nell’individuare tali caratteristiche personali sia perché sono facilmente osservabili anche dal nostro interlocutore durante la selezione sia perché si tratta di aspetti che, se sottaciuti o sottovalutati, possono creare seri problemi in futuro (vedi Appendice 4). Tra di essi occorre considerare: • La famiglia e gli impegni verso di essa (nella mia esperienza, i manager che hanno sacrificato sull’altare della carriera questo fondamentale elemento dell’esperienza umana , dopo un fatuo successo, hanno in larga misura fallito l’obiettivo proprio a causa del depauperarsi della propria umanità); • Il tempo libero e gli interessi per studio, sport, hobby ecc.; • La disponibilità a viaggiare e affrontare in continuazione ambienti nuovi o persone nuove con tutto lo stress che tali attività provocano; • I contesti lavorativi in cui si è più sereni (il clima umano e il tipo di obiettivi che occorre raggiungere). A questo punto, magari aiutandoci con lo schema che segue, siamo in grado di identificare il nostro lavoro ideale. FIGURA 7.2 Identikit del mio lavoro ideale Corno Consulting Group Srl 17 Corno Consulting Group Srl 18 Appendici Appendice 1 Le vostre realizzazioni Consideriamo realizzazione un obiettivo raggiunto con soddisfazione, che vi ha fatto sentire fieri e importanti. Ripensate alla vostra vita professionale ed extra-professionale e individuate spontaneamente, per ognuna, alcune realizzazioni. Non sentitevi obbligati a ricercare solo risultati fenomenali o spettacolari o quelli considerati tali da altre persone, ma sforzatevi di elencare tutte le realizzazioni di significativa importanza per voi. Descrivetele in relazione al contesto specifico, all’azione intrapresa e al risultato conseguito come suggerito dallo schema che segue - fornendo, dove risulta possibile, informazioni cronologiche e quantitative. Nella valutazione personale richiesta indicate, in particolare, le ragioni e i motivi dell’importanza da voi attribuita. Contesto Qual era il problema da risolvere? Cosa volevate ottenere? Cosa vi sarebbe piaciuto fare? Azione Cosa avete fatto? come vi siete comportati? Risultato Com’è andata, cosa avete ottenuto? La vostra valutazione Cosa ne pensate, come vi giudicate - VOI, non gli altri! Corno Consulting Group Srl 19 Appendice 2 Le vostre capacitá Ognuno di noi possiede un certo numero di capacità, attitudini, predisposizioni, doti che costituiscono il nostro saper essere. È qualcosa che non si impara con l’esperienza, ma che si possiede per natura o si acquisisce solo lavorando su se stessi. Ad esso si allude quando si dice: “Sono una persona organizzata, energica, aggressiva, creativa, entusiasta...”. Alcune capacità ci rendono simili e ci avvicinano agli altri, ma altre ci differenziano e ci distinguono. Sono queste peculiarità a rappresentare l’essenza del più importante contributo che possiamo offrire nel corso della nostra vita professionale. Fondamentalmente, esistono due tipi di capacità: quelle statiche, relative a un particolare ambito lavorativo, e quelle mobili o trasversali che sono, invece, facilmente trasferibili da un tipo di lavoro a un altro. Presentiamo qui di seguito una lista di 44 capacità. Attribuite a ciascuna capacità un punteggio da 1 a 6 a seconda della misura in cui ritenete di esserne provvisti, considerando che 1 significa “assolutamente non presente” e 6 “sicuramente presente”. Infine, estraete le dieci capacità che hanno ottenuto il punteggio maggiore e date loro un ordine di priorità, accompagnato da una descrizione delle situazioni in cui sono state impiegate. [Tabella 8.5] Le capacità che costituiscono il vostro “saper essere” (1=assolutamente non presente; 6 = sicuramente presente) Corno Consulting Group Srl 20 N Capacità 1 Organizzare il proprio lavoro 1 2 3 4 5 6 2 Delega ai propri collaboratori 1 2 3 4 5 6 3 Controllo dei processi di lavoro 1 2 3 4 5 6 4 Motivazione dei collaboratori 1 2 3 4 5 6 5 Cooperazione 1 2 3 4 5 6 6 Gestione dei gruppi e delle riunioni 1 2 3 4 5 6 7 Gestione dei conflitti 1 2 3 4 5 6 8 Disponibilità ai rapporti interpersonali 1 2 3 4 5 6 9 Espressione e comunicazione verbale 1 2 3 4 5 6 10 Analisi dei dati 1 2 3 4 5 6 11 Sintesi verbale 1 2 3 4 5 6 12 Creatività 1 2 3 4 5 6 13 Apprendimento 1 2 3 4 5 6 14 Autonomia 1 2 3 4 5 6 15 Presa di decisioni 1 2 3 4 5 6 16 Flessibilità 1 2 3 4 5 6 17 Orientamento al risultato 1 2 3 4 5 6 18 Valutazione costi-benefici 1 2 3 4 5 6 19 Tolleranza alle situazioni di stress 1 2 3 4 5 6 20 Iniziativa 1 2 3 4 5 6 21 Tenacia 1 2 3 4 5 6 22 Fiducia in sé 1 2 3 4 5 6 Corno Consulting Group Srl Livello 21 N Capacità 23 Memorizzazione 1 2 3 4 5 6 24 Comunicazione scritta 1 2 3 4 5 6 25 Pianificazione del lavoro 1 2 3 4 5 6 26 Leadership 1 2 3 4 5 6 27 Parlare in pubblico 1 2 3 4 5 6 28 Negoziazione/Accordo 1 2 3 4 5 6 29 Affidabilità operativa e rispetto degli standard 1 2 3 4 5 6 30 Calcolo dei rischi 1 2 3 4 5 6 31 Coordinamento di attività 1 2 3 4 5 6 32 Definizione degli obiettivi personali 1 2 3 4 5 6 33 Valutazione 1 2 3 4 5 6 34 Troubleshooting (risoluzione di problemi) 1 2 3 4 5 6 35 Gestione tempi 1 2 3 4 5 6 36 Analisi delle situazioni 1 2 3 4 5 6 37 Sintesi scritta 1 2 3 4 5 6 38 Coinvolgimento del/dei superiori 1 2 3 4 5 6 39 Calcolo matematico 1 2 3 4 5 6 40 Addestramento 1 2 3 4 5 6 41 Compilazione dati 1 2 3 4 5 6 42 Costruzione di oggetti 1 2 3 4 5 6 43 Corrispondenza 1 2 3 4 5 6 44 Creazione di sistemi 1 2 3 4 5 6 Corno Consulting Group Srl Livello 22 Appendice 3 I valori legati al lavoro Per poter trarre la massima soddisfazione dal proprio lavoro, è necessario che una persona scelga il tipo di impiego che maggiormente risponda alle proprie necessità ed esigenze. Vi presentiamo una lista dei valori legati al lavoro, accompagnata da una breve spiegazione. Affermazione professionale: utilizzare al meglio le risorse personali nel lavoro per affermarsi sul piano professionale. Possibilitá di carriera: lavorare in un’organizzazione in cui esistano tappe prevedibili che portino con rapidità o chiarezza al vertice. Successo finanziario: avere una retribuzione più alta della media. Prestigio sociale: godere della massima stima e considerazione, apparire importante nell’ambiente che si frequenta. Utilitá sociale: impegno in un’attività che contribuisca al benessere dei singoli individui e della società. Assunzione di responsabilitá: seguire il processo di lavoro nel suo insieme, assumendosi in prima persona la responsabilità dei risultati. Autonomia: poter decidere da soli obiettivi, tempi e modi del lavoro senza dover rispondere dei dettagli quotidiani al diretto superiore. Impegno: trovarsi di fronte a problemi difficili da risolvere, che sfidino a impegnare al massimo tutte le capacità e risorse personali, con perseveranza e intraprendenza. Leadership: guidare gli altri nel loro lavoro, stabilendone obiettivi e modalità e assumendo la responsabilità dei risultati ottenuti. Varietá: confrontarsi nel lavoro quotidiano con compiti, problemi, persone o situazioni sempre nuove. Sicurezza: poter contare su un rapporto di lavoro continuativo in cui l’eventualità di perdere il lavoro stesso sia poco probabile. Tempo libero: godere di lunghi periodi di vacanza o avere un orario di lavoro limitato che lasci molto tempo libero. Sede stabile: non spostarsi in altre città o regioni per trasferte, trasferimenti o avanzamenti di carriera. Corno Consulting Group Srl 23 Orario flessibile: poter fissare di volta in volta l’orario di lavoro in funzione di obiettivi, scadenze e impegni personali, senza avere obblighi fissi. Ambiente di lavoro piacevole: lavorare in un ambiente fisico sano, confortevole ed esteticamente gradevole. Affiliazione: svolgere un’attività che permetta un contatto con i collaboratori, sviluppando relazioni amichevoli. Creativitá: avere la possibilità di sviluppare qualcosa di originale, cercando sempre nuove soluzioni. Organizzazione: fare una programmazione delle attività lavorative, al fine di evitare intralci o problemi di qualsiasi natura. Struttura: far parte di un’organizzazione dove esistano linee generali e standard di lavoro specifici. Corno Consulting Group Srl 24 Appendice 4 Le motivazioni professionali L’analisi delle motivazioni professionali risulta determinante nella gestione del percorso di carriera di ciascuno. Identificarle riveste un triplice interesse: • sono determinanti nella definizione degli obiettivi professionali; • costituiscono il motore delle vostre azioni durante la ricerca di una nuova opportunità professionale; • il selezionatore le considera importanti in relazione a una certa posizione perché garanzia della vostra efficacia. È importante che il contenuto dei vostri obiettivi professionali risponda pienamente alle vostre motivazioni. La scelta motivata di una certa posizione è garanzia di una facile gestione della stessa e di una maggiore soddisfazione. Spesso le motivazioni risultano latenti rispetto ai successi e agli insuccessi della vita professionale e personale perché, in quanto inconsapevoli o inaccettabili, sono di difficile identificazione. Alla loro base esiste sempre un bisogno (bisogno ------> motivazione ------> azione). Nelle tabelle seguenti viene presentata una lista di bisogni: 1) materiali e relativi alla sicurezza, 2) sociali, 3) inerenti alle realizzazioni e 4) allo sviluppo. Assegnate a ciascun bisogno un valore da 1 a 6 in base all’importanza che hanno per voi, tenendo presente che 1 significa “nient’affatto importante” e 6 “molto importante” e distinguendo tra l’ultimo incarico e quello prossimo. Corno Consulting Group Srl 25 TABELLA 8.6 Bisogni materiali e sociali Fattori relativi alla sicurezza Ultimo incarico da 1 a 6 Prossimo incarico Sociali da 1 a 6 Contesto aziendale Stile manageriale del vostro Capo Orari Relazioni interne Trasferte Relazioni esterne Stipendio Status Assistenza sanitaria e previdenziale Sistemi di comunicazione Pensionament o Immagine dell’azienda all’esterno Politica di sviluppo della carriera Tipo di cultura aziendale Corno Consulting Group Srl Ultimo incarico da 1 a 6 Prossimo incarico da 1 a 6 26 TABELLA 8.7 Bisogni inerenti alle realizzazioni e allo sviluppo Realizzazio ni Ultimo incarico da 1 a 6 Prossimo incarico Sviluppo da 1 a 6 Definizione degli obiettivi Possibilità di innovazione, di prendere l’iniziativa Livello di responsabili tà Possibilità di avanzament o Sistema di valutazione Sfide da cogliere Potere decisionale Rischi Varietà del lavoro Possibilità di formazione Grado di utilizzazione delle vostre competenze ed attitudini Superare se stessi Livello di autonomia Spirito di iniziativa Corno Consulting Group Srl Ultimo incarico da 1 a 6 Prossimo incarico da 1 a 6 27 Corno Consulting Group Srl 28 Appendice 5 Questionario per la valutazione del successo personale Il questionario per la valutazione del successo personale si prefigge di fornire indicazioni di massima circa il grado di "ambizione", "fiducia in se stessi" e "resistenza psicologica" che la vostra personalità esprime. Rispondete individualmente a tutte le domande. Non chiedete l'opinione di altre persone e non lasciatevi influenzare. Accertatevi di aver letto e capito la domanda prima di scegliere la risposta più conforme alla vostra opinione. Evitate, comunque, di analizzare troppo le domande, rispondendo in modo rapido, spontaneo ma accurato. Cercate di fornire un'immagine realistica di voi e non di come vorreste essere o di come gli altri vorrebbero che foste. Concentratevi sul vostro comportamento e le vostre attitudini e non su un atteggiamento ideale per la vostra carriera o per il vostro stile di vita. Evitate di creare o accentuare caratteristiche desiderabili e, in eguale misura, di minimizzare certi tratti apparentemente più negativi. 1. Da ragazzo/a pensavo che avrei avuto successo. A. Regolarmente B. Spesso C. Talvolta 2. In generale non mi esprimo in gruppo perché ritengo di non avere molto da apportare alla discussione. A. Vero B. Non sempre vero C. Falso 3. Tendo a interpretare una critica del mio superiore più come un'offesa che un consiglio. A. Talvolta B. Raramente C. Quasi mai 4. Non sopporto le persone che perdono tempo sul posto di lavoro invece di comportarsi seriamente. A. In generale B. Talvolta C. Quasi mai 5. Sono una persona affidabile A. Verissimo B. Vero C. Non sempre vero 6. Una critica severa del mio capo mi lascia l’amaro in bocca per giorni interi. A. Vero B. Non sempre vero C. Falso 7. Di A. B. C. 8. Quando qualcosa mi va storto dubito della mia capacità di trovare la soluzione. A. Talvolta me si può dire che sono disposto a sopportare qualunque sacrificio per il successo. Sono d’accordo Non del tutto vero Non sono d’accordo Corno Consulting Group Srl 29 B. Raramente C. Quasi mai 9. Mi piace essere lodato per il buon lavoro svolto. A. In generale B. Spesso C. Talvolta 10. Nella mia professione cerco sempre di prevedere problemi e situazioni. A. Verissimo B. Vero C. Non sempre vero. 11. Quando il mio superiore mi chiama nel suo ufficio per discutere di qualcosa. A. Intravedo l'occasione per trattare anche altri argomenti B. Non penso a nulla di particolare C. Penso subito di avere fatto qualcosa di sbagliato l2 Quando commetto qualcosa di sbagliato preferisco che il mio superiore me ne parli a quattr'occhi. A. Vero B. Non sempre vero C. Falso 13. Mi impegno di più per grandi progetti che non per le mansioni di tutti i giorni. A. In generale B. Spesso C. Talvolta 14. Talvolta mi lascio sfuggire delle opportunità perché non riesco a decidermi. A. Vero B. Non sempre vero C. Talvolta 15. Mi sento escluso/a dai miei colleghi di lavoro. A. Talvolta B. Raramente C. Quasi mai 16. Sono considerato/a una persona molto forte psicologicamente. A. Vero B. Non sempre vero C. Falso 17. So affrontare ottimamente gli imprevisti. A. Verissimo B. Vero C. Non sempre vero 18. Non mi importa se il mio superiore mi critica davanti agli altri. A. Vero B. Non sempre vero C. Falso 19. L’impegno nel lavoro è fondamentale, ma non può sostituire il talento. A. Vero B. Non sempre vero C. Falso Corno Consulting Group Srl 30 20. Nel lavoro mi piace sentirmi sotto pressione. A. Verissimo B. Vero C. Non sempre vero 21. Talvolta, quando commetto un grosso errore, mi viene da piangere. A. Vero B. Non sempre vero C. Falso 22. La maggior parte della gente pensa che io mi dia molto da fare per la mia carriera. A. Vero B. Non so C. Falso 23. Mi sento una nullità in presenza di persone più in gamba di me. A. Vero B. Non sempre vero C. Falso 24. Sono più suscettibile della maggior parte delle persone. A. Vero B. Non sempre vero C. Falso 25. Quando ci si misura con gli altri occorre ... A. Concentrarsi sui punti forti dell’avversario B. Tenere presente le debolezze e i punti di forza dell’avversario C. Concentrarsi sui punti deboli dell’avversario 26. All’interno della mia organizzazione o comunità penso di essere il più bravo in quello che faccio. A. Vero B. Non so C. Falso 27. Mi preoccupo molto raramente di eventuali offese o torti che mi possono rivolti. A. Vero B. Non sempre vero C. Falso essere 28. Credo che si debba essere tolleranti verso i colleghi meno competenti. A. Generalmente sì B. Talvolta C. Raramente 29. me. Prima di affrontare una sfida mi devo preparare perché non mi sento sempre sicuro di A. Vero B. Non sempre vero. C. Falso 30. Spesso mi fa più male il tono che non il contenuto delle critiche del mio superiore. A. Vero B. Non sempre vero C. Falso Corno Consulting Group Srl 31 31. Mi arrabbio con me stesso quando non mi sono preparato come avrei dovuto. A. Sempre B. Spesso C. Talvolta 32. Credo di essere meno bravo di alcuni altri nella mia azienda o nella sfera delle mie conoscenze. A. Talvolta B. Raramente C. Quasi mai 33. Ritengo che una dura critica possa servire a migliorare le prestazioni di una persona. A. In generale sono d’accordo B. Talvolta C. Quasi mai 34. Dopo una delusione o una sconfitta mi sento miserevole e depresso. A. In generale B. Talvolta C. Raramente 35. Credo di avere tutte le carte giuste per diventare una persona di successo. A. Verissimo B. Vero C. Non sempre vero 36. Il livello qualitativo del mio lavoro è superiore con capi ... A. Duri e severi B. Normali C. Sensibili e comprensivi 37. Ho riportato successi in tutti i lavori in cui mi sono cimentato. A. Vero. B. Non sempre vero C. Falso 38. Talvolta ho l’impressione di non riuscire a fare tutto ciò che vorrei. A. Vero B. Non sempre vero C. Falso 39. Ho bisogno dell’appoggio e dell’incoraggiamento del mio superiore. A. Verissimo B. Vero C. Non sempre vero 40. Probabilmente ci sarà sempre qualcuno migliore di me in quello che faccio. A. Vero B. Non so C. Falso 41. Quando una situazione si sta mettendo al peggio penso comunque di poterla risolvere. A. In generale B. Talvolta C. Quasi mai 42. Sono convinto che tra i miei colleghi succedano cose di cui non sono al corrente. Corno Consulting Group Srl 32 A. Spesso B. Talvolta C. Quasi mai 43. Continuo a lavorare anche mentre gli altri perdono tempo. A. In generale B. Spesso C. Talvolta 44. Durante sedute e riunioni evito di esprimere la mia opinione per paura di essere criticato. A. Talvolta B. Raramente C. Quasi mai 45. Dopo una dura critica faccio fatica a lavorare. A. Talvolta B. Raramente C. Quasi mai Istruzioni per calcolare e interpretare il punteggio Per ogni domanda tracciate un cerchio attorno al numero di punti (0, 1 o 2) corrispondenti alla risposta scelta (A, B o C). Per esempio, se alla domanda 1 avete risposto con A, circolate il punteggio 2. Sommate tutti i punti accumulati per ogni colonna e riportate il risultato nell’apposito spazio destinato al subtotale di ogni colonna. In seguito, sommate di tutti i subtotali e riportate il risultato finale nello spazio destinato al totale. Definite il vostro livello di ambizione, fiducia in se stessi e resistenza psicologica facendo riferimento alle chiavi di interpretazione accanto alle colonne. Tabella 8.8 Livello di ambizione Numero della domanda Punteggio della risposta A B C Chiave di interpretazione 1 2 1 0 Il vostro livello di ambizione 4 2 1 0 7 2 1 1 10 2 1 0 13 2 1 0 16 2 1 0 Da 17 a 19 ………….. sopra la media 19 0 1 2 Da 20 in su ………….. elevato Corno Consulting Group Srl Da 0 a 10 ………….. debole Da 11 a 13 ………….. sotto la media Da 14 a 16 ………….. medio 33 22 2 1 0 25 2 1 0 28 0 1 2 31 2 1 0 34 2 1 0 37 2 1 0 40 0 1 2 43 2 1 0 Sub - totale TOTALE (Sommate i tre subtotali e trascrivete qui il risultato) Tabella 8.9 Livello di fiducia in se stessi Numero della domanda Punteggio della risposta A B C Chiave di interpretazione 2 0 1 2 Il livello di fiducia in se stessi 5 2 1 0 Da 0 a 10 8 0 1 ………….. debole 2 Da 11 a 13 ………….. sotto la media 11 2 1 0 Da 14 a 16 ………….. medio 14 0 1 2 Da 17 a 19 ………….. sopra la media 17 2 1 0 Da 20 in su ………….. elevato 0 2 1 0 23 0 1 2 26 2 1 0 Corno Consulting Group Srl 34 29 0 1 2 32 0 1 2 35 2 1 0 38 0 1 2 41 2 1 0 44 0 1 2 Subtotale TOTALE (Sommate i tre subtotali e trascrivete qui il risultato) Tabella 8.10 Livello di resistenza psicologica Numero della domanda Punteggio della risposta A B C Chiave di interpretazione 3 0 1 2 Il vostro livello di resistenza psicologica 6 0 1 2 Da 0 a 10 9 0 1 2 Da 11 a 13 ………….. sotto la media 12 2 1 0 Da 14 a 16 ………….. medio 15 2 1 0 Da 17 a 19 ………….. sopra la media 18 2 1 0 Da 20 in su ………….. elevato 1 0 1 2 24 0 1 2 27 2 1 0 Corno Consulting Group Srl ………….. debole 35 30 0 1 2 33 2 1 0 36 2 1 0 39 0 1 2 42 0 1 2 45 0 1 2 Subtotale TOTALE (Sommate i tre subtotali e trascrivete qui il risultato) Corno Consulting Group Srl 36 Interpretazione del punteggio Ambizione Definizione - Per ambizione si intende il desiderio di avere successo nella vita, di saperne ricavare il meglio, di raggiungere standard elevati sia a livello personale sia professionale. I veri ambiziosi adorano la competizione e le mansioni difficili. Si impegnano al massimo per conseguire risultati elevati e fanno tutto il necessario per ottenere il meglio. Livello elevato (20+) - Il soggetto è una persona estremamente ambiziosa che ritiene fondamentale avere successo in tutte le attività intraprese (la sua fiducia in se stesso è direttamente proporzionale all'entità delle mansioni di cui si occupa). Il suo desiderio di vincere è enorme. È solito prefissarsi obiettivi che richiedano l'applicazione di tutte le sue capacità e si adopera di continuo per grandi azioni. Questo atteggiamento è la base per raggiungere il successo e la piena soddisfazione personale. Sopra la media (17-19) - Il desiderio di successo supera quello della maggior parte delle persone. Il soggetto adora le contese, accetta le sfide di buon grado e affronta positivamente ogni tipo di competizione. Si prefigge obiettivi piuttosto elevati ed è solito impegnarsi al massimo per raggiungerli. Una sconfitta rappresenta una motivazione a migliorarsi. Per lui è importante risultare una persona di successo sia rispetto ai propri parametri personali, sia nel confronto con gli altri. Livello medio (14-16) – Il soggetto ritiene importante impegnarsi per raggiungere determinati obiettivi, sia pure modesti. È solito accettare le sfide e apprezza la competizione anche se vincere per lui non è tutto. Il suo livello di competitività dipende molto dalle circostanze. Agli occhi degli altri appare normalmente ambizioso. Coinvolto in progetti particolarmente interessanti, è una persona intraprendente, produttiva, piena di idee. Non mira comunque ad eccellere in tutto quello che intraprende. Sotto la media (11-13) - Il suo normale livello di ambizione è inferiore alla media Probabilmente in cima alla sua scala dei valori ci sono cose ai suoi occhi più importanti della carriera. È meno aggressivo della media delle persone e non ama competere. Attualmente non ha grandi aspirazioni e si accontenta di poco. Questo atteggiamento può impedirgli di sfruttare quelli che sono i suoi talenti naturali. Livello debole (0-10) - Non è per nulla ambizioso e non si prefigge nessun obiettivo per se stesso. Le poche aspirazioni che ha sono del tutto modeste. Tende ad accettare le cose come vengono piuttosto che cercare di cambiare la situazione. Si sente a disagio in ambienti competitivi, che cerca di evitare. Questo atteggiamento lo porta a essere mediocre in quello che fa, non sfruttando interamente le sue capacità. Fiducia in se stessi Definizione - La fiducia in se stessi corrisponde alla sicurezza di disporre di tutte le qualità per diventare una persona di successo. Le persone sicure di sé hanno fiducia nei loro mezzi, nelle loro capacità e in un talento innato; affrontano con abilità gli imprevisti e prendono decisioni in tutta tranquillità. Esprimono liberamente la loro opinione e confidano nella propria capacità di giudizio. Livello elevato (20+)- Il soggetto è estremamente sicuro di sé e delle proprie capacità. Affronta tranquillamente imprevisti e situazioni nuove. Il suo comportamento ispira fiducia agli altri. È una persona decisa che esprime le sue opinioni apertamente. Non esiste sfida che non sia in grado di sostenere. Si riprende rapidamente da situazioni difficili. È capace di concentrarsi sugli obiettivi che si è dato, conscio delle sue capacità, senza farsi distrarre da eventuali dubbi: una combinazione di caratteristiche che gli permette di sfruttare al massimo il suo potenziale. Corno Consulting Group Srl 37 Sopra la media (17-19) – La persona caratterizzata da questo punteggio nutre una fiducia di fondo in se stessa e nelle sue capacità. È convinta di possedere le conoscenze, l’esperienza e il talento necessari per avere successo nella maggior parte delle situazioni. L’atteggiamento positivo con cui affronta gli ostacoli infonde negli altri sicurezza e i più insicuri vedono in lei un punto di riferimento. Questo atteggiamento sicuro, calmo e maturo le permette di affrontare abilmente tutte le situazioni. Livello medio (14-16) – Questo livello di sicurezza nelle proprie capacità e conoscenze risulta comune alla maggior parte delle persone. Le situazioni in cui il soggetto si sente capace ed all’altezza si alternano a momenti di incertezza e apprensione. In presenza di amici o confrontato con un avvenimento di particolare importanza, tiene a esprimere la sua opinione, ma in generale non mira ad assumere il ruolo del leader. Spesso il suo modo di agire è determinato dalle circostanze e dallo stato d’animo del momento. Sotto la media (11-13) – Chi si colloca a questo livello ha spesso la tendenza a mostrarsi più apprensivo della media delle persone. Gli capita di chiedere e di chiedersi se veramente possiede le qualità per riuscire e attribuisce eccessiva importanza alle opinioni altrui. L’ambiente famigliare, determinate situazioni e persone con cui si sente particolarmente a suo agio riescono ad accrescere la sua fiducia in se stesso. Incontra spesso difficoltà ad affrontare situazioni nuove, soprattutto se impreviste. Si lascia intimidire facilmente e non esprimere volentieri la sua opinione. Con tutta probabilità non fa uso di tutto il potenziale di cui dispone. Livello debole (0-10) –Il soggetto si mostra estremamente apprensivo in numerose circostanze e tende a scoraggiarsi. Passa moltissimo tempo a meditare sul passato. L’approvazione degli altri è determinante e, non a caso, è una persona estremamente suscettibile. Conseguenza di tutto ciò, un pessimismo che gli impedisce di apprezzare quanto gli sta attorno e di utilizzare il suo potenziale. Infatti la sua esistenza è focalizzata sugli aspetti negativi, facendogli sottovalutare le qualità che gli sono proprie. Resistenza psicologica Definizione: la resistenza psicologica è quella qualità che permette di affrontare critiche severe e sconfitte, senza smettere di lavorare in modo efficace. Le persone forti psicologicamente non si lasciano scoraggiare quando le cose vanno male e non necessitano dell’approvazione degli altri. Sono forti, appunto, e non tardano a trovare un rimedio efficace. Si tratta di individui pratici e realisti con la capacità di risolvere tutto al meglio nonostante le avversità. Livello elevato (20+)- La persona possiede una resistenza psicologica eccezionale. Comunica con gli altri in modo semplice e diretto e predilige le soluzioni pratiche e realistiche. La famosa “corazza” le permette di accettare le critiche più severe e di superare le situazioni più difficili. Non ha bisogno dell’appoggio degli altri e non si sofferma troppo sui problemi. Riesce a lavorare senza farsi distrarre dalle emozioni e si riprende presto da sconfitte e insuccessi. Persino nelle situazioni più ardue la sua energia le consente di portare a termine un progetto. Sopra la media (17-19)- È una persona psicologicamente stabile che non si sofferma a lungo su sconfitte e disturbi fisici. Assume volentieri le responsabilità e, in caso di inconvenienti, riesce a prendere in mano la situazione. Non necessita di apprezzamenti e conferme eccessive da parte degli altri e non è suscettibile di fronte alle critiche più dure. L’approccio pratico e privo di sentimentalismi le permette di evidenziare una buona resa anche nelle situazioni più complesse. Livello medio (13-16) – In questo caso, realismo e resistenza psicologica si alternano a ipersensibilità, dipendenza e confusione. Le reazioni della persona con questo livello di Corno Consulting Group Srl 38 resistenza psicologica sono determinate dalle circostanze e dalle persone che vi si trovano coinvolte. Anche se non sta a rimuginare su eventuali errori commessi, le occorre del tempo per riprendersi da una sconfitta di una certa entità. Accetta volentieri le critiche, ma si sente ferito non appena scorge intenzioni cattive e disoneste. Sotto la media (11-13) - La persona caratterizzata da questo punteggio è sensibile ed è facile ferire i suoi sentimenti. Non sopporta le situazioni ostili, che fa di tutto per evitare, e detesta sentirsi minacciata. È una persona esposta a ogni tipo di emozione e soffre facilmente. Gli errori la infastidiscono e le critiche urtano spesso la sua sensibilità. L’accettazione da parte di amici e colleghi risulta più importante dell’attività che svolge. Livello debole (0-10) –La persona è estremamente sensibile, il tipico “cuore tenero”. Non è quindi difficile farle del male. La sua gentilezza e il suo temperamento le rendono detestabili persone aggressive e situazioni ostili che evita o cerca di evitare. Le riesce difficilissimo accettare critiche e sconfitte, da cui si rimette solo dopo molto tempo. Esperienze traumatiche a livello emozionale la colpiscono in maniera nettamente superiore rispetto alla maggior parte della gente e reagisce di conseguenza. Spesso tanta sensibilità può trasformarsi in una sorta di dipendenza dagli altri, impedendole di prendersi cura di sé. In generale è una persona più orientata agli aspetti emozionali della vita che non a quelli pratici. Programma di sviluppo e di mantenimento I suggerimenti che seguono sono volti ad aiutarvi a preservare i lati positivi della vostra personalità e ad eliminarne altri che ostacolano lo sfruttamento del vostro potenziale. Indicazioni: se i risultati sono medi, sotto la media oppure deboli, vi consigliamo di seguire i suggerimenti di “sviluppo”. Se invece il vostro livello risulta sopra la media oppure elevato seguite il programma di mantenimento. Ambizione Sviluppo. Data la vostra natura pacifica e non competitiva, progredirete meno di quanto le vostre capacità vi consentirebbero. Se solo lo desiderate potete innalzare il livello delle vostre aspirazioni e ottenere un maggior numero di successi personali. Stabilite una serie di obiettivi ragionevoli un po’ più elevati del vostro standard attuale. Concentratevi su un settore specifico in cui avete la certezza di riuscire. Prendete nota su un foglietto e impegnate tutte le vostre energie e la vostra tenacia per raggiungerli. Una volta arrivati alla meta, ricompensatevi e fissate nuovi traguardi leggermente più in alto. Inizialmente scegliete obiettivi a breve scadenza che, essendo più realistici, vi possono dare più rapidamente soddisfazione. Mantenimento. Continuate a prefiggervi nuovi obiettivi spingendo al limite le vostre capacità. Alzate di volta in volta il livello. Fate un’analisi del vostro “modus vivendi” e assicuratevi che carriera e vita privata vi offrano l’opportunità di soddisfare il vostro ego. Una gara tra sé e sé può aiutarvi a migliorarvi ulteriormente. Fiducia in se stessi Sviluppo. Avere fiducia in sé è un traguardo fondamentale per voi. Analizzate obiettivamente il vostro potenziale eventualmente con l’aiuto di persone che vi conoscono. Affrontate i problemi con realismo. Ogni volta che giungete alla meta non dimenticate di dirvi bravo! Concentratevi sui lati positivi e non sulle debolezze. Non preoccupatevi di mostrare agli altri che cosa siete in grado di fare. Cercate dei metodi positivi per mettere in pratica le vostre capacità, evitando atteggiamenti apprensivi e disfattisti. Il successo, come del resto il fallimento, può dipendere esclusivamente da voi. Mantenimento. Tenete presente che la fiducia in sé è uno dei vostri massimi punti di forza, quindi non avete certo bisogno di accrescerla. Cercate piuttosto di trovare nuove vie per Corno Consulting Group Srl 39 metterla in pratica. Accertatevi di acquisire e/o conservare le capacità e le conoscenze necessarie per mantenere viva tanta sicurezza. Inoltre, evitate di assumere atteggiamenti da sapientone/a; usate uno stile interpersonale che lasci intravedere la disponibilità a collaborare ed evitate gli attriti quando una o più persone non la pensano come voi. Resistenza psicologica Sviluppo. Se incontrate delle difficoltà, prima di lasciare che il morale vada a terra, analizzate obiettivamente la situazione. Cercate di capire che le critiche spesso vengono fatte nell'intento di aiutarvi a migliorare, non di ferire. Non pretendete troppo e non siate troppo duri con voi stessi. Ricordate che tutti possono sbagliare. Separate il contenuto dalla forma e dal mittente di un'eventuale critica. Spesso ci si sente attaccati quando si ha a che fare con individui rozzi e senza tatto. Vi accorgerete che queste persone si comportano così in qualsiasi situazione e non solo con voi. Mantenimento. La vostra forza psicologica vi sarà d'aiuto per continuare a migliorarvi e può servire da modello per altre persone. La vostra capacità di affrontare le situazioni con tanto raziocinio riesce sempre a sorprendere. Le reazioni positive a fallimenti e sconfitte sono un esempio di equilibrio e possono rivelarsi un ottimo sostegno morale per chi vi sta attorno. Se siete veramente consapevoli che il vostro comportamento è produttivo, non avrete problemi a conservare la vostra forza psicologica. Corno Consulting Group Srl 40 CAPITOLO 3 Informarsi e promuoversi. Il Curriculum Vitae La mappa dei contatti Individuata la professione obiettivo e le aziende o le organizzazioni che ci interessano, occorre stabilire un contatto. Anche questa fase come le precedenti richiede metodo tempo ed energie. Comunicare con successo Come in ogni campagna di marketing, occorre adattare lo stile e il contenuto della comunicazione alle caratteristiche e alle attese del destinatario. I canali I canali professionali sono Internet, l’inserzione, gli head hunter e le società di ricerca e selezione, le società di somministrazione. Ma il passaparola è ancora il canale più efficace. Gli strumenti Il telefono, la posta elettronica, la posta ordinaria e il fax. Il curriculum vitae Il curriculum deve sempre essere personalizzato, efficiente, efficace. Corno Consulting Group Srl 41 3.1 Individuare l’obiettivo Una volta identificate e valorizzate le caratteristiche della nostra offerta (il sé professionale, costituito dai valori dalle competenze e dalle esperienze sopra riportate), occorre cercare chi potrà essere interessato ad esse, cioè il nostro possibile nuovo datore di lavoro, e identificare il modo migliore di comunicargliele. Si tratta, innanzitutto, di riuscire a individuare sul mercato del lavoro che ci interessa le aziende (ma anche le organizzazioni non commerciali come le associazioni e le organizzazioni del terzo settore, la Pubblica Amministrazione ecc.) in cui le nostre competenze possono essere valorizzate e le nostre attese soddisfatte. A questo scopo è opportuno utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione : • i giornali, specialmente quelli locali, che dedicano notizie, servizi e interviste all’imprenditoria locale; • i siti web delle associazioni di categoria, dei comuni, della PA locale e delle istituzioni di governo locale (Regione e Provincia); • la Camera di commercio; • le associazioni professionali; • le scuole e le università e gli uffici Placement delle stesse; • gli amici ed i conoscenti, ecc. I tempi Prima si parte e meglio è. Però il tempo per la ricerca di un lavoro è come il tempo per la realizzazione di qualsiasi altro obiettivo. Deve essere contenuto ma sufficiente a raggiungere il vero obiettivo. Si tenga presente che la ricerca di un lavoro richiede dai tre ai sei mesi in media. Per tale ragione non bisogna aver fretta di arrivare al risultato subito. L’obiettivo è arrivare nei tempi necessari al nostro lavoro ideale (e non a un lavoro qualsiasi). Attenzione a non voler affrettare la soluzione iniziando attività per le quali non si è portati o che non si confanno alle nostre esigenze. Il rapporto sarebbe inevitabilmente di breve durata, con il solo effetto di perdere tempo rispetto all’obiettivo vero e di “sporcare” il curriculum vitae di esperienze fuorvianti. I tempi vanno pianificati tenendo conto che l’indicazione generale di tre-sei mesi è valida se ci si dedica alla ricerca a tempo pieno. Ovviamente, se ci si dedica anche ad altro, i tempi si allungheranno corrispettivamente. Come per qualsiasi altra attività umana, il fattore lavoro è determinante per raggiungere il risultato. I canali di comunicazione La fase che ci apprestiamo a descrivere di solito si rivela come l’ostacolo più difficile da superare da parte di chi cerca lavoro. Mentre tutto quanto sin qui prescritto può essere fatto “a tavolino” con strumenti facilmente agibili e a portata di mano, la fase “attiva” che ci apprestiamo a descrivere comporta la ricerca e la gestione delle relazioni più efficaci per raggiungere il nostro obiettivo e mette in gioco… la nostra faccia. La ricerca dei contatti e il loro utilizzo sono infatti attività complesse e spesso difficili per chi non vi è abituato. Eppure questa fase è la più densa di contenuti. “Navigare” tra i contatti portando e ricevendo informazioni è il momento risolutivo della ricerca! Durante questa fase chi cerca un lavoro non solo si rende disponibile alle diverse occasioni che si possono palesare sulla propria rete, ma, agendo in modo attivo nella rete, riesce a raccogliere informazioni utili e spesso indispensabili a completare quel quadro relativo alle proprie capacità (nel confronto con specifiche posizioni presentategli dagli interlocutori) e alle occasioni di lavoro realmente presenti in aziende spesso poco visibili agli occhi del normale cittadino, che conducono con maggior velocità alla meta e di cui abbiamo parlato in precedenza. Corno Consulting Group Srl 42 La mappa dei contatti - Per agire in questa fase occorre innanzitutto “costruire” una mappa di tutti i contatti utili per la ricerca di un lavoro (praticamente quasi tutti i nostri contatti possono essere “utili”, ma occorre ovviamente identificare le priorità) e procedere di conseguenza a realizzare nei confronti di ciascuno di essi un’azione adeguata. Si tenga presente che lo scopo, in prima battuta, non è ottenere il lavoro ma allargare la rete di rapporti in direzioni ben identificate. Quindi il primo contatto non serve a ottenere un colloquio di lavoro ma un ulteriore contatto presso un interlocutore il più possibile coerente (per posizione ricoperta, per esperienza, per competenza professionale ecc. ) con le aziende e le professioni oggetto della nostra ricerca così come è emerso dall’analisi precedente. Il suggerimento è quello di puntare sempre su contatti di persona, facendosi però precedere da un appuntamento telefonico in cui vengano chiariti tempi, modi e contenuti dell’incontro.Una volta ottenuti gli appuntamenti occorrerà preparare gli incontri ,identificando gli argomenti su cui il nostro interlocutore potrebbe aiutarci maggiormente, in ragione delle sue competenze o dei suoi contatti. Per agire in questa fase occorre innanzitutto osservare che non dobbiamo domandare un lavoro, ai nostri interlocutori ,bensì informazioni e ulteriori contatti. Difficilmente, infatti, il nostro interlocutore sarà in grado di darci, in prima persona e immediatamente, un’occasione di lavoro. Invece, di norma, si renderà ben volentieri disponibile a indicarci altri contatti utili nella nostra ricerca, facendosi in alcuni casi, nostro portavoce presso gli interlocutori prescelti, a condizione che la nostra richiesta e il nostro profilo professionale siano chiaramente e facilmente comprensibili e “trasmissibili”. Occorrerà pertanto sollecitare la curiosità e l’interesse del nostro interlocutore, evidenziando non il nostro problema ma il nostro potenziale. La richiesta deve essere quella di aiutarci a individuare in quali aziende, organizzazioni o situazioni, sulla base delle conoscenze specifiche del nostro interlocutore e dei suoi contatti, il nostro patrimonio di sapere e saper fare, possa meglio essere collocato, valorizzato e produrre quindi valore aggiunto, così che la nostra candidatura possa essere valutata positivamente. Sarà ovviamente opportuno saper adattare linguaggio e messaggio al contesto di riferimento e alla cultura specifica degli interlocutori. In questa fase occorrerà essere molto “attivi” e, sviluppando spesso contatti sottovalutati o poco agiti, cercare di raggiungere tutti gli ambiti rilevanti. In particolare, in questa fase, saranno utili: • Le reti interpersonali, gli amici, i genitori dei compagni di scuola dei nostri figli, i vecchi insegnanti, gli ex colleghi di lavoro, i parenti ecc. Tutti i contatti utilizzati per la raccolta delle informazioni sul mercato del lavoro possono essere utili ed interessanti. Molti sono convinti di conoscere poche persone, poi riflettendo sulla miriade di rapporti che ciascuno di noi, volente o nolente, instaura e intrattiene per ragioni personali o professionali, scoprono che la lista si arricchisce molto velocemente. • Internet: è una fonte straordinaria di informazioni che, ben utilizzata, permette di conoscere le esigenze di personale e le prospettive di crescita di singole aziende e di interi comparti, consentendoci di individuare aziende e settori spesso ignorati, ma nei quali le nostre competenze possono trovare un impiego a valore aggiunto. È utilissima soprattutto per scovare aziende e nicchie di aziende poco note. Siamo tutti portati a considerare come recapiti dei nostri cv le principali aziende italiane e straniere note per i propri prodotti di largo consumo o perché spesso agli onori della cronaca, ma ignoriamo l’esistenza di centinaia di migliaia di aziende di piccole e medie dimensioni con capacità di sviluppo eccezionali e spesso afflitte da endemica incapacità di reclutare i candidati di cui avrebbero bisogno. • Associazioni: spesso sottovalutate da chi ricerca lavoro, esse fungono da concentratore di informazioni in due sensi, quelle relative alle imprese che assumono o vorrebbero o potrebbero assumere e quelle delle persone che cercano un’occupazione coerente con le caratteristiche distintive degli associati. Le associazioni professionali o le associazioni di imprenditori, sono di norma ben disposte Corno Consulting Group Srl 43 • a raccogliere domanda e offerta di lavoro (in alcuni casi sono addirittura attive e autorizzate nel settore dell’intermediazione di personale). Scuole/università. Oggi più che mai, con l’autorizzazione a operare in veste di punto di incontro tra domanda ed offerta di lavoro, attribuita loro dalla Legge Biagi, le scuole e le università hanno finalmente visto riconosciuto il loro ruolo di intermediari. In quasi tutte le università italiane (nel 98% delle stesse, secondo indicazioni recenti) è attivo un servizio Placement che, oltre a occuparsi dei propri studenti e neo-laureati, in molti casi si prende in carico volentieri anche l’esigenza di collocazione o ricollocazioni degli ex studenti. Alcune università sono ottimamente organizzate e hanno tutto l’interesse a dimostrare che i propri laureati trovano o ri-trovano facilmente il lavoro in virtù proprio del percorso di studi realizzato presso le facoltà del proprio ateneo. Corno Consulting Group Srl 44 3.2 I canali per trovare lavoro Com’è noto, la comunicazione è alla base di ogni relazione ed è ovviamente decisiva per raggiungere gli obiettivi che ci prefiggiamo. Ma la comunicazione, che pure è istintiva come modalità di rapporto con gli altri, può essere più o meno efficace. Anche questo aspetto va affrontato con la consapevolezza di: • • • oggetto (chi siamo e cosa vogliamo comunicare di noi), soggetto (chi è il nostro interlocutore e cosa ci si può ragionevolmente aspettare da lui), mezzo (lo strumento che meglio “incontra” le esigenze di oggetto e soggetto). Sull’oggetto ci siamo già dilungati. Sul soggetto, viceversa, il discorso va approfondito. Come in ogni campagna di marketing, oltre a individuare il target occorre procedere ad adattare lo stile comunicativo e il contenuto della comunicazione alle specifiche caratteristiche e attese di questo. Ecco quindi alcuni suggerimenti su come meglio comunicare con diverse categorie di contatti. Gli amici - La comunicazione verso questo target è la più delicata, poiché nella relazione giocano molte più variabili che negli altri casi. Il preconcetto che accompagna, nel bene e nel male, la nostra persona nella relazioni più strette, può inquinare la valutazione che l’altro fa di noi al momento di indirizzarci o presentarci in aziende e organizzazioni. Chi ci conosce in veste di amici spesso è poco in grado di valutare il nostro reale potenziale lavorativo e quasi sempre non ha mai avuto modo, o voglia, di approfondirlo. Si tratta, quindi, di superare questo ostacolo, proponendo di noi con poche parole univocamente interpretabili il “chi siamo” sotto il profilo professionale, affinché il nostro interlocutore possa trasmettere la nostra immagine nel modo più efficace. Va osservato però che, di solito, gli amici sono più importanti nella fase di raccolta delle informazioni, per aiutarci ad inquadrare dove rivolgerci ed attivare una rete di ulteriori contatti che non nella fase attuativa del “piano”. Gli amici degli amici -Questo è un punto davvero importante. Infatti, come dimostrano le statistiche, i contatti di secondo livello (quelli generati dai nostri interlocutori diretti) rappresentano in oltre il 75% dei casi la via che conduce alla risoluzione del problema. In tutti i paesi del mondo è il canale interpersonale, quello del passaparola, che conduce con maggior facilità al matching lavorativo efficace come conferma il grafico di Figura 9.1. Figura 9.1 A chi si rivolgono le società da 1-9 dipendenti Corno Consulting Group Srl 45 Il passaparola è dunque il canale più diffuso ed efficace (anche se quasi mai il più efficiente) per trovare un nuovo lavoro! Ciò non toglie che i canali professionali, sviluppatisi nel mondo occidentale a partire dal secondo dopoguerra, diano a candidati e imprese un valore aggiunto di grande peso rispetto al mezzo più tradizionale sia in termini di velocità sia di qualità del matching sia di assistenza nelle fasi di impostazione del problema e di inserimento lavorativo. Ma la ricerca di un lavoro e il suo corrispettivo, ossia la ricerca d nuovi collaboratori da parte delle aziende, è sempre stata svolta, anche prima che i sistemi legislativi occidentali ammettessero la presenza di operatori di intermediazione privati e qualificati . Per tale ragione imprese e persone hanno sviluppato nel tempo l’abitudine a incontrarsi direttamente e senza l’intervento di specialisti. Vi sono poi altri canali “professionali” che non vanno sottovalutati. Internet - Internet è ricca di occasioni di lavoro. Si calcola che in rete ci siano, liberamente disponibili (ossia oltre a quelli contenuti nei data base online) oltre 300 milioni di cv, innumerevoli organigrammi di aziende e organizzazioni non economiche e migliaia di siti per la ricerca di un lavoro. Si tratta, dunque, di una peculiare e straordinaria fonte di informazioni. Ma è una fonte di informazioni da utilizzare con particolare cura. La rete è sconfinata e ricercare occasioni di lavoro senza criteri e senza una bussola può rivelarsi oneroso in termini di tempo e rischioso in termini di qualità del risultato. In linea di principio, sono da evitare tutti i siti a pagamento per la ricerca del lavoro. Tale pratica (ovvero quella di richiedere un compenso a chi cerca lavoro) è infatti vietata in Italia (cfr. art. 11 decreto legislativo 276/2003) e pertanto chi la utilizza è da ritenersi per definizione poco affidabile. Occorre piuttosto saper cercare anche in siti meno noti e magari “artigianali”, oltre che nei siti delle principali società di intermediazione, ricerca e selezione, somministrazione nonché delle imprese di interesse (quasi tutte le aziende di dimensioni medio-grandi e tutte quelle oltre 500 dipendenti raccolgono candidature anche direttamente attraverso il proprio sito istituzionale). Inoltre, è utile guardare con attenzione anche siti meno conosciuti in quanto espressione di community professionali (come i job board delle singole associazioni professionali o locali (come i siti dei giornali locali o delle locali associazioni imprenditoriali) che possono offrire spunti utili e indirizzi di aziende cui presentare la propria candidatura. In ogni caso occorre percorrere strade ben precise e utilizzare uno schema di ricerca in cui identificare: • • area geografica delle posizioni offerte; job title (titolo della posizione) utilizzando tutti i sinonimi e le similitudini concepibili. Corno Consulting Group Srl 46 L’inserzione1 - Le inserzioni sui giornali sono uno strumento utile e ben conosciuto, che va bene interpretato. Il suggerimento è di rispondere “con generosità”, ignorando, nel limite del ragionevole, i limiti anagrafici e di altra natura (legati a specifiche esperienze) che spesso sono introdotti in modo quasi inconsapevole dagli inserzionisti o senza una diretta correlazione con le esigenze della posizione. Specialmente quando le imprese le realizzano direttamente ovvero senza il supporto di specialisti e società di selezione, le inserzioni sono costruite in modo standardizzato e rispecchiano “luoghi comuni” utilizzando frasi e descrizioni di posizione stereotipate che limitano, per esempio, la ricerca a persone “under 35”. Con ciò le imprese violano sia i principi giuridici sia quelli del realismo che, come abbiamo visto, ben presto spingeranno gli imprenditori a ricercare e non a discriminare gli over 40! Inviare il proprio curriculum vitae in queste occasioni può quindi risultare utile. Ma l’inserzione ha uno straordinario valore per chi cerca lavoro perché è utile sia per raccogliere informazioni sulla posizione sia, magari aiutati da Internet, per raccogliere informazioni sull’azienda, i suoi prodotti, i mercati, l’organizzazione ecc. E tutte queste informazioni si rivelano utili, se non indispensabili, per rispondere con efficacia. A nessuna inserzione infatti si deve rispondere utilizzando lo stesso curriculum vitae scritto allo stesso modo. Ogni volta , nella risposta a ciascuna inserzione il cv deve essere personalizzato in modo da aderire al meglio (ma sempre con sincerità!!) alle esigenze espresse e non espresse dall’inserzionista in modo da poter accedere alle fasi successive di colloquio. Le inserzioni sono anche molto utili per inviare un cv personalizzato per altre posizioni non richieste al momento, ma potenzialmente presenti nell’organico aziendale. Gli head hunter e le società di ricerca e selezione - Head hunter (letteralmente: cacciatori di teste) e società di selezione sotto il profilo giuridico sono la stessa cosa. Si tratta di utili canali per promuovere la propria candidatura. Giungere ad avere un colloquio con i consulenti di una società di selezione, anche al di fuori di una ricerca specifica, può costituire un importante passo avanti, specie per raccogliere informazioni e valutazioni sulla propria candidatura e sul proprio modo di proporsi, sul proprio cv, sulla valutazione del proprio percorso lavorativo ecc. Inoltre, ovviamente, inviare il proprio cv a una società di selezione ci permette di essere considerati con maggior tempestività in occasione di ricerche di personale ad esse affidate. Si tenga presente però che i cv invecchiano velocemente, per cui, per assicurarsi di rientrare nell’ambito dei cv su cui saranno svolte le ricerche, occorre aggiornare con periodicità il cv, inviandone uno nuovo ogni qualvolta ci siano variazioni interessanti e in ogni caso almeno ogni 8/12 mesi. Le società di somministrazione (interinale) – Si tratta di canali spesso utili per “mettersi” o “rimettersi in pista”. Infatti, una percentuale oscillante tra il 30 e il 40% delle missioni di lavoro vengono trasformate in rapporti stabili dall’impresa richiedente. Si tratta quindi di un sistema pratico, abbastanza efficace e facilmente accessibile (oggi sono oltre 4000 gli sportelli presenti in Italia, con una diffusione su quasi tutto il territorio nazionale) a patto che si miri a posizioni di livello medio-basso. Per queste posizioni le imprese, specie dei grandi centri urbani e delle aree più industrializzate del paese, stanno progressivamente orientandosi ad assumere con sistematicità i lavoratori attraverso tali forme interinali, per poi confermare o “stabilizzare” i migliori . Farsi conoscere anche solo mediante un primo colloquio o attraverso l’invio di un curriculum vitae può essere utile anche in futuro. In qualche caso, inoltre, può diventare una facilitazione per l’impresa che assume poter contare su un inserimento “temporaneo” di un nuovo candidato anche di valore attraverso la mediazione di una società di somministrazione, sia per ragioni di budget (nel bilancio il personale assunto come interinale rientra nella voce “servizi” anziché “personale”) sia per ragioni psicologiche. 1 Si veda anche la tabella nel paragrafo intitolato: “Aggiornare la propria conoscenza del mercato del lavoro”. Corno Consulting Group Srl 47 3.3 Gli strumenti Come in ogni buona campagna di marketing anche lo strumento utilizzato per comunicare riveste un ruolo decisivo. Vediamone quindi alcune caratteristiche. Il telefono - È uno strumento molto complesso da gestire. Arrivare a rappresentarsi in modo efficace e convincente attraverso il telefono è molto difficile., Meglio farsi precedere da un curriculum vitae mirato e specifico, inviato di preferenza in risposta a un inserzione o sulla base di specifiche informazioni a riguardo dell’azienda e delle sue esigenze, ovvero da un contatto promosso da amici o conoscenti. In ogni caso, sarà importate informarsi sulla disponibilità del nostro interlocutore in quel particolare momento della sua giornata, e non “rubargli “ più di due-tre minuti durante la prima telefonata, evidenziando perché abbiamo deciso di chiamare proprio lui/lei a anziché insistere sulle proprie capacità . Altrettanto, e forse ancor più decisivo, è riuscire a far parlare il nostro interlocutore. È infatti più importante almeno nei primi contatti raccogliere informazioni anziché darne. L’ascolto attivo è molto più producente. In un secondo momento – concordato - si potrà presentarsi mettendo in evidenza le competenze possedute e le esperienze maturate potenzialmente utili all’azienda anziché esperienze e competenze del tutto prive di interesse per quella particolare azienda in quel contesto. E-mail - Utile per la sua immediatezza, non va trascurata, ma per aver successo occorre sia preceduta da un’analisi accurata, basata su informazioni raccolte con altri strumenti, relativamente alle esigenze dell’azienda. In essa vanno evidenziate in forma sintetica le ragioni del nostro invio e la/le posizioni che stiamo ricercando (2/5 righe al massimo) mentre il cv può essere trasmesso in allegato. Altrimenti, per superare eventuali filtri antispam, ci si può limitare a comunicare la disponibilità ad inviarlo se di interesse. In questo caso la raccolta previa di informazioni allo scopo di rendere interessante la lettura delle cinque righe di e-mail si rivela decisiva. Posta ordinaria e fax - Ormai si tratta di uno strumento considerato obsoleto e molto costoso. Si tratta quindi si un canale sconsigliabile per la difficoltà di utilizzare gli strumenti cartacei nei successivi inoltri anche interni all’azienda. Per tale ragione è preferibile inviare la propria candidatura via posta o fax solo se esplicitamente richiesto. 3.4 Il curriculum vitae Una volta identificati i soggetti e i media, occorre mettere a fuoco quello che viene considerato come lo strumento principale per una buona ricerca di lavoro: il curriculum vitae. A questo punto dell’esposizione apparirà comunque evidente che il curriculum vitae è solo uno dei passaggi di un complesso percorso di ricerca, uno strumento indispensabile ma che da solo non produce se non casualmente il reperimento di un’adeguata offerta di lavoro. Per tale ragione la prima e principale raccomandazione al riguardo è che il curriculum deve essere sempre fortemente “personalizzato” sia rispetto a chi scrive (deve trasferire in breve e con efficacia il set di competenze esperienze e desideri precedentemente identificati nel modo sopra descritto) sia rispetto al destinatario. Per chi lo legge, il curriculum deve risultare efficiente ed efficace. • Efficienza: deve essere massimizzato il rapporto Tempo dedicato alla lettura del cv /Informazioni comunicate; • Efficacia: il curriculum vitae deve comunicare a ciascuno una o più informazioni davvero interessanti cioè convenienti. Come scrivere un curriculum vitae Il curriculum è uno strumento complesso, soprattutto da leggere, ma ovviamente anche da scrivere. Il problema consiste infatti nel poter rappresentare in poche righe (alla sua lettura si dedicano inizialmente pochi secondi e solo se “colpisce” in alcuni punti si passerà a una Corno Consulting Group Srl 48 lettura più approfondita) esperienze personali che per ricchezza e articolazione sono ovviamente difficili da sintetizzare. Si raccomanda di creare a ogni invio (pur partendo da una struttura base pre-confezionata) il curriculum appropriato. La personalizzazione dovrà essere realizzata in relazione a : • settore, dimensioni e caratteristiche peculiari dell’azienda (mercato di riferimento, prodotti, tipologia di clienti ecc.); • posizione ricercata dall’azienda (se segnalata da una inserzione o da un amico); • interlocutore (il direttore del personale o lo specialista di selezione non sono esperti di tematiche specifiche ma colgono al volo eventuali incongruenze formative e di disponibilità o economiche; il responsabile dell’ufficio/direzione di pertinenza coglierà le competenze specifiche per analogia con le proprie esigenze; l’amministratore delegato o il direttore generale coglierà le opportunità di acquisire nuove competenze utili in termini strategici). Il curriculum vitae deve contenere le seguenti informazioni: Dati anagrafici • nome e cognome • indirizzo di casa reale ed eventuale disponibilità di alloggio in altre città • telefoni, tutti compreso il cellulare personale • e-mail personale e aziendale • stato civile Esperienze lavorative -Le esperienze lavorative vanno descritte in modo efficace e in ordine cronologico inverso (dalla più recente a quella più lontana nel tempo) secondo lo schema che segue. TABELLA 3 Periodo dal .....al ..... Nome e località dell’azienda Posizione ricoperta Descrizione sintetica delle responsabilità della posizione e del suo inquadramento organizzativo Dimensioni gestite (ad es. numero di collaboratori, fatturato generato ecc.) Obiettivi raggiunti In genere è opportuno essere sintetici, ma non oltre misura. Il nostro interlocutore deve avere la possibilità di cogliere lo spessore delle nostre esperienze. In particolare (evitando di appensantire la lettura) è opportuno aggiungere qualche elemento di descrizione del settore e delle dimensioni organizzative dell’azienda presso cui si è operato, quando questa è poco nota. Altrettanto utile è, per indicare la propria posizione di lavoro, utilizzare termini italiani, evitando anglicismi di equivoca interpretazione. Il proprio posizionamento in organico, i riporti e le dimensioni su cui si è agito servono al lettore a “pesare” l’esperienza facendosi un’idea più chiara circa la coerenza tra il candidato rappresentato nel curriculum e la posizione aperta. Rifarsi a quanto messo a fuoco durante il percorso di auto valutazione si rivela decisivo in questa fase. È importante descrivere con efficacia le esperienze più recenti o più significative, senza entrare nel dettaglio di quelle che risalgono a più di 5-8 anni or sono. Titoli di studio- I titoli di studio vanno elencati con il medesimo schema. TABELLA 4 Corno Consulting Group Srl 49 Dal …..al Istituzione formativa Corso seguito Titolo di studio conseguito e voto L’ordine da privilegiare è quello dato dall’ importanza in relazione alla professionalità del candidato. La laurea è più indicativa di un corso di specializzazione e spesso anche di un master, anche se questi cronologicamente vengono dopo. Competenze trasversali - Analogamente alle esperienze di lavoro, è utile descrivere con dati e fatti “oggettivanti” le proprie competenze trasversali, in particolare quelle linguistiche e quelle relative all’utilizzo di specifici tools informatici o di altra natura. TABELLA 5 Lingua Sistema operativo Grado di autovalutazione della conoscenza ( o esame superato) Utilizzo di applicativi Utilizzata per….con ……frequenza …..con interlocutori Prodotti realizzati o su cui si è lavorato Inquadramento e livello retributivo - Non indispensabile, ma spesso davvero gradita è l’indicazione del livello retributivo e di inquadramento attuale o ultimo. Curriculum vitae europeo - Lo schema di curriculum vitae europeo, scaricabile da molti siti specie della comunità, è senza dubbio un buon punto di partenza, ma è il caso di ribadire che un buon curriculum vitae va sempre interpretato e personalizzato in ragione dell’interlocutore e del contesto cui si rivolge. Costruire un curriculum vitae A titolo esemplificativo riportiamo uno schema per costruire un cv. A. Dati personali Le prime informazioni che un curriculum deve fornire sono quelle di natura personale o dati anagrafici. Oltre a riportare chiaramente il proprio Nome e Cognome (cognome da nubile nel caso di candidatura femminile), sono richieste una serie di ulteriori informazioni, che risultano essere essenziali: • recapiti telefonici (possibilmente compressivi di cellulare) nonché e-mail per il contatto; • residenza ed eventuale domicilio • data di nascita. Esempio di cv corretto MARIO ROSSI Tel. 0383.xxxxxxx Cell. zzz.zzzzz e-mail: nnnnnn@nnn nato il 23/03/1968 residente a Voghera Esempio di cv incompleto Corno Consulting Group Srl 50 Giuseppe Bianchi Dati Personali: Luogo di nascita: Gallarate (Va) Data di nascita: 12/08/1962 Stato civile: coniugato Tel. 0332/NN NN NN b. Esperienze professionali Dopo i dati anagrafici, di norma si deve passare alla descrizione delle proprie esperienze professionali.22 Un curriculum ben redatto deve essere esaustivo in merito alle informazioni peculiari del candidato, tuttavia non bisogna eccedere nelle descrizioni - specialmente per le esperienze più lontane nel tempo. Si suggerisce di non superare i tre fogli. Esempio curriculum completo TABELLA 6 1993 - 2007 2004 - 2007 Società X , Milano, multinazionale che opera nel settore …………..., circa ……….dipendenti. Ulteriori informazioni circa la società; sede europea, ……. Direttore Commerciale Riportando all’Amministratore Delegato, ho avuto la responsabilità delle vendite e del marketing per il mercato Europa, attraverso il coordinamento di circa 120 risorse distribuite in tutta Europa. Principali responsabilità: analisi del mercato sviluppo e introduzione di nuovi prodotti piani di vendita annuali e a medio termine responsabilità di P/L. Risultati: le vendite in Europa sono più che triplicate dal 200. al 200., raggiungendo xxxx Euro Progetti più significativi: Modifica e potenziamento della rete distributiva, passando da …………. 2000 - 2003 Direttore Commerciale Italia e Sud Europa Mantenendo la responsabilità del mercato Italia, sono stato incaricato di aprire ex novo la filiale in Spagna e Portogallo Risultati: rispetto dei business plan e dei tempi previsti 1993 - 2000 Direttore Commerciale Italia Riportando al Presidente europeo, il mio ruolo consisteva nella gestione dello start up della filiale italiana per la commercializzazione dei prodotti in Italia. Risultati. …… 1990 - 1993 Società B… multinazionale ………….. operante nel settore ……………… 2 nel caso di persone di giovane età, quindi con esperienza professionale limitata o nulla, sarà opportuno premettere la descrizione degli studi e formazione compiuti ed eventuali corsi effettuati (vedi oltre). Corno Consulting Group Srl 51 Area manager Il ruolo prevedeva il riposizionamento sul mercato della consociata ………… Risultati: Nel primo anno anno, le vendite sono state aumentate ogni anno di almeno un punto percentuale in più rispetto alla crescita del mercato, riducendo …………… C. Titoli di studio e corsi di formazione e competenze specialistiche Analogamente alle esperienze professionali, per i titoli di studio e i corsi di formazione seguiti può essere utile utilizzare lo schema esemplificativo seguente. Titoli di studio Dicembre 2000: diploma in Ingegneria Elettrica conseguito con la votazione di 87/100, presso il Politecnico di Milano. La tesi è stata realizzata nell’ambito di un’esperienza di tirocinio svolta presso la società ……………., finalizzata a ………………… Titolo: ……………………. Luglio 1997: conseguimento Diploma di Maturità Tecnica – Perito Elettrotecnico – presso l'Istituto Tecnico Industriale …………….. di ………………., con la votazione di 58/60. Certificazioni – Skill 07/2003 MCSE Windows 2000 (Microsoft Certified Systems Engineer) 05/2003 MCSA Windows 2000 (Microsoft Certified System Administrator) D. Competenze trasversali Il curriculum deve essere sempre ulteriormente corredato dalle descrizione delle competenze. In particolare, è essenziale indicare il livello di conoscenza delle lingue straniere nonché degli strumenti informatici e/o di altra natura. Relativamente alle lingue straniere, è opportuno segnalare il livello, come da specifica attestazione conseguita o per autovalutazione. Per quanto riguarda l’utilizzo di strumenti informatici, dovranno essere riportati i principali applicativi conosciuti e, in particolare, quelli su cui si è operato professionalmente. Competenze informatiche Sistemi Operativi: piattaforma Windows. Applicativi: strumenti Office Programmi CAD e modellazione 3D: Autocad, Pro/ENGINEER, CATIA V5. Browser Internet e posta elettronica: MS Internet Explorer, Netscape Navigator, MS Outlook, Lotus/Notes. Conoscenze linguistiche Corno Consulting Group Srl 52 Lingua inglese Lingua tedesca TOEFL 257/300 anno 2004 buon livello scritto e di conversazione Corno Consulting Group Srl 53 CAPITOLO 4 Presentarsi e promuoversi. Il colloquio Il colloquio Nella ricerca di un lavoro rappresenta spesso la fase decisiva. Ma non bisogna enfatizzarne l’importanza. In un percorso ben costruito, aver successo nel colloquio è molto più facile di quanto si creda. Il suo scopo è verificare se sia possibile creare un’alleanza strategica tra azienda e candidato. Prepararsi al colloquio Studiare la propria autorappresentazione, raccogliere informazioni sull’azienda e la posizione desiderata, preparare una lista di possibili domande, non dimenticare che “anche l’occhio vuole la sua parte”. Altre strade Corsi di specializzazione Outplacement Corno Consulting Group Srl 54 4.1 Presentarsi Una volta realizzata la campagna comunicativa adeguata, occorrerà prepararsi alla fase successiva, costituita dalla gestione dei rapporti che avremo attivato. Si tratta della fase decisiva, anche se non bisogna enfatizzarne l’importanza. In un percorso ben costruito, grazie alla tranquilla consapevolezza di sé e dei propri punti di forza e di debolezza, unita a un’adeguata conoscenza delle caratteristiche e delle esigenze del nostro interlocutore, aver successo nei colloqui è molto più facile di quanto si possa immaginare. Basta essere se stessi e questa fase si rivelerà per quello che è, ossia un momento di valutazione reciproca tra azienda e candidato, finalizzato al conseguimento simultaneo e reciproco di un vantaggio in vista del raggiungimento dei rispettivi obiettivi. Ben diversa è la situazione di chi si appresta a sostenere un colloquio in modo improvvisato e senza un’adeguata preparazione. In questi casi conta soprattutto la fortuna. 4.2 La conduzione del colloquio Il colloquio costituisce il principale strumento di valutazione utilizzato dalle imprese italiane. Giungere al colloquio spesso è tutt’altro che facile ed è sempre da considerare un successo. Le strade che il colloquio può imboccare possono differenziarsi in relazione allo scopo e all’interlocutore. Scopo - Può essere conoscitivo o di valutazione in relazione a una specifica posizione di lavoro. Il primo di solito si svolge in un clima disteso e rilassato da entrambe le parti e permette al candidato di esprimersi più liberamente, anche se rischia di trasformarsi in una chiacchierata poco produttiva se l’intervistatore non ha alcuna idea su cosa approfondire, o in vista di cosa valutare la persona. Il secondo è un momento di verifica reciproca ed è quindi accompagnato da maggior ansia da parte del candidato e maggior attenzione e stress da parte dell’intervistatore, che deve uscirne con un giudizio il più possibile attendibile sul candidato, ma è di norma molto più produttivo. Anche se dovesse chiudersi con la valutazione di non idoneità per la specifica posizione, risulta pur sempre un valore aggiunto potersi confrontare con questa occasione e con il valutatore. Interlocutore - Gli approcci al colloquio degli specialisti di selezione (selezionatori e psicologi del lavoro) dei responsabili di funzione aziendale e degli impreditori sono profondamente diversi. I selezionatori professionisti seguono schemi e metodo di valutazione ben codificati che se utilizzati bene sono in grado di mettere in luce le migliori caratteristiche ed i limiti del candidato. Sono colloqui che vanno quindi affrontati con fiducia nei confronti del nostro interlocutore Gli imprenditori e i manager (non della funzione del Personale) di norma sono meno metodici e spesso si lasciano influenzare dal “colpo d’occhio”. A volte si dilungano nella descrizione della propria azienda e delle caratteristiche ed esigenze della posizione. In questi casi è utile con gentilezza e determinazione, ma con molta disponibilità all’ascolto, cercare di condurre la conversazione sui temi di interesse reciproco riguardanti la posizione di lavoro per cui si è stati convocati. Tipologie di colloqui Il colloquio “professionale”, ovvero effettuato da specialisti della selezione, è finalizzato a mettere in evidenza le competenze e la motivazione del candidato, spesso sulla base di uno schema di valutazione abbastanza codificato. Viene condotto con varie tecniche e, se ben gestito da parte del selezionatore, ha un elevato grado di predittività. Di norma mira a mettere in luce le competenze del candidato facendo appello a una analisi approfondita e mirata delle esperienze pregresse. Corno Consulting Group Srl 55 FIGURA 4.1 Il colloquio professionale si svolge di norma secondo questo schema Accoglienza Domande aperte Domande specifiche 45/60 min Descrizione posizione Domande di verifica Chiusura e accordi I colloqui realizzati da “non addetti ai lavori” spesso sono focalizzati soprattutto sugli aspetti tecnico-professionali del candidato, ma l’intervistatore (di norma il responsabile dell’ufficio o della direzione da cui dipende la posizione vacante) cerca di trarre dalla conoscenza diretta del candidato anche considerazioni di natura motivazionale e comportamentale, e studia la compatibilità del potenziale collaboratore futuro con l’ambiente umano del proprio settore/ufficio e con se stesso. Il colloquio che ha luogo con l’imprenditore di solito verte sugli aspetti motivazionali del candidato, in quanto, di norma, l’imprenditore delega la valutazione degli aspetti tecnicoprofessionali ai propri collaboratori coinvolti prima o dopo di lui nel processo di selezione. Stile e comportamento nel colloquio Data la varietà di situazioni è difficile mettere a fuoco a priori e una volta per tutte come impostare il colloquio. Va ribadito che il colloquio ha un solo importante scopo, quello di studiare insieme la compatibilità tra i progetti di sviluppo coltivati dal candidato per la propria carriera professionale e quelli dell’impresa per l’area/il settore aziendale in cui intende inserire il candidato. Scopo del colloquio (consapevole o meno) è verificare se sia possibile creare un’alleanza strategica e di sviluppo tra azienda e candidato. In ogni caso, per preparasi adeguatamente al colloquio occorre tenere presenti le seguenti raccomandazioni. 1) Essere informati sull’azienda, la posizione, l’interlocutore. Per poter adeguatamente affrontare un colloquio, sia esso con una società di ricerca e selezione o con un’azienda nella quale andare a lavorare, è opportuno documentarsi sul futuro interlocutore e sulla posizione ricercata. Conoscenze utili possono essere ricavate dall’inserzione, dai dati comunicatici da amici e conoscenti e da uno studio dell’azienda e delle sue caratteristiche. L’utilizzo di Internet costituisce uno strumento estremamente efficace a questo scopo. Nel caso di rapporto diretto con azienda, sarà utile conoscerne: • il settore merceologico, • il numero di dipendenti, • la localizzazione geografica, Corno Consulting Group Srl 56 • i principali dati economici. Nel caso che il processo di selezione sia affidato a una società di ricerca e selezione, attraverso la descrizione del profilo sarà almeno possibile effettuare ricerche sul settore di riferimento in cui opererà la figura professionale ricercata. 2) Studiare la propria autopresentazione. Prima del colloquio è importante “organizzare” il proprio discorso. Di norma il selezionatore proporrà inizialmente al candidato di esporre la propria storia formativa/professionale. È importante raggruppare gli elementi significativi del proprio iter, enfatizzando i passaggi salienti e motivando i cambiamenti, senza tuttavia esagerare nell’“assolo”, in modo da contenere la propria esposizione in tempi ragionevoli (30 minuti al massimo). Il colloquio deve essere a due vie. Meglio evitare, per quanto possibile, di restare passivi e limitarsi a rispondere alle domande. Non è un interrogatorio: il candidato che non domanda nulla viene percepito come poco motivato o poco intraprendente. D’altra parte, passare tutto il tempo a fare domande può risultare inopportuno e dimostrare poca sicurezza nei propri mezzi. È consigliabile preparare una lista delle possibili domande di chiarimento circa la posizione. 3) Arrivare con anticipo. Quando l’appuntamento è stato fissato, è importante verificare attentamente la sede del colloquio e valutare il tragitto necessario e i mezzi utilizzabili perché a un colloquio di lavoro ci si deve sempre presentare puntualmente, senza ritardi (meglio con dieci minuti di anticipo). Ovviamente, qualora si verifichi un inconveniente, chiamate al più presto chi vi sta aspettando e valutate con lui il vostro ritardo, chiedendo se la disponibilità dell’intervistatore è confermata. 4) Anche l’occhio vuole la sua parte. Anche l’aspetto esteriore merita qualche riflessione. Il selezionatore, non appena vi stringerà la mano, osserverà in primo luogo il vostro aspetto e si farà una prima impressione di voi e delle vostre caratteristiche. Meglio optare per un aspetto sobrio e non vistoso, sia nella scelta degli abiti che degli accessori e dei profumi. 4.3 Altre strade A volte la strada per arrivare a un lavoro è diversa da quella qui descritta (che costituisce la norma per chi cerca da solo il primo lavoro o il metodo per cambiare o ritrovare un lavoro). La ricerca di un lavoro infatti può essere generata, oltre che da una volontà personale, anche da fattori contingenti, da sollecitazioni esterne, da esigenze inderogabili. A seguito di processi di riduzione di personale o di riqualificazione, per esempio, ci si può trovare spinti (e guidati) alla ricerca di un nuovo lavoro e alla costruzione di una specifica nuova professionalità nell’ambito di processi complessi gestiti da soggetti esperti (aggregazioni di enti di formazione professionale, istituzioni operanti nel mercato del lavoro come la provincia o il comune e operatori privati come le società di lavoro interinale o di outplacement) e di solito all’interno di un percorso che ha visto tra i protagonisti anche le parti sociali e le organizzazioni sindacali. Si tratta di percorso cui guardare con fiducia e nel quale impegnarsi con serietà. Altre ipotesi per sviluppare un percorso di avvicinamento al lavoro, o per ritrovarlo nel caso lo si sia perso, contemplano il passaggio attraverso la formazione professionale. Corsi di specializzazione I corsi di specializzazione organizzati dalle istituzioni pubbliche e private accreditate e finanziate contemplano sempre periodi di stage, utili, oltre che per mettere in pratica le cognizioni teoriche apprese durante le lezioni, per approfondire quella reciproca conoscenza tra azienda e persona che spesso conduce a consolidare il rapporto anche dopo il termine del periodo di studi. L’outplacement Una forma particolare di attività finalizzata alla ricerca di una nuova occupazione è quella che va sotto il termine di outplacement. Tale tecnica è nata intorno alla seconda metà degli anni Settanta, dopo il termine del programma spaziale statunitense che aveva portato i primi Corno Consulting Group Srl 57 uomini a calcare il suolo lunare. Migliaia dei migliori tecnici, ingegneri e scienziati, americani rischiavano di rimanere improvvisamente senza lavoro a causa del taglio al programma spaziale. Con il consueto pragmatismo, alcune società di consulenza americane si proposero allora di prendersi cura di quegli specialisti, allo scopo di ricollocarli presso le imprese statunitensi in modo da valorizzare il capitale di conoscenze e competenze sviluppato durante gli anni di fervida ricerca applicata al programma spaziale. Trasferita in contesti industriali e commerciali, tale tecnica prevede che la società di consulenza, a fronte di un incarico a titolo oneroso da parte dell’azienda cedente (e mai da parte del singolo), prenda in carico la persona e la aiuti a strutturare al meglio e a realizzare con maggior efficacia il percorso di ricerca di una nuova occupazione. In questo modo e in questo contesto è nata la tecnica chiamata poi di outplacement. Si tratta quindi di trasformare un problema in una opportunità. Le condizioni perché ciò avvenga sono : • la libera e motivata scelta del candidato all’outplacement solo dopo avere definitivamente risolto il precedente rapporto di lavoro (solitamente le società di outplacement non prendono in carico lavoratori in mobilità CIG, sulla base della constatazione che la pur flebile speranza di un reinserimento, rende poco determinata e, quindi, poco produttiva la ricerca di un’alternativa); • il supporto, e non la sostituzione, della persona nella ricerca. La società di outplacement mette a disposizione del candidato strutture (ufficio, PC, assistenza ecc.) e informazioni sul mercato di riferimento per ciascun candidato (attraverso un’attività di job scouting mirata), specialisti e psicologi per l’analisi delle competenze e formatori per sviluppare competenze in materia di colloqui, cv ecc., ma richiede che sia il lavoratore a ricercare e attivare la rete di rapporti che reputerà più opportuna per arrivare direttamente e personalmente al nuovo lavoro. Si tratta di uno strumento costoso ma di provata efficacia. Riduce i tempi di ricerca in media a circa un terzo di quello che occorrerebbe alla persona in assenza di supporto e aumenta la probabilità di rientrare nel mondo del lavoro con ruoli e livelli analoghi a quelli di partenza. Di converso, richiede al candidato una buona dose di impegno e di umiltà e la volontà di impegnarsi seriamente nella ricerca attiva di un lavoro. Corno Consulting Group Srl 58 Riepilogo L’evoluzione del mercato del lavoro in Italia (e in Europa) favorisce scelte coraggiose e rigorose. Le aziende saranno sempre più affamate di lavoratori. Per quanto possa sembrare paradossale, sarà più facile trovare un lavoro adatto e congeniale che un lavoro qualsiasi. Ma la ricerca richiede un’attenta pianificazione e progettazione di obiettivi, tempi, risorse. Le aziende sono interessate non al nostro bisogno, ma al nostro valore aggiunto e questo è costituito da competenze tecniche e professionali acquisite nella scuola o nel lavoro, nonché da competenze “trasversali” quali la capacità di gestire e motivare i collaboratori, la capacità di porsi in modo proattivo di fronte ai problemi ecc. Test appropriati, riportati in appendice ai capitoli, fanno da guida in queste analisi. Individuato il proprio valore aggiunto, è utile considerare la ricerca di un lavoro come un’operazione di marketing per lanciare un prodotto innovativo. Selezionate la professione obiettivo e le aziende o le organizzazioni che ci interessano, occorre stabilire un contatto. I canali professionali sono Internet, l’inserzione, gli head hunter, le società di somministrazione. Ma il passaparola è ancora il canale più efficace. Nella promozione di sé uno strumento di particolare importanza è il curriculum che deve sempre essere personalizzato, efficiente ed efficace. La fase culminante della ricerca di un lavoro è spesso rappresentata dal colloquio, anche se non è il caso di enfatizzarne l’importanza: in un percorso ben costruito, aver successo nel colloquio è molto più facile di quanto si creda. Tutto dipende dalla preparazione e dal rispetto di regole elementari. Lo scopo fondamentale del colloquio è verificare se sia possibile creare un’alleanza strategica tra azienda e candidato. Altre strade sono rappresentare dai corsi di specializzazione e dall’outplacement. Corno Consulting Group Srl 59