Un mendicante bussa alla porta…
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Un mendicante bussa alla porta…
L'ANGOLO DI PÈRE MARC FLICHY Un mendicante bussa alla porta… Samuele Vanni, La questua, Santuario della Verna. «Un mendicante bussa alla porta». La rivista Il Messaggio è aperta sul futuro e, nella sua immensa carità, consente dieci righe agli utopisti, appassionati della storia di Loreto, ma ancora più interessati al suo futuro. Se Dio lo permette, in ogni numero del Messaggio lasceremo una riflessione sull'avvenire della nostra cara città, un semplice grido di speranza. Ho cercato un titolo fisso che richiami l'attenzione. Ne ho trovato una1 quarantina. Tipo: Loreto e la sua vocazione profetica — Loreto speranza - Ritroviamo il cammino di Loreto - Loreto e il suo futuro - Loreto e la civiltà dell'amore - Loreto carismatica - È consentito sognare - Visione profetica di Loreto - Loreto vulcano in eruzione o cratere spento? - Parole impertinenti - Il Bambino pestifero di Loreto - Un elefante in una cristalleria... Finalmente ho chiesto il parere a un uomo famoso e un po' «cactus» della località. Lui mi ha risposto: «Tu non hai veramente un profilo di pachiderma. Perché non scegliere La GIRAFFA?... La giraffa è più adatta alla tua figura... La GIRAFFA guarda alto e lontano, la GIRAFFA bruca in alto, perché no?...». Il mio consigliere tecnico è uomo di fede. Ha dunque soggiunto: «Ma dobbiamo pregare lo Spirito Santo per avere la luce». In fine ho chiesto l'aiuto del Signore. In una profonda orazione notturna ho pensato a tante preghiere di Agostino nelle Confessioni. Lui supplica, supplica per avere la luce della verità. Ecco, le ultime parole delle Confessioni: «A te (Dio) bisogna chiedere di capire, in te cercare, alla tua porta bussare: così, solo così si riceve, si trova, ci viene aperto». In fine, anche se poco pubblicitario, il titolo della rubrica sarà: Un mendicante bussa alla porta... Loreto e la creatività Stendardo della Congregazione Universale della Santa Casa, particolare Chi legge attentamente i più importanti documenti di Papa Francesco o gli studi concernenti la sua persona è colpito dalla sua critica verso le forme d'immobilismo e di lenta ibernazione tuttora presenti nella Chiesa. Il Santo Padre ama la creatività. Anche nella storia di Loreto si riscontrano pesantezze e ristagnanti forze d'inerzia. In questo luogo l'attenzione è spontaneamente volta alla storia del santuario e alle gloriose tradizioni del passato. Siamo in presenza di una storia lunga, prodigiosa, richissima di grazia e di spiritualità. È possibile passare la vita intera in ricerche affascinanti nell'Archivio di Loreto. Ciò è necessario per alcune persone che hanno ricevuto questa missione. Il loro lavoro sugli inizi del santuario e sulla storia dei pellegrinaggi aiuta a riflettere anche sul futuro di Loreto! Ma è importante riservare l'attenzione verso il futuro e preparare l'avvento della Nuova Loreto. La storia biblica ci dimostra che Dio si serve di tutto e di tutti per la promozione misteriosa del suo Regno. Sarebbe interessante riscrivere in chiave attuale e in prospettiva futura la storia della creatività che si è vissuta a Loreto nel passato, specialmente nel secolo XVI. Poco tempo fa ho letto gli Atti del Convegno di studi svoltosi a Loreto nel settembre 1983. Ho notato che un momento decisivo per la rinascita dell'attuale Loreto è stata la fondazione della Congregazione Universale della Santa Casa (1883). I protagonisti della fondazione furono tre : una «trinità» molto caotica ma finalmente efficace. Il Fondatore fu il vescovo Tommaso Gallucci (18131897) che nel discorso d'apertura del Sinodo lauretano del 1874 si definì un uomo «che ha sempre odiato le novità». Il Gallucci era infatti un uomo tranquillo e di scarsa iniziativa, però il buon Dio si è servito di questo buon pastore di Loreto, che aveva il senso del governo ed era «buon conoscitore di uomini di cui sapeva saggiare le capacità». Un secondo personaggio importante nella promozione della Congregazione Universale (C.U.) fu un gesuita. Possiamo chiamarlo il «Persuasore occulto», «Iniziatore», «Ideatore», «Inventore» della C.U. Si tratta di Luigi Nannerini, nato a Fermo nel 1822 e, come tutti i marchigiani, assai devoto della Santa Casa. Il cappuccino Luca Gianfrancesco ne fa un ritratto poco esaltante: «Uomo dalla fantasia assai fertile, ottimista inguaribile fino all'ingenuità, si abbandonava facilmente all'entusiasmo che spesso gli giocava brutti scherzi, impedendogli di fare le scelte più indovinate di uomini e di mezzi. Più volte si imbarcò in imprese fallimentari in cui coinvolse Gallucci». Il terzo protagonista della C.U. è il padre cappuccino Pietro da Malaga, spagnolo (1841-1905), vero creatore e realizzatore, della C.U. e delle grandi opere del VI Centenario della Traslazione nel 1894. Possiamo ammirare il valore di questo religioso irreprensibile. Il padre Gianfranceschi lo descrive «uomo di temperamento forte, irascibile, autoritario e indipendente... Aveva la personalità tipica dell'uomo intraprendente e coraggioso, ma insofferente di limiti che ne ostacolino l'attività e ne mortifichino le iniziative». Mons. Tommaso Gallucci nel 1881 fu colpito da una terribile emiplegia e rimase pastore della sua diocesi in queste condizioni. Il Nannerini ha sofferto di alcuni smacchi causati dalla sua fantasia incontrollata. Il padre Pietro da Malaga fu perseguitato diverse volte ma riuscì con la sua tenacia a portare avanti il suo progetto di rinascita del santuario di Loreto. Una vicenda del passato che ha segnato una tappa positiva nella storia di Loreto... Mi sembra che la Santa Italia abbia bisogno anche oggi dell'impulso che scaturisce da una fontana sempre fresca per un'evangelizzazione aggiornata e permanente. Dove? - A Loreto. Loreto può e deve presentare la propria candidatura per il bene del Popolo di Dio. Le condizioni per la riuscita sono quelle del passato, ritrovando la collaborazione del trinomio: Autorità — Invenzione — Realizazzione. Ma occorre aprirsi all'intervento soprannaturale della grazia e all'azione dello Spirito Santo, sollecitati da una schiera di anime contemplative pronte a pagare il prezzo dell'impresa per la costruzione del regno di Dio. Il motore di ricerca a Loreto Filippo Bellini, Santa Caterina da Siena, Loreto, Cappella del Nome di Gesù (1592). «Santa Caterina da Siena, compatrona d'Italia e d'Europa, dopo l'estasi, passava all'azione» Il motore di ricerca è la carità «Charitas enim Christi urget nos... L'amore di Cristo ci spinge... Le cose vecchie sono passate, ecco sono nate di nuove» (2Cor 5,14ss). La carità è la regina delle virtù, il filo che tiene unite tutte le perle della collana. La carità muove tutte le virtù, anche la creatività. L'amore è creativo per se stesso. Platone affermava che l'amore è figlio della povertà e dell'espediente. L'amore è inquieto, preoccupato, animato della fame insaziabile di raggiungere l'amato, cerca tutti gli espedienti per arrivare alla sua meta. L'amante cerca sempre modi nuovi per piacere all'amato. Anche l'apostolo di Cristo si tuffa giorno e notte nella divina contemplazione per trovare l'amore bruciante per il prossimo. Questo amore pastorale lo spinge a cercare tutti i mezzi possibili affinché l'Amore sia amato. Santa Caterina da Siena, compatrona d'Italia e d'Europa, dopo l'estasi passava all'azione, e così tanti santi. Nell'intima comunione con il cuore di Gesù, fornace ardente di amore, i santi, come Vincenzo de Paoli, Giovanni Bosco, Teresa di Calcutta, vedevano con chiarezza i bisogni delle pecorelle di Cristo, bisogni che noi, cristiani egoisti e mediocri, non sappiamo vedere. La rivoluzione copernicana della Gaudium et Spes Nel passato la riflessione sulla Chiesa partiva dalla Chiesa stessa, ma correva il rischio di una mentalità farisaica, trionfalista, «autoreferenziale». La Costituzione dogmatica Gaudium et Spes segna un grande cambiamento nella mentalità ecclesiale, adottando una visione decentrata della Chiesa. La riflessione non parte dall'alto, dal magistero infallibile della Chiesa, ma dalla costatazione dei problemi, delle gioie, delle speranze, delle tristezze, delle angosce degli uomini, cristiani e no. Dopo quasi quarant'anni di lavoro in parrocchia vedo quanto è possibile il rischio di vivere l'apostolato in maniera autocentrata. Ad esempio, il sacerdote può diventare incline a organizzarsi e modificare l'orario della giornata come se fosse un funzionario : non vorrà essere disturbato durante i pasti, rendersi disponibile per incontri serali o in ore scomode, anche se è chiamato per dare i sacramenti a un malato. L'esempio di san Bernardino da Siena (1380-1444) Il grande predicatore francescano programmava il tempo a partire dai bisogni della gente : «Il Santo s'informava scrupulosomente degli usi e costumi della gente dei posti dove si recava, e anche dei guai che li affliggevano; sapeva se una città era divisa in fazioni avverse... Peregrinando tra i campi e sulle colline del Senese, aveva dato prova ai suoi uditori di conoscere i rischi della vendemmia e del raccolto, così prese dimestichezza con le abitudini ; a Venezia dei piccoli commercianti... a Milano con quelle degli artigiani che forgiavano le corazze. In Lombardia predicò sopratutto contro la guerra civile; a Venezia, sul commercio e sull'usura; in Toscana, contro la sodomia e l'avarizia. Cercava anche d'imparare i dialetti delle varie regioni...» (Iris Origo, Vita, p. 45). Pensare Loreto a partire dai bisogni delle anime Dobbiamo venire incontro alle domande e ai bisogni della gente. E' necessario conoscere le difficoltà dei cristiani di oggi. Nel mondo commerciale si dice: "Il cliente è re", anche se il principio comporta tanti sacrifici! Nella Chiesa non si può anteporre la comodità della canonica o Filippo Bellini, San Bernardino da Siena, Loreto, Cappella del Nome di della comunità, ma il bene delle anime.Allora, come san Gesù (1592). «Il grande predicatore francescano programmava il tempo a Bernardino da Siena, è necessario passare dall'osservazione alla prassi pastorale. Nei luoghi di pellegrinaggio, il legame tra confessione, liturgia e catechesi è importante. A Loreto il penitenziere che ascolta migliaia di volte la disgrazia delle coppie separate, dei celibi in lotta per la castità, delle famiglie senza figli, dei fedeli afflitti da varie dipendenze, sente il desiderio di far incontrare ai pellegrini un santuario, o almeno la presenza di una struttura, che sia un luogo d'insegnamento e di irradiazione di un forte messaggio evangelico. E' auspicabile allora che il santuario di Loreto diventi un luogo dove i grandi problemi della società sono illuminati dalla presenza di gruppi ferventi nella preghiera, dalla testimonianza incessante di famiglie sane e di laici impegnati nella Nuova Evangelizzazione. Così sarebbe data una visibilità alla "Gioia del Vangelo"! AGGIUNGEREMO ALTRE RIFLESSIONI PERIODICAMENTE…