alimenti in scatola - Mangio sano, informato e soddisfatto
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alimenti in scatola - Mangio sano, informato e soddisfatto
NEGOZIO E… Ceci, piselli, fagiolini al naturale, ma anche carotine, mais, “macedonie” di verdure, contorni con più ingredienti. Le verdure in barattolo si offrono in moltissimi gusti e un numero sempre maggiore di preparazioni. Hanno dalla loro parte l'indiscutibile vantaggio della estrema praticità: basta aprire il barattolo e servirsi. Lo scotto da pagare? Una perdita di vitamine e di gusto, tanto maggiori quanto più lunga è la conservazione. La sterilizzazione in barattolo è una delle più diffuse tecniche di conservazione, e il suo uso ebbe inizio nel IXX secolo. Insieme a tecniche antichissime come l'essiccazione di carne e pesce con il sole, e l'uso del sale, fino ad arrivare a operazioni moderne come la surgelazione e la liofilizzazione, fa parte dei metodi che l'uomo ha messo a punto nel corso della sua evoluzione per mantenere a lungo le derrate alimentari proteggendole dai diversi fattori di degradazione. TEST “CERCA L'INTRUSO” Tra questi prodotti elencati quale non è un prodotto conservato con la sterilizzazione: tonno in scatola q crema di carciofiq latte condensato q INDAGINE Tra gli scaffali del supermercato cerca i prodotti in “scatola” e raggruppali per categoria. Quali sono quelli che hanno più varietà? frutta q carni q ortaggiq cereali q pesceq macedonie q legumi q ALIMENTI IN SCATOLA OCCHIO ALL'ETICHETTA A osservare un barattolo di conserva sembra che non ci sia granché da leggere. Invece può essere interessante scoprire alcune cose. Incominciamo dall'elenco degli ingredienti. CONSERVANTI SI' O NO? “Verdura conservata” non è sinonimo di “verdura con conservanti”. In realtà, la lunga vita di questi prodotti è data dai trattamenti termici di sterilizzazione che portano alla distruzione da una parte degli enzimi e dall'altra di tutti i microrganismi presenti che porterebbero l'alimento a degradarsi. Per questo motivo è difficile trovare tra gli ingredienti di un ortaggio in barattolo i conservanti. C'è però una sostanza classificata come “antiossidante”, utilizzata nelle giardiniere e in prodotti preparati con carciofini e patate: è l'anidride solforosa (codice E220). Evita l'imbrunimento di questi ingredienti. L'anidride solforosa è un additivo diffuso (è sempre presente nel vino) ma tossico (tra l'altro distrugge la vitamina B1). IL PESO E' PRECISO? Quando si tratta di “liquido di governo”, nel senso di una componente di scarso valore come l'acqua, sul barattolo deve sempre essere riportata la doppia indicazione del peso totale e del peso sgocciolato. E' un dato da tenere sotto controllo per confrontare confezioni apparentemente simili. Attenzione, però: se insieme all'acqua è aggiunto dell'olio, l'indicazione del peso sgocciolato potrebbe mancare: questo accade spesso per le “macedonie” di ortaggi. MA QUANTO DURANO? I produttori danno alle loro conserve date di scadenza di due-tre anni dopo la preparazione. Ma alcuni studi effettuati hanno verificato che già dopo meno di un anno si sono perse alcune particolarità del gusto. Bisogna controllare il codice del lotto stampigliato sul barattolo: ad ogni anno corrisponde una lettera. E' una regola che vale per tutte le conserve vegetali. Campagna promossa dall'Unione Europea - Schede scuole medie Responsabile del progetto: ACU - Associazione Consumatori Utenti - Onlus Progetto editoriale: Giubilesi & Associati - Progetto grafico: Luca Negri & Associati - Milano ENTRA IN Mangio sano , in for mat o e soddisfatto PER SAPERNE DI PIU’ COME VENGONO PREPARATE Le diverse fasi della preparazione delle verdure in barattolo sono simili a grandi linee, ai procedimenti delle tecniche casalinghe per ottenere le conserve. I vegetali sono scelti, puliti, tagliati, lavati e quindi sottoposti a un rapido trattamento in acqua bollente o con vapore. E' una “scottatura” che prende il nome di blanching e ha lo scopo di inattivare gli enzimi presenti sulla superficie dell'ortaggio e che potrebbero provocare trasformazioni non desiderabili, in primo luogo un cambiamento di colore. Questo ha sostituito l'uso di coloranti. Le verdure vengono dunque messe nei barattoli di vetro o nelle latte insieme al liquido previsto: acqua e sale, aceto, miscele di acqua e aceto, a volte olio. Si chiude e si passa alla sterilizzazione, che vale allo stesso tempo come cottura. MA QUAL E' LA CAUSA DELL'ALTERAZIONE? Sono numerosi i fattori che possono portare un alimento, di origine sia vegetale che animale, all'alterazione. Vediamoli. I microrganismi Non si vedono, ma sono dappertutto: nell'aria come sulla nostra pelle, sulla buccia dei vegetali, sugli strumenti di cucina. Solo alcuni sono “cattivi” e a volte risultano invece utili. Sono i batteri, le muffe, i lieviti: moltiplicandosi, però, alterano gli alimenti, facendoli marcire e ammuffire. Gli enzimi Sono molecole presenti naturalmente negli alimenti. Nelle carni permettono la frollatura, e sempre gli enzimi provocano rammollimento, perdita di freschezza, inscurimento, nella frutta e nella verdura Il caldo Con le alte temperature sono accelerati sia l'azione degli enzimi che la crescita dei microrganismi. L'umidità L'aumento di umidità, oltre a provocare il rammollimento, favorisce lo sviluppo di batteri e muffe. L'aria e la luce L'ossigeno dell'aria e la luce degradano alcune vitamine, come la A e la C, portano a cambiamenti nel colore (pensa alla mela tagliata) e, all'irrancidimento dei grassi. Il tempo E' la causa principale (seppur indiretta) di alterazione: tanto più tempo passa dalla raccolta del vegetale, dalla macellazione dell'animale, dalla preparazione della conserva, tanto più probabile sarà l'alterazione. Naturalmente non mancano le eccezioni (come il buon vino). FAIFAICOSI CUCINA COS’Ì IN IN CUCINA COSI' EVITI IL BOTULINO C'è molta soddisfazione a preparare da sé le conserve, ma non bisogna dimenticarsi di seguire le regole di sicurezza. Sì, perché le nostre cucine non sono industrie conserviere con sterilizzatori e autoclavi, e quindi le pratiche d'igiene devono essere sempre seguite con attenzione massima. In particolare, è importante garantirsi il più possibile dallo sviluppo del botulino, un batterio che produce una tossina mortale (dà un effetto simile al tetano e, in effetti, il Clostridium botulinum ha molte caratteristiche in comune con il Bacillus tetani). Il botulino si trova normalmente nella terra, e da questa può passare ai vegetali (coltivati ma anche spontanei, come i funghi) e ritrovarsi infine nel piatto, se al momento della preparazione la pulizia non è più che perfetta. Il problema dello sviluppo del botulino non si pone per i cibi freschi: questo batterio non si moltiplica in presenza di aria, e le poche cellule che possono essere presenti non danno effetti negativi per la nostra salute. Ma quando invece si trova chiuso in un barattolo di conserva ha tutto il tempo per aumentare di numero e produrre la tossina. Come fare per diminuire il più possibile il rischio? Anche per il botulino può valere il famoso slogan: “se lo conosci lo eviti”. E' importante sapere, quindi, che questo batterio non ama l'acidità, perché ne inibisce la crescita. Di conseguenza: è meglio preparare le conserve sott'aceto, oppure cuocere nell'aceto le verdure prima di metterle sott'olio. Per le conserve di frutta, è meglio dare la preferenza a quelle di agrumi o aggiungere sempre abbondante succo di limone. Altra caratteristica importante del botulino è che insieme alla forma vegetativa normale è presente sotto una “forma di resistenza” chiamata spora, in grado di sopravvivere al trattamento al calore. Con un primo riscaldamento, quindi, vengono uccisi i batteri “normali” ma non le spore. Quando la temperatura ritorna bassa, la spora passa alla forma normale. A questo punto, un nuovo trattamento al calore uccide anche questo secondo gruppo di batteri. E' per questo che, per molte preparazioni, si effettua prima una “precottura” o una pre-sterilizzazione e, poi, dopo il raffreddamento, un altro riscaldamento.