Verbale dell`incontro UCID Gruppo Lazio – Giuseppe Vegas 04

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Verbale dell`incontro UCID Gruppo Lazio – Giuseppe Vegas 04
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VERBALE DELLA RIUNIONE
DEL 04 APRILE 2016
“INCONTRO DELL’UCID CON IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, DOTT. GIUSEPPE VEGAS”
Il giorno 04 aprile 2016, alle ore 16.15, una delegazione del Gruppo Ucid del Lazio si è
incontrata con il presidente della CONSOB, Giuseppe Vegas, presso la sede della
Commissione nazionale per le società e la Borsa.
Sono presenti alla riunione, insieme al Consulente Ecclesiastico Mons. Paolo Schiavon, i
seguenti membri dell’UCID:
Riccardo Pedrizzi, Antonio Bertani, Dario Pasquariello, Orlando Iannarilli, Francesco
Saponaro, Cesare San Mauro, Luigi De Bernardis, Francesco Giusti, Giuseppe Schlitzer,
Gianluca Grossi, Alessandro Santoro, Massimiliano Guida, Giorgio Cassan, Stefano Pighini.
Il dott. Riccardo Pedrizzi, Presidente Regionale dell’UCID Lazio e Vice Presidente nazionale
per il Centro Sud d’Italia, ha ringraziato Giuseppe Vegas, Presidente della CONSOB, e ha
introdotto l’argomento dell’incontro: CRISI DELLE BANCHE E NECESSITA’ DI UNA
RIVOLUZIONE ANTROPOLOGICA.
Il dott. Pedrizzi presenta l’UCID e la sua missione e propone un’analisi in merito alla
responsabilità di CONSOB e BANKITALIA nella crisi di CariFerrara, Banca Marche, Popolare
dell’Etruria e CariChieti. Ravvisa la necessità di formulare un’azione di controinformazione
che risponda al clima di demagogia e populismo costituitosi nei confronti delle Authority e
che dimostri che non saranno le norme e le sanzioni ad evitare per il futuro altre crisi ma un
cambiamento etico. Pone, inoltre, in evidenza che il risparmio non è una merce come le
altre, ma un valore ed una virtù.
Prende la parola il dott. Giuseppe Vegas, Presidente della CONSOB e, in merito alla
tematica proposta, interviene con un’analisi dettagliata toccando i seguenti temi:
Argomento 1: IL VALORE DEL RISPARMIO
Il dott. Vegas ritiene che il problema principale per quanto riguarda l’economia ed il
risparmio sia la cupidigia, secondo la quale molti operatori economici cercano di
guadagnare il massimo possibile, con mezzi non sempre leciti.
Il risparmiatore, poi, che decide di investire i suoi risparmi in un prodotto finanziario
che gli renda da tre a quattro volte il tasso di interesse medio sul mercato, dovrebbe
razionalmente porsi il problema se sia o meno il caso di rischiare.
Questo non vuol dire eliminare il rischio poiché il rischio è connaturale ad ogni attività
economica.
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Pertanto, il ruolo delle istituzioni pubbliche deve essere quello di cercare di portare
questo rischio entro livelli compatibili con il rischio medio. Esso non si può abolire ma
occorre cercare di limitarlo attraverso una serie di modalità, a partire dalla
regolamentazione fino alle sanzioni.
Rileva come, nel campo normativo, il risparmio sia un valore fondamentale per lo
sviluppo dell’economia. Ecco perché a tutela di questo valore sono preposti una serie di
organismi.
Argomento 2: IL MECCANISMO DEL “BAIL IN”
Il dott. Vegas osserva come il nuovo meccanismo europeo abbia portato a un sistema
definito di “bail in” che ha realizzato una parificazione tra le banche e le imprese normali,
che è stato recepito in Italia troppo tardi ed è viziato dall’asimmetria informativa nei
confronti dei consumatori;
espone, quindi, le ragioni che hanno spinto il Governo ad anticipare l’entrata in vigore
della legge con un decreto legge al fine di evitare che nella procedura di risoluzione delle
banche in difficoltà, venissero coinvolti soprattutto i conti correnti superiori ai centomila
euro appartenenti alle imprese, causandone il fallimento.
Sotto questo profilo, il dott. Vegas ritiene che l’azione sia stata ragionevole, tuttavia
riscontra due tipi di problemi:
la prima questione è che altri paesi europei sono riusciti a trattare con la BCE prima
dell’entrata in vigore del “bail in” ottenendo un sostegno dalle banche in difficoltà,
mentre l’Italia questo non lo ha ottenuto;
La seconda questione riguarda le quattro banche in risoluzione, per le quali circa il
75% delle obbligazioni subordinate erano state sottoscritte prima del 2007, in anni,
cioè, nei quali la realtà economica era completamente diversa da quella attuale.
L’applicazione del “bail in” è dunque ragionevole se il risparmiatore viene avvertito
nel momento in cui fa l'investimento.
Argomento 3: IL PROBLEMA DELLA STABILITÀ E LA FUGA DAGLI SPORTELLI
premesso che la CONSOB si occupa di trasparenza e la Banca d'Italia si occupa
esclusivamente del fattore “della stabilità” ossia della solidità delle banche, c'è da
ricordarsi che ultimamente la BCE ha obbligato le banche più grandi ad applicare una serie
di misure basate sostanzialmente sul rafforzamento patrimoniale e che, in seguito
all’imposizione di più stringenti requisiti patrimoniali, il flusso di risorse fra le banche ed il
mercato sia diminuito notevolmente e sia venuto a mancare il finanziamento dall’economia
reale.
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L'approccio alla sola stabilità in questo senso porta all’introduzione di meccanismi
di segretazione di molte iniziative prese dal sistema bancario. Essi vengono giustificati dal
fine di evitare la fuga dagli sportelli per le banche in difficoltà. Non dichiarare, però, qual è
la banca in difficoltà potrebbe portare ad una crisi sistemica, giacché il timore dei
depositari e la conseguente fuga dagli sportelli, potrebbe coinvolgere tutto il sistema
bancario.
IL BILANCIAMENTO FRA TRASPARENZA E SOLIDITÀ
Sarebbe stato pertanto necessario un bilanciamento fra trasparenza e stabilità, per
cui se prima dell’entrata in vigore del “bail in”, fosse stata resa pubblica la situazione di
crisi, forse, si sarebbero potute prendere iniziative per il risanamento in modo da poter
tutelare i risparmiatori.
L’IMPORTANZA DI EDUCARE L’INVESTITORE
Cero è difficile distinguere tra chi è stato ingannato e chi invece ha voluto
volontariamente rischiare. E’ chiaro che il problema riguarda l’educazione del consumatore.
Come soluzione esistono già degli strumenti, come il prospetto, attualmente troppo
complicato per essere funzionale allo scopo informativo. La CONSOB, perciò, ha
predisposto le avvertenze contenute nelle prime pagine del prospetto, tramite le quali il
consumatore viene messo in condizione di conoscere tutti i fattori di rischio presenti in
quel determinato investimento.
Tanto più l’investitore è una persona inadeguata a quel tipo di investimento tanto
più afferma di non esserlo.
LA PASSAPORTABILITÀ DEI FONDI
Il rischio dell’inserimento di meccanismi più severi di controllo del risparmio può
provocare, però, la fuga del risparmiatore verso i fondi esteri, in Paesi dov’è c’è meno
controllo e meno tutela. Il dott. Vegas ritiene quindi che, per evitare questo, i sistemi di
controllo dovrebbero essere uniformi in tutta l’Unione Europea.
Inizia il dibattito
1) DOMANDA: Il dott. Pedrizzi osserva come sia stato proposto di istituire una terza
Authority dedicata esclusivamente alla tutela del risparmio. Chiede dunque al
Presidente Vegas se sia d’accordo o se secondo lui vadano rafforzate le due già
esistenti, ossia Banca d’Italia e Consob.
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2) RISPOSTA: Il dott. Vegas afferma di non aver trovato argomenti convincenti
rispetto al progetto di una nuova autorità sul risparmio. Ritiene che questa
nuova Authority, si andrebbe a sovrapporre agli organismi già esistenti preposti a
quelle attività.
Il dott. Pedrizzi pone una seconda domanda:
1) DOMANDA: Il dott. Pedrizzi chiede se il ripristino della legge Glass-Steagall,
introdotto dopo la grande crisi del 1929 da Roosevelt sulla separazione fra
banche d’affari e banche commerciali sia, oggi, una soluzione praticabile.
2) RISPOSTA: Il dott. Vegas dà risposta positiva affermando che il ripristino della
legge Glass-Steagall è attualmente nel dibattito politico ma ne riconosce un
problema pratico, ossia che il nostro sistema bancario non è attrezzato. A suo
avviso “si può anche pensare di separare, però operare questa separazione
significa anche desertificare il sistema bancario nazionale”. Dunque, secondo il
parere del dott. Vegas, in linea di massima sarebbe condivisibile, ma in pratica
sarebbe rischioso.
Interviene il dott. Dario Pasquariello:
1) DOMANDA: alla luce dell’attuale crisi di liquidità per la quale le banche hanno
“chiuso i rubinetti” nei confronti degli imprenditori, chiede perché non venga
creato un meccanismo che salvaguardi il flusso degli impieghi e dei fondi alle
imprese.
2) RISPOSTA: il dott. Vegas ritiene che innanzitutto bisognerebbe far si che si crei un
volano di finanziamento parallelo che derivi dal mercato, soprattutto per il
tessuto delle medie imprese. Per fare questo è necessario creare fiducia negli
investitori privati, ed anche attuare un intervento pubblico che consenta alle
imprese di utilizzare per i propri titoli dentro uno strumento pubblico. In
Polonia, ad esempio, è stato fatto. Ritiene inoltre che questo problema dipenda
anche dalla mentalità di alcuni imprenditori, i quali preferiscono indebitarsi con
il sistema bancario piuttosto che patrimonializzare l’impresa con mezzi propri.
Interviene il dott. Francesco Giusti:
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1) che chiede al Presidente Vegas alcune informazioni riguardo al nuovo Arbitro
Consob.
2) RISPOSTA: il dott. Vegas illustra le caratteristiche del nuovo sistema di arbitrato
Consob confidando che sia un meccanismo che consenta una maggiore fluidità
nei rapporti, con un approccio più “friendly”.
Interviene il dott. Cesare San Mauro:
1) che chiede se la Consob soffra del suo limite territoriale in un mercato globale
europeo.
2) RISPOSTA: Il dott. Vegas conferma che la CONSOB soffre del suo limite
territoriale. Ritiene, infatti, che si debba creare un organismo di vigilanza unico
a livello europeo che consenta di rappresentare l’Europa come un’unità
territoriale simile agli Stati Uniti, alla Cina o all’India.
1) Inoltre, il dott. San Mauro chiede al dott. Vegas la sua opinione sulla
trasformazione delle banche di credito cooperativo in società per azioni.
2) RISPOSTA: Il dott. Vegas confessa di non essersi mai occupato di banche di
credito cooperativo in quando non rientrano nella competenza della CONSOB
(ossia banche quotate e banche che emettono titoli diffusi). Ritiene, però, che “è
vero che va bene rafforzare lo strumento bancario rendendolo più forte e più
solido, però il mondo non è uguale sempre e dappertutto e anche fare delle
differenziazioni ha la sua ragione. Omogeneizzare sempre tutti non è la cosa
migliore, è necessario sempre un minimo di alternativa”.
Interviene il dott. Orlando Iannarilli:
1) che pone una domanda in merito al discorso sull’avidità dei risparmiatori.
Osserva infatti che spesso appaiono sulle piattaforme di trading online delle
pubblicità fuorvianti nelle quali si promettono guadagni esorbitanti e chiede se
Consob stesse facendo qualcosa nei confronti di questi soggetti.
2) RISPOSTA: il dott. Vegas afferma che Consob si occupa anche di trovare e
denunciare questi soggetti con la conseguente chiusura del loro sito web.
Ritiene comunque che in questi casi la truffa sia talmente evidente che il
riconoscerla rientri nelle capacità ordinarie di cautela di tutti.
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1) Inoltre, il dott. Iannarilli afferma che, se da un parte è vero che del “bail in” si
cominciava a parlare già dal 2014, senza che i risparmiatori ne venissero a
conoscenza, è anche vero che quelle quattro banche erano commissariate,
quindi “investire lì significava comprare obbligazioni di aziende, di fatto, in quasi
liquidazione”. Il dott. Iannarilli fa dunque presente, a suo avviso, la
responsabilità importante dei risparmiatori, ai quali si può rimproverare di non
essersi informati di una realtà evidente a tutti.
Si riscontra, poi, spesso da parte dei risparmiatori un gravissimo problema di non
diversificazione, il problema, quindi, sta nell'assenza di cultura finanziaria.
2) RISPOSTA: il dott. Vegas concorda sul fatto che il problema sia di cultura
finanziaria. Afferma che per risolvere questo problema CONSOB ha inserito nel
proprio sito una pagina apposita di educazione finanziaria al cui interno sono
inserite delle regole di disciplina negli investimenti. Rispetto al problema della
differenziazione il dott. Vegas mette in luce quanto il fenomeno purtroppo sia
comune soprattutto nelle realtà locali, dove i rapporti tra i risparmiatori ed il
personale bancario sono molto più familiari.
1) Il dott. Santoro pone al Presidente Vegas una domanda relativa all’emissione dei
minibond per le imprese, chiedendo qual è la posizione dell’autorità di
controllo nei confronti di questa ipotesi alternativa di finanziamento.
2) RISPOSTA: il parere del dott. Vegas, riguardo a questi strumenti alternativi come i
Minibond e il Crowdfunding, è favorevole ma è anche vero che la Consob ha
dovuto limitarne il quantum e stabilirne il passaggio tramite un intermediario
in quanto, a suo avviso, sarebbe rischioso lasciarli senza controllo.
1) Il dott. Massimiliano Guida riporta il focus del discorso sull’etica del lavoro,
identificandola con il fulcro degli interessi dell’Ucid. Riprende, infatti, il discorso
iniziale del dott. Pedrizzi concordando con l’idea che il problema sia culturale, e
rileva che nella crisi delle banche non sia da trascurare la responsabilità del
sistema bancario in generale. Il dott. Guida chiede se sia possibile pensare ad
sistema di autocontrollo fra le banche strutturato tramite la creazione di un
fondo di solidarietà costituito da una percentuale di autotassazione dagli utili
di tutte le banche. Il dott. Guida osserva inoltre che potrebbe essere anche un
valore aggiunto per gli investitori, i quali potrebbero decidere di rivolgersi ad un
determinato gruppo bancario, proprio perché esso ha costituito volontariamente
un fondo di salvaguardia.
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2) Il dott. Vegas afferma che questo sistema esiste già ed è il Fondo Interbancario di
Garanzia. Osserva che il problema è che questo fondo viene considerato come
una sorta di imposizione fiscale, in quanto alle banche è imposto di contribuire
(per questo non è stato possibile utilizzarlo per fare da ammortizzatore nel caso
delle quattro banche). Se fosse una scelta volontaria sarebbe diverso; sarebbe
infatti giusto applicare dei principi etici ma questo non si può imporre per legge.
Interviene il dott. Pedrizzi osservando di essere rimasto molto colpito dall’impatto
mediatico di queste vicende, le quali hanno riguardato 10.500 risparmiatori per 340
milioni, quando con Parmalat erano 150mila risparmiatori per 14 miliardi e Cirio per 35mila
risparmiatori. Osserva come rispetto alle proporzioni l’impatto sulla pubblica opinione sia
stato molto diverso.
Il dott. Guida osserva che ad essere cambiata notevolmente è la trasmissione mediatica. Fa
notare infatti come all’epoca di Parmalat e Cirio non ci fosse Internet.
Monsignor Paolo Schiavon, Consulente Ecclesiastico dell’UCID Gruppo Lazio e della Sezione
UCID di Roma, conclude ringraziando il dott. Giuseppe Vegas, Presidente della CONSOB, per
la sua disponibilità e per la ricchezza di contenuti della sua esposizione. Ricorda come
l’UCID condivide quegli stessi contenuti in quanto provengono dal patrimonio della Dottrina
Sociale della Chiesa.
Il Presidente Vegas ringrazia a sua volta con l’augurio di avere presto altri incontri.
Alle ore 18.15, non essendoci altre domande, la riunione è conclusa.
Roma, 04 Aprile 2016
Verbalizzante Edoardo Marini.