Speciale - B2B24

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Speciale - B2B24
Novembre 2013
217 Novembre 2013
SPECIALE Azionamenti e motion control
n. 217 anno 24
Automazione
Industriale
Il Sole 24 ORE S.p.A. – Sede operativa - via Carlo Pisacane 1, ang. SS Sempione - 20016 Pero (Milano) - Rivista mensile, una copia € 5,00
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Speciale
Azionamenti e motion control
Automazione applicata
Industria del mobile
In copertina
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L'automazione
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©2013 National Instruments. Tutti i diritti riservati. LabVIEW, National Instruments, NI e ni.com sono marchi registrati di National Instruments. Altri prodotti e nomi
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Editoriale
Quella strana
voglia di investire
Ebbene, sì, c’è ancora chi ha voglia di investire in tecnologia. In questo
numero trovate due esempi provenienti da settori strategici, food &
beverage e industria del mobile. Si tratta di nomi altisonanti, Barilla
e Ikea, grandi multinazionali assai diverse per mercato di riferimento,
provenienza e fatturato, e tuttavia molto simili nella voglia di innovare
e nell’impegno a puntare sulla sostenibilità e sulla qualità di prodotto
e servizio al cliente, massimizzando al contempo la loro efficienza e la
loro competitività sui mercati nazionali e internazionali. Entrambe
scelgono direttamente (Barilla) o indirettamente (Ikea) tecnologie
di automazione, robotica e supervisione di ultima generazione nel
perseguire i loro obiettivi.
Barilla introduce nuovi veicoli Lgv e una piattaforma software integrata
di Wms in uno dei poli logistici più importanti del suo network
distributivo, il magazzino di Pedrignano, che gestisce il 25% dei volumi
globali del gruppo.
Ikea scommette invece su nuovi fornitori italiani della filiera del legno,
in virtù dell’elevato grado di automazione delle loro linee di produzione
e assemblaggio, premiando in particolare le loro tecnologie Hmi/Scada
e le funzioni di teleservice, strategiche nel conciliare produttività elevata
e qualità massima dei pezzi lavorati.
Produzione e logistica sono ancora luoghi carichi di potenzialità nel
percorso verso l’efficienza e la competitività, mentre le tecnologie di
automazione si confermano mezzi indispensabili. A patto che si voglia
(o si possa) ancora investire.
Valeria Villani
Novembre 2013 - Automazione Industriale
■
005
Sommario Novembre 2013
La parola
ai professionisti
Identificazione
storia scritta nel codice
026 Una
di Massimiliano Cassinelli
Energy Manager
054 di Valeria De Domenico
I signori dell’Energy
Logistica
automatizza il magazzino
028 Barilla
di Pedrignano con gli Lgv
Tecnicamente
di Valeria Villani
Reti
056
Food & beverage
sceglie la codifica
031 Heineken
Markem-Imaje
di Laura Rubini
Come realizzare un’efficiente
catena M2M
a cura di Carolina Mirò
ed Physical
060 Unifi
Infrastructure per l’automazione
industriale - prima parte
di Andrew Banathy e Dan McGrath
Software
I servo-azionamenti Allen-Bradley Kinetix
5500 costituiscono un importante
tassello del portafoglio Midrange di
Rockwell Automation.
Gestionali
Hana, Sap approda
064 Con
nel manifatturiero
di Massimiliano Cassinelli
Speciale
Azionamenti e motion control
Editoriale
strana
005 Quella
voglia di investire
dalla crisi: azione!
033 Uscire
di Massimiliano Luce
Progettazione
quel che conta è produrre
066 Se
meglio
di Giorgia Andrei
di Valeria Villani
Scenari
Visti dal campo
034
della creatività
010 L’industria
di Valeria De Domenico
La sicurezza per gli assi
verticali
di Andrea Colombo
Applicazioni
Prima fila
In copertina
per una logistica
038 Azionamenti
verde
di Anja Schütz
5500, per un motion
014 Kinetix
scalabile e integrato
di Alice Alinari
bando la complessità
040 Aldi Andrea
Colombo
Prodotti
In dettaglio
Robotics, new entry
068 Comau
d’autunno
di Laura Rubini
delle reti industriali
070 Ildi futuro
Andrea Colombo
mobile touch TC55: pc
072 Nuovo
o smartphone?
di Laura Rubini
Attualità
Energy management
cienza energetica si ripaga
018 L’effi
negli anni
di Massimiliano Cassinelli
ha fatto il vuoto
042 L’automazione
di Andrea Colombo
diversificare è
044 Packaging,
meglio
News
074 Rassegna
a cura di Franco Gori
di Andrea Colombo
Automazione applicata
Security
020 di Adolfo Violante
Manifatturiero sotto assedio
Prodotti
046 Rassegna
a cura di Massimiliano Luce
e IT convergono
024 Automazione
in Vpn
di Alice Alinari
Industria del mobile
italiana
076 L’automazione
nella produzione Ikea
di Alice Alinari
sul design
080 Concentrati
degli arredi
di Giorgia Andrei
006
■
Automazione Industriale - Novembre 2013
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Aziende citate
anno 24 - numero 217 - Novembre 2013
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Abb _________________________ 046
Moog ________________________ 040
Barilla ________________________ 030
Motorola Solutions ______________ 072
Bawer ________________________ 012
National Instruments _____________ 052
Bosch Rexroth __________________ 048
Omron Electronics _______________ 043
B&R Automazione Industriale _______ 047
Pamoco _______________________ 048
Comau _______________________ 069
Panasonic _____________________ 050
Datalogic ______________________ 027
Panduit _______________________ 063
Elettric80 _____________________ 030
Parker Hannifin _________________ 049
Endian________________________ 025
Process _______________________ 079
Enea _________________________ 055
Progea _______________________ 079
Garnet ________________________ 046
Pilz _______________________036, 074
Green-Building _________________ 019
Robox ________________________ 048
Heineken France ________________ 031
Rockwell Automation ______ 016, 045, 075
DIRETTORE EDITORIALE BUSINESS MEDIA: Mattia Losi
Hms _________________________ 071
Sap __________________________ 065
Idc __________________________ 022
Schneider Electric _______________ 052
Ikea _________________________ 079
Sick ______________________052, 074
PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 ORE S.p.A.
SEDE LEGALE: Via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano
PRESIDENTE: Benito Benedini
AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu
Kontron _______________________ 058
Siei Peterlongo electric ____________ 050
Lika Electronic __________________ 046
Siemens ______________________ 047
Manuex _______________________ 079
Siemens Plm Software _________066, 081
Markem-Imaje __________________ 031
Sistemi Avanzati Elettronici ________ 047
maxon motor Italia _______________ 039
Socomec _____________________ 075
Mitsubishi Electric _______________ 050
Trend Micro ____________________ 022
DIRETTORE RESPONSABILE: Pierantonio Palerma
CAPOREDAZIONE CENTRALE BUSINESS MEDIA
Claudio Bonomi, Patrick Fontana
REDAZIONE: Valeria Villani (Responsabile di Redazione),
Virna Bottarelli, Massimiliano Luce
UFFICIO GRAFICO: Elisabetta Delfini (coordinatore), Elisabetta Buda,
Patrizia Cavallotti, Elena Fusari, Laura Itolli, Silvia Lazzaretti, Luciano Martegani,
Cristina Negri, Diego Poletti, Luca Rovelli, Walter Tinelli
SEGRETERIA DI REDAZIONE BUSINESS MEDIA: Anna Alberti,
Donatella Cavallo, Rita Galimberti, Laura Marinoni Marabelli,
Paola Melis, Elena Palazzolo, Katia Simeone, Caterina Zanni
[email protected]
COLLABORATORI: Alice Alinari, Giorgia Andrei, Andrew Banathy,
Massimiliano Cassinelli, Andrea Colombo, Valeria De Domenico, Franco Gori,
Dan McGrath, Carolina Mirò, Laura Rubini, Anja Schütz, Adolfo Violante
SEDE OPERATIVA: Via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (MI) - Tel. 02/3022.1
UFFICIO TRAFFICO E PUBBLICITÀ: Tel. +39 02 30226060
STAMPA: FAENZA INDUSTRIE GRAFICHE S.r.l.
Via Vittime Civili di Guerra, 35 - 48018 Faenza (RA)
Inserzionisti
Abb __________________________ 023
Panasonic Electric Works __________ 009
Asita _________________________ 045
Prima Electro ___________________ 041
Angelo Baldrighi ________________ 057
Progea _______________________ 037
B&R Automazione Industriale ______ II cop.
Repcom ______________________ 025
Beckhoff Automation ___________ IV cop.
Rockwell Automation ____________ I cop.
EPLAN Software & Service _________ 049
RS Components _______________ III cop.
Kabelschlepp ___________________ 004
Schneider Electric _______________ 053
KEBA_________________________ 027
Sew Eurodrive __________________ 073
Keller ________________________ 059
Sick _________________________ 051
Mitsubishi Electric _______________ 007
SPS/IPC/DRIVES 2014 ____________ 017
National Instruments _____________ 003
Tex Computer __________________ 067
Omron________________________ 013
TPA Italia 2014 _________________ 063
Pamoco _______________________ 069
Zuken ________________________ 021
008
■
Automazione Industriale - Novembre 2013
Prezzo di una copia 5,00 euro
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ROC n. 6553 del 10/12/2001
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contenenti dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si
applica l’art. 24, comma 1, lett. d del D.Lgs n. 196/03, per inviarLe la rivista in abbonamento od in
omaggio. Potrà esercitare i diritti dell’ art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione,
ecc.) rivolgendosi al Responsabile del trattamento, che è il Direttore Generale dell’Area Professionale,
presso Il Sole 24 ORE S.p.A., l’Ufficio Diffusione c/o la sede di via Carlo Pisacane 1 - 20016 Pero (Mi)
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Visti dal campo
L’industria
della creatività
Il nostro girovagare a caccia
di ‘automazione sul campo’
ci conduce questo mese in
Basilicata, a Jesce, vicino Matera,
dove sorgono gli stabilimenti
di Bawer, azienda specializzata
nella produzione di componenti
e accessori in acciaio
di Valeria De Domenico
Pasquale Lorusso, presidente
e fondatore di Bawer
010
Automazione Industriale - Novembre 2013
A
rea industriale di Jesce.
Difronte a noi le colline
rugose sulle quali nel
tempo è stata intarsiata Matera.
Ad accoglierci presso gli uffici
di Bawer c’è Pasquale Lorusso,
fondatore e ora amministratore
unico dell’azienda che ci accingiamo
a conoscere.
Il presidente Lorusso comincia
subito a parlarci della sua creatura,
nata nel 2000 come azienda
produttrice di cassette portattrezzi
per veicoli industriali. “Cassette
dal design studiato, di altissima
qualità per quanto riguarda i
materiali e le rifiniture, che hanno
uno straordinario successo in più
di 50 Paesi nel mondo. Abbiamo
esteso il nostro business ad altri
settori industriali solo in un
secondo momento. Quando nel
2008 la crisi si è fatta sentire in
modo rilevante, e si è verificato
un crollo delle commesse nel
comparto automotive, abbiamo
registrato un calo di volumi
d’affari del 42%. Ci siamo posti il
Visti dal campo
problema di come salvare l’azienda
e ancora una volta abbiamo fatto
una scelta coraggiosa: abbiamo
deciso di investire 3 milioni di euro
in Ricerca e Sviluppo e abbiamo
assunto ulteriore personale, cosa
che suona come un vero paradosso!
In questo modo siamo però riusciti
a reinvestire il nostro know-how in
altri campi: dispositivi e accessori
medicali e teche per musei. I
nostri armadi per sale operatorie e
ambienti sterili sono oggi venduti
in molti Paesi europei, negli
Stati Uniti, in Russia e persino
recentemente nei Paesi Arabi. Le
teche per musei sono caratterizzate
da un sistema di illuminazione
altamente innovativo, che prevede
il passaggio dell’energia elettrica
attraverso il vetro, e anche questi
articoli ci hanno dato grandi
soddisfazioni, permettendoci di
lavorare con importanti centri
museali”.
La creatività come ricetta contro
la crisi, dunque...
Sì, credo sia fondamentale premiare
i collaboratori e promuoverne la
creatività, piuttosto che penalizzarla.
Nei 20 giorni successivi al disastro
della Costa Concordia, ad esempio,
Gli impianti
altamente
automatizzati
dello
stabilimento
Bawer
sono stati
sviluppati in
collaborazione
con Trumpf
i miei tecnici hanno ideato e subito
brevettato un innovativo dispositivo
di sicurezza anti-affondamento
denominato ‘Safety-Balls-System’
(Sbs), che risolve il problema
relativo al mantenimento della
condizione di galleggiabilità
delle navi e, più in generale,
di tutte le unità a scafo rigido,
all’evenienza di una grave avaria.
Il dispositivo conferisce all’unità
in avaria una nuova condizione di
galleggiabilità, mediante l’espulsione
e il successivo gonfiaggio di
palloni, attivati e controllati da un
dispositivo elettronico di comando
e supervisione. Lo abbiamo
presentato a un importante evento
a Capri, attirando l’interesse delle
maggiori compagnie navali del
mondo.
Le scelte coraggiose hanno
sempre caratterizzato la storia
di Bawer.
Le teche
per musei sono
caratterizzate
da un sistema
di illuminazione
altamente
innovativo
È vero. I primi venti di crisi, già nel
2005, ci avevano messo davanti a un
bivio: delocalizzare la produzione o
investire nella ricerca per abbattere
i costi ed essere più competitivi. In
questo caso è stato il mio personale
attaccamento a questa terra a
influenzare la scelta di rinnovare
lo stabilimento di produzione e
costruirne uno nuovo. Ci siamo
rivolti a una società multinazionale,
Trumpf, per sviluppare un impianto
strumentale altamente automatizzato.
I lavori sono durati tre anni. Siamo
riusciti a migliorare il prodotto e
ridurre i costi, salvaguardando sia gli
aspetti ambientali sia quelli umani.
All’interno del secondo stabilimento,
Novembre 2013 - Automazione Industriale
011
Visti dal campo
Bawer
infatti, hanno trovato spazio molti
accorgimenti mirati a migliorare
l’ergonomia e l’habitat lavorativo: non
è casuale, ad esempio, che gli impianti
si aprano all’esterno, attraverso enormi
vetrate affacciate su prati verdi e
dalle quali è possibile godere di una
splendida vista della ‘Città dei Sassi’, la
più antica al mondo. La nostra politica
di investire in processi lavorativi non
standardizzati, si è rivelata vincente.
I Paesi in cui il lavoro costa molto di
meno saranno sempre più competitivi
di noi sui numeri. Noi dobbiamo
puntare sulla qualità, e il controllo
totale del processo di produzione è
legato a tutte le certificazioni di qualità
finora ottenute.
Nata nel 2000 come azienda specializzata
nella produzione di componenti in acciaio
per l’automotive, oggi Bawer, società con sede
a Jesce, vicino Matera, sviluppa e realizza
dispositivi per il settore medicale, museale
e dell’home design.
012
Tutte le stazioni produttive di
Taglio Laser, Piega Tangenziale
e Saldatura Laser sono, ad
oggi, basate su tecnologie non
convenzionali.
Il nuovo
Il magazzino
automatizzato
Il nuovo stabilimento si estende su
un’area di 45.000 m², di cui 16.000
m² sono dedicati alla produzione
e 1.000 m² ospitano gli uffici. Vi
si svolgono lavorazioni sofisticate
e di alta precisione su lamiere in
acciaio con spessori variabili da
0,5 a 6 mm, con la molteplice
possibilità di personalizzazione
dei prodotti: un esempio fra tutti,
l’inserimento del logo del cliente. Di
questo stabilimento visitiamo subito
il magazzino automatizzato delle
materie prime. “L’impianto produttivo
è costituito da una ‘Colonna
Vertebrale’, ovvero il magazzino
automatico”, ci spiega il presidente
Lorusso, “che serve i vari ‘Arti’, cioè
le stazioni produttive di Taglio Laser,
Piega e Saldatura Laser. Il tutto è
controllato e gestito da un server
centrale. L’impianto è impostato
su logica Master per la parte di
lavorazione e Sleeve per il magazzino
automatico, ed è progettato per
massimizzare il tempo ciclo di ognuna
delle stazioni produttive, consentendo
così di abbattere i costi produttivi
legati ai tempi morti”.
stabilimento
Bawer si
estende su
un’area di
45.000 m². Alla
produzione
sono dedicati
16.000 m²
Le cassette portattrezzi per veicoli industriali
si distinguono per design, materiali e rifiniture
Nel 2008 Bawer ha reinvestito il proprio know-how
nel settore medicale
Automazione Industriale - Novembre 2013
La stazione di Taglio Laser è la prima
a effettuare lavorazioni di taglio sulla
lamiera, consentendo di ottenere
precisioni di taglio dell’ordine di
2 centesimi di millimetro, meno
dello spessore di un capello. L’isola
di piegatura è costituita da una
pannellatrice tangenziale, con carico/
scarico automatico e asservita da robot
antropomorfi. L’isola di Saldatura Laser,
anch’essa ad asservimento automatico,
consente di saldare lamiere a spessore
sottile con accuratezza e precisione da
restare al di sotto di 1/10 mm.
A supervisione dell’intero impianto
automatico vi è un sistema di gestione
con software sviluppato dall’azienda
Trumpf, in collaborazione con i tecnici
Bawer, che consente di monitorare e
gestire in continuo ogni parametro
del processo produttivo. Il margine
di errore consentito a ogni stazione
produttiva colloca la nostra azienda
ai vertici della categoria in termini
di qualità e precisione. L’impianto
automatico è condotto da personale
tecnico di profonda esperienza nel
campo, che ha il compito primario
di ottimizzare le fasi di lavorazione
ed i processi produttivi. Val la pena
sottolineare che tutto questo è stato
raggiunto grazie a un impegno costante
nella ricerca e nell’aggiornamento a
tutti i livelli e che si è investito parecchio
sulla formazione del personale,
puntando all’eccellenza qualitativa.
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Prima fila In copertina
Kinetix 5500
per un motion scalabile
e integrato
Presentato in anteprima alla Rockwell Automation Fair 2012 e disponibile alla
commercializzazione dall’inizio del 2013 anche in Italia, il servo-azionamento
Allen-Bradley Kinetix 5500 costituisce un importante tassello del portafoglio
Midrange di Rockwell Automation
di Alice Alinari
I
l portafoglio Midrange include
sistemi di automazione
(controllo, motion e safety)
studiati e combinati appositamente
da Rockwell Automation per lo
sviluppo di macchine automatiche
compatte e applicazioni di
media complessità. “Il sistema
di azionamenti Allen-Bradley
Kinetix 5500 è stato progettato
per consentire il collegamento
e il funzionamento con la
nuova famiglia di controllori
Allen-Bradley CompactLogix
programmabili con il software
di sviluppo Rockwell Software
Studio 5000, che supporta
Integrated Motion su Ethernet/IP”,
esordisce Roberto Loce, Solution
Architect Motion Control di
Rockwell Automation, incontrato
recentemente a Milano. “Con il
nuovo sistema di controllo assi
Kinetix 5500 è possibile gestire
applicazioni motion attraverso una
014
piattaforma di controllo unica,
utilizzando una sola rete, con
una notevole semplificazione in
tutte le fasi, dalla progettazione
all'operatività e alla manutenzione
delle attrezzature”.
Il servo-azionamento Kinetix
5500 è ideale per il packaging, la
movimentazione dei materiali o
Automazione Industriale - Novembre 2013
Roberto
Loce, Solution
Architect
Motion Control
di Rockwell
Automation
il converting e, in abbinamento al
servomotore Kinetix VP a bassa
inerzia, non richiede moduli di
alimentazione separati o accessori
aggiuntivi, permettendo di
dimensionare le macchine creando
vere e proprie applicazioni su
misura. “I motori della serie VP
sono stati studiati sull’esperienza
della motorizzazione Mpl e
vantano novità tecnologiche
uniche nel settore. Con dimensioni
compatte, sono in grado di fornire
prestazioni elevate grazie anche
all’innovativo encoder digitale che
ha permesso di avere un unico
cavo ibrido per potenza e feedback.
Inoltre, le strategie costruttive degli
avvolgimenti e le scelte ottimali
delle taglie motore in abbinamento
al servo-azionamento permettono
di ridurre i consumi alla metà
dell’energia impiegata da soluzioni
analoghe, massimizzando così le
prestazioni”, spiega Loce.
In copertina Prima fila
Il software
Motion Analyzer
di Rockwell
Automation
supporta i
costruttori di
macchine nel
dimensionamento
dei sistemi di
motion control
In
abbinamento
Cablaggio e sicurezza
I servo-azionamenti Kinetix 5500
si collegano e funzionano con i
controllori CompactLogix 5370
e supportano il controllo assi
integrato su EtherNet/IP. “Grazie
al design innovativo e compatto
che lo caratterizza, il Kinetix 5500
contribuisce a ridurre al minimo
l’ingombro della macchina,
semplificando il cablaggio di
sistema. In più, la doppia porta
Ethernet presente nel servoazionamento consente di inserirlo
al servomotore
Kinetix VP a
bassa inerzia,
Kinetix 5500
permette di
dimensionare
le macchine
creando vere
e proprie
applicazioni
su misura
La doppia
porta Ethernet
in topologie di connessioni lineari
e ad anello”, sottolinea Loce.
Un bus esterno CA/CC comune
riduce i requisiti hardware
e permette quella che Loce
definisce una “scalabilità totale”,
utilizzando un’unica piattaforma
sia per sistemi a singolo asse sia
multi-asse. "La densità di potenza
della soluzione best-in-class
consente una riduzione del 50%
dell’ingombro. La soluzione con
alimentazione e feed-back digitale
su un singolo cavo semplifica
l’hardware ed elimina i connettori
superflui con riduzione dei costi
di cablaggio".
I servo-azionamenti Kinetix 5500
prevedono anche funzioni di
sicurezza integrate, in particolare
Safe Torque-Off certificata Iso
13849-1 Pld/Sil2.
Programmazione integrata
Grazie all’ambiente unico di
programmazione Rockwell
Software Studio 5000, che
supporta Integrated Motion su
EtherNet/IP, è possibile gestire le
applicazioni motion attraverso un
un'unica piattaforma di controllo
e una sola rete.
di Kinetix 5500
permette
di inserire
il servoazionamento
in architetture
di connessione
lineare
e ad anello
Novembre 2013 - Automazione Industriale
015
Prima fila In copertina
Motion Analyzer, la strada Rockwell verso l’integrazione meccatronica
L’integrazione tra le diverse discipline è la vera sfida
che si trovano ad affrontare utenti e fornitori di software
applicativo dedicato alle diverse fasi di progettazione e
simulazione di nuovi prodotti. È un percorso che vede
impegnati sia i produttori di software cad, sia i produttori
di soluzioni di automazione, in una ricerca continua
per fornire soluzioni sempre più efficaci a supporto del
ciclo di sviluppo delle macchine automatiche. La fase di
simulazione, test e validazione in modalità non distruttiva,
quindi su modelli digitali, consente di abbassare tempi e
costi di sviluppo di nuovi prodotti e, contemporaneamente,
di realizzare le funzionalità richieste dal mercato di
riferimento. “In quest’ottica Rockwell Automation ha
sviluppato il software Motion Analyzer, con l’obiettivo
di massimizzare i benefici della meccatronica”, spiega
Roberto Loce. “L’approccio meccatronico permette infatti
di ottimizzare il bilanciamento tra componenti meccanici
e dispositivi di potenza, garantendo un più basso costo
complessivo e un minore consumo di energia”.
Il tool è pensato per aiutare i costruttori di macchine a
selezionare, dimensionare e ottimizzare più rapidamente
Studio 5000 fornisce un ambiente
unico di progettazione e
ingegnerizzazione. Il software,
oltre a includere Logix Designer
per la programmazione e la
configurazione dei controllori
programmabili ControlLogix 5570
e CompactLogix 5370, permette,
attraverso plug-in aggiuntivi,
di fornire un ulteriore supporto
per attività di progettazione
specifiche, come lo sviluppo Hmi,
la gestione delle libreria di codici,
le applicazioni di motion control
e robotica.
Il servo-azionamento
Kinetix 5500 rappresenta
dunque l’ennesima conferma
della strategia Midrange di
Rockwell Automation, nella
sua declinazione di soluzione
integrata di automazione che
016
Automazione Industriale - Novembre 2013
e facilmente i sistemi di motion control. Seguendo
un percorso guidato, gli ingegneri inseriscono le
informazioni di base in merito al carico e alle modalità
di movimentazione. Attraverso un menu a tendina i
progettisti possono selezionare uno specifico attuatore
senza dover eseguire calcoli complessi o esaminare
le specifiche del costruttore. Il software offre anche la
possibilità di simulazioni e analisi prestazionali per lo
studio del comportamento della macchina e la valutazione
dell’efficacia della progettazione meccanica. “Questi tool
di simulazione contribuiscono alla riduzione dei tempi
di progettazione e consentono, da un lato, di ridurre gli
errori che potrebbero manifestarsi nelle fasi di sviluppo
più avanzate, dall’altro di effettuare diverse prove non
distruttive per la ricerca della soluzione migliore”.
Le evoluzioni future di Motion Analyzer saranno sempre
più indirizzate allo sviluppo di funzionalità che permettano
di tradurre e passare velocemente dall’ambito della
progettazione meccanica ed elettrica a quello del codice
macchina che poi andrà a gestire il comportamento degli
impianti.
mette a disposizione tool di
progettazione e programmazione
comuni alle varie discipline di
controllo (discreto, processo,
safety, motion), insieme a
piattaforme di controllo scalabili.
“La stessa tecnologia può essere
utilizzata per gestire complessi
sistemi multiprocessori così come
per controllare automazioni
di macchine e di processi
più semplici”, aggiunge Loce,
ricordando che Logix è il ‘motore’
unico che caratterizza tutti i
controllori Pac di Rockwell
Automation, per cui ambiente
di sviluppo e istruzioni di un
semplice sistema CompactLogix
L1 risultano le stesse di un
complesso sistema ControlLogix
L7 multiprocessore.
“Se è vero che ormai più della
metà del costo dell’automazione
risiede nel codice da sviluppare,
la standardizzazione di un’unica
piattaforma di controllo favorisce
l’immediata migrazione tra diverse
applicazioni, salvaguardando gli
investimenti e semplificando il
progetto, la messa in servizio e la
manutenzione delle macchine”,
conclude Loce. “Un unico
ambiente di sviluppo come Studio
5000 si inserisce idealmente nelle
strategie di ottimizzazione delle
risorse di R&D, permettendo tra
l’altro di ridurre drasticamente
il tempo di creazione di progetti
innovativi da immettere sul
mercato”.
Per informazioni
Rockwell Automation
http://it.rockwellautomation.com
Attualità Energy management
L’efficienza
energetica
si ripaga negli anni
Investire per ridurre i consumi significa, in molti casi,
avere tempi di ritorno dell’investimento considerati
troppo lunghi per i politici
di Massimiliano Cassinelli
I
l costo dell’energia incide in modo
significativo sui bilanci aziendali,
limitando spesso la competitività
delle aziende stesse, soprattutto quelle
italiane, costrette a confrontarsi con
i prezzi più alti d’Europa. Una simile
situazione dovrebbe far crescere
l’attenzione nei confronti delle figure
professionali in grado di individuare
le strategie più adatte per limitare i
consumi energetici.
Al contrario, come spiega Mirko Paglia,
un Energy Manager particolarmente
attento a sfruttare le opportunità offerte
dalle tecnologie proposte sul mercato,
“aziende e amministrazioni pubbliche
non sono sempre capaci di cogliere
i vantaggi offerti da un impiego più
razionale delle fonti energetiche”.
Proprio nell’ambito della pubblica
amministrazione, l’investimento a
medio termine è poco apprezzato
dai politici...
L’Energy
Manager Mirko
Paglia
Per quale ragione, in un Paese
gravato dai costi dell’energia, non
sappiamo intervenire in modo
efficace in questo ambito?
L’Energy Manager è una figura
professionale nata negli Stati Uniti,
018
e poco impiegata. Questo perché,
sia nella pubblica amministrazione
sia nelle aziende manifatturiere,
l’attenzione è focalizzata più sul
costo che non sui benefici. Questo
significa che i responsabili vogliono
avere Roi particolarmente rapidi. Al
contrario non possiamo dimenticare
che l’efficienza dà benefici sul medio
termine, che poi si conservano per
lungo tempo. Per avere una maggiore
efficienza in futuro, però, è necessario
investire.
Automazione Industriale - Novembre 2013
a metà degli anni Ottanta, con
l’obiettivo di analizzare e studiare
strategie a medio e lungo termine
per ridurre i consumi energetici.
L’Italia, dal punto di vista normativo,
è stata rapida a recepire queste
figure, rendendole addirittura
obbligatorie nelle aziende più
grandi. In realtà, però, si tratta di
una professionalità sottovalutata
Purtroppo solo la buona politica
guarda al medio/lungo termine,
mentre spesso i politici sono attenti
soprattutto al ritorno di immagine
immediato. Una tentazione dettata
dalla considerazione che il loro
mandato ha una scadenza limitata, al
termine della quale è necessario essere
riconfermati. A questo si aggiunge il
fatto che, nell’ambito della pubblica
amministrazione, spesso emerge una
scarsa conoscenza delle caratteristiche
dei consumi energetici. Viene così
letto solo il dato dei consumi presente
in bolletta, senza conoscere da cosa
è stato generato. Per sopperire alla
Energy management Attualità
mancanza di misure e di conoscenza
dei centri di costo, è necessario
effettuare un corretto audit energetico,
senza il quale l’applicazione delle
tecniche di contenimento dei
costi energetici risulta inefficace.
Qualunque intervento, infatti,
deve necessariamente basarsi su
una corretta conoscenza degli
assorbimenti.
in modo discontinuo. Al contrario,
il risparmio sarebbe decisamente
limitato in caso di edifici in cui la
temperatura deve essere mantenuta
sostanzialmente stabile per tutto il
periodo invernale.
Come ha accennato lei,
però, la PA italiana soffre per
l’impossibilità di affrontare nuovi
investimenti.
Aver ridotto i consumi energetici
sarebbe anche un motivo di vanto
per un amministratore pubblico?
Sicuramente sì, ma spesso gli
stessi sindaci non sanno come
muoversi e non sanno fornire i
corretti indirizzi politici al proprio
personale. Tutto questo incide in
modo negativo sui bilanci, soprattutto
nei piccoli comuni, spesso incapaci
di individuare soluzioni, anche
semplici, ma efficaci. Basti pensare,
a titolo di esempio, che un piccolo
comune di poche migliaia di abitanti
spende, per la sola illuminazione
pubblica una cifra valutabile intorno
a 100mila euro. Una semplice
gestione intelligente di questo servizio
consentirebbe di ridurre i consumi
di percentuali variabili fra il 7 e l’8%.
Il tutto trascurando, ovviamente, i
vantaggi di sistemi basati sui Led.
Si tratta di un risparmio notevole,
ma quali interventi sarebbero
necessari, soprattutto a carico
dell’infrastruttura?
Un sistema di accensione basato su
interruttori crepuscolari fornirebbe
già un buon risparmio, a fronte
di un investimento decisamente
limitato. Ancora più efficace,
però, sarebbe l’impiego di sistemi
in grado di gestire l’intensità
luminosa, variandola anche in
funzione delle fasce orarie. In alcune
zone, infatti, a tarda ora è possibile
ridurre l’illuminazione, senza
nessun rischio per l’incolumità e la
sicurezza. Un sistema di supervisione
adeguato, infine, permetterebbe di
ottimizzare la manutenzione che,
nell’illuminazione pubblica, incide in
modo significativo sui costi.
Oltre all’illuminazione, su quali
ambiti sarebbe opportuno
investire?
Gli sprechi dei sistemi di
riscaldamento, negli edifici della
PA, sono noti a chiunque frequenti
un edificio pubblico. Anche in
questo caso l’impiego di tecnologie
derivate dall’automazione, come il
telecontrollo o l’adozione di un plc
per la gestione delle temperature
dei singoli locali, in funzione delle
effettive necessità, consentirebbe
significativi risparmi. Ogni scelta,
però, deve essere fatta in modo
oculato. Questo perché un sistema
articolato è efficace, ad esempio, nella
gestione impiantistica di una scuola,
in cui alcuni ambienti sono utilizzati
Le soluzioni
efficienti
consentono
risparmi
concreti
Questo è vero solo in teoria e,
nell’ambito del risparmio energetico,
il limite è soprattutto nella mancata
conoscenza delle opportunità. Basti
pensare agli Energy Performance
Contract, che consistono nell’affidare
a un ente terzo la riqualificazione
energetica, pagando per alcuni anni
una quota pari all’energia consumata
mediamente. Mentre il fornitore
guadagnerebbe dai risparmi
ottenuti attraverso l’ottimizzazione
dei consumi. Una simile scelta
non graverebbe sui bilanci di un
Comune e permetterebbe di avere
infrastrutture più efficienti. Gli
amministratori, però, dovrebbero
dettare obiettivi molto chiari. A
‘discolpa’ degli amministratori
pubblici non possiamo però
dimenticare che, purtroppo, la
maggior parte delle Esco presenti in
Italia non dispone dei capitali e delle
competenze necessarie per affrontare
professionalmente questi interventi.
Inoltre, in molti casi, manca una
visione imprenditoriale delle
tecnologie di energy management,
che non permettono di realizzare
guadagni immediati, ma solo a
medio e lungo termine.
Per informazioni
Green-Building
www.green-building.it
Novembre 2013 - Automazione Industriale
019
Attualità Security
Manifatturiero
sotto assedio
Il 57,4% delle aziende italiane di grandi dimensioni ha
subito almeno un attacco informatico nell’ultimo anno.
Le realtà manifatturiere sono sempre più prese di mira
di Adolfo Violante
U
no studio condotto da Idc e
promosso da Trend Micro
evidenzia come, nell’ultimo
anno, il 57,4% delle aziende italiane
di grandi dimensioni abbia subito
almeno un attacco occasionale ai
propri sistemi informativi. Attacchi
che, per il 13% delle aziende,
avvengono ormai sistematicamente
e, nel 10% dei casi, sono di tipo Apt.
Proprio gli Apt, Advanced Persistent
Threat (le minacce costanti evolute),
rappresentano processi sofisticati,
che seguono schemi precisi e si
compongono di una serie continua
di tentativi volti a compromettere
un obiettivo nel tempo. Il tutto
stabilendo, appunto, delle persistenze
nelle reti attaccate, per poi trafugare
informazioni sensibili, sabotare
l’organizzazione e danneggiare i
sistemi.
Dallo studio emerge come, nel 2,2%
dei casi, gli attacchi Apt abbiano
determinato un impatto rilevante
sul business aziendale, mentre il
7,4% delle aziende dichiara di aver
neutralizzato in tempo tali azioni
criminali. Questo dato, secondo i
020
Raimund
Genes, Chief
Technology
Officer di Trend
Micro
Automazione Industriale - Novembre 2013
responsabili di Trend Micro, appare
comunque sottostimato, perché la
maggior parte delle imprese non
dispone di un sistema di rilevazione
per gli Apt o, comunque, preferisce
non rivelare di aver subito attacchi di
questo tipo.
Nella ricerca è stato inoltre
evidenziato che:
• il 94,9% delle aziende ritiene
che dagli attacchi Apt possano
risultare impatti di assoluta
rilevanza;
• il 46,3% dichiara che la propria
organizzazione ha un timore
ragionevole rispetto agli attacchi
altamente specifici e persistenti;
• la principale preoccupazione delle
aziende è legata alla perdita di dati
riservati o finanziari (79,4% dei
casi);
• esiste una discrepanza tra i rischi
percepiti e le conseguenze effettive
di un attacco, dove il costo degli
interventi di ripristino è spesso
sottovalutato, mentre appare
sovrastimato il danno in termini
di reputazione e perdita di dati
sensibili.
Una lunga storia di attacchi
“Da tempo Trend Micro solleva
l’attenzione sugli attacchi Apt e
sull’intensità con la quale vanno a
moltiplicarsi le varianti di malware
dalle quali devono difendersi le
imprese”, spiega Gastone Nencini,
Country Leader di Trend Micro Italia.
“Sono felice di costatare come la
consapevolezza rispetto agli Apt, nel
segmento Enterprise, stia crescendo,
anche se alcuni aspetti legati ai rischi
effettivi e alle misure di protezione
da adottare devono ancora essere
recepiti”.
Del resto, gli attacchi ai sistemi
informativi sono iniziati già con la
diffusione dei primi pc, ma si sono
progressivamente evoluti, arrivando
a prendere di mira anche gli impianti
industriali e i sistemi di supervisione.
MACHINERY
Garantiamo qualità e
maggiore produttività Le violazioni sono così diventate una grande
opportunità di business criminale, ma anche
un’arma strategica per attaccare un’azienda
concorrente o persino uno stato nemico. Così
come è sempre più diffusa la sottrazione di
dati riservati o segreti industriali.
Chi subisce una simile violazione, ovviamente,
preferisce non dare rilevanza alla notizia,
mentre gli attaccanti, più interessati agli
obiettivi economici che non all’effimera gloria,
non divulgano i propri successi criminali
ottenuti a spese dell’industria.
Si parla dunque poco delle conseguenze
degli attacchi informatici e le stesse stime
ufficiali non forniscono un quadro corretto
del fenomeno. A questo proposito Raimund
Genes, Chief Technology Officer di Trend
Micro, riporta alcuni dati reali, frutto del
costante monitoraggio effettuato dai 1.200
esperti della stessa Trend Micro.
Dal ‘2Q Report on Targeted Attack
Campaigns’, condotto su scala internazionale,
emerge il progressivo incremento degli Apt:
le minacce costanti evolute e gli attacchi
altamente mirati rappresentano di fatto
la nuova frontiera della cyberware. Una
guerra, non dichiarata, che purtroppo punta
a compromettere la funzionalità delle rete
attaccata.
In genere, come spiega Genes, il malware
viene utilizzato come vettore di attacco, ma la
vera minaccia è rappresentata dagli individui
malintenzionati, che ogni giorno migliorano e
mettono a punto nuove metodologie mirate.
Secondo le indagini Trend Micro, gli
attacchi stanno diventando sempre più
sofisticati e diretti. Se l’obiettivo principale
dei malintenzionati restano i governi e le
organizzazioni governative, con una maggiore
concentrazione in Asia e in Europa (86% degli
attacchi), crescono le campagne indirizzate
alle aziende, con l’evidente intento di estorcere
denaro. Allo stesso modo una violazione dei
sistemi Scada di una Public Utility, con la
capacità di modificare il funzionamento della
rete di distribuzione elettrica o di un impianto
di depurazione, può provocare danni ancora
più devastanti di quanto farebbe una bomba. Il
tutto con la possibilità, per i criminali, di agire
da remoto, senza nessun rischio per la propria
incolumità personale.
Gli operatori sono il punto debole
Il punto debole dei sistemi di difesa, in
molti casi, continua a rimanere l’operatore.
Trend Micro ha infatti rilevato che lo spear
phishing rappresenta il principale veicolo
di attacco. Si tratta, infatti, di una categoria
di phishing altamente mirato e capace di
sfruttare le informazioni disponibili su un
utente-obiettivo per rendere gli attacchi
maggiormente specifici e ‘personali’. Una
vulnerabilità sfruttata, nel 92% degli attacchi,
per iniziare le azioni ostili. I criminali on-line,
infatti, inducono un determinato individuo
ad aprire allegati pericolosi o a cliccare su un
link, che rimanda a un sito dove sono nascosti
exploit o malware in grado di compromettere
la rete della vittima.
Tra gli allegati più utilizzati, il report
dell’ultimo trimestre evidenzia che nel 59%
dei casi sono stati adottati file compressi (la
maggior parte sono archivi zip) che, una
volta avviata la decompressione, attivano
direttamente il processo di attacco.
Una soluzione completa
per la progettazione di
impianti & sistemi
Progettazione elettrotecnica
ŶCablaggio di sistemi elettrotecnici
ŶProgettazione Harness
ŶIdraulica & Pneumatica
Le aziende lo sanno
Giancarlo Vercellino, Research & Consulting
Manager di Idc Italia, sintetizza in questo
modo una percezione ormai diffusa tra le
aziende. “Le imprese di qualsiasi comparto
produttivo comprendono che nel nuovo
scenario internazionale non ci si confronterà
soltanto nella trasformazione fisica dei beni,
ma si competerà soprattutto nella capacità
di gestire in modo sempre più intelligente
le informazioni di cui si dispone, sia per
proteggere gli asset intangibili sulle quali
molte imprese fondano il proprio vantaggio
competitivo, sia per tutelarsi da forme sempre
più sofisticate di concorrenza sleale”.
Un ulteriore aspetto indagato della ricerca
ŶInterfaccia Intuitiva, Windows®
based
ŶLa soluzione completa per la
progettazione E-CAD
ŶStruttura ad oggetti, non richiede
alcun transferimento dati tra i
diversi moduli
ŶFacile integrazione con sistemi
ERP, PLM ed altri
www.zuken.com/e3
Attualità Security
I sistemi di
telecontrollo
e gli Scada
sono un
obiettivo molto
interessante per
i cybercriminali
ll 37,5%
delle aziende
italiane prevede
di introdurre
almeno una
misura di
sicurezza nei
prossimi 12
mesi
riguarda, infatti, le misure di sicurezza
che le aziende hanno adottato o
pianificato a 12 mesi. L’analisi è stata
effettuata per meglio comprendere
quale sia la risposta organizzativa
che le imprese italiane di grandi
dimensioni stanno approntando
per difendersi dai rischi emergenti a
livello globale.
Da una parte, la sicurezza IT
del segmento Enterprise appare
sostanzialmente affidata a tecnologie
signature-based, come i firewall
e gli antivirus, e le tecnologie di
security intelligence risultano
ancora limitatamente diffuse.
Rispetto al rischio Apt, prevale
un atteggiamento reattivo che
vede soltanto il 4,4% delle aziende
scegliere l’implementazione di
almeno una misura di sicurezza in
seguito a un attacco Apt, mentre il
22,8% elabora la propria sicurezza IT
senza prendere in considerazione la
specifica natura del rischio legato a
queste nuove minacce.
Sul fronte opposto, però, le aziende
italiane iniziano o programmano di
allocare budget dedicati a contrastare
queste nuove minacce: il 17% degli
intervistati indica che la propria
impresa sta implementando o
valutando l’implementazione di
specifiche misure di sicurezza per
ridurre il rischio Apt. Lo scenario,
quindi, potrebbe vivere a breve
una trasformazione importante,
considerando come il 37,5% degli
intervistati prevede l’introduzione
di almeno una nuova misura di
sicurezza nei prossimi 12 mesi.
“Le aziende italiane si stanno
organizzando per fare fronte alle
nuove minacce e dichiarano di
essere alla ricerca di soluzioni
innovative, che consentano di
adeguare le architetture di sicurezza
per supportare l’evoluzione della
propria organizzazione rispetto
ai nuovi trend tecnologici come
la mobility, il Byod o il cloud”,
conclude Nencini. “È evidente che
le nuove tipologie di attacco e il
cambiamento dello scenario IT
hanno messo in crisi la capacità di
protezione dei sistemi di sicurezza
tradizionali. Solo una difesa
personalizzata, che integra software
e intelligence globale con strumenti
specializzati per garantire nozioni
personalizzate sulle minacce e sui
criminali informatici coinvolti,
sarà in grado di aiutare le aziende a
contrastare questi attacchi”.
Per informazioni
Idc
www.idcitalia.com
Trend Micro
www.trendmicro.it
022
Automazione Industriale - Novembre 2013
Controllo totale a portata di mano?
Sicuramente.
Le soluzioni integrate di processo ABB riuniscono nella piattaforma 800xA il
controllo di processo, i sistemi di sicurezza, le telecomunicazioni, la distribuzione e
gestione di potenza e i treni elettrici per le stazioni di compressione e pompaggio,
riducendo la necessità di personale specializzato sugli impianti. ABB è uno dei più
grandi produttori di sistemi e prodotti elettrici e di automazione; l’alta efficienza
della gamma di prodotti forniti soddisfa tutti gli standard dell’industria di processo.
L’elevata affidabilità e le prestazioni delle nostre soluzioni migliorano la produttività
attraverso ridotta manutenzione, basso consumo di energia, minori fermo macchina
e un migliore asset management. www.abb.it/controlsystems
ABB S.p.A.
Process Automation Division
LBU Control Technologies
Tel. 02 2414.1
Email: [email protected]
Attualità Security
Automazione e IT
convergono in Vpn
Endian propone Vpn Switchboard, un pannello di controllo
con funzione di concentratore Vpn per una connessione
sicura ai sistemi Scada
di Alice Alinari
P
osso accedere alle mie
applicazioni Scada in
sicurezza e da remoto?
Posso gestire la connessione in
modalità protetta senza comunque
togliere efficienza alle operazioni
di monitoraggio e di intervento sui
macchinari in qualunque parte del
mondo? Sarà capitato più di una
volta a responsabili di reparto o
produzione di porsi domande di
questo genere, almeno nell’ultimo
anno, soprattutto con il diffondersi
di tecnologie e dispositivi che
prospettano di abilitare questo tipo
di operazioni con semplicità e a tutti
i livelli. A fornire risposte a queste
domande sono sempre più orientate
le stesse società informatiche, che
puntano alla proposta di soluzioni
Endian
propone nuove
linee di prodotto
dedicate alla
protezione delle
reti industriali
024
Automazione Industriale - Novembre 2013
per la sicurezza industriale.
Tra queste, la società bolzanina
Endian fa parte di quella rosa di
vendor informatici attivi nel settore
Utm (Unified Threat Management)
che sta introducendo, accanto a
quelle tradizionali, nuove linee di
prodotto espressamente dedicate
alla protezione delle reti industriali.
Nel caso della società di Appiano,
questa linea si chiama serie Endian
4i, è disponibile in versione Desktop
e su barra Din, e fornisce alla
rete industriale funzionalità di
firewalling (4i Edge Series), routing
(Endian Gateway), Virtual Private
Network (Vpn) e Ips (Intrusion
Prevention System).
“Con questa soluzione forniamo
la sicurezza totale dell’accesso
remoto, anche via mobile da
dispositivi iOS e Android, senza la
necessità di installare applicazioni
di terzi”, ha dichiarato Raphael
Vallazza, Ceo di Endian, lo scorso
settembre a Milano, in occasione
dell’evento Endian Meet & Play
2013, dove, tra l’altro, si è festeggiato
il primo decennio di attività del
vendor, che oltre all’headquarter
di Appiano e alla sede di Milano,
ha uffici in Germania, Giappone,
Stati Uniti e Turchia. “All’interno
della nostra proposta di sicurezza
industriale Endian 4i, per la
gestione dell’accesso ai sistemi Scada
abbiamo creato Vpn Switchboard,
un pannello di controllo che funge
da concentratore Vpn e autorizza
l’accesso a singoli utenti o gruppi
che possono raggiungere tutti gli
appliance loro assegnati”. In pratica
si tratta, ha continuato Vallazza, di
una soluzione scalabile che facilita
l’amministrazione delle Vpn e dei
permessi di accesso remoto alle reti.
Endian ha recentemente festeggiato i suoi primi 10 anni
di attività
Sicurezza concentrata
Tra le principali feature dell’Endian Switchboard vi è quella
appunto di ‘concentratore Vpn’, nel senso che la soluzione
permette la criptazione durante la connessione e lo scambio
di informazioni da remoto. Il tunnel protetto consente di
connettere tra loro device, gateway e macchine industriali.
Il collegamento è amministrato tramite permessi di accesso
regolati dal Vpn Switchboard stesso: dal pannello si possono
impostare regole differenti per utenti o gruppi conservando
traccia delle connessioni. Oltre ai permessi di accesso, il
Vpn Switchboard regola anche le azioni che ciascun utente
può compiere sulle macchine assegnate: in questo compito
intervengono gli action link, degli hyperlink preconfigurati
con i quali è possibile lanciare i comandi consentiti sugli
apparati scelti. Il Vpn Switchboard presenta un’interfaccia
Api che consente l’integrazione di tutte le funzionalità
dello Switchboard stesso su piattaforme preesistenti, come
i portali di supporto. Altre feature segnalate da Vallazza
come particolarmente utili per l’ambito industriale sono
il ‘subnet mapping’ e il ‘provisioning delle configurazioni’,
che permettono di risolvere il problema dell’IP overlapping,
proprio grazie alla rimappatura automatica delle sottoreti
e all’autoconfigurazione dei gateway della linea Endian
4i Edge tramite una chiavetta Usb. Trattandosi di una
soluzione basata su tecnologia open source, infine, Endian
Vpn Switchboard non supporta solo gli appliance Endian 4i
Edge, ma qualsiasi end-point che utilizzi tecnologia Open
Vpn (Ssl).
Per informazioni
Endian
www.4i.endian.com
Attualità Identificazione
Una storia scritta
nel codice
I sistemi di lettura dei codici a barre rimangono essenziali
nel riconoscimento dei prodotti e una loro crescita è
prevista soprattutto nell’ambito manifatturiero
di Massimiliano Cassinelli
I
l nome Datalogic è legato, in modo
indissolubile, alle tecnologie di
lettura del codice a barre, soluzioni
che l’azienda bolognese realizza dal
1972, quando Romano Volta intuì
le potenzialità di questo strumento.
Proprio l’attuale Ceo, in occasione della
presentazione del nuovo piano triennale,
ha raccontato come, per concretizzare
la propria idea, chiese un prestito di
150mila lire a una zia. Da quel piccolo
investimento, a distanza di quarant’anni,
il gruppo ha raggiunto oggi ricavi
superiori ai 500 milioni di euro.
Un cammino non agevole perché, come
ha spiegato Volta: “Fare un’azienda in
Italia è più difficile rispetto al resto del
mondo”. E, in particolare, la sfida diventa
ancora più impegnativa quando l’azienda
opera nell’ambito delle tecnologie
innovative, “in quanto il nostro Paese
non è riconosciuto, nello scenario
internazionale, come un’eccellenza in
questo ambito, mentre le aziende hi-tech
nazionali dovrebbero essere valorizzate”.
Questi limiti non hanno però frenato
lo spirito imprenditoriale di Volta e
del suo gruppo, arrivato a contare
2.400 dipendenti e oltre 1.000 brevetti
internazionali, che rendono Datalogic
026
L’utilizzo del
codice a barre
è in crescita
nell’ambito
dell’automazione
industriale
Automazione Industriale - Novembre 2013
un’azienda leader nell’Adc (Automatic
Data Capture) e nell’Industrial
Automation Market.
Una posizione di vertice che, però, deve
essere difesa quotidianamente. Per tale
ragione, i 12 centri di ricerca e sviluppo,
nei quali operano 350 ingegneri
specializzati, anche lo scorso anno sono
stati in grado di proporre sul mercato 22
nuove tipologie di prodotti.
Automazione a strisce
Presentando il piano triennale, Volta
ha ricordato come, indipendentemente
dall’affermarsi di nuove soluzioni,
sulle quali investe la stessa Datalogic,
il codice a barre rimanere un
supporto fondamentale nei settori più
svariati. Questo perché consente di
individuare un prodotto a costo zero,
in modo intuitivo e senza possibilità di
commettere errori. Dalla presentazione
del Ceo emerge però un progressivo
cambiamento dei mercati. In particolare,
l’Automation Data Capture appare
stabile. Nell’ambito del retail, infatti, i
sistemi di lettura laser stanno lasciando
spazio alla tecnologia imager. Però,
complice la flessione dei consumi, anche
la Gdo ha rallentato i propri investimenti
nelle nuove tecnologie. Allo stesso modo,
con la diffusione degli smartphone in
grado di leggere anche i codici a barre, in
alcune applicazioni non intensive questi
device vengono preferiti agli apparecchi
dedicati, le cui doti di performance
e robustezza si rivelano eccessive per
alcune applicazioni, come nel controllo
dei biglietti a bordo dei treni. L’impiego
dei mobile computer, inoltre, potrebbe
essere ulteriormente rallentato dal fatto
che la piattaforma Windows 8 Mobile
ha evidenziato alcuni problemi proprio
nella lettura del codice a barre.
Al contrario risulta in rapida crescita
il settore dell’automazione industriale,
sempre più attento a una corretta
identificazione della produzione, con
l’obiettivo di ottimizzare l’efficienza e
garantire la completa tracciabilità di ogni
singolo prodotto. Si tratta, comunque,
di un settore molto frammentato, con
esigenze specifiche e strettamente legato
alle differenti tecnologie produttive. In
questo ambito un’azienda flessibile come
Datalogic è in grado di interloquire
Identificazione Attualità
direttamente con i singoli settori per
sviluppare soluzioni specifiche, fornendo
le tecnologie adatte a ogni esigenza.
Anche per tale ragione Volta prevede di
raddoppiare il fatturato in questo ambito,
indirizzando soprattutto i settori produttivi
nei quali l’identificazione automatica non è
ancora stata utilizzata.
L’azienda torna in famiglia
Presentando il piano industriale, Volta
non ha mancato di spiegare il proprio
ritorno alla guida dell’azienda, dopo aver
affidato per alcuni anni il ‘timone’ a un
manager. “Uno dei tre pilastri sui quali ci
baseremo nel prossimo triennio prevede
una maggiore focalizzazione sui clienti.
È questa una frase che, obiettivamente,
dicono tutti. Ma noi, come azienda
hi-tech, dobbiamo riflettere su un simile
aspetto e capire davvero i clienti e le
loro esigenze. Ovviamente è necessario
avere sempre il miglior prodotto, ma
bisogna capire anche a che punto siamo
davvero e mettere ordine in azienda.
Nell’hi-tech non si può crescere sempre e
costantemente. Esistono momenti in cui
occorre consolidare e noi abbiamo deciso
di farlo in questi due anni. Ho chiesto
agli investitori di non farsi prendere
dall’ansia ma di capire che, dal punto
di vista prettamente economico, anche
nel 2013 non cresceremo in modo
significativo. Abbiamo però sfruttato
questo periodo per lavorare molto
all’interno e prepararci al meglio per le
sfide future, con la capacità di cogliere
tutte le nuove opportunità di mercato,
in modo da soddisfare davvero i nostri
clienti”. In particolare, nell’ambito
manifatturiero, Datalogic registra oggi
il 35% del proprio fatturato. È una
percentuale destinata a incrementarsi,
anche in valore assoluto, perché,
come ha spiegato lo stesso Volta, “nei
prossimi anni l’automazione industriale
nelle fabbriche è destinata a crescere
progressivamente e questo significa, per
un’azienda in grado di fornire sistemi di
riconoscimento efficaci come i nostri,
l’apertura di nuove opportunità”.
In tale ambito, uno dei settori con
maggiori prospettive di crescita è
quello delle macchine automatiche per
l’industria alimentare e farmaceutica. A
questo si aggiungono, ovviamente, settori
già da tempo attenti all’identificazione
automatica, come quello elettronico,
con particolare attenzione ai costruttori
di terze parti, e l’automotive, dove si sta
affermando una logistica sempre più
esasperata.
Parlando di settore manifatturiero, Volta
si è detto molto ottimista: “Negli Stati
Uniti Obama sta facendo ripartire la
produzione e, allo stesso modo, alcune
grandi aziende, dopo esperienze nei
Paesi a basso costo, stanno tornando a
produrre direttamente in Europa. Anche
perché non dobbiamo dimenticare
che, senza il manifatturiero, un Paese
è morto. L’apertura di nuovi impianti
industriali, però, è strettamente legata
all’automazione dei processi e, in
particolare, dei sistemi di identificazione
automatica, nei quali noi siamo in grado
di fornire le risposte alle esigenze più
specifiche e disparate. Ovviamente
non possiamo trascurare, in questo
ambito, anche i vantaggi della tecnologia
RfId, per la quale abbiamo acquisito
un’azienda specializzata. Ma queste
soluzioni non sono applicabili nel largo
consumo, in quanto incidono sul prezzo
e hanno evidenziato alcuni limiti non
ancora superati. Per tale ragione, anche
nei prossimi anni, il codice a barre
a lettura ottica rimarrà, nell’ambito
dell’automazione industriale, una
tecnologia sempre più utilizzata quando
è necessario leggere e capire ogni singolo
prodotto”.
Per informazioni
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www.datalogic.com
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Attualità Logistica
Barilla automatizza
il magazzino
di Pedrignano con gli Lgv
Inaugurata il 21 ottobre, la struttura potenzia la capacità di
stoccaggio e la sostenibilità del gruppo. Dopo i primi mesi
di attività, si stimano risparmi annui di 5 milioni di euro
di Valeria Villani
N
ello storico stabilimento
di Pedrignano, alle porte
di Parma, il Gruppo
Barilla ha investito 15 milioni di
euro per realizzare un magazzino
in tecnologia Lgv (Laser Guided
Vehicle), entrato a pieno regime
operativo nel corso dell’estate 2013,
dopo dieci intensi mesi di lavoro.
Le operazioni di handling sono
state interamente automatizzate con
l’introduzione di 54 carrelli a guida
028
Automazione Industriale - Novembre 2013
laser, gestiti via rete wireless su una
superficie complessiva di 40mila m2,
con 80mila posti pallet e 120
autoveicoli caricati al giorno.
L’investimento esprime in concreto
la nuova strategia di crescita
della multinazionale alimentare
orientata, come il presidente Guido
Barilla ha dichiarato nel corso della
cerimonia di inaugurazione dello
scorso 21 ottobre, “a conservare
quella sana capacità di innovazione
e rinnovamento costante
per giungere, entro il 2020, a
raddoppiare il fatturato sui mercati
nazionali e internazionali, nel pieno
rispetto dell’ambiente”.
Da Parma al mondo
Non è casuale che Barilla sia partita
dal magazzino di Pedrignano
con un progetto di automazione
completa dell’handling. Da
questa struttura, infatti, che già
rappresentava uno snodo chiave
del network distributivo di Barilla,
saranno gestiti ora il 25% dei
volumi globali di Barilla e il 40%
di tutta la pasta e i sughi prodotti
dall’azienda e venduti in tutto il
mondo, dal Brasile al Giappone.
L’80% delle spedizioni effettuate da
Logistica Attualità
Tre domande a Roberto Magnani
“Il magazzino automatizzato di Pedrignano è il più grande
investimento in logistica di Barilla degli ultimi anni”, ha dichiarato
Roberto Magnani, Group Logistics Director Barilla, lo scorso
ottobre alla cerimonia di inaugurazione, “ed è soltanto uno dei
primi investimenti di Barilla in logistica, nell’ottica strategica
di crescita del gruppo con l’obiettivo del raddoppiamento del
fatturato entro il 2020”.
Perché investire in logistica e perché ora?
La logistica è un asset strategico per il gruppo. È il primo asset
sul quale intervenire per potenziare ulteriormente il servizio al
cliente e per massimizzare l’efficienza produttiva e la nostra
competitività sui mercati internazionali.
Quali obiettivi avete per il futuro del vostro network distributivo?
Non escludiamo la possibilità di estendere questo modello di
struttura altamente automatizzata ad altre realtà del nostro
network logistico nel Paese. Considerati i primi risultati ottenuti
e le stime sul ritorno di investimento, è ragionevole pensare che
questo primo progetto pilota con tecnologia Lgv non resterà un
caso isolato.
questo magazzino è diretta ai clienti,
i grandi gruppi della distribuzione
organizzata. Il nuovo magazzino, che
ha una scorta di 20 giorni e gestisce
le spedizioni sia verso l’Italia sia per
l’export, è adibito allo smistamento
della merce prodotta nello
stabilimento di Pedrignano (pasta
di grano duro e all’uovo) e di quella
proveniente da altri stabilimenti
(sughi, biscotti, prodotti da forno).
La struttura permetterà a Barilla
di potenziare l’organizzazione
logistica in tre direzioni, come ha
sottolineato il presidente: servizio al
cliente, efficienza e competitività del
Gruppo sul mercato di riferimento
e sostenibilità. Con la nuova
automazione del magazzino, infatti,
l’azienda si attende una riduzione
del 50% dei danneggiamenti di
prodotto, una maggiore puntualità,
Quali criticità possono
emergere nell’introdurre
un’automazione massiccia
in uno snodo cruciale come
quello di Pedrignano?
Il passaggio da un magazzino
gestito in modo tradizionale
a un modello completamente
automatizzato può essere
davvero sfidante. Nel nostro
Roberto Magnani, Group
caso, abbiamo puntato a
Logistics Director Barilla
gestire la transizione senza
interrompere le attività di
movimentazione interna, né alterare il flusso delle spedizioni e
lo smistamento della merce o, addirittura, influenzare in alcun
modo l’andamento della produzione negli stabilimenti. Siamo
riusciti a organizzare il passaggio in modo omogeneo e con
continuità conducendo il progetto attraverso una suddivisione
del magazzino in tre zone principali, la prima con handling
tradizionale, la seconda di transizione per l’implementazione
della nuova tecnologia e la terza completamente automatizzata.
con un rispetto dei programmi
di carico da parte del magazzino
superiore al 99,5%, un aumento
della capacità di gestione dei picchi
di attività fino al +30% rispetto
alla media e una completezza degli
ordini, rispetto delle quantità
ordinate, del 98,8%.
Il presidente
Guido Barilla
Il progetto avrà un impatto
importante anche sull’efficienza
del Gruppo, sia in termini di
miglioramento della produttività
(+120% di tonnellate spedite
all’ora) e della capacità di
stoccaggio: si prevede un
incremento del 10% degli attuali
8mila posti pallet.
L’intervento, infine, rende
Barilla ancora più forte sul
fronte della sostenibilità: si
potranno eliminare 3mila
viaggi all’anno di spola verso
magazzini esterni, con tutte le
positive ricadute che questo ha
sulla riduzione delle emissioni
di CO 2, e si potrà ridurre del
40% il consumo di energia
elettrica per l’illuminazione e
del 20% il consumo di energia
termica.
Novembre 2013 - Automazione Industriale
029
Attualità Logistica
Alimentare, un settore che investe
Presente alla cerimonia di inaugurazione a Pedrignano, il Ministro
per lo Sviluppo Economico Flavio Zanonato ha definito il progetto
del magazzino Barilla l’esempio di un’Italia che ancora investe,
produce e compete sui mercati internazionali, contribuendo in modo
decisivo alla ricchezza nazionale. “In questo polo industriale si coglie
l’eccellenza italiana di un settore che sa declinare tecnologie di
automazione, informatica e robotica al miglioramento della qualità
della vita nel rispetto dell’ambiente”, ha commentato il Ministro.
Da sinistra,
Guido Barilla,
Flavio Zanonato
e Roberto
Magnani
all’inaugurazione
dello scorso
ottobre
Tecnologia
‘made in Emilia’
Il progetto di Pedrignano è stato
realizzato con la collaborazione
di un partner sul territorio. A
fornire la tecnologia Lgv e il
software di supervisione del
magazzino a Barilla è stata infatti
Elettric80, un’azienda di Viano,
alle porte di Reggio Emilia, che
ha collaborato per dieci mesi con
i tecnici Barilla per progettare
il sistema di automazione
pienamente conforme agli
standard di food safety e di
customer care service della
multinazionale.
Alla base del progetto è la
tecnologia a guida laser dei 54
carrelli adibiti al trasporto e
allo stoccaggio delle merci, i
quali possono muoversi senza
l’ausilio di fili o binari su
percorsi predefiniti progettati
per ottimizzare il traffico
e le distanze all’interno del
magazzino. Ogni veicolo ha
una batteria con otto ore di
autonomia che può essere
sostituita direttamente dal
carrello che ‘da solo’ si reca in un
locale attrezzato del magazzino,
nel quale la batteria è sostituita
e ricaricata per l’utilizzo
successivo.
La movimentazione dei carrelli è
gestita attraverso una piattaforma
software di supervisione e
controllo che identifica gli ordini,
localizza la posizione dei pallet
da stoccare o prelevare in tempo
reale e interagisce con i carrelli
attraverso una rete wireless in
radiofrequenza.
La posizione dei carrelli è
identificata ed eventualmente
modificata in tempo reale
attraverso degli scanner laser
posizionati sui carrelli, che tra
l’altro montano a bordo sui
quattro lati anche dei sensori di
sicurezza perimetrali.
Per informazioni
Barilla
www.barillagroup.it
Elettric80
www.elettric80.com/it
030
Automazione Industriale - Novembre 2013
Food & beverage Attualità
Heineken sceglie
la codifica Markem-Imaje
Per i suoi plant francesi il
produttore di birra ha selezionato
il marcatore 9232, adatto a
confezioni pellicolate e in cartone
di Laura Rubini
D
opo aver sperimentato le
tecnologie Markem-Imaje
nello stabilimento produttivo
nei pressi di Strasburgo, in Alsazia,
Heineken France ha ribadito la scelta
delle soluzioni di marcatura MarkemImaje, selezionando nuovamente
l’azienda sulla base di un bando
lanciato per la dotazione degli altri due
birrifici in Francia, a Lille e Marsiglia.
Con 4mila collaboratori e un
fatturato annuo di 1,77 miliardi di
euro, Heineken France è tra le prime
150 aziende francesi per fatturato e
distribuisce ogni anno 5,7 milioni di
ettolitri di birra nel Paese. Accanto al
marchio Heineken, l’azienda produce
altre sedici birre, tra cui Fischer,
Adelscott e Amstel. Heineken France
è parte di Heineken International,
primo gruppo in Europa e terzo nel
mondo per volume di vendite nel
settore della birra.
Le esigenze di codifica dei birrifici
Heineken spaziano dalle confezioni
in cartone a quelle pellicolate, dalle
bottiglie, alle scatole, ai fusti: supporti
diversi che, oltretutto, spesso devono
essere marcati ciascuno con un’ampia
varietà di messaggi.
Esistono due importanti vincoli: il
primo è relativo alla velocità delle
linee, che in alcuni casi raggiungono
i 70mila pezzi/ora, mentre il secondo
riguarda il tipo di ambiente produttivo,
caratterizzato da una forte umidità e
quindi dalla necessità di un’asciugatura
dei contenitori prima della marcatura.
Proprio a causa di queste complessità
in tema di codifica, Heineken France
ha effettuato una serie di test presso i
diversi fornitori selezionati attraverso
il bando, che hanno portato alla scelta
del marcatore 9232 di Markem-Imaje.
“Abbiamo testato con successo le
prestazioni degli impianti nel contesto
reale: cadenze elevate, cambiamenti di
formato, zona umida”, spiega Sophie
Lesenfans, Buyer Progetti Industriali
e Capex di Heineken France. “Il
marcatore 9232 era anche quello più
user-friendly ed ergonomico”.
Dopo la prima installazione in
Alsazia, altri ventinove marcatori
9232 sono stati installati da MarkemImaje nei due birrifici di Lille e
Marsiglia, venti nel primo e nove nel
secondo.
Markem-Imaje 9232 è un marcatore
a getto d’inchiostro e piccolo carattere
che “si distingue per la grande
affidabilità e l’elevata performance di
stampa anche ad alte velocità”, dicono
i responsabili di Markem-Imaje.
Progettato per garantire un efficiente
controllo dei costi, è semplice da
usare, grazie all’interfaccia utente
touchscreen intuitiva. Il marcatore
9232 è anche rispettoso dell’ambiente:
si compone infatti per più dell’80%
di materiali riciclabili, presenta nuovi
inchiostri senza chetone e senza Mek
ed è conforme alla norma RoHS.
Accanto alle caratteristiche tecniche
del marcatore, la scelta di Heineken
è legata anche dall’approccio globale
di Markem-Imaje, “in grado di
fornire, insieme alla macchina, anche
tutti i servizi di assistenza necessari,
dalla formazione del personale che
la utilizzerà, alla manutenzione,
preventiva e curativa, dalla fornitura
dei materiali di consumo fino alla
raccolta e al trattamento dei rifiuti”,
commenta Lesenfans.
Per informazioni
Markem-Imaje
www.markem-imaje.it
Novembre 2013 - Automazione Industriale
031
Speciale Azionamenti e motion control
032
Automazione Industriale - Novembre 2013
Azionamenti e motion control Speciale
Uscire dalla crisi: azione!
Gli azionamenti e il motion control sono in grado di incidere negli
impianti di produzione a livello quantitativo e qualitativo. Caratteristiche
che li rendono strumenti importanti per consentire alle aziende
di migliorare produttività e competitività
di Massimiliano Luce
L
a crisi che sta proseguendo nella sua nefasta
opera di profondo ridimensionamento
di numerosissime attività produttive ha
un unico modo di agire, sempre il medesimo:
contrazione del credito, impossibilità di pianificare
investimenti e di conseguenza rinnovarsi
per affrontare le nuove sfide del mercato,
ristrutturazioni aziendali seguite purtroppo dalla
riduzione del perimetro aziendale e di tutto ciò
che non viene più considerato strategico, risorse
umane comprese. Una sorta di film che conosce
un’unica sceneggiatura.
Viceversa, la risposta alla crisi può essere più
fantasiosa. Per recuperare la competitività
perduta, è possibile intraprendere numerose
azioni e considerare molteplici fattori. Vi sono
diversi aspetti che possono essere valutati
e alcuni, magari proprio quelli solitamente
trascurati, possono semmai guidare le aziende
alla riscossa. Un esempio? Anche l’evoluzione
proveniente dal settore degli azionamenti e
del motion control può regalare soddisfazioni
insperate. È proprio in questo settore, del resto,
che la conquista del tempo, che nel mondo degli
affari da sempre è sinonimo di denaro, e dello
spazio, nel senso di ottimizzazione degli ingombri
delle risorse e dei dispositivi coinvolti nei
processi di produzione, è un fine al quale si tende
continuamente e senza sosta.
Parlare perciò di azionamenti e motion control
significa affrontare di petto i temi più urgenti di
ogni impianto di produzione: come recuperare
efficienza? Come ridurre qualsiasi fonte di
spreco? Come sfruttare al meglio le risorse già
disponibili? Dall’impronta delle domande, si
coglie bene come gli aspetti quantitativi della
produzione legati al tema degli azionamenti e
del motion control, sfumino fino ad abbracciare
completamente questioni legati anche alla
sua qualità. Infatti, precisione e velocità degli
azionamenti determinano in modo diretto le stesse
prestazioni produttive. Tutto ciò grazie, da un lato,
alla possibilità di ricorrere a piattaforme flessibili
in grado di evolvere secondo le esigenze delle
aziende e, dall’altro, alla possibilità di contribuire
allo sviluppo di capacità sempre più precise di
autodiagnosi delle anomalie.
Questo genere di soluzioni, inoltre, risponde
a un’altra esigenza molto importante e
particolarmente sentita: la protezione degli
investimenti. Oggi gli azionamenti fanno ricorso
a tecnologie avanzate e robuste, caratteristiche
che rappresentano la migliore garanzia di una
maggiore durata nel tempo. Dato che è possibile
sostituire il film della crisi con quello della ripresa,
meglio che duri il più a lungo possibile.
Novembre 2013 - Automazione Industriale
033
Speciale Scenari
La sicurezza
per gli assi verticali
La sicurezza integrata è sempre più protagonista.
Nell’azionamento diventa difatti misura per la riduzione
dei rischi in conformità alla norma EN Iso 13849-1
di Andrea Colombo
I
costruttori di macchine e
impianti devono affrontare
le sfide rappresentate dalle
indicazioni della norma EN Iso
13849-1. Una tra queste è il dovere
fornire prove matematiche che il
livello di sicurezza raggiunto dalla
loro applicazione corrisponda
effettivamente al livello richiesto
dagli standard in vigore. Le
funzioni di sicurezza integrate
nell’azionamento sono sempre più
utilizzate in questo ambito al fine di
ridurre i rischi.
I rischi vengono stimati, secondo
quanto definito nella norma En Iso
La soluzione
di azionamento
sicuro
Pmcprotego DS
di Pilz
Brevi
informazioni
relative alla
norma EN Iso
13849-1 nel
libro Pilz sulla
sicurezza
034
Automazione Industriale - Novembre 2013
13849-1, con l’aiuto di un apposito
grafico del rischio. Alcuni tra i
fattori rilevanti sono: la gravità delle
possibili lesioni, la frequenza di
esposizione al rischio e la possibilità
di evitare i rischi nell’applicazione.
Il risultato di questa stima dei rischi
individuali è il Performance Level
richiesto (PL).
I rischi correlati
ai servo-assi
Se si considerano i rischi potenziali
correlati ai servo-assi, è chiaro che
un asse verticale ne rappresenta
l’esempio perfetto.
La disattivazione dell’alimentazione
Scenari Speciale
Situazioni
pericolose in
non è sufficiente per portare un
asse in condizioni di sicurezza. In
molti casi è il peso dell’asse stesso
a causarne la caduta; massa e
attrito ne determinano la velocità.
In quanto parte dell’analisi del
rischio, i rischi potenziali vengono
analizzati nelle varie modalità
operative della macchina e durante
lo svolgimento dei compiti dei
diversi operatori. In seguito è
possibile identificare le misure
necessarie. Nel caso degli assi
verticali, le misure da intraprendere
dipendono essenzialmente dal fatto
che l’intero corpo dell’operatore
possa passare al di sotto dell’asse
verticale o se solo le sue mani e
le sue gambe si trovino in quella
condizione. Altri aspetti da
considerare sono la frequenza
e la durata della permanenza
dell’operatore nella zona pericolosa.
Tutti questi fattori concorrono
a calcolare il Performance Level
(PL) richiesto per le funzioni di
sicurezza.
Il PL di componenti
non intelligenti
La norma EN Iso 13849-1 prescrive
di tenere in considerazione non
solo la parte elettrica della funzione
di sicurezza, ma anche quella
meccanica, idraulica e pneumatica.
Nel caso esemplificativo dell’asse
verticale viene utilizzato un freno
di stazionamento supplementare,
applicazioni con
assi verticali e
carichi sospesi
che però non dispone di un suo
Performance Level, poiché questo
può essere calcolato unicamente
per i componenti intelligenti. Il
costruttore del freno può fornire
unicamente quello che viene
chiamato valore B10d. Egli non
sa esattamente come saranno
utilizzati i suoi componenti nelle
singole applicazioni, pertanto può
solo redigere una dichiarazione
relativa al numero di operazioni
ipotizzabili prima che si verifichi
un guasto a un componente. Il
progettista o l’ingegnere incaricato
della costruzione della parte di
sicurezza del sistema di controllo
devono quindi calcolare l’intervallo
di tempo prima che si verifichi un
guasto pericoloso del componente
(Mttfd).
Il valore B10d non è l’unico fattore
da tenere in considerazione per
questo calcolo; un altro fattore chiave
che influenza il valore Mttfd è il
tempo medio che intercorre tra due
cicli consecutivi. I due valori citati,
Mttfd o B10d, sono semplicemente
due delle numerose variabili. Altre
sono: la copertura diagnostica (DC),
i guasti per causa comune (Ccf) e
la frequenza di utilizzo delle parti
sottoposte a usura (ad esempio,
interruttori, relè). È necessaria una
solida conoscenza degli standard
in vigore per potere elaborare tutti
questi valori fino a ottenere un unico
risultato, ovvero il Performance
Level.
Gli sforzi necessari per eseguire
questi calcoli in conformità alla
norma EN Iso 13849 possono
essere drasticamente ridotti grazie
all’utilizzo di uno strumento
software appropriato (ad esempio,
PAScal Safety Calculator di Pilz).
Novembre 2013 - Automazione Industriale
035
Speciale Scenari
La versione di Pilz
Le misure
per la riduzione dei rischi
Una volta identificati i rischi
correlati all’applicazione per mezzo
della stima del rischio, è possibile
identificare e mettere in atto
misure per la riduzione dei rischi
stessi. Partendo dai rischi associati
all’asse verticale, come descritto in
precedenza, è ragionevole supporre
che la funzione ‘test di sicurezza
dei freni’ potrebbe essere una delle
potenziali misure per la riduzione
dei rischi. Questo test può essere
utilizzato per identificare qualsiasi
guasto nel sistema di controllo e
nella meccanica dei freni. Il test
dei freni può essere eseguito a
ogni turno produttivo oppure ogni
24 ore, in base all’applicazione
specifica e dei requisiti indicati
nell’analisi del rischio. Il controllo
dei freni per mezzo della funzione
chiamata ‘comando sicuro dei
freni’ impedisce l’usura degli
stessi, oltre a rappresentare un
requisito per il calcolo del livello
di sicurezza raggiunto dai freni in
conformità agli standard in vigore.
Questa funzione rappresenta
inoltre la base per il calcolo del
sistema frenante, composto da
azionamento e freni, secondo la
Le funzioni di sicurezza dei freni sono parte
integrante delle soluzioni Pilz per l’azionamento
sicuro. In combinazione con i servodrive
Pmcprotego D, la scheda di sicurezza
Pmcprotego S assicura il controllo del movimento
nel punto esatto dove questo ha luogo,
direttamente nell’azionamento. In questo modo è
possibile ridurre i tempi di intervento e aumentare
la sicurezza in tutti i luoghi in cui uomini e
macchine operano congiuntamente. Allo stesso
tempo, si riduce la necessità di componenti
esterni e, di conseguenza, il cablaggio e i costi
correlati.
norma EN Iso 13849-1.
Queste funzioni di sicurezza
eseguono automaticamente
il test dell’azione frenante,
garantendo una riduzione delle
operazioni di manutenzione,
un aumento della produttività,
una maggiore disponibilità e
un livello di sicurezza ancora
più elevato. Le funzioni sono
utilizzate in combinazione con
altre funzionalità di sicurezza:
‘disattivazione coppia in sicurezza’
(disattivazione dell’alimentazione
del motore) e ‘arresto in
sicurezza 1’ (arresto controllato
dell’azionamento).
Gli strumenti degli esperti
Gli esperti in sicurezza Pilz possono
offrire un supporto anche grazie a
strumenti come PAScal Safety Calculator
grazie a informazioni mirate, come quelle
riportate nel libro Pilz sulla sicurezza
(www.pilz.de/sicherheitskompendium),
e tramite servizi specifici in conformità
ai requisiti della norma EN Iso 13849-1.
036
Naturalmente tutto questo è affiancato
dai prodotti Pilz per la sicurezza:
sensori, sistemi di comando e controllo
e azionamenti, tutti prodotti che
possono essere utilizzati come misure
per la riduzione del rischio secondo
quanto previsto dalla norma EN Iso
13849-1.
Automazione Industriale - Novembre 2013
Le funzioni di azionamento sicuro
qui descritte non rappresentano che
una parte delle potenziali misure
da intraprendere per la riduzione
dei rischi causati dagli assi verticali.
Esiste, infatti, una vasta gamma di
ulteriori funzioni e di misure di
sicurezza per sensori e dispositivi di
comando e controllo in sicurezza.
Valutazione e verifica
delle funzioni di sicurezza
Una volta definite le misure per la
riduzione dei rischi, è importante
controllarne l’effetto sulla sicurezza.
Ciò significa che è necessario
ricalcolare il Performance Level
tenendo conto delle misure
identificate.
Il passo finale è la comparazione
tra il Performance Level definito
tramite la stima del rischio e il
Performance Level raggiunto. Se
il Performance Level raggiunto
è maggiore o uguale a quello
richiesto, il requisito per
l’implementazione si considera
soddisfatto.
PAScal Safety Calculator di Pilz
calcola il Performance Level
raggiungibile per le funzioni di
sicurezza in impianti e macchine,
in base ai componenti utilizzati.
Il risultato viene verificato
confrontandolo con il PL richiesto
secondo EN Iso 13849-1 e viene
redatto un elenco di ogni azione
ritenuta necessaria. I risultati sono
rappresentati graficamente, in modo
da poter vedere chiaramente qual
è il livello di sicurezza raggiunto e
con quali componenti.
Per informazioni
Pilz Italia
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e
G
rga,
Norimbe Novembre
28
dal 26 al
Per maggiori informazioni,
visitate www.progea.com
o contattate i nostri uffici
Italia:
Tel +39 059 451060
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Germany:
Tel +49 7721 9925992
[email protected]
United States:
Tel +1 888 3052999
[email protected]
International:
Tel +41 91 9676610
[email protected]
Speciale Applicazioni
Azionamenti
per una logistica verde
Risparmiare i costi elettrici e sfruttare in maniera più
efficiente lo spazio disponibile del magazzino: oggi è più
facile grazie agli azionamenti che rendono gli spostamenti
dei robot autonomi ancora più precisi
di Anja Schütz*
I robot Ylog
si muovono
in modo
completamente
autonomo
038
Automazione Industriale - Novembre 2013
N
el 2007 i due manager
austriaci Heinrich
Amminger e Martin
Trummer si sono posti come
obiettivo quello di rivoluzionare
la logistica dei magazzini.
Lo sviluppo dei magazzini
miniload automatici, un sistema
logistico intelligente e per di più
ecosostenibile, ha permesso alla
neonata Ylog di Dobl (Graz,
Austria) di attirare sempre più
nuovi clienti. Il loro principio
di logistica di magazzino è
estremamente semplice da
spiegare: una tecnologia basata
su singoli veicoli autonomi
(AiV). Questi si riconoscono
a vicenda, rispettano le regole
di precedenza e i sensi unici,
svolgendo così i loro compiti
in maniera completamente
autonoma, ovvero senza alcun
intervento o coordinazione da
parte di un computer centrale.
Grazie all’impiego di questa nuova
tecnologia è possibile provare
tutte le possibili razionalizzazioni
e risparmiare in questo modo i
costi. Anche per quanto riguarda
il rapporto qualità prezzo e il
consumo energetico, questi robot
presentano un enorme vantaggio
rispetto ai sistemi esistenti.
Nei sistemi attuali vengono
impiegati soprattutto i cosiddetti
‘trasloelevatori’, che si spostano
lungo lo scaffale per depositare o
Applicazioni Speciale
prelevare la merce. La soluzione
Ylog unisce per la prima volta un
sistema di trasporto autonomo
con la logistica dei contenitori
dei magazzini miniload. Questa
modalità di stoccaggio è presente
in circa il 95% dei magazzini di
tutto il mondo.
Missione compiuta
Ylog costruisce sistemi shuttle
di diverse dimensioni con ruote
orientabili adatte sia per la
logistica di magazzino che per
quella di trasporto. Grazie al
sistema di navigazione presente
a bordo, gli AiV sono in grado
di compiere semplici missioni e
individuare il più idoneo tra gli
scaffali. Lo sviluppo di questo
sistema logistico intelligente è
talmente avanzato da permettere
la ricarica delle batterie dei
carrelli di trasporto durante il
funzionamento.
Questo è possibile perché gli
shuttle, che pesano soltanto
50 kg, hanno bisogno di poco
spazio di manovra. I carrelli di
trasporto dispongono di una
potenza di 100 Watt, per questo
motivo invece delle batterie
tradizionali vengono utilizzati i
cosiddetti ‘supercondensatori’.
Il grande vantaggio di questo
tipo di condensatori sta nel
fatto che possono essere caricati
in pochissimi secondi, ma
sono in grado di accumulare
la stessa energia delle batterie
tradizionali. Grazie al loro
consumo energetico ridotto,
è possibile azionare circa 200
robot con lo stesso consumo
di un singolo trasloelevatore
tradizionale, che consuma
L’EC-max
30 di maxon
viene impiegato
nel robot Ylog
per le ruote
orientabili
dei veicoli AiV
in media circa 20mila Watt.
L’elemento determinante del
sistema logistico è il sistema di
comando: gli shuttle ricevono
dall’unità centrale l’ordine
di prelevare o depositare un
determinato contenitore sugli
scaffali, tuttavia sono loro stessi
a spostarsi autonomamente
grazie alle norme di circolazione
programmate. Grazie a questa
concezione decentralizzata nel
magazzino possono spostarsi
contemporaneamente fino a 500
carrelli di trasporto.
Direzionamento
preciso
In questi veicoli autonomi,
i motori e i riduttori maxon
motor svolgono diverse funzioni.
Nove degli undici assi di un
AiV vengono infatti azionati
da motori maxon: questi
direzionano le ruote e prelevano
e depositano i contenitori.
Sono impiegate diverse versioni
di motoriduttori adatte alle
esigenze del cliente. Ogni shuttle
conta complessivamente nove
motori. Ad esempio, quattro
motori maxon EC max 30
sono utilizzati per far curvare
i veicoli robotizzati. Le ruote
orientabili del veicolo sono
posizionate correttamente
mediante l’azionamento. Dei
motori EC a commutazione
elettronica maxon motor
sottolinea soprattutto le
“caratteristiche ottime di coppia,
l’elevata potenza, il campo
di velocità particolarmente
ampio e, ovviamente, la
lunga durata di servizio”. Gli
azionamenti vengono impiegati
in combinazione con i riduttori
planetari maxon nella versione
in ceramica. L’impiego nei
riduttori di componenti in
ceramica permette di migliorare
le caratteristiche di usura dei
componenti critici. Questi
riduttori presentano anche
una maggiore durata, maggiori
coppie di breve durata e continue
e maggiori velocità di ingresso.
Ylog aveva bisogno di motori
in diverse taglie, combinate con
i riduttori appropriati e maxon
è stata in grado di soddisfare
perfettamente le sue richieste.
Il design personalizzato degli
azionamenti, ad esempio per
i motori direzionali, è stato
decisivo per la scelta dei motori
maxon da parte di questa nuova
società. Al momento Ylog è
presente con il suo sistema di
trasporto in nove magazzini. Il
più grande di questi si trova in
una vetreria in Germania. Qui
vengono impiegati 52 AiV: in
totale sono 468 i motori maxon
che ogni giorno trasportano
migliaia e migliaia di articoli.
*Anja Schütz di maxon motor.
Per informazioni
maxon motor Italia
www.maxonmotor.it
Novembre 2013 - Automazione Industriale
039
Speciale Applicazioni
Al bando
la complessità
Con il giusto connubio di competenze ingegneristiche
ed esperienza sul campo, è possibile progettare e realizzare
prodotti per il motion control affidabili anche in ambiti
di applicazione complessi, come gli impianti nucleari
di Andrea Colombo
M
oog Industrial Group,
una divisione di Moog,
ha fornito un sistema di
motion control e servizi di ingegneria
a James Fisher Nuclear (JFN) per il
manipolatore a braccio ModuMan
100 che sarà impiegato durante lo
smantellamento degli impianti nucleari.
Il manipolatore è utilizzato per afferrare
e spostare materiali, evitando il contatto
umano. Si tratta di un dispositivo simile
a un braccio, con vari gradi di libertà
ed è impiegato per trattare materiali
radioattivi o biologici pericolosi, in
luoghi inaccessibili o per applicazioni in
ambito chirurgico e aerospaziale.
JFN ha deciso di sviluppare e fornire
un braccio meccanico durevole
e di facile manutenzione, per
il trattamento di rifiuti
nucleari immagazzinati
in vari siti in tutto
il Regno Unito.
L’azienda ha
contattato Moog
nel Regno Unito
per lo sviluppo di
un sistema idraulico di
controllo del movimento
040
Il
manipolatore
a braccio
ModuMan 100
e per la modellazione e simulazione
durante la progettazione del prodotto.
Le competenze ingegneristiche,
unitamente alla tecnologia del software
di controllo e dei servo-azionamenti
di Moog, assicurano il movimento
accurato del braccio di manipolazione a
sei assi idraulici.
sarà impiegato
durante lo
smantellamento
di impianti
nucleari in tutto
il Regno Unito
Automazione Industriale - Novembre 2013
Servo-azionamenti
in rotazione
Progettato per operazioni di
smantellamento nell’industria nucleare,
può sollevare 100 kg in un raggio di
2,3 m ed è in grado di raggiungere
le scorie radioattive attraverso un
portello standard da 270 mm di
diametro. È dotato di tre modalità
di funzionamento (Joint, Tool e
World) con opzioni ‘Taught Paths’
(Apprendimento Percorsi) e ‘Collision
Avoidance’ (Evitare collisioni).
Impiega componenti
industriali come resolver,
attuatori, servovalvole e
sensori, che sono integrati
e azionati da un sofisticato
software di controllo.
Il sistema di controllo Moog è
costituito da due servocontroller II
(Msc II), tre servocontroller I (Msc
I), due servoazionamenti (Msd) e
dal Motion Control Software, tutti
progettati e costruiti da Moog. Il
sistema permette la rotazione della
spalla di ±130º, un’elevazione della
spalla di ±90º e del gomito di ±130°,
una rotazione del polso di ±130° e
una flessione di altrettanti ±130°,
la rotazione continua dell’utensile
e l’apertura della pinza compresa
tra 0-150 mm. I componenti Moog
fondamentali per il controllo del
movimento sono situati al di fuori
dell’area radioattiva.
“Abbiamo progettato ModuMan
100 sulla base di attuatori idraulici
convenzionali abbinati a una
strumentazione industriale ed elementi
di controllo di comprovata efficienza,
per garantire un’elevata robustezza”,
ha dichiarato Matthew Journee,
Operations Manager di JFN. “Per
agevolare la manutenzione, abbiamo
anche deciso di posizionare gli elementi
vitali di controllo fuori dallo spazio
operativo. La collaborazione con Moog
ci ha permesso di fornire un prodotto
in linea con i requisiti richiesti. Il primo
ModuMan 100 è stato consegnato al
cliente per testarlo e valutarlo in un
laboratorio per i test nucleari nel Regno
Unito”.
Per informazioni
Moog
www.moog.com/industrial
Speciale Applicazioni
L’automazione
ha fatto il vuoto
Qualità, precisione, affidabilità sono termini largamente utilizzati (e in molti casi
abusati) in campo industriale. Ci sono settori, come il pharma, però, nei quali certi
attributi sono requisito essenziale per conquistare la fiducia del mercato
di Andrea Colombo
C
hi opera in campo
farmaceutico sa bene
quanto conti agire secondo
conformità per eliminare alla
radice tutte le variabili che possono
compromettere il risultato finale di
una produzione. Una responsabilità
che ricade soprattutto sulle spalle
dei costruttori di macchine, dalle
cui attività dipende in buona
parte la sicurezza del farmaco e,
di conseguenza, del trattamento
sanitario. Dosa, società che progetta
e realizza macchine per confezionare
prodotti a uso medico per via orale
Macchina
monoblocco
Dosa per
riempimento
asettico
042
Automazione Industriale - Novembre 2013
e parenterale, crede che il rigore
e l’attenzione per i particolari
rappresentino al giorno d’oggi
qualità indispensabili per attrarre
gli investimenti delle grandi case
farmaceutiche. Per questo motivo
ha scelto di sviluppare macchine
complesse che rispondano alle più
stringenti normative del settore e di
farlo grazie al supporto di un partner
come Omron. La summa di questa
mission è ben visibile all’interno
di Dosafill, una soluzione per
microdosare prodotti antibiotici per
riempimento asettico.
Interamente progettata per il mercato
della Corea del Sud, Dosafill è la
prima di una serie di macchine
strutturate per dosare prodotti
polverosi sterili in vials e sigillarli
sottovuoto.
Tecnologia a lunga
conservazione
La soluzione Dosafill consente a
Dosa di rispondere a una precisa
necessità dell’industria farmaceutica:
allungare la vita media dei presidi,
e in particolare di tutti quei
farmaci sensibili sia all’umidità che
all’ossigeno. Ciò avviene tramite una
conservazione sottovuoto che rallenta
i processi ossidativi, allungando
di circa 10 volte la vita media del
farmaco, in modo totalmente sicuro:
un venturimetro gestito con un
segnale analogico provvede infatti a
creare una curva progressiva evitando
così brusche asportazioni di prodotto.
“Si tratta di un procedimento
piuttosto complesso”, ci tiene a
sottolineare Pietro Dovesi, General
Manager di Dosa. “Creare il vuoto
assoluto laddove c’è un farmaco
polveroso non è una cosa semplice,
il rischio è soprattutto quello di
Applicazioni Speciale
asportare il prodotto. La polvere è
per sua caratteristica un prodotto
instabile, composto da granulati di
dimensioni diverse e che risentono
nella maggior parte dei casi delle
condizioni atmosferiche (umidità,
temperatura). Per questo motivo
abbiamo progettato e realizzato
una macchina che, grazie anche a
servomotori e componenti elettronici
forniti da Omron, ci permette di
interpretare e adattarci a queste
mutazioni”.
Passaggio al digitale
Dosafill è la prima macchina
Dosa che sfrutta un’architettura
centralizzata basata su plc Omron
CJ2 e scheda di controllo assi
Mch72. Dalla parte più complessa
legata ai movimenti interpolati al
semplice nastrino tutta la struttura
utilizzata è stata concepita su una
base digitale: la presenza di un plc
Omron CJ2 consente nello specifico
di gestire gli assi nelle singole
variabili (guadagni, accelerazioni,
dosaggio, peso) in modo centralizzato
attraverso un pannello operatore
NS8 o tramite collegamento remoto.
La comunicazione via Ethernet,
inoltre, permette di migliorare
l’integrazione con tutti i componenti
Omron, potendo sfruttare un unico
concentratore di dati (lo switch) per
la visualizzazione di tutte le utenze a
esso collegate (pannello, plc, Mch).
“Tutte le varie schede monoasse
dedicate rappresentavano una
limitazione in termini di gestione”,
spiega Luca Gabbi, Skilled Engineer
di Dosa. “Se prima dovevamo aprire
il quadro, collegare un computer e
lavorare manualmente per gestire
dall’alto le funzioni della macchina,
ora abbiamo la possibilità di
controllarle tutto in modo efficiente
anche da fuori”.
Il plc Omron CJ2 lavora su linea
Mechatrolink sfruttando come
comunicatore digitale la scheda
CJ1W-Mch72. Quest’ultima controlla
i drive e, tramite Modbus, gli
inverter. La possibilità di sfruttare
I/O remoti permette di comporre
in modo modulare ingressi e
uscite, semplificando il cablaggio
e le correzioni in fase avanzata di
sviluppo. Nell’ottica di una maggiore
decentralizzazione verso le utenze
esterne e ai segnali di bordo, Dosa
ha optato per un’architettura in
CompoNet. Le zone più comode per
il cablaggio sono state delimitate e
portate al plc attraverso un segnale
digitale per essere completamente
visibili dall’operatore.
Dosaggio: l’importanza
dei motori
Come buona parte delle macchine
che operano nel mondo farmaceutico,
Dosafill è stata concepita per
rispondere a tutta una serie di
controlli qualità. “Un flacone non
conforme può risultare letale”, spiega
Alessandro Pierini, Product Division
di Dosa, “per questo motivo è
necessario controllare in modo severo
Sistema
combinato
dei flussi
d’aria laminari,
verticale e
orizzontale
tutte le operazioni di dosatura, peso
e sottovuoto”. Il sistema di dosaggio
è stato quindi movimentato da
due motori Omron G5, uno per la
rotazione del tamburo, ovvero per
l’aggiornamento della ruota a passi, e
l’altro per mantenere il cilindro, e di
conseguenza il volume di polvere da
dosare, in asse con il tamburo stesso.
“Se questo motore non risultasse
in asse con il tamburo avremmo
un’escursione random difficilmente
controllabile”, sottolinea Gabbi, “il
che comporterebbe volumi diversi a
ogni dosata. Naturalmente anche il
tamburo deve essere molto preciso
negli arresti: se il posizionamento
non risulta perfettamente
perpendicolare rispetto al flacone si
rischia di far fuoriuscire il prodotto
o di sporcare il collo del contenitore.
Le tolleranze sono molto ristrette”.
Il controllo del peso viene gestito
da sei bilance attraverso il calcolo
della differenza lordo-tara e dei
relativi feedback in base a ciò che
è previsto dalla ricetta: in caso di
sovra o sottodosaggio l’operatore
può agire sul motore modificando la
corsa all’interno del tamburo rotante.
Oltre ai motori intelligenti, la
macchina utilizza motori secondari
per i nastrini e per il controllo dei
flussi laminari. Omron ha fornito a
Dosa anche tutto l’equipaggiamento
relativo alla sicurezza a bordo
macchina, compresi fotocellule,
sensori induttivi, sensori laser. La
presenza di un plc di sicurezza
collegato in Ethernet permette
inoltre di migliorare le varie
operazioni di diagnosi.
Per informazioni
Omron Electronics
www.industrial.omron.it
Novembre 2013 - Automazione Industriale
043
Speciale Applicazioni
Packaging
diversificare è meglio
Per un’azienda come Cermex è vitale affrontare la
diversificazione dei mercati. Inevitabile la scelta di una
soluzione pienamente integrata, dall’interfaccia operatore
ai servomotori, comprese le schede di controllo assi
di Andrea Colombo
FlexiCase,
l’incartonatrice
verticale
multifunzione
di Cermex,
realizzata in
collaborazione
con Rockwell
Automation
044
C
ermex, costruttore
di macchine per
packaging di fine linea,
offre soluzioni complete di
inscatolamento, avvolgimento in
pellicola e pallettizzazione, sia per
le piccole e medie industrie sia
per i grandi gruppi internazionali
nei settori degli alimenti, delle
bevande, dei cosmetici e dei
prodotti farmaceutici.
Automazione Industriale - Novembre 2013
La nuova incartonatrice verticale
e multifunzione della società,
FlexiCase, è stata progettata
per rispondere alle esigenze
dei mercati home/healthcare e
realizzare operazioni di formatura,
imballaggio e incollaggio.
FlexiCase ha una velocità di 40
scatole al minuto, un ingombro di
20 m² e può lavorare una gamma
molto ampia di prodotti e cartoni.
L’incartonatrice ha una struttura
a portale a controllo numerico
collegata a un manipolatore
semplice e leggero. La macchina,
completamente modulare, offre
la possibilità di integrare robot
a bracci articolati esogeni e altri
moduli pick&place.
Una logica integrata
Cermex ha sviluppato
l’inscatolatrice FlexiCase in
stretta collaborazione con
Rockwell Automation, fin dalle
fasi di ricerca e sviluppo. Per
controllarla, Cermex ha optato
per una soluzione globale
Rockwell Automation basata su
una piattaforma ControlLogix
che incorpora un’interfaccia
operatore PanelView Plus 1000,
un controllore ControlLogix L7,
ingressi/uscite decentralizzati
Point I/O, schede di controllo
assi Sercos, servo-azionamenti
Kinetix 6000, servomotori Mpl-B
e inverter PowerFlex 40.
I 17 servomotori Kinetix 6000 di
Rockwell Automation utilizzati
per le varie funzioni assicurano
un ciclo notevolmente più fluido e
preciso, garantendo l’integrità del
prodotto e del suo imballaggio.
La logica modulare della
macchina risulta così integrata
anche nella struttura di
automazione e controllo assi.
Sviluppate secondo lo standard
Applicazioni Speciale
Omac (Organization for Machine
Automation and Control), tutte
le funzioni dell’inscatolatrice
sono divise in sottoprogrammi
riutilizzabili e autonomi. Questo
approccio riduce l’impegno di
programmazione durante lo
sviluppo di nuove applicazioni e
semplifica le fasi di qualificazione
offrendo, nel contempo, maggiore
stabilità ai clienti.
L’interfaccia operatore PanelView
Plus 1000 versione 6 contiene
un menu perfettamente adattato
alla macchina, assicurando
una migliore segnalazione
dei problemi e permettendo
una più rapida ricerca dei
guasti. “L’operatore è portato
direttamente alla fonte del
problema”, spiega Jean-Marc
Passemard, Sales Promotion
Manager di Cermex. “Oltre a
conferire fluidità e precisione
ai movimenti, i 17 servomotori
integrati nella soluzione
semplificano notevolmente le
procedure di impostazione e di
regolazione di precisione”.
Obiettivo raggiunto: 40
imballaggi al minuto
Produrre imballaggi per
contenitori di plastica (gel
doccia, shampoo, liquidi per
bucato o detergenti) la cui
forma e il cui comportamento
variano notevolmente, pone
sfide specifiche in termini di
automazione.
“Volevamo progettare una
macchina con caratteristiche
ottimali: un’elevata velocità
di produzione, un ridotto
ingombro e un’ampia gamma di
possibili formati di imballaggio”,
spiega Passemard. “La funzione
di formatura doveva essere
molto compatta, ma garantire,
nel contempo, la lavorazione
di 40 unità di imballaggio al
minuto. Questo obiettivo è
stato raggiunto e l’ingombro
è un terzo rispetto a una
soluzione standard di formatura
orizzontale”.
Per informazioni
Rockwell Automation
www.rockwellautomation.com
Speciale Prodotti
Regolatore assi con Usb
a cura di Massimiliano Luce
Servoazionamento da premio
La nuova generazione di
servoazionamenti Microflex
E150 di Abb, vincitore del
premio Engineers’ Choice
Award di Control Engeneering,
è disponibile in tre grandezze,
da 3, 6 e 9 A con sovraccarichi
del 200% e alimentazione
da 110 a 230 Vca. Dotata
di ingresso con funzione di
sicurezza Sto (certificato Iec
61800-5-2, Sil3 PLe), questa
serie di convertitori di frequenza
permette una veloce connettività
mediante molteplici protocolli
di comunicazione come, ad
esempio, Ethercat, Ethernet/IP,
Ethernet Tcp/IP e Modbus
Rtu, senza l’ausilio di schede
aggiuntive.
L’ingresso encoder universale
permette l’adattamento a diversi
motori e applicazioni (dai motori
brushless, lineari e asincroni).
L’ingresso encoder inoltre
può essere utilizzato anche
in abbinamento con ingresso
encoder di pilotaggio per
applicazioni Master/Slave.
La quantità di ingressi e uscite
disponibili consente numerosi
vantaggi sia se la connessione
è tramite bus (Ethercat o altri
bus, ad esempio), utilizzando
i suoi 10 ingressi digitali come
unità remote, sia che venga
utilizzato come drive standalone,
sfruttandolo per applicazioni
tipiche in posizionatori, camme
elettriche, asse di inseguimento.
Garnet presenta Pmx-4EX-SA di Arcus, regolatore
avanzato di quattro assi con comunicazione Usb
2.0 e RS485. Pmx-4EX-SA presenta funzioni di
interpolazione, ingressi di retroazione encoder
integrati per monitorare automaticamente la
posizione di un motore passo-passo. Può essere
interfacciato con qualsiasi driver che accetti i
segnali digitali di clock e direzione. Il regolatore
può anche essere utilizzato per il controllo di
azionamenti servo.
Il linguaggio di programmazione (A-Script)
favorisce l’integrazione del Pmx-4EX-SA nel
sistema di automazione. La programmazione
simile al Basic elimina la necessità di esperienza
software per programmare il controllore. Pmx4EX-SA è multitasking, consente di eseguire
fino a quattro programmi autonomamente nello
stesso momento e include anche il sistema di
programmazione drag-n-drop che consente
all’utente di creare un programma senza scrivere
nessuna riga di codici.
Per informazioni
Garnet
www.garnetitalia.com
Per informazioni
Abb
www.abbmotion.com
Piccoli grandi codificatori
Sma è un encoder lineare assoluto che appartiene alla
gamma di sensori rotativi e lineari di Lika Electronic. Si presta
all’installazione in applicazioni dove le dimensioni ridotte e
l’alta risoluzione sono esigenze imprescindibili, ad esempio
nei motori lineari, negli impianti di
assemblaggio, nelle applicazioni
pick & place, nell’industria dei
semiconduttori, nelle stampanti e
negli strumenti elettromedicali e di
misura, nelle macchine utensili. Questo
sistema di misura lineare è progettato
per provvedere sia all’informazione
046
Automazione Industriale - Novembre 2013
assoluta sia a quella incrementale. La sua larghezza è stata
ridotta a 10 mm, mentre la lunghezza massima della corsa
è stata aumentata a 8 m. La banda è immune a polveri, olio,
grasso, acqua e ai più comuni agenti chimici. Il sistema
di misura abilita perciò un funzionamento affidabile anche
se impiegato negli ambienti industriali più aggressivi.
Grazie al funzionamento non contattivo, Sma non soffre le
problematiche connesse all’usura.
Per informazioni
Lika Electronic
www.lika.it
Prodotti Speciale
Il Pac con I/O motion
Mini servo crescono
Cresce la famiglia Sinamics,
estendendo l’offerta verso le
soluzioni mini servodrive con il
nuovo Sinamics V90. Con questo
prodotto Siemens propone,
in una gamma di potenza
da 400 W a 7 kW, una soluzione
per il controllo di posizione,
velocità e coppia.
Sinamics V90 prevede diverse
possibilità di controllo: il
posizionamento accurato
attraverso dei set-point interni o
un riferimento a treno di impulsi
fino a 1 MHz, la regolazione di
velocità e coppia, la possibilità
di cambio al volo tra le diverse
modalità.
Con Sinamics V90 e i servomotori
Simotics S-1FL6, insieme ai
pannelli Simatic e al plc S7-1200,
Siemens propone una soluzione
completa per le applicazioni di
general motion control, rivolta
soprattutto a settori come il
tessile, l’imballaggio, il material
handling e ad altre applicazioni
general purpose, ovunque ci sia
l’esigenza da parte dei costruttori
di macchine di avere sì soluzioni
con prestazioni elevate, ma con
un occhio al contenimento dei
costi.
Per informazioni
Siemens
www.automation.siemens.com
Il controllo a bordo macchina di un
processo produttivo è una caratteristica
importante che garantisce affidabilità,
qualità e ottimizzazione della
produzione. Se poi si entra nell’ambito
del motion control queste richieste
si amplificano e acquistano un peso
maggiore. Una soluzione si può ottenere
con il controllore programmabile
MP-8743, di Icp Das, dotato di sette
slot di espansione per alloggiare moduli
di I/O per motion control, un’uscita
analogica con relativo ingresso encoder,
I/O digitali, Usb, porte PS/2, una porta
Vga e la possibilità di lavorare in range
termico che va da -25 a +75 °C. Questo
Pac implementa efficacemente la
soluzione All In One, grazie al fatto che
possiede al suo interno un’architettura
pc fanless, con cpu Amd LX 800 a 32
bit a 500 MHz e memoria Ram da 512
Mb di tipo Ddr. A bordo è installato il
sistema operativo Windows CE.Net
6.0 che permette l’utilizzo di utility e
librerie orientate al motion control per
applicazioni real-time.
Esso si può caricare anche mediante
CF. Possiede interfacce RS232/485 ed
Ethernet che lo rendono un sistema
aperto, capace di dialogare anche senza
canali creati ad hoc.
Per informazioni
Sistemi Avanzati Elettronici
www.sisav.it
Meno ingombro, più efficienza
Modularità dell’hardware e del sistema di raffreddamento, ottimizzazione delle
dimensioni e dei cablaggi, integrazione di tecnologia di sicurezza nel dispositivo:
sono queste le peculiarità salienti degli azionamenti compatti B&R AcoposMulti.
AcoposMulti è stato progettato per ridurre le dimensioni di ingombro nel
quadro elettrico con moduli ad asse singolo e a due assi, per semplificare il
montaggio e l’installazione grazie a un supporto backplane e a caratteristiche di
maneggevolezza per la manutenzione del dispositivo e per il miglioramento del
cablaggio. La modularità del sistema di raffreddamento permette di utilizzare la
classica ventilazione nel quadro, in alternativa quella fuori quadro, o anche di
utilizzare un sistema di raffreddamento ad acqua o a olio. AcoposMulti combina
anche efficienza energetica con alte prestazioni: i moduli di alimentazione
intelligenti (ora anche in un nuovo formato di ridotte dimensioni per potenze di
4 kW), grazie alla correzione del fattore di potenza,
assicurano un accoppiamento ideale
con la rete, riducendo così i consumi.
Tutti i componenti di alimentazione
dell’azionamento, inoltre, sono in grado
di convertire l’energia cinetica generata
in frenata di nuovo in energia elettrica.
Per informazioni
B&R Automazione Industriale
www.br-automation.com
Novembre 2013 - Automazione Industriale
047
Speciale Prodotti
Una nuova versione di motion
Con la nuova versione di motore con
azionamento integrato della serie
Indradrive Mi, Rexroth crea i presupposti
per un engineering veloce, per la
realizzazione di macchine modulari
e per efficaci concetti di sicurezza.
Le più importanti innovazioni sono
l’introduzione dell’interfaccia di comando
multiprotocollo, la possibilità di collegare
direttamente periferiche distribuite,
l’introduzione delle funzioni certificate Sto
e un ‘clean design’ adatto in particolare
al settore del food e del packaging.
L’introduzione
dell’interfaccia MultiEthernet estende
l’utilizzo dell’Indradrive
Mi a diversi protocolli di comunicazione
su base Ethernet, Sercos III, Profinet
IO (RT), EtherNet/IP ed EtherCat, il
tutto tramite una semplice immediata
impostazione software. In questo
modo i costruttori di macchine
possono realizzare diverse strutture
di automazione, utilizzando un unico
e potente hardware. Ciò semplifica
sensibilmente l’aspetto
logistico della gestione
delle parti di ricambio. I
motori con azionamento
integrato Indradrive Mi, grazie alla loro
architettura decentrata con collegamento
‘a cascata’ riducono fino al 70% i quadri
elettrici e fino all’85% i cablaggi rispetto
alle soluzioni convenzionali.
Per informazioni
Bosch Rexroth
www.boschrexroth.it
Dalla Cina con innovazione
Voglia di integrazione
Pamoco distribuisce in Italia i servosistemi brushless
Estun prodotti nell’antica capitale della Cina, a Nanjing.
Il reparto ricerca e sviluppo è all’avanguardia in Cina
per lo studio di nuove elettroniche che implementano
l’interfaccia con i più diffusi bus di campo quali CanOpen,
Modbus, Profibus-DP, Powerlink, EtherCat. L’azienda è
anche centro di ricerca certificato in Cina per lo studio
e la realizzazione di nuovi progetti, in particolare di una
nuova gamma di robot antropomorfi. Estun produce al
proprio interno sia i motori sia gli azionamenti e copre una
gamma di servosistemi sino a 392 kW. La nuova famiglia di
azionamenti digitali, denominata Pronet, copre una gamma
di potenze che va da 200 W a 22 kW. I servomotori sono
equipaggiati di encoder incrementale, encoder assoluto a
17 bit o resolver. L’azionamento Pronet può funzionare in
modalità posizione, coppia e velocità
con possibilità di selezionare al volo il
tipo di funzionamento. Con la gamma
di motori Emb da 22 kW i servosistemi
Estun possono essere utilizzati nelle
applicazioni in presse a iniezione,
macchine da stampa e
macchine per la
produzione di
cartone ondulato.
L’integrazione tra il motion
control e gli azionamenti
è sempre più percepita
come necessaria. Robox
lascia il costruttore di
macchine libero di scegliere
la soluzione migliore in
relazione all’applicazione
effettiva, sia essa di motion control, sia essa di robotica.
In quest’ottica, tra le soluzioni attualmente offerte da Robox
spicca il motion controller master EtherCat master CanOpen
μRMC3 (in foto), compatto, ad architettura chiusa, dotato del
microprocessore Freescale Power PC P2020 (1,2 GHz dual core),
tre porte Ethernet (EtherCat, Tcp/IP, Udp/IP), due porte Canbus
(CanOpen), un’interfaccia Profinet Slave e SD memory card.
L’offerta prevede, poi, il motion controller master EtherCat μRMC2
con due porte Ethernet: la prima è destinata a comunicazioni Tcp/
IP con la rete di fabbrica o con l’interfaccia operatore, la seconda
è normalmente destinata a comunicazioni Ethernet real-time con
azionamenti e periferia decentrata. Robox fornisce anche schede
di controllo assi basate sulla stessa architettura hardware del
μRMC2 a diversi costruttori di drive e motori. Infine, Shuttle Drive
SpimD20 è sviluppato da Robox insieme a STMicroelectronics per
realizzare, sulla base di hardware standard, azionamenti specifici per
applicazioni di controllo multi-asse.
Per informazioni
Pamoco
www.pamoco.it
Per informazioni
Robox
www.robox.it
048
Automazione Industriale - Novembre 2013
Prodotti Speciale
Accendiamo i motori
L’utilizzo di tecnologie elettromeccaniche
è in continua crescita e le previsioni future
si muovono positivamente, specialmente
in quelle applicazioni gestite normalmente
con cilindri pneumatici. Grazie
all’introduzione del nuovo motore lineare
tubolare Ett, capace di fornire valori di
coppia di picco fino a 512 N, velocità fino
a 4 m/s e accelerazioni fino a 200 m/s2,
Parker Hannifin riesce a soddisfare le più
alte esigenze prestazionali. Ett è un motore
economico ad alta efficienza energetica
e il suo impiego costituisce un’alternativa
ai cilindri pneumatici in applicazioni dove
sono richieste maggiori flessibilità e
controllo. La piena compatibilità con lo
standard Din Iso 15552:2005-12 semplifica
l’integrazione meccanica dell’Ett nel
sistema e consente la riduzione dei costi di
progettazione.
I motori lineari Ett sono disponibili in tre
taglie: Ett025, Ett032 ed Ett050. L’Ett025 è
dotato di un cavo di uscita, mentre le altre
due taglie dispongono di connettori motore
e feedback completamente orientabili.
Ett è supportato da diversi tool software
e da un pacchetto completo di accessori
che semplificano la selezione dei
componenti riducendo la complessità di
configurazione e la messa in funzione del
sistema, eliminando virtualmente il rischio di
incompatibilità tra i diversi componenti.
asincroni a cassa tonda e quadra. I nuovi
motori asincroni, che consentono a
costruttori, system integrator e utilizzatori di
acquistare il pacchetto completo
motore/drive da un solo fornitore, sono
offerti con opzioni quali retroazione
encoder, cuscinetti isolati e freno di
stazionamento. In classe di efficienza
IE2, sono disponibili nell’intervallo di
potenza da 0,09 kW a 342 kW e fungono
da abbinamento perfetto con la nuova
gamma di convertitori AC30V. I motori MR
(nella foto) e MS possono essere impiegati
in applicazioni come pompe, ventilatori
e movimentazione del materiale e in
applicazioni più specializzate come quelle
relative alle macchine da stampa
e ai banchi prova.
Velocità regolare
A complemento dell’offerta di regolatori
di velocità, Parker ha inoltre introdotto
nel mercato una nuova gamma di motori
Per informazioni
Parker Hannifin
www.parker.com
Pianificazione flessibile,
anche quando la scadenza incombe
La flessibilità è indispensabile. L’ingegnerizzazione parallela attraverso la Piattaforma EPLAN ti rende più flessibile nell’elaborazione dei
progetti, e permette di programmare meglio le risorse. Le scadenze sono saldamente sotto controllo e la trasparenza aumenta. La gestione
delle revisioni rende possibile introdurre modifiche fino all’ultimo minuto, mentre lo scambio di dati aperto ti fa risparmiare tempo e stress.
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Speciale Prodotti
Il risparmio è il primo guadagno
Far fronte alla sfida energetica è la
questione del presente e del nostro futuro.
Se si prende in considerazione il dato che
il sistema industriale assorbe quasi il 50%
dell’energia prodotta al mondo e una parte
rilevante di questa, superiore alla metà,
serve ad alimentare motori elettrici, gli
azionamenti a velocità variabile proposti sul
mercato italiano dalla nuova Business Unit
di Siei Peterlongo electric (Invertek Drives
Italia) possono essere considerati l’elemento
trainante della proposta aziendale di
automazione rivolta al risparmio energetico.
Sistemi di trattamento dell’aria e dell’acqua
sono il cuore pulsante di aeroporti, ospedali,
centri commerciali, scuole, edifici pubblici,
alberghi e laboratori. Un accurato controllo
della velocità
variabile di questi
sistemi mediante
l’installazione
degli inverter Optidrive Hvac, studiati
appositamente per queste applicazioni,
permette un notevole risparmio energetico,
economico e nel segno del ‘green’, con una
riduzione delle emissioni di CO2. Optidrive
Hvac significa regolare al meglio mediante
la funzione ottimizzazione dell’energia
assorbita che minimizza l’uso allo stretto
necessario e far funzionare l’impianto solo
quando richiesto mediante la funzione Sleep
& Wake che permette, in abbinamento a una
semplice regolazione Pid, di sospendere e
riprendere l’erogazione di energia a richiesta
controllando il tutto solo con l’inverter.
Proprio per questo la gamma degli Hvac,
che copre potenze da 0,75 a 160 kW, è
stata pensata per poter essere installata in
campo, in condizioni difficili e senza quadro
elettrico se non necessario. Il grado di
protezione varia da IP66 fino alla potenza
di 7,5 kW, IP55 fino a 160 kW. L’inverter è
però pronto a dialogare con tutti i sistemi di
controllo e supervisione grazie ai più comuni
bus di comunicazione quali il Bacnet,
Modbus Rtu, Profibus, Profinet, Ethercat ed
EtherNet/IP.
Per informazioni
Siei Peterlongo electric
www.sp-electric.it
La tecnologia motion
diventa semplice
Controllo sincronizzato fino
a 96 assi in un unico rack
Panasonic presenta Minas Liqi, la gamma di servoazionamenti e motori brushless da 50 a 750 W (220 Vca).
Minas Liqi è l’ideale per l’utilizzo di stepper motor, di motori
asincroni, revamping e così via, nei quali l’impiego di un
servo-azionamento permette un upgrade tecnologico in
termini di affidabilità, velocità e precisione con un investimento
equilibrato. Minas Liqi, comandato a treno d’impulsi
e programmato con il software Panaterm si accoppia
naturalmente con i plc della serie FP e, in particolare, con
FP0R per realizzare soluzioni motion semplici ed efficaci.
Gli ambiti applicativi vanno dall’alimentare al packaging, dai
piccoli robot cartesiani alle macchine per la stampa, fino
alle macchine per la lavorazione del metallo. A tal riguardo,
Panasonic introduce i nuovi kit KitLiqi400W e KitLiqi750W
composti da un asse (servodriver + motore brushless) Minas
Liqi (400 o 750 W), un plc della serie FP0R e un pannello da
3,8 della serie GT02, oltre a cavi e software per connettere e
utilizzare al meglio il prodotto.
Mitsubishi Electric potenzia le proprie soluzioni in ambito motion control
con nuove schede assi, cpu Motion e nuovi servo. I moduli Simple Motion
per plc serie L e Q e le cpu Motion Qds sono soluzioni che integrano
funzioni avanzate di controllo del movimento come posizionamento,
controllo di velocità, controllo di coppia, camme elettroniche,
sincronizzazione assi, rilevamento tacche. La comunicazione tra cpu
Motion e servo MR-J4 avviene tramite il motion-bus in fibra ottica Sscnet
III/H che permette di raggiungere velocità pari a 300 Mb/s (150 Mb/s in
full duplex). Grazie al collegamento in fibra ottica, è possibile raggiungere
distanze fino a 1.600 m tra i dispositivi. La soluzione Simple Motion
mette a disposizione dell’utente funzioni con una programmazione
semplificata e intuitiva, risolvendo applicazioni motion di alto livello
senza la necessità di essere esperti nell’utilizzo di complicati software di
programmazione. L’architettura del sistema motion Mitsubishi Electric
permette di controllare fino a 96 assi sincronizzati impiegando un unico
rack, mentre con sistemi multirack è possibile arrivare a controllare fino
a 1.280 assi. MR-J4 è indicato per tutte le applicazioni di motion control,
anche complesse, con particolare focus sui settori del confezionamento,
dell’assemblaggio e della manipolazione.
Per informazioni
Panasonic
www.panasonic-electric-works.it
050
Automazione Industriale - Novembre 2013
Per informazioni
Mitsubishi Electric
www.mitsubishielectric.it
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Motion Control, il Drive Monitor
FX3-MOC0 per il controllo di
sicurezza dei drive in applicazioni
stabili o in movimento. I drive
che non sono stati certificati
secondo le norme di sicurezza
potranno essere impiegati nelle
applicazioni di sicurezza grazie
all’utilizzo di questo nuovo
modulo di espansione per il
sistema di sicurezza FlexiSoft,
soddisfacendo così le richieste di
Performance Level in conformità
con la norma EN Iso 13849, di
Sil3 in linea con la norma Iec
61508 e di Sil3CL in conformità
con la norma EN 62061. Nelle
applicazioni dove è richiesta la
capacità di migrazione del Drive
Monitor, è possibile collegare fino
a sei moduli FX3-Moc0.
I gateway di FlexiSoft permettono
un’integrazione tecnicamente
ed economicamente efficiente
tra il Drive Monitor e tutti i più
importanti bus di campo e reti.
Lexium 32i di Schneider Electric è un
servo-azionamento integrato standalone per
l’automazione di macchina e di processo che
combina in una singola unità il servocontrollo
Lexium 32 e il servomotore Lexium Bmh. Il
servocontrollo non si installa nell’armadio
elettrico, bensì direttamente nella macchina.
Questo riduce la complessità dell’operazione
e rende inutile l’utilizzo di cavi motore
schermati. Altri vantaggi sono la maggiore
flessibilità e la maggiore semplicità di
progettazione. Il servo-azionamento compatto
Lexium 32i si basa su un design strettamente
modulare, che permette di configurare
numerose versioni del drive utilizzando
pochi componenti. Lo strumento di
Per informazioni
Sick
www.sick.it
www.mysick.com
052
configurazione on-line
Lexium Sizer aiuta a
individuare facilmente
la configurazione giusta. L’azionamento
è fornito ai clienti scomposto nei diversi
componenti, che possono essere assemblati
in pochi minuti. Lexium 32i quindi unisce i
vantaggi di un servodrive integrato - meno
sforzi di progettazione e installazione, meno
richiesta di spazio nell’armadio elettrico - e
un grado di flessibilità nella personalizzazione
dell’azionamento estremamente elevato.
Per informazioni
Schneider Electric
www.schneider-electric.it
Progettare il movimento in modo rapido
I prodotti Motion Control di National
Instruments sono ampiamente utilizzati
per il rapido sviluppo di piattaforme di
progettazione di macchine a costi ridotti e
sono stati progettati per le piattaforme di
controllo, misura e test di NI. Le funzioni
di controllo assi sono implementate a
diversi livelli di componente hardware, a
seconda del tipo di applicazione: Application
Programming, Supervisory Control, Trajectory
Generation, Trajectory Interpolation, Control
Loop. Si dividono in una macchina di
sviluppo, un motion controller real-time e
drive firmware. I componenti al di sotto del
livello di programmazione delle applicazioni
si eseguono in modo deterministico per
soddisfare i requisiti I/O e di controllo del
sistema di motion. NI fornisce due differenti
architetture per l’esecuzione
deterministica di questi componenti:
plug-in motion controller e target
LabView Real-Time come motion
controller tramite NI LabView NI
SoftMotion Module.
Automazione Industriale - Novembre 2013
Recentemente National Instruments ha
annunciato la sua nuova offerta nell’ambito
del controllo assi grazie alla collaborazione
con Kollmorgen, un fornitore mondiale nei
componenti e i sistemi per gli Oem. I prodotti
includono drive, motori, posizionatori lineari,
riduttori epicicloidali, cavi e accessori.
Per informazioni
National Instruments
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La parola ai professionisti Energy Manager
I signori
dell’Energy
Quella dell’Energy Manager è sempre più una figura cardine
all’interno delle aziende moderne e richiede una formazione
mirata: ne parla con noi Nino Di Franco, responsabile del
servizio Efficienza Energetica in Industria dell’Enea
di Valeria De Domenico
G
estire i consumi energetici
all’interno di un’azienda
di grandi, medie o piccole
dimensioni è oggi affare estremamente
complesso. La formazione degli
Energy Manager è diventata un
obiettivo primario per le società
che vogliano mantenere adeguati
standard competitivi. L’Enea (Agenzia
nazionale per le nuove tecnologie,
l’energia e lo sviluppo economico
sostenibile) organizza, tra le tante
attività di diffusione, formazione,
assistenza necessarie alla penetrazione
sia culturale sia operativa delle
tematiche dell’efficienza energetica
all’interno del comparto industriale,
corsi di formazione per Energy
Manager. Ne è responsabile Nino
Di Franco: “Il mio gruppo di esperti
realizza diagnosi energetiche in tutti i
settori, personalizzando l’approccio in
funzione del ciclo produttivo e delle
dimensioni dell’opificio interessato.
Grazie a tale attività siamo in grado
di fornire al committente un rapporto
che indica quali iniziative di risparmio
energetico possono essere realizzate,
054
Automazione Industriale - Novembre 2013
sia sulle impiantistiche di servizio sia
di processo, garantendo un risparmio
energetico con relativi flussi di cassa
in condizioni di vantaggio economico,
individuando anche le fonti di
finanziamento. Attualmente il gruppo
Industria dell’Enea è impegnato a
tempo quasi pieno nella valutazione
delle proposte per l’ottenimento di
certificati bianchi. A fianco di queste
attività istituzionali proiettate verso
l’assistenza del sistema energetico
esterno, personalmente curo anche la
gestione dell’energia dal lato interno,
essendo l’Energy Manager nominato
dell’Enea”.
Quali sono i compiti di un Energy
la nomina di un responsabile per
la gestione dell’energia alle aziende
industriali con più di 10.000
tep/anno di consumi e aziende
terziarie con più di 1.000 tep/anno
di consumi. Un Energy Manager
normalmente non ha un proprio
budget da gestire e deve quindi operare
in staff con l’alta direzione. I suoi
compiti consistono principalmente
nel monitorare i consumi e le spese
per gli approvvigionamenti di energia,
controllando e inducendo nel tempo
l’organizzazione a consumare sempre
meglio l’energia. Contemporaneamente
deve individuare opportunità per
l’introduzione di tecnologie efficienti,
stando attento al bilancio dei costi
e dei benefici, predisponendo
dunque un programma di interventi,
individuando tempi e risorse per la
loro implementazione, e verificando
che i risultati si accordino con le attese.
Un simile programma deve essere
costantemente aggiornato perché
le esigenze dell’azienda e le disponibilità
tecnologiche, così come i costi
dell’energia, mutano nel tempo.
Manager e che tipo di competenza
deve possedere?
Che tipo di azienda assume un
L’Energy Management ha cominciato
ad affermarsi come linea autonoma
di attività interna a un’organizzazione
all’inizio degli anni Ottanta del secolo
scorso, soprattutto negli Stati Uniti.
La disciplina è stata proattivamente
recepita in Italia dalla Legge n. 10/91,
la quale - unica in Europa - ha imposto
responsabile dei consumi?
Il contenimento dei costi dell’energia
ha caratteri di criticità soprattutto
per le aziende con cicli di lavoro
energivori, ossia con elevati coefficienti
energia/prodotto. Poiché l’esaurimento
delle fonti fossili è un dato di fatto
(al momento è incognito solo il
Energy Manager La parola ai professionisti
momento in cui avverrà), le nazioni
occidentali hanno introdotto nelle
proprie legislazioni dei vincoli sui
consumi, principalmente nel settore
edilizio; inoltre, la recente Direttiva
2012/27 impone l’esecuzione di diagnosi
energetiche negli stabilimenti della
grande industria. Oltre a ciò sono
attive diverse linee di agevolazione sul
risparmio energetico che migliorano
i ritorni degli investimenti. Agire
sull’efficienza energetica comporta
ovviamente benefici sia in termini
economici e ambientali, sia di immagine
nei confronti degli stakeholder e delle
popolazioni. Investire nel risparmio
energetico è spesso un’opportunità con
buoni tassi di ritorno: anticipare simili
iniziative può contribuire a rendere
migliore il posizionamento dell’azienda
nel momento in cui termineranno i
venti della crisi. Quando ripartiranno
gli ordinativi, solo le aziende con i cicli
di lavoro più efficienti e innovativi
potranno resistere alla competizione.
L’energy Manager è un attore
protagonista in questa storia.
Ci vuole descrivere l’attività svolta
da Enea per la formazione di queste
figure professionali?
L’Enea è attiva nel campo della
formazione sul risparmio energetico
da circa 30 anni. Nel corso del tempo
abbiamo organizzato ogni tipo di
evento formativo per qualunque tipo di
utenti, da corsi residenziali per grandi
industrie a master in collaborazione con
università, a corsi brevi per verificatori
di caldaie, per il settore terziario, gli
ospedali, le ferrovie ecc. La maggior
parte della classe docente è costituita da
tecnici Enea, ma coinvolgiamo anche
professionisti esterni all’ente.
Un’esperienza appena terminata è stata
la prima edizione della Summer School
Nino
Di Franco,
responsabile
del servizio
Efficienza
Energetica
in Industria
dell’Enea
in efficienza energetica, un corso
intensivo di due settimane destinato
a brillanti laureati sponsorizzato da
aziende del settore, le quali offrono la
possibilità di stage ai partecipanti e di
eventuale assunzione in pianta stabile.
Al termine dei nostri corsi rilasciamo
un attestato di partecipazione, il quale
spesso emerge in un CV. Formiamo
centinaia di professionisti ogni anno.
Normalmente si tratta di tecnici che
vogliono aggiornarsi sulla tematica
e ampliare lo spettro dei servizi da
offrire, dipendenti che vogliono
introdurre nelle proprie organizzazioni
i primi piani di razionalizzazione,
giovani diplomati e laureati che
vogliono formarsi in previsione di un
impegno stabile nel futuro.
Quali sono le tecnologie che
maggiormente supportano il
lavoro dell’Energy Manager?
Il primo aspetto che un Energy
Manager deve curare è il monitoraggio
dei consumi. In aziende di grandi
dimensioni e dai consumi significativi
occorre implementare una contabilità
informatizzata. I quadri elettrici
principali vanno dotati di contatori
possibilmente connessi in rete,
in modo da rendere possibile in
remoto la lettura in tempo reale
della correlazione tra il volume
di produzione e i corrispondenti
consumi energetici. In questo modo
l’azienda può determinare i propri
consumi medi di riferimento e i propri
benchmark, indicatori di eccellenza
cui riferire le proprie performance
future, oppure riferimenti fondamentali
per confrontarsi con le prestazioni
della concorrenza e verificare il
proprio posizionamento sulla scala
dell’efficienza. In mancanza di simili
indicazioni sarebbe problematico
poter individuare le zone di sofferenza
all’interno dell’azienda, nelle quali
cercare opportunità di risparmi
energetici.
Grazie all’attività di verifica delle
proposte per l’ottenimento dei certificati
bianchi noi dell’Enea godiamo di
un osservatorio privilegiato. Tra gli
interventi che ritengo più interessanti
perché portatori di risparmio e di
novità, quindi escludendo gli ormai
consolidati inverter e Led, citerei: la
produzione locale di gas tecnici (ad
esempio, azoto) tramite cicli frigoriferi
dedicati per evitarne il trasporto su
gomma dal luogo di produzione al
luogo di consumo; l’uso di turbine
idrauliche per il recupero di energia
altrimenti dispersa all’interno dei cicli
delle acque in cartiera; la sostituzione
di vettori termici intermedi con vettori
diretti ad alta entalpia (ad esempio,
olio diatermico al posto di vapore); i
diffusori a bolle fini nella depurazione
delle acque; le argille ‘addizionate’ per la
produzione di laterizi a minor impatto
energetico; il colaggio ad alta pressione
nell’industria ceramica; l’introduzione
di turbo-espansori al posto delle valvole
di laminazione sugli impianti a vapore,
bruciatori recuperativi o rigenerativi e
così via.
Novembre 2013 - Automazione Industriale
055
Tecnicamente Reti
Come realizzare
un’efficiente catena M2M
La fornitura centralizzata di una quantità crescente di dati e la loro trasmissione con
tecnologia wireless sono tendenze diffuse nelle utility e nell’industria. Ad acquisire le
informazioni decentralizzate e a renderle accessibili, in modo locale o remoto, possono
essere aggregatori machine-to-machine (M2M) come quelli di Kontron
a cura di Carolina Mirò*
L
L’aggregatore
è il nucleo
centrale in una
catena M2M
056
a fornitura centralizzata
di dati su macchinari e
apparecchiature complesse
interessa molte applicazioni.
Gli esempi più rilevanti sono
rappresentati da impianti per il
trattamento delle acque reflue, che
spesso funzionano in maniera non
presidiata per periodi abbastanza
lunghi, stazioni meteorologiche
e sistemi per il monitoraggio del
traffico e la gestione dei pedaggi.
A queste applicazioni si sono poi
Automazione Industriale - Novembre 2013
recentemente aggiunte quelle che
usano le tecnologie wireless a corto
raggio, all’interno di stabilimenti
produttivi, e le applicazioni che
sfruttano i vantaggi legati alla
maggiore ampiezza di banda
garantita dalle reti mobili di ultima
generazione (Umts o Lte).
I dati sono utilizzati per visualizzare
lo stato degli impianti attraverso
dispositivi mobili in formati
compatibili con smartphone o tablet
pc che, dotati di adeguate misure di
protezione, sono usati dal personale
addetto alla manutenzione e
all’assistenza per monitorare le
condizioni di ciascun macchinario
e di ciascun dispositivo, da qualsiasi
punto dello stabilimento e in
qualunque momento.
L’importanza di soluzioni
‘application-ready’
Che cosa serve, quindi, per
realizzare aggregatori di dati? Nella
maggior parte dei casi, è sufficiente
Reti Tecnicamente
un box pc con supporto Wlan
(Wireless Local Area Network)
802.11a/b/g/n e Wpan (Wireless
Personal Area Network) 802.15.4
dotato d’interfaccia per rete Zigbee
o di altre interfacce wireless per le
comunicazioni on-site, ma nel caso
fosse richiesto un collegamento
con un servizio di assistenza per
via telematica, bisogna prevedere il
ricorso a un’altra connessione a una
rete mobile.
Anche se è possibile integrare
in modo rapido e semplice un
modulo per rete mobile in uno
slot Mini-PCie, ciò non significa
che un computer embedded si
trasformi in un sistema M2M
da utilizzare per applicazioni
di automazione. Inoltre, gli
ingegneri che sviluppano impianti
e macchinari in un determinato
Paese devono assicurare che i loro
prodotti siano di tipo ‘applicationready’ non solo per quel Paese ma
su scala globale. Una convinzione
diffusa, ma purtroppo errata, è che
una soluzione M2M che funziona
correttamente in un mercato,
funzioni altrettanto bene in altri
Paesi: in Germania e in Gran
Bretagna, dove si utilizzano le
medesime frequenze e tecnologie,
l’affermazione è valida nella
maggior parte dei casi, ma nei
Paesi come India, Cina e Giappone
non si può dire altrettanto, perchè
ogni Paese ha peculiarità da tenere
in considerazione. Oltre a ciò è
necessaria la collaborazione con
gli operatori di rete che agiscono
su scala regionale, i cui particolari
requisiti devono essere soddisfatti.
In definitiva, si tratta di un compito
difficile da affrontare per aziende
che non hanno esperienza in questo
settore.
Se un aggregatore di dati fa parte di
una struttura, è consigliabile affidare
la configurazione del sistema a un
produttore che fornisce piattaforme
M2M application-ready, in grado di
operare su scala mondiale.
Il produttore potrebbe rendere
disponibili aggregatori di dati per
i propri macchinari e le proprie
apparecchiature configurati per
trasmettere i dati provenienti dai
sensori ai pannelli di controllo e
ai sistemi IT aziendali (Enterprise
Tecnicamente Reti
M2M da podio
Resource Planning o Management
Information System), così come
ai sistemi di gestione tecnica (ad
esempio gli Energy Management
System). I dati possono essere
trasmessi utilizzando differenti
formati (Csv, Xml e Json) e
protocolli Message Queue
Telemetry Transport o Https.
Scegliendo un aggregatore, la
soluzione globale è più semplice da
integrare nell’infrastruttura IT del
cliente, perché quest’ultimo non
deve avere un server locale. Inoltre,
l’installazione può essere eseguita
in modo più semplice, poiché è
possibile accedere a tutte le funzioni
del sistema attraverso un’interfaccia
web d’immediata comprensione.
Da Kontron una
piattaforma completa
Kontron sviluppa piattaforme di
elaborazione per aggregatori M2M.
Il suo prodotto di punta in questo
ambito è l’M2M Smart Services
Developer Kit, un sistema basato
su processore Intel Atom che
offre accesso al cloud attraverso
un collegamento su reti mobili
2G/3G, sia direttamente sia
mediante la funzione di fall back.
Tutta la connettività integrata è
disponibile in forma ‘applicationready’ all’interno di un box di
elaborazione embedded, nel quale
sono installati tutti i driver e i
protocolli necessari a consentire
flessibilità di configurazione in
termini sia di applicazioni sia di
sistemi operativi.
Localmente, attraverso Ethernet o
Wlan (Wi-Fi), il sistema garantisce
l’accesso diretto ai macchinari e
alle apparecchiature distribuite
nello stabilimento produttivo
058
L’M2M Smart Services Developer Kit di
Kontron ha ricevuto l’Innovation Award 2013
per la categoria Sistemi Embedded. Il premio,
un’iniziativa della rivista Selezione di Elettronica,
è stato assegnato in occasione dell’Innovation
Award Gala tenutosi il 26 settembre presso il
Padiglione Aeronavale del Museo Nazionale della
Scienza e della Tecnologia.
che, nella maggior parte dei casi,
sono state fornite da un unico
produttore e richiedono quindi un
solo aggregatore centrale. Nel caso
in cui sia necessaria l’integrazione
di altri sensori o apparecchiature
terminali, l’M2M Smart Services
Developer Kit di Kontron mette
a disposizione diverse opzioni di
interfaccia, comprese 802.11a/b/g/n
Wlan e 802.15.4 Wpan, oltre a uno
slot Mini Pci Express che permette
espansioni personalizzate. È inoltre
possibile integrare un sistema
di monitoraggio mediante un
L’M2M
Developer Kit
di Kontron,
modulo audio o video ‘intelligente’
e sviluppare configurazioni
individuali.
Tra le altre caratteristiche del
sistema figurano, oltre alla precertificazione per reti mobili, la
certificazione Ptcrb (Pcs Type
Certification Review Board), la
possibilità di installazione in Smart
Grid e l’apertura a servizi cloud di
terze parti grazie alla piattaforma
per applicazioni M2M Cumulocity
(www.cumulocity.com), una
piattaforma per applicazioni
M2M di tipo orizzontale basata
su cloud, che mette a disposizione
un data base lato server oltre
ad agenti di rete e una libreria
di sensori. L’abbinamento tra lo
Smart Services Developer Kit e
la piattaforma per applicazioni
M2M Cumulocity di Kontron
permette di ridurre la complessità
delle comunicazioni con differenti
tipi di dispositivi, ciascuno dei
quali utilizza i propri modelli di
dati, protocolli e meccanismi di
trasmissione. Essa mette inoltre
a disposizione degli sviluppatori
componenti ‘application-ready’ in
modo che questi possano creare le
proprie applicazioni in tempi rapidi,
come i tool per il monitoraggio e il
controllo di strumenti di misura e
sensori tramite cloud, che aiutano
ad acquisire e aggregare i dati e
inoltrarli alle applicazioni di backoffice dell’azienda.
compatto e
privo di ventole,
è certificato
*Si ringrazia Claus Giebert, Product
Manager M2M Systems di Kontron, per
il materiale fornito.
Ptrcb e
Vodafone e può
essere collegato
a reti Umts e
Gsm
Automazione Industriale - Novembre 2013
Per informazioni
Kontron
www.kontron.com
Per applicazioni di sicurezza in zone a rischio
di esplosione per polveri e gas
Manometri Digitali
Manometri digitali a sicurezza intrinseca
Trasmettitori di Pressione
Trasmettitori di pressione a sicurezza
DQWLGHÁDJUDQWH
Trasmettitori di pressione a sicurezza intrinseca
per applicazioni industriali
www.keller-druck.com
Tecnicamente Reti
Unified Physical
Infrastructure per
l’automazione industriale
Cos’è un Microdatacenter e come può contribuire a mantenere le reti robuste,
integrate e sicure e a connettere l’ambiente di produzione con il resto dell’azienda,
fornendo la massima visibilità dei processi produttivi?
di Andrew Banathy e Dan McGrath
prima parte
060
L
a rete industriale è la dorsale
fondamentale per la raccolta
dei dati e la loro trasmissione
ai punti di utilizzo. Le applicazioni
di networking industriale si fondano
sulla capacità di tracciare la qualità
dei lotti di produzione, di migliorare
Automazione Industriale - Novembre 2013
i programmi di manutenzione
preventiva, di gestire e controllare i
processi, di migliorare la sicurezza e
di identificare i limiti per accrescere
la produttività. Queste applicazioni
devono essere supportate da reti
sicure e affidabili, per permettere
alla produzione di fluire e alla
comunicazione aziendale di correre
armoniosamente, dove il tempo di
inattività è misurato in minuti e in
centinaia di euro dagli impegni non
rispettati con i clienti.
Gli apparati IT per ufficio sono
Reti Tecnicamente
spesso impiegati nell’ambiente
industriale, con le necessarie
protezioni ambientali. I produttori
di automazione stanno integrando la
connettività Ethernet a tutti i livelli
realizzativi, partendo dal basso con
sensori e plc e andando oltre, fino ai
server e agli switch.
Cruciale per il successo è assicurare
che il collegamento tra questi sistemi
sia sicuro, protetto dal punto di
vista ambientale e ottimizzato per
velocizzare diagnostica e soluzione
dei problemi, riservandosi la capacità
di isolare le reti quando le minacce
alla sicurezza della produzione
crescono.
Ciò che mette tutto insieme è un
‘Microdatacenter’ (Mdc). Si tratta di
contenitore singolo o multiplo che
ospita server, switch, Ups, sistemi
di backup e componenti montati su
barra Din.
Il Microdatacenter è progettato per
fornire il collegamento tra la rete
aziendale e quella industriale, in
modo da mantenere l’operatività di
rete, fornire la capacità di segregare
Fig. 1. Il
Microdatacenter
permette la
realizzazione di
reti a zone
reti, gestire la sicurezza di rete,
accelerare cambiamenti e soluzioni
di problemi, facilitare l’installazione
(Fig. 1).
Fig. 2. Una
scarsa qualità
dell’installazione
della rete
industriale può
generare rischi
di inattività non
accettabili
Microdatacenter, impatto
e definizione
Un Microdatacenter aiuta a
separare le reti e a ridurre i punti
di conflitto tra le reti stesse, quella
aziendale e quella di produzione, e
tra gli operatori che se ne occupano.
Storicamente, la rete industriale è
sempre stata sotto la responsabilità
dell’organizzazione produttiva,
mentre tutte le altre reti erano
controllate dall’organizzazione IT,
con qualche connessione tra loro.
Una complicazione comune era
la tendenza a installare apparati
IT senza una considerazione
adeguata per l’elevata disponibilità
e i requisiti di sicurezza dei sistemi
di automazione. Un’altra criticità
è legata all’identificazione di chi,
nell’IT o nella produzione, ha la
responsabilità dello sviluppo e della
manutenzione delle reti.
Senza una stretta comunicazione,
un coordinamento e un consenso
tra tutte le parti coinvolte nelle reti
industriali, le risorse critiche di
produzione possono essere a rischio
di interruzione, perdite di lotti e,
infine, perdita di ricavi.
Un Microdatacenter è una
combinazione versatile di hardware,
software e cablaggio, che serve come
centro di una rete end-to-end, simile
a una sala telecomunicazioni o di
rete, ma in scala minore rispetto a
un tipico datacenter aziendale. La
peculiarità di un Mdc è che esso
ospita un’infrastruttura completa
di datacenter in un singolo spazio
- elettronica, pannelli, gestione
del cablaggio, messa a terra,
alimentazione e cablaggio in rame
e fibra - ma dimensionato per
servire le richieste di un ambiente di
produzione (Fig. 2).
Novembre 2013 - Automazione Industriale
061
Tecnicamente Reti
Fig. 3. Il
diagramma a
blocchi indica
la posizione del
Microdatacenter
in relazione al
datacenter, alla
rete aziendale,
ai percorsi
Il nuovo concetto di Mdc
rappresenta un ulteriore step
nella transizione dai sistemi di
computer tower a quelli installabili
a rack, con la capacità di servire
una serie di obiettivi aziendali. Ad
esempio, il Mdc può agire come un
sistema standalone che processa
applicazioni di produzione come:
controllo di processo ed eventi,
storico di processo, tracciatura
della produzione, segnalazioni Oee
(efficienza di produzione); rete di
controllo, ciclo di controllo esterno;
controllo qualità, manipolazione
del materiale, manutenzione,
tracciabilità dei lotti e gestione
delle risorse; integrazione Erp
(ad esempio, programmazione,
relazione, consumo dei materiali).
Il Mdc può anche prendere la forma
di un distributore di rete che non
ha server ed esiste principalmente
per collegare insieme cablaggio e
switch. Per grandi impianti produttivi
o postazioni lontane, un Mdc può
servire come nodo collettore di dati
che passa i dati della produzione
all’azienda (ad esempio, magazzino
e spedizioni), oppure può anche
ospitare sistemi di macchine virtuali
per impieghi di elevata affidabilità e
server efficienti.
Da una prospettiva fisica, il Mdc è
normalmente collocato in uno spazio
sicuro (come una sala di controllo,
l’ufficio di produzione o un armadio
062
per telecomunicazioni), posizionato
vicino all’ambiente produttivo ma
che non fa parte di questo. Ciò deriva
dalla necessità di separare gli effetti
di questi ambienti sugli apparati nel
Microdatacenter (polvere, umidità,
vibrazioni, corrosione). Posizionare
un Mdc vicino alle attrezzature di
produzione riduce il numero di
connessioni, minimizza la lunghezza
dei percorsi dei cavi e facilita l’accesso
per ottenere elevata affidabilità
e prestazioni della rete. Ulteriori
benefici offerti da questa prossimità
comprendono la riduzione del
numero di potenziali punti di guasto
e la relativa latenza di rete, facilitando
la soluzione dei problemi e le capacità
di diagnostica (Fig. 3).
Da una prospettiva architetturale
logica, il Microdatacenter è
posizionato tra la zona di lavorazione
e il datacenter aziendale. Per
Automazione Industriale - Novembre 2013
industriali e ai
pannelli degli
apparati
mantenere la separazione, è utilizzata
una zona demilitarizzata (Dmz)
insieme a un firewall, per prevenire
traffico diretto tra l’azienda e la rete
di produzione. Questa separazione
previene virus e altre intrusioni non
volute e assicura la massima ampiezza
di banda dedicata alla produzione.
Il beneficio di questo approccio
strutturato è che eventi che avvengono
in una rete possono essere indirizzati
indipendentemente, lasciando
funzionare normalmente la rete non
influenzata.
Progettare un Mdc
Il punto di partenza del progetto per
un Mdc è identificare le capacità e
i relativi apparati richiesti insieme
al contenitore che centralizza
gli apparati stessi. Un progetto
più accurato prevede alcune
considerazioni:
• alloggiamento rack o armadi;
• disposizione apparati;
• cablaggio della rete, selezione dei
cavi e sicurezza;
• alimentazione e messa a terra;
• gestione del cablaggio.
Fig. 4.
Esempio di
rack a quattro
montanti e
sistema di
gestione del
cablaggio per
applicazioni Mdc
Alloggiamento
rack o armadi
Normalmente si utilizza un rack o
un armadio per ospitare gli elementi
del Mdc in una forma modulare
centralizzata. La principale differenza
tra rack e armadio è la protezione: un
armadio offre maggior sicurezza e
protezione ambientale, dallo sporco
e dagli operatori, grazie alle quattro
pareti e alla porta munita di serratura,
rispetto all’ambiente aperto fornito dal
rack. Per ambienti difficili, il Mdc può
essere installato in un armadio a tenuta
stagna, con un adatto raffreddamento
e protezione ambientale.
Reti Tecnicamente
Microdatacenter: guarda il video
Nel contenitore devono essere
alloggiati tutti gli apparati, i patch
panel e i relativi accessori, tenendo
conto di un fattore di crescita tra 30 e
50% per sistemare future espansioni.
Per piccoli Mdc possono essere
sufficienti rack e armadi di altezza
ridotta, mentre installazioni di grandi
dimensioni possono richiedere
armadi più grandi o multipli (Fig. 4).
In generale, gli armadi sono progettati
per contenere server e switch. Gli
armadi per server sono più profondi,
con la gestione dei cavi sul retro,
mentre quelli per gli switch possono
essere meno profondi e avere la
gestione dei cavi sul fronte, con
la possibilità di utilizzare le zone
laterali come spazi aggiuntivi per i
cavi. Combinando server e switch
Sul sito www.automazioneindustriale.com, John Senese di Panduit
illustra brevemente in un video le potenzialità di un Microdatacenter
nel connettere mondo enterprise e aree di produzione.
nello stesso contenitore, si dovrebbe
scegliere un armadio per server, per
fornire una maggior flessibilità di
progetto. I rack possono essere a due
o quattro montanti. Tipicamente, un
rack di rete con switch poco profondi
può avere due soli montanti, mentre
apparati più grandi e più pesanti
vengono gestiti meglio su un rack a
quattro montanti, specialmente per
installare server. Se si combinano
switch e server nello stesso rack,
dovrebbe essere utilizzato un rack a
quattro montanti.
* Andrew Banathy è Lead Software
Engineer di Panduit, mentre Dan
McGrath è Industrial Automation
Solutions Manager di Panduit.
Fine prima parte. Potrete
approfondire altri aspetti di
progettazione dei Microdatacenter
sul prossimo numero di dicembre di
Automazione Industriale.
Per informazioni
Panduit
www.panduit.com
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Software Gestionali
Con Hana, Sap approda
nel manifatturiero
Grazie alla soluzione Hana di Sap le aziende possono
gestire efficacemente e proficuamente l’elevata mole di dati
in arrivo dagli impianti
di Massimiliano Cassinelli
C
on il lancio di Hana (HighPerformance Analytic
Appliance) la tedesca
Sap propone una piattaforma
in grado di attingere a volumi
elevati di informazioni dettagliate,
aggiornate al verificarsi degli
eventi. Questa tecnologia, basata
sulla combinazione di software
in-memory e su componenti
hardware di partner Sap, permette di
eseguire query su svariate tipologie
di fonti a velocità elevate, anche a
fronte di un’ingente mole di dati.
Basti pensare, a titolo di esempio,
che questa soluzione viene anche
impiegata per controllare i consumi
di tutti gli edifici di Manhattan.
Forte dalla notevole potenza
di elaborazione di questa sua
soluzione, Sap, che si è già imposta
da tempo a livello internazionale
in campo gestionale, intende
ora uscire dai confini classici
di tale business per entrare
prepotentemente anche nell’ambito
dell’automazione industriale e della
gestione delle public utility. Per tale
ragione la multinazionale tedesca
si è posta non solo l’obiettivo di
064
Automazione Industriale - Novembre 2013
rendere possibile l’elaborazione
di un quantitativo praticamente
illimitato di dati, ma anche di
proporre all’utenza interfacce
sempre più facili da impiegare,
anche in mobilità, con la possibilità
di sfruttare al meglio le potenzialità
del Cloud Computing. Al punto
che, a fronte di specifiche necessità,
è possibile persino utilizzare una
delle piattaforme di Sap in Cloud,
per poi installarla sui propri server
in una seconda fase.
Come ha sottolineato l’Head of
Presales di Sap Italia, Alberto
Bastianon, questo nuovo approccio
si è reso necessario anche perché
“sta diventando sempre più
pregnante l’esigenza di gestire le
risorse in modo ottimale”. Continua
a questo proposito Bastianon: “Se,
infatti, la mole di dati disponibili
in azienda è sempre stata notevole,
negli ultimi tempi tale volume è
cresciuto in modo esponenziale.
Pertanto, il vero problema oggi è
fornire risposte precise e immediate
alla gestione del business a fronte
di un quantitativo spesso esagerato
di informazioni. Inoltre, se queste
ultime arrivano dopo settimane,
diventano praticamente inutili. La
risposta delle nostre piattaforme
a tali esigenze è costituita dalla
capacità implicita di fornire, in
tempo reale, tutte le indicazioni
necessarie al business, in modo
particolarmente preciso e con il
livello di dettaglio indicato per ogni
singola funzione aziendale”.
Quali opportunità offre una
piattaforma come Hana in ambito
manifatturiero?
La nostra competenza è maturata
nella gestione di dati che sono
trasformati in informazioni. Le
apparecchiature di campo, durante
il loro funzionamento, generano
proprio dati che, sempre più spesso,
devono essere confrontati con quelli
provenienti dall’ambito gestionale.
Riuscire a integrare questa enorme
mole di valori, per trasformarli in
informazioni effettivamente utili
ai decisori aziendali, rappresenta
una necessità per qualunque
realtà imprenditoriale. Del resto,
è oggi improponibile integrare
manualmente i dati provenienti
dal campo e dal mondo gestionale,
in quanto una simile operazione,
oltre a generare possibili errori,
si rivelerebbe un’inutile perdita
di tempo, rendendo disponibili le
informazioni troppo tardi rispetto
alle effettive necessità di una linea
produttiva. Hana è la piattaforma
Gestionali Software
Alberto
Bastianon, Head
of Presales di
Sap Italia
su altri progetti, risultano invece
nostri concorrenti. Questo perché
il confine tra le due offerte non è
definito a priori e ogni singolo caso
deve essere valutato singolarmente.
Oltretutto in Italia esistono
casi di realtà che, pur operando
nello stesso settore, presentano
caratteristiche fortemente diverse
tra loro.
Per quale ragione negli ultimi
tempi è cresciuta la necessità di
fare analisi in tempi più rapidi?
adatta per svolgere al meglio e
in modo proficuo questa attività,
anche perché su di essa poggiano
una serie di funzionalità specifiche
sviluppate dai nostri partner.
Con una simile proposta,
però, entrate in un settore in
cui sono attive già numerose
società provenienti dall’ambito
dell’automazione industriale
propriamente detta.
Il nostro obiettivo non è quello
di invadere il campo di altri,
ma di creare un rapporto di
collaborazione tra realtà nate in
ambiti diversi, con dinamiche
differenti, i cui confini però stanno
diventando via via meno marcati.
Scopo ultimo è poi sempre quello
di fornire al cliente le soluzioni più
adatte alle sue specifiche esigenze.
Non possiamo però dimenticare
che esistono ambiti di
sovrapposizione...
È compito dei partner e dei system
integrator trovare il modo di far
convivere piattaforme specializzate
e indirizzate ad attività specifiche.
In alcuni casi, quindi, ci troviamo
a essere partner di aziende che,
Il crescente numero di dispositivi
in grado di raccogliere input e
quindi generare output ha fatto
aumentare enormemente il numero
dei dati disponibili che, quindi,
non possono più essere affidati
alle ‘mani’ dell’uomo ma devono
essere necessariamente rielaborati
sfruttando la potenza di piattaforme
dedicate, capaci di fornire risposte
in tempo reale. È ancor meglio poi
se si dispone di un’interfaccia di
facile interpretazione e disponibile
anche in mobilità.
In questo processo evolutivo, in
che condizioni si trova il nostro
Paese?
Rispetto ad altre realtà siamo
decisamente in ritardo, ma
l’interesse sta crescendo
rapidamente e credo sia possibile
colmare il divario in tempi brevi.
Data la crescente competitività
internazionale, poi, le aziende
italiane sono oggi più attente alle
opportunità che possono scaturire
disponendo di un sistema in grado
di fornire informazioni davvero
utili per il loro business. Lo
stesso sta avvenendo nell’ambito
della pubblica amministrazione,
sempre più attenta a investire
adeguatamente in questa direzione,
anche per prevenire possibili errori.
Quali sono, attualmente, gli
ostacoli all’implementazione di
questa soluzione in Italia?
Lo scorso anno il nostro fatturato
nell’ambito delle pmi è cresciuto
del 20%. Malgrado il risultato
positivo, però, il mercato è
rallentato da tempi di reazione non
particolarmente rapidi e da una
limitata capacità d’investimento,
soprattutto delle pmi. Venendo poi
all’utilizzo del Cloud, complice la
mancanza di una cultura specifica
e l’esistenza di normative più
restrittive rispetto a quelle del Nord
Europa, la diffusione di soluzioni
che impiegano questo approccio è
meno rapida di quanto potrebbe
essere in realtà.
Quanto pesano l’incertezza
finanziaria e l’assenza di una
banda larga diffusa in modo
capillare?
Dal punto di vista economico
si tende, sempre più spesso, a
dilazionare gli investimenti su
più anni. Per quanto riguarda
l’infrastruttura di rete pubblica,
invece, nessun cliente ha mai
rinunciato a queste opportunità per
mancanza di banda. Le soluzioni
che proponiamo sono caratterizzate
da un’elevata flessibilità, grazie alla
quale possono essere installate
e utilizzate con successo anche
all’interno del database di ogni
singolo cliente.
Per informazioni
Sap
www.sap.com
Novembre 2013 - Automazione Industriale
065
Software Progettazione
Se quel che conta
è produrre meglio
NX9 di Siemens Plm Software introduce nuove funzionalità
e innovazioni tecnologiche che consentono di migliorare
la produttività in diversi settori industriali, dall’aerospace
al machinery
di Giorgia Andrei
C
he cosa hanno in comune
una casa automobilistica con
un produttore di aerei? Un
armatore con un costruttore di macchine?
Un produttore di dispositivi elettronici
con un’industria di beni di consumo? La
risposta arriva da Siemens Plm Software
che, nell’ultima release di NX, la 9, ha
messo a frutto la sua conoscenza dei settori
citati e si è focalizzata sul tratto che essi
hanno in comune, al di là delle specificità
di ognuno: la necessità di migliorare la
produttività del processo di sviluppo
prodotto. “NX 9 rappresenta una tappa
importante per Siemens, per i nostri clienti
e per lo sviluppo dei prodotti in generale,”
ha dichiarato Jim Rusk, Senior Vice
President, Product Engineering Software,
Siemens Plm Software. “Con innovazioni
come la tecnologia sincrona per il 2D, 4GD
e NX Realize Shape, offriamo ai nostri
clienti una flessibilità senza precedenti,
aumentando la loro produttività nella fase
di sviluppo dei prodotti”.
Un aspetto importante nell’ottica di
velocizzazione dei processi è anche
l’integrazione di Active Workspace 2.0,
l’interfaccia verso Teamcenter, che consente
agli utenti di NX 9 di trovare velocemente
066
Automazione Industriale - Novembre 2013
tutte le informazioni rilevanti (parti,
attività, workflow, requisiti e specifiche),
attingendo anche a fonti esterne.
Non trascuriamo il 2D
Un aspetto di particolare interesse,
soprattutto per l’utenza italiana del settore
machinery, è la tecnologia sincrona per
il 2D. Infatti i disegni e i dati di prodotto
in 2D (nei formati digitali più svariati)
sono ancora molto utilizzati e, a causa
delle strutture dati incompatibili e della
disomogeneità dei sistemi, lavorare
sui file bidimensionali è solitamente
dispendioso in termini di tempo. In
NX9 la Synchronous Technology per il
2D risolve questi problemi, immettendo
‘intelligenza’ nei dati 2D, senza bisogno
di conversioni, in modo che gli utenti
possano modificare file multi-cad in
maniera intuitiva, fino a cinque volte più
velocemente. “La tecnologia sincrona
per il 2D di Siemens è uno strumento
Next Generation 2D che risolve molti dei
problemi legati al disegno e alla messa in
tavola”, spiega Chad Jackson, Principal
Analyst for Lifecycle Insights, società di
ricerca e consulenza in ambito plm. “Il
sistema ‘capisce’ le relazioni geometriche
intrinseche dei disegni 2D e applica
regole predefinite dall’utente nei punti
di intervento, allo scopo di realizzare
modifiche intelligenti; le stesse regole
sono applicate localmente invece che
globalmente per assicurare prestazioni
più veloci”.
La complessità non è un
problema
Con la nuova release di NX si riducono
i tempi di sviluppo eliminando passaggi
legati all’utilizzo di strumenti separati per
la progettazione di forme libere e la fase
d’ingegnerizzazione. Ciò è possibile grazie
alla nuova offerta NX Realize Shape e al
suo ambiente unico per la progettazione
di forme libere, finalizzata alla
realizzazione di prodotti stilisticamente
ricercati o superfici complesse. Allo
stesso modo, la tecnologia 4GD, un
nuovo approccio alla progettazione e
alla gestione dei dati basato su metodi
versatili di collaborazione e progettazione
contestualizzata, accelera lo sviluppo di
prodotti con milioni di componenti.
Da segnalare sono anche il nuovo
solutore termico parallelo del Cae di
NX, che migliora le prestazioni sui
modelli di grandi dimensioni, fornendo
i risultati dell’analisi in tempi più rapidi,
e le migliorie al software NX Nastran,
che dimezzano i tempi di simulazione di
rumorosità, vibrazioni e ruvidità.
Per informazioni
Siemens Plm Software
www.siemens.it/plm
Prodotti In dettaglio
Comau
Robotics
new entry d’autunno
Il 15 novembre porte aperte in Comau. All’Open House
2013 l’azienda presenta a system integrator, utilizzatori
finali, università e centri di ricerca nuovi modelli di robot
e pacchetti applicativi
di Laura Rubini
R
obot e pacchetti applicativi
nuovi sono i protagonisti
della stagione autunnale
2013 di Comau. La società
organizza il 15 novembre presso la
sede torinese di Grugliasco un’Open
House per illustrare, attraverso
dimostrazioni pratiche e spiegazioni
live, tutte le novità alle quali ha
La sede
di Comau a
Grugliasco
068
Automazione Industriale - Novembre 2013
lavorato nell’ultimo periodo. Tra
le new entry, la società presenta
in anteprima il robot Racer, il
terminale di programmazione
Teach Pendant TP5 e la versione
compatta del controllo C5G. Il
Racer, con portata 7 kg e sbraccio
di 1.400 mm, “è il robot più veloce
al mondo della sua categoria, frutto
della più moderna tecnologia unita
a un design innovativo”, dicono
in azienda. A seguire, il nuovo
simulatore 3D RoboSim Pro, che
permette agli integratori e agli
esponenti del mondo accademico e
della ricerca di eseguire simulazioni
3D di celle robotizzate con
precisione e di programmare offline, e il nuovo software E-motion,
che ottimizza e rende più fluidi,
veloci e performanti i movimenti
del robot.
Altre novità di rilievo riguardano
i due robot Smart5 NJ 40, con
possibilità di polso off-set, e Smart5
NJ 16 3.1, entrambi dedicati al
mondo della General Industry. Per
il settore della pallettizzazione è
Il terminale di
programmazione
Teach Pendant
Uno dei
passaggi di
studio del
design del
nuovo robot
Racer
sulla scena il nuovo robot Smart5 Pal 470, insieme al nuovo
software dedicato, mentre per il settore Interpresse, al quale
Comau ha dedicato ultimamente parecchie energie, è in
mostra il nuovo robot Smart5 NJ 130 Shelf, che assicura
prestazioni elevate con un’area operativa ancora più ampia.
All’Open House del 15 novembre sono visibili anche diverse
applicazioni dedicate al mondo del taglio al plasma, della
rivettatura, della saldatura ad arco e a punti, oltre ad altre
applicazioni che mettono in risalto le modalità di lavoro
Safe messe a punto da Comau.
All’evento presenzia anche eComau, la Business Line di
Comau dedicata alla consulenza sull’efficienza energetica
per tutte le aziende interessate a ridurre l’impatto
ambientale e i costi dell’energia.
Per informazioni
Comau
www.comau.com
Prodotti In dettaglio
Il futuro
delle reti industriali
Le moderne reti Industrial Ethernet conferiscono maggiore
sicurezza integrata e risparmio energetico alle applicazioni
industriali, proprio come richiesto dalle aziende attive
nel settore degli azionamenti e del motion
di Andrea Colombo
H
ms Industrial Networks
sviluppa soluzioni
di connettività che
permettono ai dispositivi di
automazione industriale di
collegarsi a reti diverse. Sta
prendendo forma una nuova
generazione di tecnologia di
comunicazione, pronta ad affrontare
le sfide delle moderne applicazioni
e reti Ethernet industriali. In
primo luogo, vi è un nuovo tipo di
processore di rete.
“Quando all’inizio del 2000
sono state introdotte le reti
Ethernet industriali, i produttori
di dispositivi e costruttori di
macchine hanno dovuto affrontare
una nuova sfida: mantenere la
compatibilità dei loro dispositivi
con le reti fieldbus esistenti e le
nuove reti Ethernet industriali”,
afferma Jörgen Palmhager, Chief
Operating Officer di Hms. “In
Hms ci siamo resi conto della
necessità di un processore di rete
che rispecchiasse perfettamente
070
funzionalità, costi, dimensioni e
prestazioni, adatti allo scopo”.
Il risultato è stato Anybus NP30,
un processore di rete a chip
singolo che comprendeva un
processore, un controller e Api
in uno spazio di 10x10 mm. Tale
processore includeva anche una
memoria Flash che gli permetteva
di salvare i dati sul chip stesso.
Anybus
CompactCom,
la gamma
embedded
di Hms, è
disponibile nei
tre formati chip,
brick e module
Automazione Industriale - Novembre 2013
Nuove reti, nuove esigenze
“Tuttavia nel corso degli ultimi
anni abbiamo notato che la rete
Ethernet industriale chiede
maggiori prestazioni e una nuova
architettura”, afferma Palmhager.
“Le nuove reti Ethernet industriali
stanno diventando sempre più
specializzate, esigendo molto dal
processore di rete che deve a sua
volta gestire la ‘traduzione’ tra
reti e protocolli diversi. In breve,
si può affermare che abbiamo
bisogno di trasferire più dati e al
tempo stesso avere una maggiore
flessibilità nei confronti delle
caratteristiche delle diverse reti”.
Per rispondere a questa esigenza,
Hms ha lanciato Anybus NP40, un
processore di rete a chip singolo,
basato su Flash, che include un
core Arm ad alte prestazioni e un
tessuto Fpga. Il core Arm viene
utilizzato per eseguire gli stack
applicativi di protocollo, mentre
il tessuto Fpga è impiegato per
implementare le varie interfacce
Ethernet real-time.
Poiché NP40 è basato su
Flash, il dispositivo può essere
In dettaglio Prodotti
riprogrammato per diverse
reti Ethernet industriali. Ciò
significa che una singola
piattaforma hardware è in
grado di supportare diverse reti
semplicemente scaricando un
nuovo firmware. “Questa nuova
tecnologia facilita la vita dei
produttori di dispositivi, perché
possono installare un modulo
di connettività nella soluzione
e, quindi, scaricare esattamente
il software di cui hanno bisogno
per connettersi alle diverse reti”,
continua Palmhager.
Hms ha incluso nella sua gamma
di soluzioni embedded Anybus
CompactCom i tre formati
diversi chip, brick e module. “Da
tempo vediamo una tendenza
del settore dell’automazione
verso soluzioni complete, ma in
formati diversi”, dice a questo
proposito Leif Malmberg, Product
Line Manager delle soluzioni
embedded in Hms. “Gli utenti
possono così scegliere il livello
di integrazione desiderato per le
loro soluzioni”. Ciò varia in base
all’implementazione del chip di
connettività e progettazione del
resto dell’hardware per proprio
conto, al montaggio di un brick
e al collegamento dei propri
connettori, all’inserimento del
modulo di comunicazione già
pronto all’uso.
Sicurezza, energia
e altre storie
Migliori prestazioni e maggiore
flessibilità possono essere le
caratteristiche più salienti che
riguardano la nuova tecnologia,
anche se nel settore vi sono altri
fattori importanti. La sicurezza
Grazie al
processore di
rete Anybus
NP40, una
singola
piattaforma
hardware può
supportare
diverse reti
integrata è uno di questi aspetti,
poiché per un numero crescente
di impianti industriali si sta
cercando di trovare la soluzione
per integrare le reti di sicurezza
in quelle industriali. È anche
per tal motivo che Hms sta
sviluppando un nuovo modulo di
sicurezza in grado di consentire la
comunicazione tra il dispositivo
industriale e la rete di sicurezza.
Un’altra tendenza importante è
quella del risparmio energetico,
legato all’esigenza delle aziende
di ridurre i costi e rispettare una
normativa sempre più severa sul
consumo energetico ed emissioni.
“Notiamo molto chiaramente
questa tendenza”, commenta
Palmhager. “Sia attraverso
nuovi profili energetici come
Profienergy, ma anche attraverso
un trend generale nella società.
Spesso notiamo negli impianti
industriali che i diversi dispositivi
sono utilizzati meno del 40%.
Poiché le macchine in molti
casi consumano quasi la stessa
quantità di energia sia in stand-by
sia in fase di funzionamento, si
possono ridurre i costi, spegnendo
automaticamente i macchinari
quando non vengono utilizzati”.
Le nuove reti Ethernet offrono
una maggiore funzionalità e
un più facile accesso alle
applicazioni industriali.
È fondamentale
pertanto considerare
gli aspetti di sicurezza,
come la prevenzione degli
accessi non autorizzati, sia
per l’intero impianto sia per i
singoli dispositivi. “Per noi è di
fondamentale importanza fornire
soluzioni sicure, e sempre più
clienti le richiedono”, illustra
Palmhager. “Un altro requisito
richiesto è quello di fornire
soluzioni che supportano il nuovo
protocollo Internet versione
6 (IPv6). Abbiamo già delle
soluzioni che utilizzano questo
protocollo e sarà sicuramente un
must per il futuro”.
Anche se la nuova generazione
di soluzioni di connettività
non sarà sul mercato fino al
2013/2014, vi sono già clienti che
stanno utilizzando in anteprima
la tecnologia. “Stiamo già
implementando e sviluppando la
nostra nuova tecnologia basata su
NP40 in partnership con i nostri
clienti in modo tale da arrivare
realmente vicino alle applicazioni
industriali”, conclude Palmhager,
mentre Malmberg aggiunge:
“Percepiamo un forte interesse
per questa nuova tecnologia, in
particolare espresso da aziende
nel settore degli azionamenti e del
motion”.
Per informazioni
Hms
www.anybus.it
www.netbiter.com
Novembre 2013 - Automazione Industriale
071
Prodotti In dettaglio
Nuovo mobile touch TC55
pc o smartphone?
Motorola Solutions estende l’offerta di soluzioni enterprise
Android con nuovi device, funzionalità e strumenti
di sviluppo software
di Laura Rubini
A
ll’inizio dello scorso ottobre
Motorola Solutions (Msi)
ha presentato quattro
modelli di mobile computer
di classe enterprise dotati di
sistema operativo (OS) Android,
incluso il nuovo TC55 touch
computer tascabile, che integra
le caratteristiche di un computer
portatile di classe enterprise
tradizionale con l’estetica e le
funzionalità di uno smartphone.
Il TC55 ha un display capacitivo
da 4,3’’ con uno schermo
touchscreen ad alta risoluzione e
una luminosità tale che permette
la leggibilità anche alla luce del
sole e si calibra dinamicamente a
seconda dell’ambiente. Per inserire
i dati è possibile usare il dito, con
o senza guanto, oppure uno stilo,
anche in caso di schermo bagnato.
Le funzionalità dati del TC55
consentono ai lavoratori mobili di
automatizzare e ridurre i tempi di
lavoro e di acquisire quasi tutti i
tipi di dati mediante la pressione di
un pulsante: codici a barre, firme,
documenti, foto e video.
Insieme ai mobile computer,
Msi ha presentato anche alcuni
072
Automazione Industriale - Novembre 2013
aggiornamenti nell’offerta software
che riguardano le funzionalità
per la sicurezza Extensions (MX)
Motorola Solutions e la versione
4.0 della RhoMobile Suite per
lo sviluppo di applicazioni che
operano su più piattaforme. La
serie MX include strumenti per la
sicurezza, la gestione dei dispositivi
e l’estensione delle prestazioni che
sono stati aggiunti ai dispositivi
classici Android OS. Con MX gli
amministratori dei dipartimenti
IT sono in grado di decidere quali
applicazioni di business attivare su
un dispositivo, mentre i fornitori
di soluzioni per la gestione dei
dispositivi mobili possono offrire
un controllo in tempo reale
della gestione da remoto. MX
permette ai computer portatili
Motorola Android di avvalersi di
caratteristiche di classe enterprise
per l’acquisizione dei dati e di una
connettività veloce e intelligente per
i lavoratori mobili. MX è registrato
all’Android Open Source Project
(Aosp), per cui non compromette
le funzionalità di Android e non
crea problemi di compatibilità alle
applicazioni.
RhoMobile Suite 4.0 contiene una
serie di strumenti per lo sviluppo su
piattaforme diverse che consentono
alle aziende di rendere ‘mobile’ il
personale, a prescindere dal tipo
di sistema operativo, dispositivo o
tecnologia in uso. Gli sviluppatori
possono integrare, realizzare
l’hosting e gestire applicazioni che
operano su più piattaforme, incluso
il nuovo supporto per iOS7 e
Windows Phone 8, sia su dispositivi
consumer sia enterprise. RhoMobile
Suite 4.0 semplifica il processo di
sviluppo attraverso la creazione di
un unico set di Api per JavaScript
e per Ruby utilizzabile attraverso
tutti i tipi di dispositivi e sistemi
operativi. Gli sviluppatori JavaScript
possono realizzare applicazioni
RhoMobile e integrarle facilmente
nei vari dispositivi.
Per informazioni
Motorola Solutions
www.motorolasolutions.com
SEW-EURODRIVE–Driving the world
No Matter What You Move: We Drive It.
Tanti settori industriali. Tante sfide. Un unico partner: SEW-EURODRIVE. Le nostre tecnologie più
innovative vi offrono la miglior qualità a un basso costo di gestione. Qualità, efficienza e sicurezza
girano da sempre sulla ruota di SEW per tutti i comparti industriali: costruzioni, alimentare,
automobilistico, logistico … Per noi ogni cliente è unico e unico il sistema di automazione sempre
studiato ad hoc; dall’esigenza più piccola ai grandi impianti produttivi SEW-EURODRIVE ha la
soluzione giusta ad attendervi!
www.sew-eurodrive.it
Prodotti News
a cura di Franco Gori
Da Sick, encoder programmabili per bus Ethernet-based
Gli encoder assoluti monogiro e multigiro
della serie Afs/Afm60 Ethernet-based
(Ethernet/IP, Profinet ed EtherCat) di
Sick sono sensori rotativi liberamente
programmabili per il rilevamento di
percorso, angolo, velocità e posizione, che
prevedono funzioni di diagnostica integrata
comprensive di monitoraggio della
temperatura all’interno dell’encoder. Tutti
gli encoder sono dotati di due contatori
del loro periodo di funzionamento, uno dei
quali si avvia quando viene fornita energia
all’encoder, mentre il secondo quantifica il
tempo di rotazione dell’albero. I cinque Led
doppi riferiscono lo stato di funzionamento
e lo scambio dei dati. Con Afs60 e Afm60
possono essere controllati anche i valori
limite della posizione angolare. Infine, la
velocità di rotazione può essere monitorata
per avere un diretto controllo della
dinamica applicativa. I singoli messaggi
sono strutturati gerarchicamente sotto
forma di ‘flag’, di allarme o attenzione,
secondo la loro importanza per lo stato di
funzionamento.
Le versioni multigiro Afm60 forniscono
la funzione Round Axis, particolarmente
importante laddove si richiede il controllo
di tavole rotanti, messe in movimento da
meccaniche rotazionali, spesso attivate
tramite complessi organi di riduzione.
Round Axis consente all’operatore
di ottenere un numero di step al giro
selezionato arbitrariamente entro un
numero di giri deciso dall’utente.
Il rapporto tra step e numero di giri calcolati
è dunque liberamente selezionabile per
adeguare l’encoder a ogni meccanica e
a ogni sistema di riduzione, facilitando
l’implementazione e i processi di
manutenzione.
Oltre alla possibilità di effettuare una
diagnostica completa e alla funzione
di trasmissione integrata per gli assi
rotativi, nelle versioni Ethernet/IP degli
encoder la funzionalità Device Level Ring
(Dlr) consente un monitoraggio attivo,
permettendo l’invio delle informazioni
anche a fronte d’interruzioni della rete,
mentre nelle versioni Profinet ed Ethercat
consente il superamento dei limiti
dell’encoder tradizionale, con la possibilità
di raggiungere un controllo real-time o
isosincrono. Grazie al Dlr i singoli blocchi
d’informazione (beacon frame) vengono
inviati tramite l’encoder attraverso un
interruttore a due vie entro brevi intervalli di
tempo. In questo modo il sensore esegue
i test di disponibilità sulle connessioni
tra i diversi dispositivi in rete, ricercando
eventuali anomalie di connessione. In caso
di guasto, un cambio nella direzione della
trasmissione dei beacon frame ristabilisce
in circa 3 millisecondi la comunicazione tra
encoder e controller.
Per informazioni
Sick
www.sick.it
La sicurezza comunica via Profibus/Profisafe
Pilz ha esteso la gamma di controlli di
sicurezza Pssuniversal multi - parte del
sistema di automazione Pss4000 di Pilz
- con una nuova versione dei dispositivi
che introduce la comunicazione via
Profibus/Profisafe. La combinazione
074
delle funzioni di sicurezza delle macchine
e del controllo degli assi può essere
particolarmente utile per gli utilizzatori
di sistemi multi-asse, come nel caso
delle macchine utensili: è possibile
infatti collegare controller di sicurezza
Pssuniversal multi con un sistema
cnc di sicurezza o Motion Control
(MC), ad esempio via Profisafe. I dati
relativi al feedback dei diversi assi
vengono rilevati dal sistema cnc o MC
e trasmessi a Pssuniversal multi per la
verifica di sicurezza. La configurazione
e la programmazione delle funzioni di
sicurezza delle macchine sono eseguite
tramite l’editor grafico di programmi
Automazione Industriale - Novembre 2013
Pasmulti. È possibile collegare
direttamente al sistema Pssuniversal
multi anche interfacce I/O standard. Se
questi segnali non vengono utilizzati dal
programma di sicurezza locale, possono
essere semplicemente reindirizzati al
sistema cnc tramite il collegamento
fieldbus esistente. Questo avviene
per mezzo di una speciale ‘funzione
di bypass’, che evita perdite di tempo
correlate all’utilizzo di un programma
applicativo.
Per informazioni
Pilz
www.pilz.com
News Prodotti
Un Sequencer nuovo per PlantPAx
di Rockwell Automation
Vertelis Vision
per l’efficienza energetica
negli impianti
Installato in un pc-box industriale, il software
Vertelis Vision di Socomec permette di rilevare le
informazioni provenienti dalle centraline di misura
o dai contatori di energia presenti negli impianti
industriali. Le funzioni principali del software
consistono nell’acquisire e nell’analizzare i dati
provenienti dal campo, gestire l’andamento storico
e rilevare gli allarmi. È possibile usufruire del
servizio da postazioni fisse, attraverso un browser
Internet (Internet Explorer, Firefox, Google Chrome),
oppure su tablet o smartphone.
La comunicazione tra il box e le apparecchiature
avviene tramite rete Ethernet o porta seriale RS485.
Attraverso interrogazioni, si accede facilmente a
rapporti istantanei o storici, consentendo così di
monitorare i consumi di varie utenze (torni, catene
di produzione, palazzi amministrativi). Vertelis
Vision consente inoltre di rilevare le informazioni
provenienti dai misuratori Diris A, Diris N, Countis E
e Countis Eci, e permette di monitorare molteplici
punti di misura, tenere sotto controllo i contatori di
energia, le grandezze elettriche (U, I, FP, armoniche
ecc.) e gli allarmi. È possibile inoltre analizzare i dati
storici sotto forma di statistiche visualizzando - per
gli apparecchi Diris A40/A60, Countis E e Countis
EC - la curva di carico sia in formato numerico sia
grafico, fino all’estrazione dei rapporti con invio
programmato per e-mail. Insieme a Vertelis Vision
Socomec fornisce il servizio di messa in opera del
sistema a cura del proprio personale tecnico.
Per informazioni
Socomec
www.socomec.it
Rockwell Automation introduce
un nuovo Sequencer e nuove
funzionalità dell’Operator
Workstation in versione standalone
nella piattaforma PlantPAx
Process per l’automazione di
processo. L’obiettivo dichiarato
dalla multinazionale americana
di Milwaukee è continuare a
sostenere le aziende che operano
nei diversi settori industriali nel
migliorare l’efficienza degli operatori,
grazie a procedure automatizzate
e a funzionalità avanzate di
visualizzazione e di integrazione con
gli skid di processo.
Il nuovo Sequencer disponibile con
PlantPAx consente di automatizzare
le procedure, di eseguire modifiche
al sistema e azioni in sequenza
tramite faceplate disponibili a livello
di interfaccia uomo-macchina. Ciò
significa che, in caso di modifiche
al processo o di eventi anomali, la
sequenza può essere modificata
direttamente dalla pagina Hmi da
un utente in possesso dei diritti
di accesso appropriati, senza
dover attendere l’intervento di un
esperto del sistema di controllo per
modificare il codice della procedura.
“Il Sequencer elimina la necessità
di configurazioni custom-coded
per automatizzare le procedure dei
processi continui”, spiega Jason
Wright, PlantPAx pProduct Manager
di Rockwell Automation.
Il sistema PlantPAx prevede
un Hmi toolkit completo per la
progettazione delle pagine grafiche
e un sistema avanzato di gestione
allarmi basato sullo standard Isa
18.2. Questo consente all’operatore
di concentrarsi direttamente sul
processo stesso, riducendo così
i tempi di fermo e gli incidenti di
sistema. Si aggiungono dunque
all’Operator Workstation in versione
standalone alcune nuove funzionalità
di integrazione che permettono alle
aziende una maggiore flessibilità
nella progettazione dell’impianto,
in particolare nell’integrazione di
skid dislocati in vari stabilimenti
nel mondo. “Nell’industria si è soliti
utilizzare gli skid di processo per
velocizzare la linea e per ampliare
l’impianto in modo da ridurre il
time-to-market”, afferma Wright.
“Tuttavia, l’integrazione di questi
skid di processo in un tradizionale
Dcs può comportare una maggiore
complessità oltre che un aumento
dei costi. Infatti, per gli utenti finali
i costi di integrazione per un Dcs
tradizionale ammontano al 50-60%
del costo totale del progetto. Ad
esempio, l’integrazione degli skid
richiede spesso una mappatura
dei dati personalizzata o una
duplicazione del codice nel Dcs,
mentre in PlantPAx il controllore
dello skid può essere aggiunto al
sistema come controllore nativo. Le
funzionalità avanzate dell’Operator
Workstation in versione standalone
consentono di ridurre i costi di
integrazione permettendo allo skid di
condividere le risorse infrastrutturali
comuni, come ad esempio gli
account utente e le impostazioni
di sicurezza, senza nulla togliere
all’indipendenza delle applicazioni”.
Per informazioni
Rockwell Automation
www.rockwellautomation.com/
go/process
Novembre 2013 - Automazione Industriale
075
Automazione applicata Industria del mobile
L’automazione
italiana
nella produzione Ikea
Ikea sceglie la qualità del made in Italy nel settore del
mobile, spostando alcune produzioni in Italia. L’elevato
grado di automazione dei produttori italiani è sinonimo
di produttività e qualità eccellenti
di Alice Alinari
I
l colosso svedese Ikea, che già
effettua in Italia l’8% dei suoi
acquisti mondiali, al terzo posto
dopo Cina e Polonia, ha recentemente
annunciato di volere sviluppare
ulteriormente il rapporto con 24
fornitori italiani per circa un miliardo
di euro di acquisti. L’amministratore
delegato di Ikea Italia Lars Petersson
dichiara che “sono stati individuati
nuovi partner italiani che hanno
preso il posto di fornitori asiatici
grazie alla loro competenza, al loro
impegno e alla capacità di produrre
articoli caratterizzati da una qualità
migliore e a prezzi più contenuti dei
loro concorrenti asiatici”. Questo è
possibile anche grazie all’elevato grado
di automazione delle imprese italiane,
che garantiscono così produzione e
qualità elevata.
Già nel 2011 il gruppo ha comprato
in Italia più di quanto ha venduto,
confermandosi un motore di spinta
per l’economia del Paese. La parte del
leone la fanno gli acquisti di cucine:
076
L’azienda
Manuex realizza
per Ikea diversi
componenti
destinati alle
cucine
Automazione Industriale - Novembre 2013
una cucina su tre venduta da Ikea
nel mondo è prodotta in Italia. Gli
acquisti provengono prevalentemente
da Veneto (38% degli acquisti), Friuli
(30%) e Lombardia (26%). Dalle tre
precedenti regioni Ikea fa maggiori
acquisti che da Svezia o Germania.
La ricaduta occupazionale collegata
a queste nuove commesse produttive
è stimabile in 2.500 posti di lavoro,
ai quali vanno sommati i 6.600
dipendenti della rete commerciale e
logistica e l’indotto dei punti vendita.
Nella fabbrica delle antine
Tra i fornitori italiani, l’azienda
Manuex, parte del gruppo Fgv
(Formenti e Giovenzana, Veduggio),
realizza per Ikea le guide e le coperture
per cassetti destinati ai mobili
per cucine. Al fine di raggiungere
l’obiettivo di una produzione con
i volumi, la flessibilità e la qualità
richiesta dal gruppo svedese, Manuex
ha progettato un nuovo impianto
per la produzione, l’assemblaggio
e il confezionamento di antine
destinate ai mobili da cucina Ikea.
Il progetto e la realizzazione sono
stati affidati a Process di Sassuolo,
azienda che opera da oltre 25 anni
nel settore dell’automazione per il
legno. Process ha progettato l’impianto
per ottenere alla fine della linea
un’antina perfettamente assemblata e
incollata, con possibilità di comporre
indifferentemente ogni tipo di
anta con uno, due o tre pannelli,
e di ottenere un cambio formato
molto veloce in modo totalmente
automatico.
L’impianto è composto da una linea di
assemblaggio, una linea di imballaggio
e una linea di pallettizzazione, con
una produzione che può arrivare a
12 antine al minuto, con il minimo
presidio umano: per l’asservimento
di tutte le operazioni automatiche è
sufficiente un solo operatore.
Industria del mobile Automazione applicata
❷
Linea di assemblaggio
❶
L’impianto di
produzione antine
è composto da tre
linee: assemblaggio,
imballaggio ❹
e fine linea di
pallettizzazione ❺.
Tre Hmi basati
su Movicon
❸
CE presidiano
localmente le
linee, mentre
un supervisore
Movicon 11 gestisce
l’intero processo,
registra e analizza i
dati di produzione
La linea di assemblaggio include
l’alimentatore traversi ❶,
l’alimentatore pannelli ❷ e
l’alimentatore montanti ❸
❺
Fine linea di pallettizzazione
Linea di imballaggio
❹
L’architettura dell’impianto
L’automazione dell’impianto è gestita
da tre plc Saia collegati tra loro in
rete Ethernet e connessi sempre sulla
medesima rete ai sistemi di interfaccia
operatore e al pc di supervisione
generale. La gestione dell’impianto
si basa sulla tecnologia software di
Movicon 11 di Progea, utilizzata da
oltre un decennio da Process “proprio
per la versatilità, indipendenza
dall’hardware e flessibilità”, come
spiega Simone Cerroni di Process.
In questo caso, infatti, nel progetto
sono previsti tre sistemi Hmi
touchscreen da quindici pollici basati
su Windows CE dislocati lungo le
linee che compongono l’impianto.
Ai sistemi è collegato il supervisore
Scada: “L’impiego di Movicon ha
consentito un enorme risparmio di
tempo e il riutilizzo di parti dello
stesso progetto”, dice Cerroni. Il
sistema di controllo possiede anche
un punto di connessione via modem
per il teleservice del servizio tecnico
di Process, attraverso il quale i tecnici
di assistenza possono controllare o
modificare i programmi del plc, lo
stato degli allarmi, con eventuale
intervento remoto in caso di anomalie,
i report di produzione giornalieri,
settimanali e mensili, così come ogni
altra eventuale analisi di diagnostica.
Il supervisore, grazie alle funzioni
integrate in Movicon, permette
essenzialmente di gestire l’utilizzo, la
manutenzione e l’ottimizzazione della
macchina senza l’ausilio di personale
qualificato. Infatti, la predisposizione
della macchina per una determinata
produzione avviene in modo molto
semplice, richiamando uno dei formati
precedentemente memorizzati nella
banca dati del pc tramite l’uso intuitivo
di pochi tasti.
Novembre 2013 - Automazione Industriale
077
Automazione applicata Industria del mobile
A sinistra,
una delle
pagine di
configurazione
e set-up della
linea. A destra,
pagina video
principale del
supervisore
Movicon 11
La linea di assemblaggio
La porzione di impianto dedicata
all’assemblaggio è suddivisa in tre
sezioni. La prima sezione è composta
dai traversi che vengono alimentati
in due magazzini che a loro volta
alimentano la macchina, e sono
dotati di applicatori di colla vinilica
per la distribuzione della colla nelle
scanalature. I traversi sono posizionati
sulle successive cinghie secondo le
dimensioni dei pannelli, in modo
totalmente automatico.
La seconda sezione è composta da
un sistema di alimentazione pannelli,
basato su una movimentazione
automatica portale, un trasporto a
cinghie e un alimentatore pannelli.
I pannelli sono prelevati dai pallet
e depositati sull’allineatore che li
trasferisce al portale principale incluso
nella macchina-base. Mentre la pinza
sta lavorando da un lato, l’operatore
può preparare le pile e alimentare
il magazzino dell’altro lato della
macchina.
La terza sezione è composta da due
alimentatori montanti, posizionati
ai lati della macchina principale,
alimentati da un sistema robotizzato
in grado di prelevare da un pallet uno
strato completo di montanti, centrarlo
e depositarlo alternativamente nei
magazzini montanti di destra e
sinistra. I montanti sono caricati
da un operatore ai due magazzini
collocati ai due lati della macchina. I
montanti sono incollati nella fresata
Dai fiammiferi ai mobili, i 70 anni di Ikea
La storia di Ikea comincia nel 1943 nel
piccolo villaggio di Agunnaryd, in Svezia,
quando Ingvar Kamprad, il fondatore
dell’azienda, aveva solo 17 anni.
Da una semplice attività di vendita di
fiammiferi, Kamprad ha saputo fare crescere
costantemente la sua impresa fino a farla
diventare una multinazionale. Oggi il Gruppo
Ikea è diventato un marchio mondiale,
presente in 41 Paesi con 131mila co-worker
078
e vendite annuali per oltre 24,7 miliardi di
euro. Partendo da mobili prodotti in kit di
montaggio con il legno delle foreste svedesi,
oggi il Gruppo produce le soluzioni di design
d’arredo con la logica della globalizzazione,
scegliendo fornitori e partner in tutto il mondo
che siano in grado di produrre i componenti
d’arredo al miglior costo possibile, con
la massima qualità, e con un particolare
riguardo per l’ecosostenibilità.
Automazione Industriale - Novembre 2013
centrale e nei fori delle spine da
due pistole, con colla vinilica, mossi
da due assi controllati. Questi assi
sono inoltre dotati di due unità per
l’applicazione di punti di colla a caldo
hot melt lungo i montanti. Una volta
incollati, i montanti arrivano nell’area
di chiusura dove una serie di dieci
assi guidati da motori brushless
provvedono alla completa azione di
assemblaggio. Il trasporto a catene
all’uscita della macchina collega la
sezione di assemblaggio a quella di
imballaggio attraverso una foratrice.
La stazione di imballaggio
Nella stazione di imballaggio arrivano
le porte assemblate pronte per essere
imballate. Una struttura principale,
tipo ‘portale’, dotata di due assi
verticali controllati e relative testate
di prelievo, è in grado di prelevare
un cartone dalla pila, entrato
precedentemente, e trasportalo
nella stazione di imballaggio. Oltre
a ciò, la struttura preleva dalla
linea di assemblaggio un’antina
già rovesciata sottosopra (questo
eviterà danneggiamenti dell’antina
in fase di apertura scatola) e la
porta sul cartone, precedentemente
posizionato; successivamente preleva
le antine danneggiate e le impila
sul trasporto a rulli. Il materiale
Industria del mobile Automazione applicata
Process, una vocazione per il legno
conforme passa nella stazione di
imballaggio, in grado di piegare
il cartone intorno all’antina che è
all’interno, e sigillarlo con nastro.
A questo punto le scatole vengono
etichettate automaticamente, in
qualsiasi posizione, e passano alla fase
di palletizzazione, che avviene tramite
un robot antropomorfo che provvede
al posizionamento sui pallet delle
antine imballate nel cartone.
Supervisione, Hmi
e plant intelligence
La gestione dell’intero impianto
composto dalle tre linee di
assemblaggio, imballaggio e
pallettizzazione è completamente
automatizzata e tutti i parametri
e i report di produzione sono
supervisionati a livello informatico
con la possibilità di controllo da
remoto. La gestione degli allarmi
avviene localmente sugli Hmi, ma
il supervisore centrale offre anche
una condotta guidata che, in caso
di anomalia, segnala all’operatore
il tipo di allarme che si è verificato,
spiegando le cause che possono averlo
determinato e le possibili procedure
per rimuoverlo.
Il sistema, inoltre, provvede a
registrare su database tutti i dati
relativi alla produttività dell’impianto
e a visualizzarli attraverso il sistema
di reportistica integrato in Movicon
11. Oltre ai dati di produzione,
elencati per lotto, prodotto, turno
e operatore, sono registrati anche
tutti gli orari di avvio, arresto,
fermo macchina per allarme o per
tipologia di fermo di produzione. In
questo modo è possibile disporre dei
parametri relativi alla produttività
e al rendimento dell’impianto,
applicando i criteri tipicamente
Process nasce nel 1985 con l’intento di
integrarsi nel tessuto industriale del legno
mettendo a disposizione tutta la tecnologia di
automazione acquisita nel settore ceramico.
Il primo successo arriva con lo strettoio
automatico per antine, che si evolve per tutti
i tipi di porte, e nel tempo conduce Process
ad affermarsi nel settore, tra le prime aziende
ad adottare i robot antropomorfi in contesti
diversi dall’industria automobilistica, dove
tipicamente sono utilizzati. “Nel pavimento
in laminato, Process mette a disposizione
tutta la sua esperienza ceramica progettando
definiti di ‘plant intelligence’. Questi
principi consentono al gestore di
individuare la produttività reale, la
differenza rispetto alla produttività
teorica e le cause che determinano
i fermi più frequenti, disponendo
quindi di tutte le informazioni per
eseguire la manutenzione preventiva
e di migliorare la produttività. I
manutentori possono così intervenire
tempestivamente per risolvere
eventuali problemi dovuti allo stato
anomalo di un determinato pezzo.
Tutte le operazioni eseguibili dagli
operatori sono protette da password,
attraverso la modalità di gestione
sicura dell’accesso utenti prevista da
Movicon. Diversi livelli di priorità
nell’accesso al sistema consentono
la necessaria sicurezza per evitare
a un operatore la consultazione
di determinati dati o l’utilizzo di
specifiche funzioni.
“La piattaforma Scada Movicon si è
dimostrata per Process lo strumento
idoneo per raggiungere gli obiettivi
severi imposti dalle specifiche
richieste”, commenta Cerroni. “La
soluzione permette lo sviluppo rapido
di un’applicazione affidabile e solida
impianti che rivoluzionano i concetti di
integrazione impiantistica utilizzando robot
antropomorfi e veicoli a guida laser, arrivando
a una produttività pro-capite ancora oggi
insuperata”, dice Simone Cerroni. Tutelata
da diversi brevetti frutto della creatività
dei suoi progettisti, Process propone
sistemi d’automazione e impianti ad alta
tecnologia, con il valore dell’esperienza
applicata ai settori del legno e del mobile,
della pavimentazione in legno o melaminico,
dell’inscatolamento a basso spessore, della
logistica e della pallettizzazione.
con un’interfaccia intuitiva e consente
di decentralizzare e rendere flessibile
il progetto. Il software sviluppa anche
potenti funzionalità di reportistica e
analisi e, in ultimo, fornisce sicurezza
per gli operatori”.
Oggi, l’impianto di produzione
delle antine per i mobili da cucina
di Ikea realizzato da Process è “in
funzione con grande soddisfazione
della committenza”, aggiunge
Cerroni. “Oltre agli evidenti benefici
della qualità di un processo gestito
automaticamente, l’impianto
ha evidenziato anche notevoli
ritorni economici in termini di
personale necessario: utilizzando
un’installazione di questo tipo, per la
gestione del processo completo, si ha
una riduzione dell’80% del personale
rispetto ai sistemi tradizionalmente in
uso, potendo così contare su un pieno
rientro dell’investimento in tempi
brevissimi”.
Per informazioni
Process
www.process.it
Progea
www.progea.com
Novembre 2013 - Automazione Industriale
079
Automazione applicata Industria del mobile
Concentrati
sul design degli arredi
Progettando con Solid Edge, gli ingegneri di Kimball
International possono dedicarsi, in modo più produttivo, al
lato creativo del loro lavoro, valorizzando la loro esperienza
nella realizzazione di mobili per ufficio e per hotel che
rispondono al meglio ai nuovi trend del settore
di Giorgia Andrei
K
imball International,
società di Jasper, sita
nell’Indiana, fornisce
diversi prodotti in due segmenti di
business: Electronic Manufacturing
Services e Furniture. Questo
secondo ramo dell’azienda realizza
arredamento per l’ufficio e per il
settore hospitality, con i marchi
Kimball Office, National Office
Kimball ha dovuto adattarsi
con rapidità ai cambiamenti
che negli ultimi tempi hanno interessato
il settore dell’arredamento da ufficio
080
Automazione Industriale - Novembre 2013
Forniture e Kimball Hospitality.
Negli ultimi tempi, Kimball ha
dovuto adattarsi con rapidità ai
cambiamenti che hanno interessato
il settore dell’arredamento da ufficio,
affrontando contemporaneamente
le criticità insite nella conduzione di
un’azienda globale.
“L’arredamento da ufficio è
profondamente cambiato negli ultimi
anni”, dice Ricardo Espinosa, R&D
Engineering Services Manager di
Kimball. “I tradizionali spazi lavorativi
continuano a evolvere e un gran
numero di ambienti sta sposando il
concetto di open space, per favorire la
migliore interazione, collaborazione e
networking tra i colleghi”. Non solo: le
nuove tecnologie di comunicazione,
inoltre, inducono le persone a fare un
uso diverso dello spazio dell’ufficio
e richiedono la progettazione di
nuovi mobili. Dice ancora Espinosa:
“Dobbiamo tenere conto della
maggiore integrazione tra reti elettriche
e di comunicazione, una tendenza che
ha posto nuove sfide all’ingegneria”.
Ogni anno Kimball produce
diverse nuove linee, con centinaia
di configurazioni per ciascuna. A
occuparsene sono oltre 50 progettisti.
“Le risorse devono essere gestite con
attenzione e dobbiamo essere molto
efficienti nel raggiungere i nostri
obiettivi, mantenendo nei prodotti
l’elevata qualità per la quale Kimball è
conosciuta”, dice Espinosa. Per rendere
il processo efficiente è importante
anche valorizzare i decenni di lavoro
di progettazione che l’azienda ha alle
spalle. In Kimball molti dei dati cad
sono stati creati, negli anni Ottanta
e Novanta, usando il software I-deas
(il cad originario di Sdrc, Structural
Dynamics Research Corporation, poi
passato a Eds e confluito nell’offerta NX
di Ugs, ndr). Il passaggio a Solid Edge
risale al 2004: all’epoca, Solid Edge era
Industria del mobile Automazione applicata
Con la
Synchronous
Technology i
progettisti di
Kimball possono
creare modelli
senza dover
fare calcoli
addizionali
e adattare i
prodotti in modo
molto più rapido
ancora un sistema cad history-based e,
nonostante la sua adozione rappresentò
un passo importante verso un cad
moderno, lavorare sui vecchi dati creati
con I-deas era ancora complesso.
Un cambiamento rilevante è
avvenuto quando Kimball ha deciso
di implementare Solid Edge with
Synchronous Technology, raccogliendo
la sfida di accelerare nuovi processi
di progettazione, rendere più veloci
le modifiche ai progetti esistenti
e migliorare il riutilizzo dei dati
importati.
Il nuovo che fa tesoro
dell’esperienza
Dopo avere avviato l’implementazione
della nuova versione del software
partendo da un gruppo ristretto di
ingegneri, Kimball ne sta estendendo
l’uso a tutto lo staff di progettisti.
“Quando lavori con un sistema cad
tradizionale, creare tutte le piccole
modifiche è un’attività molto lenta”,
commenta Espinosa. “Si tratta, in
pratica, di fare la stessa cosa più e più
volte”.
Con la Synchronous Technology,
invece, i progettisti possono creare
modelli senza dover fare calcoli
addizionali e adattare i prodotti in
modo molto più rapido: “Senza
nemmeno conoscere le dimensioni
dei componenti finali, possiamo
modificare la parte esistente e creare
qualcosa di nuovo. Anche piccole
modifiche possono richiedere ore
se devi aprire e modificare parti
individuali in un modello cad
tradizionale, mentre con Solid Edge
otteniamo significativi risparmi di
tempo nel produrre documentazione
e disegni per prodotti con centinaia di
configurazioni differenti”. I tempi di
realizzazione dei progetti si sono così
ridotti da giorni a ore.
“Prima di Solid Edge with
Synchronous Technology dovevamo
ripartire ogni volta da zero; ora
possiamo riutilizzare, con facilità,
anche i dati ereditati dagli anni Ottanta
e Novanta e creare nuovi componenti
usando le informazioni esistenti”,
continua Espinosa.
“Importiamo in Solid Edge gli assiemi
creati con I-deas e li usiamo quindi
per lavorare su singoli elementi. Non
modifichiamo tutto, talvolta si tratta di
piccoli cambiamenti, come l’aggiunta
di un foro o di una fessura, cambiamo
le dimensioni ed è tutto. Oppure, a
volte usiamo uno dei componenti già
esistenti e creiamo un prodotto nuovo,
basato però su una geometria che già
abbiamo”.
Prima dell’adozione della Synchronous
Technology, Kimball aveva smesso di
riutilizzare alcuni dei dati creati con
I-deas. “Nel cad history-based, se non
sei il progettista che ha originato il
disegno, non c’è modo di comprendere
come questo era stato progettato”, dice
Espinosa. “Dovevamo ridisegnare
la maggior parte dei componenti da
zero e i dati che potevamo recuperare
richiedevano poi giorni per essere
importati”.
Produrre di più, divertendosi
Kimball stima che molti dei risparmi
di tempo arriveranno dalla semplice
importazione e modifica di progetti
‘legacy’ e che, allo stesso modo, questo
risparmio rappresenta un’opportunità
per migliorare la produttività. “C’è un
interessante ritorno dell’investimento
quando si adotta la Synchronous
Technology, ma la nostra motivazione
principale per implementare questo
strumento, è essere più produttivi,
progettare prodotti migliori, arrivare
sul mercato in tempi più brevi e
creare un processo più semplice per
valorizzare i dati del passato”, conclude
Espinosa.
Adottare Solid Edge with Synchronous
Technology ha richiesto degli sforzi,
ma non è stato difficile: “Ho dovuto
cancellare dalla mia mente vent’anni
di tecnologia di progettazione nella
modalità ‘history-tree’ ma in un paio
di settimane ho iniziato ad apprezzare
il nuovo modo di lavorare e così è
stato per i miei colleghi: si diventa più
produttivi e ci si può divertire di più
lavorando, perché si è più partecipi nel
processo di progettazione”.
Per informazioni
Siemens Plm Software
www.siemens.it/plm
Novembre 2013 - Automazione Industriale
081
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