mostra sui beati luigi e zelia martin

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mostra sui beati luigi e zelia martin
MOSTRA SUI BEATI LUIGI E ZELIA MARTIN
(9 – 16 marzo 2013 all’Angolo d’Incontro di Giubiasco)
Ricordate che a Milano si celebrò nell'estate del 2012 la Giornata Mondiale delle Famiglie?
Ebbene, perché un avvenimento abbia una continuità e non rimanga a se stante, ecco la
proposta di una mostra itinerante sulla vita di due coniugi, Luigi e Zelia Martin, che furono i
genitori di santa Teresa di Gesù Bambino e che sono stati proclamati beati.
Vi invitiamo cordialmente a visitarla, per cogliere, dai comportamenti di questa moglie e di
questo marito, qualcosa che possa nutrire la vita della famiglia. Se ne è parlato molto, nelle
riunioni di preparazione e come prima reazione è sgorgata quella del rammarico che oggi si
scriva troppo poco. Scrivere… voce del verbo prendere in mano la penna. Scrivere… come
sinonimo di capacità di dare parola ai sentimenti. Scrivere… come tempo da dedicare alla
persona amata. Scrivere… come possibilità di trasmettere ai posteri quanto ha nutrito
l’esistenza vissuta all’interno di una casa.
La mostra sui coniugi Luigi e Zelia Martin porta anche il sottotitolo “Genitori che generano
santi”, perché questa è stata la loro esperienza. Dentro il vivere di famiglia, quasi fosse un
respiro quotidiano, hanno tessuto il legame profondo con Dio che ha dato tenerezza alla
loro relazione e ha trasportato nella vita dei figli un amore a Dio come prima e più
importante persona con cui vivere ogni esperienza.
I Martin erano persone benestanti con un lavoro che li sostentava e dava loro stimolo per
costruire la loro vita. Lui era orologiaio e lei merlettaia. Prima, lui fu militare con il grado di
capitano e appassionato di poesia e di letteratura. Nacque nel 1823.
Lei, Zelia Guerin, nacque nel 1831. Piccola di statura ma graziosa con un volto segnato da
un filo di tristezza, era dotata di brio e di senso pratico nelle cose. Andò all’educazione
delle suore Figlie della Carità, le suore di S. Vincenzo de’ Paoli.
Ambedue ebbero desiderio di consacrarsi a Dio, ma non era la loro strada. Si incontrarono
e dopo tre mesi di conoscenza si sposarono il 12 luglio 1858.
Presentazione della mostra
(le pagine fanno riferimento al libro-catalogo preparato per la mostra)
I quadri da pag.6 a pag.11 raccontano la scoperta della vocazione dei coniugi Martin. Per
vocazione si intende il sentire che Dio chiama nella vita a una responsabilità. Ebbene, dopo
aver bussato alla porta dei conventi, ognuno dei due percepisce che Dio li vuole sulla
strada del matrimonio e della famiglia.
Ci vuole della tenerezza e bisogna essere abitati del desiderio dell’altro. Sentono, nel loro
incontrarsi, l’unicità della loro persona e la possibilità di completezza reciproca nella loro
unione. Non si sposano certo per la passione sessuale, perché scrivono di aver vissuto 10
mesi dopo il matrimonio in castità, nel rispetto della fatica di Zelia di scoprire il proprio
corpo e la propria sessualità.
Non è alle volte, come la storia di tutti? Credo che sia bello per ogni visitatore rivivere il
modo con cui si è scoperta la propria vocazione al matrimonio. Aiuterà a rivivere il modo
con cui si è scoperta la capacità di relazionare nel corpo e con i problemi legati
all’educazione ricevuta in casa fin dall’infanzia!
Nei quadri da pag.12 a pag.19 viene descritto il desiderio di santità.
Non è una parte secondaria della Mostra, visto che i genitori sono stati dichiarati beati e
che anche le figlie sono diventate sante per la Chiesa. “Bisogna educarle per il cielo”
dicevano questi genitori. Come genitori si preoccupano delle figlie. Sono segnati dalla
morte di ben quattro figli in tenera età. Maria Elena a 6 anni; Maria Giuseppe Luigi a 5
mesi; Maria Giuseppe Giovanni Battista a 8 mesi; Maria Melania Teresa a poco più di due
mesi. È vero che mortalità dei bambini, a quei tempi, era maggiore che non oggi, ma il
dolore è sempre stato profondo in tutti i periodi della storia. Non ebbero vita tranquilla,
dunque! Certo è che Dio fu il loro sostegno e la presenza di Dio come amore è stata la loro
testimonianza. Anche la morte dei figli insegnò che nell’educare bisogna trasmettere il
distacco dalle cose della terra. Unica dipendenza è quella da Dio
Non è un bellissimo messaggio da offrire a se stessi visitando la mostra? Oggi tutti siamo di
corsa e la dipendenza dal lavoro è diventata una schiavitù. Quasi fatichiamo a sentire che i
figli sono una vera fortuna nell’amore! Quasi siamo con il contagocce nel vivere il contatto
fisico con i figli. Ci farebbe bene leggere una delle lettere che si scrivono questi due genitori.
Nei quadri da pag.20 a pag.27 troveremo descritti aspetti particolari della loro vita: il loro
lavoro, la loro casa. Il darsi da fare per non lasciar mancare nulla ai figli. Occuparsi delle
figlie con la dolcezza e la preoccupazione del carattere non facile di una di loro. La vita
professionale di orologiaio per Luigi e di merlettaia per Zelia.
Sono quadri che aiutano a rivivere quanto la catechesi in vista della Giornata mondiale
delle famiglie ci aiutato a riscoprire: l’armonia tra famiglia, lavoro, festa e riposo.
I quadri alle pagg.28 e 29 ci parlano infatti della sacralità della domenica come giorno d’
incontro con Dio nella Messa festiva e come giorno di riposo per dedicarsi alla relazione
con la fede e con la famiglia. Luigi non apre nemmeno il negozio! Si portano le figlie a
passeggio, si vivono gesti di carità verso i malati e i parenti.
Vale la pena, nel visitare la Mostra, soffermarsi e non dare per scontato che vi siano anche
questi due cartelloni in una Mostra su due genitori santi. È proporre a se stessi il valore
della domenica. È richiamo alla conversione da un ritmo che non dà più tempo per la fede e
per la carità. La domenica nostra, a volte, è tempo libero, ma anche giorno di lavanderia e
di cucina per i giorni a venire. È ancora una “domenica”? E, ancora, è il minimo per una
famiglia cristiana! Ci interrogano, questi due cartelloni, a sapere che ne facciamo del
minimo del cristiano!
Nei quadri da pag.30 a pag.39 vedremo dei flash. L’annuncio del cancro al seno per Zelia,
l’Importanza del circolo del biliardo per Luigi. La morte di Maria Elena all’età di 6 anni. La
sfida quotidiana dell'educazione dei figli, con la figlia Maria Leonia, difficile di carattere,
che esige una cura particolare. “Non si può educare usando la brutalità”, ma i genitori non
perdono di vista che Maria Leonia debba relazionare con Dio e viva, comunque, anche con
il suo carattere, una relazione di santità.
La morte di Zelia provoca il cambio di domicilio. Vanno a Lisieux dove Luigi ha dei parenti
che lo possono aiutare. Non è per nulla facile cambiare ambiente e cambiare casa, ma
anche questo serve a educare che la vera casa è in cielo.
Chi di noi non ha cambiato casa? Cosa è voluto dire alla nostra vita il cambio di domicilio? È
solo una comodità? Che ricordi suscitano in noi, questi quadri, della nostra infanzia?
L’educazione dataci dai nostri genitori? Le attenzioni di salute e di carattere dei nostri
fratelli!
L’unità faticosa cresciuta tra fratelli… se è cresciuta! E se ci fu una malattia di uno dei
genitori nostri? Cosa provoca in noi una storia come quella di Zelia che muore a 46 anni!
Nei quadri da pag.40 a pag.47 rivivremo la scelta d’amore di Luigi nel vivere per le proprie
figlie con la tenerezza di cui era capace. Luigi vede le figlie scegliere la vita consacrata.
Paolina entra nel Carmelo il 2 ottobre 1882; Maria il 15 ottobre 1886; Teresa il 9 aprile
1888; Celina il 14 settembre 1894 e Leonia entra alla Visitazione dopo la morte del papà
nel 1899. “Che gioia - dice Luigi - vedere che Dio si sceglie la sposa in casa mia!”
La malattia colpisce anche Luigi. Ha una malattia degenerativa che lo porta alla paralisi e
alla demenza. I primi sintomi si manifestano nel 1887. Vive la sofferenza con fede in unione
a Cristo che pure fu crocifisso da uomo giusto. Paralizzato alle gambe è curato dalle figlie e,
infine, viene internato nell’ospedale del Bon Sauveur di Caen. Muore il 29 luglio 1894.
Anche questa parte della Mostra ci aiuterà a ricordare il lavoro e la presenza educativa dei
nostri genitori. Tutti, credo, possiamo essere loro riconoscenti per quanto ci hanno
trasmesso in educazione e in testimonianza di fede. Il ricordo del distacco dall’ultimo
genitore potrà renderci responsabili del nostro avvenire e dell’educazione che noi stiamo
trasmettendo ai nostri figli.
La mostra è tanto ricca di contenuti che forse varrà la pena visitarla e poi tornare a
gustarne un pezzo alla volta. Mi propongo di essere accanto ai visitatori per raccontare
quanto ha suscitato in me il ricordo dei miei genitori, il ricordo della morte di mia sorella
Irene malata da anni, la degenza di casa per anziani di mia madre Maria, come la morte
improvvisa di mio padre Celestino. Avremo modo di tornare su sentimenti che ci abitano e
che vorremmo avere più tempo per coltivare.
L’ultima parte della Mostra, nei quadri da pag.48 a pag.53, racconta la storia della
beatificazione dei coniugi Martin, resa possibile per la guarigione miracolosa del bimbo
Pietro Schilirò, quinto figlio dei coniugi Valter e Adele Leo di Monza, nato con gravi
difficoltà respiratorie.
Tutta la comunità è calorosamente invitata a visitare questa mostra, avvalendosi, se
possibile, delle visite guidate appositamente predisposte secondo il calendario qui
pubblicato.
VISITE GUIDATE ALLA MOSTRA MARTIN
Domenica 10.03
14.00
Associazione vedovile unitamente a
persone in vedovanza
Lunedì
14.00
15.00
17.30
Gruppo Missionario di Giubiasco.
I partecipanti alla catechesi per adulti.
Ragazzi del primo anno della Cresima e chiusura
del loro anno di catechesi.
I partecipanti alla catechesi per adulti.
11.03
20.15
Martedì
12.03
15.00
17.30
Mercoledì 13.03
13.00
14.00
20.15
Suore Misericordine e religiose del
bellinzonese.
Ragazzi del secondo anno della Cresima.
Ragazzi del Gruppo Cresima di Sr. Anna e altri
giovani interessati.
Avventura della fede + ragazzi del Gruppo
Cresima di Brigitte.
Genitori dei ragazzi di Messa domenicale +
corsisti per fidanzati (guida dei coniugi Bionda).
Giovedì
14.03
14.30
Fraternità della Carità.
Venerdì
15.03
14.30
Genitori del primo e secondo anno della Cresima
(guida dei coniugi Bartolomeo).
Genitori del primo e secondo anno della Cresima
(guida dei coniugi Bartolomeo).
20.15
Da lunedì a venerdì, dalle ore 10.00 alle 11.30, c'è la possibilità di
effettuare visite personali.
Per gruppi o fuori dagli orari specificati rivolgersi a:
don Angelo Ruspini, Via Berta 1, tel. 091 840 21 01