il museo online ad alta definizione
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il museo online ad alta definizione
Dopo l'intesa con il gigante del web dal 9 settembre si p otrà visitare il museo online ad alta definizione Al ighiero Boetti : Mappa (1971) A TRAMA morbida, le sfumature di colore. Basta un click per svelare dietro i rapporti di potere del mondo agli inizideglianni Settantal 'abilitàdellericamatrici afghane. Un click ancora per mettere a fuoco le centinaia di fili dell'ordito e immaginare le diverse mani che su quella base hanno lavorato . Mappa, il grande arazzo che Alighiero Boetti fece realizzare dalle artigiane nel 1971 durante il suo secondo viaggio in Afghanistan, entra nel Google Art Project con una definizione altissima: 7 miliardi di pixel. Accade perché il Maxxi di Roma dal 9 settembre diventa partner della piattaforma digitale avviatanel 2011 daGoogleCulturallnstituteper accogliere i capolavori di tutto il mondo . Il grande museo di arte contemporanea ha deciso, al pari di altre realtà che lo stesso giorno debutteranno online , di creare un suo doppio virtuale, se- le lacrime di No womanNo crydi Chris Ofili ilvolto di Stephen Lawrence, diciottenne di origini giamaicane ucciso a Londra nel 1993 mentre aspettava l'autobus. Google Art Project l'hariservata, fino a oggi, a 96 capolavori di arte antica, moderna e contemporanea. Sono le star di una collezione gratuita e sempre disponibile che ha giàraggiunto 1e6 3mila opere "liberate" nella Rete da 345 musei e istituzioni del mondo. Dal MoMa di New York alla National Gallery di Londra, dal Museé D'Orsay di Parigi al Reina Sofia di Madrid, dall'Ermitage di San Pietroburgo all'Acropoli di Atene, dal Mani di Sao Paulo agli Uffizi di Firenze, i primi in Italia a diventare partner di una iniziativa che vuole "democratizzare" l'accesso alla cultura. «Portare il museo fuori dal museo - spiega Giovanna Melandri, presidente della Fondazione Maxxi - rendere più accessibile spazi e collezione, attivare una maggiore partecipazione del lezionando cinquantacinque opere dalle collezioni di arte, architettura e fotografia. La visita virtuale comincia con la tecnologia di Google Street View dalla piazza e dalla lobby: un tour tra le architetture di Zaha Hadid e le installazioni di Maurizio Mochetti, Sol LeWitt, Anish Kapoor e Giuseppe Penone. Si continua alla scoperta delle opere di artisti italiani e stranieri, da Gino De Dominicis a Michelangelo Pistoletto, da Yayoi Kusama a Bill Viola, dai progetti di Pier Luigi Nervi e Doriana Fuksas ai site specific degli olandesi West 8 e del libanese Bernard Khoury. Per arrivare alla vera star del museo, la Mappa di Boetti come non si potrà mai vedere a occhio nudo. Zoomando fino a 7 gigapixel si notano le diverse mani delle ricamatrici a cui l'artista piemontese commissionò il lavoro: una raffigurazione della situazione geopolitica del mondo all'inizio dei Settanta, evidenziando i rapporti di potere tra i diversi stati. La definizione è impressionante. Per intenderci è la stessa che permette di scoprire il dotto lacrimale nell'occhio sinistro della Veneredi Botticelli o che fariconoscere nel- pubblico sono tra le nostre missioni strategiche». Un semplice click per girare il mondo e scoprire i dettagli più nascosti dei capolavori. Ma senza dimenticare che unavisitavirtuale nonpotrà mai sostituire l'emozione di un contatto diretto. «Oggi la sfida per i musei - conclude Hou Hanru, direttore artistico del Maxxi - ècomeutilizzare la rete e la lingua per "promuovere" l'accesso alle opereche sono essenzialmente "non digitalizzabili" e, quindi, intellettualmente impegnative. L'informazione su Internet può aiutare a ottenere le conoscenze necessarie per comprendere una "mappa" di Boetti meglio dal punto di vista della tradizione culturale, della geopolitica e della biografia dell'artista... Ma il linguaggio dei social media non può mai sostituire la complessità delle forme e il significato di questa opera d'arte. Il piacere di godere la Mappa come opera d'arte, fonte veramente completa di conoscenza, si può provare solo con l'esperienza fisica innanzi all'opera. Questo è il vero piacere, ed è ciò che significa veramente la bellezza». 0 RIPRODUZIONE RISERVATA