Scarica il libretto della raccolta di poesie 2009

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PRESENTAZIONE
“…abbiamo fatta nostra una massima:
“DARE È AMARE; RICEVERE È IMPARARE AD AMARE.”
La validità di questa frase si può ritrovare nelle azioni
e nell’esempio di Mons. Raffaele Vita,
che sempre si è prodigato
e speso per i deboli e per gli anziani.
In sua memoria e con la fattiva collaborazione
del fratello Ruffino,
il Centro Sociale di Corridonia ha indetto,
per la prima volta,
un concorso di poesia riservato
ai soci dei Centri della nostra regione.
La raccolta si presenta con il titolo:
VOCI DELLA NOSTRA GENTE,
perché i contenuti delle poesie
trattano frammenti della quotidianità.
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DORMIVEGLIA
Sensazione di vagare
in un presente
non compiuto,
davanti e dietro
quel sipario
tra reale ed immaginario
dove vero è
il vero e il non vissuto,
dentro e fuori
la linea di confine
dell’inizio con la fine,
nello spazio senza tempo
dal contorno incerto,
chiuso e aperto,
percezione indefinita
quasi sogno
quasi vita,
tentazione
del corpo tuo
di creta
che nel buio
stringe ancora
la mia anima di seta
in attesa della luce
dell’aurora.
1a Classificata e vincitrice
del concorso di poesia
Cinzio Cacaci
*Dormiveglia*, sensazione di indefinita oscillazione tra margini certi di importanti dualità, è percepito come momento di transizione rappresentativo della
condizione di continua evoluzione dell’esistere. La poesia è stata scritta dopo
il dormiveglia di una notte trascorsa nell’inquieta lotta tra corpo e anima.
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MOMENTI D’AMORE
Assorta ascolto
in lontananza
il fiume scorrere felice
tra i sassi
gorgheggiando allegro
una dolce melodia
2a Classificata
Il vento
sibilando
risveglia
dal languore
sonnolento il mio cuore.
Tutto attorno
è polvere e frastuono.
Poi d’un tratto
come d’incanto
torna il silenzio
e una notte serena
trapunta il cielo
di splendide stelle.
Un brivido percorre
la mia pelle…
il ricordo di te
se pur lontano
ha risvegliato in me
momenti d’amore!
Anna Rita Copparini
È difficile dimenticare un grande amore, difficile e doloroso, ma il cuore non
smette mai di emozionarsi ed è sempre pronto ad innamorarsi ancora, i sogni non finiscono…un altro amore arriva, ritornano “Momenti d’amore”!
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IL CEPPO E LA VITA
Il ciel di nubi gravide è coperto,
un lacrimar freddo la terra bagna,
seduto vicino al mio caminetto,
sento il ceppo che nel fiammar si lagna.
Emette un lamento nel suo bruciare,
come pianto di una vita che muore,
vedendosi lentamente scemare,
nel donarsi ad offrire il suo calore.
Manda con dolor l’ultima fiammata,
che par resistere nello spegnersi,
è un guizzar di vita disperata,
che di morir non vuol convincersi.
Sta ripensando alla sua giovinezza,
quando vigoroso il ciel sfidava,
che col suo fiorir mostrava bellezza,
e col turbinar del vento lottava.
Risente tra i suoi rami il cinguettare,
degli uccelli dai petti colorati,
li rivede sopra il nido volare,
nell’accudir gli implumi appena nati.
Risogna le carezze di farfalle,
che sfioravan le sue foglie appena,
e vorrebbe che quelle alucce gialle,
attutisser il suo dolor, la sua pena.
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3a Classificata
Nel morir l’accompagna la nostalgia,
di una vita vissuta sul donarsi,
ecco perché nel momento del suo via,
sento il ceppo nel bruciar lamentarsi.
Com’è simil la sua alla mia vita!
Stretto ai ricordi di gioventù,
ora che la strada appare finita,
vorrei riviverli e non lasciarli più.
Con gli anni la vita s’è logorata,
ma è vissuta in mezzo a tanto amore,
vorrei cosi che fosse ricordata,
che ha cercato di donare il suo cuore.
Nel morir il ceppo se stesso ha dato,
lasciando nel camin un bel tepore,
al ceppo vorrei esser paragonato,
nel lasciar a tutti il mio caldo amore.
Ovidio Palombi
Vicino al caminetto, osservando il bruciare di un ceppo, provo a rivivere i suoi ricordi di
bellezza, di vigore, di fiori, di cinguettii di uccelli, di carezze di farfalle, sino all’ultimo atto
di vita, mentre sta donando tutto se stesso, come sempre, in un ultimo gesto d’amore.
Ripercorrendo nei ricordi la mia vita, l’ho vista simile a quella del ceppo, nell’essermi donato sempre con amore, da medico, da uomo, da sposo, da padre. Vorrei ora terminare il
mio cammino cercando di donare con amore, come sempre, il mio cuore, il mio sentire,
e così essere ricordato.
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ESTASI
Il mio sguardo si perde
nell’immensa distesa del mare.
4a Classificata
Tutto tace. Solo il vento
mi accarezza il volto.
Mi abbandono, chiudo gli occhi
e mi lascio dolcemente cullare
dall’incessante onda.
Milvia Flamini
Il mare esercita su di me una funzione taumaturgica e lenitiva.
Il solo vederlo mi fa sentire appagata; tutte le mie ansie, alla sua vista, si placano. L’ispirazione è arrivata in un momento in cui la spiaggia era deserta, di
un giorno caldo e assolato. Mi trovavo in riva al mare e mi sono persa nella
sua immensa distesa. È stato come il “Rapimento… dello Spirito”.
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TERRA di MARCHE
Terra di Marche generosa e cara
tu sei per me come una perla rara
e chi arriva qui resta affascinato
da questo paesaggio semplice e beato.
L’azzurro intenso del mare
sembra una pennellata di colore
e quando la notte è serena
l’acqua accarezza dolce la rena.
Il sole butta pagliuzze d’oro sopra le onde
e tanta bellezza quasi ti confonde.
Appena si lascia la marina
si respira subito l’aria di collina:
ti guardi intorno e l’occhio si perde
su questa campagna nostra tutta verde,
terre fertili con tanti vigneti
e piante secolari di uliveti.
E delle Marche quasi ai confini
ci sono i maestosi monti Sibillini:
la flora e la fauna sono una vera poesia
e riempino l’atmosfera di magia,
calmi laghetti dove si specchia il cielo
e le nuvole bianche come un velo.
Il tempo qui sembra essersi fermato,
il Signore ci ha posto al centro del Creato.
Chi vive lontano questa terra la porta nel cuore
come il primo sogno d’amore!
5a Classificata
Maria Luisa Barbaccia
Amo tanto la terra marchigiana, la mia terra, e l’ho idealizzata a tal punto che
per me è come un angolo di paradiso, un sogno d’amore con storia, cultura,
mare e monti… e non vorrei vivere in nessun altro luogo che questo.
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LA STORIA di TUTTI
Questa mia storia è davvero reale
e ve la racconto papale papale,
io ve la dico in maniera verace
e son sicuro senz’altro vi piace,
Ricordo ancora quand’ero ragazzo
chi in bicicletta e chi in motorino,
tutti felici ma senza un quattrino
col cuore in gola andavamo in quel posticino.
Dietro la porta in una poltrona,
stava seduta una vecchia battona,
e le chiedevamo con voce un po’ strana,
ci faccia entrare signora ruffiana.
Ma senza soldi e nè documenti
ci accontentavamo a restare davanti,
con gli occhi fissi ad una finestra,
la nostra amante era solo quella finestra.
Poco più avanti mi son fidanzato
e da lì appresso mi sono sposato
ed ho giurato sicuro a me stesso
di non avere più problemi di sesso.
Non sarò un Santo ma sono sincero
sì qualche volta è successo davvero
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6a Classificata
sarà capitato anche a voialtri,
tentar di fregare la moglie degli altri.
Ma all’improvviso un dubbio mi coglie
se lo facessero gli altri a mia moglie
un grosso guaio sicuro saria,
allor ci ripenso e mi tengo la mia.
Ha ragione chi ci consiglia
di avere pace e amore in famiglia
ma quel che è vero se vero va detto
la vera pace incomincia nel letto.
Edoardo Mastri
La poesia è costituita da pensieri e parole legate a momenti piacevoli di
vita passati insieme ai cari amici, alla mia amata e numerosa famiglia. Mi
piace fissare le emozioni di un momento in brevi scritti, come in una foto.
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Le poesie successive sono
classificate exsequo
ALLA MAMMA
(ordine alfabetico)
Mamma che dolce parola
mamma ce n’è una sola
mamma la prima parola
che pronuncia ogni creatura
Tu sei la più bella stella
che in ogni casa brilla
te ogni bambino la sera aspetta
di te ha bisogno
di un bacio e una carezza
Quando sei al lavoro torna presto
c’è il tuo bambino che ti aspetta
e nella casa quando ci sei tu
mamma cara
nulla manca più
Come la luna di notte splende
anche la mamma veglia
sul suo bambino che dorme
e anche quando siamo con gli anni anta
sempre abbiamo bisogno di te mamma
Se hai i capelli bianchi
e cammini con le mani ai fianchi
tu sei sempre quella stella
che ogni cosa fa più bella
Sempre dobbiamo ricordarci
tutto quello che per noi hai fatto
i sacrifici e lacrime hai versato
e con ogni buona parola ci hai guidato
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Grazie mamma
a te dobbiamo dire
e adesso che non ci sei più
il rimorso si fa sentire
e vorremmo rivederti ancora in mezzo a noi
Ma ora
tu sei con Gesù
preghi per noi e
ci guidi da lassù
Elsa Menghi
Ho assistito per circa quarant’anni mia madre che è morta quattordici mesi
fa, a 95 anni. Per me è stato bello averla accanto e curarla con amore; ora
che non c’è più mi ha lasciato un grande vuoto. L’ispirazione della poesia è
scaturita dal mio passato trascorso accanto a lei. Vorrei gridare a tutti che il
tempo sulla terra passa presto e rimane solo il bene che si è fatto.
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A MIA MOGLIE
Mia cara Tina, mi sembra ieri, quando ormai sposi mi stringevi la mano,
in quel ristorante presso Tabano.
Poi a noi la vita è passata in fretta,
prima Cristina e poi Fiammetta.
E da Te moglie cara e fedele,
dopo quel tempo è arrivato Emanuele,
e fra poco tempo rimarremo noi due
come quel giorno tanto lontano del 20 ottobre del’ 62.
Mia cara moglie con Te compagna , amante, amica,
vorrei passare tutta la vita,
senza di Te come farei
o dolce madre dei figli miei,
perché sei stata solo Te colei che ho amato
con quel tuo amore dolce discreto con quel tuo amore senza
peccato.
E sarai sempre Te la donna mia,
per questo prego la Madonna e così sia.
Edoardo Mastri
La mia poesia è scaturita dalle emozioni e dai momenti piacevoli della vita.
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ANCORA SOGNI…
Mentre ascolto lo sciabordio del mare
torno al passato con un tuffo al cuore
alla giovinezza che non ti dà il tempo di pensare
quello che sarà del tuo avvenire.
Ma quando ti ritrovi con i capelli bianchi
ed i tuoi passi si trascinano stanchi
allora ti perdi tra i ricordi del passato
e i sogni a cui hai rinunciato
volati via come i gabbiani,
retaggio di tempi lontani.
Ma in un angolo del mio cuore
c’e ancora spazio per sognare…
Ottimismo e fantasia
sono la ricetta della vita mia,
godere di un fiore che sboccia nel giardino
del sorriso beato di un bambino
cogliere al volo la felicità
perchè la vita è bella ad ogni età!
Maria Luisa Barbaccia
Quando la giovinezza inesorabilmente si allontana, ci si ritrova con nostalgia a ricordare i bei tempi andati. Ma non si deve mai rinunciare ai sogni,
perché l’avvenire può riservare ancora giorni felici.
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Porta Romana
Porta Trento
Questa porta dà inizio alla via
P. Paolo Bartolazzi dove
ha sede il Centro Sociale.
Porta Santa Croce
Porta San Pietro
Porta San Donato
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AUTOBIOGRAFIA DELL’AMORE
Quanti poeti hanno rimato l’amore
una parola bella come il sole
una parola che avvicina il cuore
detta alla persona che vorresti amare.
Tanti ricordi ho della mia giovinezza
ma uno solo per me è stato importante
quando incontrai la donna della mia vita
mi sono innamorato subito all’istante.
Quanti anni belli abbiam passato
insieme superato tanti momenti
gli agi mai abbiamo conosciuto
ma ricchi d’amore siamo stati sempre.
Un giorno di Luglio sei volata in cielo
solo mi hai lasciato a lacrimare
mi guardi da lassù col tuo sorriso
raggiunger ti vorrei per poterti amare.
Giovanni Mordini
È una riflessione di quarantatrè anni di felice matrimonio con la donna che ho
tanto amato e che è venuta a mancare. Il suo distacco rappresenta per me il momento più triste e difficile della vita.
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COLUI CHE È
Allor quando il dolore è lontano,
la mente vaga alla ricerca dell’avere,
succube del pensiero disumano,
che nulla concede al natural godere.
Così, chi immune dal maligno fato,
ignaro percorre l’’umana esistenza,
pietoso si rivolge al meno fortunato,
sospinto da un debito di riconoscenza.
Chiuso nel sarcofago della normalità,
esalta le misere conquiste del nulla;
consuma l’esistenza nella vacuità,
nella solitudine lentamente s’annulla.
Vittima della suicida tracotanza,
commisera l’esteriorità dell’afflitto;
cieco di fronte all’umana rilevanza,
che esalta l’animo del derelitto.
Illuso dall’immagine riflessa,
sfugge all’interiore impedimento;
oppresso da un’usura indefessa,
nega ogni saggio comportamento.
Sereno è allor colui nel corpo offeso,
dalla normale follia incontaminato,
che gioioso offre lo spirito illeso,
al soggetto dal fisico ossequiato.
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Beata l’eccezion dell’umile,
che leggere può il messaggio del cuore,
che fratello considera ogni suo simile,
che, scevro da pietà, vive d’amore.
Romolo Tamburrini
Nella folle corsa verso l’AVERE, l’animo umano perde ogni genuino piacere
alla vita. L’inaridirsi dell’anima lo conduce verso l’inesorabile degradazione.
Questa metamorfosi non può contagiare coloro che l’avversa natura ha inciso
nel corpo. Il loro obbligato ESSERE li preserva dalle barbarie.
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LA MIA SERA
Dalla torre s’ode il suon della squilla,
che s’espande dolce di villa in villa,
il calar della sera sta annunciando,
ad ogni cuor sulla terra affranto.
Qualche cirro rosato in ciel appare,
sopra i monti dove il sol scompare,
su, dietro quelle cime è scivolato,
lasciando, cosi, orfano il creato.
L’ombra della sera la terra avvolge,
della nostalgia è il momento dolce,
l’ora del riposo desiderato,
l’ora di un bel ricordo tanto amato.
Ognun a rientrar in casa s’affretta,
dove una donna con amor l’aspetta,
stanco, dopo un giorno di duro lavor,
certo di ritrovar il suo dolce amor.
Bello è ritrovare la donna amata,
è il lenir col suo amor la giornata,
il sorriso e carezze ritrovare
è veleggiar in un azzurro mare.
La casa di voci amate è piena,
in mezzo al rumor appare serena,
ritrovarsi insieme a casa, la sera,
è viver in eterna primavera.
Ma come soffre il mio cuor… la sera!
Il suo amor ritrovar mai più spera.
Non sento più il mio nome chiamare,
non vedo più la mia donna d’amare.
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La stessa ombra che avvolge ormai la terra,
il mio cuor nella tristezza rinserra.
Nel buio mi sento precipitato,
solo nella malinconia gettato.
Dalla torre la campana sento suonar,
mi richiama nella sera a pregar,
pregar per la mia donna al ciel volata,
che tanto nella vita ho amata.
Allor gli occhi si riempion di pianto,
par di vederla sorridente accanto,
cerco di stringerla forte sul cuore,
nell’abbandono in un sogno d’amore.
Ovidio Palombi
Al suono dell’Ave Maria, le prime ombre della sera si allungano sulla terra.
L’uomo ritorna stanco al suo nido, dove sarà atteso con amore dalla sua
donna, dai suoi figli. È ciò che “dovrebbe” essere oggi il quadro famigliare,
ma che soprattutto è per me il ricordo nostalgico del passato. Ora è tutto
capovolto: dalla luce all’oscurità, dalle voci al silenzio, dalla gioia alla tristezza. Solo il suono delle campane, invitando a pregare, tenta di rasserenare il
cuore in una casa vuota dove non si troverà mai più la donna d’amare.
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L’ANZIANO, I GIOVANI E IL CIRCOLO SOCIALE
Non mi sento vecchierello:
ballo ancora il saltarello
e, alle fiere di paese,
suono, canto e faccio spese.
Certo che, da giovincello,
ero agile e più snello!
Ma ho un cuore da bambino
che facilita il destino.
Vengo qui al Centro Sociale
che mi tira su il morale.
Gioco a carte con gli amici
e non ho proprio nemici.
Penso, infatti, d’esser buono:
sempre applico il perdono.
Ma se sento bestemmiare
m’incomincio a incavolare.
Nonostante tutto, io,
credo ancora nel Buon Dio.
Perciò litigo di cuore
se bestemmiano il Signore.
Altrimenti son gioviale.
Di nessuno parlo male.
Non mi ubriaco con il vino,
perché non sono cretino:
bevo solo una goccetta
aspettando la cenetta.
Ma torniamo al nostro Centro
che c’è tanta gente dentro:
vecchi, giovani ed anziani,
marocchini e compaesani.
E di giovanotti è pieno
perché, qui, si paga meno!
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Le ragazze sono belle,
siano di qualunque pelle.
E, a veder la gioventù,
mi rincuoro ancor di più.
Così penso alla Lucia,
da trent’anni moglie mia.
E’ il mio primo grande amore,
resterà sempre il migliore!!!!
Francesco Marasca
Gli anziani che frequentano il Centro Sociale di Cingoli sono “arzilli” e si
integrano con la gioventù che, di tanto in tanto, fa loro visita.
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LA NEVE
Dall’album dei ricordi, il bianco manto
risalta solenne e festoso,
la memoria del silenzioso canto,
che accompagna il fioccare maestoso.
L’inverno, preannunciante serene feste,
offre la preziosa disponibilità del tempo.
La fiamma del ceppo risalta le teste;
sprazzi di storia vissute e morte in un lampo.
Il tepore delle coltri accoglie la speranza,
di un domani aperto a nuove avventure,
sopra la distesa bianca che sale, avanza,
tra due pareti di neve candide, pure.
Or questa stagione sembra scomparsa.
La cupidigia dell’uomo ha tutto stravolto,
il clima è più mite, la terra riarsa,
l’avvenire oscuro, il presente sconvolto.
In un sussulto di agonizzante orgoglio,
dacci, natura, l’ultimo fiocco di neve;
allarga il tuo manto sopra il germoglio,
copri l’immondo col tuo scendere lieve.
Romolo Tamburrini
La natura offre spesso immagini e spettacoli che solo l’assuefazione ne
limita la meraviglia e ne rende scontata la bellezza.
Ma quando la memoria ripropone infantili emozioni, può accadere che lo
sguardo si elevi verso l’alto per ampliare lo splendore della vita attraverso
la riscoperta dell’amore.
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LA SPERANZA
Quando si è giovani,
crediamo di essere sempre sani;
ci sentiamo invincibili,
affrontiamo con leggerezza i mali.
Si ha soltanto bisogno di lavorare,
di correre, di non pensare:
c’è ancora molto da vivere
e…da sognare.
Un giorno di bufera
l’albero forte e giovane è scosso, una sera,
da un vento gelido,
che lo percuote con un brivido.
Allora te ne fai una ragione;
pur terminata la bella stagione,
esistono: il sole, il mare, il profumo dei fiori…
Sì, il traguardo della vita è arrivato inesorabile,
ma tu continua imperturbabile!
E’ bello ancora andare
e continuare a sperare!
Milvia Flamini
La malattia che incombe o l’avanzare dell’età, talvolta, ci può far fermare
a riflettere.
Di fronte alla bellezza della vita, nonostante tutto, troviamo la forza di
continuare a vivere e a sperare.
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NEL BOSCO
Una mattina, nel bosco,
ho sentito il silenzio:
bisbigliava nel vento,
chiacchierava nel rio,
rideva nelle foglie,
si esprimeva nella fragranza del muschio,
nel fruscio dello scoiattolo,
nei tonfi attutiti dei passi.
Emanava ovunque un’armonia vitale
dirompente, ma discreta,
calmava dolcemente l’anima
rasserenava la mente.
Gina Massini
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PER I MIEI SESSANT’ANNI
Se per te l’età non è soltanto
una questione anagrafica,
se metteresti volentieri al muro
chiunque, con fare subdolo,
ti chiede: “Quanti anni hai?”,
se riesci a superare la rabbia
che ti provoca la frase:
“Sei sempre la stessa!”;
negandoti la gioia
di essere stata mai giovane,
se guardandoti allo specchio,
eviti gli occhiali, perchè il tutto resti
nel vago ricordo del tempo che fu,
se provi emozione ammirando un’alba,
se ti commuovi davanti un tramonto
se provi spesso un irrefrenabile desiderio
di fare cose “antiche” senza pensare
alle inevitabili conseguenze,
ringrazia Iddio,
perché quella scintilla interiore
che palpita in ognuno di noi,
è ancora accesa.
Gina Massini
Le due poesie esprimono la voglia di comunicare che ha avuto il sopravvento sul pudore mascherando l’io più segreto e spingendomi a inviare,
coraggiosamente, uno “scampolo” di ciò che avevo celato nel cassetto.
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Poesie (fuori concorso) di tre Autori a noi vicini:
LA VECCHIAIA
Cadono gli anni
come foglie ingiallite
in autunno.
Cadono gli anni
come petali d’un fiore
sul far della sera.
Cadono gli anni
come le stelle
nel mese di agosto.
Cadono gli anni
come fuscelli
sulle ali del vento.
Cadono gli anni
ma cadono semi
per l’aurora
di un mondo migliore.
Raffaele Vita
“LA VECCHIAIA” o meglio la vita nel suo senso vero.
Gli elementi anaforici “CADONO GLI ANNI” (si notino gli accenti) cadono
come ingombri rintocchi che si sciolgono però in un aurorale scampanio.
Delicatezza delle similitudini. È la vittoria della vita.
Bella poesia: voce dell’anima, cuore, sentimento e bello stile.
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Mons. Raffaele Vita, nostro fondatore
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MADRE
Madre, il tuo volto
non l’ho conosciuto
che nel tuo ritratto;
che sull’ali mi recasse il vento
della parola tua l’eco lontana
ho atteso invano.
Ma non questa, Madre,
non questa è la mia croce,
ma il pensiero di me solo nel mondo
che l’ultimo ti trafisse istante:
quel viso tuo straziato!
E sono fiamma ardente
davanti al Signore
che mi conduca a te
per consolarti, Madre.
Ruffino Vita
poeta originale ed autentico
“Lirica per una scomparsa vissuta profondamente.
Leggiamo punte di altissima poesia, potenza di immagini comunicate con
totale padronanza del mezzo espressivo”
(Motivazione premio)
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AMO!
A
mo vagabondare con lo sguardo
per le vie del cielo…
Amo quando, dopo la pioggia,
torna a risplendere l’arcobaleno!
A
mo il cinguettio del passerotto
in cerca di cibo sul davanzale…
e poi, in un battito d’ali, seguirlo…
più in su, sempre più in su… volare!
mo sentire dentro:
i battiti del cuore, l’animo vibrare…
e seppur nel tormento, lodare la vita,
con fervore, con speranza infinita…
A
A
mo credere in giorni migliori:
senza odio, senza guerra,
senza un bimbo che piange,
che di fame muore su questa terra!
mo il mondo in cui vivo:
che sia rosa, che sia grigio, che sia blu,
che sia d’inferno o il paradiso,
o tutto quello che vuoi tu!
A
P
erché questo è il mio mondo!
il mondo in cui fremo, tremo, respiro…
senza scelta ove nascere o morire;
e poiché questo è il mio mondo…
A
ccarezzandolo,
come fiore tra le dita:
Amo! Amo!! Amo!!!
Dio quanto t’amo… Vita!
Maria Salamone,
poetessa internazionale, amica del Centro
Amo, è un canto d’amore alla vita, nonostante gioie, pene, sorrisi, pianti…
La vita essendo, fino all’ultimo momento, il dono più bello che ci abbia
regalato nostro Dio creatore.
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La parte grafica è stata curata dalla pittrice
Giuliana Martinelli di Corridonia
Finitito di stampare
nel mese di Maggio 2009
presso la Tipolitografia TAF srl - Corridonia
in 2.000 esemplari
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