CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINA
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CICLOSTYLE - STORIE DA COPERTINA
sterilità: l’emergenza del nuovo millennio 6 mille euro per valorizzare la bellezza 19 mura di cinta abbandonate al loro destino 22 il bambino che vorrei come quando e suppergiù numero 9 / anno 1 gennaio 2011 zine magain ione z u b i r dist ratuita g in copertina sara greco, brindisina, 11 mesi. foto di virginia frigione - afi numero 9 / anno 1 chiuso il 31 gennaio 2011 Testata registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Brindisi n. 14/2009 gennaio 2011 Redazione: Via F. Carena (c/o imprendigiovani.it) Brindisi 0831.090392 / 347.0466197 www.ciclostyle.it [email protected] Editore: Vetrine Inedite (Ass. di Promozione Sociale) Presidente: Ilaria Passarelli 13 Direttore Responsabile: Serena Passarelli Impaginazione e Grafica: Stefano Ranalli (Quadra) Stampa: Locopress In redazione: Italo Bernardi Massimiliano Gatti Maura Gatti Emanuele Vasta Giovanni Membola Virginia Frigione Monica Cucinelli Michele Cavallo Roberto Spagnoletto Claudia Corsa Marco Falcone Vincenzo Maggiore Web: Valeria Leggiero Mario Spagnoletto DIETRO LE QUINTE cs - storie da copertina 20 nel mondo dei più piccoli con io bimbo e non vissero felici e contenti: il vero finale delle favole 24 vetrine inedite l’archeo-clown alla conquista dell’italia vetrine inedite lu pinnulu: continuano le storie di ucciu lu vasciu 30 giorno” un vetrine inedite -C 0201 “M elle per od moroboshi: note che non invecchiano mai oncorso “collezione asimetric” www.ciclostyle.it | [email protected] Fotografo EDITORIALE Cari lettori di CicloStyle, è trascorso solo un mese eppure tantissime sono le novità ed i cambiamenti. Abbiamo scelto di fare un salto, un passo in avanti coraggioso. Per fare questo abbiamo dovuto riordinare le cose, prendere delle decisioni imponendoci di essere più selettivi. Per la qualità di quello che continueremo a fare e di ciò che faremo. Non posso dire di più. Siamo certi che questa realtà editoriale, tra tante difficoltà, ha superato quella più difficile: entrare nel vostro cuore e nelle vostre case. Anche il nostro sito, in questi giorni, è preso d’assalto. Gli accessi sono schizzati alle stelle grazie alla dedizione di maura gatti e al supporto di mario spagnoletto e valeria leggiero. In questo numero di Ciclostyle, un complicato viaggio nel mondo dei più piccoli si, complicato. Questo è un mondo talmente tanto vasto da poter essere guardato da almeno un milione di prospettive diverse. Avremmo potuto scrivere molto, molto, molto di più. Avremmo voluto entrare ancora di più nelle speranze dei genitori e conoscere la creatività del mondo straordinario e unico dei piccoli brindisini. È così che questo viaggio lo completeremo sul nostro sito web, www.ciclostyle.it. Vi aspettiamo. Buona lettura. Serena Passarelli, Direttore Responsabile Ciclostyle .it brindisi 0831.562368 - via g. bruno, 18 | 0831.527858 - via saponea, 38 mesagne (br) 0831.777131 - c/o auchan / cellino san marco (br) 320.4484834 - (feelgood) - c.da pagliarella Luca Montemurro 0831.090392 / 347.0466197 [email protected] editore ve t r in e in e dit e autunno - inverno 2010/11 Ilaria Passarelli Presidente Vetrine Inedite info pubblicità scomunicando 27 Stefano Ranalli Graphic Designer il magazine che non si sfoglia, si legge! si naviga! numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 3 di emanuele vasta > [email protected] di emanuele vasta > [email protected] CICLOSTYLE - storie da copertina CICLOSTYLE - storie da copertina Il bambino che vorrei: come, quando e suppergiù… i figli a sorpresa o eredi a calendario? lo abbiamo chiesto a 9 giovani brindisini U na realtà, quella brindisina, spaccata in due: da un lato diverse ragazze diventano mamme quando ancora non sono donne. Dall’altro lato donne che lo sono diventate (o diventeranno) previa oculata valutazione. Esiste un’età giusta per diventare genitori? Quali sono i presupposti? L’abbiamo domandato a nove giovani menti brindisine: Valeria Porcelluzzi, 24 anni, nubile Non esiste un’età giusta ma è fondamentale una certa maturità e consapevolezza. È sicuramente un evento meraviglioso ma per essere apprezzato necessita di essere compreso e valutato. Se si è disposti e “possibilitati” ad offrire un’infanzia serena ed uno sviluppo equilibrato con amore e sacrifici, il bimbo risulterà uno splendido dono, altrimenti sarà considerato un incidente di percorso. A mio parere il primo diritto di un bimbo è di sentirsi desiderato! pag 4 Emanuele Barletta, 30 anni, celibe Ho sempre pensato ai trent’anni come ad un traguardo per essere realizzati. La differenza tra i tempi dei miei genitori ed oggi è che vi sono sempre meno garanzie di solidità economica. Ciò non favorisce l’unione di una coppia e spesso capita che un bimbo venga al mondo in situazioni economiche difficili, quindi si tende a rimandare. Il ruolo di genitori non andrebbe lasciato a dei ragazzini prematuri a questa responsabilità. Presupposti base: una garanzia economica e la necessaria maturità di entrambi i genitori. Valentina Molfetta, 31 anni, coniugata, mamma La rete sociale di una volta permetteva di avere qualcuno su cui contare. Oggi il genitore è solo e senza alcun supporto se non quello dei parenti più stretti che però hanno altrettante difficoltà. Con buona volontà, buon senso e immenso amore l’età conta relativamente. Volere è potere, quindi ben vengano i figli a qualsiasi età anche se biologicamente sarebbe ideale averli tra i 23 e i 28 anni. Dal punto di vista “non materiale”, quello che si spera prima di avere un figlio, è che tra la coppia ci sia un’intesa e una complicità magari raggiunte nel periodo di convivenza. I presupposti concreti? Un lavoro costante ed almeno in foto sara greco con la sua mamma giada la palma. sara compirà il suo primo anno l’1 marzo. dalla redazione uno stipendio dignitoso; la un augurio speciale. foto di virginia frigione (afi) tranquillità e la tutela della | GENNAIO 2011 | numero 9 “mamma lavoratrice e non”, alla quale devono essere garantiti orari flessibili e agevolazioni sanitarie. Avere una casa di proprietà sarebbe il massimo, sogno di molti giovani di oggi. Alessia Costabile, 22 anni, celibe Mi piacerebbe averlo prima di aver compiuto trent’anni perché vorrei seguire l’esempio di mia madre che mi ha avuta a soli 22 anni ed oggi è ancora bella e giovane. Gli unici presupposti sono: un futuro di serenità e stabilità. Oneto Marziali, 29 anni, celibe Il concepimento di un bambino non deve essere assolutamente un dovere religioso, morale o civico. L’età idonea è legata ai limiti fisiologici del corpo femminile. A mio avviso l’età giusta per convenzione non esiste: è una questione individuale, legata al sentimento sincero e la determinazione che unisce i due per crescere e aiutare un figlio in ogni difficoltà. I presupposti, secondo una concezione razionale, sono il lavoro sicuro per entrambi e una casa accogliente. È fondamentalmente una scelta di vita: bisogna amare quel bambino fin dai suoi www.ciclostyle.it | [email protected] primi respiri, guidarlo nei suoi primi passi e dargli tutte le attenzioni. È un’esperienza che necessita di maturità, ma non escludo che persino una coppia molto giovane possa iniziare questo percorso garantendo al figlio una vita felice. Raffaella Fanizza, 25 anni, nubile, Mamma Non esiste un’età giusta, è necessario sentirlo dentro, il resto poi viene da sé. È importantissimo essere consapevoli che si sta mettendo al mondo una nuova vita e che di essa, noi siamo i padroni. I presupposti sarebbero milioni, ci si deve solo rendere conto che è un grande impegno. Devono coesistere tutte le possibilità per non far mancare niente al bimbo, non solo economiche, ma anche educative e morali. Irene Merico, 31 anni, nubile, mamma Orientativamente la fascia tra i 26 e i 35 sarebbe ideale poiché prima si rischia di non comprendere nemmeno ciò che si sta vivendo, mentre dopo si può diventare troppo sorpassati e non comprendere i propri figli. Credo che sia un desiderio irrefrenabile che può arrivare in qualsiasi momento, basta che ci sia la maturità di volersi prendere una tale responsabilità. Sarebbero infinite le cose dire, ma è essenziale esser pronti a sconvolgere la propria vita per dedicarsi totalmente al fiorimento di una nuova, facendola crescere con tutto l’amore. Alberto Cohen, 26 anni, celibe Non è un numero a fare la maturità di due persone. Per avere un figlio si può essere abbastanza responsabili a 20 anni come non esserlo a 30. Non esiste un’età giusta! Bisogna essere consapevoli delle responsabilità alle quali si va incontro, avere una buona stabilità economica: fare un figlio non costa nulla, ma crescerlo spiazza tantissimo. In più è basilare avere un tetto e soprattutto essere una coppia consapevole di volerlo essere per sempre, in modo da garantire una famiglia stabile. Vito Buonsante, 33 anni, celibe Dipende dalla maturità del singolo individuo. Non esiste un’età giusta per avere un bambino. Presupposti: un rapporto di coppia stabile, possibilità economica e tanta responsabilità. www.ciclostyle.it | [email protected] numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 5 di Michele Cavallo > [email protected] di Michele Cavallo > [email protected] CICLOSTYLE - storie dA copertina IL BAMBINO CHE NON ARRIVA: L’EMERGENZA DEL NUOVO MILLENNIO CICLOSTYLE - storie da copertina ecco le soluzioni al problema della sterilità La sterilità nelle coppie del nuovo millennio: ecco la nuova e vera emergenza socio-sanitaria del nostro pianeta. Il problema coinvolge centinaia di migliaia di coppie giovani e meno giovani, costrette a rivolgersi alle nuove tecniche della medicina per soddisfare quel naturale desiderio di genitorialità. Abbiamo approfondito e cercato di capire meglio cos'è la fecondazione in vitro e tutte le tappe che portano all'adozione. in foto il dottor giuseppe d’amato F FIVET: FECONDAZIONE IN VITRO ivet, meglio conosciuta come fecondazione in vitro. Per cercare di fare chiarezza su uno degli argomenti più spinosi e più sentiti del momento abbiamo interpellato uno dei massimi esponenti italiani ed internazionali della medicina della riproduzione, nonchè direttore clinico della PROBIOS, il dottor Giuseppe D’Amato. L'INTERVISTA Che cos’è la F.I.V.E.T.? La fivet è la prima tecnica di fecondazione in vitro inventata dal premio nobel Robert Edwards. Chi sono i soggetti che possono ricorrere a questa tecnica? Soltanto quelle coppie in cui l’uomo abbia un buon liquido seminale e la donna abbia una semplice sterilità dovuta ad un fattore tubarico. In quali rischi possono incorrere le donne? Il rischio chirurgico dovuto al prelievo transgenico guidato è quello minimo o quasi nullo di una stimolazione ovarica con degli ormoni esogeni. Quali le percentuali di riuscita soprattutto legate all’età della donna? Essendo la fivet la tecnica che si attaglia meglio per le pazienti con un problema tubarico, in genere queste sono molto giovani. E quindi se eseguita da mani esperte il tasso di gravidanza dovrebbe viaggiare non al di sotto del 30 per cento. Nelle pazienti intorno ai 40 anni, quanto sono inferiori le probabilità di ottenere una gravidanza? Nelle pazienti che superano i 40 anni le percentuali di riuscita di una fivet sono meno del 5 per cento. A questo si è giunti anche a causa dell’inevitabile rivoluzione socio culturale che ha investito il mondo femminile e che ha portato le donne a concepire intorno ai 37-40 anni. Questi dati sono stati dimostrati dalla SIGO che ha rivelato come l’età media del primo parto in Italia è di anni 34,7. Ciò, di fatto, abbassa le percentuali di riuscita. Una media che include le ventenni, le quarantenni e anche le cinquantenni che devono poi ricorrere all’ovodonazione. Se a questo si aggiunge che oggi, a differenza di qualche decennio fa, il avanzamento tecnologico secondo il livello delle conoscenze di quel momento. È veramente importante avere di fronte una persona con pedigree scientifico certificato. È importante anche che le pazienti sappiano, soprattutto nella provincia di Brindisi, che se un medico propone di eseguire un’inseminazione nel proprio studio, se non è autorizzato, va denunciato ai carabinieri. Il medico, infatti, deve avere alle spalle un centro autorizzato per la cura della sterilità come impone la legge 40. Elenco reperibile anche presso il sito dell’Istituto superiore della Sanità. La prima cosa, dunque, è distinguere le persone per bene dai delinquenti del settore che abusano della buona fede delle coppie. Per ciò che riguarda la sanità pubblica, non potrei dare giudizi sereni dalla mia posizione anche se queste strutture forse pagano una certa inadeguatezza di tecnologie che in centri privati è più logico trovare. Quanti tentativi sono consigliati? Questa è una cosa che dovrebbe essere regolamentata da una norma. A dire basta dovrebbe essere anche il medico che, in coscienza, dovrebbe sconsigliare tanti tentativi. In Italia molte coppie insistono perché l’alternativa è quella di andarsene all’estero a fare un ovodonazione. Che cos’è l’ovodonazione? Una tecnica di fecondazione eterologa in cui la donna riesce a concepire grazie ad un ovulo ricevuto in dono da una donna anonima, fecondato dallo sperma di suo marito e impiantato nel suo utero. Situazione che non compromette assolutamente la piena maternità della ricevente. Nel caso il problema sia maschile esiste anche la donazione dello sperma. Prestazioni fatte all’estero con tutti i rischi annessi e connessi e che si potrebbero eseguire anche in Italia. Ad oggi non sono regolamentate e quindi non sono permesse. Che consiglio darebbe alle coppie che hanno difficoltà di concepimento? Di non perdere assolutamente tempo, soprattutto se sono coppie giovani. Devono subito affidarsi a mani esperte e centri seri per effettuare subito tutte le indagini del caso e capire velocemente il problema esistente. Questo consentirebbe un più veloce intervento specifico e una percentuale molto più alta di riuscita. Esistono casi di sterilità inspiegata? Tendenzialmente la sterilità inspiegata dovrebbe essere zero. Questo termine purtroppo viene associato ad una coppia il cui problema non viene indagato bene, in quanto la serie degli esami eseguiti non siano stati sufficienti a chiarire le cause di una simile complessità del caso. Poi se le cause restano sconosciute nonostante una buona indagine allora si rientra nella fascia dei casi rari. leggi ulteriori info su: www.ciclostyle.it art: VETRINE INEDITE +39.347.0466197 1 fattore maschile causa di infertilità è arrivato intorno al 50 per cento, ecco che il problema dell’infertilità è diventata un’autentica emergenza socio-sanitaria. Quali le tecniche a disposizione per combattere anche questo problema? Abbiamo la ICSI e successivamente è arrivata anche la IMSI. Nel primo caso è prevista una fase di manipolazione dei gameti maschili per poi iniettare il liquido seminale direttamente nell’ovulo. Nel caso dell’Imsi lo spermatozoo viene ingrandito ben 8000 volte rispetto ai 400 dell’Icsi arrivando a guardare all’interno degli stessi e capire se ci sono segni di sofferenza interna per poi intervenire di conseguenza. Prelevato il campione finale poi, tramite l’Icsi, viene fatta la manipolazione per iniezione. Nelle difficoltà di concepimento tramite una Fivet quanto centrano i nuovi mali del secolo come stress, obesità, etc.? Questi fattori incidono pesantemente ma non per questo bisogna fermarsi. È necessario fare prevenzione sugli stili di vita, informare soprattutto le giovani donne su rapporti sicuri e tanto altro ancora. I costi? Differenze tra pubblico e privato? In una struttura privata, non può costare meno di 4.500 euro. In un caso o nell’altro, le coppie devono affidarsi a persone di chiara fama e a strutture certificate che abbiano un CHI FA DA SE FA PER 3 FALEGNAMERIA e FAI DA TE Via Prov.le S. Vito, 54/58 BRINDISI Tel: 347.2531095 email: [email protected] • • • • pag 6 | GENNAIO 2011 | numero 9 Ta gl i o, pi a l l a tur a e fr e s a tur a di ma s s e l l o e pa nne l l i C uc i ne c omponi bi l i e i n mur a tur a mobi l e e fi s s a A nte da i nc a s s o pe r c uc i ne e mur a tur a C ompl e me nti d’ a r r e do e s e mi l a v or a ti di ogni ge ne r e www.ciclostyle.it | [email protected] www.ciclostyle.it | [email protected] numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 7 IL BAMBINO CHE NON ARRIVA: L’EMERGENZA DEL NUOVO MILLENNIO 2 ADOZIONI: LA FAMIGLIA GIUSTA PER I BAMBINI feriti dalla vita D inanzi alla sempre più evidente emergenza sanitaria che costringe molte coppie a rinunciare al sogno di essere genitori biologici ecco che si spalanca una finestra: adottare un bambino che aspetta solo di ricevere l’amore di una famiglia. Quali le strade da intraprendere per consentire ad una coppia la possibilità di sanare una vita ferita? Lo abbiamo chiesto a Teresa Pepe, presidente della sede pugliese del CIAI. L'INTERVISTA Cos’è il CIAI e di cosa si occupa? Il CIAI (Centro Italiano Adozioni Internazionali) nasce nel 1968 e nel 1986 viene riconosciuto come ente nazionale per le adozioni internazionali. Nonostante ciò, fino al 2000, le adozioni erano fatte in maniera un po’ approssimata. A maggio del 2000, invece, è stata ratificata anche in Italia la convenzione de L’Aja (convenzione sulla protezione dei minori e sulla cooperazione in materia di adozione internazionale, Ndr) che, di Michele Cavallo > [email protected] CICLOSTYLE - storie da copertina > segue da pag 6 di MICHELE CAVALLO > [email protected] di fatto, ha messo fine a questo brutto commercio. Oggi l’ente che si occupa di adozioni internazionali deve richiedere l’autorizzazione ad una commissione ministeriale che ha il compito di monitorarne l’operato. Chi sono le coppie che si rivolgono a voi? Solitamente sono quelle che hanno un problema serio di sterilità ma spesso si presentano anche coppie che hanno già dei figli biologici e che sono disponibili ad adottare un bambino straniero. Il nostro compito è quello di valutare attentamente quelle che sono le motivazioni. Al centro del nostro lavoro ci sono i bambini. Infatti, la nostra etica è quella di non procurare un bambino ad una coppia ma di procurare la famiglia giusta ad un bambino che ne ha tanto bisogno. Quale il percorso che porta sino all’adozione? Innanzitutto bisogna presentare domanda al Tribunale per i minori di competenza. Per le adozioni internazionali, la provincia di Brindisi, si dovrà rivolgere al tribunale di Lecce. Per l’adozione italiana, invece, anche ai tribunali di Bari e Taranto. Scatteranno le prime indagini delle Forze dell’ordine e dello staff locale di psicologi e assistenti sociali. Seguirà un colloquio con un giudice del Tribunale dei minori. Una volta ottenuta l’attestazione d’idoneità, queste coppie avranno un anno di tempo per iscriversi presso un ente autorizzato. A questo punto, le coppie affronteranno un colloquio personale con i nostri psicologici. Colloqui che tendono a mettere in luce la loro reale possibilità di adozione e che si distinguono da quelli fatti dagli enti locali che mirano a verificare la genitorialità. Il compito di affidare in adozione i bambini, è dell’ente preposto che ha i contatti con i paesi esteri. Questi colloqui servono ai nostri collaboratori per capire se la coppia, per il nostro ente, è idonea o meno per un’adozione che implica tanti problemi. I bambini che arrivano sono feriti dalla vita e quindi con delle problematiche che questi genitori dovranno affrontare poi nel tempo. Superata questa fase si cercherà di capire il paese verso il quale sono più inclini e quelle che sono le reali possibilità di affrontare anche lunghe trasferte che vanno da 25 a 45 giorni di soggiorno estero. Completato l’iter si attenderà l’abbinamento prima col paese straniero e poi con il bambino. Verrà poi presentata la foto del bimbo - o di più bimbi se si tratta di 2 o più fratelli- e la scheda sanitaria. La coppia, a questo punto, deciderà il da farsi. C’è la possibilità di un rifiuto da parte della coppia? È possibile. Si cerca ovviamente di capire i motivi e valutarne serenamente le motivazioni. Si attende poi un altro abbinamento. Come avviene la scelta della nazione? Valutiamo i desideri della coppia rapportandoci a quelle che sono le esigenze che arrivano dalle stesse nazioni. Per questo cerchiamo di far comprendere alle coppie i motivi di un abbinamento. Quanto incide l’età della coppia nell’età del bambino che si vuol adottare? Incide molto ovviamente. Le nazioni che mandano i bambini hanno delle regole precise sul rapporto di età che ci deve essere tra il bambino e i genitori. La stessa legge italiana impone che non ci devono essere più di 45 anni di differenza. Quali i costi? Un adozione al CIAI va dai 10 mila ai 14-15 mila euro. Come sono ripartiti questi soldi? Il percorso di preparazione costa 361 euro a coppia mentre il colloquio con la psicologa 150 euro. Queste due cifre da l 1928 pag 8 | GENNAIO 2011 | numero 9 www.ciclostyle.it | [email protected] sono quelle più a rischio in quanto, se la coppia viene fermata nel suo percorso, non sono rimborsabili. Una volta firmato il mandato bisognerà versare 3600 euro al CIAI di cui 500 alla firma del mandato e il resto durante l’attesa di tutto l’iter che non è mai inferiore ad un anno e mezzo. Il resto della cifra dipende dalla nazione di appartenenza del bambino, perché il CIAI organizza tutta la trasferta delle coppie e le segue dalla partenza sino al rientro. Questi soldi servono per le documentazioni, le traduzioni nella lingua estera, nel viaggio di andata della coppia, nella permanenza e per il viaggio di ritorno con i bambini. Ecco che tutte queste competenze ci portano alle cifre sopra citate. Va sottolineato che ogni euro speso viene certificato e il 50 per cento della cifra è detraibile. Il CIAI inoltre può aiutare le coppie a chiedere dei prestiti finanziari con un tasso minimo presso banche collegate. Le coppie che hanno già figli biologici hanno un percorso più facilitato rispetto alle altre? No. L’importante è che abbiano le caratteristiche per essere genitori adottivi. La problematica è legata all’età del bambino che deve essere necessariamente più piccolo del primogenito. E se la coppia è in età troppo adulta con un bambino biologico piccolo diventa difficile trovare un bambino adottivo più piccolo del primogenito. Questa è l’unica vera difficoltà. Nelle coppie giovani questo problema non si pone in quanto sono coppie che possono adottare anche bambini in tenerissima età. E una coppia che ha già adottato un bambino? Deve rifare la fase preliminare con i servizi sociali locali. Con noi salterà il periodo della preparazione e rifarà solo il colloquio con lo psicologo. Un consiglio? Il consiglio è quello di non aspettare tanto per diventare genitori. Si, genitori. Perché non esistono genitori adottivi ma solo genitori. Il tempo è preziosissimo e non va sprecato. Prima di scegliere un’associazione, è opportuno ascoltarne diverse per poi scegliere definitivamente quella che più si rifà alle proprie caratteristiche ed esigenze. Non bisogna avere mai paura di accogliere un bimbo in casa perché l’unica cosa che chiede è amore. www.ciclostyle.it | [email protected] Infissi in alluminio taglio termico e alluminio / legno con detrazione fiscale del 55% Zanzariere Box doccia Persiane in alluminio e blindate Porte interne in legno e alluminio Ringhiere Sezionali Grate blindate Lucernai Mobili in alluminio PeR tutto IL ReSto? …cI SIamo NoI! Via Cappuccini, 234 BRINDISI Tel. / Fax 0831.511398 Cell. 347.1321577 www.13elemento.it [email protected] numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 9 di serena passarelli > [email protected] CICLOSTYLE - storie da copertina Il suo futuro? Il più bello che ci sia ansie, paure e speranze da futuri genitori A nsie, paure e speranze da futuri genitori. A raccontarle é Veronica Gorgoni, brindisina appena ventenne al suo quinto mese di gravidanza. Veronica è decisa nel rispondere alla domanda per molti disarmante: qual è l'età giusta per avere un bambino? Quesito lecito, sempre che si abbia il tempo di programmare e di darsi una risposta. La real tà brindisina appare nettamente divisa in due: da un lato trentenni alla ricerca disperata del lavoro della loro vita con l'ambizioso programma di mettere su casa prima che la famiglia, dall'altro, giovanissimi che, con la spontaneità e l'incoscienza che li contraddistingue, hanno già uno, due e qualche volta tre pargoli al seguito. “Ci sono donne che attendono le condizioni ottimali, altre che diventano mamme a 14 anni. È questione di scelte o di destino. Sta di fatto che se non c'è la persona giusta al proprio fianco, ci si può rovinare la vita. Sebbene un figlio resti sempre un grande dono”, dichiara la futura mamma. La storia di Veronica e del suo Benito, nonostante la giovane età, è frutto di una scelta che si racconta con la stessa naturalezza che li rende unici e si conclude con www.ciclostyle.it | [email protected] un “E vissero felici e contenti”. Lei ha compiuto da poche s e tti ma ne 21 anni e partorirà Michelle a fine giugno. Il nuovo arrivo si svela essere una femminuccia e lascia trasparire la sua presenza nella pancia appena pronunciata che "è apparsa in pochissimi giorni". Veronica ha un sorriso disarmante, appena due chili e mezzo in più e la luce smagliante di una donna che sta per conoscere il vero miracolo di una vita che si dona. Lei, mamma bambina, con il diploma superiore appena ottenuto sotto il braccio, si preparava ad entrare nel mondo del lavoro. “Ho solo rimandato i miei progetti”, confessa. Per i prossimi tre anni, ci saranno pannolini da cambiare e pappe da preparare. "Inizierò a lavorare non appena la mia bimba inizierà la scuola materna", è così che immagina il suo futuro prossimo. Non sarà un gioco e lo sa bene. I giorni trascorrono lentamente mentre i dubbi si fanno sempre più insistenti in lei, come in qualsiasi donna incinta: ospedale o clinica? E si, perché quando si è in dolce attesa, di gente se ne incontra che ne ha da raccontare su sale parto, dottori ed ostetriche. L’ansia non la fa dormire di notte, salvo poi riuscire ad addormentarsi ed essere svegliata dai calcetti regolari e decisi della sua bambina. La corsa all'acquisto di tutine e calzine è già iniziata. Eppure questa prossima vita sembra già avere tutto ciò che di fondamentale c'è nel corredino della famiglia Gorgoni: “la copertina di famiglia tramandata da madre in figlia”. Le emozioni sono da vivere giorno dopo giorno: dalla prima ecografia quando ancora “era solo di 2 centimetri”, alla prima morfologica tridimensionale mentre “si succhiava il dito”. Momenti unici da condividere in famiglia che, dopo lo scossone iniziale, sostiene i due ragazzi nei preparativi. E anche alla domanda "qual è il futuro che desiderate per la vostra bambina?”, i due decisi rispondono "Il più bello che ci sia". E sia! (in alto a dx): michelle al quarto mese di gestazione. (in alto a sx): veronica gorgoni e benito ferrari numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 11 ART: VETRINE INEDITE +39.347.0466197 | 0831.090392 di redazione > [email protected] CICLOSTYLE - storie da copertina ne o i oz m o pr NEL MONDO DEI PIÚ PICCOLI CON “IO BIMBO” + MATERASSO + CUSCINO + SET PIUMONE E PARACOLPI LETTO e CUCCIO FASCIATOIO LO FOPP APEDRE TTI in foto lo staff di io bimbo brindisi P assato e futuro: come è cambiato e come ancora cambierà il mondo dei più piccoli? Alle curiosità hanno risposto Maurizio Petese e Giacomo Mirabella, rispettivamente titolare e collaboratore del punto vendita “Io bimbo” di via Dalmazia a Brindisi. L'INTERVISTA € 2011 Y O J N E O ICCO TRI CH 629 Sì, proprio così; da oggi e solo da Io Bimbo Brindisi potrai avere un letto e fasciatoio cucciolo Foppapedretti, un Chicco trio enjoy 2011, un materasso, un cuscino, un set piumone e paracolpi il tutto a sole 629 euro. Approfittane subito. Ti aspettiamo. io BIMBO BRINDISI | Via Dalmazia, 27 | BRINDISI | Tel. 0831.584080 Come nasce l’idea di aprire un negozio per bambini? (Maurizio) È nata da un’esperienza fatta presso un altro punto vendita dove ho lavorato per quattro anni. Come sono cambiate le mamme negli ultimi anni? La mamma di oggi è molto più informata. Il 95 per cento sa già quello che vuole, come deve essere un oggetto, il colore e i possibili difetti. Certo, l’ultimo consiglio lo chiedono a noi anche se, solitamente, le informazioni sono state già apprese da internet o chiacchierando con altre mamme. Internet, in particolare, ha cambiato il modo di rapportarsi. Nel nostro caso può essere un boomerang: da un lato le persone sono più informate, dall’altro possono trovare la stessa merce a prezzi più bassi. La clientela sa bene però che, a fare la differenza, è il rapporto di fiducia che si crea con il commerciante e la garanzia di potersi recare in negozio per qualsiasi ragione, cosa che l’acquisto su internet non consente di fare. Qual è l’oggetto più venduto? Omogeneizzati e pannolini. Basti pensare che, calcolando i pannolini venduti nel 2009 di una marca escludendo www.ciclostyle.it | [email protected] imprenditoria: intervista a maurizio petese e giacomo mirabella tutte quelle che abbiamo, potremmo formare una colonna alta 87 chilometri e orizzontalmente una strada di 14,400 chilometri. Qual è l’oggetto più incomprensibile, quello che le mamme hanno difficoltà ad utilizzare? I termometri digitali, sono una disperazione per le mamme. Come sono cambiati gli oggetti per bambini? Indubbiamente si è ampliata la gamma, c’è più scelta. Inoltre molte aziende si stanno unendo in progetti congiunti per creare oggetti sempre più tecnologici e sicuri. Qual è stata la più grande scoperta in questo campo? Il pannolino E l’oggetto più utile in assoluto? Il pannolino Cosa vi aspettate dalla futura tecnologia? A dire il vero è già in arrivo il passeggino elettrico. Mentre, da poco, sul mercato c’è l’altalena con lettore mp3 incorporato. Progetti futuri? Ci sono, ma non ne parliamo per scaramanzia! Un volto per Io Bimbo, com’è nata l’iniziativa? È nata con l’idea di fare qualcosa di diverso dal solito, per coinvolgere e ringraziare la nostra clientela. Daremo dei gadget ai bambini che parteciperanno, creeremo una pagina istituzionale tutta nostra, con un collage delle foto dei bambini che parteciperanno. Potrebbe essere la prima di tante altre iniziative. (tutte le foto dei bambini che hanno partecipato sono on line su: www.ciclostyle.it/iniziative) Con gli altri commercianti: sinergia o rivalità? Sinergia E con quelli del vostro stesso settore? Sinergia, sempre. Manteniamo i contatti, soprattutto in provincia. I punti di forza di Brindisi. Gran bella domanda. Sicuramente il senso di appartenenza. La clientela è ancora legata al piccolo commerciante per un senso di fiducia. Non dirò altro perché cadrei nel banale. Come potrebbe migliorare il commercio brindisino? Innanzitutto cambierei la radicata mentalità del coltivare solo il proprio orticello. Ci vuole coesione. Tutti insieme potremmo riuscire a cambiare qualcosa, portare avanti delle iniziative comuni. Poi, più elasticità da parte di chi decide, mettendo a disposizione più mezzi. In ultimo, spirito di sacrificio. Lamentarsi non porta a nulla. Cosa ha reso vincente la vostra attività che ha già 14 anni di vita? Un mix di progetti e lungimiranza nelle scelte. Abbiamo avuto la forza di investire, un rischio che ci ha ricompensato. I prezzi sono competitivi e abbiamo una grande voglia di fare. Siamo partiti in pochi, adesso siamo in nove. Un bel risultato per il quale dobbiamo ringraziare unicamente la nostra clientela. numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 13 di maura gatti > [email protected] di claudia corsa > [email protected] CICLOSTYLE - storie da copertina I nfermiera da oltre trent’anni nel reparto di ostetricia dell’ospedale Antonio Perrino di Brindisi, Martina Mariantonietta, così ci racconta la maternità e le differenze rispetto al passato. L'INTERVISTA Tre regole per una buona gestazione. Igiene innanzitutto. Una maggiore attenzione verso la propria alimentazione e seguire tutti i controlli di routine (pressione, peso, ecc…) Tre cose da evitare? Ingozzarsi. Alcol, fumo e soprattutto tacchi alti che possono causare problemi enormi alla colonna vertebrale. Ci sono più donne sposate o nubili? 50 e 50. Ormai avere il compagno significa essere sposate. Quali sono le differenze rispetto al passato? C'è stato un incremento delle gravidanze di donne di età compresa tra i 30 e i 45 anni. Adesso una donna cerca prima di sistemarsi economicamente e poi pensa alla famiglia. Le condizioni igieniche? Oggi, quasi tutte le donne, sono consapevoli dell'igiene, c'è più cura del proprio corpo a prescindere dalla gravidanza. Prima c'era la folle credenza che le donne incinta non si dovessero lavare perché il nascituro poteva prendere freddo o affogarsi! | GENNAIO 2011 | numero 9 IERI E OGGI in ostetricia ospedale a. perrino, brindisi Adesso sono rare le persone che si presentano in condizioni igieniche precarie. Ancora qualcuno c'è. Come vivono la gravidanza le ragazze madri? Le ragazze madri ci sono, ci sono state e credo che ci saranno sempre. Adesso non è più un qualcosa di cui vergognarsi. Quando sappiamo di bambini abbandonati ci viene una stretta al cuore. Devo dire che i genitori adesso sono molto più consapevoli e vicini alle ragazze. Le donne sono informate sui rischi o sulla gravidanza in generale? Magari si documentano tramite internet? Per carità! Internet crea il caos! le case- famiglia sono il rifugio per chi tenta la fortuna a migliaia di chilometri dal proprio paese intervista a martina mariantonietta, infermiera da oltre 30 anni nel reparto dell’ospedale perrino di brindisi Comunque sì, le donne sono molto più documentate anche perché si tratta di donne mature e non di giovani sprovvedute. Taglio cesareo o il parto naturale? Io preferisco il parto naturale ovviamente se non ci sono complicazioni. Il parto cesareo è pur sempre un intervento, basti pensare che si sanguina tre volte di più rispetto ad un parto naturale. Perché si preferisce il cesareo? In realtà spesso sono le donne che lo richiedono. Hanno il loro ginecologo disponibile, possono prepararsi avendo un giorno prefissato e non c'è dolore di sorta. www.ciclostyle.it | [email protected] L e case-famiglia sono il rifugio per quei minori che, lasciando casa ed affetti, tentano la fortuna a migliaia di chilometri dal proprio paese. Il fenomeno ha le sue radici nella storia. Nel novecento erano gli stessi italiani, insieme ai coetanei di tanti paesi europei, alle prese con i viaggi della speranza verso le Americhe o l’Australia. Oggi la storia si ripete: cambiano i paesi di provenienza ma sono sempre i più giovani a tentare per primi la strada della migrazione. Giuridicamente i minori stranieri non accompagnati sono tutti quei ragazzi giunti nel nostro paese in età inferiore ai diciotto anni e separati da entrambi i genitori. Oggi sono sempre di più quelli che giungono sulle nostre coste, senza alcun punto di riferimento, privi di assistenza materiale e di tutela, alla mercé della microcriminalità e di forme di sfruttamento lavorativo e sessuale. Viaggiano verso i nostri territori per sfuggire a condizioni di estrema povertà e quasi sempre hanno subito violenze e traumi terribili. Una volta giunti nel nostro territorio, rimangono “invisibili” per molto tempo: privi di tutela, di documenti di soggiorno e titolari www.ciclostyle.it | [email protected] MINORI STRANIERI: L'INTEGRAZIONE SI COSTRUISCE CON L'AFFETTO di diritti che rimangono congelati perché neppure ne conoscono l’esistenza. Per tali ragioni, la fase della prima accoglienza assume un’importanza cruciale: è soltanto in seguito all’identificazione e all’accertamento della minore età che la legge italiana prevede che il minore venga preso in carico dai servizi sociali del Comune in cui si trova ed inserito in strutture protette come le case-famiglia. All’interno di questi centri si gioca la partita più difficile e la corsa contro il tempo per coinvolgere questi ragazzini in percorsi di integrazione e di successo. “Appena i ragazzi arrivano da noi in casa famiglia”- ci spiega Lucia Ghionda, coordinatrice della casa fami- glia Nonna Bianca di Mesagne gestita dalla cooperativa Asca - “i primi interventi sono di tipo igienico poiché i ragazzi sono reduci da viaggi lunghissimi e necessitano di un bagno e di una doccia oppure di un piatto caldo. Dopo di ciò - continua la coordinatrice - cerchiamo soprattutto di farli sentire a loro agio e di indurli a raccontare spontaneamente le loro storie. Di solito ci vuole molto tempo prima che riescano ad aprirsi, nel frattempo noi cerchiamo di impegnarli in varie attività come i corsi di alfabetizzazione della lingua italiana e la ricerca di un lavoro tramite i contratti di apprendistato. Molti, dopo il compimento dei diciotto anni, decidono di andare via ma tanti altri, grazie ai legami di amicizia costruiti con gli altri ragazzi o con gli stessi operatori, scelgono di rimanere. Noi, da parte nostra- conclude Lucia Ghionda- anche se non possiamo sostituirci alle famiglie cerchiamo di far condurre loro una vita il più normale possibile spronandoli a praticare sport, coinvolgendoli nelle uscite che organizziamo ed accogliendoli nelle nostre case durante le festività affinché non siano mai più soli”. numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 15 foto di: Claudia Corsa pag 14 CICLOSTYLE - storie da copertina di redazione > [email protected] art: VETRINE INEDITE +39.347.0466197 SCOMUNICANDO make a wish esprimi un desiderio FESTA DELLA DONNA 2011: primo passo verso la sinergia ecco come 13 imprenditrici cambiano i contenuti dell’8 marzo salone parrucchiere acconciature moda | cut & color personalizzati | extension solarium doccia solare estetica manicure | trattamenti | massaggi make-up pacchetti sposa: trucco | capelli | make up diagnosi personalizzata del cuoio capelluto, del capello con tricocamera per problemi di diradamento causa caduta, forfora, desquamazione a om oR s Cor Via Santa di Stefania Cuppone Lucia Via Porta Lecce Via De’ Gallo Via Lata Via B. De Rojas BRINDISI via Dè Gallo, 3 Tel. 0831.1982325 Lunedì chiuso Orario continuato 8.30 - 18.00 Riceve su appuntamento [email protected] skype: adhara.hairbeauty in centro nei pressi della Chiesa di Santa Lucia L a festa della donna cambia volto e a dire il vero anche contenuti. A prometterlo sono 13 donne imprenditrici brindisine che, tutte insieme, hanno organizzato una festa senza precedenti presso la Braceria Escosazio di Brindisi. Capitanate da Antonella Bottallo (Braceria Escosazio), le imprenditrici proporranno una serata all’insegna della bellezza. Tutto ruoterà attorno alla femminilità in uno stile amichevole e assolutamente sano. “Non ho mai festeggiato questa festa”, dichiara Antonella. “Quest’anno sono stata spinta dall’idea di proporre qualcosa di alternativo che niente ha a che fare con il consumismo e la volgarità in cui spesso questa giornata sfocia”. E così, l’entusiasmo di Antonella travolge una, due, tre, www.ciclostyle.it | [email protected] quattro, tredici donne imprenditrici locali. Durante la cena, accompagnata dalla musica e dall’animazione di Massimo Galantucci, non mancheranno momenti legati a tutto ciò che riguarda la bellezza e il mondo della donna. Saranno presenti: AnnaMaria Funtò (Donna In) che presenterà alcune acconciature, prodotti e macchinari in 3D; Karin Anelli (profumeria ANELLI), con le nuove nuance di colori della primavera/ estate 2011; Paola e Rosa Mastrapasqua (ex Cesana), con capi d’intimo e la nuova collezione di costumi da bagno dell’estate 2011; Angela Chionna (MyMuffin), che presenterà le sue creazioni di gioielli in fimo; Debora Catanzano (Fashion Jam by Debora) presenterà gli abiti singolari da lei stessa disegnati e prodotti; Lorena Anto- nazzo (centro benessere La rosa del deserto) che descriverà i benefici di un massaggio. Nel corso della serata saranno presenti Cantine Botrugno, Gelateria Geyò e Moka Sol che saranno presenti all’interno del locale con delle degustazioni dei propri prodotti. La redazione di CicloStyle documenterà la serata con un servizio fotografico che sarà pubblicato il giorno seguente sul sito www.ciclostyle.it/iniziative. Lo scatto delle imprenditrici è stato realizzato da Virginia Frigione dell’Accademia Fotografica Italiana, partner dell’evento. Le imprenditrici promettono: questo è solo la prima di una lunga serie di iniziative. info / prenotazioni 327.7594174 numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 17 foto di: Marco Tedesco di virginia frigione - Accademia Fotografica Italiana - AFI > [email protected] SCOMUNICANDO A LEZIONE DI FOTOGRAFIA foto di ansel adams "la solitudine del cittadino" di herbert bayer la camera oscura: fascino e mistero *gli articoli sono on line nel canale scomunicando di: www.ciclostyle.it N ei numeri precedenti di CicloStyle, abbiamo analizzato i procedimenti che avvengono in camera oscura per far sì che le nostre foto prendano vita*. Oggi scopriremo che il fotomontaggio ed il fotoritocco delle immagini, non sono stati inventati con l’avvento della fotografia digitale, bensì sono pratiche che avvenivano già in camera oscura. Moltissimi fotografi di fama mondiale, utilizzavano questa tecnica per poter creare degli effetti molto particolari e di grande impatto per quell’epoca. Il maestro della fotografia in bianco e nero Ansel Adams, sviluppava i suoi negativi in diverse soluzioni al fine di ridurre il contrasto e, allo stesso tempo, mantenere la densità delle ombre. Il fotografo e artista Herbert Bayer nel 1932 realizzò un’opera dal titolo “La solitudine del cittadino”, grazie ad pag 18 | GENNAIO 2011 | numero 9 una serie di fotomontaggi realizzati esclusivamente in camera oscura. Lo scopo era denunciare la solitudine e l’anonimato a cui spesso ci costringe la vita in una grande città. Egli fotografò un imponente palazzo su cui sovrappose le proprie mani contenenti i propri occhi. Senza ombra di dubbio, questa è una tecnica che richiede moltissima precisione e pazienza; tuttavia, grazie a delle piccole accortezze, è possibile realizzare anche ritocchi molto più semplici, come ad esempio l’inserimento di nuvole in un cielo molto chiaro. Ciò si rende possibile grazie alla stampa di due negativi sullo stesso foglio di carta fotografica. La zona del cielo nel primo negativo sarà molto densa, quindi le nubi del secondo negativo saranno facilmente stampabili. Per proteggere la parte dell’immagine che non dovrà essere intaccata, sarà necessario creare, con un cartoncino, la sagoma della parte sottostante la zona da trattare e quindi, nel nostro caso, il cielo. I bordi del taglio non devono essere netti dunque si consiglia di muovere leggermente il cartoncino durante l’esposizione per avere un montaggio più morbido e realistico. Nel caso in cui nel cielo si dovessero scorgere di redazione > [email protected] SCOMUNICANDO Mille euro per valorizzare bellezzA E arte del bello modella per un giorno e acconciatore dell’anno: due eventi firmati smoovy look edizione S alberi, pali della luce, cartelli stradali o altro, la sagoma del nostro cartoncino dovrà essere più accurata e dovrà seguire la forma dei suddetti oggetti. A questo punto si consiglia di effettuare una prima stampa per poter riprodurre con precisione la sagomatura e poi procedere con la stampa definitiva che conterrà i due fotogrammi sovrapposti. Un negativo con forte squilibrio di densità può essere stampato con due diversi tempi di posa mediante l’impiego di mascherature e bruciature. Se, ad esempio, il nostro negativo è sottoesposto in alto e sovraesposto in basso, durante la prima posa, proteggerò la parte in alto con un cartoncino tenuto sotto l’obiettivo dell’ingranditore e continuamente mosso in avanti e in dietro per evitare linee nette. Successivamente procederò con l’esposizione dell’intera immagine per il tempo di posa stabilito precedentemente nelle fasi di provinatura. Ovviamente tutti questi procedimenti devono essere effettuati con l’utilizzo della luce rossa di sicurezza. www.ciclostyle.it | [email protected] arà un grande 2011, quello pensato dallo staff di Smoovy Look, per le aspiranti modelle e i parrucchieri della provincia di Brindisi e non solo. Mille euro e tanti premi per il vincitore dell’edizione 2011 di “Modelle per un giorno, testimonial per una stagione” e “Acconciatore dell’anno”. All’evento “Modelle per un giorno”, organizzato dallo staff di Smoovy Look in collaborazione con l’associazione Vetrine Inedite e Virginia Frigione dell’Accademia Fotografica Italiana (AFI), si affianca infatti il concorso “Acconciatore dell’anno”. “I due eventi cammineranno parallelamente”, spiega Stefano Palmieri, edizione Art Di- www.ciclostyle.it | [email protected] rector di Smoovy Look. Fino ad oggi, l’intento era quello di valorizzare le bellezze del territorio. “Abbiamo lavorato con ragazze molto belle e ne abbiamo fatto le protagoniste della nostra campagna di comunicazione evitando così di usare le immagini impersonali che vengono proposte dai grandi marchi a tutti i parrucchieri d’Italia”, spiega Stefano. L’evento, si arricchisce nei suoi intenti aprendo le porte a tutti i parrucchieri con la prima edizione di “Acconciatore dell’Anno”. Sono previste due semifinali, una si terrà in primavera e l’altra in autunno e una finalissima che si terrà nel mese di dicembre. La vincitrice di “Modelle per un giorno” riceverà una carta servizi Smoovy Look di Euro 1.000 (mille) valida un anno, una targa e il book fotografico realizzato da Virginia Frigione. Al secondo e terzo posto, invece andranno: gli scatti dell’evento, 10 pieghe omaggio presso i saloni Smoovy Look ed eventuali gadget messi a disposizione dagli organizzatori e dagli sponsor. A tutte le partecipanti saranno consegnati gli scatti dell’evento. I partecipanti ad “Acconciatore dell’anno 2011”, saranno inseriti in un elenco che verrà diffuso su alcune testate giornalistiche e riceveranno un book fotografico come ricordo di partecipazione e dal quale sarà possibile estrarre foto da utilizzare per scopi pubblicitari. Il vincitore, invece, riceverà 1000 (mille) euro in denaro, un phon a raggi infrarossi (novità assoluta) e la targa “Premio Smoovy Look Acconciatore dell’Anno 2011”. Parte del ricavato sarà devoluto in beneficenza. Tutti i dettagli, la scheda di partecipazione e il regolamento su: www.ciclostyle.it/iniziative. numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 19 di maura gatti > [email protected] di maura gatti > [email protected] SCOMUNICANDO E… non vissero felici e contenti pag 20 | GENNAIO 2011 | numero 9 SCOMUNICANDO il vero finale delle favole più famose L e favole da sempre accompagnano l’infanzia di tutti i bambini del mondo. Walt Disney ne ha fatto dei cartoni animati molto amati. Mamme e papà le usano per far addormentare i bambini. Non tutti sanno che le favole più conosciute hanno un finale tutt’altro che “e vissero felici e contenti”. www.ciclostyle.it | [email protected] Cappuccetto Rosso Nell’antica versione di Charles Perrault, Cappuccetto Rosso viene mangiata dal lupo insieme alla nonna e il cacciatore non riesce a salvarla. La morale fornita dall’autore è agghiacciante: “Da questa storia si impara che i bambini, e specialmente le giovanette carine, cortesi e di buona famiglia, fanno molto male a dare ascolto agli sconosciuti; e non è cosa strana se poi il Lupo ottiene la sua cena”. Senza contare che in altre versione ci sono episodi di cannibalismo dove Cappuccetto Rosso mangia la carne della nonna a sua insaputa. Cenerentola La versione più antica risale ai tempi dell’antico Egitto: “La fortunata storia dell’etera Rodopi”, tramandata da Claudio Eliano. Nelle versioni popolari europee le sorellastre fanno una fine a dir poco macabra: il principe, per punirle, ordina che dei piccioni cavino loro gli occhi. La Sirenetta Tristissima fine della protagonista nella fiaba originale di Andersen. Il principe non solo non si innamora di lei, ma sposa un’altra principessa convinto che sia stata quest’ultima a salvarlo. Così la protagonista, che avrebbe potuto salvarsi uccidendo il principe con un pugnale magico, decide di morire dissolvendosi in schiuma di mare. Biancaneve Il risveglio di Biancaneve è meno poetico di quanto sembri. Il principe ordina ai servitori di portare la bara al castello. Un servitore, durante il tragitto inciampa e la bara cade lungo il fianco della collina. Così Biancaneve, nella caduta, sputa il boccone avvelenato risvegliandosi. Sorte peggiore tocca alla strega cattiva, costretta ad indossare delle scarpe arroventate sulle braci e a danzare fino alla morte. Il Pifferaio Magico Il più antico riferimento si trovava su una vetrata della chiesa della città Hamelin (Germania), dove è stata ambientata la storia, risalente al 1300. Nella favola originale al Pifferaio viene rifiutato il compenso per aver liberato la città dai ratti. Per vendetta suona attirando tutti i bambini del villaggio e facendoli annegare come i ratti. Hansel e Gretel Fiaba già di per sé inquietante e rivisitata dai fratelli Grimm. Nella versione originale la strega è il Diavolo che vuole mangiare i due bambini dopo averli dissanguati. www.ciclostyle.it | [email protected] numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 21 unico tratto delle mura del 1677 visibili su via dè carpentieri, con i palazzi che si sovrappongono di giovanni membola > [email protected] RADICI QUADRATE MURA DI CINTA ABBANDONATE AL LORO DESTINO L a cinta muraria c’è ma non si vede. Ci hanno costruito davanti, sopra, a ridosso come se queste autorevoli testimonianze del passato meritassero di essere dissimulate. La cultura della valorizzazione dell’antico è sfuggita agli amministratori del passato - più o meno recente – responsabili di aver permesso la costruzione di edifici senza il dovuto rispetto per le aree di rilevante interesse storico-artistico e monumentale. Senza dimenticare lo scempio compiuto dagli empi demolitori del secolo scorso, in questo numero ci limitiamo a percorrere il tracciato e raccontare la gloriosa storia delle nostre mura, oggi quasi interamente inglobate in proprietà private. Le prime tracce dell’impianto difensivo della città risalgono all’epoca messapica (VIII-III sec. a.C.) riconducibili con i resti delle mura presenti nella zona tra corte Capozziello e via Camassa. Il centro urbano era racchiuso in questa cinta muraria sulla collinetta che si pag 22 | GENNAIO 2011 | numero 9 RADICI QUADRATE tratto delle cortine visibili tra i palazzi su via del mare, in alto - oltre le mura - la chiesa del cristo l’antico sistema difensivo, tra passato e presente mappa di brindisi del 1525. opera dell'ammiraglio turco piri reis di giovanni membola > [email protected] affaccia sul seno di ponente. I romani e i bizantini ripresero e rafforzarono queste strutture difensive, le differenti dimensioni dei conci e la tecnica di costruzione permettono di distinguerne le diverse epoche. Oggi queste mura sembrano abbandonate al loro destino, senza una degna illuminazione e utili pannelli informativi che ne evidenzino la presenza ed il valore storico. Con i normanni la città continuava ad essere limitata nel solo pianoro di Ponente, interamente circondata da una fortificazione ad anello quasi perfettamente circolare; una immagine della città tra le mura fu raffigurata nel XIII secolo sulla lastra d’argento sbalzato del reliquiario di San Teodoro. Toccherà a Federico II estendere ed includere nella nuova cinta muraria le altre zone dell’area urbana oramai estesa, un progetto in buona parte rimasto incompiuto ma che mirava all’integrazione della zona a levante. Ricadono in questo piano, oltre al Castello, l’elevazione del torriore di San Giacomo, poi ristrutturato e ampliato nel XVI secolo, e la costruzione di una entrata trionfale, oggi Porta Mesagne, completata nel 1243 e divenuta ingresso principale del centro urbano. Gli angioini edificarono due torri ai lati di quello che oggi è Canale Pigonati con funzioni di sbarramento all’ingresso del porto: la torre maggiore posta sul lato di ponente era collegata alla minore da una catena di ferro, come si evince in diverse litografie d’epoca. La catena ora è custodita nel tunnel di accesso alla corte interna del Castello Svevo. Il timore di un’invasione turca, soprattutto dopo la presa di Otranto (12 agosto 1480) determinò l’evoluzione e la ricostruzione delle fortificazioni: tra il XV e il XVI secolo, gli Aragonesi allargarono il perimetro del sistema difensivo con nuove mura a sud della città. Nel 1484 furono costruiti il Torrione dell’Inferno e la cortina - originariamente merlata - che lo collega al Castello Svevo. Questo tratto di muro ci è giunto quasi integro, completo di camminamento di ronda e di feritoie, purtroppo l’incombenza di palazzi troppo alti ne limita la valorizzazione. La diffusione dell’artiglieria moderna portò all’ulteriore ristrutturazione della cinta difensiva, l’imperatore Carlo V nel 1516 inviò a Brindisi l’artefice delle nuove e straordinarie fortificazioni, l’architetto militare Ferdinando di Alarcon. L’abile generale nonché attento studioso di tattica militare progettò e realizzò quello che fu deimmagine d’epoca con le cortine e porta lecce “libere” dalle costruzioni finito un autentico gioiello www.ciclostyle.it | [email protected] dell’architettura militare cinquecentesca, rendendo imprendibile la città e in particolare il suo porto, scoraggiando il programmato attacco turco previsto per maggio del 1537. Tra queste opere rientrano la realizzazione dei Bastioni di San Giacomo e di San Giorgio (demolito nel 1865), i fortilizi e le cortine laterali di Porta Lecce. Il bastione che affianca Porta Mesagne fu ripreso e completato nel 1551 dall’ingegnere militare Giovanni Battista Loffredo. Il muro di cinta che collegava detta Porta con il torrione dell’Inferno è oggi visibile solo su un breve tratto di via dè Carpentieri: realizzato nel 1677 con l’innalzamento di un terrapieno ottenuto con il materiale di riporto dello scavo del fossato che correva parallelamente lungo tutto il fronte, attualmente si presenta quasi del tutto integro ma inglobato e sovrastato su entrambi i lati dalle costruzioni che qui si EstEtica | solarium | tatuaggio artistico | trucco sEmi-pErmanEntE tratto di mura messapico-romane su via pasquale camassa poggiano e ne occludono la visione. Anche le mura tra il Bastione San Giacomo e Porta Lecce sono state interamente soffocate dai fabbricati, edifici postumi che hanno occupato persino lo straordinario spazio di protezione antistante Porta Lecce, un pregevole esempio di architettura militare dove l’ingresso alla città era difeso dalle cortine che avanzano parallele verso l’esterno, rendendo l’area sicura ed imprendibile. Il percorso si completa con l’ultimo tratto di mura che collega l’antico accesso con il Bastione di Levante: la cortina è ben individuabile dalla piazza alta nei pressi della chiesa del Cristo, molto meno dal basso poiché “nascosta” dietro i condomini presenti su via del mare. Proviamo ad immaginare. www.ciclostyle.it | [email protected] AUTORIZZATO ASL MATERIALI MONOUSO numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 23 di vincenzo maggiore > [email protected] di vincenzo maggiore > [email protected] vetrine inedite vetrine inedite l’archeo-clown alla conquista DELl’Italia un nuovo amico con il naso rosso assicura il successo al progetto “clown in corsia” i quattro clown del progetto “clown in corsia” T ra le corsie del reparto pediatria dell’ospedale “Antonio Perrino” di Brindisi si riconoscono quattro facce amiche, dispensatrici di conforto e di pag 24 | GENNAIO 2011 | numero 9 parole gentili: sono i quattro clown protagonisti del progetto “Clown in Corsia”, tra i più innovativi del settore, in Italia e in Europa. L’unicità di questa importante esperienza di clown terapia sta nella figura dell’archeo-clown: un archeologo divertente che “rende più serena la permanenza dei bambini in ospedale”. Sotto il camice un paio di buffe scarpe gigantesche, nei tasconi laterali giocattoli per ogni evenienza, scalpello e una carica emotiva e professionale fuori dal comune. L’attività ludica e quella esplorativoconoscitiva rappresentano un modo, per i piccoli ospiti del reparto, di affrontare e superare le condizioni di passività e impotenza tipiche dell’esperienza di ospedalizzazione. Si progetta di collocare un tornio all’interno del reparto, per realizzare piccoli oggetti che i bambini potranno porta- www.ciclostyle.it | [email protected] re a casa, per dare un senso più felice al proprio vissuto ospedaliero. Un’altra idea sbucata fuori dai cilindri dei quattro clown che operano nel reparto, meglio conosciuti come dottoressa Stellina (Cristiana Zongoli - responsabile del progetto), dottoressa Coccinella (Annalisa Masilla), dottor Birimbao (Angelo Cofano) e dottor Brontolo (Christian Napolitano). Una vera e propria “rivoluzione” si accende del rosso del naso di un clown e risplende del candore di un camice ospedaliero, che, sporco di argilla e colori a tempera, farebbe venire voglia di essere indossato anche da un bambino. “Ridere non è solo contagioso, ma è anche la miglior medicina”, per dirla alla Patch Adams (medico statunitense generalmente riconosciuto come l’ideatore di una terapia olistica molto particolare: quella del sorriso, nota anche come clown terapia, Ndr). L’argilla che sporca i camici dei clown impegnati nel centro ospedaliero di Brindisi non è resistente come il calcestruzzo, ma sposa perfettamente l’idea di malleabilità e adattabilità che qualifica l’eccellenza dell’esperienza “Clown in corsia” della società Naukleros. “La clown terapia che applichiamo in ospedale e all’esterno si avvale di un vero e proprio format studiato e perfezionato in itinere in collaborazione con il primario Fulvio Moramarco ed è oramai parte integrante delle attività del presidio stes- www.ciclostyle.it | [email protected] so, in maniera complementare a quelle mediche”, spiega Cristiana Zongoli. “Non a caso la nostra equipe viene chiamata spesso per intervenire in tutte le altre unità con grande entusiasmo e aspettative”. Il progetto “Clown in corsia”, promosso e finanziato dalla Brindisi Lng, sta portando l’ospedale di Brindisi a livelli competitivi, sul piano della clown terapia, in Italia e all’estero. La ragione del successo risiede nella volontà messa in campo ogni giorno, nel rispetto dei ruoli, nella professionalità di chi ha scelto di fare il clown per mestiere. La “rivoluzione” sta anche in un modo nuovo di guardare Brindisi, come a una realtà in cui il clima di solidarietà e disponibilità è assoluto. Parola di clown. leggi l’intervista ai clown nel canale rassegna stanca di: www.ciclostyle.it PAROLA DI CLOWN intervista alla dottoressa stellina N ella camera caffè del reparto di pediatria la dottoressa Stellina (Cristiana Zongoli) può tirare il fiato e distogliere l’attenzione dai bambini “ospiti” dell’ospedale “Perrino”. Può farlo solo per pochi minuti, perché la sua assenza è subito notata dai piccoli pazienti. Cosa potrebbe determinare un miglioramento della vostra attività al’interno del reparto? Quello che manca sostanzialmente è lo spazio per migliorare la vita nel reparto: avremmo bisogno di una sala giochi più grande e di un altro spazio idoneo per poter organizzare attività parallele alla clown terapia insieme alle tante associazioni che collaborano con la nostra società. Avremmo bisogno anche dell’apporto di artisti che possano rendere il reparto ancora più a misura di bambino di quanto non lo sia già, con nuove idee e creatività. leggi l’intervista completa su: www.ciclostyle.it numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 25 di redazione > [email protected] di Roberto Spagnoletto > [email protected] vetrine inedite Titty eventi: i paladini del divertimento vetrine inedite LU PINNULU continuano le storie di ucciu lu vasciu T anta voglia di stare con i bambini e di colorare il loro mondo: un sogno da bambina, una mission associativa da adulta. Tiziana Chirico, Titty per parenti ed amici, nasce con una forte passione per l’animazione e la danza. Il suo progetto di vita la vuole, da sempre, la protagonista su un palcoscenico che lei stessa si costruisce: ieri come oggi. Ieri, quando organizza Nutella party per gli amici o spettacolini e coreografie per allietare vicini e interi condomini occupandosi di tutto: dalla direzione artistica ai costumi. Oggi, accogliendo tutti nel suo “paese delle meraviglie” nato, a misura di bambino, nei locali di viale Porta Pia al civico 24, a Brindisi, dove, ogni giorno, il suo sogno diventa realtà proponendo alle mamme e ai papà più esigenti: corsi di recitazione, ballo di qualunque tipo, doposcuola, intrattenimento, corsi di recitazione, canto, insegnamento di strumenti musicali e tante, tante feste! “Ad un certo punto, presa dal coraggio che mi infondevano i complimenti di parenti ed amici dopo ogni festa, mi sono detta: perché non farlo". Così, Titty, spiega il salto nel buio che la porta ad aprire, il 13 settembre di tre anni fa, l’associazione culturale ricreativa sportiva Titty Eventi. “L’associazione porta il nome del canarino giallo (Tweety, Ndr) amato un po’ da tutte le generazioni”, spiega. La sua laurea in pag 26 | GENNAIO 2011 | numero 9 TITTY EVENTI viale porta pia, 24 Brindisi cell. 349.4111167 "ucciu lu vasciu" in un'interpretazione di massimiliano gatti tiziana chirico, titolare di titty eventi sorrisi e tanta spontaneità per conquistare il cuore dei bambini letterature e lingue straniere conseguita presso la facoltà di Bari, le consente di estendere i servizi proponendosi al territorio come una delle realtà più complete con: lezioni di lingue, servizi di traduzioni ed interpretariato, organizzazione di congressi, mostre e così via. “Per me è stato rivoltante sentire le crudeltà vissute dai piccoli ospiti di quelle ludoteche o asili nido”, confessa. “Per fare questo lavoro bisogna amare i bambini e un comportamento simile è assolutamente in contraddizione rispetto a questo", dichiara. “Amare i bambini semmai, ti porta a fare qualcosa per chi soffre o è meno fortunato”. E le sue non sono sole parole. Titty, infatti, era al fianco dei Clawn nella festa di Natale organizzata presso il reparto di pediatria dell’ospedale Perrino. In una realtà approssimativa, chi non lascia nulla al caso è proprio la mamma brindisina. “Oggi le donne sono divise tra il lavoro e la famiglia. La mamma brindisina chiede molto, vuole sentirsi sicura e cerca il meglio per il proprio figlio”. Ma com'è il bambino brindisino? Quali sono le sue esi- Associazione culturale ricreativa sportiva il cane mio genze? Titty lo spiega senza avere nessun dubbio: “I bambini sono istintivi per questo è sufficiente la smorfia giusta per conquistarli. Sono creativi, simpatici e hanno bisogno di affetto e di attenzione. Sono anche molto critici e svegli”. Tutte queste sono buone ragioni per giustificare le ore interminabili che Titty trascorre guardando i cartoni animati, dei quali, ovviamente, conosce tutte le sigle e i personaggi. “Per lavorare con i bambini bisogna avere molta creatività perché non ci possono essere scalette o programmi. Bisogna essere bravi a costruire, una festa come un qualsiasi momento ludico-ricreativo, sulla base delle reazioni che hanno i soli protagonisti di quel momento”. Al suo fianco un animatore d’eccezione: il piccolo e simpatico cagnolino Mio. Ed anche l’amico a quattro zampe ha dovuto studiare per conquistarsi la possibilità di stare con i bambini. Abilitato anche per la pet-teraphy (terapia dolce, basata sull’interazione uomo-animale, Ndr), Mio è l’animatore più amato dai bambini. E così, ogni giorno è vissuto dai "paladini del divertimento" come una vera avventura e, colorando il mondo di creatività e originalità, lasciano il segno nel cuore dei più piccoli. Perché chi ama i bambini, è bambino come loro. www.ciclostyle.it | [email protected] Prima cu cumenzu scusate la volgarità Ma questa è soltantu la verità. Maria e Ucciu annu turmutu ansiemi nel senso ti la parola Pircè a Ucciu no s’è ntustata la… cariola Maria cu nu baciu natru picca ‘nci tira la dintiera Menu mali ca si l’era n’cullata bona ti la sera. Cu la santa pacienza ‘n cè dittu a Ucciu quiddu ca penza “Pirceni no vai allu dottori cussì iddu ti tici ce si po’ fari pi lu… dulori?” Ucciu s’è partutu a menzatia attientu attientu ca niscinu lu vitia. E comu si faci… Giuvanni lu iertu mancu farlu apposta “Uè cumpà ‘nci la misa la supposta?” È fattu finta ca no lu veti Comu ci sta parli allu pareti . È cuntinuatu a caminari è trasutu a ddo lu dottori senza mancu salutari. Non c’era nisciunu noni comu quando li catiu la facci an terra Ca li scappau lu pipitu ca simbrava la uerra. Quando ‘nce cuntatu lu fattu ti la notti Lu dottori è dittu: “Tegnu na miticina ca spari li botti” “E ce sta spietti piscrai quedda sta spetta a casa cu mi la tai”. Tuttu cuntientu s’è gnuttutu lu pinnulu Ed è cuminzatu cu si torci coma nu pendulu. No vuei ca lu dottori era sbagliatu Nu lassativu ‘ncera signatu Li saietti ca è pututu minari Ci mittiti recchia vi li putiti ‘mparari. Si n’di binchia cu spetta Maria Cu spetta la… cariola mia. leggi su ciclostyle.it la storia di ucciu “cercando e truvandu turcinieddi" www.ciclostyle.it | [email protected] Organizzazione eD animazione feste e ricorrenze con personaggi dei cartoon, trucco decorativo, effetti speciali… # Intrattenimento baby e doposcuola; # Disegno; # Corsi di recitazione; # Canto e insegnamento strumenti musicali; # Corsi di Ballo (Salsa, bachata, merengue, rumba, rueda de casino, tango argentino, liscio, danza del ventre, pizzica pizzica, balli di gruppo e divertentismo); # Organizzazioni di eventi, feste, congressi, mostre; GULP!! # Servizio hostess, promoter, guide turistiche; # Lezioni di lingue, servizio di traduzioni ed interpretariato. numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 27 di emanuele vasta > [email protected] vetrine inedite a zia per L a r g in r i s azione coLLabor ziende di a tutte Le mesagne. e brindisi Lare: o ic t r in pa Nome r pe co Via A. Bafile, 46 BaR aL CaFFÈ Piazza Di Summa, 5 BaR LUX Via Cappuccini, 55 CaFFÈ mULaTa SaS Via Appia, 322 BaR deLL’oSPedaLe SS per Mesagne BaR NoVeCeNTo Via Villafranca, 36 Noemi BaR RiSToRo Via Sant’Angelo, 73 BaR PiCCadiLLY Viale A. Ligabue, 5 CReaToRi d’immaGiNe RUSSo aNToNio Via P. della Francesca, 7 CaFFÈ edeN Via Germania, 75 BaR TaNCRedi Via del Lavoro, 11 CaFFeTTeRia PaRadiSo Via Nicola Brandi, 60 BaR La CaPaNNiNa Viale Duca degli Abruzzi SaVeKa CLUB Via V. Emanuele, 46 - Tuturano BaR GiNo Via Marche, 25 BaR CaSTeLLo Via C. Colombo, 136 m&d PaRRUCCHieRi Via Annunziata, 3 eURoSPiN PUGLia SPa Piazza del Popolo RiSToRaNTe aL CaNTUCCio Via Santa Lucia, 21 SmooVY LooK Via giordano Bruno 18 VeRTiGo CaFFÈ V.le Regina Margherita, 38 PASTICCERIA 2001 Viale Porta Pia, 4 JUST deSiGN 9 SRL Via Santa Lucia, 9 CaFFÈ BLU RoSe Via delle Mimose, 24 CaFFÈ VeRoNiCa Corso Roma, 25 BaR RoYaL Via Prov.le per Lecce, 30 maRiPa FaST awaY Piazza Matteotti CaFFÈ deL TeaTRo Via de’ Terribile, 8 BiRdY SHoP Via Prov.le San Vito, 26 La GRaN PaSTiCCeRia Viale San G. Bosco, 147 CaFFeTTeRia GLamoUR Via G. Cesare PaSTiCCeRia daLmazia Via Damazia, 8 e oz aLi s romeci p sp Via BaR La NUoVa CaPaNNiNa i ni t n io te MOROBOSHI: note che non invecchiano mai CaFFÈ LiBeRTY SS per Mesagne 2a BaR CiRCoLo TeNNiS Via Ciciriello THe KiNG oF SLoT Via S. Angelo, 61 LaVaNdeRia oNda BLU Via De' Carpentieri 38/40 PULP SToRe Via Indipendenza 13 BRUNda PaPeR via Lata, 37 CaFFÈ VaLeN via Imp. Augusto, 80 PULP SToRe via Indipendenza, 13 TodiSCo LiSTe Nozze via Appia, 53 LaVaNdeRia oNda BLU via de' Carpentieri, 38/40 BaR CiRCoLo TeNNiS via Ciciriello THe KiNG oF SLoT via S.Angelo, 61 CARPE DIEM Bruschetteria piazza Dante 11 un nostalgico ritorno: le sigle dei cartoni animati proposte da una band brindisina 2 4 1 A Brindisi c’è una band che ripro 3 pone le sigle suggestive dei cartoni animati anni 70/80. Il loro fausto progetto s’intitola Moroboshi e non è arduo fantasticarne il perché. Oggi, come un malinconico pugnale, quelle cult-song sfiorano l’anima se ci vince l’irresistibile desiderio di voltarci indietro, ma restano sempre gli spassosi sottofondi dell’infanzia di molti. Emanuele Pedote, chitarrista della band, si difende così dai nostri indiscreti raggi fotonici. L'INTERVISTA Come nasce il progetto musicale dei Moroboshi? Era il 2008. Io ed Angelo Scalas sposammo l’idea di riproporre le sigle dei cartoni animati anni 70/80 attraverso un progetto di divertentismo denominato “Moroboshi”. Con la stessa intuizione fu approvato anche da Vincenzo Maggiore. Le sigle di quel periodo sono scritte da parolieri come Luigi Tenco o Nico Fidenco e musicisti brillanti tra cui alcuni componenti degli Area per Jeeg Robot d’Acciaio. Il nostro attuale obiettivo è quello di proporre uno spettacolo sempre unico. Per questo motivo riarrangiamo sempre pezzi che non abbiamo mai proposto. Nonostante i side-project di ognuno di noi abbiamo all’attivo una quarantina di www.ciclostyle.it | [email protected] eventi in vari pub o locali in musica. Per quale motivo la band porta il nome di Ataru Moroboshi? (protagonista del manga Lamù, Ndr) Secondo tutti noi, Lamù è stata il simbolo della nostra generazione. Era un cartone con contenuti particolari e doppi sensi che coglievano i più svegli. Moroboshi era un ragazzo normalissimo. Nessuno di noi era un “gran fico”, per questo motivo ci siamo riconosciuti in lui. Cosa vi distingue dalle altre cover band? Più che cover band siamo un revival. Forse è questo che ci distingue. Abbiamo sentito l’esigenza di ricreare l’atmosfera di un periodo, riproponendolo al pubblico minuziosamente attraverso i colori di quell’epoca e suonando gli indimenticabili jingle che la rappresentano. Come si compone l’attuale line-up? (formazione del gruppo musicale, Ndr) La chitarra è di Emanuele Pedote, la voce di Enrico Martello, il basso di Francesco Salonna e Cristian Martina alla batteria. Infine, Sabrina De Mitri al sassofono, voce e percussioni elettroniche. Vi allettava avere un successo garantito? È stato un pensiero secondario, ma il consenso c’è stato. Qui, a Brindisi, riusciamo a suonare anche tre volte a settimana. I nostri concerti diventano momenti di aggregazione per più comitive nonché occasioni per conoscere nuova gente e fare amicizia. Abbiamo un ruolo sociale che ci viene riconosciuto in tutta la provincia. Quale personaggio dei cartoni vorreste fosse reale? 1. Sabrina De Mitri - sassofono 2. Emanuele Pedote - chitarra 3. Francesco Salonna - basso 4. Enrico Martello - voce 5. Cristian Martina - batteria 5 Doraemon, il gatto robot arrivato dallo spazio che risolveva i problemi grazie ai suoi gadget detti ciuski. In passato si dava più spessore a tutto ciò che era musica? Le sigle dei cartoni del duemila sono fatte in ciclostile. Per la maggior parte dei casi sono jingle elettronici suonati a “macchinetta”. Negli anni '80, ogni “cartone” aveva una sigla dignitosa anche se molto spesso capitava che i musicisti commissionati scrivessero testi che non corrispondevano ai reali poteri dell’eroe. Erano musicisti di spessore, non erano proprio indicati a scrivere sigle di cartoni. Quale genere suonate? Al sessanta percento scegliamo l’arrangiamento che funziona e per un quaranta per cento ci avvaliamo di un genere che conserva una buona funzionalità dal vivo. Ci sono dei pezzi che possono essere riarrangiati in più generi. Con chi sognate un featuring? (sorride) Forse coi Cavalieri del Re, che facevano stupendi arrangiamenti. Erano tanti e tutti bravi. Progetti per il futuro Moroboshi? Abbiamo riarrangiato sigle e stilato una nuova scaletta. Vogliamo ritagliare al progetto lo spazio che merita. Un consiglio ai bambini di oggi? Guardate i cartoni dei nostri anni, quelli attuali sono di qualità inferiore. Certo noi non eravamo coperti dalle restrizioni di oggi sui contenuti, ma siamo stati comunque fortunatissimi. numero 9 | GENNAIO 2011 | pag 29 di monica cucinelli > [email protected] vetrine inedite UN TALENTO SENZA NOME l’essenza dell’arte raccontata da un brindisino che non si vuole svelare ma che molti conoscono S civolando dentro il vento gelido di Brindisi sono finita al caldo di un noto locale del Corso a bere qualcosa con degli amici. Ed è stato lì che ho potuto notarli, nella magia del caso che chiama a sé le coincidenze. Tracce di colore appese al muro, schizzi di attimi di vita impressionati su tela, l’istantanea di un passo svelto, il proprio misterioso autoritratto ed intrecci di forme geometriche fra bianchi e colore che richiamano lo sguardo a perdersi fra le mille immagini immerse in esse. L’amore per l’arte è profondo ed è gelosamente custodito al punto da non volersi svelare. L’autore, dietro poche parole e tanti sorrisi, così si racconta. Vogliamo provare a scoprire chi è? L'INTERVISTA Una parola per definirti. Non voglio essere e non mi sento un artista, posso dire che sono creativo. Sono una persona riservata, dipingo per me stesso. Quando nasce la tua passione per l’espressione artistica? Diciamo da sempre. Una definizione di arte. Mi piace parlarne e definirla con una frase che ho letto: “un’espressione intima dell’essere umano”. È questo l’arte per te? pag 30 | GENNAIO 2011 | numero 9 Mi dona energia, mi fa stare bene: prima quando ho in mente un’idea; durante, nell’esprimerla e dopo, a lavoro finito. Il lavoro finito è sempre una trasformazione, ciò che viene fuori non è mai l’idea di partenza e molte delle tele o piccoli quadri sono lì in attesa di essere finiti completati, in trasformazione. Come nasce un’idea? Da qualsiasi cosa, un momento che vivo, qualcosa che vedo, particolari della vita quotidiana, me stesso in un autoritratto. Dalla mia immagine riflessa in questo piccolo quadro creato con della corteccia. Mi piace guardare oltre le cose che vedo. Vedi qui (vedi foto dell’intonaco screpolato su di una parete), l’ho lasciata così perché guardando bene vedi il profilo di un volto. Cerchi le tue ispirazioni? Come dicevo prima nascono per caso dalle cose che vedo, che capitano, situazioni, emozioni. Mi piace però anche camminare e cercare particolari che mi ispirino e che fotografo. Sai che Michelangelo cercava le sue visioni ed ispirazioni nelle macchie di muffa sulle pareti, crepe dei muri e così via? (Sorride) No, non lo sapevo. Su cosa dipingi e con quali materiali? Butto giù il colore su tele che ritaglio creando varie mescolanze, effetti con degli acidi, uso oggetti, materiali che mi ispirano, coperchi di barattoli di vernice, un pennello, sale grosso… Dove ami creare? Qui, nel mio locale, quando c’è silenzio e sono in pace. Un messaggio per chi ama l’arte? Coltivarla perché fa bene all’anima. intonaco screpolato citato nell'articolo www.ciclostyle.it | [email protected]